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Autore: EleWar    28/02/2020    8 recensioni
Finalmente in vacanza! Una vacanza premio, per giunta, per i nostri amici della banda di Shinjuku. Sarà un soggiorno rilassante? Chi lo sa...
Genere: Comico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kaori Makimura, Ryo Saeba
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: City Hunter
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Proseguiamo con questa storiella sgangherata XD XD
Cosa succederà ancora ai nostri amici?
Grazie infinite per la bella accoglienza che avete fatto a questa fic senza pretese.
GRAZIE GRAZIE GRAZIE vi lovvo.





Cap. 2 Scambio di coppie


Il resto della giornata passò in tranquillità: ancora bagni, passeggiate sulla spiaggia, scorpacciate di cibo, il tutto condito dalle consuete scenette dei due sweepers, che stavano trasformando quella breve vacanza in un quasi strazio, visto che erano più accaniti che mai. Sembrava quasi che avessero deciso di sfogare tutta la loro irruenza proprio lì, lontano dalla città, dai soliti ritmi, dal lavoro pericoloso che ogni giorno affrontavano. Possibile che non riuscissero a godersi un po’ la tranquillità di quel posto paradisiaco come tutti? Stavano dando il peggio di loro.

Gli altri componenti della banda iniziavano ad averne già abbastanza dei due e, a malincuore, chi più chi meno, stavano pensando di organizzare il resto della villeggiatura senza coinvolgerli più di tanto.

Venne la sera, di quella lunghissima giornata estiva, e dopo essersi fatti una doccia rinfrescante, tutti si diedero appuntamento nella hall per fare un giro nei dintorni: il concierge aveva detto loro che, non lontano da lì, c’era un bellissimo parco in cui si svolgeva la tradizionale festa d’estate, con tanto di bancarelle e divertimenti, e che attirava parecchi visitatori ogni anno. Il gruppo decise allora di passarci la serata… con riserva. Ryo e Kaori avrebbero continuato a fare gli stessi numeri da circo come sempre? Perché loro, gli amici, erano stanchi e, infatti, il taciturno Umi prese la parola e disse:

“Saeba, farai l’idiota anche stasera?”

“Ehi, scimmione! Che vorresti dire? Solo perché sono un giovane uomo nel pieno della sua potenza sessuale, che vuole concedersi generosamente alle belle donne, non vuol dire che faccio l’idiota. Piuttosto, è lei che me lo impedisce” e puntò il suo dito accusatore in direzione della sua socia, che prontamente replicò:

“No, tu sei solo un maniaco sessuale che importuna tutte le donne che gli capitano a tiro. Io lo faccio per loro: le proteggo da te!”

“Ehi, ma sentila! Chi ti ha detto di arrogarti questo diritto… ma… ma dove sono gli altri?” finì per dire Ryo, guardandosi intorno e non vedendo più nessuno.

Anche Kaori si voltò a cercare con lo sguardo Miki, Kazue, e il resto della banda, ma erano spariti nel nulla. Si guardarono e dopo un secondo scoppiarono a ridere imbarazzati, grattandosi la testa. Avevano esagerato di nuovo e loro li avevano lasciati a piedi.

“Ed ora che facciamo?” chiese lo sweeper “Li raggiungiamo, o ce ne stiamo per i fatti nostri?”

“Non lo so… certo sta diventando sempre più difficile continuare a fingere con loro. Per certi versi, è stata una vera sfortuna aver ricevuto in regalo questa vacanza e doverla condividere. Passiamo il tempo a recitare, e a far finta, mentre potremmo goderci questo posto bellissimo come una coppia normale”.

“Hai ragione… se fossimo stati da soli sarebbe stato meglio. Almeno a casa dividiamo lo stesso letto, qui bisogna fare i numeri per passare la notte insieme…” concluse sospirando il socio.

“Prima o poi dovremmo dirglielo, non credi?” disse Kaori, prendendolo a braccetto e sospirando a sua volta. E si allontanarono, nella parte opposta in cui pensavano che fossero andati Mick & c. Si mescolarono tra la folla, e si confusero con il via vai festoso di quella magnifica festa. Mangiarono i piatti tradizionali della festa, acquistati direttamente da un carrettino, dove un simpaticissimo ometto con un sorriso radioso li servì; fecero acquisti nel mercatino; s’incantarono a guardare i fuochi d’artificio sulla baia, e passarono la serata a coccolarsi e godere della reciproca compagnia, sicuri di non essere visti dagli altri: Ryo ne avrebbe percepito la presenza, anche in mezzo alla folla vociante, e poi, in fondo in fondo, non gli dispiaceva essere visti, così finalmente sarebbero usciti allo scoperto e la cosa sarebbe finita lì, una volta per tutte.

Tornarono in albergo senza aver incontrato nessuno, e si diressero direttamente nella camera di Ryo, come la sera prima.


 
Nemmeno un’ora dopo rientrarono anche gli altri, stanchi ed assonnati, si salutarono davanti alle rispettive porte e si ritirarono per la notte.

Mick però era inquieto, si chiedeva che fine avessero fatto quei due; non faticava ad immaginare quel somaro di sesso maschile continuare a correre dietro ad ogni gonnella, mentre la sua dolce socia lo tampinava e puniva come meglio poteva. Avevano fatto bene a lasciarli indietro? Non sarebbe stato meglio, magari, portare con loro almeno Kaori? E poi, non è che Ryo fosse riuscito di nuovo a sedurre una povera ragazza, e a portarsela in camera come la sera precedente? Voleva a tutti i costi verificare e, poco dopo essere rientrato, disse a Kazue:

“Senti Darling, stavo pensando: magari scendo di sotto al bar, prendo una bottiglia, e vado da Ryo per un ultimo bicchiere, che ne dici?”

“Lo so che muori dalla voglia di sapere se è tornato, e soprattutto se ha trovato compagnia. Ma sì, dai, vai pure” concesse la sua fidanzata “Ma al solito, non fare tardi e non ti ubriacare, intesi? Io ti aspetto qui…” e gli fece gli occhi dolci. Per un attimo fu tentato di mandare al diavolo quel maledetto Ryo e la sua idiozia, poi, però, una strana curiosità perniciosa lo spinse a mettere comunque in atto il suo piano. Sorrise alla sua donna, come a dire che il tutto era solo rimandato, e che sarebbe tornato presto. Uscì e si diresse direttamente di sotto.

Kazue, che per tutto il giorno era stata troppo sotto il sole impietoso, aveva le spalle arrossate e si mise a rovistare nella valigia in cerca di un dopo sole:

“Dannazione! L’ho dimenticato a casa! Domani bisogna assolutamente che ne compri un flacone formato famiglia! Guarda qui che scottatura che mi sono presa. Solo che, se non faccio qualcosa, non riuscirò nemmeno a dormire. Potrei chiederlo in prestito a Kaori, ho visto che ne ha uno veramente buono” e uscì a sua volta, diretta alla stanza della ragazza. Bussò e attese, bussò ancora e, quasi sussurrando per non svegliare il resto dei clienti, chiamò:

“Kaori? Kaori ci sei? Sono io, Kazue” Poi pensò: “E se stesse già dormendo?” Però non aveva voglia di disturbare Miki e Falcon… erano una coppia e voleva lasciarli alla loro intimità. Kaori, invece, era certa che fosse… da sola. Continuò a bussare e a chiamare, ma niente. Era però più che sicura che la ragazza fosse già rientrata, perché aveva notato che nel quadro della portineria mancava la sua chiave, come pure quella del suo socio, quindi doveva essere lì dentro per forza.

Stava facendo un discreto baccano, quando fu presa da un raptus di gelosia. Mick che era voluto uscire, Kaori che non era evidentemente in stanza; vuoi vedere che i due erano insieme??? Con la scusa di volerla consolare delle poche attenzioni del socio, magari era lì che ci provava. Kazue vide rosso. Mick il fedifrago, non lo aveva sorpreso, giusto la sera prima, davanti alla porta della sweeper? L’infermiera era furibonda! Basta! Sarebbe andata a parlare con Ryo! Finché non si fosse deciso a fare sul serio con la sua socia, anche lei sarebbe stata sempre a rischio abbandono, con Mick che non perdeva occasione per scodinzolare dietro alla bella Kaori.

Con passo marziale si diresse alla porta dell’uomo, e notò appena il cartellino appeso alla maniglia: “Non disturbare”. Bussò con veemenza:

“Ryo? Ryo, apri!” e giù a bussare.

Al contrario di quando aveva bussato e chiamato alla porta della socia, qui percepì dei rumori ovattati, un leggero tramestio; rianimata da questi segni di vita, bussò ancora più forte e più forte chiamò:

“Ryo! Apri, ho detto” questa volta non era minimamente preoccupata che qualcun altro la sentisse; era troppo arrabbiata per pensare agli altri; aveva voglia di fare una strage.

“Ka-Kazue? Sei tu?” sentì infine l’infermiera, dietro la porta, e chiamò di nuovo.

Quindi Ryo aprì uno spiraglio, e mise fuori solo la testa:

“Kazue, che succede?” chiese lui preoccupato, ma non la faceva entrare, né apriva completamente la porta. Lei allora provò a spingerla, e solo a quel punto si accorse che l’amico era completamente nudo, e con i capelli più spettinati del solito. Ma con un ultimo strattone riuscì a spingere lui e la porta e finì per intrufolarsi. Non era la prima volta che vedeva Ryo nudo, in fondo chi è che non lo aveva mai visto in costume adamitico? E non si stupì né imbarazzò più di tanto, era troppo furente per preoccuparsene. Partì subito in quarta:

“Dov’è Kaori?” chiese minacciosa. L’uomo sbiancò e iniziò a balbettare:

“Per-perché vuoi saperlo?”

“Avanti, dimmi dov’è Kaori!” reiterò la bella infermiera. Ryo era sempre più a disagio e non sapeva cosa dire; per fortuna la donna proseguì dicendo:Te lo dico io, dov’è”.

“Ah, sì?” ed inghiottì a fatica.

“È con Mick! Ecco dov’è!”

Ryo rimase interdetto e non riuscì a dir altro che un:“Ah!” perplesso.

“E non ti importa? Cioè, lui ha detto che scendeva a prendere qualcosa, per bere un bicchiere con te, ma non solo qui evidentemente non c’è, ma nemmeno Kaori risponde dalla sua stanza. Lascia pure che abbia un sonno pesante, ma con tutto il casino che ho fatto si sarebbe svegliata anche una pietra! Quindi… deve essere per forza con Mick!”

“Ah, certo” articolò lo sweeper, incapace di dare una qualsiasi altra risposta soddisfacente.

“Allora? Non te ne importa niente? Non sei nemmeno un po’ geloso del tuo amico?”

“Ah, sì, certo”.

“Ehi, ma non sai dire altro??? Che ti prende?”

In quel momento l’infermiera realizzò che l’uomo non solo era nudo, ma evidentemente aveva compagnia; c’erano dei vestiti femminili che erano stati nascosti, male e in tutta fretta, sotto il letto: spuntava una manica di camicia, qualcosa che poteva essere una gonna e, ai piedi del comodino, occhieggiava quello che aveva tutta l’aria di essere un reggiseno. Ma, alla tenue luce della abat-à-jour, non riusciva a vedere altro e, d’improvviso, si sentì un’intrusa. Arrossì violentemente. Chissà chi era la donna che si era portato in camera, e che probabilmente aveva nascosto appena aveva sentito bussare?

Dall’imbarazzo, passò in un istante alla stizza: ma davvero era così impudente da fare il cascamorto con un’altra qualsiasi donna, mentre la sua paziente ed innamorata socia era a pochi passi da lui? D’improvviso volle sapere chi era quella svergognata che attentava alla felicità della sua amica Kaori, come se potesse essere anche colpa sua.

“Dov’è? Dov’è? Dove l’hai nascosta?”

“Ma-ma-ma di chi stai parlando?” Ryo riprese a sudare freddo.

“Della donna che ti sei portato in camera. Se penso a quella povera ragazza, che ti ama in silenzio da tutto questo tempo” finì per dire, più rivolta a sé stessa che a lui:

“Voglio vederla!” e si diresse al famoso bagno, con la famosa vasca idromassaggio, che in quel momento era spenta e vuota; frugava da tutte le parti apparentemente dimentica del possibile tradimento del suo Mick con la sua amica Kaori. Ryo, che si era cinto la vita alla meno peggio con un asciugamano, la seguiva preoccupato, incapace di fermarla o distrarla; era peggio di un segugio, di un cane da caccia. Era determinata a scovare la sua preda. Uscì perfino sul balconcino, ma non trovò nessuno. Anche Ryo si affacciò e, non trovando Kaori, mentalmente tirò un sospiro di sollievo: e brava socia che era riuscita a nascondersi così bene tanto da non farsi trovare! Però appena Kazue rientrò nella suite, a Ryo venne il dubbio; scostò l’anta dell’imposta, e guardò dietro: Kaori era lì, in precario equilibrio sul cornicione, completamente nuda!!! Gli fece segno di tacere, e Ryo si preoccupò non poco. Ora, più che rischiare di essere scoperta, rischiava di cadere di sotto; doveva riuscire a mandar via Kazue il prima possibile.

Rientrò frettolosamente e andò in cerca dell’amica, e quando la trovò le si parò davanti e, prendendola per le spalle, iniziò dicendo:

“Senti, Kazue, io non so dove sia Kaori. Probabilmente dorme come un ghiro, o forse è con Miki…” e già la ragazza provava ad interromperlo, obiettando che fino a poco prima era insieme all’ex-mercenaria e Kaori non era con loro, ma non ci riuscì, poiché Ryo la incalzava e, impercettibilmente, la spingeva verso la porta.

“E comunque, non m’interessa come passa il suo tempo. È una donna adulta, grande, grossa e vaccinata… e non credo che sia con Mick, stai tranquilla”.

“Ma-ma- cosa stai dicendo?”

“Sto dicendo che sei saltata subito alle conclusioni. Solo perché non ti ha risposto quando l’hai chiamata, e Mick è uscito, non vuol dire che siano insieme…”

“Piuttosto, tu? Che intenzioni hai?”

“Io? Io che c’entro?”

“Non ti sei portato una donna in camera?”

“E allora? Non sono forse lo stallone di Shinjuku?” rispose sardonico.

In tutto questo, Ryo aveva ancora le braccia sulle spalle della donna e la spingeva verso la porta. Mentre lei si opponeva, respingendolo con entrambe le mani sul suo petto, stava giusto protestando:

“Ma cosa stai facendo, Ryo!” che entrò Mick ed esordì dicendo:

“Ehi, cosa sta succedendo qui?”
 
 



 
   
 
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