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Autore: Freez shad    05/03/2020    2 recensioni
Ogni cosa nella propria realtà ha un suo orologio. Un ciclo d'esistenza perfetto e collaudato da migliardi di anni d'esistenza.
Troppi per un qualcuno che, per arroganza o pura pazzia, ha intenzione di modificare e rinnovare...tutto, partendo da zero.
Ciò porterà a terribili conseguenze e toccherà ai nostri famosi eroi impedire che questo accada, ma le difficoltà saranno molte e non solo esterne.
Genere: Avventura, Azione, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Blaze the Cat, Shadow the Hedgehog, Sonic the Hedgehog, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Incoerente, ma con stile. 
 
 
 
Tra tutte, probabilmente poteva essere questa la definizione più appropriata per descrivere al meglio il luogo. Quel piccolo mondo, fatto a immagine e somiglianza del suo fautore. 
Il laboratorio di Ivo Julian “EggmanRobotnik. 
Freddo, con però picchi di calore impensabili. Oscuro ma, al contempo, incredibilmente ricco di luce dai variopinti colori. Votato ad opere di distruzione, tramite grandiose creazioni.  
Ogni cosa, metaforica o fisica che fosse, trovava una mutua convivenza con il suo opposto all’interno di quella dimensione dove la scienza, altamente venerata quasi alla pari di un dio, riusciva a trasformarsi in magia; o meglio, per rientrare nei gusti del proprietario di casa, dove qualcosa di inspiegabile, straordinario poteva uscire da una complessa e attenta serie di numeri e metallo battuto. 
La Egg-death, per dirne una, ne dimostrava di per sé un più che soddisfacente esempio. 
Tuttavia, per onor della giustizia, il vero genio del dottore non era mai stato rivelato da progetti o imprese simili, benché queste non fossero da meno, ma dai suoi più intimi assistenti.  
All’apparenza del più ingenuo erano delle semplici macchine, come Orbot e Cubot, mossi da impulsi cibernetici per assolvere gli incarichi loro programmati - subendo più ripercussioni che lodi per questo – che però, ad un occhio più attento, si dimostravano dei veri prodigi e miracoli dell’ingegneria. 
Forse lo stesso Robotnik se ne rendeva ignaro ma, da oggetti morti e senza spirito, era riuscito a riproporre ciò che maggiormente caratterizza un qualsiasi essere vivente: le emozioni. 
Paura, gioia, tristezza, terrore, con persino un senso dell’umorismo...poco umoristico. 
Fino a quanto un essere artificiale può essere definito tale, quando risulta in grado di esternare tanti sentimenti ed emozioni non programmate in totale autonomia?  
Il suo genio aveva da sempre avuto ben pochi sfidanti nell’eguagliarlo in brillantezza e, con questa sua qualità, avrebbe potuto intraprendere un futuro nettamente più roseo di quello attuale se, nel suo arrogante egoismo, non avesse scelto un destino più oscuro. Ricco di rimpianti, occasione perse e fallimenti. Come quello rimediato a Soleanna quel pomeriggio, giusto poche ore fa. 
 
 
 
<< Dottor Eggman, se posso darle un consiglio, non credo le facci bene continuare a guardare questo spettacolo! >> esordì timidamente Orbot, avvicinandosi cautamente alla postazione del panciuto scienziato, preoccupato per la possibile ripulsiva reazione. 
D'altronde non che avesse torto nel fare tale proposta dato che dal momento in cui erano rientrati, fatta eccezione per dei rapidi riesami della battaglia e l’ordine di un potenziato ri-assemblaggio del Blu-bot, Robotnik era prepotentemente sprofondato sulla sua poltrona, di fronte al gigantesco schermo che copriva la parete nella sua quasi totalità, per osservare ciò che stava avvenendo nella città mediante l’utilizzo di insetti robotici provvisti di micro-camere. Ma la visione non gli aveva procurato altro che ira e rancore. 
Durante i preparativi per la festa, oramai in corso, gli avevano sempre più montato la bile nel sangue. 
I canti e la musica, seguita dal coro e dai balli cittadini, risuonavano come beffe canzonatorie alle sue orecchie. 
I fuochi artificiali, che incorniciavano con i loro giochi di luce la luminosità della grande torcia cittadina, lo ferivano come sotto i colpi di taglienti pugnali avvelenati. 
Uno spettacolo disgustoso, adatto solo alla propria sofferenza. 
Ciononostante, per quanto il suo malumore avesse raggiunto profondità insondabili, a rendere il tutto veramente ignobile e doloroso era la consapevolezza della presenza di Sonic in quella celebrazione. 
Ogni suo momento di gioia gli infliggeva più danno di una poderosa serie di calci negli zebedei. Subiti inoltre a gambe aperte.  
<< Ehm...dottore? >> si ripropose timidamente lo sferico robot, usato similmente ad uno scudo da Cubot che, nel frattempo, si era avvicinato al suo collega << Perdoni l’insistenza, ma ha sentito la mia proposta? >>, 
<< Forse l’esplosione di oggi l’ha fatto diventare sordo! Sai quella che ha distrutto la sua intera armata, facendo fallire il pian... >> osò l’ingenuo robottino, venendo simultaneamente zittito dalle mani del primo, 
<< Lo scusi, dottor Eggman, non era sua intenz... >> provò a scusarsi Orbot, interrotto però da un vigoroso pugno, scagliato sulla parte metallica della scrivania, il cui tonfo secco echeggiò per tutta la sala, 
<< Voglio porgervi un indovinello, miei piccoli e dolci assistenti! >> fece d’un tratto Robotnik, voltandosi lentamente con fare quasi sinistro, mostrando al contempo un sorriso e un’espressione fin troppo tirata << Nella vita, qual’é la migliore delle virtù? >>, 
<< Io lo so-io lo so, è il saper darsi alla fuga al momento giusto...proprio come oggi, vero? >> azzardò entusiasta Cubot, ottenendo un cipiglio basito dai due, 
<< Secondo un antico detto, è la pazienza, signore >>, 
<< Molto bene, Orbot! Adesso ditemi... >> fece affabile, prima di mutare improvvisamente il proprio volto in un’espressione raccapricciante e furibonda << ...quanto pensate che ne abbia ancora a disposizione prima di decidermi a smontarvi e fare di voi, teste di latta, una macchina per il caffè a cialde? >>,   
<< Di nuovo io, lo so! >> esclamò nuovamente Cubot, ignaro della pericolosa ironia del suo creatore << Poca, giusto? >>, 
<< Esattamente, perciò vedete di smetterla con le vostre idiozie e cercate di rendervi utili in qualche modo, razza di succhia olio a sbafo >> sentenziò con vigore, 
<< Ma...signore...stavo solo cercando di darle un suggerimento per evitare ulteriore malumore >>, 
<< Non so che farmene di questi consigli, Orbot! >> rispose lo scienziato, accalorandosi con maggior forza << Che vada al diavolo il mio malumore, quello che voglio...quello che bramo...è sapere come eliminare per sempre quel dannato puntaspilli blu e la sua combriccola di amici. Ecco quello che voglio! >> proseguì, calciando con violenza lontano da sé la poltrona dove poco prima era seduto, per poi sbattere entrambi i pugni sulla tastiera del gigantesco computer << Cosa ancora non ho provato ad usare? Quale piano ancora non ho escogitato per potermelo togliere dai piedi? >>, 
<< Hai mai provato a bruciarlo con...non saprei, la benzina per esempio? Quella funziona sempre in casi simili! >>, 
<< Adesso piantala con queste battute pietose, Cubot! >> esclamò infine scocciato, Eggman, voltandosi in direzione del suo più sciocco ed intimorito assistente << Piuttosto, da dove proviene questo tuo umorismo così nero! >>, 
<< Non saprei, ma provi a chiederlo a lui! >> fece il robottino, indicando lo schermo-parete di fronte a loro. 
 
 
Con un largo, inquietante e strambo sorriso, accompagnato da un’espressione altrettanto eccentrica, un giovane e singolare lupo blu si mostrò loro. 
<< E tu chi diamine sei, adesso? >> domandò irritato il dottore, 
<< Che paroloni! Piuttosto, che bell’oggettino che ti sei costruito, strano signore! >> fu la risposta del canide, ignorando completamente la domanda rivoltagli, esaminando con improvvisa serietà l’oggetto che teneva fra le mani << Una piccola micro-camera a forma d’insetto, davvero... >>, 
<< Un momento, quel congegno non è provvisto di microfono o roba simile. Come fai a sentire quello che... >> provò a domandare Eggman, sorpreso da quella rivelazione, venendo però interrotto al momento in cui, con certa soddisfazione, il lupo schiacciò il microscopico robot << Ma che... >>. Prima che però potesse porsi ulteriori domande su quanto fosse accaduto, la figura di quella stessa creatura, iniziando dapprima dal volto, si manifestò gradualmente fuoriuscendo dallo schermo del computer, 
<< ...niente male! >> concluse il lupo per poi, posandosi maestosamente a terra, rivolgersi con tono superbo al suo interlocutore << Oh, ma dove sono finite le buone maniere?! Il mio nome è Vinew e... >> s’interruppe, mostrandosi nuovamente nella strana ed allegra espressione precedente, spingendo i due assistenti robotici a cercare riparo alle spalle del loro creatore << ...sono sicuro che ci divertiremo molto insieme! >>. 
 
 
 
Robotnik, per quanto la sua impassibilità fosse generalmente riconosciuta come da manuale in circostanze simili, un lieve velo di sorpresa e preoccupazione attraversò la sua figura; piccole gocce di sudore freddo fecero la loro comparsa sulla sua liscia fronte e un leggero tremore prese possesso del suo corpo, ma solo per un attimo. 
Prima di poter cedere ad un qualsiasi tipo di timore, fino a quel momento ancora possibilmente infondato, si obbligo ad assumere una postura più consona ed educata per accogliere quello strano ospite. Azione che gli permise inoltre di guadagnare abbastanza tempo per poter riordinare le idee e gestire l’incontro nella maniera più sicura possibile. 
<< Bene, signor Vinew, mi fa piacere fare la sua conoscenza! Mi permetta di presentarmi: io sono... >>, 
<< Il dottor Robotnik! Soprannominato occasionalmente anche Eggman dai nemici più stretti, vero? O almeno, da quelli che non hai ancora estirpato dal tuo grazioso giardino della vita >> lo precedette Vinew, sorprendendo ulteriormente l’adiposo scienziato << Ho avuto modo di vederti all’opera qualche ora fa con quei “strani” tipi appuntiti e, lasciatelo dire vecchio, mi hai fatto divertire come pochi altri. Tutti quei palazzi crollati, macchine esplose in mille pezzi, armature ammaccate e...oh, che meraviglia...quel combattimento finale così “energico”! Solo un pazzo amante della noia avrebbe perso uno spettacolo simile. >> concluse con una sonora risata che, diversamente dalle sue probabili aspettative, irritò il dottore, 
<< Non capisco tutta questa ilarità ma, tornando alle presentazioni, da dove viene lei? >>, 
<< Non saprei! C’è chi direbbe dalla parte più folle e malsana della mente del mio ideatore, ma sarebbe troppo riduttivo e ingiusto per lui! In verità sono il frutto nato dall’amore tra la consapevolezza e il desiderio >> spiegò infine il lupo, con un’espressione seria e meditabonda, lasciando al dottore un’intensa confusione di idee. 
La sola certezza che poteva osare di azzardare riguardava sulla vera provenienza di quell’insolita creatura che, diversamente da quello che voleva far credere il suo aspetto, non poteva essere mobiano. Non del tutto, almeno. 
<< Mi scusi, Dottor Eggman >> fece Orbot, con voce flebile, avvicinandosi a quest’ultimo, 
<< Che diavolo vuoi? >> fu la sua seccata, ma atona risposta, 
<< So che potrebbe sembrare un’ovvietà, ma non credo che il nostro “invitato” sia del tutto sano. Potrebbe essere in realtà molto pericoloso >>, 
<< Questo l’avevo dedotto anche da solo! Per quanto riguarda il pericolo...è tutto da vedersi! >>, 
<< In verità non sono pericoloso! Almeno, non meno di quanto potrebbe esserlo un asteroide in collisione con un pianeta >> sussurrò a sua volta Vinew, comparendo improvvisamente a mezz’aria alle spalle del robottino sferico, con fare confabulatore << Solo con chi non mi è a genio o la cui fine sarebbe estremamente spassosa, sia ben chiaro >>, 
<< E come dovrei considerare quindi la tua presenza? Amichevole o... >> si silenziò, creando una pausa per amplificare l’effetto desiderato, per poi schioccare le dite e far comparire alle proprie spalle un discreto quantitativo di egg-bot da combattimento e simili << ...devo pensare che sei in cerca di rogne, 
<< Oh, ma assolutamente no! >> fu la semplice risposta, levitando lentamente da terra con fare regale, accompagnata dal gesto ascendente della mano che, improvvisamente e con elevata rapidità, sollevò quelle macchine da terra per schiantarle e accartocciarle contro il soffitto << Altrimenti saresti finito così anche tu ancor prima della mia comparsa! >> concluse indicando la sottile lastra di metallo, ottenuta in quello schianto, posarsi pesantemente a terra. 
 
 
 
 
Spazientito per tutto quel lavoro finito in rottami in così poco tempo e frustrato dell’impotenza a cui si era dovuto arrendere, l’unica soluzione che balenò nella mente del paffuto scienziato era la sola che, in occasioni simili, avrebbe potuto dargli un leggero vantaggio. Oppure porre fine a tutto quel sproloquiare. 
<< Ora basta, ne ho abbastanza di tutto questo mistero, chiaro? Cosa vuoi da me? >>, 
<< Errato, mio caro signore, stai sbagliando >> esclamò Vinew, proiettandosi a gran velocità verso Eggman, arrestandosi a pochi centimetri dal suo volto << La domanda giusta è: cosa vuoi che faccia io per te? >>, 
<< Come? >> domandò ulteriormente, arretrando sorpreso dal gesto << Cosa vuoi dire con questo? >>, 
<< Da quel che ho potuto notare oggi, tu hai qualche piano in testa...magari per qualcosa di grosso...ma al momento ti trovi in difficoltà qualitativa contro i tuoi avversari! Potrei farmi avanti io per compensarla e superarla, non credi? >>, 
<< Potresti, ma non vedo il motivo per cui debba chiedertelo >>, 
<< Semplice, personalmente non sopporto la monotonia di un loop dove tutto scorre secondo un piano prestabilito senza reali pericoli di variazioni. La vostra non era la prima battaglia e scommetto che il processo di ognuna di queste è stato: sfidi, lotti, perdi. Più o meno velocemente! >>, 
<< E con ciò? >>, 
<< Le cose cambieranno, verranno modificate sin dalle loro fondamenta! Ho già fatto una cosa simile nel passato, ma su scala infinitamente più grande e la cosa...mi è un po' sfuggita di mano. Vorrei divertirmi un po' prima di mettermi al lavoro e il caso ha voluto portarmi qui. Saresti un pazzo a non accettare la mia proposta di farti aiutare >> spiegò, con un tono mite, porgendo pacificamente la mano al suo interlocutore. 
Quel discorso non era riuscito a convincere totalmente il dottore. In realtà lo aveva lasciato piuttosto confuso sulle reali intenzioni del lupo; sembrava quasi stesse parlando con sé stesso, volendo rispondere ad una domanda posta dal suo interno. Qualcosa di oscuro cospargeva quelle sue iridi viola che lo stavano osservando con un’aria così vaga e bonaria. 
Probabilmente, da quel momento, avrebbe dovuto stare attento ad ogni suo movimento e lavorare per prevenire qualsiasi ritorsione ma, cosa di cui era certo, non poteva passare per pazzo, 
<< Non ho mai detto questo, caro Vinew! >> fece infine il dottore, restituendo il gesto porto dal lupo, 
<< Bene, ma prima di iniziare...raccontami tutto di questo pianeta e di chi ci vive >>. 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
<< Comandante Piks, venga a vedere, signore! >> urlò forte Yhors, un giovane orso dal tenue color ebano, richiamando l’attenzione del leone suo superiore, indicando un solco, profondo circa un metro, alla cui fine si trovava ora un’insolita figura stesa a pochi passi da lui << Ho trovato qualcosa nel luogo dello schianto! >> , 
<< Molto bene, soldato! >> fece con tono autorevole il leone, avvicinandosi al sottoposto << Cosa credi che sia? >>, 
<< Non saprei, signore, ma credo che non si tratti di un qualcosa >>, 
<< Cioè? Cosa vorresti dire? >>, 
<< Che respira e si muove! Probabilmente deve essere un individuo ferito, signore >> 
<< In tal caso, corri a chiamare il medico di campo e qualcuno che porti una barella! >> fece, accostandosi maggiormente al ferito per esaminarlo, 
<< Agli ordini! >> rispose il soldato, mossosi prontamente per eseguire il comando del suo comandante, venendo interrotto da uno successivo, 
<< Chiama anche qualcuno che faccia da scorta e delle corde molto resistenti >>, 
<< Perché, signore? Scusi la mia curiosità, ma al momento non sembra rappresentare una minaccia e... >>, 
<< Esatto, soldato, al momento sembra così! Comunque, a giudicare dal suono dello schianto e dalla profondità del solco che ha lasciato, non credo sarebbe sopravvissuto se fosse stato un individuo normale come me o te >> spiegò pazientemente il felino, chinandosi per esaminare meglio il soggetto in questione << Lo porteremo in città per curarlo meglio, ottemperando ai nostri doveri morali e civili, ma con la maggiore sicurezza possibile! Inoltre sono sicuro che avrà un’interessante storia da raccontarci, puoi starne certo! >>. 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
  
 
Dalla scrivania dell’autore: 
Salve a tutti! 
Prima di chiudere il capitolo, vorrei un istante intrattenermi per spiegare meglio il concetto di tempo e del susseguirsi dei fatti. Inoltre, come avete potuto notare, ci saranno dei punti che probabilmente appariranno più noiosi a causa della mancanza di vere e proprie scene d’azione; questa però, a causa della lunghezza che andrebbe a crearsi, è necessaria in modo che tutti coloro che leggeranno possano comprendere appieno tutto ciò che accade e accadrà prossimamente.  
Considerando poi che, a parte una manciata di passaggi che personalmente considero come punti fermi dove la storia dovrà per forza passare, l’intera narrazione degli eventi e il suo susseguirsi è improvvisata un capitolo dopo l’altro. C’è una trama, ma il suo sviluppo è deciso al momento. 
 
Tornando al discorso del tempo, non sarà tanto rara la presenza di capitoli i cui fatti si intersecano nello stesso periodo di altri (per esempio, gli avvenimenti di questo, stanno succedendo nello stesso lasso di tempo di quello precedente). Quindi, al momento, abbiamo quattro scenari che stanno andando di pari passo. 
Se avete o avrete bisogno di delucidazioni, chiedete pure. 
Ringraziando coloro che leggeranno e recensiranno, vi saluto alla prossima. 
 
 
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