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Autore: ATeufel    26/02/2020    1 recensioni
Stavi lí.
Seduta sul mio letto a guardare il panorama dalla finestra.
È stata la prima cosa che mi ha colpito di questa casa. E piace anche a te.
Hai una treccia scomposta che si abbandona sulla tua spalla. Vorrei farlo anche io.
È così surreale averti qui...
Ho portato altre persone in questa camera , in questa casa, uomini ovviamente, e mi sono sempre sentita perfettamente padrona della situazione, di me stessa. Ma con te... È diverso.
Il tuo odore riempie l'aria.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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“No per la settordicesima volta non ti dirò dove andiamo”
“ma che vestiti devo portare allora?”
“non portarli”
scoppi a ridere. Io invece arrossisco.
“adesso ti decidi a mettere due cose in questa valigia così partiamo, dai Laura sono solo due giorni”
E’ venerdì sera. Ho preparato una piccola sorpresa per Laura. In realtà è una cavolata, due giorni alle terme, qui vicino  Roma. Due giorni, due notti. Ecco questo è quello che mi crea più ansia? Forse.
Laura ovviamente non sa niente, le ho solo chiesto un’ora fa di preparare un mini bagaglio, ma siamo ancora qui a guardare un trolley vuoto. Dopo un’altra mezz’oretta finalmente è pronta a partire.
“il costume serve?”
“davvero me lo stai chiedendo?”
“perché?”
“perché è l’unica cosa che dovevi mettere in valigia, te l’ho detto un’ora fa”
alzo gli occhi al cielo, povera me e quando ho deciso che dovevano piacermi le donne. Laura sghignazza, poi si avvicina a me, mi stampa un bacio all’improvviso. La sensazione delle sue labbra sulle mie. Non lo so che mi succede, ma quando lei mi bacia io non capisco più niente, sento solo il suo tocco. La sua lingua.
“mi farò perdonare” mi dice allontanandosi un pochino dal mio volto, e accompagna la frase con un occhiolino. Ecco io adesso non è che voglio sembrare una pazza, ma questa ragazza mi provoca, pesantemente, quindi se non la smette subito penso che annullo la prenotazione e la chiudo in questa casa. Con me.
Lei non è dello stesso parere perché è arrivata già alla porta di ingresso, e fa segno con il dito sull’orologio. Va a finire che adesso sono io quella che è in ritardo.
“se tu guidi, allora la musica la scelgo io” mi dice, una volta salita in macchina, in realtà la macchina è la sua, ma dato che la destinazione la conosco io, guiderò io.
Parte una canzone inglese che non conosco minimante, però il ritmo mi piace. Siamo così diverse anche sulla musica che ascoltiamo. Io ascolto solo musica italiana, lei per niente.
Laura mi racconta della sua giornata al lavoro, non le ho ancora detto che ho parlato a Giorgia di lei.
“Ho visto Giorgia un po' di gironi fa”
“la tua amica?”
“si, e le ho parlato di te”
“scusaaaaa?”
“le ho raccontato tutto”
“oddio come l’ha presa?”
“apparte qualche insulto per non averglielo detto prima abbastanza bene, ha anche fatto un fischio di apprezzamento quando le ho fatto vedere la tua foto”
Laura arrossisce un po', io la guardo con la coda dell’occhio.
Vorrei solo una cosa da questi due giorni, non avere pensieri negativi che mi accompagnano. Sentire la sua vicinanza, assaporare il suo contatto. Lasciare per un po' la mia irrequietezza qui a Roma, lontano da me, lontano da noi. Non avere paura di provare. Di sentire. Raccontare a Laura un po' di più di me, della mia famiglia, quello che non riesco mai a fare. Ho sempre costruito muri, intorno a me, lontano dalle persone. Non ho molti amici. Se devo scegliere preferisco stare da sola, a casa, leggere un libro. Da quando c’è Laura invece vorrei trascorrere tutto il tempo possibile con lei. E questo mi fa una paura fottuta. Una paura fottuta di sentire per questa ragazza qualcosa che non mi ha mai sfiorato. Non si tratta di attrazione, non è solo quello. Laura intanto si è addormentata. Lo sento dal respiro. Io mi sono persa nei meandri dei miei pensieri. Come al solito…


Quando arriviamo all’hotel è quasi il tramonto. Sveglio Laura che ci mette qualche secondo a capire chi è, dove si trova, chi sono io, poi le vedo spalancare gli occhi
“Terme??????”
“Yes” mi abbraccia
“mi piacciono le terme”
“non avevo dubbi” ti dico sorridendo
Più che altro ho sperato le piacessero, per quanto mi riguarda non è che proprio mi fanno impazzire, però mica le sdegno. Poi insieme a lei.
Prendiamo le valigie ed entriamo nell’hotel, mi avvicino alla reception per fare le operazioni di check-in. L’hotel si trova anche sul mare, l’ho scelto per questo.
La nostra camera è bella, ha dei colori tenui, un letto matrimoniale enorme, che continuo a guardare. Ci sono le tende tirate alle finestre, Laura sposta un lembo e restiamo a bocca spalancata. Una distesa azzurra, placida, calma, si dirama davanti ai nostri occhi. Un colore rosso accesso crea un enorme contrasto con l’azzurro dell’acqua. È spettacolare.
Laura si gira verso di me, mi tende la mano, mi tira a sè, mi abbraccia, sussurrandomi un grazie all’orecchio, prima di darmi un bacio delicato, leggero. A fior di labbra. Ecco fosse per me non uscirei da questa camera, se non fra due giorni quando sarà il momento di andare via, ma il mio stomaco non è dello stesso parere perché inizia a brontolare. Laura ride
“è ora di cena?”
“ho una fame”
“l’ho sentito”
“doccia veloce e pizza?” le propongo
annuisce
“però la doccia la faccio da sola” mi dice con un ghigno. Io metto il broncio.
“no no mia cara, non attacca” prende le sue cose e si chiude in bagno
“sei una perfida persona” le urlo  dietro la porta
“sto iniziando a togliermi i vestiti”
“gne gne”
Questa ragazza mi provoca, mi farà diventare pazza.
Sento il rumore dell’acqua della doccia, mi avvicino alla finestra ed osservo il mare. Vorrei imparare a nuotare, il mare mi mette una calma addosso.
Quando Laura esce dal bagno indossa un paio di jeans molto stretti, che le fasciano le gambe ed ovviamente il suobellissimoculo in maniera esemplare.
Mi avvicino per darle un bacio, ed anche una palpatina, visto che ne ho tutto il diritto dato che mi ha provocato.
“che stai facendo?”
“mi vendico, dato che non l’ho potuto vedere, almeno posso toccarlo”
Lei scoppia a ridere.
“dai su su doccia che ho fame anche io”
“agli ordini”


Mezz’oretta dopo stiamo uscendo dall’hotel per andare in una pizzeria, su suggerimento della receptionist a cui secondo me piace Laura.  Non vorrei sbagliarmi ma le ha guardato il sedere, infatti glielo dico
“secondo me ti ha guardato il sedere”
“ma chi?”
“quella in reception”
“ma che dici, quello lo fai tu”
“invece si e comunque mica ti guardo sempre il sedere”
“quasi sempre, che pensi che non me ne sia accorta?”
beccata
“ e poi sei gelosa?”
“chi io? no no”
“ mi sembrava”
ti vedo che stai sghignazzando. Te la stai proprio ridendo alle mie spalle.
Forse è uno dei miei più grandi difetti, la gelosia, ne sono consapevole. Non sono brava a sentirmi a mio agio con questo sentimento. Forse perché non sono una persona che si fida molto. Non lo so. Però è vero, di Laura sono molto gelosa.
Nonostante il suggerimento sia venuto dalla receptionist che ha guardato il bellissimoculo di Laura, la pizza è molto buona.
Laura stasera è più eloquente del solito, mi sta raccontando della sua famiglia. Ha un fratello che vive con i suoi, più grande. Io come al solito ascolto. Lei mi dice che non le racconto mai niente di me. è vero. Sono fatta così. Sono sbagliata? Ha una particolarità nel raccontare le cose, sto lì le ore ad ascoltarla. Come un ebete. A cui piace una gran gnocca. Questo possiamo dirlo. Laura è una gran gnocca. Durante la cena ogni tanto le prendo la mano, non sono brava con le manifestazioni pubbliche, aggiungici pure che siamo due donne e la difficoltà è diventata due punto zero.
“adesso ci vuole un bel tiramisù” le dico
“mmmm oddio non so se ce la faccio”
“diviso due?”
“ci sto”
Forse ho fatto un maledetto errore ad ordinare il dolce, perché non so se lei lo stia facendo appositamente, o se sono io che ormai vedo tutto come una provocazione perché i miei ormoni sono a palla, però la signorina qui di fronte sta leccando il suo cucchiaino, che poi sarebbe condiviso in realtà, e mi sta fissando. Si che mi sta fissando.
“Laura” le dico tra i denti ”smettila”
“di fare?”
“Laura”
Lei continua imperterrita, si si, a leccare quel maledetto cucchiaino.
“la smetti o devo portarti in camera?”
“la seconda”
oh porca puttana. Questa ragazza mi farà impazzire. Uscire di senno. Non ragiono più, sto solo pensando al momento in cui le toglierò quel maledetto jeans. Che situazione. In circa tre secondi paghiamo il conto e siamo in macchina. Sono consapevole che se la sfiorassi solamente potrei esplodere, letteralmente. Anche lei è silenziosa, forse non sono la sola a cui questa maledetta tensione sessuale fa quasi male. Devo averla. Devo sentirla. Non ne posso più fare a meno.
Lascio la macchina nel parcheggio dell’hotel, con la coda dell’occhio guardo in reception, non mi sembra ci sia nessuno, meglio così. Solo quando siamo in ascensore mi permetto il lusso di guardarla. Anche lei lo fa. Ed è proprio questa la mia fine. Mi avvento sulle sue labbra. È un bacio rabbioso. Sono arrabbiata perché mi fa provare queste sensazioni. E lo so benissimo che non si tratta solo di attrazione sessuale. Ed è questa la gravità.

 
  
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