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Autore: Dan13la1995    28/02/2020    0 recensioni
Liam torna nella sua città natale dopo anni, quando sua madre decide di risposarsi. Il suo più grande shock è scoprire che il figlio del suo nuovo patrigno è lo stesso ragazzo che all'epoca della scuola elementare era solito bullizzarlo, rendendo la sua vita letteralmente un inferno...
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"Qualcuno potrebbe dire che non dovrebbe voler amare la persona che lo ha distrutto. Però lui vuole amare la persona che lo ha rimesso insieme. Lo vuole, davvero, ma non può."
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: AU, Lemon | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
Capitoli:
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20. Chiedimelo di nuovo
 

C'erano grida e fischi dappertutto. L'aria era così carica di eccitazione e attesa che Liam poteva quasi sentirla bruciare sulla pelle, facendolo rabbrividire nonostante l'aria calda di quella sera di fine maggio. Mosse gli occhi lungo tutta la lunghezza del campo, dove i giocatori di entrambe le squadre stavano facendo gli ultimi esercizi prima della partita decisiva. I suoi occhi trovarono subito Theo, e fu facile, anche perchè, dopo uno scatto, era l'unico rimasto indietro della squadra.

Liam aggrottò le sopracciglia. Theo era così strano, per tutto il giorno. Dal giorno prima, in effetti. L'aveva lasciato al ballo nonostante fosse il suo passaggio, ed era stato alla larga da loro per tutto il pomeriggio, al contrario di Corey e Nolan che si erano fermati a parlare tra un esercizio e l'altro. Inoltre sembrava in qualche modo... distratto? Nervoso? Come se fosse costantemente sul punto di esplodere.

Liam era sicuro che c'entrasse quel quasi bacio della sera prima. Era stato sul punto di cedere fino all'ultimo, visto quanto lo bramava, e proprio per questo era dovuto scappare. Perchè era troppo. Troppi sentimenti, troppa tensione, e decisamente troppe persone attorno a loro. Non poteva lasciarlo accadere. Non in quel modo.

"Tutto okay amico?" gli chiese Mason, picchiettandolo dolcemente col gomito sul fianco.
"Uh?" Liam tornò bruscamente alla realtà. "Sì- cosa?" balbettò.

"La tua faccia non si adatta alla situazione" osservò Mason con un cipiglio.
"Scusa- mi ero solo distratto"
"Ho visto" rise Mason. Il suo sguardo si perse dietro di lui, e Liam si voltò verso Alec e Amber che venivano nella loro direzione, carichi di cibo e bibite.

"Tenete! Non hanno ancora cominciato per fortuna" esultò Alec sedendosi e passando pacchetti a Mason e Liam.

In quel momento l'arbitro fischiò a lungo. "Giusto in tempo" ridacchiò Amber, alzandosi e togliendosi la felpa per mostrare la canottiera della squadra.
"Indossi la maglia di Nolan?" rise Alec.

"Ben fatto sorella" canticchiò Mason in approvazione, sfoggiando a sua volta la felpa bordeaux con inciso il cognome "Bryant" a lettere cubitali.
"E' per calarmi nel contesto, e poi sto benissimo con questa addosso. Il bordeaux è di moda quest'anno" fece lei, facendoli ridere, prima di tornare a sedersi.


Liam non potè fare a meno di sentire una punta dolorosa di desiderio. Perchè non poteva avere anche lui qualcosa del genere? Perchè non poteva starsene qui coi suoi amici a tifare per il ragazzo che gli piaceva col suo nome scritto sulla schiena? Mostrando al mondo che apparteva a lui? Perchè era così maledettamente difficile fare la cosa sbagliata?

O forse era la cosa giusta? Liam non lo sapeva piu'. Ma c'era qualcosa dentro di lui, qualcosa che lo faceva sentire come sull'orlo di un precipizio. Sentiva che aveva bisogno di agire. Di fare qualcosa. Qualunque cosa. Forse era solo stanco di nascondersi. O di cercare scuse.

O forse cominciava solo a rendersi conto di quello che voleva.

*

Quando l'arbitro fischiò, Theo si lasciò andare. Era come se tutta la rabbia, il nervosismo, l'angoscia e il dolore che per tutto il giorno erano serpeggiati proprio lì, sotto la superficie, in attesa, fossero definitivamente pronti per esplodere. Iniziò a correre, il cuore che pompava a mille, cercando di perdersi tra la massa di giocatori e le grida della folla, concentrandosi sulla palla e sulla vittoria. E se poteva atterrare quanti piu' giocatori avversari possibili nel mentre, non si sarebbe trattenuto. Il lacrosse era un gioco violento, ed era proprio quello di cui aveva bisogno in quel momento.

Prese la palla e iniziò a correre a perdifiato verso la porta avversaria, scartando i giocatori. Mentre i difensori si preparavano a fargli muro, scorse con la coda dell'occhio Boyd che gli faceva cenno di passargli la palla. Lo ignorò. Atterrò con violenza uno di loro, scartando poi l'altro, e tirò a porta.


La folla esultò.

Theo sorrise compiaciuto della sua impresa, mentre alcuni dei suoi compagni vicini gli battevano il cinque. Boyd lo guardò con un cipiglio scorcertato. "Amico, questo è stato rischioso, cazzo. Io ero libero."
Theo scrollò le spalle con indifferenza. "Ho segnato no?"
Da qualche parte sentì il coach gridare e si voltò verso di lui. "Bel tiro, Raeken. Ma il gioco di squadra? Sai cos'è? O hai scartato anche quello? Un'altra mossa del genere e ti metto in panchina"

"Ma coach-" sbuffò Theo allargando le braccia.

"Niente coach, e niente colpi di testa! Segui gli schemi di gioco e basta" Poi si allontanò, lasciando Theo ancora piu' nervoso.

Alla fine del primo tempo, erano in vantaggio di due punti sulla Devenford Prep, e Theo aveva segnato la maggior parte dei goal. Raggiunse la panchina, il respiro corto e il viso sudato, prendendo una delle borracce e bevendone metà in un solo sorso, assetato

Qualcuno gli sfiorò la spalla, e prima che potesse voltarsi, Josh si sedette accanto a lui.

"Bella giocata" gli disse.

"Grazie"
Josh lo studiò per un po', mentre Theo concentrava lo sguardo sulla panchina avversaria, ritrovandosi a seguire cogli occhi Liam che si era allontanato dagli spalti per raggiungerla, abbracciando in quel momento Scott e poi Stiles. Non potè non notare il modo in cui Brett lo seguì con lo sguardo per tutto il tempo. Quella rabbia che gli scorreva dentro ribollì di nuovo, e cominciò a picchiettare nervosamente col piede sul terreno.
"Stai bene T?" gli chiese finalmente Josh, spostando lo sguardo dal suo viso corrucciato al piede in movimento e viceversa. "Mi sembri un po'.... nervoso?"
Theo sbuffò seccato "Sto bene, e starò meglio quando avrò fatto il culo a questi stronzi" rispose brusco, continuando a fissare Brett, un ghigno ancora sul viso mentre continuava a seguire Liam come fosse un pezzo di carne particolarmente prelibato

Josh gli diede una pacca sulla spalla attirando finalmente la sua attenzione. "Be' vedete di vincere allora, i miei sono fuori per tutto il weekend e sarebbe un peccato sprecare un'occasione del genere senza fare una grande festa"
Theo sorrise a sua volta. "Prepara tutto allora" fece alzandosi, mentre l'arbitro si metteva in posizione. "Perchè festeggeremo alla grande stasera"

Mentre la squadra si allontanava, Josh si alzò, ficcandosi le mani in tasca. "Ci conto!" gli gridò dietro.

Quindici minuti dopo la Deveford Prep era riusciva a pareggiare grazie a Brett, e Theo era sempre piu' nervoso. Dopo il secondo loro goal, quando si posizionarono al centro campo, Theo occupò il suo posto al centro, e Brett Talbot stavolta si posizionò proprio di fronte a lui.

Il ragazzo gli rivolse un ghigno sardonico, chinandosi in avanti, le mani sulle ginocchia "Raeken, ti sei dato una calmata?"

"Sta zitto Talbot" rispose furiosamente, imitando la sua posizione.
"A quanto pare no." rise lui "Immagino che chiederti una buona parola con Dunbar sia fuori questione allora. Stilinski mi ha detto che siete tipo fratelli ora, non è così?"
Theo sapeva che stava solo cercando di provocarlo. Era quello che sapeva fare meglio. Ma oggi era fin troppo sul limite per stare al suo gioco. Sentì di nuovo qualcosa ribollirgli dentro alla menzione di Liam. "Stai alla larga da lui" disse soltanto.
"Cosa? Non dirmi che hai una cotta per il tuo fratellino?" lo prese in giro lui, rincarando la dose. Theo non rispose, le labbra serrate, al punto che sentì i denti schioccare sotto la sua stretta ferrea, gli occhi che lampeggiavano di rabbia mentre stringeva la presa sul materiale che copriva le sue ginocchia "Be' comprensibile, cioè.... l'hai visto? Onestamente non so perchè l'ho scaricato" Il ghigno di Brett si allargò ancora di piu' "In realtà sapeva fatto il suo, sai... se capisci cosa intendo"

Fu allora che Theo non ci vide piu'. Mentre l'arbitro fischiava, scattò in avanti, atterrando l'altro con violenza, e prima che se ne potesse rendere conto, il suo pugno si scontrò contro lo suo zigomo. Non sentì piu' niente, finchè l'arbitro fischiò di nuovo, la folla che tratteneva udibilmente il respiro, e qualcuno, probabilmente un suo compagno di squadra lo allontanò di peso dal corpo di Brett.

"Sei impazzito?!" Qualcun'altro gridò mentre Brett si contorceva al suolo.

Poi l'arbitro gli fece un segno veemente di uscire dal campo e lui si divincolò bruscamente dalla presa che lo tratteneva. Il coach gli si avvicinò con gli occhi che lampeggiavano di rabbia. "Non so cosa diavolo ti passi per la testa, Raeken, ma esci subito da qui." Lo spintonò bruscamente verso la panchina. "Non voglio piu' vedere la tua faccia! Vattene negli spogliatoi e torna solo quando e se ti sarai dato una calmata!"

Theo non rispose nemmeno. Si precipitò solo verso il cancello. Josh fece per afferrarlo da una spalla ma lui lo scansò facendogli il gesto con la mano di non toccarlo.

Quando Theo dal nulla atterrò Brett, Liam, e come lui tutti gli altri, trattenne il fiato alzandosi in piedi, mentre la folla rumoreggiava e l'arbitro buttava fuori Theo. Liam seguì preoccupato la sua camminata verso gli spogliatoi, che erano proprio dietro gli spalti.

"Che diavolo gli è preso?" gemette Mason.

"Lo avrà sicuramente provocato" borbottò Amber incrociando le braccia.

Mason attirò l'attenzione di Liam colpendolo sul fianco. "Chi è quello? Lo conosci?"
Liam deglutì. "Sì... Lui... è il mio ex" sussurrò in risposta.

Amber lo guardò quando lo sentì, rotendo poi gli occhi ironica "Capisco"

Liam nemmeno la sentì, troppo preso a guardare Theo. Ad un certo punto, Theo alzò lo sguardo incontrando quello preoccupato e agitato di Liam, ma durò solo un attimo, perchè Theo si voltò subito dall'altra parte.

Liam tremò. Perchè quel solo attimo bastò a Liam per vedere pura e semplice rabbia nei suoi occhi.

*

Per un attimo sembrò che la squalifica di Theo potesse costare alla squadra la partita, la Devenford Prep riuscì infatti a portarsi in vantaggio subito dopo, ma a dieci minuti dalla fine Boyd segnò un goal e Nolan ne fece un altro subito dopo. Dopotutto anche loro avevano perso un valido elemento, Brett era infatti schiacciato sulla panchina tra Scott e Stiles con un impacco di ghiaccio secco premuto sulla guancia e l'espressione corrucciata sul viso. Quando Nolan segnò, la folla esultò impazzita. Tra il clamore generale, Liam scorse Theo, ora pulito e cambiato, seduto accanto a Josh, Tracy e Hayden. Nonostante ci fosse ancora qualcosa di aspro nella sua espressione, esultò come tutti gli altri, e quando l'arbitro fischiò la fine, decretando la vittoria della Beacon High un grande sorriso gli si formò sul viso mentre abbracciava Josh e saltava su con tutti gli altri, un boato che riecchieggiava per tutto il campo.

Liam applaudiva insieme a tutti gli altri, gridando e esultando, mentre Theo raggiungeva di nuovo la squadra. Si strinsero in un gigantesco abbraccio fatto di grida e salti e pacche sulle spalle e scompigliate di capelli. Ad un certo punto, Theo sollevò la coppa, e la squadra sollevò lui, e da allora divenne un confuso e incasinato festeggiamento.

*

Qualche tempo dopo furono letteralmente cacciati dal campo di lacrosse, e Liam sentì qualcuno (presumibilmente Josh) gridare sopra la folla che la festa si sarebbe spostata "a casa Diaz" e di "muovere il culo"

Mentre Liam e gli altri scendevano dagli spalti, Corey e Nolan li raggiunsero raggianti. Corey tirò subito Mason in un bacio e Amber saltò al collo di Nolan. "Siete stati fantastici, ragazzi!" gridò Alec battendo sulla spalla di Nolan quando si fu allontanato dalla ragazza.

"Sì, fottutamente fantastici" sospirò Mason estasiato

Corey ridacchiò.
"Quindi ora cosa? Si va da Josh?" chiese Liam, cercando sottilmente di guardarsi intorno in cerca di Theo. Sembrava già sparito però.

"Ovvio!" gridò Nolan mettendo un braccio sulle spalle di Amber.

Liam si lasciò tirare, ma non riusciva a scrollarsi di dosso la brutta sensazione che ci fosse qualcosa che non andava. Perchè Theo lo aveva evitato per tutto il pomeriggio? Perchè se n'era andato senza nemmeno invitarlo alla festa o semplicemente festeggiare insieme? Avevano parlato così tanto di questa finale per oltre un mese... no, Liam era sicuro che ci fosse qualcosa che non andava. Ed era determinato a scoprire cosa.

*

Liam ricordava che qualcuno gli aveva accennato il fatto che i genitori di Josh fossero ricchi, ma non immaginava così ricchi. Rimase a bocca aperta quando si ritrovò davanti all'immensa villa, il giardino gremito di gente che ballava a bordo piscina. Qualcuno si era perfino tuffato completamente vestito.

"Wow" Liam boccheggiò.

"Wow" gli fece eco Amber.

Mason e Corey ridacchiarono. "Forza, andiamo, prima che decidano di buttare tutta la squadra in piscina" osservò Nolan, andando avanti per primo, mentre un gruppo di ragazzi tra le grida gettava Isaac e Danny in piscina.

Si fecero strada tra la folla fino a raggiungere il giardino sul retro, dove su un lungo tavolo erano stati ammucchiati boccali di vino e bottiglie di birra e alcolici vari. Liam prese distrattamente la bottiglia di birra che Alec gli stava passando, mentre continuava a cercare Theo con lo sguardo.

"Diavolo, adoro questa canzone!" borbottò Amber "Balliamo" decise tirando Nolan avanti.
"Nessuno sta ballando" osservò lui.

"Be' qualcuno dovrà pure iniziare no?" gli sorrise lei mettendoglisi davanti. Mentre Nolan diventava improvvisamente rosso come un peperone, Alec e Corey scoppiarono a ridere alle sue mosse scoordinate.

Mason si girò verso Liam, approfittando del fatto che i loro amici fossero tutti distratti.

"Stai bene?" gli chiese preoccupato "E'... per Theo?"
"No...sì... io... non lo so."
"E' stato strano tutto il giorno, forse gli è successo qualcosa?" Mason suggerì cercando di rassicurarlo. Liam mugugnò in risposta. Non lo sapeva nemmeno lui.

"Dovresti andare a parlarci"
"E cosa dovrei dirgli? Ho la sensazione che lui mi voglia evitare" rispose mesto.
"Be' e non vuoi sapere perchè?" Liam sentiva di sapere già il perchè. Si morse il labbro nervosamente. Mason roteò gli occhi. "Potresti andare da lui e congratularti per la vittoria. È una buona scusa per attaccare discorso no?" Gli diede una leggera gomitata sul fianco. "Avete bisogno di parlare"

Liam bevve un altro sorso di birra pensieroso, poi la posò sul tavolo. "O-okay... io... andrò a cercarlo allora?" fece esitante

"Bene, noi staremo qui. Se non ti vedremo tornare, manderemo una squadra di soccorso" cercò di sdrammatizzare Mason. Liam ridacchiò nervosamente. Sperava davvero che non sarebbe stato necessario.

*

Theo era rintanato nella tranquillità della cucina di Josh, seduto sul bancone con una bottiglia di vodka, sorseggiandola tranquillamente nella speranza che riuscisse a calmarlo, quando Josh lo trovò. Il ragazzo aprì la porta e roteò gli occhi quando lo vide.
"Cazzo, eri qui! Che diavolo stai facendo qui da solo? Non so se hai notato ma la festa è là fuori" Josh mosse la testa con ironia verso la vetrata che dava all'esterno. In quel momento qualcuno lanciò Nolan e Alec (per chissà quale motivo) in piscina.

"Si ho notato" rispose Theo sarcastico portandosi di nuovo la bottiglia alle labbra "Preferisco qui"

Josh gli tolse la bottiglia dalle mani a favore di berne un sorso a sua volta.
"Sai, il tuo piccolo fratellino ti sta cercando. Mi ha chiesto dove fossi"
"Non gliel'hai detto, vero?" chiese Theo allarmato.
"Be' no, visto che non sapevo dove cazzo fossi" rispose Josh con enfasi. "State di nuovo litigando?"
Theo fece uno sbuffo "A volte penso che non abbiamo mai smesso" disse seccato. Fece per allungarsi per riprendere la bottiglia, ma Josh la allontanò. Alla faccia seccata di Theo, gli sparò un sorriso. Poi sospirò. "Posso dirti una cosa che ti sembrerà del tutto fuori carattere da parte mia?"
Theo lo guardò alzando un sopracciglio perplesso. Josh lo guardò, il sorriso che svaniva. "Non puoi essere amico e innamorato della stessa persona nello stesso momento" disse poi. Theo quasi si strozzò con la sua stessa saliva, e lo guardò quasi sconvolto senza riuscire a parlare. "Non sei esattamente una persona sottile, T" Josh sorrise di nuovo dando una scrollata di spalle e bevendo un altro sorso "E nemmeno il tuo piccolo fratellino se è per questo"

"Bene. Grandioso. Visto la verità insita nella tua improvvisa rivelazione di maturità, mi ridaresti la vodka? Ne ho chiaramente bisogno" Theo ribattè allungandosi di nuovo. Stavolta Josh gli porse la bottiglia.

"Comunque questo non vuol dire che devi stare qui a piangerti addosso. Merda, questa è l'ultima settimana che potremmo passare insieme, poi prenderai il volo con la tua mammina. Quindi mi devi la miglior settimana della mia vita, T"
Theo sbuffò una risata, scuotendo la testa. Era sul punto di rispondergli, quando la porta della cucina si aprì lentamente. Entrambi si voltarono, mentre Liam appariva sulla soglia. Il sorriso di Theo morì lentamente, guardandolo, perchè dall'espressione sofferente sul viso di Liam era evidente che aveva sentito tutto. Josh espirò drammaticamente, guardandosi intorno. "Be' io credo che tornerò fuori... a controllare che nessuno affoghi in piscina, sì... Ci vediamo in giro, T. Dunbar." fece scivolando oltre quest'ultimo uscendo.


Il silenzio calò pesante e opprimente su di loro. Theo si rigirò la bottiglia tra le mani per qualche secondo prima di posarla rumorosamente sul bancone e saltare giù. "Quindi... mi cercavi per dirmi qualcosa? O pensi di restare lì per tutta la sera?" chiese Theo brusco, senza nemmeno guardarlo.

Liam sentì la bocca spalancarsi, sgomento. "Io?" annaspò. "Forse sei tu quello che dovrebbe dirmi qualcosa?"

Theo lo guardò freddamente "Io non ho niente da dirti"

Liam sentì un brivido attraversargli il corpo. Che diavolo-? "Quindi è così e basta? Tu- te ne stai andando davvero?"
Theo scrollò le spalle indifferente. "Be' sapevi che era nelle mie intenzioni"
"M-ma... non hai piu' parlato e ho pensato che avessi deciso di restare alla fine" Liam balbettò, l'espressione tesa.

Theo fece una mezza risata amara "Magari non te ne ho parlato perchè non penso che ti riguardi, non credi?"

Liam non sapeva cosa facesse piu' male. Le parole di Theo o il modo in cui Theo gli stava parlando, come se non contasse nulla.
"Quindi cosa? Avevi intenzione di andartene così?! Senza nemmeno dirmelo? Senza nemmeno salutare?" sbuffò suonando incredulo, sconcertato e ferito allo stesso tempo

"Si erano proprio queste le mie intenzioni, Liam" sbottò Theo. "Ora, se vuoi scusarmi-" Theo fece per scavalcarlo, ma Liam lo tirò indietro con una forte spinta sul petto

"Che diavolo-?! Perchè fai così? Sei arrabbiato con me? Ti ho forse fatto qualcosa?!" sbottò a sua volta.

Theo sbuffò una risata amara. Liam lo guardò ancora piu' sconcertato. Non ci stava capendo piu' niente.

"No Liam, non hai fatto niente" Theo rispose ironico. Poi la voce si riempì di risentimento spingendo bruscamente Liam a sua volta "Mi stai soltanto rovinando la vita!"

Liam si pietrificò, un'ondata di gelo che gli percorse il corpo, le mani ancora sospese a mezz'aria. "P-perchè parli così adesso? Io- io credevo che fossimo amici!" fece debolmente. Sentiva che il cuore stava per uscirgli dal petto, le lacrime che premevano ai lati degli occhi per uscire.

Theo sbuffò di nuovo seccato, prima di fare un passo avanti minaccioso. Liam ne fece uno indietro mentre Theo iniziava a sbottare arrabbiato e senza controllo, ogni muscolo del suo viso teso come se ogni parola gli provocasse dolore "Ascoltami, noi non saremo mai amici! Io non sarò mai tuo amico, non voglio essere tuo amico! Sono così dannatamente stufo di stare male per colpa della tua cazzo di indecisione! Tu mi piaci, ti rendi conto di quanto cazzo è doloroso per me averti attorno? Un giorno stai per baciarmi, l'altro mi spingi via, sai quanto mi confondi?" Qualcosa nella voce di Theo si ruppe. Gli occhi di Liam si riempirono di lacrime. Theo inspirò pesantemente, la voce che ora tremava "Io... non so piu' come comportarmi. Quindi sì, me ne vado, e sì, sto scappando. Perchè è meglio di tutto questo!" Poi Theo allargò le braccia in segno di resa "Quindi, fai quello che desideri tanto... lasciami tornare ad essere qualcuno che non hai mai voluto conoscere, e solo... sta alla larga da me!"

Qualcosa nelle ultime parole di Theo lo aveva sconvolto a tal punto che non protestò quando Theo gli passò accanto colpendolo forte alla spalla e uscendo dalla cucina. Liam restò lì, il cuore che pulsava dolorosamente, le lacrime che cominciavano finalmente ad uscire, la mente che risuonava con la voce di Theo.

Fai quello che desideri tanto... lasciami tornare ad essere qualcuno che non hai mai voluto conoscere.

Come diavolo era venuta in mente a Theo una cosa del genere? Pensare che lui preferisse non averlo mai conosciuto.... All'improvviso Liam si scosse, camminando veloce verso la porta di casa e guardando freneticamente tra la folla, la vista appannata dalle lacrime e una voragine nel petto.

Ma Theo era sparito di nuovo.

*

Mason lo trovò oltre un'ora dopo seduto al buio ai piedi di un letto in una delle stanze al piano di sopra. Qualcosa aveva suggerito a Liam che fosse la stanza di Josh, non che avesse prestato molta attenzione. Se fosse stato il bagno o la sgabuzzino, sarebbe andato bene comunque. Voleva solo ranicchiarsi su se stesso e piangere fuori tutto il suo dolore, tutta la rabbia e l'angoscia.

Mason sospirò quando entrò, a metà tra il sollevato di averlo trovato e l'angosciato perchè non doveva essere un bello spettacolo. Liam aveva sollevato gli occhi pieni di lacrime, il labbro inferiore tremante su di lui e Mason si era semplicemente avvicinato, sedendosi in terra accanto a lui e abbracciandolo. Liam nascose il viso contro la sua spalla, iniziando di nuovo a singhiozzare, mentre Mason gli accarezzava la schiena con fare confortante. Mason non gli fece domande, lo lasciò solo piangere e rimase lì finchè i singhiozzi non si trasformarono in un caldo e ansante respiro. Probabilmente era l'unica cosa di cui aveva davvero bisogno.

Qualche minuto dopo, o forse era passata qualche ora, Liam non ne era piu' sicuro, la testa dolorante e annebbiata dalle lacrime, qualcuno aprì improvvisamente la porta e accese la luce, in un modo che gli fece quasi male agli occhi. Lui e Mason si voltarono insieme solo per vedere Theo, chiaramente ubriaco, che tirava Danny per una mano.

Danny si fermò sui suoi passi, imbarazzato. Theo anche almeno ebbe la prontezza di bloccarsi e sembrare sorpreso. Poi fece un ghigno, strascicando la voce mentre parlava. "A quanto pare questa stanza è già occupata"
Mason stava alternando lo sguardo tra lui e Liam, quasi in attesa dell'esplosione, poi Liam si alzò e lui lo imitò.

Questo era decisamente troppo. Sentiva la rabbia farsi strada tra il dolore e il rimpianto, risalendo velocemente in superficie. Voleva solo andarsene prima di fare qualcosa di cui si sarebbe pentito poi. "Andiamoce, Mase, qui sta diventando troppo affollato" disse secco, mentre Danny tirava via Theo dalla soglia. Mentre si allontanava lungo il corridoio con Mason alle calcagna, sentì chiaramente Theo fare uno sbuffo esageratamente esasperato. E' ubriaco, non dargli peso.

"Sì, evita la situazione, scappa come al solito... è quello che sai fare meglio, no, Dumbar?" gli gridò dietro Theo. Liam si fermò sui suoi passi, la rabbia che montava, facendogli di nuovo inumidire gli occhi, e prima che potesse rendersene conto stava correndo indietro, ignorando Mason che cercò di fermarlo, e un attimo dopo il suo pugnò si scontrò contro la mascella di Theo, che cadde all'indietro a peso morto. Serrò la mascella, guardandolo con rabbia e strinse i pugni lungo i fianchi, una lacrima che gli scendeva lungo la guancia, incurante che Danny fosse lì, incurante di tutto. "Io... ti odio!" gli gridò, prima di girare i tacchi e andarsene una volta per tutte.

Theo rimase lì, col viso a terra. Danny si era chinato su di lui preoccupato, ma era come se non esistesse. Theo sentiva le lacrime scendergli lungo le guance, e faceva così dannatamente male.

E non sicuramente per colpa del pugno.

*

Come sapeva che sarebbe successo, la rabbia non durò molto. Dopo una notte di sonno, tormentato, e una domenica a piangersi addosso, sfumò lentamente in rimpianto e vergogna. Liam lo sapeva che aveva ben poco per cui avercela con Theo. E' vero, l'aveva evitato dal nulla e all'improvviso, aveva deciso di andarsene senza nemmeno dirglielo e poi gli aveva parlato come se Liam fosse una persona qualunque lungo la sua strada, tanto quanto il tizio che si stava per scopare davanti a lui. Però lui lo aveva letteralmente fatto impazzire probabilmente per mesi.

Non era affatto vero che odiava Theo, probabilmente era la bugia meno convincente che avesse mai detto a qualcuno o a se stesso in tutta la sua vita, e quel pugno aveva fatto male piu' a lui che a Theo forse. Ma era comunque difficile passare sopra all'orgoglio ed essere il primo a chiedere scusa.

Theo poi non gli rese affatto le cose facili, perchè né lunedì, né martedì si presentò a scuola. Seduti con Josh durante la pausa pranzo colse il ragazzo dire a Tracy qualcosa tipo "sta facendo i bagagli" e capì che parlavano di Theo. Ebbe la nausea tutto il pranzo poi e non riuscì a mangiare piu' niente.

Quella notte non chiuse occhio.

Il giorno dopo perfino la Finch sembrò voler rincarare la dose. A fine lezione lo chiamò porgendogli la sua relazione, una vistosa B rossa che spiccava in cima al foglio. Lui la guardò sorpreso, alzando poi lo sguardo sulla Finch che stava sorridendo. "Qualunque cosa tu abbia fatto, continua a farla anche il prossimo anno, mi raccomando" gli disse. Liam deglutì, ma annuì e basta. Cos'altro poteva dire? Che stava lasciando andare quella cosa a 1000 km da lui?

Che stava lascando andare l'unica persona al mondo che l'avesse mai capito, apprezzato, amato per ciò che era, senza filtri, senza trucchi, senza maschere?

Non riuscì ad alzarsi dal letto il giovedì. Quando Paul e Jenna la sera gli chiesero se volesse andare con loro dai Morgan a salutarli, a salutare Theo, disse di no, che lo avrebbe fatto il giorno dopo. Ma era una bugia.

Se ne restò a casa anche venerdì, era l'ultimo giorno di scuola, ma non era esattamente in vena di festeggiamenti e stupidi giochi, consapevole che da lì a poche ore Theo sarebbe partito per sempre.

E non riusciva a smettere di guardare l'orologio. Mancavano solo due ore...

Un bussare alla porta lo fece sussultare e si voltò mentre Mason faceva capolino. "Hey"
"Hey" gli fece eco il suo miglior amico, sedendosi accanto a lui sul letto. "Come stai?"

Liam scrollò solo le spalle, lasciando prolungare il silenzio. Poi Mason parlò. "Oggi Theo è venuto a scuola" disse soltanto, secco, come se stesse cercando di strappare il cerotto il piu' velocemente possibile. Liam lo guardò esitante. "Voleva salutare tutti, ha detto"

Liam si morse il labbro. "Ha... ha chiesto di me?" deglutì. Mason non rispose. Gli occhi gli si riempirono di nuovo di lacrime, e seppe che della rabbia non era rimasto proprio niente. "Io... non capisco dove ho sbagliato" biascicò.

"Li..." sospirò Mason.
"Non sai come mi ha guardato, Mase. Come mi ha parlato" ricordò, sentendo la stessa angoscia di quel momento. "E quando mi ha detto che sarebbe tornato ad essere qualcuno che non ho mai voluto conoscere... Io non so nemmeno come gli è venuta in mente una cosa del ge-" Poi sbarrò gli occhi. Perchè sapeva come era successo. "Dio, è quello che ho detto ad Hayden!" esclamò sconcertato.

"Hayden? Che c'entra Hayden adesso?" chiese Mason confuso.

"La sera del ballo, sugli spalti." Liam si alzò in piedi cominciando a camminare per la stanza in preda al panico. "Ho detto a Hayden che se avessi potuto tornare indietro nel tempo, avrei voluto non conoscerlo mai" Si fermò davanti a Mason "Deve avermi sentito...?"

"Li, ma che cazzo..!" lo rimproverò Mason, battendosi le mani sulle ginocchia. "Non guardi mai i film, non lo sai che quando dici qualcosa del genere, è scontato che qualcuno stia origliando?"

"Ma non c'era solo questo!" protestò Liam, ignorando la sua battuta "Io ho detto che avrei voluto riuscire a pensarla così, ma che se in realtà avessi potuto tornare indietro, avrei solo voluto dargli quella stramaledetta risposta!"
"Allora dagliela, cazzo!"

Liam si sedette di nuovo, pensieroso e depresso, e Mason per tutta risposta si alzò di scatto.

"Okay ora Liam devi starmi a sentire!" Lo prese per le spalle attirando la sua attenzione parlando piano e attentamente come si farebbe con un bambino "Perchè io sono il tuo migliore amico e sono stufo di vederti piangere addosso ok?! Che diavolo stai facendo qui?! Dovresti mandare al diavolo tutto e correre da lui! Digli quello che provi! Vuoi veramente che se ne vada così?" Liam lo fissò a occhi spalancati. Mason roteò gli occhi e continuò esasperato "Ti sei innamorato di una persona così incredibile che ti ha cambiato, ti ha fatto finalmente credere in te stesso, una persona così incredibile che era disposta a rinunciare a tutto, ad andare perfino contro chi ama per te, a migliorarsi per te! E so cosa dirai ora, ma tua madre... Paul... non hanno niente da dire in questo... è la tua vita! E se anche ce l'avessero... loro sono i vostri genitori! Vorrebbero che foste felici, ne sono sicuro! Potete trovare un modo che non sia quello di mettere 1000 miglia tra voi! Li..." Mason fece una respiro "ti ho detto che non potevo dirti cosa fare, ma non posso starti a guardare mentre ti distruggi con le tue stesse mani... C'è una persona là fuori che ha bisogno di te quanto tu di lui, e che... mi sembra assurdo dirlo, ti completa e ti rende felice! Sai quante persone vorrebbero una cosa del genere nella loro vita? Non lasciarlo andare via così, ti prego, ti prego!"

Fu come se un interruttore scattasse improvvisamente nella sua testa. Dio, era così fottutamente stupido! Non poteva crederci che stesse seriamente per lasciare Theo andare via senza dirgli almeno la verità, senza dirgli quello che provava veramente. Niente nel suo stupido orgoglio poteva reggere il confronto. Theo l'aveva cambiato, Theo era cambiato, l'aveva protetto, l'aveva aiutato, gli era stato accanto e l'aveva ascoltato come nessuno aveva mai fatto, come se contasse davvero qualcosa. Nonostante il suo rifiuto, non aveva mai smesso di pensare al suo bene. Aveva lasciato la sua casa perchè avesse il suo spazio, aveva proposto di provare ad essere amici nonostante lo facesse soffrire perchè a Liam mancava, e ora era disposto a lasciare tutto e tutti sempre per colpa sua. E Liam? Cosa aveva fatto per lui? Non era nemmeno riuscito ad essere sincero, nemmeno una volta. E Theo meritava la verità. Theo che era sempre stato solo, Theo che aveva tenuto sempre tutti a distanza per paura di soffrire, Theo che si era sempre nascosto dietro un muro di indifferenza, Theo che in realtà era la persona migliore che Liam avesse mai incontrato, meritava di sapere che qualcuno lì fuori lo amava, lo amava davvero.

Liam si alzò di scatto, e Mason lo guardò allarmato, temendo che fosse uscito di testa del tutto.

"Mase" lo chiamò, la voce carica di tensione "Quando hai detto che è di preciso l'aereo?"

Mason rilasciò una risata sollevata mista a un esulto, mentre si alzava a sua volta e tirava fuori il cellulare. "Okay" fece qualche secondo dopo "L'unico volo per Boston di oggi parte da Los Angeles tra quaranta minuti"
Liam lo guardò sconvolto "Non ce la faremo mai"
"Stai zitto" Mason lo tirò per il polso verso la porta senza troppe esitazioni "Spero che tu non abbia paura della velocità"

*

Liam solitamente sarebbe stato terrorizzato dalla folle velocità a cui Mason percorse quei chilometri che li separavano dall'Aereoporto di Los Angeles, ma al momento era impegnato a dare di matto internamente per ben altri motivi. Continua a guardare l'orologio, proteso in avanti sul sedile incapace di rilassarsi e battendo nervosamente con le mani sul cruscotto. Quando Mason inchiodò davanti al terminal delle partenze, aprì lo sportello scendendo e poi voltandosi verso l'amico.
"Cosa farai ora?"
"Credo tornerò indietro" rispose Mason con un sorriso.
"Cosa?" chiese Liam confuso. "E come-?"
"E' il mio modo per dire che spero che le cose ti vadano bene! Però se avessi bisogno, chiamami e lo sai, verrei a prenderti ovunque"

Liam sorrise al suo migliore amico quasi commosso "Grazie, Mase... per tutto"
"Figurati, ora corri e vai a prenderti il tuo uomo!" Liam sorrise, prima di ubbidire.

Se c'era una cosa di cui era grato, era che dai tempi in cui praticamente quasi ogni mese veniva in quell'aereoporto con suo padre, niente era cambiato. Così corse a perdifiato attraverso l'entrata e la folla e andò direttamente allo sportello informazioni, senza esitazioni.
Quando apparve come una furia davanti alla ragazza dietro al bancone, lei era impegnata a parlare al telefono. "Mi scusi!" la chiamò
"Attenda un momento" gli fece cenno lei distrattamente
Liam battè impazientemente sulla superficie con le mani "E' urgente, quando parte il volo per Boston?" insistette sporgendosi in avanti. Lei lo guardò per un momento seccata prima di roteare gli occhi "Attenda un momento in linea" fece al telefono, prima di digitare qualcosa sul computer. Guardò poi Liam, e poi verso la grande vetrata che si affacciava sulla pista. "Mi spiace" fece lei con un sorriso mesto, indicando fuori "Sta partendo proprio in questo momento" Liam si voltò giusto in tempo per vedere l'aereo prendere il volo dopo una lunga rincorsa, mentre nello stesso istante qualcosa in lui sprofondava. Era arrivato troppo tardi. Come ogni dannata volta.

Sentì vagamente la ragazza chiedergli se voleva prenotare un nuovo volo, ma lui non rispose, allontanandosi a passi lenti verso la vetrata. Continuava a fissare l'aereo che diventava sempre piu' minuscolo man mano che si allontanava, minuscolo come le possibilità che avrebbe avuto ancora di rivedere Theo. Sembrava già così lontano... Liam appoggiò la fronte contro il vetro freddo. "Merda" mugugnò a bassa voce, trattenendo a stento la frustrazione, frustrazione verso se stesso. Perchè aveva aspettato l'ultimo secondo? Era stato uno stupido, un idiota, un fottuto stronzo, terrorizzato, testardo e orgoglioso, e ora era troppo tardi.

Continuava a pensare alle mille cose che avrebbe fatto se fosse stato davvero capace di tornare indietro nel tempo, ma la ragione per cui era a quel punto ora era solo lui. Era stata colpa sua, non si sarebbe ritrovato a desiderare di tornare indietro se avesse fatto quello che andava fatto, quello che si sentiva di fare, al momento giusto! Strinse i pugni lungo i fianchi, tremando, sentiva solo il bisogno di colpire qualcosa, qualunque cosa...

"Liam?"

Quando sentì la voce di Theo alle sue spalle, ebbe quasi un infarto. Era sicuro di star avendo le allucinazioni, ma si voltò comunque. E davanti a lui c'era Theo, una borsa su una spalla e l'altra mano che tirava una valigia, e lo guardava con la testa leggermente piegata e un'espressione quasi perplessa. Ed era fottutamente reale.

"Theo..." fece quasi senza fiato, guardandolo con gli occhi spalancati e la bocca semi aperta, il cuore che batteva all'impazzata. "Sei qui... io-" Si voltò brevemente a guardare il cielo prima di tornare a lui "L'aereo... credevo...-" Non gli sembrava vero.

Theo sospirò sconfitto, facendo sciovolare la pesante borsa a tracolla in terra. "Io... non ce l'ho fatta a salire alla fine"
 

Il cuore di Liam accellerò ancora di piu'. Fece un passo verso di lui esitante. "Porca puttana" sospirò senza fiato, così a bassa voce che sembrò piu' che parlasse a se stesso "Non ci posso credere che sei davvero qui"

"Liam, perchè sei qui?"

Qualcosa nell'espressione di Liam cambiò, passando dallo sbalordito al determinato. E semplicemente cominciò a camminare, coprendo a grandi passi, prima incerti, poi più fermi, la distanza tra di loro. Theo lo guardò avvicinarsi, spalancando gli occhi all'espressione ferma dell'altro e ritraendosi, quasi temendo che Liam volesse mollargli un altro pugno. Ma non ebbe davvero tempo di preoccuparsene perchè Liam accellerò il passo alla fine e in un attimo fu su di lui, lo afferrò per la nuca, tirandolo contro di lui e facendo incontrare bruscamente le loro labbra. La valigia che Theo teneva ancora nell'altra mano cadde a terra con un tonfo mentre lui barcollava leggermente indietro, preso alla sprovvista. Il suo shock durò solo qualche secondo, perchè poi finalmente realizzò che Liam lo stava baciando. E pensò che era ora, cazzo. E allora tutto sparì e Theo potè solo baciarlo in risposta.

Le sue mani si avvinghiarono al tessuto sui suoi fianchi, scivolando poi sulla schiena, tirando Liam ancora piu' vicino se possibile, mentre Liam gli cingeva completamente con le braccia il collo, alzandosi sulle punte dei piedi. E si baciarono, ancora e ancora. E mentre sentiva Liam tremare tra le sue braccia, le labbra che memorizzavano ogni piccolo dettaglio di quelle dell'altro, le lingue che si cercavano, si intrecciavano salvando il suo sapore, le mani che si trattenevano a vicenda, avide, o forse solo spaventate, che l'altro potesse scappare via, sparire da un momento all'altro, di nuovo, Theo pensò che non si era mai sentito così in vita sua. E che forse era valsa la pena aspettare.

Liam stava baciando Theo, lo stava baciando e avrebbe voluto continuare a farlo, in quell'aereoporto stracolmo di gente. E il mondo non si era fermato, non era imploso, perchè non c'era niente di fottutamente sbagliato, ora lo sapeva. Era tutto perfetto. Era tutto giusto. E aveva bisogno che Theo se lo sentisse dire.

Si baciarono finchè tutto cominciò a girare, finchè non ebbero seriamente bisogno di respirare, e anche allora si allontanarono solo di qualche pollice, i loro respiri spezzati e ansanti che si mescolavano. Gli occhi di Theo brillavano quando incontrò quelli di Liam, che lo fissò in risposta, nonostante il viso in fiamme. Aveva bisogno di dirlo ora. Deglutì, cercando di riprendere fiato e ritrovare la voce.

"La domanda..." ansimò, senza smettere di guardarlo, le mani che scivolarono a stringersi sul tessuto che copriva il petto di Theo. "La domanda... che mi hai fatto quella sera..." ripetè piu' convinto "fammela di nuovo"

Theo lo guardò confuso solo per un attimo, prima di capire. Il suo viso si tese leggermente, mentre aumentava la presa attorno ai fianchi di Liam. Anche Theo deglutì udibilmente.
"Tu..." sussurrò, anche lui ancora ansante "Sei innamorato di me?" chiese poi. I suoi occhi erano lucidi ora, e c'era una nota di disperazione mista a speranza nella sua voce, mentre continuava a fissare Liam come se non volesse piu' smettere di bearsi di quella vista.
Liam rilasciò un respiro, lasciandosi andare a un sorriso e annuendo subito "Si.. sì, sono innamorato di te!"

Finalmente il sorriso esplose anche sul viso di Theo, e spostò una delle sue mani sulla nuca di Liam, tirandolo dentro per un altro bacio. Stavolta fu più lento, più dolce e meno bisognoso. Si presero il tempo, lasciando le labbra scivolare le une su quelle dall'altro, mordicchiando e succhiando, senza smettere un secondo di sorridere. Alla fine, lasciarono riposare le loro fronti l'una contro l'altra. "Io.. mi dispiace.. se ci ho messo così tanto..." fece Liam lentamente.

"Liam.."
"No, ascoltami..." Liam prese un respiro "Ero così spaventato all'idea di deludere le persone a cui tengo, e lo sono ancora..." La sua voce si spezzò, lacrime che scivolarono fuori lentamente "ma voglio trovare un modo perchè possa funzionare, perchè tu sei altrettanto importante per me, e non voglio perderti. E non è vero che avrei preferito non conoscerti! Io... il giorno in cui ho conosciuto te... il vero te... io penso di aver trovato anche me stesso. E non voglio scappare piu'."

Theo lo guardò come incantato e sopraffatto, e lo tirò in un abbraccio mozzafiato. "Cazzo, sono così innamorato di te" ammise lentamente contro la sua spalla. Liam si strinse a lui come se ne valesse la sua vita. "Te lo prometto, troveremo un modo perchè funzioni, Li. Sei bloccato con me ora"

"Si.." Liam rise tremante contro la sua spalla. E se qualcuno in futuro gli avesse chiesto cosa fosse per lui la vera felicità, avrebbe detto che era in quel momento, lì con Theo, e nessun'altro.

*

Non erano pronti ancora a tornare a casa, e a dare spiegazioni. Decisero di prolungare ancora un po' quel momento di pace e perfezione. Mentre il sole tramontava, presero il primo autobus che trovarono per Riverside, seduti in silenzio, appoggiati l'uno all'altro, godendosi finalmente la compagnia reciproca con il cuore piu' leggero. Una volta a casa, salirono sul pick di Theo, guidando senza metà finchè non si decisero di fermarsi a Lookout Point, nello stesso punto in cui parecchi mesi prima si erano fermati a guardare le stelle. Mentre il cielo si faceva sempre piu' scuro, restarono distesi sul retro del pick-up, la testa di Liam posata sul petto di Theo ad ascoltare il ritmo costante del suo cuore, mentre lui gli cingeva le spalle, giocando coi suoi capelli.

"Cosa faremo coi nostri genitori?" chiese ad un certo punto Theo, la voce bassa mentre spostava il viso dalle stelle a Liam. Liam alzò il viso per guardarlo. "Dovremmo dirglielo" aggiunse.
"Sì dovremmo" sospirò Liam "Ma credo... dovremmo aspettare? Voglio dire... vedere se le cose funzionano...?" Liam fece esitante prima di sorridere "Sai, potresti anche stancarti di me tra qualche settimana" scherzò.
Theo rise "Non mi stancherò mai di te" disse poi, avvicinando il viso al suo "Te l'ho detto, sei bloccato con me ora" Theo intrecciò il suo sguardo col suo, tornando lentamente serio.

Liam colse un'improvvisa ombra di esitazione "Che c'è?" sussurrò.

"Io... Non lo so, ho come... paura... ogni volta che voglio baciarti, ho paura che tu fugga via da me, di nuovo" ammise Theo. Liam sentì il petto stringersi e per tutta risposta si sporse in avanti, catturando le sue labbra con le sue. Theo alzò la mano libera, che finora era rimasta adagiata sul suo petto, per cingergli la guancia e tirarlo vicino. Ben presto il bacio, dapprima lento e cauto, si fece piu' caldo. Theo si spostò, spingendo Liam in modo che ora fosse sdraiato sulla schiena, librandosi sopra di lui, e inchiodandolo al fondo del pick-up con un bacio piu' bisognoso. Liam gemette contro le sue labbra mentre gli cingeva le spalle. Tremò leggermente quando Theo fece scivolare lentamente le mani sotto la sua maglia, sfiorando la sua pelle calda all'altezza dello stomaco. Theo si spostò piu' vicino, facendo incontrare i loro fianchi e strappando a Liam un altro gemito tremante. La presa di Liam si allentò sulle sue spalle e Theo separò le loro labbra, lasciando, ora quasi preoccupato, vagare lo sguardo sul suo viso arrossato e teso. "Scusa..." mugugnò.

Liam deglutì, il cuore che gli pulsava nel petto. Non si sentiva pronto per quello, ma... probabilmente Theo lo voleva, e lui non poteva essere da meno. "E'-e' okay" balbettò, arrossendo ancora di piu'.

Per tutta risposta, Theo lasciò cadere la testa sulla sua spalla, cercando di riprendere fiato e controllo. Lasciò andare una mezza risata affettuosa "Non devi dirmi così solo perchè vuoi farmi contento, stupido" Alzò di nuovo la testa, guardando Liam serio "La tua prima volta... la nostra prima volta.... non sarà sul cassone del mio stupido pick-up." Gli sorrise lasciando scorrere delicatamente una mano tra i suoi capelli. Liam chiuse gli occhi al contatto mentre Theo posava la fronte contro la sua "Sarà speciale"

Liam lo tirò si nuovo giù per un bacio, e avrebbe continuato a farlo per tutta la notte probabilmente, se il suo cellulare non avesse preso a vibrargli contro la coscia. Entrambi gemettero in segno di protesta, però Theo si separò da lui, puntellandosi sulle braccia per dargli modo di prendere il cellulare.

Liam alzò lo sguardo su Theo allarmato "Merda, è mia madre"
"Be' rispondi!"
Liam rispose, e improvvisamente sua madre gli stava gridando nell'orecchio. E probabilmente non aveva tutti i torti, era sparito da casa nel pomeriggio e ora era quasi mezzanotte.

"Si, mi dispiace- non sono morto in un fosso, mamma, altrimenti non starei rispondendo al telefono!" gemette. Theo rise silenzioso, guardandolo dall'alto. "Sì, ok- no- io- no, sono con Theo"
Sua madre boccheggiò al telefono. "Sei a Boston?"

All'improvviso Liam ricordò che effettivamente Theo doveva essere dall'altra parte del paese, e che forse sarebbero dovuti tornare a casa e parlare delle novità. "No! Io non sono-" Sospirò stancamente. "Ti spiegheremo dopo"
"E tra quanto sarebbe dopo?" sbottò lei esasperata. Poteva quasi immaginarsi il modo in cui il suo sopracciglio si era alzato
"Mezz'ora?" tentò Liam

"Liam!"
"Okay okay, dieci minuti!" si arrese alla fine sconfitto.

"Sarà meglio!" concluse Jenna minacciosa, prima di chiudere la chiamata. Liam lanciò drammaticamente il telefono, tornando a guardare Theo che ancora rideva sopra di lui.
"Sei nei guai" lo prese in giro.

"Hey, guarda che torni a casa anche tu!"
"Be' ma io sono il figliol prodigo che torna a casa dopo taanto tempo" scherzò lui con un sorriso "Saranno troppo felici per arrabbiarsi con me"

"Dio.." Liam sospirò buttando di nuovo le braccia attorno al collo di Theo "Me ne sto già pentendo"

Theo sorrise avvicinandosi a sua volta "Sei un pessimo bugiardo, Dunbar" E posò due baci leggeri sulle sue labbra. Poi lo guardò affettuosamente. "Che ne dici? Torniamo a casa?"


Liam gli sorrise "Torniamo a casa"
 

CONTINUA

 

   
 
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