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Autore: danyazzurra    05/03/2020    6 recensioni
Sirius è appena morto ed Harry si trova dentro l'ufficio del preside. L'unica cosa che riesce a pensare è ad un mondo dove lui non ha dovuto mai soffrire così, dove non è stato la causa della sofferenza o della morte degli altri. Un mondo dove Peter non ha tradito i suoi genitori, ma davvero sarebbe un mondo migliore?
Come avrete intuito è una what if...cosa sarebbe successo se Peter non avesse mai tradito Lily e James? un'idea pazza che mi è balzata in testa!! Spero che proverete a dargli una possibilità e che leggerete e mi farete sapere!! un bacione a tutti!!
Genere: Avventura, Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Ginny Weasley, Harry Potter, I Malandrini, Lily Evans | Coppie: Harry/Ginny, James/Lily, Ron/Hermione
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da V libro alternativo
Capitoli:
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Ginny non aveva ancora detto una parola.
Era passata quasi un’ora e Ginny era rimasta ferma, le ginocchia piegate e lo sguardo fisso davanti a sé.
“Ginny” disse piano Harry “se non vuoi, se ci hai ripensato…”
Nessuna risposta.
Fece per alzarsi, ma Ginny lo fermò per un polso ed Harry si rimise giù.
“Sai, è proprio questa la differenza tra te e lui…”
“Lui chi?” chiese.
“Harry… l’altro Harry” gli spiegò ed Harry inarcò le sopracciglia “non lo conosco abbastanza, ma non credo ti abbia mai obbligato…”
“Lui voleva sapere” lo interruppe “era diventata un’ossessione”.
Harry sospirò e passò l’asciugamano da una mano all’altra, forse lo sarebbe stata anche per lui se avesse vissuto tutto quello che è successo.
“Non siamo diversi, Ginny” le disse “se è quello che speri” chiarì.
“Sì, lo siete”.
Harry scosse la testa “se fossi stata la mia fidanzata” s’interruppe assaporando quella parola.
Era davvero ridotto in quella maniera?
“Se lo fossi stata anche io avrei voluto sapere… anche per me sarebbe stata un’ossessione” le confessò.
Come erano state un’ossessione mille cose nel suo mondo.
Lui era così. Si buttava anima e corpo nelle cose, ma quello lo rendeva anche troppo ottuso a volte.
“Però siete diversi” insistette Ginny ed Harry fece per opporsi di nuovo, ma Ginny lo precedette “i vostri occhi sono diversi” chiarì.
“E i suoi occhi sono la cosa che mi hanno più ossessionato da quando sono stata libera” confessò con un filo di voce.
Harry non capiva. Aveva visto l’altro Harry, seppur in una sorta di sogno onirico, ed i loro occhi erano uguali.
Lo stesso taglio, lo stesso colore. Erano la stessa persona e non potevano avere occhi diversi.
“Ginny, io non…”
“L’altro Harry ha uno sguardo da combattente che tu non hai, uno sguardo spietato a volte, uno sguardo che è derivato da aver visto morire centinaia di persone nel suo nome…”
Harry trattenne il respiro, ma non riuscì a guardarla.
Calò di nuovo il silenzio ed Harry si chiese se non fosse meglio finirla.
Ginny non era pronta a parlare con lui, trasudava nervosismo da ogni poro e non faceva che mordicchiarsi le unghie come se non potesse tenere le mani ferme e cercasse di occuparle in qualche modo.
Forse non era il massimo nell’osservazione delle ragazze, dato che giusto pochi mesi prima aveva baciato Cho senza accorgersi che era sull’orlo delle lacrime, ma che lei fosse nervosa saltava all’occhio anche ad uno come lui.
“Ginny, non devi…”
“Mi hanno torturato, Harry” lo interruppe, parlando tutto un fiato, come se avesse raccolto tutto il suo coraggio.
“Ma penso che questo tu lo abbia capito” continuò ed Harry ancora non rispose.
“Quello che non sai è che l’hanno fatto indossando il volto di Harry” confessò. Lui si voltò verso di lei e la vide che fissava il muro davanti a sé, gli occhi pieni di lacrime.
“Non so se lo facessero per distruggere la lealtà che avevo nei suoi confronti o solo per un sadico piacere, ma ogni volta che quella maledetta serratura scattava, ogni volta che quel maledetto Mangiamorte entrava nella mia cella per torturarmi, per estorcermi informazioni… aveva il suo volto”.
Harry sentiva il suo cuore rimbombare nelle orecchie, ricordava le parole di Ron e di Daniel quando gli spiegarono che Ginny soffriva sempre di più la sua vicinanza.
“Mi dispiace”.
Sapeva che erano due parole inutili. Non era colpa sua, ma vedere i suoi occhi così pieni di dolore gli trafiggeva l’anima.
“Usavano la polisucco?”
Ginny scosse la testa e finalmente lo guardò. Sembrava quasi volesse assicurarsi che i suoi occhi fossero ancora gli stessi, poi li spostò di nuovo.
“Non credo. Non penso che abbiano niente di Harry… è che loro… loro mi davano delle pozioni… pozioni che mi drogavano”.
Harry aprì le labbra, ma le richiuse appena la sentì prendere un respiro, sapeva che stava cercando di prendere altro coraggio e lui non voleva mostrarsi impaurito, anche se lo era.
Aveva paura. Quello che gli stava dicendo gli sembrava così intimo e sicuramente quello che stava per dirgli era peggio.
“Cominciarono a drogarmi subito, appena catturata…” cominciò ed Harry la vide arricciare i pugni “mi volevano inabile, mi volevano docile” sorrise amaramente “La prima volta sono riuscita a tenere un po’ di lucidità… era un mondo confuso e sfocato, ma sapevo dov’ero e più o meno anche cosa mi stava succedendo” strinse le labbra “poi me ne hanno data ancora e ancora fino a quando non sono più riuscita a distinguere la realtà e un giorno…” prese un respiro “all’ennesima volta che è entrato con il suo volto… io ho pensato che Harry mi avesse trovato, che mi avesse salvato…” la voce le si incrinò, ma non si fermò, come se avesse paura che se lo avesse fatto non sarebbe più riuscita a continuare “ho pensato che mi avesse portato al sicuro… quel maledetto credo l’abbia fatto per quello, per vedere se mi affidavo a lui… se dicevo qualcosa o forse…” ebbe un brivido e si premette i palmi delle mani sulla fronte “forse voleva solo divertirsi” disse con disgusto “ma ogni volta che penso che io ho lasciato… io pensavo che fosse Harry…” s’interruppe staccando le mani dalla fronte e guardandolo di nuovo.
Questa volta i suoi occhi erano freddi e privi di lacrime.
“Ho fatto sesso con un Mangiamorte” disse lapidaria e i suoi occhi erano ancora fissi in quelli di Harry facendolo chiedere se lo volesse sfidare a dirle qualcosa o se volesse vedere se ne leggeva il disgusto.
Strinse i pugni “non ha neanche dovuto costringermi… perché avrebbe dovuto, io ero al sicuro con il mio fidanzato, avevo la mente leggera come non l’avevo mai avuta, ero piena di felicità effimera…” si asciugò una lacrima con rabbia “ecco il mio segreto” disse con un voce talmente dura che Harry trattenne il respiro “penoso, vero?” chiese con amarezza “stupida Ginny che non ha distinto il fidanzato da un Mangiamorte… che si è data ad un Mangiamorte”.
Harry capì che Ginny era la peggior giudice di se stessa in quel momento. Si condannava senza darsi possibilità di appello e senza dare a nessuno la possibilità di difenderla.
“E nonostante sapessi che Harry non mi avrebbe mai fatto del male, non sono riuscita a distinguerlo neanche quando sono tornata e la verità è che non potevo smettere di pensare a come i suoi occhi fossero uguali e la cosa mi uccideva… in quei tre giorni mi hanno cruciato, picchiato, fatto pentire di essere al mondo, ma niente mi ha fatto male quanto quello…”
Harry desiderò toccarla, intrecciare le dita alle sue, ma non sapeva se fosse la cosa giusta.
E se si fosse ritratta?
“Poi sei arrivato tu, con quel tuo sguardo innocente e quella voglia di fare la cosa giusta e i miei incubi sono cessati…” sospirò attirando le sue ginocchia al petto “ti ho odiato perché non eri lui, perché non eri l’Harry da cui mi ero allontanata, indossavi il suo volto, ma non avevi i suoi occhi ed io mi accorgevo di essere di nuovo attratta da te…”
Si fermò e lo guardò di nuovo ed Harry non sapeva cosa dire.
Cosa poteva dirle dopo una confessione del genere? Che anche lui era attratto da lei?
Il trauma che aveva subito era così grande e lei si stava aprendo in quella maniera con lui, gli stava dando una fiducia che non aveva dato a nessuno.
“Mi dispiace, Ginny” ripetè “io non credo…” ma Ginny non lo fece finire di parlare si alzò in piedi scuotendo la testa “non te l’ho detto per farti pena” gli disse guardandolo dall’alto.
“Tu mi hai dato fiducia in battiglia e io mi sono bloccata, ma non capiterà più…”
“E’ per questo che me lo hai detto?” chiese Harry guardandola attentamente.
Forse era una domanda azzardata, ma aveva la sensazione che lei glielo avesse detto anche per un altro motivo.
Forse anche lei provava qualcosa.
Lei fece un mezzo sorriso ed Harry vide quanto i suoi occhi fossero adombrati.
Si portò una mano alla cicatrice che aveva sul collo come se non volesse dimenticare quello che aveva provato durante la prigionia.
“Buonanotte, Harry” gli disse soltanto e uscì dalla palestra senza guardarsi indietro neanche una volta.
Harry sospirò. Era sinceramente provato dal suo racconto, ma contemporaneamente era sollevato.
Sollevato perché tante volte non aveva saputo come reagire ai suoi sguardi di accusa, alle sue parole dure, mentre adesso… adesso sapeva qual era il nemico di Ginny.
Solo che il suo non era un nemico fisico. Merlino, era davvero assurdo.
***
Sirius si guardò intorno. Aveva fatto recapitare il messaggio da Kreacher e questo lo aveva condotto dentro una grotta.
Avrebbe potuto entrare dentro al quartier generale, ma non voleva. Questa era una cosa di cui voleva parlare con suo fratello.
Non con uno dei capi di un’organizzazione segreta, ma suo fratello Regulus Black. Suo fratello appena ritrovato.
Si chiese se l’avrebbe aiutato o se avrebbe avuto paura, ma poi si diede dello stupido da solo.
Doveva smettere di pensare quelle cose di suo fratello, lui non era più il vigliacco di una volta, lui stava combattendo contro Voldemort tanto quanto lui e il fatto che non stessero combattendo fianco a fianco era solo un tecnicismo.
Era solo che si sentiva come in preda ad un tira e molla mentale. Si sentiva attratto da questa nuova versione del fratello, avrebbe voluto conoscerlo meglio e convincerlo a venire al castello con lui, a vivere di nuovo vicino a lui, ma contemporaneamente aveva paura di lui.
Dell’uomo che si era nascosto per quindici anni senza che gli importasse quello che stava accadendo alla sua famiglia. A lui.
“Non è vero” sussurrò, ma proprio in quel momento sentì il rumore della smaterializzazione e si voltò incontrando un paio di occhi grigi identici ai suoi.
“Ciao, Reg” lo salutò e cercò di sorridere, ma la tensione di quello che stava accadendo dentro e fuori quella grotta lo fecero uscire più come un ghigno.
“Ciao, Sirius” rispose e poi piegò la testa “se il mio fratellone mi convoca ci dev’essere un grave motivo”.
“Non vi arriva nessuna notizia in quella specie di bunker in cui state?”
Sirius si strusciò le mani nervosamente. Era impossibile che non sapesse.
“Alyssa Potter certo” disse serio “mi stupisco solo che non tu sia venuto prima… in fondo James starà soffrendo molto”.
Sirius non disse niente. Erano queste le cose che ancora lo facevano ritrarre. Regulus ancora era arrabbiato per essere stato scartato per essere valso meno di James Potter.
“Non preoccuparti. Non sono più un ragazzino che ha bisogno di certezze che non riceve” lo rassicurò, probabilmente gli aveva letto negli occhi i suoi dubbi.
“Vorrei…” Sirius non sapeva neanche cosa stava per dire. Avrebbe voluto che non fosse così? Avrebbe voluto capire quanto suo fratello aveva bisogno di lui quando aveva lasciato la casa dei genitori per scappare da James? Quando aveva pensato solo a quanto si sentisse soffocato?
“Sì, lo so” disse Regulus sentendo la sua incertezza “e appena saremo pronti affronteremo il discorso” lo rassicurò “ma adesso sei venuto da me per la piccola Alyssa Potter, giusto?”
Sirius annuì “vorrei che combattessimo insieme…”
“Noi non combattiamo, noi non ci esponiamo… noi cerchiamo gli Horcrux per distruggere Voldemort e dare la possibilità al tuo giovane figlioccio di mandare quel maledetto all’altro mondo”.
“Sappiamo dove la tengono e sappiamo anche quando sarà il momento migliore, ma abbiamo bisogno di forze…”
“Avete un castello intero…”
“Pieno di ragazzini e persone ferite dalla guerra”.
Regulus si oscurò in volto “non chiederci di combattere, non posso fare uscire allo scoperto tutte quelle persone. Siamo durati quindici anni in questo modo…”
“Rimanendo nascosti nell’ombra”.
“Agendo nascosti nell’ombra” lo corresse.
Sirius ebbe un moto di impazienza. Stava dicendo che non avrebbe combattuto?
“Draco è prigioniero con lei. Io credo che Narcissa…”
“Non gliel’abbiamo detto”.
Sirius sbuffò “complimenti. Tenere le persone all’oscuro delle cose è davvero un comportamento leale”.
Regulus lo guardò con rabbia “risparmiami le stronzate Grifondoro, Sirius. Io e Lumacorno abbiamo semplicemente pensato che…”
“Siete due vigliacchi” si arrabbiò Sirius. Il suo temperamento stava venendo fuori.
“E’ sempre stato quello che non riuscivo a mandare giù di te… opponiti, Reg, non essere un vigliacco spettatore solo per paura di quello che potrebbe succedere…”
Regulus non si scompose, solo l’indurimento della mascella faceva capire quanto fosse stato colpito dalle sue parole.
 “Dove la tengono?” chiese soltanto.
“Azkaban. Tra due giorni faremo l’incursione” rispose e gli sembrò quasi di vedere l’indecisione sul volto del fratello.
“Non lo so, Sir”.
“Fallo per me… fai la cosa giusta” lo pregò e Regulus sorrise amareggiato “tu non sai qual è davvero la cosa giusta” replicò.
“Salvare due ragazzini lo è” si accalorò Sirius, ma lui scosse la testa “ti fai prendere dall’amore che hai per James e la sua famiglia…”
“Hai detto che non ti importava più…”
“Non è rancore, Sirius” lo interruppe arrabbiato “possibile che non capisci?” scosse la testa “hai una visione ristretta delle cose, non si tratta di salvare o no Alyssa Potter e Draco Malfoy, si tratta se mettere in pericolo tutta un’organizzazione segreta che sta lavorando ad un progetto più grande!”
Suo fratello non stava urlando, ma per Sirius era come se lo stesse facendo.
I suoi occhi erano così pieni di rabbia che sembravano piombo fuso e il suo corpo era rigido e duro come se volesse fargli capire la risolutezza della sua persona.
“Non è un progetto di cui voglio far parte se lascia morire dei ragazzini…”
“Quanti ragazzini sono morti con l’attacco di Hogwarts?” lo interruppe Regulus “e sai benissimo che se vogliamo che non si ripeta dobbiamo eliminare tutti gli Horcrux od ogni volta Voldemort tornerà”.
“Io ero lì, Regulus” gli disse con sguardo duro “io ero a difendere ognuno di quei ragazzini e tu dov’eri?” gli chiese, poi scosse una mano.
“Non ti sei stancato di stare nelle retrovie?” gli chiese ancora.
Vide lo sguardo ferito del fratello, ma non gli importava.
Sapeva che era lo stesso errore che avevano fatto tanti anni prima. Accusarsi l’un l’altro senza ascoltarsi veramente.
Lasciare che la delusione verso il carattere dell’altro li dividesse.
“Siamo fratelli, ma non saremo mai uguali, Sirius” gli disse Regulus e poi semplicemente si smaterializzò.
Sirius rimase a fissare il muro della caverna. Provava una rabbia enorme.
Era vero, non sarebbero mai stati uguali, ma potevano almeno essere uniti? O era stata un’utopica speranza dettata dal trovarlo vivo e dalla parte del bene?
E come potevano professarsi il bene se poi non facevano niente? Eppure li avevano salvati quel giorno nel bosco, ma lo avrebbero fatto lo stesso se si fossero dovuti esporre? Se invece che a pochi chilometri dalla loro base fossero stati attaccati nel cuore di Diagon Alley?
Suo fratello sarebbe intervenuto o lo avrebbe guardato morire?
Sentiva il cuore dolergli per la delusione. Si era illuso di poter ricominciare, ma in realtà erano ancora divisi.
Si smaterializzò a Diagon Alley e tornò a piedi al castello. Era felice di non aver detto niente a James, non sapeva se lui ce l’avrebbe fatta a restare calmo davanti alla freddezza di Regulus.
Cercò di ingoiare quel masso che sembrava essersi depositato sulla sua gola e che non voleva andare né su né giù.
Intravide Daniel sulle scale e provò a chiamarlo, ma lui non rispose.
Da quando Alyssa era prigioniera le sue energie erano state totalmente assorbite da James e il ritrovamento di sua figlia, ma non doveva dimenticare che il suo di figlio era innamorato di lei e non era neanche riuscito a chiedergli come stava.
Lo guardò di nuovo e provò a chiamarlo una seconda volta, ma niente. Anche quella volta non lo sentì o finse di non sentirlo.
E poi perché era solo? Dov’era Harry? Dov’erano tutti i ragazzi?
Salì sulla prima rampa di scale e con un balzo saltò in quelle opposte e così fece fino a raggiungere quelle che gli servivano per raggiungerlo.
Corse verso di lui che nel frattempo non si era mosso di un millimetro “Ehy, Daniel” gli disse facendolo girare verso di sé, ma quando vide il suo volto si sentì in colpa per non essere andato prima da lui.
Lo vide alzare gli occhi su di lui e quasi si spaventò. I suoi occhi grigi, quegli occhi che aveva ereditato da lui, erano come due pezzi di granito, erano duri e pieni di rabbia, sembrava avessero dentro di loro la forza per poter uccidere.
“La troveremo” lo consolò e Daniel scosse le spalle “sapete qualcosa di nuovo?” chiese e di nuovo Sirius si stupì della freddezza del figlio.
“Probabilmente sono ad Azkaban e…” si guardò intorno, non era sicuro parlarne lì e in quel momento.
Ricordò le parole di Regulus, sicuramente anche nel castello c’erano delle spie di Voldemort.
Voldemort aveva spie ovunque.
“Vieni, ti racconto tutto” gli disse mettendogli una mano intorno alle spalle e cominciando a scendere le scale.
***
Draco si svegliò di soprassalto.
Di solito aveva il sonno molto leggero, ma tutto quello che era successo oltre ad essere torturato con la Cruciatus dal Signore Oscuro in persona lo aveva lasciato talmente distrutto e stordito che si era addormentato senza sentire niente di quello che gli accadeva intorno.
Tranne ora.
In quel momento qualcosa lo aveva svegliato e mano a mano che la coscienza tornava si era reso conto anche di cosa.
Urla.
Urla di Alyssa.
Si alzò in piedi di scatto “Alyssa!” gridò, ma come afferrò le sbarre della cella si accorse che erano fredde, gelate.
Cercò di sporgere la testa e il suo fiato emise una nube di vapore.
Sapeva cosa significava: Dissennatori.
Si prese la testa mentre le immagini della battaglia di Hogwarts, di tutti i ragazzini che aveva condannato con il suo gesto rischiavano di sopraffarlo.
Probabilmente in quel momento dovevano essere nella cella di Alyssa per quello lui ne subiva meno gli effetti, ma lei…
“Alyssa!” provò a ripetere, ma si rese conto che lei non lo avrebbe mai sentito.
La sua testa era sicuramente in preda agli incubi e le sue urla sovrastavano anche la sua voce, senza contare che sentiva anche altre voci per cui sicuramente anche i Mangiamorte erano nella sua cella.
“Alyssa!” ripetè appoggiando la testa sulle sbarre fredde.
Cosa poteva fare? La verità era che non poteva fare niente e le sue urla lo stavano uccidendo.
Sapeva che se fosse stato libero sarebbe morto per aiutarla, ma così…
Si accucciò sui talloni e si tappò le orecchie con le mani. Non poteva sentire ancora, non poteva o sarebbe impazzito.
Però capì che Alyssa aveva ragione, era un vigliacco.
Non aveva fatto altro che assistere impotente nella sua vita.
Ad Hogwarts, con Ginny ed adesso con lei.
No con lei non lo avrebbe fatto.
Si alzò in piedi e cominciò ad urlare il suo nome, a prendere a calci la porta della cella.
“Vi dico tutto io!” cominciò ad urlare “vi porterò da Harry Potter!” urlò sempre più forte.
Continuò ad urlare fino a sentire la gola dolergli per lo sforzo, ma non smise.
Non si interruppe fino a quando finalmente la porta della sua cella si aprì.
***
Daniel tornò nella sua stanza che ancora era vuota.
Quello che gli aveva detto suo padre lo rendeva vittima di sentimenti contrastanti. Da una parte il fatto che questo informatore gli avesse detto che tra due giorni avrebbero avuto molte possibilità di liberare Alyssa lo rendeva speranzoso, ma dall’altra invece, la stessa informazione, lo rendeva frustrato.
Altri due giorni in mano di Voldemort.
Ogni volta che pensava ad Alyssa il cuore gli dava una morsa dolorosa e tutto quello che era successo gli scorsi mesi gli sembrava così stupido.
Lui si sentiva stupido.
Non le aveva parlato per due settimane per Malfoy, ma la realtà non era che dubitava di lei, no, era solo geloso.
Lui l’amava e lo faceva anche Malfoy, ma adesso avrebbe rinunciato a tutto, a qualsiasi possibilità con lei pur di vederla al sicuro.
Il pensiero di qualsiasi cosa stesse sopportando lo stava uccidendo.
Forse la cosa migliore sarebbe stata prendere partire e fregarsene di quello che gli aveva detto suo padre.
Era sicuro che anche Harry l’avrebbe pensata come lui.
Se l’avesse trovato.
Era sparito dalla sera precedente e non aveva la più pallida idea di dove fosse finito.
Stava per prendere la mappa dal baule quando Ron entrò in camera.
“Hai un aspetto tremendo” gli disse mentre lo osservava sedersi sul letto.
Ron lo guardò un secondo “ti sei guardato allo specchio?” domandò ironico.
Daniel si ravviò meccanicamente i capelli e poi sospirò “che ti è successo?” gli chiese “dov’eri?”
Ron scosse la testa “avevo bisogno di stare solo” rispose semplicemente “Harry dov’è?” aggiunse e Daniel sbuffò alzandosi in piedi per raggiungere il suo baule.
“E’ la domanda del giorno” rispose.
Si chinò sul baule e afferrò la mappa del malandrino, per un attimo gli venne in mente quando Alyssa gliel’aveva fregata per non farli accorgere di Draco Malfoy, ma ricacciò il pensiero.
Aveva capito che ogni volta che pensava a lei, il cuore tendeva a non collegarsi al cervello e solo uno dei due organi funzionava.
“Harry, eccoti” sentì dire a Ron e Daniel si voltò verso la porta.
Se possibile Harry aveva un viso anche peggiore di quello di Ron, ma non poteva certo biasimarlo.
“Dov’eri?” chiese Daniel ed Harry scrollò le spalle “ad allenarmi” rispose in maniera troppo decisa facendo chiedere a Daniel se fosse vero.
Stringeva quell’asciugamano come se gli avesse fatto un’offesa personale, ma non era sudato.
Daniel sospirò e decise di lasciar perdere. Si alzò in piedi con ancora la mappa tra le mani, ma non fece in tempo a dire niente che sentì la voce di Ron “voglio liberare Fred e George” affermò e lui si voltò di scatto verso il suo amico.
“Luna mi ha detto che ha sentito i tuoi genitori parlare del fatto che Alyssa sia ad Azkaban…” lo vide guardare Harry dritto negli occhi “voglio liberare i miei fratelli”.
“Io ci sto” disse Daniel di getto.
“Davvero?” chiese Ron “sarete con me?”
Harry annuì “Abbiamo bisogno di un piano però” aggiunse “dobbiamo fare in modo da separarci dopo che avremo liberato Alyssa” spiegò, poi guardò la mappa tra le mani di Daniel “ci vuole un incantesimo… qualcosa che ci faccia vedere la disposizione delle guardie e precisamente dove trovare Fred e George…”
“Hermione” lo interruppe Daniel.
“No” disse subito Ron “non voglio che Hermione venga con noi” aggiunse ed entrambi lo guardarono con sorpresa.
Ron sospirò “io ed Hermione ci siamo lasciati” ammise.
“Che cosa?” disse Harry lasciandosi cadere sul letto.
Era sinceramente dispiaciuto. Era strano come, pur non avendo mai vissuto niente di simile nel suo mondo, convivere con questi Ron ed Hermione innamorati lo avesse reso felice, era come se sapesse che ai Ron ed Hermione del suo tempo mancasse un tassello per essere del tutto felici e questa versione di loro invece l’avesse trovata.
“Ci siamo lasciati e comunque Hermione non è un oracolo… possiamo studiare un incantesimo anche da soli”.
Harry e Daniel si guardarono. Dubitavano che fosse possibile.
“Perché vi siete lasciati?” chiese Daniel sedendosi accanto ad Harry.
Ora erano proprio di fronte a Ron.
“Non ne sono sicuro”.
“In che senso non ne sei sicuro?” chiese Daniel “ti ha lasciato lei?” chiese e Ron scosse la testa “litigavamo su Ginny… tanto per cambiare…” il cuore di Harry fece un balzo alla menzione di Ginny “e poi… non so cosa sia successo… lei è sempre così testona, così ferma nelle sue idee…”
“Bè, è Hermione” lo interruppe Harry. Non sapeva come mai Ron si stupisse così tanto.
Ron sospirò “lo so,ma… io vorrei solo che ammettesse di aver sbagliato… che fosse dalla mia parte una volta tanto”.
Harry sentì la rabbia salirgli per la sua amica. Per un attimo gli venne in mente il Ron geloso dell’anno precedente e come si fosse lasciato trasportare dalla rabbia pensandolo uno in vena di protagonismo.
Quel Ron che aveva paura di essere messo da parte e che non voleva vivere in ombra.
“Ron, devi smetterla!” gli disse con rabbia “Hermione è dalla tua parte. E’ sempre dalla tua parte, ma esserlo non significa fare quello che vuoi tu… quello sarebbe essere succube ed io non credo che tu lo voglia…” Ron fece per parlare ma Harry lo precedette “io credo che tu la ami anche per questo, no? Per la sua forza e per il fatto che sa pensare con la sua testa…”
“Certo, ma se Ginny fosse morta…”
Di nuovo un battito doloroso nel petto di Harry.
“Ma non lo ha fatto ed anche se Godric non volesse fosse successo sarebbe stata una decisione di Ginny e non di Hermione…”
“Lei non mi ha compreso”.
“Nessuno ha tempo di comprenderti, Ron” si oppose Daniel “pensi di essere l’unico a stare male?” lo provocò e quelle parole risultarono dolorosamente familiari nelle orecchie di Ron.
Hermione gli aveva detto la stessa cosa.
“Vuoi arrabbiarti? Vuoi piangere? Bene! Fallo! Ma poi torna a combattere… e non prendertela con chi non c’entra niente” rincarò Harry, ma Ron non aveva finito “Ginny non era pronta” si oppose.
“Merlino, Ron! Nessuno di noi lo è” ribattè Daniel e capì quanto fosse vero nel momento in cui pronunciava quelle parole.
“Siamo dei ragazzi che giocano a fare gli adulti, ma che non possono fare altrimenti. C’è una guerra intorno a noi, persone che muoiono e soffrono continuamente…” prese un respiro al pensiero di Alyssa e di nuovo cercò di relegarlo in fondo al suo cervello “Ginny ha dimostrato di non essere pronta è vero, ma non puoi stare sempre a proteggerla…”
“Tutti i miei fratelli sono morti” controbattè di nuovo ed Harry provò una grande pena per il suo amico, sapeva quanto fossero uniti i fratelli Weasley.
Daniel sospirò “ma proteggendo Ginny fino alla sfinimento non l’aiuti…” guardò Ron negli occhi “libereremo Fred e George e sono sicuro che in biblioteca ci sarà qualche piantina della prigione… Harry ha ragione, ci serve un incantesimo come quello della mappa, ma dobbiamo coinvolgere Hermione e se tu non riesci a venire a patti con quello o non riesci a smettere di pensare a Ginny come una piccola bambina indifesa non puoi far parte del gruppo…”
“L’idea di liberare Fred e George è stata mia…”
“Sì, ma non se non sei lucido… non se devi essere un problema”.
Harry guardò Daniel, sapeva che aveva ragione, ma la sua determinazione quasi lo spaventava, si chiese se un po’ di quella freddezza non derivasse dal sapere Alyssa in mano a Voldemort, ma cercò di non pensarci, ogni volta che pensava a sua sorella tendeva a cadere in un pozzo senza fine di dolore e di rabbia.
“Però preferiremmo se fossi con noi” aggiunse e finalmente Harry vi riconobbe il suo amico, il degno figlio di Sirius, quello che non abbandona mai gli amici.
Ron abbassò la testa. Probabilmente aveva incassato ognuna delle parole che i suoi amici gli avevano detto e sempre probabilmente, il suo cervello le stava elaborando facendogli capire che stupido fosse.
“Ho fatto un casino?”
Harry non sapeva come rispondere. Conosceva Hermione non sarebbe tornata sui suoi passi molto facilmente.
 
COMMENTO: ECCOCI QUA!! ED ECCO SVELATO IL SEGRETO DI GINNY!! PRIMA CHE OGNUNO DICA LA SUA VI DIRO’ CHE E’ QUELLO CHE AVEVO PENSATO SIN DALL’INIZIO E CHE, COME SA CHI MI SEGUE DAI TEMPI DEI TEMPI, TENGO MOLTISSIMO A QUESTE TEMATICHE DI CUI  HO SCRITTO PIU’ DI UNA STORIA PER CUI SA COSA PENSO DELLE VIOLENZE IN QUALSIASI SUA FORMA… SCUSATE LA DIVAGAZIONE : )) PASSANDO AL RESTO DEL CAPITOLO CHE TRA L’ALTRO E’ TUTTO AL MASCHILE…SPERO VI SIA PIACIUTO!! REGULUS E IL SUO RAPPORTO CON SIRIUS… BE’ NON PENSAVATE MICA CHE SI SAREBBERO CAPITI E APPOGGIATI SUBITO, OLTRETUTTO COME CI HA SEMPRE FATTO CAPIRE ANCHE LA ZIA ROW NON SONO PER NIENTE SIMILI… PER CUI SI VOGLIONO BENE MA... DRACO E I DISSENNATORI, HO PENSATO CHE SE NEL TRENO SOLO DELLE SOTTILI PARETI IMPEDIVANO AD HARRY DI SUBIRNE GLI EFFETTI PRIMA CHE GLI ARRIVASSERO DAVANTI ALLORA ANCHE DRACO POTESSE SUBIRLI MENO ESSENDO IN UN’ALTRA CELLA E INFINE I RAGAZZI DIREI CHE SI COMMENTANO DA SOLI : )) SPERO CHE IL CAPITOLO VI SIA PIACIUTO E CHE MI FARETE SAPERE MI FAREBBE MOLTO MOLTO PIACERE!! INTANTO RINGRAZIO LE FANTASTICHE PERSONE CHE HANNO RECENSITO LO SCORSO CAPITOLO E CHE ADORO NELLE PERSONE DI: SHIORI F / NAG95 / LILYY / MIONE 83 E SAMOA!! GRAZIE DAVVERO DI CUORE!! INOLTRE RINGRAZIO CHI MI HA AGGIUNTO ALLE PREFERITE / SEGUITE E RICORDATE ED ANCHE CHI MI LEGGE SOLTANTO!! UN BACIONE!!
   
 
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