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Autore: Tonks98    04/03/2020    0 recensioni
Ho pensato questa storia come una raccolta di Missing Moments apparentemente scollegati, alcuni sono a sè stanti altri hanno dei collegamenti, ma ruotano tutti attorno alla figura di Rumplestiltskin e ai suoi accordi con vari personaggi anche (e soprattutto) non appartenenti al mondo di OUAT. Non so quanti capitoli/storie ci saranno, diciamo che aggiornerò man mano che me ne vengono in mente. Buona Lettura!
Genere: Avventura, Fantasy, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Belle, Regina Mills, Signor Gold/Tremotino
Note: Cross-over, Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
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Il Desiderio di Tom

Era una notte tranquilla quella, perfetta per andare a farsi un giro in Biblioteca. I professori pensavano che lui fosse uno studente ligio al regolamento e rispettoso dei divieti della scuola, ma solo perchè non era mai stato così stupido da farsi beccare, come quella sera ad esempio. Era vietato andare in giro di notte nel Castello, anzi, ancora peggio, era vietato andare in giro di notte nel Castello e intrufolarsi nella Sezione Proibita della Biblioteca, ma al giovane Serpeverde poco importava. Aveva imparato a conoscere quel luogo come il palmo della sua mano, era sicuro di essere l'unico a essere giunto a una così profonda conoscenza del Castello. Ma quella sera non era in vena di nuove esplorazioni, c'era una sezione della Sezione Proibita che lo aveva particolarmente incuriosito negli ultimi tempi, e sapeva che finchè non avesse curiosato tra tutti i libri di quello scaffale la sua mente vivace non sarebbe stata in grado di soffermarsi su altri misteri. Non trovò nessuno sulla sua strada, il vecchio bibliotecario dormiva profondamente nella sua stanza e il custode era al settimo piano a combattere un'inutile battaglia contro il dispettoso Poltergeist. Gli ci sarebbe voluto un po'. Il ragazzo entrò nella grande e antica biblioteca attraverso le imponenti porte d'ebano per poi avviarsi sicuro verso la parte della Sezione Proibita che più lo interessava: 'Manuali della Magia Più Oscura', uno scaffale intero solo di manuali per maghi oscuri, compilati dai più malvagi e potenti maghi di tutte le epoche e provenienze. In quei libri c'erano i procedimenti per i più crudeli incantesimi, malefici e pozioni che strega o mago potesse concepire, e il giovane Tom ne era maledettamente affascinato. Da tempo il ragazzo aveva appreso che il sapere magico che gli veniva insegnato a Hogwarts non poteva essere completo senza la controparte oscura, e anche che lui non riusciva a tollerare di non sapere qualcosa. Perchè sapere è potere, e lui aveva il suo progetto, già, un progetto che era cresciuto con lui, che stava tutt'ora crescendo, e lui doveva nutrirlo con tutto il sapere che trovava, tutto nato da quell'unica parola, trovata una volta, per sbaglio, in un antico volume rovinato, da quella spiegazione sbrigativa, un po' titubante, estorta una sera al suo "professore preferito". Per cui si avvicinò allo scaffale, eccitato e indeciso allo stesso tempo, la bacchetta di tasso stretta in mano illuminava le coste di volumi tanto antichi che ormai il titolo inciso nel cuoio era quasi sparito, cancellato dai secoli, o che semplicemente non lo avevano, troppo oscuri per essere nominati. E Tom era indeciso, non sapeva da dove partire, man mano scorreva i dorsi di quei libri intrisi di magia e sentiva il potere oscuro che si sprigionava da essi entrargli nel naso come polvere, lo inalava come fosse stata polvere, lo sentiva che gli pervadeva i polmoni, lo inebriava, offuscandogli la mente. Poi si fermò, ad attirare la sua attenzione era stato un volume dall'aria particolarmente preziosa e pericolosa, già dal dorso di pelle color sangue si poteva notare la trama ingarbugliata e sinuosa fatta di arabeschi d'argento che dovevano percorrere tutta la copertina. Era uno di quei volumi senza titolo. Decise che avrebbe iniziato da quello. Una volta che, con attenzione quasi reverenziale, lo ebbe tirato fuori dallo scaffale, messo su un tavolo poco distante e illuminato con la bacchetta, capì anche perchè lo aveva colpito. Sì, l'arabesco d'argento correva su tutta la copertina, creando uno splendido contrasto con la lucida pelle, ma fu appunto questo. Tra tutti i libri della sezione quello era l'unico non rovinato e impolverato. Tom aveva come la sensazione che fosse molto antico e senza dubbio non veniva aperto da decenni, forse secoli, eppure sembrava nuovo, appena rilegato. Con trepidazione poggiò delicatamente una mano sul frontespizio e sentì come un fremito di energia magica corrergli lungo il braccio, e senza più esitare lo aprì e iniziò a sfogliarne le pagine. Si trovò davanti un indice ordinato degli argomenti, vergati a mano in inchiostro nero, perfettamente chiaro e affatto rovinato o sbiadito, come invece erano la maggior parte dei libri di tutta la Biblioteca. La grafia aveva qualcosa di gotico, a tratti calcata a tratti estremamente sottile ed elegante, era affascinante, quasi ipnotizzante. Scorse i titoli dei capitoli, leggendoli con avidità cercando qualcosa di interessante.
Pozioni oscure per il controllo della mente. Malefici di sangue. Stregonerie e Divinazione. E così via fino ad arrivare a qualcosa che lo incuriosì. "Signori Oscuri." aprì il libro alla pagina indicata, le pagine di pergamena frusciavano sotto le sue dita, lisce come la seta, fino a quando non trovò il capitolo. Venne colpito subito dal titolo del primo paragrafo, sembrava tedesco, il carattere gotico certo non aiutava. Non avrebbe saputo dire se fosse un nome o cosa, era molto lungo, cercò di leggerlo come potè per cercare di capire come diavolo si pronunciasse. 
"Rump-Rumploslit-Rumplestiltskin. Rumplestiltskin? E cosa diavolo dovrebbe essere un Rumplestiltskin?" 
"Sarebbe il mio nome, caro."
Tom sobbalzò e quasi lasciò cadere la bacchetta per lo spavento, per fortuna non emise un fiato o avrebbe potuto svegliare qualcuno. Si voltò di scatto, poichè la voce proveniva dalle sue spalle, puntando la bacchetta alla cieca. Ma anche se avesse voluto attaccare, quello che si trovò davanti lo lasciò senza parole. Era un uomo, o almeno fisicamente lo sembrava, perchè l'aspetto era il più lontano dall'umano che Tom avesse mai visto. Le scaglie verdastre della sua pelle rilucevano a tratti alla luce sprigionata dalla bacchetta, i lunghi capelli grigiastri dai riflessi ramati ricadevano sul viso dai lineamenti aguzzi accentuando il naso appuntito e adunco, la bocca era talmente sottile da sembrare incisa con un rasoio, ma la cosa che più raggelò il sangue nelle vene al ragazzo furono gli occhi, sembravano quasi il doppio del normale, le iridi erano di un colore indefinito, come se qualcuno avesse preso tutti i colori che d'autunno pervadevano la Foresta Proibita e li avesse mescolati insieme per creare quegli enormi occhi freddi e dalla pupilla talmente stretta da farli sembrare ancora più surreali, ancora più folli e spietati. L'essere stava di fronte a lui, la bocca piegata in un sorriso sardonico, pareva estremamente soddisfatto dell'effetto che la sua entrata in scena aveva fatto sul ragazzo. Compiaciuto fece un passo indietro, così che Tom riuscì a vedere anche com'era vestito, era stravagante perfino per gli standard del mondo magico, sembrava uscito da una lontana epoca medievale, notò che il colore della giacca di pelle che portava era lo stesso della copertina del libro. Finalmente ripresosi dallo spavento riuscì a chiedere: "Chi-Chi siete voi?"
Il ghigno dell'essere, se possibile, si allargò ancora di più mentre rispondeva, la sua voce dai toni acuti era come il carattere gotico del libro, a tratti calcata, a tratti sottile, affascinante, quasi ipnotizzante, e lui doveva esserne ben consapevole.
"Rumplestiltskin." disse muovendo le mani, che sembravano quasi artigli, in un gesto teatrale, come se stesse eseguendo una posa abituale, "il Signore Oscuro, l'immortale, il mago più potente di tutti i mondi conosciuti. Il libro che ti sei ritrovato a sfogliare è stato scritto e rilegato da queste stesse mani e impregnato della mia magia." spiegò sottolineando le ultime parole con un movimento veloce della mano destra e un timbro più alto di voce. "Molto tempo fa, tuttavia, degli eroi che se non sono già morti avranno vita breve, hanno trovato il modo di ritorcermela contro e di intrappolarmi tra quelle pagine con un sortilegio. Poi spedirono il libro in questo mondo e lo affidarono ai maghi e alle streghe più potenti dell'epoca con l'ordine di tenerlo nascosto e al sicuro. Devo riconoscere che nasconderlo in una biblioteca è stata un'idea sotto certi versi ingegnosa, dopo tutto quale posto migliore per nascondere un albero di una foresta? Comunque, sono stato intrappolato per secoli in quel libro, solo se qualcuno avesse letto il mio nome per tre volte, sarei stato libero. E tu, ragazzo mio, sei molto fortunato." disse indicandolo mentre sul suo viso si allargava un sorriso inquietantemente incoraggiante "Poichè, nell'ultimo secolo o giù di lì, ho giurato a me stesso che se qualcuno mi avesse liberato, avrei esaudito un suo desiderio, qualsiasi cosa, senza chiedere nulla in cambio. E in più mi trovi di buon umore, perciò, mio caro, chiedi." terminò con un breve inchino.
Tom quasi non credeva alla sua fortuna, aveva tante di quelle idee che gli correvano in testa, tanti di quei desideri che avrebbe voluto vedere realizzati, che non sapeva davvero cosa avrebbe potuto chiedere. Evidentemente ci stava mettendo troppo, Rumplestiltskin infatti iniziava a dare cenni di impazienza. "Ho detto che sono di buon umore, non che la mia pazienza è infinita, caro. Ti conviene deciderti o potrei decidermi io a trasformarti in qualcosa che non mi faccia perdere tempo, tipo un orologio a cucù." e rise di una risata che inquietò il ragazzo più delle sue parole.
"Va bene, allora...voglio l'immortalità."
Sta volta la risata di Rumplestiltskin fu ancora più acuta e decisamente di scherno: "Mi dispiace, mio caro, ma solo il Signore Oscuro può essere immortale. Qualcos'altro?" Ma Tom non demorse, anzi, ora che si era riscosso trovò facilmente il coraggio di replicare: "No, non credo. Avete detto che avreste esaudito un qualsiasi mio desiderio e pretendo che rispettiate l'accordo, voglio conoscere il modo per diventare immortale."
Il sorriso dell'Oscuro lasciò il posto a un'espressione forse ancora più inquietante, un qualcosa tra il dispetto, la rabbia e la furia omicida, tuttavia rispose tra i denti un: "Bene, e sia, non vengo mai meno a un accordo. Ma ti avverto, la magia, specie quella oscura come quella che ti servirebbe, ha sempre un prezzo. In questo caso molto alto. Io posso dirti come ottenere l'immortalità, ma dovrai essere tu stesso a pagarlo."
"Non mi interessa il prezzo che dovrò pagare, ditemi come." rispose deciso Tom.
Rumplestiltskin si avvicinò fulmineo al tavolo a cui era appoggiato il ragazzo, tanto che questo temette che volesse attaccarlo, ma invece prese il libro e iniziò a sfogliarlo, fino ad arrivare a un paragrafo molto importante, fondamentale. Era il frutto di tutte le più oscure e complicate ricerche del mago fatte su quello stesso pugnale che gli aveva permesso di ottenere tutti i suoi poteri, che lo rendeva immortale, e se la sua anima, come quella di tutti i signori oscuri che lo avevano preceduto, poteva essere legata a un oggetto, allora voleva dire che l'anima poteva sopravvivere in quell'oggetto e quindi permettere di vivere in eterno. Alla fine aveva trovato il modo in cui poteva essere fatto. Serviva un sacrificio, un'anima per un'anima, questo era il prezzo di quella terribile magia. Rumplestiltskin posò il libro sotto il naso di Tom, indicando con l'indice dall'unghia nera e acuminata un paragrafo, dal titolo Horkrux. Tom conosceva bene quella parola, lesse avidamente il paragrafo, incredulo. Lì c'era spiegato, fin nei suoi dettagli più macabri e contorti, tutto il procedimento per creare quella magia così oscura e potente che da mesi lo ossessionava, e finalmente era sua. Un sorriso inumano gli si dipinse sul volto, intriso di brama di potere, e a Rumplestiltskin non sfuggì.
"Deduco che sei soddisfatto, ragazzino." disse compiaciuto, anche perchè forse aveva trovato il modo di guadagnarci comunque qualcosa da quella faccenda. 
"Assolutamente." fece per chiudere il libro e portarlo a sè, ma l'altro fu più veloce, con uno schiocco di dita fece scomparire il libro dalle mani di Tom per farlo ricomparire tra le sue in una nuvola di fumo vermiglio, lasciando il ragazzo basito. 
"Ora devo proprio andare, ho un sacco di faccende da sbrigare, innanzi tutto trovare il modo di tornare nel mio mondo, quindi se vuoi scusarmi.." fece per muovere la mano destra e sparire, ma Tom lo fermò, come d'altronde il folletto si aspettava. 
"No aspettate! Ho bisogno di quel libro. Avevate promesso..."
"Io ti avevo promesso che ti avrei rivelato il modo per diventare immortale, non che ti avrei lasciato il mio manuale di incantesimi, mio caro." disse Rumplestiltskin divertito e con una punta di scherno. "Se vuoi il libro dovrai darmi qualcosa in cambio."
"Ma, io non ho niente." che era la pura e semplice verità.
"Oh, questo è quello che credi tu. In realtà c'è qualcosa che puoi darmi in cambio e che vale gli insegnamenti di questo manuale, sempre se accetterai l'accordo."
"Vi darò qualsiasi cosa chiediate." disse Tom, senza nemmeno pensarci un secondo, senza pensare alle conseguenze di quello che aveva detto. L'Oscuro rise sardonicamente, poi disse al culmine dell'entusiasmo: "Adoro quando dite così. Bene, quello che voglio da te, caro, è molto prezioso ed estremamente potente, e non può essere preso senza il consenso di chi lo possiede."
"Di cosa si tratta?" chiese Tom sinceramente incuriosito dal fatto di possedere qualcosa di tanto potente a sua insaputa.
"La capacità di provare amore." rispose in un tono quasi dolce Rumplestiltskin. A Tom ci volle qualche secondo per capire. Poi scoppiò a ridere, una risata falsa, fredda, innaturale, inquietante quasi quanto quella di Rumplestiltskin stesso. 
"L'amore! Ah, che cosa sopravvalutata da tutti, ma va bene. Volete la mia capacità di provare amore, beh, buon pro vi faccia, a me certo non mancherà."
"Sei sicuro, ragazzo? Non potrai riaverla indietro." lo avvertì l'Oscuro, il quale sapeva bene quanto potente fosse la magia del Vero Amore, cosa che evidentemente il ragazzo ignorava, e, a giudicare da come si stavano mettendo le cose, avrebbe continuato a ignorare per sempre. Ma dopo tutto quelli non erano affari suoi, ciò che gli importava era ottenere ciò che voleva per riprendere gli esperimenti sul filtro più potente di tutti, l'unico che non era ancora riuscito a creare e che gli serviva più di ogni altro.
"Prendila pure." fu la risposta presuntuosa e perentoria del ragazzo. Rumplestiltskin non se lo fece ripetere di nuovo, con una serie complicata di movimenti delle mani evocò un fumo vermiglio che, scivolando come una vipera in procinto di attaccare, si avvicinò al ragazzo e con uno scatto serpentino si insinuò nel suo petto, all'altezza del cuore. A Tom per un istante mancò il fiato e chiuse gli occhi, ma presto fu tutto finito, quando li riaprì vide che Rumplestiltskin aveva fatto apparire tra le sue mani un'ampolla di cristallo, al cui interno riluceva una specie di filo dorato dai riflessi color rubino che, avvolto su se stesso in due spirali, girava lentamente sospeso al centro esatto dell'ampolla. Quando ebbe ripreso fiato, sibilò: "Datemi il libro adesso." e per un fugace, ineffabile attimo, un'ombra vermiglia attraversò le iridi di Tom. Ma Rumplestiltskin era ancora concentrato nel rimirare quell'essenza pura che era riuscito a procurarsi con un altro dei suoi patti dal prezzo sempre troppo alto, e che alla fine non andavano mai a vantaggio di chi li stipulava, per notare il bagliore negli occhi del ragazzo. Si girò di scatto verso di lui, provando un misto di rispetto e pena; gli diede il libro e poi, improvvisa come un lampo, lo colpì una visione dal futuro, e finalmente decise che si sarebbe degnato di conoscere il suo nome. Così, mentre il giovane afferrava il libro con lo sguardo pieno di quella brama di potere che aveva visto poco prima, gli disse con apparente noncuranza: "Mi è sfuggito il tuo nome, caro."
"Non me l'avete chiesto." rispose lui sospettoso di fronte a questa improvvisa attenzione. 
"Devo essermi distratto." replicò Rumplestiltskin con un gesto vago della mano e un sorriso di circostanza.
"Strano per qualcuno che è rimasto intrappolato per tutto questo tempo a causa di un nome, deve essere qualcosa di potente nel vostro mondo. Quando vi ho liberato evidentemente il mio non vi interessava, cos' è cambiato?"
"Sei più sveglio di quanto pensassi." concesse l'Oscuro "Devi sapere che, tra le mie doti, c'è anche quella di riuscire a sbirciare nel futuro." sogghignò compiaciuto "Il tuo nome sarà talmente famoso e temuto nel tuo mondo che il solo udirlo infonderà paura e sconforto a chiunque lo ascolti. Molti avranno persino paura di pronunciarlo. Questo è quello che ho visto, perciò ho risolto che in fondo conoscerlo non sarebbe stata una perdita di tempo."
Sinceramente impressionato dalla rivelazione, Tom rispose senza pensare: "Mi chiamo Tom, Tom Marvolo Riddle."
Rumplestiltskin storse il naso: "Tom...piuttosto comune." disse, con una punta di sarcasmo.
"Lo so, per questo mi sono creato un nome nuovo, in questi anni."
"E sarebbe?" chiese Rumplestiltskin più interessato di quanto desse a vedere.
"Lord Voldemort." proclamò orgoglioso il ragazzo, e in quel momento l'Oscuro intravide qualcos'altro, una nuova visione, e non potè che sogghignare.
"Meglio, beh, buona fortuna Tom. E lunga vita." e con un ampio e teatrale gesto della mano scomparì in una nuvola di fumo color porpora, lasciando Tom solo nella Biblioteca deserta e di nuovo silenziosa, con un libro e un destino tracciato dall'accordo fatto per averlo.

   
 
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