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Autore: Ksyl    26/02/2020    3 recensioni
PREQUEL di "Surprise Surprise"
Kate Beckett decide di accettare, a sorpresa, di trascorrere il week end negli Hamptons, nella 2x24, e Gina non è mai stata invitata.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kate Beckett, Richard Castle
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Seconda stagione
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6

Castle aprì gli occhi senza riuscire a orientarsi nella stanza immersa nell'oscurità. Non aveva idea del tempo trascorso dormendo. Si strofinò le palpebre, nel tentativo di rendere più nitida la visione. Un movimento accanto a lui lo fece sussultare. Si voltò.

"Ehi", mormorò un'assonnata Beckett, sorridendogli, raggomitolata in posizione fetale.
"Sei qui davvero? In carne e ossa?", domandò sorpreso.
Kate spalancò gli occhi, fissandolo. "Dovrei essere qui in versione fantasma?"
Non ricevendo risposta si sollevò appoggiandosi a un gomito e lo scrutò con attenzione. "Castle, stai bene? Sei sonnambulo? Parli nel sonno o qualcosa del genere?"
"Sì. No. Cioè, solo quando sono stanco. Parlare nel sonno, intendo. Non me ne vado in giro. Ma non è questo... è che... "
Pensavo fosse stato tutto un sogno. 
"Niente, lascia stare. Stai bene?", domandò sollecito, cambiando argomento.
"Molto". Kate si stiracchiò pigramente sotto le lenzuola. Nel suo letto. No, non sarebbero mai riusciti a convincerlo che non si trattasse di un sogno.

Le passò una mano tra i capelli, seguì il profilo del suo viso, accarezzandola piano e tracciando linee leggere sul collo e sulle spalle, prendendosi tutto il tempo per imparare a memoria i suoi lineamenti aggraziati. Il tempo si era dilatato e il mondo si era ridotto a quella stanza. Il resto non contava.
Si sporse su di lei e le appoggiò le labbra alla base del collo, strappandole un mugolio.
"Hai fame?", le chiese.
"No", rispose subito.
Non era la risposta che si era aspettato. Non mangiavano decentemente dal mattino.
"No?"
"Ho sonno".
"È ora di cena". Aveva controllato l'orologio. "Non vuoi assaggiare il mio famosissimo barbecue? Sono il dio della carne alla brace".
Lei aprì un occhio. "Non mi dire, un'altra delle tante cose in cui sei molto bravo, giusto?", lo prese in giro.
"Dal momento che sei stata tu a tirar fuori l'argomento, non sarò di certo io a negarlo", sorrise compiaciuto, accogliendo il complimento sottinteso.

Lei si girò, dandogli la schiena e si nascose sotto al cuscino, sbuffando, mentre lui rideva e allungava un braccio per tirarla contro di sé, i loro corpi che aderivano in modo naturale e perfetto. Lei non si ribellò. Doveva ancora adattarsi a questa nuova Beckett che non metteva barriere tra loro. Le diede un bacio sui capelli. "Però dobbiamo mangiare", insistette.
"Perché ti ossessiona così tanto l'idea di nutrirmi?", volle sapere, appoggiando una mano sulla sua e iniziando ad accarezzarla, con movimenti casuali, quasi senza rendersene conto. Lui riusciva a stento a respirare.
"Perché non fai mai pasti completi".
"Sono adulta, Castle. Non ho bisogno che mi si ricordi che devo mangiare. Non stiamo bene qui? Che bisogno abbiamo di alzarci?"
Non aveva torto. A parte il fatto che di quel passo sarebbero morti di inedia.
"D'accordo, ti concedo altri cinque minuti".

Questa, pensò Castle. Questa era la sua idea di paradiso. Stare insieme a lei senza che nessuno dei due dovesse tenere l'altro a distanza, senza sforzarsi di trovare modi fantasiosi per dire qualcosa che non poteva ancora essere detto ed essere costretti a leggere tra le righe. Era stato divertente, il più delle volte. Ma era solo un modo per nascondersi, per non mostrarsi all'altro. Ora, invece, si sentiva in pace e molto felice.

Non che non l'avesse immaginato tante volte, ma anche nei suoi sogni più arditi il mattino dopo Kate si pentiva di quello che era successo e lo piantava in asso senza lasciargli un biglietto. Nella migliore delle ipotesi gli spiegava che il loro rapporto era stato ormai definitivamente rovinato e che era spiacente, ma non poteva più seguirla nei casi. Non aveva mai fantasticato di trovarsela accanto a poltrire insieme a lui.
Gli faceva venire voglia di proteggerla ed era qualcosa non avrebbe mai pensato di provare per lei. Guardarle le spalle, difenderla con una pistola, salvarle la vita, certo. Era scontato. Ma aveva sempre pensato a lei come una donna che bastava a se stessa. Invece, si trovava a provare tenerezza e ad aver voglia di tenerla tra le braccia per sempre. Era incredibile che fosse la stessa donna capace di far confessare chiunque durante un interrogatorio.
Dal suo respiro regolare capì che si era riaddormentata. Avrebbe aspettato che si svegliasse, lasciandola dormire finché avesse voluto. Non avevano niente altro da fare, in fondo. Solo altre ventiquattrore tutte per loro. Non voleva pensare a quello che sarebbe successo dopo.

"Castle, sei una di quelle persone che fissano gli altri dormire?"
Lo corse di sorpresa.
"Come fai a sapere che ti sto fissando? Hai gli occhi dietro alla testa?"
"Sono un poliziotto. Certo che ho gli occhi dietro alla testa".
"Cominci a farmi paura, Katherine Beckett. E, comunque, no. Non fisso la gente che dorme", si difese.
"Sicuro che non ci sia altro che devi dirmi? Parli nel sonno, mi fissi mentre dormo, il cibo ti ossessiona. Altre stranezze? A parte quelle che conosco già".
Finse di offendersi. "No, nient'altro. E avrei qualcosa da dire riguardo al tuo elenco, per non parlare della lista che potrei compilare su di te, ma sono troppo gentile per farlo".
Kate gli sorrise. Appoggiò la testa sotto al suo mento, parzialmente distesa su di lui, e con una mano gli accarezzò la pelle del petto. Nessuno aveva voglia di muoversi da lì. Fu lui a prendere in mano la situazione.
"Dal momento che non vuoi saperne di mangiare o di alzarti, perché non occupiamo il tempo in modo più proficuo? Sono stanco di dormire".
Lei gli diede un bacio a fior di labbra. "Cominciavo a perdere le speranze, Castle".
Fu solo dopo molto tempo che riuscirono a uscire dalla stanza per scendere di sotto a riprendere una parvenza di vita normale.

...

Castle insistette per accendere il barbecue e farle assaggiare la sua famosa carne alla griglia, anche se lei protestò che le sarebbe bastato qualcosa di più semplice da preparare.
In effetti non fu facile coordinare le azioni necessarie per portare in tavola una cena degna di questo nome, visto che nel frattempo non smisero di baciarsi e toccarsi.
Lei rischiò di scottarsi e di mandare a fuoco il lungo abito bianco che si era infilata dopo la doccia e che le si impigliava ovunque, oltre a lasciarle la schiena completamente nuda, cosa che non mancava di distrarre Castle dal suo compito. A un certo punto decisero di separarsi per non combinare qualche altro pericoloso disastro.

Kate decise di lasciarlo alle prese con le incombenze culinarie. Attraversò l'intero perimetro del giardino e scese in spiaggia, dove si sedette per ammirare l'oceano davanti a lei. Affondò le mani nella sabbia, ancora calda del sole della giornata. Si rilassò, le parve di avere la mente del tutto vuota, una situazione insolita e molto appagante. Si poteva non pensare a niente? Credeva di no.
Si lasciò semplicemente esistere, sperimentando una pace che raramente le era capitato di provare. Non ultimamente, almeno. Non si era più sentita così al sicuro, beh, da almeno una decina di anni. Come se per un attimo potesse togliersi tutto il peso dalle spalle per appoggiarlo accanto a sé. Non voleva ripensare a quello che era successo nelle ultime ore, perché ci sarebbe stato tutto il tempo, dopo, per farlo. Qualsiasi dopo ci fosse in serbo per lei.

Castle la raggiunse portando con sé piatti, bicchieri, un telo di lino e tutto quello che era riuscito a tenere precariamente in equilibrio.
"Sapevo di trovarti qui. È un posto incantevole quando la spiaggia si svuota, la sera". Stese il telo sulla sabbia, apparecchiò in modo rudimentale per due, e, alla fine, mise una rosa bianca al centro del tavolo improvvisato.
"Et voilà, la cena è servita", annunciò orgoglioso.
"Wow Castle, hai addirittura organizzato un picnic sulla spiaggia? Il falò e la chitarra non li hai portati?", commentò ironica, ignorando la rosa.
"Il tuo sarcasmo finirà per uccidere tutto il mio romanticismo", la rimproverò sorridendole.
"Hai ragione, scusami. È tutto molto bello. E io ho fame", si allungò per baciarlo. "È tutto perfetto, davvero", insistette, temendo di aver rovinato l'atmosfera.
"In ogni caso, eviterei il falò per non mandare a fuoco l'intera spiaggia, ma se vuoi posso cantarti qualcosa tratto dal mio repertorio di canzoni romantiche".
"No, no. Grazie. Va bene così", rispose in fretta, fermandolo prima che fosse troppo tardi, non del tutto sicura che stesse scherzando.

Fu una serata molto intima. Kate si accorse che aveva già usato quella parola molte volte, in appena due giorni, ogni volta a significare qualcosa di diverso e sempre più profondo. Non sapeva che cosa sarebbe successo quando aveva accettato il suo invito e non sapeva soprattutto come avrebbero proseguito da quel punto in avanti, ma in quella sera sospesa tutto sembrava possibile. Non si era aspettata che Castle riuscisse a toccarla così in profondità e la cosa l'aveva colta senza difese. Né che fosse così rispettoso e delicato con lei. Che pensasse solo a farla stare bene, e sorvolasse sulle sue incoerenze e i suoi cambiamenti di rotta improvvisi.
Era certo spesso fastidioso, insistente e non la ascoltava mai. O, almeno, così si era sempre raccontata per tenerlo lontano. Gli ultimi giorni le avevano fatto scorgere qualcosa d'altro in lui, su cui preferiva non indagare.
Avevano ancora un giorno da trascorrere insieme e non voleva perdersi neanche un minuto del regalo che la vita, o lei stessa si era fatta.

Voleva continuare ad abbracciarlo, sentire il profumo della sua pelle e sorprendersi ogni volta della possibilità di allungare una mano per toccarlo, un gesto che tante volte aveva represso nelle loro lunghe giornate insieme e che adesso le veniva così naturale. Voleva continuare a trascorre il tempo in un silenzio pieno di parole, ma mai imbarazzato, sentire le sue labbra sulla sua tempia e vederlo aiutarla a raccogliere la lunga gonna, prima di rientrare a casa, a notte fonda.

   
 
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