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Autore: MagiaOscura    28/02/2020    1 recensioni
Rose Weasley è la primogenita di Ron Weasley e Hermione Granger. Già dalla tenera età presenta un carattere altruista, ma sapeva essere autoritaria quando serviva.
Il Signore Oscuro ormai è morto da 19 anni, ma sono sopravvissuti alcuni suoi sostenitori incrollabili, e purtroppo anche lei come i suoi amici e parenti avrà numerosi ostacoli da affrontare.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Albus Severus Potter, Hermione Granger, Rose Weasley, Scorpius Malfoy, Victorie Weasley | Coppie: Draco/Astoria, Harry/Ginny, Ron/Hermione, Rose/Scorpius, Teddy/Victorie
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Le lezioni erano già cominciate, e Rose si trovava a suo agio con tutti i professori. Solo il professor Lumacorno non la convinceva del tutto, a causa delle sue marcate simpatie verso gli studenti che provenivano da famiglie agiate o che in qualche modo fossero legate a lui.
Aveva stretto amicizie con tutti i Grifondoro del suo anno, ed era parecchio simpatica anche agli studenti più grandi. Per quanto riguarda Albus, col cugino si salutava calorosamente ogni volta che si vedevano, e anche se erano rivali di Dormitorio, lo aiutava anche coi compiti. E proprio in uno di quei giorni il ragazzino le chiese una mano.
“Senti, io vedo Delphi parecchio strana ultimamente. Anche Scorpius, ma lui è strano di suo. Non è che ti andrebbe di darmi una mano?”
“Aspetta…mi stai dicendo di spiare una tua compagna solo perché ti sembra strana?” chiese perplessa Rose a Albus, che quasi si offese per la reazione della cugina.
“Non spiare…diciamo scoprire cosa stiano facendo. Ultimamente si sono isolati dal gruppo insieme a un’altra lunatica. Cioè, non dico che siano all’improvviso diventati come Goyle e gli altri…ma sono strani. Dai, sei brava a impicciarti negli affari altrui” la supplicò Albus, ottenendo il risultato non desiderato.
“Veditela da solo se per te sono soltanto un’impicciona. Ciao” rispose Rose innervosita, dirigendosi verso il dormitorio dei Grifondoro.
Era ancora offesa per le parole di Albus, quando vide Delphi e Scorpius insieme a una ragazzina dei Serpeverde del primo anno, dall’aria piuttosto malaticcia e pallida e, pur pensando al farsi i fatti suoi, ,ma ebbe lo stesso quel moto di curiosità che raramente si placava se prima non scopriva ciò che desiderava, e allora li seguì.
“Ho…paura…non voglio…mi farà troppo male…restate insieme a me” diceva la ragazzina che Rose non conosceva con tono di supplica.
“Questa l’ha preparata mio padre, l’ha modificata un pochino in modo che non sia così amara…sarà dolce” rispose Scorpius alla ragazzina, mostrandole una fiala che sicuramente conteneva una pozione.
Rose sapeva che il padre di Scorpius, Draco Malfoy, fosse un potente quanto abile mago, esperto in pozioni così come in sortilegi oscuri, e quindi si preoccupò per la misteriosa ragazzina, pur avendo cercato fino a quel momento di evitare pregiudizi sui Malfoy, anche su richiesta di Victoire qualche giorno prima.
La ragazza seguiva il trio in completo silenzio, per evitare di venire scoperta, ma a primo impatto non le diedero nessuna preoccupazione. Voleva soltanto capire a quale pozione si riferisse Scorpius. I ragazzi arrivarono al parco del castello, da soli. Erano le cinque di pomeriggio, e tra un’ora tutti gli studenti sarebbero dovuti rientrare.
“Rose! Che cosa fai? Dovresti stare al dormitorio!”
Era Neville Paciock, professore di Erbologia e amico di famiglia dei Potter e dei Weasley. Rose pensò di maledirlo, e lo avrebbe fatto se non fosse un professore e il capo dei Grifondoro. La chiamò a voce abbastanza alta da mettere in allarme anche Scorpius, Delphi e la misteriosa ragazzina.
“Ni…niente…Nev…Professore. Stavo prendendo aria fresca, si. Torno al dormitorio” disse con voce poco covincente, andandosene a passo veloce.
“E voi? Cominciate a andare nei vostri dormitori, altrimenti avvertirò il professor Lumacorno” disse Neville, rivolto al trio Serpeverde.
“Dunque prendeva aria fresca quella vipera, giusto?” disse Delphi, leggermente alterata.
“Delphi, non ti arrabbiare. Non mi piace vederti arrabbiata” disse la ragazzina malaticcia a Delphi.
“No, Antaresis. Sospetta qualcosa, e sai cosa succederà…lo zio Draco e Pansy ne parlano spesso. Eppure mi era pure simpatica quella lì sul treno”
Scorpius nel frattempo guardava pensieroso proprio dove qualche minuto prima c’erano Rose e Neville.
“Mio padre dice sempre che Paciock è un sempliciotto, mentre la madre di quella lì diventerà ministro un giorno, Ne è convinto”
“Ministro o no è meglio toglierle il vizio di intromettersi negli affari che non la riguardano. Ci seguirà di nuovo, e poi…”
“Delphi…no…” provò a parlare Antaresis, ma fu zittita da Delphi che la strinse al petto, accarezzandole delicatamente la testa.
“E’ necessario. Non ti preoccupare, solo per spaventarla”
Rose stava tornando al dormitorio leggermente turbata da quanto aveva visto, ma si imbattè in Albus. Quest’ultimo le andò incontro, ma la ragazza era ancora offesa per le parole del cugino.
“Allora, scoperto qualcosa?” chiese frettolosamente Albus
“Che ne sai dove sono stata, Albus?” rispose stizzita Rose
“Ma dai…ti conosco bene. Sei stata lì, cosa hai scoperto?”
“Arrivederci. Parlami quando imparerai un tono più gentile o se scoprirò qualcosa per la quale potresti rimanere in qualche modo danneggiato”
Rose se ne andò a passo svelto verso il dormitorio, lasciando Albus perplesso alle sue spalle. Il cugino le diceva più e più volte che fosse incredibilmente permalosa, ma lei non si reputava tale. Ha sempre risposto a tali accuse dicendo che voleva soltanto essere trattata con rispetto. La ragazza decise che avrebbe provato a uscire di nascosto dal dormitorio, a costo di rimetterci qualche punto.
Giunsero le dieci di sera e la ragazza provò a rovistare nel dormitorio maschile di James, che dormiva come un ghiro, senza aver ovviamente studiato, così come i suoi compagni.
“Ma dove lo mette il mantello dell’invisibilità questo?” borbottò tra sé Rose.
Ci fu un rumore e Rose sussultò, ma dopo un breve momento di panico notò che era James che russava come se fosse un anziano di settant’anni. Alla fine la ragazza non trovò il mantello dell’invisibilità, e dopo qualche secondo di indecisione, decise di spiare Delphi, Scorpius e Antaresis se erano in giro per il castello come sospettava.
“Signorina, dove vai a quest’ora?” disse ad alta voce la Signora Grassa, spaventando per l’ennesima volta Rose, non abituata ad infrangere le regole, al contrario di James.
“Ma vai al diavolo…spero di non incontrare Victoire…non me la sento di mentirle” pensò Rose, senza rispondere alla Signora Grassa.
Il castello era completamente buio e deserto, tranne i fantasmi che scorrazzavano in giro e qualche studente affetto da sonnambulismo. Scendendo fino alla Sala Grande, notò Scorpius che girava intorno all’ingresso della scuola, guardando sospettosamente. Per un secondo la ragazza pensò che l’avesse vista e si nascose in un angolo buio, ma era un falso allarme. Il ragazzo uscì di nascosto fuori dal castello, guadagnandosi una punizione dalla McGrannit se lo avesse scoperto. Rose lo seguì, temendo che Albus avesse ragione a sospettare. La cosa che la mandava su di giri era che lui stesse dormendo, mentre lei stava rischiando una strillettera da Hermione oltre a una punizione dalla preside McGranitt.
Camminò ancora per poco, arrivando al parco della scuola, armata di bacchetta anche se era poco pratica di duelli.
“Expelliarmus!” urlò una voce femminile.
La sua bacchetta volò piuttosto lontano e Rose barcollò fino a cadere sul sedere. Alle sue spalle spuntò Scorpius che le puntava contro la sua bacchetta, guardandola impassibile.
“Sei…stato tu? Che cosa avete in mente?” chiese Rose a Scorpius, che continuò a fissarla impassibile.
“Non ho la voce da ragazza”
E in effetti aveva ragione, perché Rose vide davanti a sé Delphi Fawley puntarle la bacchetta, mentre la misteriosa ragazzina era riparata alle sue spalle.
“Sono stata io, sono brava è? E dire che mi sei stata simpatica all’inizio” disse Delphi, parecchio alterata per la vista di Rose.
“Per anni ho tentato di capire mio padre e il perché ce l’avesse con la tua famiglia. Ora lo capisco, e ha ragione nel dire che siete degli impiccioni desiderosi di fare la figura degli eroi” disse Scorpius con tono sarcastico.
“Lo dirò alla professoressa McGrannit…scopriremo cosa state architettando” disse Rose, provando a farsi coraggio.
“Vi prego…dai…dite la veri…” provò a dire Antaresis, che non sembrava avere una bella cera.
“Silenzio! – sbottò Scorpius – non sai cosa rischieresti?”
“Non parlarle con questo tono, tu! Locomotor Mortis!”
Rose, mentre i due litigavano provò a scappare, ma fu presa dall’incantesimo di Delphi e si sentì le gambe come se fossero legate da una corda invisibile e cadde di viso, sbattendo il naso.
“Ti sei fatta male è? Hai il sangue al naso” disse ironico Scorpius.
In effetti aveva ragione, perché aveva sbattuto col viso e le colava il sangue dal naso, e non sapeva cosa fare. E’ vero che era una Grifondoro figlia di eroi di guerra, ma non riusciva a non avere paura, soprattutto senza bacchetta. Non è che le sarebbe servita, ma almeno conosceva i primi incantesimi di disarmo.
“Everte Statim!” urlò Delphi contro Rose, scagliandola con violenza contro i muri di pietra del parco. La ragazza cadde a peso morto anche per le gambe immobilizzate dal precedente incantesimo. Rose cominciò a lacrimare sia per il dolore che per la paura, e soprattutto quest’ultima la faceva vergognare di essere una Grifondoro.
“Delphi...ti prego!” disse Antaresis con tono supplichevole, senza ottenere l’effetto sperato. La più furiosa del gruppo era sicuramente Delphi, mentre Scorpius sembrava quasi dispiaciuto di tutto quello che stesse succedendo, non sembrando intenzionato a prendersela con Rose.
“EHI!!!” urlò una voce furibonda che Rose riconobbe. Era Victoire, che per fortuna della ragazza le corse vicino, facendole da scudo, pur non puntando la bacchetta contro i due.
“Togliti, Victoire! E’ una faccenda tra me e questa qui!” rispose furiosa Delphi, non preoccupandosi del ruolo di Caposcuola di Victoire.
“In tre contro uno!? – sbottò furiosa Victoire – adesso ve ne andrete via. Non mi costringete a sfoderare la bacchetta perché non voglio dare un dispiacere a tua madre, Scorpius. Ma lei è la mia cuginetta” disse Victoire, estraendo la bacchetta per far capire di essere seria. Con grande sollievo di Rose, le parole di Victoire ebbero l’effetto sperato, e i tre si allontanarono, con Antaresis che era la più lenta del trio.
“Ma che gli è saltato in testa a quelli!? Io li conosco tramite Teddy…per carità, non è che Draco e Lucius Malfoy siano le persone più simpatiche del mondo, ma Astoria mi ha sempre trattata bene. E tu che ci facevi?! Guarda come sei ridotta. Finite Incantatem” disse Victoire puntando sulle gambe di Rose, che tornarono ad essere libere di muoversi.
“Sos…pettavo…che voles…sero fare…qualcosa…sc…” provò a giustificarsi Rose, asciugandosi le lacrime.
“Scusa un corno! Dovevi avvertire me o la McGrannit se avevi sospetti…o ancora meglio farti gli affari tuoi e non ascoltare lo zio Ron. Accidenti…sarà meglio che ti porti in infermeria. Spero che la McGrannit non li cacci…accidenti a loro”
“L…i…co…no….sci?”
“Ma certo…Scorpius di più…fin da piccolo…e io che speravo che faceste amicizia alla faccia dello zio Ron e di Draco e Lucius Malfoy…diamine. Dai…non piangere” disse Victoire, vedendo Rose seduta che si asciugava le lacrime, tanto triste quanto dolorante.
“Dai, ti aiuto ad alzarti e andiamo dalla McGrannit. Mi dispiace per quelli…ma dovrò riferire tutto quanto, dai, andiamo” disse Victoire, prendendo delicatamente Rose per il braccio, leggermente gonfio al polso.
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“SPIEGATEVI! TENDERE UN AGGUATO A UNA STUDENTESSA! E IN TRE!” urlò furiosamente la McGranitt. Si, faceva decisamente paura a Rose, che sedeva di fronte alla preside. Sapeva di aver infranto il regolamento anche lei e la McGrannit era la professoressa più inflessibile di chiunque al mondo, persino più di Hermione sulle regole.
“Antaresis non c’entra nulla…l’ho costretta io a seguirmi, preside” provò a giustificarsi Delphi, aumentando ancora di più l’ira della preside.
“AH SI!? QUINDI LA CAPOSCUOLA HA IMMAGINATO TUTTO? E PER GRAZIA, IL MOTIVO DI CIO’”?
“No... – parlò Scorpius, ma era terrorizzato dall’ira della preside – era…con noi…ma….cioè…lei ci ha seguiti per fermarci. Noi…volevamo divertirci”
La McGrannit respirò faticosamente per contenere la sua rabbia, ma non credeva a una parola detta da Scorpius. Aveva punito moltissimi studenti nel corso della sua carriera e aveva imparato a distinguere le bugie dalla verità, e questo era sicuramente un caso di bugia, e fu solo questo che la fece decidere di non espellere Scorpius e Delphi.
“Cinquanta punti in meno a testa per i Serpeverde per il comportamento deprecabile del signorino Malfoy e della signorina Fawley, quindici punti in meno perché la signorina Burke era fuori dal proprio letto oltre l’orario consentito e – continuò la McGrannit a parlare con tono autoritario, guardando questa volta Rose – quindici punti in meno per la signorina Weasley per aver commesso la stessa infrazione della signorina Burke. Fuori da questo ufficio ora. Signorina Weasley, si assicuri che questi quattro vadano nei propri dormitori” disse la McGrannit a Victoire, che annuì.
Quando i ragazzi uscirono dal suo ufficio, la McGrannit si accomodò stanca sulla sua poltrona ed era ancora arrabbiata.
“E’ stato saggio da parte tua a non espellerli, Minerva” disse la voce del quadro di Albus Silente appeso proprio sopra di lei.
“L’istinto mi suggeriva di espellerli, ma la signorina Burke non mi sembra capace di fare del male a qualcuno. Guardala, è proprio malaticcia”
“La signorina Burke è un lupo mannaro” disse il quadro di Piton, che a quanto pare non dormiva.
“E chi te lo dice che lo sia, Severus?” chiese Silente a Piton, curioso del suo ragionamento.
“Ho avuto a che fare con lupi mannari per gran parte della mia vita terrena e adesso ultraterrena. So distinguerli”
“Un lupo mannaro? Ma smettila, Severus – disse la McGrannit stizzita a Piton – ma dopo i colpi bassi ricevuti dai vostri complotti non mi aspetto più nulla”
“Oh, Minerva ! – esclamò Silente ,annoiato – ancora per la storia di vent’anni fa? Credevo di averti spiegato la verità”
“Si, per quella storia. E mi riferisco anche a te Severus, potevo aiutarti. Potresti anzi, potreste essere vivi, così come potrebbe essere vivo Regulus Black. Siete stati miei studenti, e mi sento responsabile della vostra morte” esclamò la McGrannit, guardando con il suo volto dritto negli occhi il quadro di Piton, che la fissava impassibile.
“Dove ci troviamo ora è il posto migliore, Minerva. Abbiamo fatto una scelta, così come la fece Albus, che si è rivelata vincente. Piuttosto rifletti sulla mia idea. Cosa farai se sarà così?”
“Ma nulla! Le assicurerò soltanto il diritto allo studio ma senza mettere in pericolo gli altri studenti. E sicuramente non in una topaia come la Stamberga Strillante. Ma io mi dico…se anche così fosse bhe…i Malfoy che si prendono cura di un lupo mannaro…dai…” disse la McGrannit, continuando a riflettere ad alta voce, sperando in un consiglio di Albus Silente.
“Ho avuto modo di osservare il signorino Malfoy, e ti assicuro che è un ragazzo riservato. Ancora mi ricordo quanto fosse terrorizzato Draco alla Torre di Astronomia, così come ho scoperto dell’importante contributo dato da Narcissa Malfoy alla nostra causa. E’ stato educato secondo un modello educativo differente, e per sua fortuna Lucius Malfoy ha avuto poco o nessun ruolo nella sua crescita”
“Controlli studenti, Albus? Ti piace proprio curiosare?” disse Piton, annoiato
“Bhe, non nascondo, mi piace vedere giovani che si innamorano, discutere. Mi piace guardare sbocciare nuovi fiori sbocciare. Scorpius Malfoy non ha alcuna traccia del male che ha circondato e rovinato la vita alle sorelle Black e a Draco. Personalmente non mi stupirei se avessero accolto una povera lupa mannara destinata a una vita solitaria”
“Forse hai ragione Albus…non ho avuto modo di comunicare con Draco Malfoy, sua moglie o Narcissa Malfoy. Ma tu conosci meglio di tutto l’animo umano…ma Lucius Malfoy è rimasto lo stesso se non ancora peggio. Nel frattempo dovrò avvisarli di quanto accaduto, così come i Weasley. Spero di non far scoppiare una nuova faida familiare…sapete, Weasley è una testa calda”
“Resta sempre un bruto ignorante che si è costruito la fortuna scegliendo opportunatamente moglie e amico”
“Severus…Ron Weasley forse è il più genuino e leale che io abbia mai avuto tra i miei studenti…”
“Adesso basta…fatemi concentrare, che vorrei andare a dormire un paio di anni. Sono vicina ai novant’anni” troncò di netto il discorso la McGrannit
   
 
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