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Autore: Dan13la1995    27/02/2020    0 recensioni
Liam torna nella sua città natale dopo anni, quando sua madre decide di risposarsi. Il suo più grande shock è scoprire che il figlio del suo nuovo patrigno è lo stesso ragazzo che all'epoca della scuola elementare era solito bullizzarlo, rendendo la sua vita letteralmente un inferno...
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"Qualcuno potrebbe dire che non dovrebbe voler amare la persona che lo ha distrutto. Però lui vuole amare la persona che lo ha rimesso insieme. Lo vuole, davvero, ma non può."
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: AU, Lemon | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
Capitoli:
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19. Se potessi tornare indietro...

"Per quanto ancora vuoi stare lì a deprimerti?"

Liam non si voltò nemmeno verso Mason stavolta, era almeno una settimana che l'amico gli ripeteva la stessa identica domanda.

"Io non sono depresso" E Liam abbassando con uno sbuffo il cellulare che teneva alto sopra la testa mentre se ne stava sdraiato sul suo letto, gli diede la stessa risposta che gli dava da altrettanto tempo.

Mason roteò gli occhi sporgendosi in avanti sulla sedia girevole "Vedi, anche il Theo di quella foto che continui a fissare da una settimana tra poco roteerà gli occhi e uscirà dallo schermo per picchiarti"

Liam finalmente si voltò a guardarlo sconcertato. "Questo non ha senso"

"Tu non hai senso" Mason sospirò pesantemente. "Per quanto ancora continuerai a vivere nella negazione?"

Liam si tirò su a sedere e lanciò a Mason un'occhiata pungente. "Io non vivo nella negazione"

"Ah no?" chiese Mason alzando un sopracciglio con un tono scettico che avrebbe fatto saltare i nervi a chiunque.
Ma Liam era soltanto esausto ormai.
Così sospirò a sua volta. "Okay, mi piace Theo, è questo che vuoi che ti dica?" sbottò poi allargando le braccia e guardando Mason in un modo da 'sei contento adesso?' Si passò una mano tra i capelli "Dannazione, potrei addirittura dire che sono innamorato di lui, lo amo, voglio stare con lui, voglio baciarlo, e voglio-"

"Okay basta" Mason lo fermò alzando una mano
Liam lo guardò non impressionato "Stavo per dire che voglio abbracciarlo"

"I tuoi sogni raccontano un'altra storia" Mason gli sparò un ghigno, e Liam sbuffò tirandogli contro il suo cuscino ma ridendo a malincuore. Mason lo afferrò al volo, usandolo poi come appoggio per le braccia.

"Questo non è il punto comunque, io non vivo nella negazione" disse Liam con tono ovvio.

"Sì, se non è Theo quello a cui dici queste cose"

"Io- noi- abbiamo già parlato di questo, io non posso" balbettò lui improvvisamente a disagio. "Non è così facile"

"Sei tu che stai complicando una cosa semplice. Hai detto che perfino tua madre ti ha detto di fare quello che ti rende felice, ricordi?"

"Lei non sapeva di cosa stavo parlando. Se lo avesse saputo..."

"Ti avrebbe detto la stessa cosa, perchè ti vuole bene, e vuole che tu sia felice, perchè la conosco ed è la persona migliore del mondo, e tu dovresti saperlo meglio di chiunque altro" insistette Mason con calma

Liam si zittì, rimanendo immobile a guardare Mason incerto. Deglutì e finalmente sospirò ributtandosi indietro sul letto. "Non so cosa fare" piagnucolò, guardando il soffitto cercando una risposta che non era da nessuna parte.

"Non lo sai o hai solo paura di saperlo fin troppo bene?" Mason rincarò dolcemente.

O forse Liam aveva in qualche modo già la risposta.

Liam gli lanciò un'occhiataccia. "Ti odio quando hai ragione"

"Wow, quindi mi odi sempre"

"Già proprio così"

*

"Non ci posso credere" gemette Liam quando la Finch posò l'ultimo compito dell'anno sul suo banco, una vistosa D rossa che spiccava accanto al suo nome.

"Hai bisogno di recuperare questo voto, Liam, se speri di superare il corso quest'anno" gli disse lei guardandolo severamente. "Fermati in aula dopo la lezione così possiamo discutere sulle tue possibilità"
Liam seppellì il viso tra le braccia non appena lei si allontanò. Era quasi certo di essere fottuto ormai.

A quanto pare, le sue "possibilità" di superare il corso di Biologia risiedevano tutte in una stupida relazione che doveva consegnare entro una settimana sulla Genetica Mendeliana, e ormai era davvero sicuro di essere fottuto, perchè se il risultato era una D dopo otto mesi, non vedeva come le cose potessero cambiare in sette giorni. Sospirò afflitto mentre percorreva il corridoio, rassegnandosi all'idea di passare l'estate a frequentare lezioni supplementari della materia che gli piaceva di meno.

Avvistò Theo non appena girò l'angolo. Il ragazzo era talmente preso a tirar fuori velocemente libri dal suo armadietto che non lo notò finchè Liam non gli fu accanto e gli posò una mano sulla spalla. Theo saltò visibilmente e tutti i libri che teneva in mano gli caddero in terra rumorosamente.
"Merda" "Cazzo" imprecarono entrambi tra i denti mentre si chinavano contemporaneamente. "Cavolo, volevi uccidermi, Li?" sbuffò Theo, ammucchiando rapidamente i libri.

Liam lo guardò in colpa prendendone un paio "Scusa"

Theo lo guardò con un piccolo sorriso prendendo i libri che Liam gli stava porgendo esitante. "Stavo scherzando. Ero... solo distratto"
Liam sbuffò una risata "A me sembravi fin troppo concentrato"

"Già..." Theo roteò gli occhi "E' colpa del coach, ci sta addosso per la partita finale, e ci vuole in campo mezz'ora prima del solito." Guardò l'orologio "E io sono già in ritardo. Sto per essere assassinato" decretò.

"Questo non gioverebbe alle vostre possibilità di vittoria" gli fece notare Liam con un sorriso, mentre Theo tornava in piedi, infilando i libri nella borsa e ridendo.

Liam lo imitò. "Non ne sono sicuro, non mi sento molto in forma ultimamente, e la partita il giorno dopo il ballo non è esattamente la prima cosa che avrei chiesto"

"Merda, è questo finesettimana anche la partita?" Liam affiancò Theo mentre camminava a passo veloce verso gli spogliatoi.

"Già, è sabato"

Liam spostò lo sguardo avanti quasi trasognato "Non ci credo che è quasi finita" mormorò debolmente.

Theo lo guardò. "Sì, ce l'abbiamo fatta per un altro anno" concordò, ma c'era qualcosa di spento nel suo tono.

"Be' non tutti" Theo lo guardò improvvisamente perplesso. "Credo che verrò bocciato in biologia" Liam ammise con una smorfia
"Cosa?" esclamò Theo sconcertato.

Liam sospirò. "Ho preso una D al test finale"

"Co-? Perchè? Non sei mai andato così male. Che è successo?" chiese Theo, aggrottando le sopracciglia
Era vero. Non era mai stato una cima in Biologia, ma se l'era sempre cavata con delle C e qualche B. Be' forse il problema ora era che passava fin troppo tempo a pensare alla biologia di Theo piuttosto che concentrarsi sullo studio.

"Le cose sono diventate piu' complicate" mugugnò Liam in risposta. "E ora devo fare questa relazione infinita sulla Genetica di Mendel come se avessi qualche chance di migliorare il voto in una settimana" Liam roteò gli occhi.

"Potrei aiutarti io" Theo parlò prima di rendersene conto. Merda. Si morse il labbro fissando in attesa il ragazzo davanti a lui.

E Liam lo guardò con gli occhi grandi, pieni in qualche modo di speranza. "Davvero? Lo faresti?"
Nessuno avrebbe potuto resistere agli occhi di Liam, e Theo non aveva nemmeno voglia di provarci. "S-sì- be' se vuoi... io sono bravo in biologia" Theo fece, un sorrisetto compiaciuto che gli si formò sulle labbra.

"Quanto bravo?"
"Ho preso una A - al test finale"

Liam sbarrò gli occhi colpito "Dio, sei assunto" soffiò.
Il sorriso sulle labbra di Theo si allargò. "Significa che mi pagherai?" lo prese in giro

"Se mi aiuti con Biologia, ti offrirò la pizza ai peperoni più buona che tu abbia mai mangiato" promise Liam con enfasi

"Non è giusto, tu conosci il mio punto debole" Theo borbottò con finta indignazione.

Liam rise "Quindi, ci stai?"

Theo lo guardò per un solo istante prima di rispondere "Ci sto" Guardò di nuovo l'orologio. "Devo scappare ora, o non sarò piu' abbastanza vivo da aiutarti." Theo accellerò il passo, voltandosi e camminando all'indietro mentre continuava a guardare Liam. "Ti va bene se ci vediamo da me domani pomeriggio?"
Liam si fermò guardando Theo allontanarsi. "Sì, va bene" Il suo cuore batteva già veloce in antipazione. La situazione non migliorò quando Theo gli sparò un sorriso luminoso, voltandosi poi e correndo via.

Si posò una mano sul petto ascoltando il ritmo frenetico del suo cuore, chiedendosi se fosse biologicamente possibile sentirsi in quel modo per qualcuno che non gli apparteneva nemmeno.
 

*

Quando Theo rientrò a casa quella sera, la prima cosa che notò fu l'auto di suo padre nel vialetto. Aprì la porta di casa con la sua chiave, e inciampò quasi in uno degli scatoloni che incombravano l'ingresso. Deglutì. L'idea del trasferimento non gli era sembrata così tanto vera come in quegli ultimi giorni, quando sua madre aveva cominciato a impacchettare le cose non essenziali per spedirle a Boston. Mancavano solo due settimane alla partenza e lui non aveva ancora degnato sua madre di una risposta precisa. E a proposito di questo...

"Questo non era l'accordo!" Sentì la voce di suo padre gridare dalla cucina. "Ho accettato che lui venisse a stare da te con l'accordo che fosse temporaneo, e ora mi vieni a dire che vuoi portarlo con te dall'altra parte del paese?!"

"Non è che lo sto costringendo in alcun modo, Paul, ho semplicemente fatto un'offerta, e credo che Theo sia abbastanza adulto da prendere questa decisione da solo" rispose lei con tono apparentemente calmo
"Ha diciassette anni, non è abbastanza adulto, non puoi arrivare dal nulla e stravolgere la sua vita in questo modo! Ha tutto il tempo per pensare al college, e lo farà senza costrizioni di alcun tipo"

"Non lo sto forzando! Se c'è qualcuno qui che lo sta costringendo, sei soltanto tu... di nuovo!" La voce di sua madre si alzò di un ottava e Theo sentì chiaramente lo stridio della sedia mentre lei si alzava velocemente.

"Che diavolo vuoi dire? Non provare a riversare tutta la colpa di quello che è successo in passato su di me! La ragione principale per cui siamo qui ora, sei tu"
"Perchè torniamo sempre a parlare di questo? Stavamo parlando di Theo-" sbottò lei con un sospiro pesante
"Che diavolo sta succedendo qui?"

Theo entrò in cucina, lo sguardo che oscillava allarmato rapidamente tra i suoi genitori. Posò le chiavi sul bancone della cucina senza smettere di guardarli in attesa.

"Theo, tesoro, non sapevo fossi in casa" sospirò sua madre, l'ombra del senso di colpa poco celato nella sua voce.
Theo incrociò le braccia al petto. "Sono appena tornato" Si voltò poi verso suo padre che lo stava guardando con durezza. "Mi dispiace papà se non te ne ho parlato prima, ma non l'ho fatto perchè non ho ancora deciso, quindi non c'è motivo che litighiate per questo! E anche se lo avessi fatto, è una mia scelta!"
Paul fece un passo verso di lui, e Theo notò finalmente il suo volto corrucciato e lievemente sudato, la voce che tremava leggermente per il nervoso. "Io non capisco perchè lo stai addirittura prendendo in considerazione! Non ti è mai interessato andare in un college prestigioso, non eri nemmeno sicuro di volere andare al college! Perchè mai questo cambio improvviso? Non sei forse felice qui? O è per me? Non vuoi tornare a vivere con me?! Preferisci stare con tua madre ora?!"


Theo sbuffò rabbiosamente. "Questo non ha niente a che fare con voi, riguarda solo me! Sono così dannatamente stufo che ogni cosa che faccio finisce sempre per diventare una questione per tutti quanti! E' la mia vita, e forse non voglio piu' passarla qui, ci hai pensato?! Forse sono stufo di questa dannata città, e sono stufo di queste dannate persone! Forse non sono l'idiota che tutti credete che io sia, e voglio davvero andare al college! Forse voglio soltanto azzerare tutto e ricominciare la vita daccapo! O pensi di essere l'unico che ha il diritto di farlo?"

Paul diede uno sbuffo scettico "Hai diciassette anni, sei solo un ragazzino, cosa vuoi saperne della vita?!"

La mente di Theo si svuotò. Le parole furono fuori prima ancora che potesse rifletterci. "Cosa ne so della vita?" sussurrò con rabbia e freddezza. "Assolutamente niente, visto che fin da quando ero piccolo ho conosciuto solo la versione incasinata e schifosa della vita. E indovina di chi è la colpa?"

"Theo-" soffiò sua madre quasi scandalizzata.

Paul impallidì, e fece un passo indietro come se fosse stato colpito. Il suo respiro divenne improvvisamente pesante e frenetico e si portò una mano al petto, barcollando lievemente e aggrappandosi a una sedia. Tutta la rabbia di Theo svanì improvvisamente sostituita dal senso di colpa, mentre sua madre si avvicinava a Paul allarmata. "Paul? Dio, il tuo cuore... stai prendendo le tue medicine?" sussurrò terrorizzata.

Paul si fece guidare sulla sedia. "Sto bene" sospirò stancamente. "E' stato solo un calo di pressione"
"Vuoi che ti chiami un dottore?"
"No non ce n'è bisogno, sto bene" insistette lui.
Sua madre guardò Theo, immobile davanti a loro. Theo degludì, qualcosa che si contorceva dolorosamente nel suo stomaco. "Mi dispiace" disse soltanto, prima di voltarsi e correre in camera sua.

Mentre se ne stava disteso sul letto, lo sguardo perso sul soffitto, Theo non poteva non sentirsi in colpa. Ma non era quel tipo di senso di colpa che ti faceva sentire come se avessi un magigno sullo stomaco. Lui si sentiva soltanto vuoto. Prosciugato. Solo. Come se qualcosa lo stesse mangiando vivo.

Perchè tutto quello che faceva sembrava arrecare dolore alle persone a cui teneva? Perchè non poteva andare tutto liscio per una volta?

Fin da quando ero piccolo ho conosciuto solo la versione incasinata e schifosa della vita, e indovina di chi è la colpa?

Deglutì al ricordare le sue stesse parole, mentre rivedeva l'espressione di suo padre come se ce l'avesse ancora davanti, impressa per sempre nei suoi occhi. Non lo pensava davvero. Suo padre aveva sempre fatto tutto per lui, e non era certo colpa sua se l'unico meccanismo di difesa che Theo aveva imparato ad usare era l'allontanare tutti.

Un colpo alla porta lo fece trasalire e scattò a sedere quando questa si aprì. Il suo cuore perse un battito quando vide Paul fare capolino esitante. Parlò velocemente senza nemmeno pensare: "Papà, mi dispiace per quello che ho detto, io... non lo penso davvero"
"Lo so" disse Paul lentamente, facendo qualche passo verso di lui. "Lo so"
"Ero solo arrabbiato, e dico cose stupide quando sono arrabbiato." Theo continuò febbrilmente. Paul alzò una mano per fermarlo, le labbra inclinate in un tentativo di sorriso. "Theo, lo so, ricordi? Ti conosco da tutta la vita" Theo si zittì, il cuore ancora a mille, guardando suo padre che si sedeva con un sospiro stanco sul letto accanto a lui. "So che a volte non sono stato il migliore dei padri, ma ti voglio bene, e non ho mai voluto soffocarti o ostacolarti o..."
"Non l'hai mai fatto" si affrettò a dire Theo. "Anzi, a volte avrei voluto che lo facessi. Che mi prendessi per le orecchie e mi dicessi di smettere di fare l'idiota"
Paul lo guardò dolcemente, e Theo pote' quasi giurare di vedere un'ombra d'orgoglio passare nei suoi occhi. "Sei cresciuto per diventare un uomo straordinario di cui sono molto fiero, devi sapere questo. Mi fido di te, e so che puoi affrontare qualunque cosa, ma devi ricordare che io sono tuo padre, e sei stato con me per tutta la tua vita. Capisci che è difficile per me lasciarti andare?"

Theo abbassò lo sguardo sul suo grembo, arrossendo. "Lo so, ma non andrò mai davvero da nessuna parte. E una persona molto intelligente una volta mi ha detto che partire non vuol dire dimenticare"

"Deve essere una persona davvero incredibile" Paul sorrise.

"Si lo è" Theo sorrise.

"Mi dispiace se ti ho urlato contro" sospirò poi Paul, scompigliandogli i capelli

"A me dispiace averti quasi fatto venire un infarto" mugugnò Theo con lieve sarcasmo nella voce. Paul sbuffò una mezza risata e lo tirò per le spalle stringendolo in un abbraccio.
"Ti voglio bene in ogni caso" Theo seppellì il naso nella sua spalla di suo padre, chiudendo gli occhi e ispirando il profumo di casa. "Ti voglio bene anche io, papà"

*

Quando la campanella segnò la fine delle lezione, Liam uscì dalla classe con impazienza.

Avrebbe passato il pomeriggio con Theo, e anche se si sarebbero visti solo per studiare, non riusciva a smettere di sorridere al pensiero. Theo gli aveva scritto un messaggio quella mattina dicendogli che lo avrebbe aspettato all'uscita nel parcheggio. E la parola 'appuntamento' non smetteva di nuotare nella testa di Liam, facendolo sentire teso e elettrizzato allo stesso tempo. E di certo i commenti maliziosi di Mason non erano stati affatto d'aiuto durante tutta la giornata.

Theo stava aspettando Liam appoggiato contro la portiera del suo pick-up, cercando di auto-convincersi che non fosse una cosa importante. Avrebbe solo aiutato un amico a studiare, niente di piu', eppure non riusciva a smettere di agitarsi e tormentarsi all'idea di stare con Liam per tutto il pomeriggio, da soli, nella sua stanza. La sola idea bastava a farlo impazzire. E quando Liam entrò nel suo campo visivo, mentre si avvicinava nervosamente al pick-up, il suo cuore accellerò e non potè fare a meno di sorridere come un'idiota. Non che Liam fosse messo molto meglio.

"Sei pronto per andare?"

"Okay... voglio dire- sì, pronto... prontissimo" Liam balbettò, agitato "Andiamo?" tagliò corto, per evitare di rendersi ancora di piu' ridicolo, mentre un sorrisetto si disegnava sulle labbra di Theo.

"Andiamo"
Il viaggio verso casa di Theo fu silenzioso, tranquillo. Theo si allungò verso la radio accendendola, lasciando che una musica leggera riempisse l'abitacolo, e canticchiando ogni tanto le canzoni che conosceva. Liam non pote' evitare di guardarlo, in qualche modo ammirato, finchè Theo non sbuffò una risata, voltandosi verso di lui brevemente prima di tornare alla strada. "Che c'è?"
"Niente niente" rispose Liam, arrossendo e tornando a guardare la strada "E' solo che hai davvero una bella voce, lo sai?"
"Davvero?" Una piacevole sensazione fluttuante riempì lo stomaco di Theo

"Hai mai pensato di fare il cantante?" scherzò Liam con un sorriso

"Sì, sai, quando pensavo anche di fare l'astronauta, la spia o l'archeologo"

"L'archeologo non è così bizzarro" osservò Liam
"La mia idea di archeologo all'epoca coincideva con Indiana Jones" spiegò Theo con una mezza risata. Liam ridacchiò prima di tornare a guardarlo, stavolta seriamente. "Hai mai pensato seriamente a cosa vorresti fare dopo?"
"Cosa c'è di non serio nel voler fare l'astronauta?" scherzò Theo.

Liam sbuffò "Sto parlando sul serio"

Theo rimase in silenzio per un po' continuando a guidare. "Non lo so, non ci ho mai pensato, però mi piacerebbe fare qualcosa di importante..." Liam lo guardò. "Sì insomma, di utile... per gli altri per esempio" spiegò

"Davvero?" chiese Liam alzando un sopracciglio.

"Ti sorprende che io voglia aiutare gli altri?" rise Theo, e Liam arrossì. "No no non è questo- io- in realtà ti ci vedo, sai. Qualcosa tipo... Theo l'assistente sociale" concluse con enfasi.

"Non ci avevo mai pensato, sai" fece Theo pensieroso.

"Dovresti" Liam rispose leggermente, con una scrollata di spalle.

Theo sorrise. "Invece io non ho bisogno di indovinare, so già che tu sarai un grande insegnante di storia" fece senza guardarlo.

Liam arrossì di nuovo, il cuore che palpitava nel petto. Gli dava sempre una bella sensazione vedere quanto Theo lo conoscesse bene. "Non so se sarei un bravo insegnante" disse però.

"Lo sarai, se riusciremo ad evitarti di essere bocciato in Biologia ovviamente" lo prese in giro Theo.

Liam rise a sua volta. "Allora non credo che il mio futuro sarà così roseo"

*

Mentre scendevano dall'auto una volta che ebbero parcheggiato nel vialetto, Liam seguì nervosamente Theo che si frugava nelle tasche in cerca della chiave. Quando aprì la porta, Liam entrò cautamente, non sicuro se fossero soli o no. Non era particolarmente entusiasta all'idea di conoscere la madre di Theo, l'unica volta in cui si era visti era successo il putiferio e be'... era quella che stava potenzialmente per portare via loro Theo, anche se Liam era pienamente consapevole di quanto fosse egoista questo suo pensiero. Le sue speranze svanirono quando sentì dei passi avvicinarsi, e entrambi si voltarono verso la donna che veniva verso di loro con un sorriso, asciugandosi le mani in un panno prima di posarlo su un mucchio di scatoloni lì accanto. "Ciao tesoro" sorrise a Theo prima di concentrarsi su Liam "E tu devi essere Liam, sono felice di conoscerti come si deve." Allungò una mano che Liam prese imbarazzato. "Sono Janeth"

"Piacere di conoscerla, signora-" Liam si fermò, perchè effettivamente non conosceva il suo cognome. Arrossì imbarazzato "-Janeth"

Lei rise "E' Morgan, però ti prego chiamami Janeth. Signora mi fa sentire così vecchia" Recuperò il panno che aveva posato poco prima. "Perdonami la confusione, ma sono tempi un po' pazzi."

"Si figuri, signora Mo- Janeth" Liam abbassò la testa imbarazzato, e sua madre lanciò un'occhiata a Theo ancora lì in piedi tra di loro, sorridendogli e mimando con le labbra un "E' carino".

Theo gli lanciò uno sguardo di disperata supplica, prima di prendere Liam per una spalla. "Be' ora noi dovremmo andare. Tanti compiti" sospirò con enfasi.
Liam si lasciò trascinare, voltandosi brevemente verso la donna "E' stato un piacere conoscerla" mormorò educatamente.

"Anche per me, Liam." rispose lei, mentre Theo e Liam risalivano le scale. "Vi porterò qualcosa per fare merenda" gridò loro dietro.

Theo rispose con un solo breve cenno d'assenso con la mano.

Mentre salivano e percorrevano il corridoio, Liam non potè non notare gli innumerevoli scatoloni che affollavano ogni stanza, ora stranamente spoglia. "Non farci caso" Theo sembrò interpretare il suo sguardo. "Mia mamma sta spedendo a Boston tutto quello che al momento non serve loro"

Liam non rispose, ma la sua mente allerta non potè non soffermarsi sull'uso del "loro". Non "noi". Sembrava una sciocchezza, ma Theo non si era incluso. Possibile che avesse deciso di non partire alla fine? Solo quel pensiero gli fece gonfiare il cuore di speranza, e il prospetto di passare un pomeriggio a studiare biologia non era mai sembrato tanto allettante come ora.


*
Se Liam aveva pensato che non avrebbe concluso nulla, vista la fonte di distrazione che aveva seduta proprio lì accanto, dovette ricredersi. Perchè niente in Biologia gli era sembrato piu' chiaro come in quel momento. Certo, era difficile ignorare il calore della gamba di Theo che premeva contro la sua mentre sedevano alla piccola scrivania, era difficile ignorare le sottile occhiate che si scambiavano quando credevano che l'altro fosse distratto, ma Theo restava comunque un fottuto genio, e Liam ebbe il suo tema pronto in meno di due ore. Guardò il foglio ammirato. "Non ci posso credere che ho capito questa fottuta cosa dei geni ereditari! Perchè la Finch non l'ha spiegato così? Mi sarei risparmiato tante C e molte crisi di panico" sbuffò.
Theo rise. "Vedi? Non è difficile quando lo capisci. Ed è dannatamente interessante scoprire qualunque cosa su come siamo fatti"
"Già... quindi io ho gli occhi azzurri anche se mio padre non li aveva perchè era portatore del gene recessivo provieniente da mia nonna, giusto?" ricapitolò Liam, per essere sicuro di aver afferrato il concetto, dando una veloce scorsa al testo.
"Giusto" Theo annuì
"Quindi quando io avrò un figlio non è detto che avrà gli occhi azzurri?" chiese poi senza pensare.

Si fissarono per un momento presi alla sprovvista dall'improvvisa piega del discorso.

"Uhm no.. probabilmente no" rispose poi Theo agitandosi sulla sedia girevole e lanciandogli solo delle brevi occhiate. "A meno che la madre non abbia a sua volta gli occhi azzurri, o genitori con gli occhi azzurri, ma anche in quel caso non sarebbe sicuro" Si schiarì la gola. "Prendi me, entrambi i miei genitori e io abbiamo gli occhi verdi, ma non è detto che... mio figlio... li avrà. Se la madre li avrà marroni, ci saranno comunque piu' probabilità visto che il marrone..."
"..è dominante" concluse Liam con un cenno e un sorriso.

Theo si morse un labbro, improvvisamente incapace di distogliere lo sguardo dagli occhi di Liam. "Se invece io e te avessimo un figlio, avrebbe degli occhi fottutamente incredibili" soffiò fuori senza riflettere

Liam arrossì come un peperone "C-cosa?"

Theo sembrò tornare in sé, arrossendo a sua volta e girandosi verso il suo libro di biologia. "Be' sì, ipoteticamente..." balbettò "Biologicamente parlando"

"Già.." mugugnò Liam debolmente. Il solo pensiero, seppur impossibile, era destabilizzante.

"Theo, volete una tazza di te'?" gridò all'improvviso la madre dal piano di sotto, facendoli sobbalzare entrambi. E la colsero al volo come opportunità per sfuggire all'imbarazzante conversazione.

*

Quando il sole cominciò a tramontare, Theo si offrì di dargli un passaggio a casa.

Mentre andavano, Liam non riusciva a smettere di ripetere la giornata nella sua testa, e non riusciva a smettere di guardare l'altro ragazzo. Il modo in cui quelle labbra piene si muovevano al ritmo delle canzoni alla radio, i capelli morbidi che gli ricadevano sulla fronte, il modo in cui le mani si avvolgevano decise attorno al volante. La sua mente traditrice gli riportò alla mente il sogno, il modo in cui quelle stesse mani avrebbero potuto stringersi attorno a lui, avvolgendolo completamente, accarezzandogli la pelle... Liam arrossì ai suoi stessi pensieri e si sforzò di non fissare Theo come un maniaco. Aveva bisogno di riprendere il controllo su stesso, lo sapeva, ma l'unico pensiero che aveva in testa al momento era che avrebbe voluto che quella giornata non finisse mai. Prolungarla un altro po', per non rompere quella bolla di pace in cui si erano nascosti.

"Uhm.. che ne dici se ci fermiamo a prendere qualcosa da mangiare al volo lungo la strada?" Liam impiegò un po' a realizzare che Theo aveva parlato, e cosa avesse detto. Lo fissò quasi incredulo, perchè cavolo, qualcuno lassù aveva ascoltato la sua preghiera? "A meno che Jenna non ti stia aspettando per cen-" si affrettò a dire Theo quando si accorse che Liam non sembrava intenzionato a rispondere

"Uh? No- no, cioè, è okay, lei non è a casa comunque, quindi-" Scrollò debolmente le spalle. "Avrei comunque mangiato qualche avanzo riscaldato"

"Uh bene allora" Theo sorrise, meno teso. "Qualcosa contro il Mcdonald?"
"Scherzi?" Liam sbuffò una risata "Hai appena reso perfetta la mia serata"

*

Una volta preparati i loro ordini, la ragazza dietro la cassa li guardò con un sorriso "Sono 16 dollari e 75"
Entrambi si affrettarono a frugarsi nelle tasche, estraendo il portafoglio. "Faccio io!" esclamarono in coro, prima di guardarsi sconcertati. La ragazza ridacchiò allegramente.

"Ti ho portato io qui, pago io" sbuffò Theo

"Ricordi? Te lo devo in cambio dell'aiuto in biologia" protestò Liam petulante

"Tu mi hai promesso una pizza ai peperoni, ricordi?" Theo ribattè a tono.

"Be' allora prendiamo una pizza ai peperoni" Liam incrociò le braccia testardo.

"Credo sia un po' tardi per quello, non credi?" rise Theo alzando un sopracciglio e lanciando una vaga occhiati ai loro vassoi pieni davanti alla commessa.

"Sì, lo è" concordò lei con una risata divertita.

"Perdonalo, è un'idiota" mormorò Theo sorridendole e porgendole una banconota da venti.

"Hey!" Liam mise il broncio stringendo poi gli occhi in direzione di Theo "Ti comprerò così tante pizze ai peperoni che non ne vorrai piu' per tutta la tua vita" fece poi con tono minaccioso. Ed era sicuramente la cosa meno minacciosa con cui Theo fosse mai stato minacciato in vita sua.

"Me ne ricorderò" sorrise, prendendo il resto.

"Oh voi ragazzi siete davvero una coppia adorabile" commentò la commessa, quasi sul punto di sciogliersi letteralmente.

Si paralizzarono entrambi, i vassoi in mano, mentre la fissavano. Liam arrossì violentemente. "Noi- noi non stiamo insieme" protestò debolmente.

"Già, non lo siamo" si accodò Theo ancor piu' meno convincente di Liam.

Lei ridacchiò "Si certo. Non c'è niente di cui vergognarsi, sapete" E fece loro l'occhiolino complice prima di allontanarsi lasciandoli lì a crogiolarsi nel loro imbarazzo, per servire gli altri clienti in fila.

Perchè giusto, ricordò Liam, non c'era solo loro due al mondo.

*

Mangiarono in silenzio per dieci minuti buoni, prima che qualcuno ritrovasse finalmente la parola. Mason gli aveva suggerito che la cosa migliore era sempre partire dalle chiacchiere banali, nella speranza di spazzare via l'imbarazzo e la tensione, che in qualche modo erano perennemente presenti ogni volta che erano soli.

"Quindi... come vanno i preparativi per la grande finale?"

Theo quasi sobbalzò, probabilmente non si aspettava che Liam parlasse. Poi scrollò le spalle, riprendendo a immergere le sue patatine fritte nella maionese "Vanno"

"Corey mi ha detto che giocherete contro la Devenford Prep" borbottò Liam.

"Già, ci giocheremo il primo e il secondo posto al campionato, per questo il coach è fuori di sé. Nonostante Scott e Whittemore siano fuori gioco, sono rimasti imbattutti per tutto il semestre, c'è questo tipo... Talbot... è incredibile" ammise Theo a malincuore, pensando al giocatore avversario che non era ancora riuscito a superare nemmeno una volta.

"E' solo un pallone gonfiato" si lasciò sfuggire Liam brusco.

Theo lo guardò alzando un sopracciglio. "Lo conosci?" chiese.

E Liam arrossì. "Uhm... sì... lui è-" si agitò sulla sedia. "Uscivo con lui l'anno scorso" ammise poi imbarazzato.

"Ah" Theo riuscì soltanto a dire, preso alla sprovvista, mentre la solita spiacevole sensazione di gelosia gli torceva lo stomaco, l'antipatia verso l'attuale capitano della Devenford che aumentava per qualche motivo. Forzò poi un sorrisetto sul suo viso. "Quindi per chi tiferai sabato? E' pur sempre la tua vecchia scuola..."
"Io tiferò per te!" si affrettò a dire Liam. "Voglio dire-" Arrossì "per voi, voglio dire- faccio parte della Beacon Hills ora no?"

Il sorriso si allargò sul viso di Theo "Buono a sapersi" disse soltanto mangiando un'altra patatina.

"Vincerete sicuramente" aggiunse Liam con enfasi "Potreste anche già festeggiare la vittoria al ballo per quanto ne sono sicuro"
Il sorriso di Theo si attenuò "Già, il ballo..."

Liam lo guardò perplesso dal suo tono "Il ballo cosa?"

Theo si prese un momento per bere la sua cola prima di rispondere. "Non credo ci verrò" disse come se non significasse nulla

"Cosa?" Liam lo guardò scandalizzato. "Amico, è il ballo, non puoi perderterlo!"

Theo rise al suo tono drammatico "Passi troppo tempo con Mason" gli disse.

Liam si ricompose "Probabilmente hai ragione" Poi si scosse. "Ma non puoi non venire al ballo" ripetè poi con piu' calma.
"C'è la partita il giorno dopo... e non muoio davvero dalla voglia di venire allo stupido ballo da solo come un idiota- voglio dire, Mason andrà con Corey e Josh con Tracy..."

"Davvero?" chiese Liam ancora piu' scioccato. "Come cavolo è successo?"

"Non chiederlo a me" Theo sbuffò una risata. "Perfino Nolan ha una ragazza, tu andrai con Hayden e a me resta solo Alec, ma non mi sembra il caso, sai..."

"Aspe- io non vado al ballo con Hayden" disse Liam subito, quasi meccanicamente.

"Ah no? Forse allora dovrei chiederlo a lei" scherzò Theo, facendo per prendere un'altra patatina.

"O potremmo andarci insieme" Liam impiegò qualche secondo a realizzare che era stato lui a parlare, e guardò Theo imitando la sua espressione sbigottita.

"Cosa?" gracchiò Theo, con la patatina ancora davanti alle labbra.

Liam si guardò freneticamente in giro, in cerca di una via di uscita. Cosa diavolo gli era saltato in mente? Invitare Theo al ballo! Doveva essere impazzito del tutto ormai.

"Io- ecco-" balbettò. "Sì, io- tu-" Dal modo in cui continuava a parlare a scatti, Liam dedusse che il suo cervello era ormai in pappa. "Potresti darmi un passaggio. Per il ballo. E potremmo stare lì. Insieme. Al ballo. Io e te. Come amici" Guardò Theo in attesa, che lo stava guardando quasi spaventato. Merda.

"Come amici..." ripetè poi lui lentamente. "Al ballo..." Probabilmente ora anche Theo avrebbe iniziato a parlare a scatti, e non sarebbero mai piu' usciti da questo loop.

"Sì" si affrettò così a dire. "Se... per te è ok... almeno che non preferisci stare a casa o invitare davvero Alec o chiunque altro. Chiunque altro va bene" Non andava bene per niente.

"No, è okay..." fece Theo debolmente "Come amici. Al ballo. Io e te. Va bene"

"Bene" Liam gli fece eco. Questo era dannatamente imbarazzante.

"Vuoi un gelato?" chiese Theo velocemente, improvvisamente desideroso di scappare via.
"Uh sì?" mormorò Liam preso alla sprovvista
"Okay vado a prenderlo" disse e si alzò prima che Liam potesse dire altro.

Merda merda merda. Liam sentiva di star per avere una crisi di panico. Tirò fuori il telefono e scrisse velocemente a Mason, perchè in quel momento sembrava l'unica cosa possibile da fare.


Ho fatto un casino, digitò rapidamente, le dita che tremavano.

Che cazzo hai fatto stavolta? Mason rispose così velocemente, che Liam si chiese se non avesse qualche potere di preveggenza.

Ho invitato Theo al ballo. Merda, amico, aiutoo

Stavolta Mason impiegò qualche minuto a rispondere, e Liam si chiese non avesse causato un infarto al suo migliore amico.

Merda

Finalmente rispose.

Allora Dio esiste

Questo non era affatto d'aiuto. Liam sbuffò irritato. Questa è tutta colpa tua! Digitò

Come fa a essere colpa mia? Liam poteva quasi immaginarsi il suo ghigno strafottente

Continui a mettermi idee in testa, mi hai letteralmente manipolato a chiedere a Theo di venire al ballo con me. Questo probabilmente aveva senso solo nella sua testa, ma okay.

Certo, sicuro, continua a ripetertelo se ti aiuta a dormire la notte.

Cosa che non funziona, visto che continui a sognare Theo

Liam allontanò il cellulare all'ultimo messaggio.

"Ecco a te" Sobbalzò quando si trovò di fronte Theo che gli porgeva timidamente un McFlurry. Theo scrutò la sua espressione "Stai bene?"
"Sì.. sì... sto bene" balbettò. Mentre Theo si sedeva incominciando a mangiare silenziosamente il suo gelato, Liam ora non riusciva a togliersi di nuovo dalla testa il suo stupido sogno. Imprecò internamente.

Aveva già detto che odiava il suo migliore amico?

*

"Merda merda merda" Liam mugugnò in preda al panico, mentre camminava su e giu' per la sua stanza, già vestito nel suo completo, Mason che lo fissava seduto sul letto. A un certo punto dovette tracciare la linea, perchè si alzò mettendoglisi davanti e afferrandolo per le braccia. "Okay, ora basta, stai per scavare una buca nel pavimento"

"Merda" ripetè Liam.

"Theo ha fottuto tutti i tuoi neuroni e questa è l'unica parola che sai pronunciare ora?"

"Non dire quella parola!" esclamò Liam nel panico.

"Cosa? Neuroni?" lo prese in giro Mason. Liam gemette buttando indietro la testa. "Oh sei così fottuto"

"Masee" Mason rise. "Ammettilo, le mie disgrazie ti divertono"

"Sì abbastanza" Mason lo lasciò andare e guardò l'orologio. "Okay, Corey passerà a prendermi tra 5 minuti e tu devi toglierti quell'espressione dalla faccia altrimenti qualunque persona ti vedrà, capirà cosa ti passa per la testa"

"Fosse facile..." Liam assunse l'espressione di un cane bastonato, seguendo Mason con lo sguardo mentre recuperava la macchina fotografica. "Perchè hai portato la fotocamera?"

"Per aggiornare il mio album 'Thiam'" rispose Mason subito, e Liam lo fulminò con un'occhiata tormentata. "E' il ballo, ci saranno molti momenti da immortalare, non credi?" Mason si corresse roteando gli occhi. "Tu pensa soltanto a divertirti, Theo sarà lì, tutti i tuoi amici saranno lì, la scuola è finita e arriva l'estate, cosa puoi chiedere di piu'?" fece Mason. Liam lo fissò per un po' prima di sospirare. "Hai ragione. Forse devo solo rilassarmi"

"Così mi piaci" Mason gli diede una pacca amichevole sulla spalla, sorridendogli. Poi il suo cellulare squillò. "E' Corey, è qui sotto. Tra quanto verrà Theo?"

"Mi ha scritto che passerà a prendermi alle 8"
"Bene. Allora ci vediamo tra mezz'ora a scuola?"
"Sì, grazie Mase... per tutto"
"Figurati, se no a che servono gli amici?" Gli rivolse un ultimo sorriso rassicurante prima di uscire.

Quando rimase da solo, Liam si gettò di pesò sul letto, lo sguardo perso nel vuoto, una mano posata sul petto ad ascoltare il ritmo frenetico del suo cuore. Non gli sembrava vero che stava per andare al ballo con Theo. Ma se da una parte l'eccitazione lo faceva sentire come se potesse toccare il cielo con un dito, dall'altra l'amarezza gli scorreva nelle vene come veleno. Perchè sarebbe andati al ballo solo come amici. Niente di più. Non avrebbero mai potuto essere niente di più, non importava quanto ci pensasse. E questo faceva male. E lo rendeva mille volte più insopportabile.

Un colpo leggero alla porta lo fece sussultare e si alzò mentre sua madre si affacciava sulla porta. "Mamma? Che fai qui?" chiese confuso. Lei entrò del tutto un'espressione quasi commossa sul viso. "Sono uscita dieci minuti prima, non potevo perdermi questa scena!" Si avvicinò, sistemandogli le spalle della giacca e Liam gli sorrise affettuoso. "Sei veramente bellissimo, lo sai?"

"Grazie mamma"

"Stai aspettando il tuo appuntamento?"

"Uh..." Liam borbottò. "No nessun appuntamento. Theo passerà a prendermi"

Sua madre si illuminò a quelle parole. "Oh anche Theo sta venendo qui? Peccato che Paul non ci sia! Devo avere una macchina fotografica da qualche parte" disse poi dal nulla, agitandosi sul posto. "Dì a Theo di entrare, voglio salutarlo, mi raccomando" gridò mentre usciva dalla stanza
"Cosa?" gli gridò dietro Liam. Poi sospirò. Era inutile insistere. Mandò un messaggio a Theo dicendogli di entrare perchè sua madre voleva vederlo e Theo rispose soltanto che era per strada.

Improvvisamente di nuovo agitato, Liam si fiondò allo specchio per darsi un'ultima sistemata ai capelli.

*

Quando Theo si fermò davanti alla porta di casa, si ritrovò a pensare a quanto fosse strano il suo essere nervoso all'idea di suonare alla sua stessa porta. Ma era nervoso, e questa era l'unica cosa a cui riusciva a pensare. Però suonò il campanello, e sentì dei tacchi sbattere sul pavimento dell'ingresso quasi immediatamente, prima che Jenna gli aprisse con un grande sorriso.
"Theo, è così bello vederti, caro!" lo abbracciò.

E lui rispose con trasporto. "Anche per me, Jenna" Jenna si tirò indietro tenendolo per le spalle e ammirandolo "Woh sei bellissimo anche tu!" Theo arrossì lievemente, mugugnando un grazie imbarazzato mentre Jenna si allontanava, urlando il nome di Liam in direzione del piano di sopra.

"Arrivo!" rispose la voce di Liam, lievemente ovattata.

Non appena Liam apparve in cima alle scale, Theo giurò di aver sentito il suo cuore fermarsi nel petto. Perchè... be' perchè era fottutamente bellissimo. In realtà, lo era sempre, ma ora piu' che mai. Rimase lì a fissarlo a bocca aperta, contento che Jenna fosse distratta dal figlio tanto quanto lui. Quando Liam fu di fronte a lui, lo stesso sguardo nei suoi occhi, celato però da un gran nervosismo, non potè evitare di sorridergli.

"Hey" lo salutò.

"Hey" lo imitò Liam, imbarazzato.

"Oh mio dio, siete fantastici, tutti e due. Dov'è la mia fotocamera?" Jenna sembrava sul punto di sciogliersi mentre correva in salotto a recuperare la sua fotocamera

"Mamma" gemette Liam guardandola supplichevole. Ma lei sorrise, col tono di una che non ammetteva repliche "Solo una foto, Liam, non ti ucciderà mica! Solo per ricordo, e per Paul, sono sicura che vorrebbe vedervi! I nostri due ragazzi" Era così euforica che Liam non se la sentì di protestare. E Theo sembrò pensarla allo stesso modo perchè si avvicinò, mettendogli un braccio attorno alle spalle, gli occhi verdi che in qualche modo il completo scuro sembrava far risaltare ancora di piu' fissi su Jenna con un sorriso sul volto.
"Sorridi Liam" lo incitò lei, sorridendo a sua volta.

E Liam sorrise, avvicinandosi instintivamente a Theo, ed era sicuro che i suoi sentimenti potessero quasi essere letti sul suo viso. E si sentiva in colpa, guardando l'espressione felice sul volto di suo madre, perchè i suoi sentimenti riguardo l'andare al ballo con Theo non erano sicuramente quelli che sua madre si immaginava che fossero. Lei vedeva due fratellastri che andavano finalmente d'accordo. Liam vedeva molto, molto di più. Vedeva, senza però poterlo raggiungere in qualche modo.

"Credo che dovremmo andare ora..." balbettò dopo la terza foto. Non vedeva l'ora di fuggire almeno per un po' da quel senso di colpa.

"Sì, gli altri ci staranno aspettando" si accodò Theo.

Jenna li salutò con un ultimo abbraccio. "Mi raccomando, divertitevi, e andate piano"
"Sì" fecero in coro. "Ciao, mamma!" "Ciao, Jenna!"

E se Liam aveva sperato che una volta chiusa la porta alle loro spalle, quella brutta sensazione si sarebbe attenuata, si era sbagliato di grosso.

*


Quando entrarono in palestra, la musica ad alto volume, le numerose decorazioni scintillanti e la folla di persone che affollavano la vista li colpirono in pieno.

"Wow non avete badato a spese" mormorò Liam sbigottito, ricordando che era stato organizzato in gran parte dalla squadra di lacrosse.

"Già, quando si tratta di organizzare feste, nessuno mi batte" concordò Theo con un ghigno compiaciuto. "Vuoi da bere?"
"Uh... sì?"
"Tranquillo, niente alcool stasera" lo rassicurò Theo avvertendo la sua esitazione. "Aspettami qui"
E sparì tra la folla. Non ebbe nemmeno il tempo di sentirsi solo perchè Mason, Corey e Alec si fiondarono su di lui. "Ce l'hai fatta!" gridò il ragazzo riccioluto. "Ero stufo di essere circondato da tutte queste coppiette!"

"Dov'è Theo?" chiese Mason quasi sospettoso.
"E' andato a prendere da bere. Nolan?"
"In pista" rispose Corey con un cenno verso la folla. Liam seguì il suo sguardo, e trovò l'amico dopo qualche secondo. Il suo cuore si fermò per un attimo. "Aspe- quella non è-?" boccheggiò, guardando Mason.

"Sì, è la collega di Theo"

"Esce con Nolan?" soffiò Liam scioccato.

"Fortunato bastardo" sospirò Alec scuotendo la testa

"Escono insieme da qualche settimana, a quanto pare" lo informò Mason lanciando un'occhiata allusiva a Liam. Liam sbattè le palpebre sconcertato. Questo sì che era strano. Però una parte di lui non potè non sentirsi improvvisamente piu' sollevata all'idea che non ci fosse nulla tra lei e Theo.
 

Quando la canzone finì, Nolan e Amber si diressero verso di loro ridendo per qualche motivo e Nolan salutò Liam dandogli il cinque. Poi lo sguardo di Liam si fermò sulla ragazza. Non era ancora sicuro se lei gli piacesse o no. E qualcosa gli suggeriva che il sentimento era reciproco. Tuttavia Amber gli rivolse un sorrisetto. "Credo che non ci siamo mai presentati veramente, vero?" Gli porse la mano "Io sono Amber" Liam la guardò incerto solo per mezzo secondo, prima di stringerla. "Uhm... io sono Liam"

"Dove hai lasciato il mio barista idiota preferito?" chiese allegramente.

"Sono proprio qui" s'intromise la voce di Theo, porgendo da bere a Liam "E fottiti" sbuffò poi anche se stava sorridendo.
"Ciao T!" lo salutò lei con enfasi, saltandogli letteralmente tra le braccia e avvighiandosi a lui come un koala. "Mi sei mancato, lo sai?" Le mani di Theo scivolarono istintivamente sui suoi fianchi, soprattutto per evitarle di cadere. "Ci siamo visti l'altro ieri" le ricordò lui impassibile.

"Lo so!" fece lei ad alta voce, posando la testa sulle sue stesse braccia ancora strette al collo di Theo. "Si è ingelosito?" gli sussurrò poi lei all'orecchio. Theo spostò gli occhi automaticamente a guardare Liam, che a labbra serrate sembrava trovare estremamente interessante il contenuto del suo bicchiere. "Piantala" rispose Theo a bassa voce, lasciandola andare e facendola tornare coi piedi per terra. "Non mi piacciono questi giochetti" gli sussurrò innervosito ancora a voce piu' bassa, ma lei gli sparò un sorrisetto e gli fece l'occhiolino, prima di tornare da Nolan.

Mentre una nuova canzone partiva, Mason colse l'occasione per distrarli. "Oh adoro questa canzone! Forza, andiamo a ballare!!"

Tutti si mossero entusiasti verso la pista tranne Liam. "Io credo reste-"
"No!" gridò Mason col tono di uno che non sente ragioni, prendendolo per il polso e tirandolo. "Andiamo Theo!" Theo ubbidì senza nemmeno protestare.

Continuarono a ballare e a ridere e divertirsi bevendo punch per un'oretta buona, e a un certo punto anche Josh e Tracy si unirono a loro. Finchè ad un certo punto tutte le luci si abbassarono, lasciando la stanza in penombra, e la voce del dj sul palco parlò soavemente: "E' ora di formare le coppia, rallentiamo un po'"
Mentre tutti intorno a loro si avvicinavano ai propri partner, Liam e Theo si guardarono a disagio. Liam cercò Alec con lo sguardo nella speranza che non fossero gli unici due esclusi della situazione, ma imprecò internamente quando lo vide avvinghiato già a una ragazza che non era sicuro di conoscere. Tornò a guardare Theo, in piedi davanti a lui. "Magari dovremmo saltare questa...?" suggerì Liam. Theo fece per annuire, ma Mason s'intromise.

"Assolutamente no!" protestò spingendo Liam sulla schiena dritto contro il petto di Theo, che lo afferrò prontamente "Non fate gli asociali! E' solo un ballo, quindi ballate!" Mentre la musica si alzava, sentirono chiaramente tutti gli altri ridacchiare attorno a loro.

Theo spostò le mani sui fianchi di Liam, cercando i suoi occhi. "Be' è solo un ballo, no?" sussurrò. Liam deglutì. "S-sì..." Alzò le mani lentamente, tenendole sospese, incerto, per un momento, prima di posarle sulle spalle di Theo. Mentre iniziavano a ondeggiare al ritmo della canzone, Theo lo tirò istintivamente piu' vicino e ben presto le mani di Liam si spostarono cingendogli il collo. Lasciò cadere la testa sulla spalla di Theo e sentì il respiro di lui solleticargli la pelle, la punta del naso che gli sfiorava il collo, facendolo sentire ipersensibile e iperconsapevole. Aprì gli occhi, senza sapere quando in realtà li avesse chiusi e si guardò intorno, incapace di trattenersi, solo per vedere ogni coppia nel buio troppo presa da loro stessi per rendersi conto di quello che succedeva intorno. Dopottutto era così anche per lui. Sentiva solo l'odore della colonia di Theo, sentiva solo il proprio cuore pulsare violento contro il suo petto, allo stesso ritmo di quello di Theo, sentiva le mani calde di Theo sulla sua vita, quasi brucianti nonostante il tessuto, sentiva il suo respiro pesante, si sentiva quasi ubriaco. Nonostante non avesse bevuto nulla. Era come se fosse ubriaco di Theo.

Theo non si era mai sentito così con nessuno. Era come se avere Liam tra le sue braccia fosse tutto quello di cui avesse bisogno per sentirsi felice, per sentirsi completo. Gli dava una scarica di adrenalina come nessun goal, nessuna partita o campionato vinto gli avrebbero mai dato. Nemmeno sommando tutto quello che aveva provato con ogni singola persona che aveva baciato o con cui aveva dormito in vita sua, il risultato sarebbe stato paragonabile a come si sentiva in quel momento. E avrebbe voluto soltanto che durasse.

Respirò pesantemente, sfiorandogli il collo con il naso, ispirando il suo profumo come per essere sicuro di non star sognando, e sentì il corpo di Liam tremare contro il suo. Spostò le labbra a sfiorare l'orecchio di Liam. "Sai..." sussurrò, incapace di trattenersi. "Sei mozzafiato con questo vestito"

Col cuore che minacciava di risalirgli la gola, Liam tirò indietro la testa in modo da poter guardare Theo negli occhi. Era arrossito, e ora scrutava il viso di Liam, quasi spaventato, come in attesa di una reazione.

"Theo..." sospirò Liam, a metà tra un avvertimento e una supplica. Non lo sapeva piu' nemmeno lui cosa stesse facendo, o cosa volesse. Se correre lontano o tirare Theo ancora piu' vicino.

Theo alzò una mano per allontargli i capelli dalla fronte, e poi esitò, lasciando che la mano si posasse delicatamente sullo zigomo dell'altro e Liam istintivamente si sporse contro il tocco. Poi Theo si stava sporgendo in avanti, le punte dei loro nasi che si sfioravano, i loro respiri che si mescolavano, e sembrava che al mondo ci fossero davvero soltanto loro due. Sembrava facile dimenticarsi della festa, delle persone attorno a loro, della musica, sembrava facile persino dimenticarsi dei loro genitori.

Le loro labbra si sfiorarono appena, una breve carezza esitante e spaventata.

Poi la musica finì. Le luci si riaccesero. Tutti tornarono a gridare quando la musica tornò ad alzarsi. E Liam e Theo sobbalzarono facendo un passo indietro ciascuno, lo sguardo come di un cervo davanti ai fari impresso su entrambi i loro volti.

"Li, io-"

Liam lo interruppe alzando una mano "Ho bisogno di un po' d'aria" borbottò soltanto, prima di darsi alla fuga tra la folla

"Aspetta, Li!" lo chiamò Theo, seguendolo. Quando raggiunse l'uscita si guardò intorno freneticamente, prima di portarsi una mano tra i capelli "Merda" Imprecò.

Perchè di Liam non c'era già piu' traccia

*

Camminando senza metà, Liam si ritrovò davanti agli spalti del campo di lacrosse. Si ritrovò a pensare che non c'era posto migliore per sedersi in silenzio da solo a rimurginare per un po', dandosi il tempo di calmarsi. Così cominciò a salire. Sussultò quando realizzò che non era effettivamente solo, e che qualcun altro a quanto pare aveva avuto la sua stessa idea. La ragazza era seduta poco piu' giu', le gambe incrociate, distratta a guardare in lontananza verso il campo, e Liam comprese cosa era la nuvoletta di fumo attorno a lei solo quando scorse il breve lampo luminoso della sigaretta che aveva tra le dita. "Hayden?" la chiamò forse un po' troppo forte.

Hayden sobbalzò, voltandosi verso di lui di scatto. "Liam! Cavolo, volevi farmi prendere un colpo?!" esclamò.

"Scusa, io-" Corrugò le sopracciglia avvicinandosi con un'espressione sconcertata. "Tu fumi?"

Lei guardò tra di lui e la sigaretta prima di buttarla con un sospiro e una smorfia amara. "Già, l'unica cosa che mi ha lasciato Gabe. Bello schifo eh?"

Liam si sedette accanto a lei. "Non dovevi buttarla per me"

Lei scrollò le spalle. "Meglio così no?" Poi lo studiò, lo sguardo che si muoveva sulla sua espressione tesa. "Come mai sei qui?"
"Avevo bisogno di starmene un po' da solo" rispose lui mestamente.

"Quindi... vuoi che me ne vada?" fece lei con un mezzo sorriso.

"No no!" Liam scoppiò a ridere nervosamente "Non intendevo questo"

"Allora lasciami indovinare..." mormorò Hayden fingendosi pensierosa. "Si tratta di Theo?"

Liam fece un sospiro mesto, muovendo lo sguardo sul campo da lacrosse deserto. "Si vede così tanto?"
"Sai solo un cieco non lo vedrebbe" scherzò Hayden.

"Questo non mi rassicura per niente" mugugnò Liam.

Hayden restò a fissarlo per un po' in silenzio, prima di parlare ancora. "Sai, io lo so che non sono affari miei, però... ti capisco. Lo so come ci si sente a voler stare con qualcuno che i tuoi genitori, o gli altri... non approverebbero. Certo, le nostre sono due situazioni diverse, ma il punto è sempre lo stesso..."

"E sarebbe? Che siamo fregati in ogni caso?" rise Liam amaramente

Hayden sbuffò una risata "No, è che gli altri non hanno nessuna voce in capitolo. E' la tua vita, i tuoi sentimenti, è una cosa che appartiene solo a te... soltanto a voi due. Nessun'altro può veramente capirlo, e nessuno può mettersi in mezzo. Lasciare che i giudizi degli altri ti blocchino è sbagliato, le persone avranno sempre da ridire, quindi fai soltanto quello che vuoi"

Liam lasciò che le parole di Hayden affondassero, prima di tornare a guardarla. "Non è andata molto bene per te e Gabe però, no?"
"Forse. Ma ci ho provato, questo conta, e non ho rimpianti" affermò lei decisa. "E tu?"

Liam non rispose, mordendosi le labbra incerto.

Rimpianti. Era sicuro che di quelli ne avesse a centinaia.

Liam sentì Hayden muoversi al suo fianco. "Hey guardami" Lei gli prese delicatamente il viso tra le mani, facendogli voltare la testa verso di lei. E poi senza alcun preavviso posò le sue labbra sulle sue. Fu breve e Liam non ebbe il tempo di ritrarsi prima che lo facesse lei stessa. La fissò con gli occhi spalancati. "Perchè l'hai fatto?"

Lei rise alla sua espressione. "Qual è la prima cosa che ti è venuta in mente quando ti ho baciato?" chiese poi sera

Liam la guardò preso alla sprovvista, prima di capire. "Che avrei voluto fossi lui"
"Allora... ecco la tua risposta" sussurrò Hayden allegramente, con un mezzo esulto. Liam rise scuotendo la testa.

Sicuramente avrebbe avuto un bel po' a cui pensare ora.

*

Theo aveva cercato Liam dappertutto. Invano. Finchè non aveva incontrato Erica e Boyd che attraversavano il cortile mano nella mano. "Hey ragazzi avete visto Liam?" Non aveva potuto evitare di chiedere, avvicinandosi

"Mmh... mi pare di averlo visto andare verso il campo" rispose Erika.

"Il campo?"

"Davvero? Io non l'ho visto" le chiese Boyd, alzando un sopracciglio

"Mi sorprende, non passa di certo inosservato" commentò lei con un sorriso malizioso.

"Okay" Theo sbuffò, soffocando l'irritazione istintiva al suo commento "Grazie, ragazzi" E si allontanò a passo veloce.

Che diavolo faceva Liam al campo da lacrosse? Mentre camminava veloce verso gli spalti, Theo non poteva non sentirsi nervoso. Aveva di nuovo oltrepassato la linea. Però stavolta era sicuro che qualcosa fosse diverso. Il modo in cui Liam si era comportato la sera del suo compleanno, o in gita, il suo essere geloso di Amber e di Danny, quel quasi bacio al lago, l'invito al ballo... Aveva letto male la situazione? Perchè sembravano sempre tornare al punto di partenza?
 

Il suono di alcune voci troppo basse per essere sentite chiaramente lo distrasse, e alzò lo sguardo ora che era abbastanza vicino per guardare verso gli spalti. Si fermò sui suoi passi quando vide Hayden e Liam parlare uno accanto all'altra. Poi Hayden allungò le mani per prendere il viso di Liam tra di esse e lo baciò.

Cosa...?

Il bacio durò poco, ma Theo non voleva davvero assistere ad altro. Così fece per voltarsi e andarsene via seccanto, finchè poi non sentì Liam alzarsi, e parlare a voce un po' piu' alta con un tono quasi disperato "Sai, io sono molto felice di averlo conosciuto..." Theo si fermò. Stava parlando di lui? Si voltò di nuovo verso gli spalti che si eregevano davanti a lui, pregando che Liam o Hayden non lo notassero proprio ora. Ma sembravano troppo presi dalla conversazione per farlo. "Davvero, ma da una parte avrei voluto non conoscerlo mai, ha senso questo?" Theo sentì il sangue gelarglisi nelle vene, mentre Liam fece un verso esasperato portandosi le mani al viso. Poi le abbassò, con un'espressione amareggiata tanto quanto la sua voce "Se potessi tornare indietro nel tempo, non mi lascerei avvicinare così tanto, direi a mia madre che è stato solo un errore, farei qualunque cosa per continuare a vedere Theo come la persona orribile che ricordo. A volte vorrei quasi che lui fosse ancora così. Sarebbe tutto più facile, odiarlo e basta, vederlo come qualcosa che non ha mai significato niente. Come qualcuno che non ho mai conosciuto!"

Theo fece un passo indietro, sconvolto. Era così che Liam lo vedeva? Come qualcuno che avrebbe preferito non conoscere mai? Erano arrivati a questo punto? Se Theo fosse stato il tipo da piangere quando si sentiva ferito, tradito, distrutto, lo avrebbe fatto, perchè era esattamente così che si sentiva. Ma Theo non piangeva. Lui metteva soltanto le distanze. E fu quello che fece in quel momento.

Liam tornò a sedersi, un'espressione ancora piu' disperata sul viso "Mi piacerebbe così tanto poter dire questo, dire che lo penso davvero... ma in realtà se potessi tornare indietro nel tempo, l'unica cosa che cambierei... è quella risposta che non gli ho mai dato" Liam lasciò cadere la testa sulle sue braccia incrociate sulle ginocchia, finchè non sentì la mano di Hayden posarsi sulla sua schiena
"Allora dagliela, non è troppo tardi." fece lei "Ci avete messo quasi dieci anni per avvicinarvi e capire che siete praticamente fatti l'uno per l'altro, questo non è niente in confronto. Il tempo non significa niente, solo la verità."

E nel miscuglio di sentimenti, rimorsi e paure che era la testa di Liam, non potè non pensare però che Hayden avesse davvero ragione.

*
 

Theo si diresse alla sua auto senza nemmeno fermarsi a riflettere. Saltò a bordo e partì. Alzò la musica a palla per non sentire il frastuono nella sua testa, cercando ad ogni costo di non pensarci, ma piu' provava, piu' continuava a risentire la voce di Liam. A un certo punto si distrasse tanto che quasi finì fuori strada, riuscendo a tornare in carreggiata all'ultimo momento. Col cuore che pompava o per la rabbia o per la paura o per l'adrenalina, Theo decise che era ora di tracciare la linea e semplicemente tornare a casa.

Quando rientrò, vide che le luci in soggiorno era ancora accese e controllando l'ora scoprì che non erano nemmeno le 23. Quando varcò la soglia, sua madre, in vestaglia davanti alla tv con una tazza di camomilla in mano, lo guardò perplessa. "Già di ritorno, tesoro?"
Theo posò le chiavi sul tavolo e la guardò scrollando le spalle. "Non era così divertente come immaginavo"
"Nervoso per la grande partita di domani?" chiese lei con un sorriso incoraggiante.

Theo scoprì che in realtà non gli interessava più davvero. "Si una cosa del genere" però rispose.

Lei si sistemò meglio sul divano per poterlo guardare bene. "Sai... stavamo pensando di andare a cena tutti insieme una di queste sere... io, te e tuo padre... insomma, per parlare della situazione... così che tu possa essere sicuro di fare la scelta giusta senza-"

"Non ce n'è bisogno" la interruppe Theo bruscamente. "Ho già deciso"

"Tesoro, ne sei sicuro-?"

"Sì, io verrò con voi a Boston"

E salì in camera sua senza dire altro.

 

CONTINUA

 

   
 
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