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Autore: lmpaoli94    27/02/2020    0 recensioni
Sybil Crawley, fuggita da Downton Abbey per inseguire il sogno di diventare una scrittrice di grande successo, arriva nella vicina Irlanda grazie all’aiuto di alcuni agganci sconosciuti della sua famiglia.
A Dublino, nella capitale irlandese, conosce un gruppo di amici letterari che l’aiuteranno a scoprire il vero significato della vita e i valori letterari di cui gli abitanti del posto ne andavano fieri.
Ma cosa sarebbe successo se qualcuno avesse scoperto che Sybil proveniva da una ricca famiglia inglese?
Chi l’avrebbe potuta proteggere?
Non vi resta altro che scoprirlo in questa storia dove i segreti verranno mischiati all’amore.
Buona lettura.
Genere: Avventura, Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Mary Crawley, Sybil Crawley-Branson, Tom Branson
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Dal primo momento che Sybil e Tom si erano incontrati, tra i due era subito nata un’amicizia che sarebbe potuta sfociare in qualcosa di veramente importante.
< E ditemi Signor Branson, di quali tipi di interviste vi piacerebbe fare? >
< Su ogni genere. Mi interesso soprattutto alle idee indipendentiste, ma sono anche molto appassionato di cronaca nera. >
< Vi piace intervistare assassini o presunti tali? >
< Precisamente. >
< Dev’essere molto emozionante > rispose Sybil euforica.
< Non mi posso lamentare… Il mio lavoro mi piace molto. Ma la cosa che desidererei più di qualsiasi altra cosa è vedere il mio paese finalmente indipendente. >
“Signor Branson, se le potesse sapere chi sono io…”
< Sempre a parlare voi due? > domandò Mary con tono serio e puntiglioso < Attenti a non farvi sentire da un altro ufficiale, altrimenti finirete nei guai. >
< Per oggi siamo finiti nei guai abbastanza > ribatté piccata la ragazza < E di sicuro non per colpa mia. >
< Non è colpa mia se quell’uomo è stato tanto sgarbato con me… Per fortuna che il suo schiaffo non è stato potente, altrimenti l’avrei ucciso con la mia arma. >
< Che cosa? Voi avete un’arma? >
Sentendo quelle parole, Sybil la squadrò talmente male da incenerirla con lo sguardo.
< No. Stavo solo scherzando > rispose Mary smorzando un sorriso < Ma di sicuro mi sarei potuta vendicare in qualche modo. >
< Ah, capisco… Non è consigliabile andare in giro con un’arma appresso. Soprattutto per una signorina come voi. >
< Certe volte mi sento molto un maschiaccio. >
< Concordo pienamente > rispose Sybil ritrovando il sorriso.
< Grazie per la comprensione, tesoro. >
< Devo dire che se discutete molto tra di voi, siete molto legate. >
< E’ grazie a Mary se io oggi posso essere qui a Dublino. >
< Da dove venite se posso chiedere? >
“Ecco. Sapevo che prima o poi me l’avrebbe chiesto.”
Ma la giovane Sybil decise di non rispondere subito, spostando il suo sguardo verso la sua amica.
< C’è forse qualcosa che non va’, Sybil? >
< Oh, no… E’ solo che pensare alla mia casa mi rattrista molto. Sono nata nelle vie più malsane di Belfast. E voi sapete bene com’è la situazione in quella città. >
< Ne sono consapevole… Quindi non avete avuto un’infanzia molto felice. >
< Purtroppo no. Ma non posso lamentarmi… Mi sento libera di fare quello che voglio, anche se mi trovo in una terra in cui i conflitti sono all’ordine del giorno. >
< Il segreto è non pensarci > fece Mary entrando nella loro conversazione.
< Siete una donna molto coraggiosa, Lady Sybil. Ed è per questo che mi piacete molto. >
< In che senso, scusate? >
< Come amica… Vi prego di non pensare male. Anche se non sono un gentiluomo, non vorrei aver detto qualcosa di sbagliato. >
< Assolutamente no. Non vi preoccupate. >
< Eppure la vostra intimità è molto discutibile… Davvero non devo pensare male? >
< Vedi di farci strada, Mary. E lascia la nostra conversazione. >
< Scusami. Eppure ci diciamo sempre tutto io e te. >
“Sì, ma non ora sciocca che non sei altro.”
< E’ molto lontana la vostra “redazione”? >
< No. È quell’edificio dall’altra parte della strada. >
< Esatto. Finalmente siamo arrivati. >
nel mentre i tre giovani ragazzi attraversarono la strada in una Dublino molto trafficata, Tom non si sentiva a suo agio in quella via.
< Signor Branson, va tutto bene? >
< In verità no > rispose l’uomo rabbuiandosi immediatamente < In questa via ho perso il mio migliore amico nonché mio grande compagno di studi. >
< Davvero? E quand’è successo? >
< Tre anni fa’… Era un giorno come tanti e il sole splendeva in alto… Ma io e il mio compagno non potevamo mai immaginare che le truppe inglesi avessero nascosto una moltitudine di bombe in questa via uccidendo decine e decine di persone. >
< E’ davvero terribile > replicò Mary dispiaciuta
< Da quel giorno mi sono ripromesso che avrei cacciato fino all’ultimo inglese da questa terra… E’ solo questione di tempo. >
< Crede davvero che siano stati gli inglesi? >
< E chi sennò? Solo loro potevano fare una cosa tanto vile quanto meschina. >
< Avete forse qualche prova? >
< Ne ho forse bisogno? Nessun irlandese si sognerebbe mai di uccidere i suoi cittadini. >
< Questo è vero, però… >
< Da quel giorno l’astio di avere nelle nostre terre degli invasori molti ostili è cresciuto in maniera spropositata, rendendo la guerra civile in questo paese alquanto sanguinaria. >
< Non bisognerebbe risolvere la questione con la guerra. >
< Lady Sybil, se voi avete qualche idea, noi vi ascolteremo… In caso contrario è la guerra che ci sta tenendo uniti. I nostri invasori sono molto più forti è vero, ma non sono nel loro paese… >
< Se solo potessi fare qualcosa… >
< Certo che puoi, Sybil > li interruppe nuovamente Mary < Entrando nel nostro “covo segreto” ed esporre le tue idee alle nostre compagne. Ti ascolterebbero molto volentieri. >
< Anche il Signor Branson mi sta ascoltando. >
< Non l’hai ancora capito che rimanere qui in strada a parlare male degli inglesi ci rende molto vulnerabili? >
< La vostra amica ha ragione, Lady Sybil. Meglio entrare. >
Ma prima che potessero mettere piede nella redazione in cui Sybil e la sua amica Mary trascorrevano la maggior parte delle sue giornate, Tom intravide alcuni individui con la divisa inglese aggirarsi non molto lontano da lì.
< No ferme! È una trappola! >
Trascinandole via dalla redazione e gettandole in mezzo alla strada, una forte esplosione echeggiò in tutto il territorio distruggendo l’intero stabile e scatenando incendi in tutta la via.
Il caos si riversò immediatamente in quella zona maledetta per il povero Tom, tanto è vero che per non pensare al suo passato decise di provare a salvare le vite delle due donne.
< Dobbiamo andarcene da qui! Alla svelta! >
Con il timore che ci potessero essere altre bombe sparse in tutto il territorio, Tom pensò che l’unico modo per fuggire era rubare un’automobile e scappare il più lontano possibile.
< Signor Branson, ma che sta succedendo?! >
< Gli inglesi ci hanno attaccato ancora una volta, Mary… Questa via non è un luogo sicuro per nessuno. >
Rubando la prima aut che gli capitò a tiro, i tre ragazzi riuscirono a fuggire dal luogo dell’incidente e a rifugiarsi fuori città.
< Ditemi una cosa > fece Tm con tono grave < Vi non sapevate niente dell’attentato di tre anni fa’? >
< No… Le nostre amiche non ce ne avevano mai parlato > spiegò Mary.
< Forse perché pensavano che non c’era più niente da cui preoccuparsi. >
< E si sbagliavano… Quella via maledetta è una bomba ad orologeria che può esplodere quando meno te l’aspetti… Forse voi non lo sapevate, ma è in una di quelle vie che si nasconde l’IRA. >
< Come? Eravamo vicine ad un covi di rivoluzionari? >
< Gli estremisti nazionalisti si recavano molto spesso in questo luogo sempre ad inizio settimana… Infatti oggi è lunedì. >
< Adesso quale sarà la prossima vittima di quei carnefici? Le nostre chiese? >
< Dovete lasciare al più presto la Capitale. È troppo pericoloso per delle donne come voi. >
< Non sono d’accordo > fece Lady Sybil con tono risoluto < Non possiamo abbandonare il nostro paese proprio ora che sta soffrendo. >
< Che cosa pensate di fare? L’IRA non accetta le donne. Solo gli uomini devono combattere questa guerra. >
< Che razza di maschilismo! > fece Mary riluttante < Sybil ha ragione: noi due non ce ne staremo indisparte a guardare. Anche noi vogliamo combattere la nostra guerra. >
< Ma io veramente… >
< E soprattutto dobbiam ritrovare le nostre amiche > fece Sybil < Ho paura che possano essere rimaste coinvolte nell’esplosione. >
< Eppure nella nostra redazione non c’era anima viva… >
< Forse erano sul retro, Mary… Non possiamo saperlo. >
< Spero che siano riuscite a fuggire prima che sia troppo tardi. >
< Lo spero per loro. >
< Adesso però dove ci stiamo recando? >
< In un nascondiglio abbastanza al sicuro dagli occhi indiscreti degli inglesi… E’ un vecchio capannone che usavo con alcuni miei amici di vecchia data quando uscivamo da scuola. >
< Voi siete di questo posto, Signor Tom? >
< In verità, come Lady Sybil, anch’io sono nato a Belfast… Però non ho mai sentito parlare di voi. Strano. >
< Belfast è una città molto grande, Signor Branson > rispose Sybil nascondendo più che poteva le sue continue bugie.
< Lo so bene, però non ho mai sentito il vostro cognome… Crawley. Mi è nuovo. >
< La mia famiglia non è originaria di Belfast. I miei nonni sno venuti a stare in quella città più di cento anni fa’. >
< Davvero? E prima dove stavano? >
< Non ne ho la più pallida idea. Mio padre me lo raccontò quando ero molto piccola, ma io a stento stavo ad ascoltare. >
< Siete una bambina molto dispettosa se mancate di rispetto così a vostro padre > rispose Tom con tono divertito.
< Avevo ben altre cose per la testa. >
< Ad esempio? >
< Ad esempio giocare con le mie sorelle? >
< Che cosa ne pensa la vostra famiglia nel sapere che voi siete in una “grande polveriera”? >
< Non l’hanno presa bene… Però ho deciso di fare la mia vita e dopo la maggiore età, non potevano fermarmi. Ho sempre desiderato essere indipendente ed è quello che continuerò a fare. >
< Il vostro coraggio non ha eguali, Lady Sybil. >
< Vi ringrazio, Signor Branson. >
< Chiamatemi semplicemente Tom. >
< D’accordo… Tom > rispose la ragazza ritrovando immediatamente il sorriso mentre Mary li guardava in maniera truce
“Ho paura che la loro vicinanza potrebbe causare non pochi problemi… Sybil, spero che tu sappia in che guai ti stai cacciando.”
   
 
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