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Autore: Alice_Carter    01/03/2020    0 recensioni
Nahlock è la capitale della provincia di Ghern nel regno di Ithra, che negli ultimi vent'anni ha affrontato due guerre, tre cambi ai vertici e una teocrazia durata solo una primavera. Finalmente la città ha ripreso a vivere, tornando a essere il centro di un'intensa rete commerciale grazie al suo porto sull'estuario del fiume Ahm, al quale approdano genti da tutte le nazioni e di tutte le razze.
In quale altro luogo una landruncola mezzelfa con un esercito di piccoli straccioni al suo comando e il Gran Consigliere del Governatore, unico mago della città, avrebbero potuto stringere un'improbabile amicizia, tenendo sotto controllo le cose che arrivano dall'entroterra e dal mare insieme ai mercanti, mettendo a repentaglio la sicurezza dei cittadini?
[Un nuovo capitolo ogni venerdì]
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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-Il gran consigliere della provincia di Nalhock, Lucius Silvius, e la sua accompagnatrice!-

La voce squillante del ciambellano annunciò il loro ingresso nella grande sala dei ricevimenti e Lucius trattenne un sorrisetto, sapendo che la mezzelfa detestava l'usanza di Nalhock, secondo la quale il nome degli accompagnatori non veniva mai dichiarato nelle occasioni ufficiali.

Rowan tuttavia evitò di lamentarsi, scendendo i gradini al braccio del mago e tenendo con la mano libera l'orlo del vestito per non inciampare.

L'ampia stanza nella residenza del governatore era illuminata da alti candelabri, posti a ridosso delle pareti, e altri più piccoli, posati sopra i tavoli e le soglie delle finestre ad arco, e da grandi lampadari sospesi sopra il pavimento lucido di marmo. Un grande numero di sedute erano state disposte a ridosso dei muri e davanti ai due grandi archi che conducevano nel giardino del palazzo, rischiarato da piccoli lumini a olio che segnavano il sentiero di sassi, mentre i tavoli, che al momento ospitavano solo coppe e bevande, erano stati collocati in fondo alla sala a formare un ferro di cavallo, lasciando libero lo spazio per le danze e le chiacchiere.

-Siamo stati tra i primi ad arrivare.- osservò sottovoce Rowan -Vedo solo la delegazione degli elfi di Braggh.-

Il gran consigliere annuì paziente.

-Per gli elfi di Vör è segno di prestigio essere annunciati per ultimi.- spiegò, rivolgendo un segno di saluto al conte Basil de Logris, un piccolo nobile con un modesto appezzamento poco fuori Nalhock, intento a tracannare un bicchiere di vino.

Lei alzò gli occhi al cielo: tutte quelle formalità apparivano inutili sciocchezze alla mezzelfa, che aveva passato tutta l'infanzia in mezzo a una strada, lottando per un pezzo di pane.

-E noi invece cosa preferiamo?- chiese ironica.

Lucius si chinò in poco su di lei in modo da poterle bisbigliare all'orecchio.

-Preferiamo arrivare prima che finisca il vino migliore.- rispose, strappandole un sorriso.

Frattanto il ciambellano alle loro spalle snocciolò a gran voce il nome a titolo di una serie di nobili cittadini che il mago già conosceva e che Rowan non si prese la briga di memorizzare.

- Ah, Lucius, eccoti qua! -

La voce gracchiante e sgraziata del governatore li accolse con entusiasmo; il corpulento governante andò loro incontro reggendo nella destra una coppa fin troppo piena di vino e trascinando sotto il braccio di sinistro la consorte.

Indossavamo entrambi ricchi abiti da cerimonia sui toni del viola e dell’oro, certamente di ottima fattura e incredibilmente costosi, ma sembravano essere stati cuciti sulle persone sbagliate: troppo piccolo quello di lui, così castigato da apparire soffocante quello di lei. 

-Allora, che cosa ne pensi?- domandò Eluard, facendo un ampio gesto con il braccio verso la sala e rovesciando involontariamente qualche goccia di vino dalla coppa.

Il gran consigliere gli avrebbe volentieri suggerito di trovare un sarto che sapesse prendere bene le misure, ma decise saggiamente di sorvolare. 

-Un ottimo allestimento.- mentì Lucius, che già prima di imbattersi nel ridicolo abbigliamento del governante aveva delle riserve sulla serata: perché mai non organizzare un normale banchetto in cui si stesse seduti a tavola?

-Un'idea della mia signora.- dichiarò orgoglioso il grasso governatore.

Celina sorrise con finta modestia.

La donna non avrebbe potuto essere più diversa dal marito: alta ed esile, con lisci capelli biondo cenere lunghissimi, raccolti in trecce eleganti, era stata cresciuta affinché affiancasse un nobile di alto lignaggio e si comportasse come conveniva a una signora del suo rango. Insegnamenti simili li aveva ricevuti anche Eluard, ma evidentemente non dovevano aver attecchito con altrettanta efficacia; non che la cosa lo stupisse, la donna era molto più intelligente del marito.

-Non avevo dubbi a riguardo.- replicò Lucius, accennando un inchino, per poi rivolgersi verso Rowan -Conoscete già mia cugina Elaine.-

La mezzelfa si esibì in una profonda riverenza.

-È un vero onore e un grande piacere trovarmi nuovamente al vostro cospetto.- snocciolò in tono così straordinariamente convincente, che il mago dovette trattenersi dal ridere, conoscendo la sua reale opinione sui governanti.

-È sempre un piacere avere a palazzo un parente del nostro buon consigliere.- ribatté quello allegro.

Scambiarono un altro paio di battute, prima che il gran consigliere riuscisse ad allontanarsi, trascinandosi dietro una Rowan decisamente sollevata, per spostarsi accanto al tavolo, dove un valletto dai capelli biondo cenere stava versando da bere agli ospiti.

-Il mio obbiettivo?- domandò la mezzelfa, facendosi riempire la coppa.

-Il vice ambasciatore dei Saicri è uno dei nipoti dell'imperatore.- rispose il mago sottovoce -Ho avuto modo di... assicurarmi che abbia informazioni utili per le trattative. Se poi riuscissi a scoprire qualcosa sulle intenzioni dei drow, sarebbe un ottimo supplemento.-

-Credo si possa fare.- bisbigliò lei, facendogli l'occhiolino.

-Il bibliotecario di Biorj, Aros di Trand!- annunciò solenne il ciambellano.

Gli occhi di Lucius si spostarono sull'uomo di bell'aspetto che faceva il suo ingresso nella stanza: come da etichetta indossava la cappa blu scuro bordata in oro simbolo del suo titolo, ma sotto di essa portava pantaloni scuri di più pregiata fattura rispetto a quelli che aveva alla cerimonia di investitura e anche gli stivali, impreziosito da fibbie e inserti in oro erano decisamente più ricercati delle semplici calzature in cuoio di quella mattina.

Lo sguardo del mago lo seguì, mentre andava a porgere i suoi saluti al governatore, concentrandosi sul labiale, quando Celina trattenne il bibliotecario per discutere degli imminenti festeggiamenti per una qualche ricorrenza religiosa.

-Se continui a fissarlo così anche gli elfi di Vör capiranno che intendi portartelo a letto.- gli bisbigliò Rowan con un sorriso malizioso -E poi da quando ti fai problemi a invitare qualcuno a infilarsi fra le tue lenzuola?-

Anche se Lucius sapeva benissimo che la mezzelfa lo stava prendendo in giro, non poté fare a meno di ridacchiare a quelle parole: si divertivano sempre insieme, per questo adorava averla al suo fianco nelle occasioni formali. E d’altro canto non gli sarebbe affatto dispiaciuto portarsi a letto il bibliotecario di Biorj, era davvero affascinante.

-Suvvia, non sono un ragazzino, non ho alcun problema a invitare il bibliotecario di Biorj "tra le mie lenzuola".- rispose piano -Sono più preoccupato per ciò che potrei trovare al mio risveglio: dubito fortemente che Aros di Trand sia un umano.-

La ragazza osservò con attenzione l'uomo, intento a cercare di sfuggire educatamente alle attenzioni di Celina.

-Che interesse avrebbe un non umano a diventare bibliotecario di Biorj?- obiettò, inclinando leggermente la testa di lato.

-Me lo domando anch'io.- ne convenne Lucius.

-Vuoi che me ne occupi?- si offrì lei.

-No, credo che per questo genere d'indagine siano richieste le competenze di un mago. Ma grazie.- declinò cortesemente il gran consigliere.

Rowan gli assestò una leggera gomitata al fianco.

-Vuoi solo portartelo a letto.- lo prese in giro.

L'altro ridacchiò annuendo piano, mentre si portava la coppa alle labbra.

-Puoi giurarci.- asserì con malizia.

Il ciambellano annunciò finalmente le delegazioni di Vör: come da convenzione le elencò dall'entroterra alle coste, quindi prima gli elfi delle foreste, poi quelli dei fiumi e infine quelli del mare, enunciando il nome di ogni diplomatico da quello col grado più basso a quello col grado più alto.

Una volta che ebbe terminato il governatore diede ordine ai servitori di portare le vivande e ai musici, posti su una pedana rialzata dietro al tavolo e davanti al camino in fondo alla sala, di suonare e la serata danzante entrò nel vivo.

Era un banchetto in piedi, per cui il cibo era stato preparato in modo che le piccole porzioni potessero essere mangiate in piedi o seduti sulle ricche seggiole in legno di rovere intagliato. Era un tipo di evento che andava molto di moda nella capitale e naturalmente Celina aveva insistito perché il ricevimento si tenesse con la sessa modalità.

La mezzelfa si staccò dal fianco del mago e si mescolò al resto degli invitati.

Lucius parlò un po' con Dervla Urchardan e poi con l'ambasciatore saicriano, un personaggio mellifluo e vagamente sgradevole, continuando di tanto in tanto a posare lo sguardo su Rowan, che sorrideva alla sua giovane preda con una disarmante dolcezza che non le apparteneva.

Era eccezionalmente graziosa ed elegante in quel vestito verde menta e ormai si muoveva con incredibile naturalezza in quell'ambiente.

Quando sedici anni prima l'aveva sorpresa in casa sua, non era che una ragazzina cenciosa e sgraziata, ma Lucius era riuscito a leggere sotto la rabbia, la paura, la sfacciata arroganza e gli strati di polvere una scintilla di talento e intelligente che valeva la pena di essere coltivata. E poi c'era quella cieca determinazione che l'aveva convinto di aver trovato in lei una straordinaria alleata.

-Il gran consigliere, immagino.-

La voce profonda proveniente dalle sue spalle catturò la sua attenzione, facendolo voltare e strappandolo ai suoi pensieri; si ritrovò davanti il bel volto del bibliotecario di Biorj, con in mano un calice mezzo vuoto di vino speziato. Un incontro tutt’altro che sgradito.

Ora che si trovavano a mezzo metro l'uno dall'altro, riusciva a notare i piccoli dettagli che quella mattina gli erano sfuggiti: la catenella d’oro a piccoli anelli del monocolo che pendeva dal taschino della camicia di seta sotto la cappa dell'ordine, uno strano anello di un metallo opaco argentato con un grosso zaffiro ovale alla mano che teneva il bicchiere e il colore insolito dei suoi occhi dal taglio insolito e intrigante: un blu-azzurro dai riflessi indaco.

-Immaginate bene, Bibliotecario.- rispose il mago, tendendogli la mano -Ma Lucius è più breve.-

-Aros, anche se già lo sapete.- replicò l'altro, stringendogliela -Vi ho visto alla cerimonia d'investitura, mi pare foste tra due ragazzi dai capelli rossi.-

Si passò le dita fra i capelli sul lato sinistro del capo con le lunghe dita dalle unghie curate.

-Avete un'ottima vista e una straordinaria memoria per ricordarlo.- commentò il consigliere con una certa sorpresa nella voce.

-Dovete ammettere di essere piuttosto alto per la media di Nalhock.- ribatté quello ridendo - E poi una buona memoria è un requisito fondamentale per un Bibliotecario.-

Bevve un sorso di vino.

-Piuttosto, il governatore dice meraviglie di voi. E ci ha tenuto a specificare che siete l'unico mago della città.- riprese con curiosità -Una condizione piuttosto insolita.-

Questa volta fu Lucius a ridere.

-Oh, no, il governatore tende ad esagerare.- si affrettò a precisare -Temo che il suo concetto di magia sia un po' ristretto: sono certo che a Nalhock ci siano almeno due piccoli guaritori, un vecchio incantatore a una ragazza con deboli conoscenze di divinazione... e i due giovani dai capelli rossi seduti accanto a me all'investitura sono entrambi baciati dal dono. Ma è altresì vero che sono l'unico in città ad avere conseguito un diploma di magia in accademia. Ovviamente se escludiamo il gran sacerdote Faramond, che ha studiato da guaritore in seminario.-

Una mezza risata soffocata sfuggì dalle labbra del bibliotecario di Biorj.

-Credo che sentir definire "guaritore" il gran sacerdote Faramond, offenderebbe la maggior parte dei guaritori.- dichiarò, sistemandosi nuovamente i capelli sul lato sinistro della testa.

Quell'affermazione divertì Lucius più di quanto avrebbe dovuto, ma non rispose subito, volendo evitare di sbilanciarsi troppo presto: pareva che Aros non fosse un grande sostenitore del gran sacerdote di Abjan, ma preferiva non esporsi prima di essere certo dell'effettiva posizione del bibliotecario, perché i suoi rapporti con Faramond erano già abbastanza tesi anche senza aggiungervi involontari incidenti diplomatici.

-Ad ogni modo è un sollievo sapere che c'è un mago in città.- continuò l'uomo, togliendolo d'impiccio -A Ruck mi era stato detto che non avrei trovato nessuno esperto di magia a Nalhock e già temevo che mi sarei terribilmente annoiato.-

Un bell’uomo e pure un mago, se non si fosse rivelato un pazzo fanatico, avrebbe dovuto cominciare a preoccuparsi, perché a Nalhock non accadeva mai nulla di buono senza che seguisse una catastrofe.

-Devo dedurne che anche voi avete conseguito studi di magia.- ipotizzò il mago, con forte interesse.

-Sì, è un'occupazione di famiglia.- spiegò Aros, curiosamente vago -Piuttosto, quale branca della magia vi compete?-

Lucius sorrise: quello era il genere di conversazione che poteva alleggerire una serata così complicata e, con un po' di fortuna, fornirgli qualche indizio sul suo bizzarro interlocutore.

-Sono entrato in accademia attratto dagli alambicchi e dai fumi colorati prodotti nei laboratori degli alchimisti.- raccontò -Ma già dal primo anno cominciai a disinteressarsene per dedicarmi a una disciplina meno diffusa, il mentalismo. E in quello mi sono diplomato.-

-Mentalismo.- ripeté il bibliotecario incuriosito -Davvero inusuale, ma altrettanto affascinante. E di certo si può vedere un certo collegamento con il vostro impiego come gran consigliere.-

-In effetti mi ha piuttosto aiutato in questo.- ammise Lucius, alzando il bicchiere verso il suo interlocutore e bevendo un breve sorso -Ma in qualità di "unico mago della città" ho dovuto rimettermi sui libri e rispolverare un po' di vecchie nozioni sulla magia rituale, elementale e soprattutto curativa. Voi piuttosto in cosa siete specializzato?-

-Magia elementare.- illustrò quello -Sono sempre stato piuttosto portato per questa disciplina, anche se poi mi sono dedicato a lungo agli studi arcani. Mi intendo un po’ anche di magia rituale, mi piace soprattutto la parte in cui si combinano i vari elementi, straordinariamente affascinante.-

-Assolutamente.- ne convenne il gran consigliere con approvazione.

Decisamente il nuovo Bibliotecario sapeva di cosa stava parlando, al contrario del suo predecessore, e l’entusiasmo che metteva nel farlo faceva crescere in lui la speranza di aver trovato qualcuno con cui passare qualche piacevole pomeriggio a discorrere di arti magiche. In quello scenario il sesso era appena un piacevole extra.

-Dovremmo discuterne assieme uno di questi giorni.- propose Aros con vivo entusiasmo -E di magia in generale ovviamente. È da quando sono entrato nell'ordine di Biorj che non ho più avuto occasione di confrontarmi con un mago esperto circa le questioni accademiche.-

Lucius capiva bene il problema; forse un tempo l’Ordine era stato una prestigiosa associazione di maghi, ma quei tempi erano finiti da prima che il mentalista nascesse. E la magia non era mai stata molto diffusa nel regno di Ithra.

-Ne sarei davvero onorato.- rispose il mago con sincerità -Purtroppo Nalhock non offre molte occasioni per disquisire di magia.-

***

Al chiarore delle lanterne a olio Rowan lisciò con le mani la morbidissima stoffa della gonna del vestito, seduta su una delle panchine di pietre in mezzo al giardino del governatore.

Sedurre il vice ambasciatore dei Saicri era stato decisamente troppo semplice persino per lei: era chiaro che conferire una carica di tale rilievo a un ragazzo di meno di vent'anni solo perché nelle sue vene scorreva sangue imperiale non era stata una grande idea. 

Certo la meritocrazia non era mai stata molto apprezzata dalle classi nobiliari o in quel momento sarebbe stata Lucius a governare la provincia di Nalhock e quell’ottuso di Eluard de Lacy si sarebbe trovato in qualche stalla a spalare letame. Ma il mondo non funzionava così.  

Si passò le dita fra i capelli, sistemando un paio di ciocche che erano sfuggite dall'acconciatura.

Gli uomini diventavano creature incredibilmente semplici quando entrava in gioco il sesso: sciocche bestie affamate di un piacere effimero e pericoloso. E le bestie affamate erano pericolose, così lei aveva imparato a scegliere quelle già semplici, perché quelle diventavano solo stupide.

-È un trucco interessante.-

La voce femminile, alta e morbida uscì dalla penombra, cogliendola di sorpresa.

Con tutta la naturalezza che le fosse possibile, la mezzelfa sollevò gli occhi incrociando quelli lilla di una drow dal fisico minuto, avvolta in un audace vestito in pelle e stoffa violetta che le stringeva i seni in un corsetto allacciato anteriormente e si apriva in due ampi spacchi laterali all'altezza delle anche, lasciando ben poco spazio all'immaginazione. Un abbigliamento usuale per i costumi di Braggh, dove erano le donne a dettare legge, ma che lì, a Nalhock, voleva essere una provocazione.

-Quale esattamente?- chiese Rowan con finta ingenuità.

Ciara Dundas, consigliera dell'ambasciatrice degli elfi oscuri, si attorcigliò una ciocca dei lisci e lunghissimi capelli grigio ghiaccio attorno al dito, camminando sensualmente verso di lei.

-Il fermaglio.- puntualizzò nella lingua comune con l'accento aspro di Braggh -È per nascondere il tuo sangue elfico o la tua identità?-

Le si sedette accanto, senza distogliere i suoi occhi da quelli della ladruncola.

-L’uno e l’altro.- rispose lei con semplice sincerità.

Non era brava come il mentalista a dare risposte ambigue, quindi si limitò a giocare la carta della brevità: mentire e raggirare i Saicri era facile, ma gli elfi oscuri avevano una conoscenza più profonda delle cose e ovviamente avevano la magia dalla loro parte.

La drow accavallò le gambe e inclinò leggermente la testa di lato; sembrava divertita dalla presenza della graziosa intrusa e Rowan comprese di avere un'occasione unica davanti e di doversela giocare bene.

-Quale sconveniente mistero può svelare la vostra razza o la vostra identità perché il gran consigliere si impegni tanto per nasconderlo?- domandò Ciara Dundas, distendendo le labbra blu-azzurro in un sorriso incuriosito.

-Solo umili origini e una deprecabile reputazione.- dichiarò lei, vaga ma sincera -Il genere di retaggio che un governatore non vuole nel suo palazzo.-

-Noi elfi non ci formalizziamo poi tanto su queste inezie.- rispose l’altra languida -Fino a meno di un paio di millenni fa, l’unico criterio per aspirare al titolo di matriarca era il numero di avversi uccisi in battaglia.-

-Un metodo molto valido a mio parere.- sentenziò Rowan.

La drow le sorrise compiaciuta, poi con un gesto studiato allungò la mano verso di lei e le sfilò con delicatezza il fermaglio dai capelli.

-Grazioso e astuto, ma non così efficace contro una buona incantatrice.- asserì, rigirandosi il gioiello fra le dita.

-Non era una buona incantatrice che doveva ingannare.- ribatté Rowan.

Ciara Dundas annuì.

-Immagino di no.- ne convenne -Ora dimmi, le parole che sentirò uscire dalla tua bocca saranno quelle del mentalista di Yutrell?-

La mezzelfa sollevò le sopracciglia con aria divertita.

Se Lucius avesse voluto avrebbe potuto manovrarla come un burattino senza neppure l’uso delle sue arti magiche e lei neanche se ne sarebbe accorta, ma non era il gioco del gran consigliere. Erano una squadra, era solo per sano buon senso che tendeva ad attenersi ai consigli del mago.

-Le uniche parole che sentirete saranno le mie.- rispose -Ma nel caso fosse questo che volete sapere, è per lui che lavoro e di certo concordo con le sue opinioni circa questa mediazione.-

Gli occhi dell'elfa oscura brillarono di una strana luce al chiarore delle lampade a olio. Distolse lo sguardo dalla mezzelfa e lo rivolse al cielo scuro sopra di loro.

-Il gran consigliere mi piace.- affermò -Certo è un uomo, ma un uomo di Yutrell, e probabilmente anche a Yutrell si innalzerebbe sopra i suoi pari. Quelli come lui sono sprecati a Ithra. E ancor di più quelle come voi.-

Prese una ciocca dei capelli rossi che ricadevano sulla spalla sinistra della ragazza e l’attorcigliò tra le sottili dita grigio-azzurre.

-Ma suppongo rimaniate per continuare ad affannarvi a rappezzare questa miserabile civiltà.- asserì.

-Restiamo perché la città ne ha bisogno.- ribatté Rowan -La civiltà, la filosofia, gli ideali li lascio al buon gran consigliere, per quanto mi riguarda è Nalhock che servo. La città e i suoi abitanti, non il governatore, non il re, non il regno.-

Ciara Dundas si sporse un poco verso di lei.

-E come intendete servire la città di Nalhock?- le domandò languida.

-Assicurandomi di ottenere per lei ciò di cui ha bisogno.- rispose quella, fissando i suoi occhi grigio perla in quelli violetti della sua interlocutrice.

Poi con naturalezza, Rowan allungò le dita verso il volto della drow e le prese il mento tra il pollice e l'indice.

-E sapete di cosa non ha assolutamente bisogno?- domandò in un bisbiglio, così vicina da poter sentire il suo respiro sulle labbra.

-Ditemelo voi.- sussurrò Ciara Dundas.

-Dell'assassinio di un diplomatico saicriano appena terminate le trattative diplomatice.- mormorò la mezzelfa.

Le labbra blu delle drow si distesero in un'espressione di sorpresa e ammirazione.

-Credo potremmo arrivare a un compromesso.- promise in un soffio.

L'elfa oscura posò la bocca su quella della ladra e le loro lingue si intrecciarono in uno slancio di passione.

Rowan fece correre le sue pallide dita su per le cosce grigio azzurre dell'elfa, mentre quella la stingeva a sé baciandola sul collo e sulle spalle, facendo correre piacevoli brividi sotto la sua pelle pallida. Con un gesto fluido la mezzelfa sciolse i lacci che imbrigliavano i piccoli seni della consigliera nel vestito succinto; la sua pelle scura era morbida come seta e profumava di vaniglia e di miele quando la baciò sul petto e prese fra le labbra i suoi capezzoli color cobalto.

Ciara gemette di piacere e con una mossa rapida e inaspettata la trascinò giù dalla panchina, facendola atterrare di schiena sull'erba umida e soffice, sostenendola la testa con la mano perché non si facesse male.

Sdraiata sotto la bellissima drow dai capelli di ghiaccio, Rowan fissò i suoi occhi in quelli lilla di lei, pervasa ormai da una trepidante eccitazione, mentre sentiva i lacci del vestito allentarsi da soli.

-Magia.- sussurrò l'elfa oscura, chinandosi su di lei e baciandola sulle labbra, mentre le sue abili dita sfioravano i seni color madreperla della mezzelfa.

Quella gemette, divertita ed eccitata, mentre si abbandonava al il desiderio crescente, e fece correre le sue pallide dita su per le gambe della consigliera, fino a farle scivolare fra le sue cosce grigio-azzurre.

Un ansito soffocato uscì dalle labbra di Ciara sotto le stelle luminose del cielo di Nalhock, nascosta all'ombra del giardino del governatore.

***

Lucius sorseggiò la sua coppa di vino speziato, mentre i suoi occhi seguivano attentamente il bibliotecario di Biorj, impegnato in un'appassionata conversazione con Harne Aoife.

Non aveva potuto fare a meno di notare il curioso tic dell'uomo, un involontario sistemarsi di continuo i capelli sul lato sinistro del capo, dalla parte opposta alla riga che li spartiva. Era un gesto che gli suggeriva qualcosa, ma in quel momento non gli sovveniva cosa.

-Personaggio insolito il nuovo bibliotecario di Biorj.- osservò la voce calma e solenne di Eoghan Mhurascaill.

-Creatura insolita.- ribatté Lucius, osservando il bibliotecario farsi rabboccare il bicchiere da uno dei servitori.

L'elfo sorrise a quelle parole, cogliendo la lieve allusione che il mago aveva inserito con la sua correzione.

-Non dubitavo che l'avessi notato.- asserì con pacata compiacenza.

Il gran consigliere posò il suo sguardo sull'ambasciatore degli elfi del mare, nonché secondogenito del re di quel popolo: come la maggior parte dei suoi simili era esile e piuttosto alto, con lineamenti delicati e piccole orecchie a punta che spuntavano dai lunghi capelli di un biondo così chiaro da sembrare quasi bianchi. Il colore della chioma era caratteristico della stirpe elfica che viveva sulle coste e lungo i fiumi delle isole di Vör, così come quello degli occhi, di un blu profondo e vivido.

Era passato più di un decennio dal loro ultimo incontro, ma per la loro percezione del tempo, era un periodo praticante insignificante.

-Di certo non è umano.- mormorò il mago in elfico, in modo che nessuno l'udisse oltre all'elfo, tornando a osservare Aros di Trand -Solo mi chiedo quale motivo avrebbe una creatura di una qualsiasi altra razza di conseguire il titolo di bibliotecario di Biorj.-

Il suo interlocutore scrutò il bibliotecario, intento a cercare di allontanarsi da Celina, che aveva interrotto la sua conversazione con l'ambasciatrice degli elfi dei fiumi per tornare alla carica col suo fervente fanatismo.

-Personalmente non saprei rispondere.- ammise pensieroso l'elfo nella sua lingua madre -È indubbio che la Biblioteca di Biorj ospiti molti volumi di grande interesse, ma potendoli consultare liberamente e in qualsiasi momento, non riesco a vedere motivo per cui dovrei concorrere al titolo di bibliotecario. Tuttavia questo è solo il punto di vista di un elfo e il bibliotecario di Biorj di certo non lo è.-

-Almeno una razza l'abbiamo esclusa... o meglio due.- commentò Lucius assorto, spostando lo sguardo da un esasperato Aros, agli occhi profondi dell'ambasciatore -Perdonami, Eoghan, ma avrei bisogno di porti una domanda che esula dalle questioni diplomatiche e che potrebbe toccarti personalmente.-

Il consigliere si avvicinò alla questione con la dovuta cautela, conoscendo il riserbo che contraddistingueva gli elfi di Vör.

-Con le giuste parole sei libero di pormi qualsiasi domanda, Lucius.- lo incoraggiò Eoghan -Ma mi riserverò l'opzione di non rispondere, nel caso non lo ritenessi opportuno.-

L'altro annuì, comprendendo le ragioni del suo interlocutore.

-Vieni, facciamo due passi.- lo invitò.

Con le loro coppe in mano si diressero all'esterno, passeggiando sotto il portico illuminato dalle candele poggiate sulla cimasa del parapetto e dai lumi a olio nelle nicchie del muro.

-Si tratta del minore dei tuoi fratelli.- spiegò il mago -Lo conobbi nove anni fa a seguito di una... diciamo di una singolarità e nei due anni successivi collaborammo spesso per alcune ricerche a cui si stava dedicando. Quando sette anni or sono partì per un viaggio nell'entroterra, disse che sarebbe tornato in città in tempo per i festeggiamenti dell'equinozio di primavera, ma da allora non ho più avuto sue notizie. Mi domandavo se conoscessi il motivo per cui non è più ritornato a Nalhock.-

La storia era più complicata di come l’aveva posta e non era per se che aveva posto quella domanda, ma c’erano cose che preferiva non condividere con l’ambasciatore, non era il suo ruolo.

Il bel volto delicato dell'elfo si adombrò di un velo di malinconia alla fioca luce delle fiammelle blu e arancioni.

-Se avessi saputo che vi conoscete, sarei stato io il primo a chiederti di lui.- confessò con una nota di preoccupazione nella voce -Quando sette anni fa Lile riportò la sua nave a Vör e ci informò del suo viaggio nell'entroterra, ci disse che avrebbe fatto ritorno nell'arcipelago prima dell'inverno, ma da allora non abbiamo più avuto nessuna notizia o informazione su di lui.-

-Stai dicendo che non è mai tornato a Vör?- domandò il mago sorpreso, per essere certo di aver capito bene.

-Esattamente.- confermò l'ambasciatore annuendo -Nostro padre l'ha fatto cercare per tutto Otherian e nostra madre ha promesso una ricompensa a chiunque avesse portato informazioni su di lui, ma sembra essere sparito nel nulla.-

Sospirò malinconico.

-È sempre stato diverso da tutti noi.- riprese con un sorriso triste -Così assorbito dalle sue ricerche e bramoso si nuove conoscenze... come ben sai, la maggior parte degli elfi di Vör non lascia l'arcipelago che per brevi periodi di tempo, è parte della nostra natura, mentre lui, ancora prima di compiere trecento anni, ne aveva vissuto una decadi tra gli uomini di Yutrell e per altrettanti si era diviso tra tra i drow di Naddah e i Mofidi che abitano all’estremo nord ovest della regione di Ihönn. Io ho quasi il doppio della sua età e sono un ambasciatore, eppure non ho mai visto un nano, se non nelle illustrazioni sui libri, mentre lui ha vissuto per cinque anni con loro sotto le montagne di Ukusta, ha conosciuto i drow e i naga delle paludi di Braggh e stretto una strana amicizia con un draconiano che viveva presso un circolo di nereidi sotto una delle piccole isole di Vör. Mi piacerebbe pensare che stesse conducendo una delle sue curiose ricerche da qualche parte, ma lo conosco abbastanza per sapere che ci avrebbe fatto avere sue notizie, non lascerebbe che nostra madre viva nell'angoscia.-

Lucius non lo conosceva così bene per confermare o smentire quell'ultima affermazione, ma quelle parole avevano confermato i suoi timori: sentiva che, se avesse potuto, sarebbe tornato da tempo. E non certo per chiacchierare con lui di magia.

-Mi dispiace, per questa situazione.- disse contrito -E per averti turbato con la mia domanda.-

L'elfo scosse il capo in maniera appena percettibile.

-Non potevi sapere.- lo scusò -D’altro canto è così che va il mondo: i bambini diventano adulto e gli adulti fanno le loro scelte… e fanno i conti con le conseguenze.-

Sospirò, per poi mettere su un lieve sorriso.

-Ma dimmi, ti prego, quale singolarità ha portato il minore dei miei fratelli sulla tua strada?- domandò curioso.

-È una storia bizzarra e a suo modo divertente.- ammise il mago, osservando il vino nel suo calice riflettere la luce delle candele -Credo cominci con me, appena colpito da una maledizione…- 

   
 
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