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Autore: marea_lunare    04/03/2020    1 recensioni
La razza umana è ormai estinta da migliaia di anni, la Terra è stata conquistata da angeli e demoni, i quali ne sono entrati in possesso combattendo tra di loro una feroce battaglia, conclusa con un armistizio.
Tra le popolazioni vige l'obbligo di non fare del male a nessuno della razza opposta o di intrattenere un qualsiasi tipo di rapporto, per il timore di poter compromettere la pace.
John Watson però non è come tutti gli angeli: lui crede in un possibile legame tra i popoli. Sarà proprio lui, infatti, a conoscere un demone particolarmente acido ma geniale, che lo affascinerà fin da subito. Sa bene però, che la loro amicizia potrebbe compromettere gravemente la situazione di stallo che permane tra le loro razze.
I dubbi sono tanti, le speranze diminuiscono giorno dopo giorno.
Tra una divinità potente e sconosciuta e due mondi opposti ma al contempo simili, si sviluppa la storia di John Watson e Sherlock Holmes, coloro che potrebbero cambiare o distruggere il loro mondo.
Genere: Drammatico, Fantasy, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Watson, Lestrade, Quasi tutti, Rosamund Mary Watson, Sherlock Holmes
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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XI – Giudizio                                                                                                                                                                      Take Me To Curch – Hozier

 

Quando mi sveglio, non so che ore siano. Apro gli occhi ancora immerso nell’oscurità. Intorpidito, cerco di alzarmi.

Sono stanco, sfinito, dolorante, il sangue rappreso sulla schiena mi impedisce di muovermi.

My lover’s got humour
She’s the giggle at a funeral
Knows everybody’s disapproval
I should’ve worshiped her sooner

Mi sento come se non avessi chiuso occhio, forse ho perso i sensi dopo la tortura.

Non riuscendo a mettermi in piedi, decido di appoggiare la schiena al muro, ignorando il gelo che mi causa ogni volta sulla pelle. Fisso la porta in attesa che vengano a prendermi, perché so che lo faranno.

Non riesco a capire cosa dovrei provare in questo momento. Paura? Angoscia? Desiderio di pietà?

L’unica cosa certa è che sarò da solo contro tutti.

Dopo probabilmente qualche ora passata a fissare il vuoto, finalmente sento cigolare il chiavistello della porta.

Sulla soglia compare un demone a petto nudo, i muscoli gonfi e possenti, lo sguardo truce.

“Forza, alzati” mi ordina.

Lo guardo negli occhi, non accennando a muovermi.

Notando la mia determinazione, mi afferra per i capelli e mi solleva.

“Ti ho detto di alzarti, vermiciattolo” ripete.

Mi lascia andare e io mi tiro su a fatica, appoggiando i palmi delle mani a terra.

Le gambe non mi sorreggono, le ginocchia tremano violentemente.

Il carceriere prende una grossa catena e me l’avvolge attorno ai polsi, tenendo stretto l’altro lato. Mi sento come un cane al guinzaglio.

Assicuratosi che io non possa fuggire, mi strattona violentemente in avanti e mi fa uscire dalla prigione.

“Andiamo angelo, oggi è il tuo gran giorno”

“Che cosa significa?”

Non risponde, scoppiando in una risata sguaiata.

Penso a ogni possibilità di fuga, ma mi rendo conto che nelle mie condizioni sarebbe completamente inutile.

Attorno a me vedo solo mura di pietra e infinite rampe di scale che si susseguono.

Poco dopo arriviamo a una grossa porta laccata di nero.

Il demone che mi accompagna si gira e mi rivolge un ghigno, abbassando la maniglia e aprendo la porta.

Il brusio proveniente dall’altra parte si interrompe bruscamente non appena il demone l’attraversa.

Camminando lentamente, mi accorgo di trovarmi all’interno di una cattedrale.

La luce del sole penetra dai rosoni di vetro, riempiendo la chiesa di colori variopinti, smorzando l’atmosfera inquietante che regna in quel luogo.

‘Che questo sia…?’

If the heavens ever did speak
She’s the last true mouthpiece
Every Sunday’s getting more bleak
A fresh poison each week

“Benvenuto al Tribunale dei Demoni” sussurra malignamente il demone davanti a me.

Mi guardo attorno, notando le panche gremite di demoni, che mi fissano. Decine e decine di sguardi torvi e ostili che gravano sulle mie spalle come un macigno.

Vengo condotto al centro della stanza, esattamente in mezzo alle due file di panche dove sono seduti tutti, ritrovandomi costretto a passare in mezzo a loro per denigrarmi ulteriormente.

Rispondo in silenzio agli sguardi di quella gente. Molti bisbigliano qualcosa al vicino quando passo, scuotendo la testa con disapprovazione e osservandomi con disgusto.
 

Giungiamo al banco dei giudici ancora vuoto, di fronte al quale, sulla destra, si trova il tavolo dell’accusa.

Ovviamente, quello della difesa è vuoto.

Il demone carceriere mi colpisce le ginocchia, facendomi crollare a terra.

Con indosso solo i pantaloni, a petto e piedi nudi, mi sento più impotente di quanto io sia mai stato.

Osservo la fiaccola appoggiata sotto al banco dei giudici, i riverberi scuri delle fiamme che si agitano, bruciando vive come non mai. Chissà se quello stesso fuoco brucerà anche me, se quelle stesse fiamme saranno la mia punizione.

Il flusso di pensieri viene interrotto dal rumore di un portone che si apre.

Mi volto, venendo accecato dalla luce che mi inonda gli occhi.

Mi copro il viso con le braccia, scorgendo delle figure scure e confuse.

Vedo il fratello di Sherlock arrivare a passo sostenuto, accompagnato dal fedele ombrello che fa eco ai suoi passi. Mi guarda con un misto tra disgusto e odio sul viso.

Sento dei passi più piccoli e leggiadri arrancare dietro di lui.

Non appena il Demone Superiore mi oltrepassa, scorgo una figura familiare al suo seguito. E in quel momento, sento il mondo crollare in mille pezzi, cadendomi addosso in una pioggia di schegge.

“Mary” mormoro, in preda allo shock.

Lei non mi degna neanche di uno sguardo. Mi passa affianco con ribrezzo, potrei toccare il suo odio a mani nude.

Non può essere. Non può essere stata lei.

Eppure le avevo parlato del monastero, sapeva dell’importanza che quel luogo aveva per me.

Una terribile nausea mi afferra alla gola e non riesco a trattenere un conato di vomito, smorzato da un colpo di tosse che mi fa bruciare la gola.

Lei sapeva.

We were born sick,’ you heard them say it

All’improvviso sento sopraggiungere in lontananza dei passi a me conosciuti. Mi sembra di poter respirare di nuovo.

Scorgo Sherlock superare quasi di corsa l’ingresso, la sua pelle candida che si dipinge di mille colori quando passa sotto una finestra, come una tela dipinta da mani sapienti.

Con noncuranza scivola tra gli sguardi sprezzanti dei suoi simili, guarda dritto davanti a sé senza preoccuparsi di nessuno.

Solo quando si accorge della mia presenza la sua espressione cambia.

Rallenta il passo e mi osserva, usando ogni secondo per analizzare tutte le mie ferite e accertarsi delle mie condizioni. Colgo un’ombra di ansia nei suoi occhi, subito dissimulata nella sua solita indifferenza.

Una volta giunto accanto a me si blocca bruscamente.

Un tremendo silenzio cala nella sala.

Tutti lo guardano come se stesse per scatenare un putiferio da un momento all’altro.

Io lo imploro con lo sguardo, pregandolo di non fare sciocchezze.

Senza dire una parola, Sherlock si toglie la giacca, si inginocchia accanto a me e me l’appoggia sulle spalle.

Mi lancia una breve occhiata e si rialza. Mycroft lo guarda, intimandogli di sedersi al tavolo dell’accusa. Sherlock non lo degna di uno sguardo, voltandogli le spalle e sedendosi al tavolo della difesa, sicuramente compiaciuto dell’espressione frustrata del fratello.

Mi sfugge un mezzo sorriso, mentre tocco il morbido tessuto che ora mi abbraccia le spalle.

Pochi secondi dopo un’altra figura fa la sua entrata in scena, ma stavolta è tutt’altro che rassicurante.

Un demone dalle gigantesche ali rossicce entra nella cattedrale a passo spedito.

Tutti si alzano in piedi, il demone carceriere mi tira per la catena e mi costringe ad alzarmi, strappandomi un mugugno.

Il nuovo arrivato mi supera senza proferir parola, accomodandosi al banco dei giudici con inquietante eleganza.

Immediatamente vengo spinto di nuovo a terra, cadendo pesantemente sulle ginocchia.

My Church offers no absolutes.
She tells me, ‘Worship in the bedroom.’
The only heaven I’ll be sent to
Is when I’m alone with you—

 

“La corte è oggi qui riunita per citare in giudizio l’angelo John Hamish Watson, accusato di aver commesso un aberrante crimine contro natura” afferma il giudice, dando così inizio al mio processo “L’accusa ha qualche testimone?”

“Sì, Vostro Onore” risponde Mycroft alzandosi in piedi “L’accusa chiama a testimoniare la moglie dell’imputato, Mary Morstan”

Mary si alza immediatamente, andandosi a sedere al lato del giudice.

Non provo neanche a protestare.

Una terribile desolazione mi afferra, impedendomi anche solo di parlare.

“Vostro Onore” interviene Sherlock alzandosi in piedi “Come si può definire giusto questo processo se l’imputato non ha nessuno a difenderlo?”

Il giudice sembra rimanere interdetto per un momento, recuperando subito dopo il controllo.

“È un angelo, non possiamo affiancargli qualcuno. Gli basterà la sua parola per difendersi”

Deve essergli affiancato qualcuno altrimenti il processo non può andare avanti. Permettete almeno che un angelo lo difenda”

“È stato catturato in territorio demoniaco, non possono intervenire terzi, specialmente se angeli”

“Allora interverrò io in sua difesa”

“È fuori discussione. Tu sei coinvolto troppo personalmente per poterlo difendere. Potresti distorcere i fatti in suo favore senza che nessuno di noi lo sappia”

“Proprio perché sono personalmente coinvolto voglio dare la mia versione dei fatti. Vi prego”

“La risposta rimane la stessa”

“Ma padre, non è--”

“Ti ho dato le spiegazioni necessarie, Sherlock. Adesso siediti!” tuona il giudice.

Padre?

Chino la testa in preda alla disperazione.

Il Demone Supremo. Il padre di Sherlock. Il mio giudice.

Sono spacciato.

I was born sick,
But I love it
Command me to be well
Amen. Amen. Amen. Amen.

“Quindi signora Morstan, ci dica, cosa l’ha spinta a rivolgersi alla Corte dei Demoni, denunciando suo marito?” chiede Mycroft.

“Sei stata davvero tu...” mormoro.

Take me to church
I’ll worship like a dog at the shrine of your lies
I’ll tell you my sins and you can sharpen your knife
Offer me that deathless death
Good God, let me give you my life

Il demone carceriere mi zittisce con un calcio.

“Ho scoperto che mio marito intratteneva una relazione con un demone” dice Mary.

Un mormorio di disapprovazione si solleva in tutta la cattedrale.

Vorrei scomparire.

“Ma non credo che questa fosse consensuale” continua lei.

Tutti le rivolgono un’occhiata confusa, me compreso.

“Sia più chiara” le chiede il giudice.

“Credo che il demone con cui ha intrattenuto questa relazione lo abbia costretto, ma non so con quali menzogne e sortilegi sia riuscito a convincerlo”

Stavolta il brusio si solleva contro Mary.

“Queste sono accuse totalmente infondate, vostro onore” interviene Sherlock.

“Mary, cosa stai dicendo?” domando sconcertato.

Che diavolo le salta in mente?

“E cosa le fa credere che invece non sia stato suo marito a traviare il demone con non sa quali menzogne e sortilegi?” le domanda Mycroft, sorridendo sornione.

“Perché mio marito non ha interesse per i demoni, specialmente uomini” risponde lei.

“Ed è su questa futile affermazione che lei basa le sue accuse?”

Mary apre bocca per rispondere, ma le parole le muoiono in gola e tace, conscia di aver commesso un terribile errore.

“Non ho altre domande, Vostro Onore” conclude Mycroft tornando al suo posto.

“Molto bene. Ovviamente, Sherlock, sei consapevole del fatto che anche tu verrai punito, vero?”

If I’m a pagan of the good times
My lover’s the sunlight
To keep the Goddess on my side
She demands a sacrifice

Lui si alza in piedi come uno scolaro che risponde al maestro e lo guarda: “Sì, padre”.

“E sei conscio del fatto che, dopo aver subito una punizione fisica, verrai esiliato dal popolo dei demoni?”

“Padre, cosa state dicendo? È vostro figlio, non potete!” esclama Mycroft con espressione preoccupata.

“Sì Mycroft, posso e lo farò. Che sia mio figlio o meno, chiunque abbia una minima parte di colpa in uno scempio del genere deve pagare per ciò che ha fatto. Dopo i due secoli di lotta è stato firmato un accordo che garantisse la pace tra angeli e demoni, purché ogni popolo rimanesse distante dall’altro. Non posso permettere che una tale violazione e il rischio che hanno fatto correre al nostro popolo passino impuniti”

“Ma--”

“Taci! Non voglio sentire altro”

Io guardo allibito il giudice, poi Mycroft, poi Mary.

Sento il borbottio degli spettatori riempirmi le orecchie, un cumulo di voci sprezzanti e impietose che pensano di poter dire ciò che vogliono.

La rabbia mi monta dentro come una tempesta, afferrandomi le viscere.

Stringo i pugni fino a conficcarmi le unghie nella carne, finché non sento i palmi sanguinare.

“ORA BASTA!” grido a pieni polmoni.

Drain the whole sea
Get something shiny
Something meaty for the main course
That’s a fine looking high horse
What you got in the stable?
We’ve a lot of starving faithful

Tutti ammutoliscono e mi guardano come fossi una bomba sul punto di scoppiare. Ed è così che mi sento.

“Ma vi ascoltate? Sentite quello che dite? ‘Crimine contro natura’, ‘scempio’, ‘menzogne e sortilegi’? Cosa siamo, due fenomeni da baraccone?!” sbraito.

Raddrizzo la schiena e la pelle tira, il sangue rappreso brucia, ma tutto ciò serve solamente a farmi imbestialire ancora di più.

“Qui si tratta di tradire il proprio popolo e la propria moglie, John” mi risponde Mary.

Mi giro nella sua direzione con la furia negli occhi.

Lei mi osserva, cercando di nascondere il timore.

“Tradire il proprio popolo?” ripeto ridendo “Casomai intendi tradire il TUO popolo. Sbaglio o l’ultima volta che abbiamo parlato mi hai fatto notare che tra gli angeli io sono conosciuto come ‘reietto’? Sono parole tue queste. E poi per favore ‘tradire la propria moglie’? Tu hai il coraggio di venirmi a parlare di tradimento?”

Scoppio in una risata isterica, pronto a dare il peggio di me.

“Per anni mi hai tradito, gettandoti fra le braccia di qualsiasi giovane angelo ti capitasse a tiro. Ogni volta tornavi da me chiedendomi perdono e io ti ho sempre accolta di nuovo come mia moglie, perché ti amavo”

“Io non sono mai di certo andata a letto con un demone rischiando di scatenare un altro conflitto secolare! Come ti permetti di paragonarmi a te?” mi risponde lei con aria sprezzante.

Questo è davvero troppo.

That looks tasty
That looks plenty
This is hungry work

Take me to church
I’ll worship like a dog at the shrine of your lies
I’ll tell you my sins so you can sharpen your knife
Offer me my deathless death
Good God, let me give you my life


 

“Come mi permetto?” domando retorico “Io ho tradito per amore! Mentre tu non facevi altro che buttarti su storie da quattro soldi senza amore e tutto sesso come una qualsiasi sciacquetta!”

“Signor Watson, moderi il linguaggio!” tuona il Demone Supremo, ma io lo ignoro.

“Ma voi cosa ne volete sapere?” urlo avvicinandomi alla platea, facendo cadere la giacca di Sherlock.

Il carceriere cerca di trattenermi, ma io tiro con tutta la mia forza. Tiro, tiro e tirò finché non sento la carne dei polsi venir recisa dalle catene, non riuscendo a darmi pace.

“Voi parlate di amore, pace, giustizia e quieto vivere, ma non sapete neanche che cosa significhino! Siete solo degli sidioti che condannano l’unica possibilità che avevamo di formare un popolo unico e forte! Per riuscire a sopravvivere su questo pianeta è necessario unirsi. La pace creata dopo la Guerra dei Due Secoli è solo una stupida facciata! Io ho combattuto in quella guerra e so che non è servita assolutamente a nulla!”

“Come pensate di poter garantire al popolo, alle vostre stesse famiglie, un’esistenza normale se non sapete neanche che cosa significhi la parola perdono?!” sbraito in faccia a Mycroft e al Demone Supremo, incurante delle possibili conseguenze “Non siete degni di niente di ciò che possedete!”

Non ho mai sentito il cuore battermi così forte.

Ansimo, tutti mi fissano impietriti.

No Masters or Kings
When the Ritual begins
There is no sweeter innocence than our gentle sin

In the madness and soil of that sad earthly scene

 

Mary non apre bocca. In silenzio si alza, mi raggiunge e getta la sua fede nuziale a terra. Mi guarda negli occhi e mi tira uno schiaffo che rimbomba per tutta la cattedrale, riprendendo la sua strada e uscendo dal Tribunale dei Demoni.

Incapace di dire altro, mi volto verso Sherlock.

Temo di vederlo guardarmi come fossi uno sconosciuto.

Invece mi sorride.

Un piccolo sorriso appena accennato.

E in quel momento, tutta la rabbia scompare.

Ogni briciolo della mia furia viene spazzato via.

Lui, lì, in piedi con le braccia lungo i fianchi, il volto disteso, quasi divertito dalla situazione.

Sai che in questo modo stai condannando anche Sherlock, vero?’

E sei conscio del fatto che, dopo aver subito una punizione fisica, verrai esiliato dal popolo dei demoni?’

Queste parole mi rimbombano nella mente come un’eco funesta.

L’espressione di Sherlock cambia repentinamente sotto i miei occhi.

Vedo il suo viso contorcersi in un’orribile espressione di dolore.

Immagino i suoi gemiti di piacere di quando facevamo l’amore trasformarsi in mugugni di sofferenza.

Scorgo lacrime scendere dai suoi occhi mentre cerca di obbligarsi a non piangere durante la tortura.

Lo sento chiamarmi mentre viene colpito dalla frusta.

Mi vedo prenderlo per mano e condurlo con me al patibolo, entrambi soffocati dalle fiamme.

Sto firmando con le mie stesse mani la sua condanna a morte.

Only then I am Human
Only then I am Clean
Amen. Amen. Amen. Amen.

Ritorno al presente e vedo ancora il mezzo sorriso che mi sta rivolgendo.

Non può finire così.

“Inoltre” continuo, respirando a fatica “se c’è qualcuno che deve essere punito per questo ‘scempio’, sono io. C’è una parte di verità in quello che avete detto. Sono stato io ad ingannare Sherlock, ad ‘incantarlo’, costringendolo ad amarmi”

Il sorriso di Sherlock svanisce.

“John, non dire idiozie”

“Ricordi cos’è accaduto durante l’ultimo tributo,no? Secondo te perché hai avuto quell’attacco di cuore proprio mentre eri accanto a me?” dico accennando un sorriso.

So che lui sa. Non potrebbe credere mai a una stupidaggine del genere, ma devo sembrare indifendibile agli occhi di chiunque altro. Accetterebbero qualsiasi versione dei fatti pur di condannarmi.

Voglio solamente che tutta questa storia finisca al più presto.

“Questa è una confessione, John Hamish Watson?”

“Si, Vostro Onore”

“Padre, non lo ascoltate. Sta mentendo spudoratamente!” interviene Sherlock.

“Vuoi tacere? Non lo capisci che mi stai difendendo perché sei ancora assuefatto?” sbotto.

“No, non è così” risponde.

“È consapevole del fatto che questa sua confessione aggraverà ulteriormente la pena?” mi chiede il giudice.

“Sì, ne sono consapevole”

“Molto bene. Come si dichiara, riguardo le accuse a suo carico?”

“Colpevole” rispondo, non riuscendo a mascherare il leggero tremolio della voce.

“Bene. In questo caso, John Hamish Watson, la sua pena non ha modo di essere scontata. Domani mattina avrà luogo l’esecuzione. Verrà bruciato sul rogo”

“NO!” grida Sherlock.

Take me to church
I’ll worship like a dog at the shrine of your lies
I’ll tell you my sins and you can sharpen your knife
Offer me that deathless death
Good God, let me give you my life

Un boato di gioia rimbomba nella cattedrale, mentre io tiro un sospiro di rassegnazione.

È fatta.

Raccolgo la fede di Mary da terra e la fisso con sguardo vacuo. Sherlock mi si avvicina.

“John, perché mai--”

“OBIEZIONE!” grida una voce familiare alle mie spalle.

Mi giro verso l’entrata in preda alla confusione. Gregory e Mike fanno il loro ingresso nella cattedrale, creando il panico generale.

“Finalmente sono arrivati i rinforzi” mormora Sherlock.


 

 

 

 

   
 
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