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Autore: Elisewin Ci    25/02/2020    0 recensioni
Nina arriva a Roma perché ha una storia da dimenticare. Niccolò ha dei sogni da inseguire.
Lui è schivo ma con lei è semplice parlare.
Si avvicinano, si prendono e si dimenticano, per poi tornare e non sapere dove andare.
Genere: Angst, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Cinque mesi prima.


NINA

Quando aprire la valigia significa iniziare una nuova vita tutto ha un altro sapore.
Nessun albergo cinque stelle, non c'è il mare a fare da sfondo e neanche la prospettiva della vita mondana milanese in cui mi ero buttata a capofitto.
Ho appena ventun'anni e mi sembra di averne quaranta sulle spalle. Avrei dovuto pensare all'università, a trovarmi un fidanzato come una qualsiasi ragazza della mia età, avrei dovuto coltivare qualche amicizia e viaggiare, spendere i soldi delle mia famiglia benestante ed essere orgogliosa di me stessa. 

Invece mi faccio schifo oggi giorno di più, e per scappare dai miei errori, sono finita in un appartamento minuscolo in un quartiere desolato di Roma, lontana da tutti, sola, dove nessuno sa chi sono, nè potrebbe scoprirlo.
Gli sbagli degli ultimi mesi bruciano addosso come sale su una ferita aperta. 

Come è potuto succedere tutto questo...

 

NICCOLÓ 

Li osservo tutti, uno per uno, seduto sul marciapiede del parcheggio di San Basilio mentre accendo un'altra Malboro.
Adriano, Alessandro, Gabriele, Giammarchino con l'occhio un po' spento dopo la terza birra alle cinque del pomeriggio, Tiziano che sta appena scendendo di macchina.
Sono loro la mia famiglia, loro che credono in me e nelle canzoni che continuo a scrivere davanti al mio pianoforte e che cerco di far ascoltare a chiunque, discografici e non, nella speranza che la mia vita possa essere quella: fare il cantante. 

"Bella Nì, come stai?" mi saluta Tiziano.
"Un'altra giornata di merda, a casa mia un delirio, se non trovo un lavoro mia mamma mi sbatte fuori di casa"
Ridono tutti, sanno che non lo farebbe mai, ma mia madre è fatta così, continua a chiedermi di pensare alla musica solo come una passione ma io non sono ancora pronto a farlo. Non c'è mai stata un'alternativa o un piano B, voglio vivere di musica, che sia sotto un ponte o allo stadio Olimpico, è quello che voglio dalla vita.
Sono nato per quello, me lo ripeto ogni giorno come un mantra, e ancora più forte, nei giorni in cui fa un male tremendo. 

Gabriele e Alessandro continuano a passarsi un vecchio pallone di piede in piede, io penso che il cielo di San Basilio alle diciotto e trenta di quel pomeriggio di maggio, mentre inizia a sfumare d'arancione sia lo spettacolo più bello del mondo.
Casa mia.
Sarà sempre casa mia. 

"Ma chi c'ammazza a noi, oggi se rilassamo proprio" affermo mentre distendo le gambe davanti a me e poggio i gomiti sul marciapiede, dimenticando la discussione con mia madre, come se fosse stata solo una nuvola passeggera in quel meraviglioso spettacolo arancio.
Sei bella Roma mia.
Sei più bella qui, sei più vera, sotto 'sto cielo, in questo parcheggio, in mezzo ai miei sogni, tra i tuoi vicoli e quartieri che i turisti non apprezzano, con i miei amici, questi veri e de core, di quelli che non ti abbandonano mai. 

"Ao, ce sta 'na ragazzetta nuova a San Basilio" ci informa Adriano "so due sere che se ne sta da sola a fa' l'aperitivo al baretto, mi ha detto Gigi che s'è trasferita qui da vicino Milano, ma parla poco, non se sa niente de lei" 

"Per lo meno è caruccia?" chiede Tiziano. 

"Annamo a controllà, no?" lo prende in giro Gianmarco spintonandolo piano. 

"Mah nun l'ho vista eh, ma m'ha detto sempre Giggi che se fa notà 'nsomma"
"Che sia la volta bóna che te nnamori Adrià, annamo su" ci fa segno di incamminarci Tiziano. 

Do un ultimo sguardo al cielo arancione di quella fresca serata di maggio, mentre la nuova arrivata è solo una scusa: l'aperitivo al baretto è un appuntamento fisso dai giorni immemori della nostra amicizia.
Che poi lo so, abbiamo appena ventun'anni, e siamo amici da sempre, ma è proprio l'età in cui pensi di essere adulto, in cui gli amori sono immensi e i dolori così profondi da lacerarti dentro, e credi di poter essere il padrone del mondo: custodisci gelosamente le tue convinzioni, credi di sapere tutto, di aver già amato come non amerai mai più, di aver toccato il fondo ed essere risalito e lo sai che la vita è una sorpresa, ma pensi di aver già scoperto abbastanza, che tanto noi siamo forti insieme e il resto chi se ne fotte... 

...e invece mi sbagliavo, e non sapevo quanto ancora avevo da conoscere e provare e tentare, recuperare... 


 

 

  
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