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Autore: evelyn80    02/03/2020    6 recensioni
Una raccolta di dodici momenti, più o meno romantici, tra Peter Cetera e Robert Lamm.
Questa raccolta partecipa alla sfida "12x12" lanciata da Soul Dolmayan su EFP
Genere: Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Peter Cetera, Robert Lamm
Note: Lime, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Hot Streets'
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Un gioco goloso

 

Peter Cetera    Robert Lamm

 

Los Angeles, 16 novembre 1983

 

Robert accolse Peter stringendolo tra le braccia, lasciandosi sfuggire un sospiro.
«Sono contento che tu sia riuscito a venire... mi sentivo così solo».
Il bassista sorrise e gli diede un lieve bacio sulle labbra.
«Forse dovresti cercarti un'altra donna, non trovi?».
Il moro rifiutò, categorico. «Non sono ancora pronto per una nuova relazione di facciata. Voglio godere della tua presenza senza dovermi preoccupare di nient'altro. A proposito», aggiunse, dopo aver fatto accomodare il suo amante sul divano ed essergli crollato accanto, «Diane non sospetta di nulla, vero?».
Peter scosse la testa. «No. Da quando tu e sua sorella vi siete lasciati, si è presa ogni mercoledì per farle compagnia. Quindi pensa che non ci sia niente di strano se io faccio lo stesso con te». *1)
Robert si lasciò sfuggire un ghigno e baciò il suo compagno sul collo, per poi risalire verso la cicatrice che gli segnava la mandibola. *2)
«Ti senti particolarmente sporcaccione, stasera?», chiese, tra un bacio e l'altro.
«Perché?».
«Ho voglia di fare un gioco un po'... particolare».
Peter lo fissò con sguardo interrogativo e il tastierista, per tutta risposta, andò in cucina e ne tornò con in mano un barattolo di miele.
«Ti va di sporcarti un pochettino?».
Al pensiero del proprio corpo ricoperto della dolce sostanza e della lingua di Robert che lo leccava ovunque, il bassista sentì la propria virilità indurirsi. «Oh... Dio...», riuscì soltanto a esalare, lo sguardo fisso sulle dita affusolate del proprio amante strette sul recipiente di vetro.
Bobby lo prese per mano e lo fece alzare, per poi invitarlo a spogliarsi e a sdraiarsi sul morbido tappeto di pelle di caribù steso davanti al divano, ricordo del Caribou Ranch. Peter obbedì e il moro si inginocchiò accanto a lui, contemplando per qualche minuto il suo petto coperto dalla fitta peluria bionda, prima di svitare il tappo del barattolo. *3)
Immerse indice e medio nel miele dorato, poi sollevò le dita e lo fece colare, dall'alto, prima su un capezzolo del suo amante e poi sull'altro, tracciando tra i due una lieve scia appiccicosa. Tornò a inzuppare le dita e disegnò un'altra striscia, stavolta dallo sterno fino all'ombelico. Fece riempire la piccola cavità della sostanza ambrata prima di intingere ancora indice e medio, dedicandosi stavolta all'erezione dell'amante appoggiata sul suo basso ventre.
Non appena fu soddisfatto della propria opera, avvicinò le dita sporche di miele alla bocca di Peter, che le leccò e le succhiò fino a ripulirle completamente.
Allora, Robert si chinò sul petto del biondo e iniziò a leccare il dolce nettare dorato, seguendo la scia che aveva tracciato su di lui: prima i capezzoli, che al contatto con le sue labbra divennero duri come pietruzze; poi lungo la linea alba fino all'ombelico, che penetrò con la lingua; infine il membro caldo e rigonfio, che si lasciò scivolare fino in gola con un gorgoglio liquido.
Peter si lasciò sfuggire un gemito mentre, con la mano tra i capelli dell'amante, chiudeva gli occhi e si lasciava andare all'estasi.

 

Spazio autrice:

Cavoli, siamo già arrivati al settimo momento! La parola, questa volta, era “miele”, suggerita da Gella. Più o meno, questo capitolo è sulla stessa falsa riga del precedente, anche se ambientato in un momento molto più tardo (quasi alla fine della loro relazione secondo la mia story line). Ma come faccio a non scrivere qualcosa di hot con un soggetto come il miele? Anche stavolta, ci limitiamo a un “lime” che non sfocia nell'atto vero e proprio. Ma, mannaggia, 500 parole sono veramente troppo poche! Anche stavolta ho dovuto limare qua e là, anche se non proprio tantissimo. Spero non ne risenta il testo, ovviamente.
Beccatevi ora le note numerate:
*1) Robert Lamm e Julie Nini – sorella di Diane Nini, moglie di Peter Cetera – si sono lasciati nel 1981. Robert si sposerà di nuovo nel 1985 con l'attrice Alex Donnelley. Ho ipotizzato che, alla fine del 1983, fosse ancora single.
Basandomi sulla mia personalissima story line, in cui i due uomini intraprendono tra loro una relazione clandestina, Robert fa riferimento a una nuova relazione “di facciata” perché appunto, dato il periodo non ancora favorevole alle relazioni omosessuali, i due amanti tirano avanti rapporti eterosessuali per nascondere al mondo la loro vera condizione. Il 16 novembre 1983, giorno in cui questa flash è ambientata, era davvero un mercoledì.
*2) Nel 1969, durante una partita di baseball Peter fu preso di mira da alcuni Marines semplicemente perché era capellone. Lo presero a pugni e gli fratturarono la mandibola. Trasportato in ospedale, fu operato con l'applicazione di tre perni metallici, costringendolo per parecchi mesi a stare con la bocca semichiusa e a cantare, da allora in avanti, con il falsetto che lo ha sempre contraddistinto.
*3) Il Caribou Ranch era un ranch trasformato in studio di registrazione – di proprietà di Jimmy Guercio, produttore dei Chicago – in cui la band ha registrato cinque album, dal 1973 al 1977.

  
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