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Autore: SimonaMak    05/03/2020    5 recensioni
Ariadna è la principessa del regno di Tahon, destinata a diventare regina. Lei si crede responsabile, matura e pronta per governare come una vera sovrana, ma i suoi genitori, Re Hector e la Regina Clarissa, non sono d'accordo: la vedono come una ragazzina ingenua e debole, che non se la sa cavare da sola né può occuparsi del regno. Il loro scopo è farla sposare per poter assicurare al popolo un degno sovrano, che sappia gestire tutto al posto di Ariadna. Ma lei non può accettarlo. Vuole dimostrare a tutti che è forte e indipendente, che nessun altro potrebbe regnare meglio di lei. Cercando di dimostrarlo, si mette nei guai, e viene salvata dalla stessa persona che l'ha minacciata: Killian. La sua presenza non fa altro che ricordarle quanto in realtà abbia bisogno di qualcuno che la guidi, che le insegni a difendersi e a combattere per sé stessa. Il problema, però, è che il misterioso ragazzo dagli occhi verdi, le nasconde un segreto che cambierà il corso delle loro vite e che svelerà altri misteri, fino ad allora mai scoperti. La principessa è stata incastrata.
Genere: Avventura, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Capitolo 13
IL RIFLESSO DELL'ILLUSIONE.

 
Kade ha mantenuto la promessa di portarmi al lago Ridher, ovviamente seguita da Dimitri. Siamo andati a cavallo dal palazzo, con Cannella e uno stallone delle scuderie dei conti Guerin. All’inizio ero entusiasta di lasciare le mura del castello e allontanarmi un po’, anche se adesso non mi sembra più una buona idea. Non che mi spaventi di un possibile pericolo, solo che mi sento leggermente in agitazione.
È da stupidi sentirsi in colpa? Già, sia per Killian che per Kade. Ho ricambiato il ragazzo dagli occhi verdi, ben due volte ed è stato un coinvolgimento completo. Questo è sbagliato perché dovrei concentrare le mie attenzioni negli appuntamenti con i miei pretendenti, ma allo stesso tempo mi sembra ingiusto nei confronti di Killian. È un controsenso, lo so.
-”Tutto bene?”- mi chiede Kade mentre mi aiuta a scendere da cavallo.
-”Sì, perché non dovrebbe?”-
-”Ti vedo pensierosa”- mi osserva.
Dimitri si mantiene a distanza per evitare di essere indiscreto ma non tanto lontano da non potermi controllare a dovere. A qualcun altro potrebbe dare fastidio, ma io mi sento al sicuro sapendo che c’è lui.
-”Cavalcare mi fa questo effetto, niente di grave”-
Mi faccio prendere dai fianchi e mi ritrovo faccia a faccia con il mio corteggiatore. È uno schianto, ovvio. Questa camicetta bianca gli valorizza il fisico statuario che si ritrova e gli stivaletti da cavallerizzo sono molto carini indosso a lui.
-”Io adoro venire qui quando sta per tramontare il sole, è uno spettacolo”- dice, incamminandosi sull’erba.
-”Ti ringrazio per aver voluto condividere questo posto con me”- gli sorrido.
È davvero uno spettacolo naturale: gli alberi di salice sono piegati verso il basso e sfiorano l’acqua del fiume che riflette il tramonto. Si uniscono i colori dell’arancione e del rosso formando le tonalità più belle che io abbia mai visto nel cielo. Ci sediamo sul prato e contempliamo in silenzio le meraviglie che ci circondano; Kade poggia la mano sopra la mia che ho disteso all’indietro per mantenermi in equilibrio.
Detta così è proprio un’atmosfera super romantica, come se lui avesse controllato la natura per rendere questo posto così magico.
-”Adesso capisci perché è il mio preferito?”-
-”Come biasimarti”- ridacchio.
-”Qual è il tuo?”- domanda incuriosito.
-”Bella domanda...è triste dire che si tratta del giardino del palazzo?”-
Effettivamente quale altro potrebbe essere il mio locus amoenus? Non perché non ci sia di meglio, ma non è che io esca molto.
-”Questo mi incoraggia a portarti dappertutto finché non troverai quello adatto a te”- mi fa l’occhiolino.
-”Dicono che a volte il posto perfetto è rappresentato dalla persona che ti fa stare più bene”- rifletto ad alta voce.
-”Tu ci credi?”-
Io ci credo? Beh se la mettiamo in questo modo mi vengono in mente Morgan e Nevena. Non so fino a che punto io possa considerare Killian qualcuno che mi faccia stare bene. Ogni volta rimango scottata dal suo atteggiamento camaleontico e finisco col piangermi addosso. Se fosse la persona giusta dovrebbe farmi sentire leggera e spensierata...o no?
Alzo le spalle e gli dico che non ne sono sicura.
-”Io ci tengo davvero a te, nonostante ti conosca da poco”-
Si avvicina a me con uno sguardo intenso e penetrante, il quale mi fa intuire il suo intento. Mi accarezza la guancia e punta gli occhi sulle mie labbra screpolate a causa dell’umidità e io faccio lo stesso, percependo un formicolio piacevole allo stomaco.
Sarebbe un primo bacio perfetto, in questo posto magnifico, con un ragazzo decisamente speciale se il mio cuore non mi stesse suggerendo di fermarlo.
-”Aspetta”- gli sussurro, a pochi centimetri dalla sua bocca.
-”Ho fatto qualcosa di sbagliato?”- mi chiede allarmato.
-”No, è solo che...”-
-”Capisco se non te la senti. Magari è presto, ma mi sembrava il momento adeguato. Mi conterrò ancora un po’”- vedo una nota di delusione nelle sue iridi ambrate, accompagnata anche da dispiacere.
Come posso spiegargli che dentro di me è come se stessi tradendo Killian? Eppure ricambiando quest’ultimo non ho forse tradito i miei pretendenti? Mi sento terribilmente in colpa, in imbarazzo e rammaricata.
-”Mi dispiace, davvero. Sento che sei sincero con me però per adesso lasciamo le cose come stanno”- cerco di rincuorarlo, spostandogli il viso verso di me.
-”E’ tutto ok, non preoccuparti! Sarebbe da egoisti confonderti in questo modo. Ho solo paura che il tuo cuore possa essere già di qualcun altro”-
Ha la mia stessa preoccupazione, a quanto pare.


 
*


In realtà sto riconsiderando questo ragazzo. Beh, purtroppo non posso costringere il mio cuore ad innamorarsi follemente di lui in modo da facilitare il matrimonio forzato, ma non mi dispiace affatto la sua compagnia. Forse anche più di quella di Christopher.
Dopo aver goduto appieno dello spettacolo naturale offerto dalla radura e dal lago, (meno del due di picche che ho dovuto rifilare a Kade), abbiamo fatto una passeggiata e per un momento mi ha tenuta per mano. Inutile dire quanto mi stesse sudando.
Ma lo noterà? Oddio e se gli fa schifo?” ho pensato.
È stato piuttosto carino invece, o magari ha fatto finta di niente; se così fosse, ne sono infinitamente grata.
Mi ha parlato della sua famiglia, come fin da bambino lo abbiano fatto appassionare all’attività fisica e militare. Il padre infatti è uno tra i comandanti dell’accademia reale ormai da venticinque anni, dalla sua nascita quindi. Sua madre, invece, è nel congresso nobiliare: si occupa di pratiche amministrative per nulla di poco conto. Ha una sorella più piccola, inoltre, di diciotto anni ed è un’abile musicista.
-”Sarei onorata di invitarla a palazzo per suonare qualcosa durante una cena o una cerimonia”- gli ho proposto.
-”Dici davvero? Mersia impazzirà di gioia! Non sai quanto ti apprezzi”- si è entusiasmato all’idea di rendere felice la sorella.
Quanto avrei voluto non essere figlia unica e condividere con qualcun altro gioie e dolori, lamenti e seccature nobiliari. Fortunatamente Sistiana è come se fosse mia sorella, anche se poverina ha il compito di prendersi cura di me più che di sé stessa. Se mi consentissero di passare più tempo con i miei amici sarebbe anche più facile, è come se non ci fossero dei legami veri all’interno del castello. E in teoria è proprio così, se non per qualche eccezione.
-”Come ti immagini da Regina?”- mi domanda, distogliendomi da questi pensieri.
Morta?
-”Non saprei. Spero solo di poter guidare il regno con onore e dignità”- ripeto come se fosse un copione.
-”La risposta vera?”- mi canzona, capendo che c’è dell’altro.
-”Vorrei avere il ruolo che merito in tutti gli ambiti della vita nobiliare. Spero di essere accettata dal popolo per quella che sono e di poter fare il possibile per proteggerli da eventuali pericoli”-
Non può immaginare quanto sia vero. Da una parte sono sicura che sappia della situazione e che la volta prima l’abbia sminuita per non preoccuparmi. Ma se davvero lui che è tra i militari in servizio non sapesse cosa c’è in gioco, come potremmo fare qualcosa per impedire a Steon di distruggerci?
Fortunatamente il resto della serata prosegue senza turbamenti o situazioni imbarazzanti. Non appena ha fatto buio, siamo saliti in groppa e ritornati sui nostri passi. Mi ha accompagnata fino a palazzo, nonostante con me ci fosse Dimitri.
È sceso da cavallo e si è avvicinato, mi ha baciata il dorso della mano dicendomi:
-“Buonanotte, mia principessa”- e per un attimo mi sono sentita davvero tale, quelle delle fiabe però, che non sono minacciate di morte né costrette a sposare qualcuno che non amano. Aspettate...a dir la verità è proprio così che funziona nelle favole, ma allora per quale motivo ci sembrano così belle? Ah già, perché c’è il principe azzurro che le salva dalla loro condizione tragica e deprimente. Vorrei che la mia storia andasse in modo diverso: il mio principe azzurro voglio che sia io. Sì, io. Che c’è di male? Devo salvarmi da sola e riportare nel regno la serenità che merita.
Io sarò la Regina.



 
***



Un’altra notte insonne, un altro giorno con le occhiaie. Penso di conoscere a memoria ogni singolo spiffero, macchia, crepa del mio soffitto. Stavolta a cosa ho pensato? Ho organizzato mentalmente il discorso che devo fare a Killian: so che è da stupidi ma ho paura di arrivare di fronte a lui senza sapere cosa dire, o peggio…assecondarlo un’altra volta. Sarebbe un grosso sbaglio, ne sono consapevole, ecco perché cercherò di evitarlo come la peste; almeno prima di aver chiarito la situazione.
Ormai Sistiana non viene nemmeno più per svegliarmi, alle sette, ma entra nella mia camera da letto con il kit per la cura del viso e comincia subito ad applicarmi prodotti per rendere la mia faccia da sveglia-tutta-la-notte più da bella-addormentata-di-notte.
-”Ma non è inutile tutta quell’argilla che mi spalmi?”- le chiedo, accigliata.
-”Assolutamente no! Quelle occhiaie spariscono, anche se con le borse è più difficile”-
-”Gilda mette le bustine di tè”- ridacchio.
-”E’ un pretesto perché vuoi che te lo porti?”- indaga, scerzando.
-”Nah, meglio non mandare giù nulla. La prima lezione di oggi è quella di combattimento”-
Penso di parlargli in un momento di distrazione di Dimitri, oppure lo faccio entrare dentro lo spogliatoio dove solitamente mi cambio per la lezione di danza.
-”Hai paura che ti faccia vomitare?”-
-”Al contrario...”- mi lascio sfuggire.
-”Ariadna! Parlavo del movimento che farai per lottare. Pensi ancora a Killian?”- mi guarda attentamente per cercare di scorgere qualsiasi espressione che smascheri le mie sensazioni. Peggio di un detective dei film americani.
-”Dipende in quale senso pensi che io lo pensi”- la scimmiotto.
-”E’ successo qualcos’altro?”- sembra una minaccia velata da una domanda.
-”Dopo la lezione te ne parlo, PROMESSO”-
-”Come hai promesso che ti saresti messa il cuore in pace?”- alza le sopracciglia.
Cavolo, è vero. Non so fino a che punto ho mantenuto la parola; mentalmente credo di essere consapevole delle circostanze, devo solo convincere il mio corpo a reagire in modo diverso. Adesso con che faccia le dovrei raccontare quello che è successo tra noi? Sono certa, però, che non mi giudicherà mai.


Mi dirigo verso la sala da ballo già sistemata per la lezione anche se Killian non è ancora arrivato. Sembra averlo notato anche la mia guardia personale e ne approfitta per avvicinarsi a me e parlarmi in privato.
-”Principessa, credo sia il caso di chiedervi se ci sia qualcosa che non vada”-
-”In che senso?”- lo guardo negli occhi color del ghiaccio, prevedendo già l’origine delle sue preoccupazioni.
-”E’ da settimane che vi vedo strana: perennemente agitata e oserei dire triste”-
-”Non voglio mentirti, purtroppo è un periodo assai pesante per me”- ammetto.
-”Posso immaginare, ma voglio che sappiate che qualsiasi cosa stia succedendo, qualsiasi cosa lei abbia in mente… io vi appoggerò”- il suo sguardo è carico di tensione emotiva: affetto, lealtà e un’attenzione nei miei confronti che mi fanno venir voglia di piangere dalla tenerezza.
-”Dimitri, so che magari non è adeguato quello che sto per dirti ma… ti voglio bene”- cerco di trattenere la commozione il più possibile.
Come può tenere a me in una maniera che supera di gran lunga quella dei miei genitori? Mi fa sentire amata, importante. Devo a lui più di quanto io stessa voglia ammettere. La sua non è solo fedeltà regale, ma dettata da un affetto disinteressato, puro. Davvero mi sosterrà qualsiasi cosa accadrà, qualsiasi scelta prenderò?
-”Per quanto sia inadeguato, sono lieto di sentirvelo dire. Il suo affetto è ricambiato da parte mia”- mi sorride lievemente; credo che questo sia il suo massimo ma considerando tutto ciò che fa per me, non importa.
-”Che mi sono perso?”- interviene Killian, entrando nella sala.
-”Il mio arrivo, dato che sei in ritardo”- lo ammonisco, serrando i pugni come se volessi fermare il battito accelerato del mio cuore.
-”Oh, per una volta tocca a me farmi attendere!”-
Dimitri ci lascia spazio al centro e torna all’ingresso, statuario.
Sto diventando sempre più brava a parare i colpi dell’avversario, anche se a scagliarli ancora non sono il massimo dato che Killian riesce sempre a schivarli. I calci, però, sono il mio forte, soprattutto quando riesco a spingerlo.
-”Dobbiamo parlare”- gli sussurro, mentre lo attacco al petto.
-”Quando una ragazza dice così non è mai un buon segno”- scherza, facendosi colpire.
-”Dico sul serio”- lo colpisco di nuovo ma riesce a spostarsi.
-”Andiamo nella tua cameretta?”- mi provoca, trattenendomi dalle spalle.
-”Nei tuoi sogni”- lo spingo via con un calcio vicino le parti intime che lo fa scostare immediatamente.
-”Non male bambolina, ma occhio che mi serve quella zona lì”- mi fa l’occhiolino, facendomi rabbrividire.
Mi fermo all’improvviso e mi viene in mente un’idea.
-”Di’ che vai da qualche parte ma entra nello spogliatoio”- bisbiglio, facendo finta di stirare i muscoli.
Mi guarda magnetico e segue le mie indicazioni alla lettera:
-”Vado a prendere dei libri che potrebbero aiutarti a memorizzare delle tecniche e poi le mettiamo in pratica”- dice a voce alta facendosi sentire da Dimitri.
Una volta uscito dalla sala, riferisco alla mia guardia che mi sarei recata nello spogliatoio per cambiarmi la maglia sudata.
Mi dirigo all’interno e mi richiudo la porta alle spalle, deglutendo: troppe volte ho vissuto questa scena e nessuna di queste è andata nel migliore dei modi.
-”Cercavi una scusa per appartarti con me?”- appare il ragazzo, ghignando.
-”Te l’ho detto, dobbiamo parlare”- puntualizzo incrociando le braccia.
Questa volta non può sfuggire al confronto e dovrà dirmi cosa pensa della situazione.
-”Sono tutto orecchi”- si avvicina e mi copia nella postura.
-”Perché mi hai baciata?”- finalmente mi prendo di coraggio e lo dico ad alta voce.
È sorpreso dal mio essere diretta e mi scruta attentamente con un sopracciglio alzato. È lucido, segno delle energie spese con me per la lezione e ha i riccioli che gli ricadono sul viso, come a nascondergli quegli occhi verdi meravig…
No, devo concentrarmi.
-”Evidentemente in quel momento mi andava”- risponde, quasi annoiato.
-”Che vuol dire?”-
-”Non c’è una spiegazione: io faccio le cose perché mi va di farle”- insiste.
-”Senza un motivo preciso?”- faccio un passo avanti verso di lui.
-”Lo stesso motivo per il quale tu hai ricambiato”-
Temevo la rigirasse contro di me. Non ha tutti i torti, ma qui il comando devo averlo io per estorcergli informazioni e magari dei possibili sentimenti, perché no.
-”E’ stata una reazione spontanea”- la butto lì.
-”Quindi mi stai dicendo che non sei abbastanza forte da respingere un bacio non gradito?”-
Quella parola detta da lui suona talmente bene che vorrei fargliela ripetere all’infinito, ma no, devo evitare pensieri del genere.
-”Finiscila con i tuoi giochetti. Dimmi chiaro e tondo cosa pensi!”-
-”Non l’ho mai fatto, perché dovrei cominciare adesso”- è un’affermazione più che una domanda.
-”Riguarda entrambi e ho il diritto di saperlo!”- sto cominciando a perdere la mia determinazione, adesso non so più come impuntarmi.
-”Cosa vuoi che pensi? Che l’abbia fatto perché sono super innamorato di te e non riesco a reprimere i miei sentimenti amorosi?”- sogghigna, prendendomi in giro.
Mi ha spiazzata con questa risposta e, nonostante l’abbia detto con fare ironico e sprezzante, il mio cuore ha perso un battito. È ovvio che non sia per questo che mi ha baciata, ma è stato necessario umiliarmi in tal modo?
-”Sto parlando seriamente...”-
-”Anche io! Mi dispiace deluderti ma al giorno d’oggi quando un ragazzo bacia una ragazza non significa niente. È solo un bacio ok? Perché ragionarci così tanto!”- sposta il peso da un piede all’altro, spazientito.
Cerco in tutti i modi di non mostrare la ferita che ha causato la sua ulteriore affermazione. Potrei scoppiare a piangere da un momento all’altro a causa dell’indifferenza con cui sta trattando qualcosa che invece per me ha la sua valenza.
Il mio primo bacio, le prime emozioni, le prime volte in cui mi sono fatta sfiorare in quel modo. Non può dire che non significhi niente.
-”Hai urlato che ti ho fatto perdere il controllo...”- balbetto.
-”Beh sì, sono qui per lavorare, non posso mettermi a giocare”-
-”Ma se non fai altro che giocare con me!”- mi spazientisco.
Non posso credere alle parole che sta usando per sminuire quello che c’è stato tra noi.
-”Va be’ ci divertiamo a punzecchiarci, che c’è di male”-
-”Non puoi dire però che ciò che è successo è stato un gioco...”- alzo la voce, incredula.
-”Mi dispiace se ti sei fatta strane idee o se per te ha avuto un altro valore, ma per me non è stato lo stesso”-
Ha uno sguardo impassibile, non trasmette un minimo di tensione né di interesse nei miei confronti. Non capisco…ho sempre visto nelle pagliuzze dei suoi occhi così tante emozioni diverse che probabilmente erano solo il riflesso delle mie.
-”Ti sei persino ingelosito pensando che Christopher mi avesse baciato. E l’altra volta...”- continuo a cercare una motivazione per quel gesto ma lui mi interrompe.
-”Ingelosito? Questo l’hai dedotto tu, ma non era assolutamente niente”- ride amaramente, facendomi sentire ridicola per davvero.
-”Mi hai riservato attenzioni particolari che non erano solamente premure da parte di un conoscente”- tento per l’ultima volta di scavare nella sua anima, senza risultati.
-”Fermati, inutile autoconvincersi. Accetta il fatto che non abbia avuto nessun secondo fine sentimentale. Capisco che sia stato il tuo primo bacio ma adesso perché ti ho dato un po’ di confidenza non vuol dire che dobbiamo sposarci!”- sbuffa.
Sento freddo solo a guardarlo e percepisco un vuoto incolmabile all’altezza del petto che mi sta opprimendo. Sono in piena crisi emotiva e non capisco come mai io stia reagendo in questo modo davanti al suo disinteresse e al suo distacco. Mi importa così tanto? Come può importarmi dopo tale umiliazione?
-”Non mi sto autoconvincendo di nulla. So cosa ho visto e non posso scordare da un giorno all’altro quello che abbiamo fatto”- la mia voce è rotta e sto sfruttando una forza che non credevo di avere per non permettere alle lacrime di bagnarmi il viso.
-”Ricordi il favore che mi devi per averti aiutata ad intrufolarti nello studio del Re?”- mi chiede all’improvviso, avvicinandosi ulteriormente.
È a pochi centimetri da me e posso scorgere i dettagli che ho imparato a riconoscere dopo tutte le volte che ci siamo ritrovati allo stesso modo. La cicatrice sul labbro inferiore rimane lì e mi balena in mente la malsana e inappropriata idea di sfiorarla con le mie, di labbra. Solo per un secondo lui abbassa lo sguardo, come se fosse un cedimento e nella parte più profonda spero che possa rimangiarsi tutto attraverso un bacio disperato. Torna a fissarmi negli occhi e ricomincio a tremare a causa della loro inespressività. Annuisco, rispondendo alla sua domanda.
-”Bene. Ecco la mia richiesta: dimentica tutto ciò che è successo tra di noi, cancellalo e vai avanti con la tua vita tranquillamente. Mettiti in testa che non è stato niente”- vomita il suo disprezzo nei miei confronti.
Sono grata del fatto che non si sia nemmeno degnato di guardarmi mentre ha girato i tacchi ed è uscito dallo spogliatoio, lasciandomi qui come una povera illusa, perché così ho evitato che vedesse sanguinare il mio cuore. Mi sono accovacciata a terra, abbracciando le ginocchia e soffocando i miei lamenti insieme alle lacrime che non hanno potuto trattenersi dal manifestarsi, come a dire: eccoci, siamo qui, ti senti uno schifo perché pensavi che per lui fosse stato importante, e invece? Ti ha solo usata per soddisfare un momentaneo bisogno fisico, senza curarsi del fatto che per te potesse avere un valore. Ti ha illusa spudoratamente, ma in fin dei conti cosa ti aspettavi? Volevi davvero che lui ti dicesse: “Al diavolo i tuoi doveri da futura regina, al diavolo il mio ceto sociale inferiore, non posso stare senza di te” ?
Tu dovevi sperare che invece ti facesse notare gli ostacoli presenti tra voi e che rinunciasse all’eventualità di vivere un’esperienza sentimentale con te per quest’ultimi e non perché non volesse. Dovevi immaginartelo, era così chiaro! La passione che hai visto nei suoi occhi, quella fame incontrollata come se fossi stata la sola a poterlo saziare, la scintilla che hai sentito pizzicare le tue carni: si è trattato di un miraggio, un giuoco illusorio costruito dal tuo bisogno di sentirti finalmente desiderata.
Ogni lacrima che scappa via dai miei occhi urla angustiata queste parole tormentate. Mi gira la testa, mi sento una sciocca. Come ho potuto credere che qualcuno avrebbe voluto combattere per me? Perché mai ho pensato di essere importante per lui? Dovevo capirlo fin dall’inizio, dal primo momento in cui mi ha puntato un coltello alla gola, che lui mi avrebbe solo ferita a morte.


-”Principessa?”- sento la voce allarmata della mia guarda fidata ma non alzo la testa per guardarlo in faccia: non voglio che mi veda in questo stato, soprattutto dopo avergli mentito.
Sento che si accovaccia vicino a me e piano piano mi solleva di peso da terra. Non ho la forza di reggermi in piedi e mi stringo a Dimitri per la prima volta, in un abbraccio più che mai disperatamente ricercato. Inappropriato sicuramente, ma al momento non c’è gesto più adatto.
So per certo, dentro di me, che la mia reazione è esagerata e illogica, ma come faccio a fermare questo dolore che mi sovrasta da dentro le ossa?
-”Piangete, sfogatevi”- mi sussurra gentilmente, carezzandomi la testa.

Non fa domande e né cerca di fermarmi: è qui con me, dalla mia parte, per appoggiarmi nel bene e nel male.


 
Spazio dell'autrice:
Cari ragazzi, vi ringrazio innanzitutto per essere giunti fino a questo punto della storia! Che ve ne pare? Siete soddisfatti degli sviluppi? Avete curiosità in merito? Fatemi sapere che ne pensate! Se vi va, date un occhiata ai capitoli iniziali perché ho modificato non solo l'impaginazione, ponendo la copertina che ho creato per wattpad, ma anche i contenuti, aggiungendo e sistemando frasi e situazioni. 
Per il resto sono molto fiera di come stia venendo e soprattutto ho così tante idee per continuare che non vedo l'ora di condividerle con voi! :D

SimonaMak
   
 
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