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Autore: Cora_Blackwood    26/02/2020    0 recensioni
In un mondo devastato dalla guerra, uno dei figli del dittatore Joe, Max si è innamorato di una dei leader della resistenza che lotta per avere la libertà. Il giovane soldato è pronto a voltare le spalle alla sua famiglia e a sacrificarsi per la libertà e soprattutto per amore della ribelle. Ma un matrimonio inaspettato causerà l'inizio di uno scontro, la fine per molti.
Genere: Avventura, Azione, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- A tutto gas Max!
Urlò al microfono Yanez.
C'era una strana complicità fra loro due, tuttavia Max non avrebbe dimenticato le loro divergenze.
Un brivido di puro divertimento corse lungo la schiena scheletrica del ragazzo, spontaneamente sorrise.
- Facciamogli mangiare la polvere.
Si calò sugli occhi degli occhialini e alzò i finestrini. Si gettarono nell'occhio del ciclone.
Max non vedeva più il cofano del camion, la sabbia sbatteva con violenza contro il vetro spesso. Guardò dal finestrino ma non vedeva nè Peter nè Yanez; dallo specchietto retrovisore non vedeva i quattro camion che gli coprivano le spalle. In lontananza però sentiva degli spari; dal microfono il suono usciva disturbato.
- Max.
Prese l'altoparlante fra le dita e lo avvicinò all' orecchio. Nuovamente il suono era disturbato.
- Proseguiamo.
La voce gli parve quella di Deva, cominciava a preoccuparsi, non gli piaceva quella linea interrotta.
- Nulla, okay?
- Deva? Mi senti?
- Non li vedo, ma accelera.
- Okay.
Posò lo strumento di comunicazione ed agganciò la sesta, spingendo senza sosta il pedale dell'acceleratore.
Il vento sembrava diventare sempre più forte man mano che andavano avanti; pregò che non perdessero nessun camion di scorta: per tutti i ribelli che vi erano nascosti e soprattutto per la protezione che  fornivano loro.

Intanto i figli della guerra erano stupiti dalla manovra dei ribelli. Una mossa tanto azzardata e folle, solo dei pazzi avrebbero virato sulla tempesta che infuriava.
- Avresti dovuto ucciderla quando potevi, idiota.
Aronne spinse l'acceleratore.
- Stiamo perdendo alcuni uomini Aronne!
- Calmati Logan, papà sa cosa fare!
- Bastardo traditore infame.
Logan continuò ad imprecare contro Max sbattendo i palmi sul cruscotto, fu guardato da Aronne con astio.
- Afferra quella ricetrasmittente e renditi utile, stupido.
Logan l'afferrò in attesa di un messaggio da parte del padre.
- Rivoglio indietro il carico
Il suono uscì più graffiato che chiaro, ma in ogni modo comprensibile.
- Uccidete la ragazza e tutti quelli che non si piegano al mio volere.
Il cuore di Aronne prese a battere velocemente, non aveva ancora siglato il destino di suo fratello. D'un tratto una fitta acuta allo stomaco gli fece provare un senso di colpa, un nodo in gola gli crebbe senza permettergli di deglutire e gli occhi gli bruciarono.
- E Max?
Disse avvicinandosi alla ricetrasmittente.
- A lui ci penserò io stesso. Non toccate Ester.
A quella prima frase Aronne sentì un'altra stretta allo stomaco che gli fece venire la nausea, si sentiva bruciare l'esofago, la trachea e lo stomaco. Max lo avrebbe avuto sulla coscienza fino al giorno della sua morte.
- Fermiamoci, avremo tempo per raggiungerli. Sciupiamo carburante, non andranno lontano loro.
Parlò il dittatore d'Irem, la voce era impassibile e Aronne si forzò a sottostare agli ordini del padre, del suo dittatore.
Sapeva che aspettare la fine della tormenta violenta non li avrebbe aiutati, anzi avrebbe agevolato proprio il fratello.
- Gli taglieremo la strada nelle gole di Alcàn, lí li sorprenderemo e faremo una strage. Metteremo al proprio posto quei ribelli. Ricordate solo che Max dovete lasciarlo a me.

- Max!
Esclamò Deva dal microfono, lo teneva saldo; qualcosa non la convinceva, non c'era piú nessuno e aveva sprecato un colpo.
- Deva.
Max aspettò che dicesse un'altra parola: sentì nella sua voce che c'era qualcosa che non la convinceva.
- Non ci sono piú.
La ragazza era perplessa, contrasse le labbra e si accigliò; li aveva avuti sotto gli occhi pochi minuti prima, sparava loro addosso e quando arrivò quella raffica di sabbia, erano spariti nel nulla.
Max storse le labbra, forse aveva capito quello che era successo; prese il microfono e prima di parlare rimase un po' a guardare la sabbia che sbatteva contro il vetro del carico. Cosa era effettivamente successo a quei fuori strada che li stavano seguendo?
- Yanez, Peter proseguiamo. Ci portiamo fuori dalla tempesta, poi raggiungeremo un oasi poco distante da qui.
Spinse sull'acceleratore e con occhiate furtive che lanciava alla ragazza seduta accanto, guidò i ribelli fuori dalla tormenta di sabbia.
- Vuoi andare nell'oasi? La tempesta ti ha dato alla testa Max?
- Max... Ne sei sicuro?
Immaginava il viso di Deva sconcertato, le labbra piegate in una smorfia.
Anche per lui dirigersi verso l'oasi era una cosa da matti, ma era l'unico posto in cui potersi fermare e sfuggire a un'ipotetica trappola dei figli della guerra.
- Max hanno qualcosa di losco in mente, hai un'idea di quello che possano tramare?
Il ragazzo scosse la testa frustrato, aveva le sopracciglia aggrottate; nulla era certo, non aveva prove, non aveva mai sentito i suoi piani, niente era quello che aveva per esserne sicuro. Ester lo trovò carino, e le sue guance si tinsero di rosso.
- No Peter, ma temo che lo scopriremo presto.
Strinse il volante della vettura con rabbia e sdegno.
  "Perché si sono fermati realmente?"
- Ah! Max, tuo padre era in mezzo a loro.
Le labbra di Yanez erano piegate in un sorriso gelido e arrogante.
Doveva immaginarlo, se non avrebbe portato lui in salvo Deva, lo avrebbe fatto egli stesso e avrebbe lasciato Max come vittima sacrificale.

   
 
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