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Autore: fantaysytrash    29/02/2020    1 recensioni
[Leo/Elliot + Sharon/Xerxes + Oz/Gilbert | Angst/Introspettivo | Missing Moments | Mangaverse | Retraces LIX/XCII/CIV] [Questa storia partecipa alla challenge “Day by day – Challenge a sorpresa” indetta da AleDic sul forum di EFP]
Per anime affini, un addio non è mai un vero addio; ma questo non significa che non sia ugualmente doloroso. I momenti finali di tre dei cavalieri più coraggiosi.
#1 – The Blood of a Coward (Doesn’t Flow Through These Veins) [Leo/Elliot]: “Una stretta di mano debole riportò il suo sguardo verso il basso, dove Elliot lo stava guardando con aria rassegnata.”
#2 – This Cruel, Ridiculous, Beautiful World [Sharon/Xerxes]: “Sarebbe morto con la consapevolezza di aver salvato la persona che più aveva amato in tutta la sua vita – in entrambe le sue vite.”
#3 – The Gentle Light of Hope [Oz/Gilbert]: “Oz sorrise, quel magnifico gesto che era sempre in grado di far risplendere ogni cosa intorno a lui.”
Genere: Angst, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Elliot Nightray, Gilbert Nightray, Leo Baskerville, Oz Vessalius, Xerxes Break
Note: Missing Moments, Otherverse | Avvertimenti: nessuno
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Note dell’Autrice

Tre brevissime flashfics sugli ultimi momenti di tre grandi personaggi e del loro addio con le persone a loro più care.

Un paio di cose sono state alterate, ovviamente, per far posto ai momenti ship, ma credo di aver mantenuto tutti i dettagli più significativi. I titoli dei capitoli sono parti di citazioni dell’opera stessa; spero possiate apprezzare!

I prompt ricevuti in questo round sono stati la situazione “A e B si dicono addio, consapevoli che non si rivedranno mai più” e il tema “anima”. Quindi potete incolpare la giudice per tutta la tristezza e la disperazione di questa storia OwO

Buona lettura,

Federica ♛

 

 

Disclaimer: Tutti i personaggi di questa storia non appartengono a me, bensì a Jun Mochizuki. Questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro, ma solo per puro divertimento.

 

 

 

 

KNIGHTS OF HEARTS
  

Two souls don’t find each other

by simple accident
 


#1 – THE BLOOD OF A COWARD (DOESN’T FLOW THROUGH THESE VEINS)

 

“Humpty Dumpty, io ti rinnego!”

Leo non comprese subito il reale significato delle sue parole, non capì il sacrificio che Elliot stava per compiere. Ma se anche l’avesse fatto, sarebbe stato troppo tardi per fermarlo – come qualsiasi cosa riguardava il suo amico, d’altra parte.

Il suo corpo venne immediatamente imbrattato dal sangue che usciva a fiotti dalle sue ferite, il potere del Chain non più legato al suo spirito e, di conseguenza, alla sua linfa vitale. Si accasciò a terra, gli arti scomposti come in un’opera irrealista, lo sguardo già vacuo che fissava qualcosa di inesistente vicino al soffitto.

“Elliot…”

Leo si precipitò al suo fianco e fece scorrere le mani sotto il corpo debole dell’altro, stringendolo forte sé.

“È giusto così, Leo. Dopo tutto quello che ho fatto, la mia anima non avrebbe saputo reggere ulteriormente.”

“Stupido idiota!” si accigliò. Si guardò intorno freneticamente, disperatamente, alla ricerca di qualcosa – qualunque cosa – che avrebbe potuto salvare il suo amico, ma tutti gli altri presenti si stavano tenendo alla larga, troppo stupiti o troppo impauriti per intervenire.

Una stretta di mano debole riportò il suo sguardo verso il basso, dove Elliot lo stava guardando con aria rassegnata.

No. No, no, no.

“Edgar avrebbe approvato,” rise debolmente. “Tutte quelle discussioni… e alla fine sono come Edgar. Che cosa ridicola.”

Che stupide parole finali, si ritrovò a pensare con amarezza. Ma poi…

“Mi dispiace, Leo.”

Mentre si accasciò sul corpo inerme di Elliot, Leo lanciò un urlo che fece tremare le fondamenta e fu solo in parte conscio di qualcuno – Vincent, avrebbe appreso in seguito – che lo trascinava via dalla villa di Yura.

 

 

 

#2 – THIS CRUEL, RIDICULOUS, BEAUTIFUL WORLD

 

Break non poteva dire di essere sorpreso; aveva anticipato questo momento da settimane, ormai. Forse avrebbe potuto affermare che l’avesse addirittura atteso.

Per quanto forte apparisse a un occhio esterno, vivere debole, cieco e dovendo dipendere dagli altri non era una prospettiva accettabile per Xerxes.

E mentre era accasciato tra le braccia di Sharon, Reim a pochi passi di distanza, e Gilbert proseguiva per andare ad aiutare Oz, Break non poté fare a meno di sorridere.

Era sicuro che tutti sapessero che sarebbe stata l’ultima volta che l’avrebbero visto. La sua anima aveva già compiuto i cento giri quando apparteneva ancora a Kevin Regnard; questa vita era stata la sua seconda possibilità. Non ve ne sarebbe stata un’altra.

Ma a Break non importava. Si era riscattato, aveva donato un senso alla sua esistenza circondandosi di persone a cui teneva veramente. Aveva fatto del bene, dopo tutte le sofferenze che aveva provocato.

“Addio, fratellone Xerxes.”

Gli occhi di Sharon erano colmi di lacrime, ma il suo sguardo era risoluto, le mani che lo stringevano ferme e solide.

Break chiuse gli occhi, il sorriso ancora presente sulle sue labbra secche; sarebbe morto con la consapevolezza di aver salvato la persona che più aveva amato in tutta la sua vita – in entrambe le sue vite.

Poteva pensare a modi molto peggiori di andarsene da questo crudele e bellissimo mondo.

 

 

 

#3 – THE GENTLE LIGHT OF HOPE

 

“Sto utilizzando l’energia del Nucleo di Abyss, non ho molto tempo.”

Gilbert sapeva che avrebbe dovuto fare qualcosa, tentare di aiutare Oz in qualunque modo, o almeno far sì che le sue ultime parole fossero significative.

Invece era paralizzato, l’unico pensiero che ronzava nella sua mente un debole “Lo sto perdendo di nuovo”, parole troppo famigliari per il suo benessere.

Sentì calde lacrime rigargli il viso e nemmeno la sua vergogna di piangere davanti al suo padrone fu abbastanza forte da fargli asciugare gli occhi; non si sarebbe perso nemmeno un attimo degli ultimi momenti con Oz.

“Io… ti aspetterò,” mormorò debolmente.

Oz sorrise, quel magnifico gesto che era sempre in grado di far risplendere ogni cosa intorno a lui. Gilbert non riusciva a credere che non l’avrebbe visto per…

“Cent’anni, ricordi? E poi tonerò da te,” affermò il più giovane. “Promesso.”

Cent’anni. Una data che suonava pericolosamente simile a mai più.

Troppe cose sarebbero potute succedere, troppi imprevisti si sarebbero potuti presentare. Ma Gilbert l’aveva aspettato una volta, e l’avrebbe rifatto di nuovo.

Perché Oz – con la sua anima sempre pura, amichevole e brillante – ne valeva la pena.

   
 
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