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Autore: Storytime_Love    26/02/2020    0 recensioni
In teroria doveva essere un one-shot ma poi si sa... Seguendo la trama del telefilm, cosa succederebbe se Jace e Izzy fossero fratelli di sangue mentre lo Shadowhunter adottato è... Magnus Bane Lightwood? Come si comporterebbe verso il Sommo Stregone di Brooklyn, Alexander Ruin?
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Magnus guardò Jace e sospirò: “Che occhi, muschio e nocciola, e la mascella... Amorino, mi sa che ho trovato qualcuno di più affascinante di te”.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Alec Lightwood, Jace Wayland, Magnus Bane
Note: AU, Lime, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Magic and Runes - 2


L'incontro successivo fu meno tranquillo: Luke, il quasi-patrigno di Clary nonché lupo mannaro, aveva combattuto contro l'alpha del branco. Aveva vinto ma la ferita provocatagli dall'altro era avvelenata e l'uomo rischiava la vita.
“Abbiamo bisogno di uno stregone,” dichiarò Magnus mentre Jace confortava la ragazza in lacrime. “Serve il migliore, portiamolo da Alexander”.

“Sospetto che Mag abbia qualche secondo fine,” disse Isabelle, “ma ha ragione. Il Sommo Stregone saprà cosa fare. Io e Jace dobbiamo cercare Valentine, voi andate da Alec”.

“Ti prego, devi aiutarlo” lo supplicò Clary.
“Conosco Lucian da anni, era molto amico di tua madre. Non ti preoccupare, farò il possibile”.
Alec prese un grosso tomo polveroso dalla libreria e cominciò a sfogliarlo. La rossa, inginocchiata accanto al divano, cercava di confortare Luke.
“Serve una mano?” chiese Magnus allo stregone.
“No, grazie, trovato”. La pozione era complessa e mancava un ingrediente. Si voltò verso gli Shadowhunter: “Servono scaglie di Comodo, ho scritto dove potete trovarle ma abbiamo poco tempo. Il veleno sta penetrando sempre più in profondità. Io cerco di stabilizzarlo, Clary mi serve che resti qui per preparare la pozione”.
“Sto io con te” disse Magnus.
“Non è il momento dei tuoi flirt, Lucian sta morendo!” scattò Alec.
“No, Mag ha ragione” intervenne Clary, “In cucina è un dio, se si tratta di ricette penso sia il più adatto”.
Magnus si esibì in un inchino elaborato.
“Va bene, fate come volete ma muovetevi,” disse Alec spostandosi verso Lucian che aveva cominciato a gemere. Mentre la ragazza usciva di corsa lo stregone posò le mani sopra la ferita e magia celeste prese a fluirgli dalle dita.
“Magnus, il libro sul tavolo, leggi cosa dice. Ho già preparato il mortaio con le erbe, mi raccomando, il pestello va girato contro le pareti, non picchiato”.
“So fare il pesto, non ti preoccupare. Tu pensa a Luke”.
Quasi un'ora dopo la pozione era pronta, mancavano solo le scaglie di Comodo. Magnus si avvicinò ad Alec, lo stregone sembrava stravolto, si era accasciato contro il divano e il flusso di magia era diminuito di molto. Luke stava soffrendo visibilmente, la respirazione era più affannata, il battito irregolare.
“Non ce la faccio... mi spiace, non posso reggere per molto” sussurrò Alec.
Magnus lo guardava impotente: “Dannazione, dimmi cosa posso fare, ci sarà qualcosa!”
“Avrei bisogno di... niente, lascia stare”.
“Di cosa? Alexander non farti pregare, di cosa hai bisogno?”
Alec sospirò: “Forza, avrei bisogno della tua forza”.
“E allora prendila. Cosa aspetti?” disse tendendogli la mano.
L'uomo lo guardò esterrefatto. Mai uno Shadowhunter aveva diviso la sua energia vitale con un nascosto. Aveva avuto ragione a ritenere che Magnus fosse diverso. Gli prese la mano e vide il giovane sussultare mentre sentiva l'energia defluire.
Magnus lo guardò negli occhi sorridendo: “Coraggio, fai quello che devi”.
Alec annuì e, tirandosi in ginocchio, aumentò il flusso di magia.
Pochi momenti dopo Clary entrò di corsa: “Eccole, le ho prese”.
“Sminuzzale e aggiungile alla pozione, poi mescola e fagliela bere. Svelta”.
Alec e Magnus continuarono a riversare la loro forza vitale nel mannaro finché Clary non portò la pozione, poi, ne giro di pochi secondi, il respiro di Luke si stabilizzò e l'uomo smise di agonizzare.
“Adesso ha solo bisogno di riposo,” disse Alec. “lasciatelo qui, dormirà per circa ventiquattr'ore e domani starà bene”.

Dopo aver spostato il ferito sul letto Alec si lasciò cadere sul divano.
“Ti va un drink?”

Lo stregone balzò a sedere. Magnus era in piedi accanto al mobile bar. Anche dopo quella giornata massacrante il ragazzo era bellissimo, in qualche modo il trucco era perfetto e non aveva un capello fuori posto.
“Che ci fai tu qui? Credevo foste andati via tutti”.
“Ho pensato che magari potesse servirti una mano. Sai, a sistemare, quelle cose lì”.
Alec era senza parole e lo Shadowhunter ne approfittò: “Cosa preferisci, Gin o Vodka?”
Gli stava davvero offrendo un drink a casa sua? Era senza vergogna. Ma in fondo gli faceva piacere non essere solo: “Gin, grazie”.
Il ragazzo lo stava fissando con un sorrisetto indecifrabile.
“Sul serio, come mai sei qui?” lo apostrofò lo stregone.
“Lo sai”
“No, non lo so”.
Magnus si avvicinò al divano. “Devo dirtelo davvero? Va bene...” Nonostante l'atteggiamento impudente il ragazzo era in imbarazzo, si passò una mano lungo un fianco. “Volevo stare ancora un po' con te”.
Alec era incredulo: certo Magnus aveva flirtato con lui, ma era il suo modo di fare, faceva così con tutti. O no?
“Perché?” ripeté piano.
“Te l'ho detto, sei speciale. Inoltre qualcuno mi ha fatto notare che formiamo un'ottima squadra. E, se posso, aggiungerei che sei molto, molto bello”.
Alexander arrossì. Non era vero e lui lo sapeva bene, lo sapeva da quasi quattrocento anni. “Credo tu debba andare”.
“Sarebbe scortese cacciarmi così. Non ho finito il mio drink...”

Il nephilim sapeva essere affascinante, forse anni prima Alec avrebbe cercato di conoscerlo meglio. Anzi no, una volta non gli avrebbe nemmeno aperto la porta. I figli degli angeli si sono sempre sentiti superiori ai nascosti, li trattano come feccia, come esseri privi di importanza. Uno dei suoi compiti come Sommo Stregone era sempre stato quello di proteggere la sua specie dalle macchinazioni e dai soprusi degli Shadowhunter. Eppure questo ragazzo era diverso, l'aveva guardato negli occhi, da pari a pari, non come se lui fosse solo una risorsa da sfruttare, gli aveva persino donato la sua energia per aiutare un mannaro. Ma per quanto Magnus fosse interessante, Alec non poteva permettersi di abbassare le sue barriere. Doveva mandarlo via, adesso.

Mentre lo stregone metteva ordine nei suoi pensieri Magnus si era spostato verso il giradischi nell'angolo.
“Vinili! Splendido, posso mettere su qualcosa?” Senza attendere una risposta si era abbassato e aveva cominciato a sfogliare i dischi dello stregone. “Tutta musica classica... avrei dovuto immaginarlo. Ti va Tchaikovsky?”

“Conosci Tchaikovsky?”
“Mio caro, amo tutta la musica. Ogni genere ha i suoi punti di forza, quella delle discoteche è perfetta per scatenarsi ma quanto a messaggi lascia a desiderare, i balli latino americani sono molto più avvolgenti, sensuali,” disse accentuando l'ultima parola. “poi adoro le sound-track dei film anni ottanta, perfette per una serata accoccolati sul divano. La musica classica è la più complessa, la più elegante, ricca di virtuosismi e sfumature. La più simile a te”.
Mentre risuonavano le prime note il ragazzo gli tese la mano: “Mi concede questa danza?”
Alec scosse la testa e rispose laconico: “No grazie, non ballo”. Una volta gli piaceva, aveva amato danzare con Carl, ma ora il ricordo lo faceva solo star male.
Magnus non si lasciò scoraggiare, prese un cuscino dal divano e, tenendolo fra le mani, si mise a volteggiare per il salotto sulle note del Valzer dei Fiori.
Era assurdo, divertente, sicuro di sé e dannatamente aggraziato. Alec scoprì che faceva molta fatica a non sorridere.
Quando finì la musica il giovane si lasciò cadere sul divano accanto allo stregone: “Allora, che non balli lo so, e anche che non sei un festaiolo. Quindi, cosa fa un potente stregone per passare il tempo?”
Suo malgrado Alexander si trovò a rispondere, gli parlò del suo lavoro, dei clienti in cerca di pozioni e incantesimi, dei suoi obblighi verso i nascosti di New York e anche della sua passione per i viaggi. “... sai, musei, templi, chiese. Vedere l'evolversi dell'architettura, esplorare i nuovi movimenti artistici, paragonarli alle correnti classiche. Poi conoscere paesi diversi, culture differenti, nature incontaminate... Ma suppongo che possa sembrarti noioso”.
“Noioso? Come potrebbe? Avere tutto il mondo sulla punta delle dita, poter vedere i mille contrasti del Giappone, godersi il tramonto sulla Valle dei Templi, assistere alle sfilate di Milano e Parigi... Credo che non me ne stancherei mai”.
Parlarono per ore, Magnus scherzava e flirtava senza ritegno, la musica in sottofondo sembrava cullarli, piano piano le pause si fecero sempre più lunghe. Alec ci mise un po' ad accorgersi che il nephilim si era addormentato. Gli spiaceva svegliarlo, era così innocente nel sonno, così... indifeso. Si prese qualche minuto per osservare quei lineamenti perfetti, gli occhi allungati, le ciglia folte e scure, la pelle liscia, il pizzo appena accennato che rendeva ancora più virile la mascella forte...

Quando si svegliò era mattina. Dannazione, lo Shadowhunter era ancora lì, addormentato sul suo divano. E per fortuna si era ripromesso di mandarlo via subito.
La notte di riposo aveva ripristinato la sua magia, con un rapido movimento delle mani diede una pulita in giro. C'erano macchie di sangue ovunque. Dannazione! Si era completamente scordato di Lucian. L'ultima cosa che voleva era che il lupo mannaro scoprisse che un nephilim aveva passato la notte a casa sua. Per fortuna la pozione stava funzionando a dovere: nonostante la straordinaria capacità di recupero, l'uomo avrebbe dormito ancora per almeno cinque o sei ore.
Dopo una doccia veloce e un cambio d'abiti – camicia button-down nera e jeans grigi – fece apparire la colazione.

Il profumo di caffè svegliò Magnus che allungò le braccia, sbadigliò e aprì gli occhi. Appena vide Alexander saltò in piedi e lanciò un'occhiata al grande specchio sopra il tavolino. “Non mi guardare! Bagno, mi serve un bagno...” disse prendendo la giacca posata in una angolo e sbattendosi la porta alle spalle. Riapparve mezz'ora dopo, fresco di doccia, capelli perfettamente acconciati, trucco rifatto e... camicia pulita.
“Allora, che te ne pare? Sono presentabile?”
Sesso, sesso puro. “Direi che vai bene”.
“Ho usato il tuo spazzolino, spero non ti spiaccia, zuccherino. Ma davvero non hai gel per capelli? Per fortuna ho sempre dietro un kit per le emergenze. Ah, anche la camicia è tua...”
Il suo spazzolino? Aveva aperto gli armadi? Zuccherino!?
Alexander era abituato a comportamenti formali e distaccati: i suoi poteri non indifferenti, l'esperienza centenaria, il ruolo di sommo stregone e il contegno diciamo un po' austero, tendevano a ispirare rispetto e soggezione nel prossimo. Il modo di fare di Magnus lo spiazzava completamente, si comportava come se si conoscessero da sempre, come se il suo essere lì fosse normale. Gli Shadowhunter pensavano che tutto gli fosse permesso, tutto gli fosse dovuto, ma Magnus si atteggiava in modo così sfacciato da essere ammaliante. E la serata precedente era stata veramente... piacevole.

“Grazie della splendida ospitalità” disse Magnus. “Mi spiace ma adesso devo proprio andare”
“Sì, è meglio”.

“Jace mi farà passare le pene dell'inferno”.
“Perché hai passato la notte a casa di un nascosto?” il tono di Alec si era fatto più greve.
Magnus rise: “No sciocco, tu sei favoloso. E' che vorrà vendicarsi di tutte le battutine che gli ho fatto da quando è arrivata Clary”.
Alec scosse la testa: “Non ti capisco”.
“E' parte del mio fascino misterioso,” rise lo Shadowhunter. “Ci vediamo stasera?”
Lo stregone annuì: “Andiamo a mangiare qualcosa?” Aveva deciso di chiudere con questo nephilim. Era troppo pericoloso allora perché, perché lo aveva detto?
“Wow, un vero primo appuntamento. Non vedo l'ora” disse Magnus posandogli un bacio sulla guancia prima di uscire dalla porta.
Scese le scale fischiettando, la vita era bella, Alexander era stupendo, e stasera, stasera sarebbe stata magica.

   
 
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