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Autore: Yuki002    06/03/2020    4 recensioni
[Tododeku] [4Elements!AU]
"Viviamo in un mondo dominato dai quattro elementi: Acqua, Terra, Aria e Fuoco.
Gli esseri umani sono dotati della capacità di domare uno di essi e di avere abilità speciali affini. Queste, la società, aveva iniziato a chiamarle Quirk"
Todoroki e Midoriya sono semplici sconosciuti quando entrano alla Yuuei. Entrambi portano il pesante fardello di un passato che li ha marcati nell'animo, rendendoli incerti di ciò che vogliono fare.
Eppure troveranno il loro singolare modo di divenire l'uno la cura dell'altro.
["Partecipante al contest ‘Elements’ indetto da LiHuan.85"]
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: All Might, Izuku Midoriya, Ochako Uraraka, Shouto Todoroki, Tenya Iida
Note: AU, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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FIORI BAGNATI

 

 

 

Viviamo in un mondo dominato dai quattro elementi: Acqua, Terra, Aria e Fuoco.

Gli esseri umani sono dotati della capacità di domare uno di essi e di avere abilità speciali affini. Queste, la società, aveva iniziato a chiamarle Quirk.

Da quando si ha memoria, non è mai esistito un umano che ne fosse privo e, forte o debole che sia, veniva utilizzato dal suo possessore per semplificare la vita.

C'era chi sfruttava le proprie dita umide d'acqua per innaffiare i campi, chi accendeva una flebile fiammella per illuminare la via, chi sfruttava le correnti aeree per svolazzare nel cielo e chi comunicava con la terra per sentirne ogni sua linfa vitale e aiutarla.

 

Nonostante ogni elemento si manifestasse in maniera opposta all'altro, gli umani erano uniti dalla Natura che, generosa, concedeva a loro questi poteri col compito di farne tesoro e usarli per innocenti scopi.

Eppure, in una società come quella in cui viviamo oggi, questa fondamentale regola sembra essere stata dimenticata.

Il potere dei quattro elementi sono capaci di sopraffare il corpo della persona che lo ospita, se quest'ultima non impara a gestirlo e ad accettarlo.

E alcuni, pur di raggiungere il proprio obiettivo, si lasciavano soggiogare dall'elemento trasformandosi in esseri composti interamente di acqua, fuoco, aria o terra.
Era così che nascevano gli Elementali, creature senzienti col solo scopo di far prevalere la propria potenza sopra gli altri elementi. Una volta trasformati non vi era più punto di ritorno: l'unica via d'uscita era la morte.

 

Ed è per questo motivo che, negli anni, piccoli gruppi di persone avevano iniziato a contrastare la minaccia con i propri Quirk, sputando sangue, sudore e diventando loro stessi degli Elementali accecati da un obiettivo nobile, che, nonostante la trasformazione, accompagnerà i loro cuori eroici fino al loro ultimo battito.

Per questo, per onorare quegli umani che si batterono per ottenere il mondo in cui viviamo oggi, assunsero il nome di Hero.

Questo, prima, divenne un mero nominativo per ricordare le loro gesta, poi qualcuno iniziò a prendere spunto dai loro principi, la voce si sparse, persone da tutto il mondo erano entusiasti di ciò che era stato e di ciò che sarebbe potuto essere fino a rendere quel nome una vera e propria professione per contrastare il male che si cela nell'ombra.

Il mondo in cui viviamo oggi ne ha bisogno, necessita di una luce potente che accechi la più infima minaccia di morte.

Ha bisogno di eroi, di Hero, formati, brucianti di passione e volenterosi.

Ed è a questo scopo che nacque la Yuuei.

 

DATA 01: “Una bizzarra quotidianità”

 

Sentire le doghe del suo letto urlare non era proprio il genere di risveglio che si aspettava Izuku.
 

"Dannazione, ma ti vuoi svegliare!?" l'oggetto fece stridere i denti legnosi producendo un suono che disturbò molto l'udito del ragazzo.

 

"Non si può neanche dormire in pace..." Midoriya spalancò la bocca in un sonoro sbadiglio, rilassato come non mai.

Del resto, che senso aveva ascoltare il suo vecchio e rumoroso letto in legno?

 

"Te lo lascerei fare, se non dovessi andare a scuola! Dimentichi sempre che sei stato ammesso alla prestigiosa scuola di eroi, la Yuuei?"

 

Al sentire quel nome, il giovane scattò in piedi ignorando i muscoli stirati e volò in bagno. Maledizione, Aizawa era molto più cattivo di quel che si aspettasse e metteva sotto la sua classe con allenamenti ben più che intensivi: facevano un male cane, diavolo!

Ma non poteva fare altro che essergli grato; da una settimana dall'inizio della scuola a questa parte si era rafforzato fisicamente e riusciva a reggere con più facilità la forza del suo elemento.

Pensieroso, aprì il getto d'acqua del lavandino e si sciacquò il viso stanco.

 

"Izu, Izu! Anch'io, anch'io!" la graziosa piantina che faceva compagnia al giovane durante le sue passate in bagno si intromise nella sua mente, distraendolo "Acqua, acqua!"

 

"Sì, scusa..." mormorò con gli occhi pieni d'acqua e il sorriso sghembo. Si bagnò le dita e fece cadere un paio di gocce sul terriccio della pianta e quest'ultima esultò con un gridolino eccitato.

Midoriya non poté fare a meno di intenerirsi nel vedere quanto quell'essere vivente lo tranquillizzasse, anche se ora avrebbe dovuto sentirsi stressato per un probabile ritardo all'appello.

Con lo stesso dito che aveva messo sotto il getto d'acqua, controllò la situazione del terriccio che circondava la pianta. Chiuse gli occhi e vide una rete di canali verde smeraldo intrecciarsi fino a raggiungere il gambo principale: ne mancavano due. Due condotti erano morti e sapeva che lo stesso destino avrebbe colpito gli altri, ancora sani. Il giovane corrucciò la fronte e si concentrò, irrigidendo la mascella. L'indice si illuminò dello stesso verde e i canali ritornarono, brillanti come non mai.

Espirò, leggermente affaticato.

La pianta non rispose più, ma Izuku la vide che stava per sbocciare e questo lo rese di buon umore.

 

"D E K U!"

 

Il diretto interessato sospirò: "Ma posso farmi dare gli ordini da delle cavolo di doghe? Stavo finendo di sistemare Puran" ed indicò il vegetale di prima.

 

"Non venire a lamentarti da me quando ti prenderai la lavata di capo da Aizawa"

 

Izuku guardò l'orologio.

 

"Merda" sibilò. Doveva sbrigarsi.

~~~

Midoriya Izuku, 15 anni.

 

Alla nascita ha ottenuto l'elemento della Terra.

Con il suo Quirk può parlare con le piante, vedere e risanare la loro linfa vitale concedendo la sua energia e modificarne l'aspetto.

Può far crescere sulla propria pelle (in punti specifici) una corazza di legno.

Ognuna di queste azioni aumenta il rischio di essere posseduto dal proprio elemento, perciò non deve mai perdere la concentrazione sul proprio corpo.

~~~

 

Una camicia volò ai piedi del ragazzo, sputata dall'armadio in cedro. Successivamente sbucò il resto della divisa e, in quei momenti, il giovane si sentiva benedetto ad avere quella Unicità.

 

"Grazie, Zetto" bofonchiò al mobile, mentre si vestiva goffamente. Trovava carina l'idea di dare dei nomi ai suoi fedeli arredi, del resto li conosceva dalla sua infanzia.
Quando era arrivato il momento di trasferirsi al dormitorio della Yuuei (perché, sì, oltre ad essere la scuola più grande e famosa del Giappone, disponeva anche di uno dei dormitori più accoglienti mai registrati) Izuku aveva chiesto espressamente di portarseli con sé, anche a costo di caricarseli in spalla.

La segretaria della scuola l'aveva squadrato dalla testa ai piedi, ma Midoriya capiva: pochi, oltre a lui, potevano percepire il legame che lo univa alla terra e alle piante.

Una volta sistemata la cravatta -o quel nodo asimmetrico che gli stringeva il collo- prese la cartella e si diresse trafelato verso la porta, quando un botto secco lo fece guizzare in aria.

 

"Mi raccomando, dimenticatelo di nuovo, eh!" lo prese in giro il comodino, il cassettino semiaperto a dedurre la provenienza del rumore di prima.

Deku fissò prima la superficie liscia del mobile in cedro e poi l'oggetto che vi era poggiato sopra.

Il bracciale blocca-quirk. Porca miseria, non poteva permettersi di lasciarlo un'altra volta senza la sua custodia: quegli affari erano costosi e difficili da ottenere.

Ancora ricordava le sere passate in solitudine a casa, mentre sua mamma lavorava fino ad orari assurdi per permettersi di comprargli quel braccialetto. La fatica che quella donna aveva dovuto subire svaniva ad ogni sorriso di Izuku ed era quello che la spingeva a rendere il suo mondo il più bello che potesse esistere. Perché il compito delle madri era proprio quello, essere delle eroine che non cadono mai per i loro figli.


Il ragazzo prese la fascia in metallo e la ripose con cura nella tasca interna della giacca: "Grazie, Naito" accarezzò il comò e gli sembrò quasi di vedere un sorriso comparire tra i nodi legnosi.

 

"Passa una buona giornata, Izu" disse come farebbe un padre.

 

Midoriya mugugnò un assenso e, in una manciata di minuti, si ritrovò fuori dal dormitorio.

---

 

Avere un Quirk come il suo non era affatto facile. O rimaneva un minimo concentrato sul suo corpo o l'elemento lo avrebbe mangiato.

Era successa una cosa del genere quando aveva da poco compiuto 6 anni. All'inizio delle elementari tutti ormai avevano scoperto la propria Unicità e riuscivano già a gestirli in maniera molto grezza.

Izuku, invece, era in ritardo. O per meglio dire, la parte offensiva della sua specialità si manifestò pochi mesi dopo l'inizio delle lezioni.
Lui aveva sempre parlato alle piante e in particolar modo agli alberi, con i quali si era trovato in affinità. Ma quando si è bambini tutte le stranezze vengono giustificate dall'età e alcuni particolari vengono ignorati, anche dagli stessi medici. Per questo motivo, quando Midoriya vide crescere sulla sua pelle interi pezzi di corteccia muschiata andò in panico e, cercando di fuggire dalla classe, aveva trasformato i banchi in robuste colonne d'acacia e la cattedra in una figura umanoide che di umano aveva solo la fisionomia.

Per non parlare delle nottate in bianco che aveva dovuto passare, perché ogni volta che il sonno lo avvolgeva nelle sue tiepidi mani l'elemento coglieva l'occasione per mangiargli il corpo e tentava di trasformarlo in un Elementale.

Fu in quel momento, che capì che non doveva assolutamente perdere l'attenzione sul proprio corpo e, così, passò sei mesi ad esercitare la sua mente nell'attesa che ricevesse il blocca-quirk.

 

Per sua madre fu uno strazio pensare che il suo unico figlio dovesse patire l'amaro sapore dell'insonnia a soli 6 anni, ma per fortuna la madre di Bakugo, un suo compagno di classe, disponeva di un farmaco che inibiva l'attività dell'elemento.

Diceva che anche suo figlio aveva qualche problema di gestione del suo Fuoco e, anche se era illegale passare questi tipi di farmaci senza la prescrizione di un medico, la famiglia Katsuki si era arrischiata per loro.

Grazie a quella medicina, Izuku poté dormire almeno sette ore ogni due notti e così, madre e figlio, ressero per quei sei mesi interminabili.

180 giorni in cui Deku era maturato troppo in fretta per controllarsi, ma non abbastanza per vivere la sua infanzia.

180 giorni che gli erano bastati per temere il suo Quirk e ripromettersi di non utilizzarlo più se non per parlare alle piante e aiutarle a fiorire nei mesi più difficili.

---

 

Izuku balzò su un albero non troppo lontano dalla scuola e, con l'aiuto dei rami che si allungavano per facilitargli la risalita, raggiunse presto la cima.

Il ragazzo arricciò gli occhi per scrutare ciò che aveva di fronte a sé.

 

"Scusami, avrei bisogno di una piccola spinta" mormorò al glicine spoglio.

Quest'ultimo lo assecondò concedendogli di modificare un ramo, in modo che potesse agganciarsi bene alla vita del giovane.

Midoriya arretrò un po', prese bene la mira e con un movimento a frusta volò dritto e preciso nell'unica finestra aperta che c'era nei paraggi.

Ogni tanto doveva dare ascolto alle doghe del suo letto: svegliarsi prima era l'unico modo per evitare di diventare il proiettile di una catapulta per arrivare in tempo per le lezioni.

 

DATA 02: “L'esame di ammissione”

 

All Might lo aveva notato al giorno del test di ammissione.

C'erano un paio di studenti che necessitavano di un allenamento intensivo da quanto erano magri, ma lui li superava tutti. L'insegnante solitamente capiva al volo quanta massa muscolare aveva ogni singola persona, ma per Midoriya fu differente: non riusciva a decifrare la potenza di quello scheletrino vagante.

 

Per questo motivo, decise di tenerlo d'occhio. Che fosse per un motivo di curiosità o per via del suo lato premuroso nei confronti delle giovani stelle, All Might non riuscì a capirlo: col senno di poi comprese che si trattava di un mix di entrambe le sensazioni.

Ma al momento tutto quello che vedeva era un ragazzino con evidenti problemi d'ansia e che si rigirava tra le mani un pezzo di corteccia.

 

"Inusuale" commentò, non in tono denigratorio, senza mai perdere il suo sorriso smagliante. In pietra.

~~~

All Might, età sconosciuta.

 

Il Simbolo della Pace numero uno è dotato del potere dell'elemento della Terra.

Può irrobustire interamente il suo corpo in pietra, innalzando ai livelli massimi il rischio di essere posseduto dall'elemento.

Nella sua forma pietrificata gode di una difesa e forza sovrumana, ma spesso la utilizza per comparire al pubblico.

Di quando non è ricoperto di roccia non si hanno immagini e, intorno a questo fatto, aleggia l'assoluto mistero.

~~~

 

"Sai, non dovresti esternare così facilmente le tue preferenze, professore" il tono accusatorio, ma pacato, di Aizawa non lo irritò, anzi si fece una grassa risata.

 

"Ti fai sempre le idee sbagliate!" gli poggiò la mano marmorea sulla spalla e l'insegnante la fissò scocciato.

 

"Fatto sta che stai guardando solo lui da dieci minuti buoni"

 

Una volta scostatosi da All Might, il corvino tornò a fissare gli schermi: orde di probabili futuri studenti guardavano speranzosi l'apertura dei portoni che conducevano all'area di simulazione per la prova pratica.

 

"So che sei venuto alla Yuuei per trovare un nuovo simbolo della pace, ma non dimenticarti che sei un insegnante e, come tale, venti di questi ragazzi saranno i tuoi alunni e dovrai trattarli in egual modo"

 

L'ammonizione di Aizawa non gli piacque affatto, lo metteva a disagio e forse era perché aveva ragione.

Ma come poteva non notare quel giovane?

Se ne stava chiuso in un angolo, da solo, a massacrare il pezzo di legno nella speranza che qualcuno lo venisse a salvare.

Altro che futuro eroe, pareva quasi la vittima. Sarà pure entrato in gioco il suo istinto da eroe di salvare chiunque vedesse in difficoltà e questo lo metteva in una posizione scomoda.

 

"Damn it" sibilò creando uno stridio tra i denti che disturbò il collega.

 

"Ad ogni modo, dovresti avere più fiducia" Aizawa si avvicinò per scrutare meglio le facce tese dei ragazzi "Se loro hanno avuto il fegato di affrontare l'esame di ammissione della Yuuei vuol dire che si sentono pronti e dotati di capacità da veri eroi. Anche lui..." e indicò proprio Izuku "...ha sicuramente delle potenzialità in grado di tenere testa alla prova, quindi non sei nessuno per giudicare la forza basandoti sul comportamento di una persona"

 

Chiudendo il discorso, il timer d'inizio scattò sullo zero. Era l'ora.

All Might avrebbe fatto di sicuro tesoro di quelle parole, nonostante gli ferisse l'orgoglio. Era sempre stato visto dal pubblico come l'essere umano infallibile e che aveva sempre ragione di fronte alle telecamere. A scuola girava un'aria diversa e ancora doveva abituarsi, ma un brivido di eccitazione e aspettativa irrobustì ancora di più l'impenetrabile pietra.

 

Quando i giovani si dispersero per le vie dell'area, l'eroe numero uno aveva già perso di vista Izuku e, quindi, pensò bene di analizzare le schede dei ragazzi più interessanti per conoscerli meglio in azione

Non si accorse nemmeno di tutto il trambusto che i ragazzi provocarono mentre distruggevano i grossi robot, per quella mezz'ora All Might spense le orecchie e staccò il cervello dalla realtà.

C'erano un sacco di giovani promesse, tra le righe scorgeva nuove stelle che avrebbero dato una nuova luce su tutto il Giappone.

Inoltre ebbe l'occasione vedere per la prima volta dal vivo una persona nata con un difetto genetico che colpisce sia l'elemento che l'aspetto: Todoroki Shouto.

All Might si lascio sfuggire uno sbuffo, misto tra il divertito e lo sconsolato: Endeavor non si smentiva mai, pur di batterlo e diventare lui l'eroe numero uno era arrivato al punto da metterci in mezzo suo figlio. Per altro ben conscio dei rischi che avrebbe portato una gravidanza da due persone con elementi diametralmente opposti.

Infatti, sua moglie deteneva il potere dell'Acqua, mentre il marito quello del Fuoco. Era inevitabile che potesse nascere un figlio con qualche anomalia, ma a quanto pare Enji confidava che il difetto avrebbe rappresentato un vantaggio piuttosto che uno svantaggio.

 

E così venne alla luce Shoto: occhi bicromatici, così come i capelli, il suo lato sinistro gestiva un ingente quantità di fiamme, mentre quello destro riusciva a fare ben poco con l'acqua.

All Might si permise di dissentire completamente sulla scelta del collega eroe e si ripromise che, nel caso avesse avuto Todoroki come suo alunno, non lo avrebbe fatto sentire né un errore né una sorta di esperimento mal riuscito.

Una volta letta tutta la scheda, passò in rassegna altri documenti: Uraraka Ochako, Iida Tenya, Bakugo Katsuki e Midoriya Izuku...

Su quest'ultimo non vi erano molte informazioni: tutto quello che c'era da sapere erano pochi paragrafi sulla prima facciata e una scritta in grassetto poco sopra la firma del medico.

 

Il paziente si rifiuta di manifestare il proprio Quirk e presenta evidenti stati d'ansia riguardo quest'ultimo.

Si richiede l'intervento della scuola ospitante per migliorare la sua condizione psicologica riguardo all'Unicità del soggetto.

 

Più leggeva quelle poche righe più All Might credeva che quel ragazzino fosse interessante.

 

"Più che stare sulle carte, dovresti guardare i fatti" senteziò Aizawa.

 

L'eroe sbuffò: era stato di nuovo colto in flagrante mentre leggeva e rileggeva quell'unica facciata. Dannazione, sembrava un maniaco, e si sentì irrimediabilmente in colpa.

Ora era un insegnante della Yuuei, doveva guardare tutti...

Già, guardare tutti! Scacciò velocemente i pensieri turbolenti e li lasciò frullare nella sua testa senza prestarci attenzione e rivolse lo sguardo verso una delle tante schermate.

Il timer segnava che erano passati poco meno di trenta minuti dall'inizio e l'area di prova era devastata.

 

Di tanto in tanto vedeva volare pezzi di metallo dei robot e la classifica dei punteggi era in continuo movimento: le caselle dei singoli studenti si superavano a vicenda in una lotta frenetica per l'ammissione alla scuola, ad eccezione dei primi posti.

Todoroki, Bakugo e Iida sembravano primeggiare senza se e senza ma.

 

"Se sei proprio curioso di vedere il suo Quirk allora dovresti ben guardare ciò che sta succedendo" il corvino riprese a parlare, facendo distogliere lo sguardo di roccia dal tabellone dell'altro.

Non c'era bisogno che Aizawa dicesse il nome, ormai era palese a chi stesse pensando mentre vedeva il suo punteggio a cavallo tra la 5° e la 6° posizione. Se la stava cavando bene, Midoriya Izuku.

Però per quanto lo cercasse, sui nove enormi pannelli non appariva, pareva quasi scomparso: nessuna esplosione, robot che volano via o vanno in cortocircuito suggeriscono la posizione di quel piccoletto.

 

"Gioca in stealth..." mugugnò, cercando di analizzare il piano d'attacco del ragazzo.

 

"Non solo lui" Aizawa passò l'indice sopra l'immagine di una faccia tonda come un melone, alle prese con uno dei nemici "Uraraka Ochako sta utilizzando una buona strategia. Si nasconde, punta l'avversario, lo solleva e lo rilascia ad altezze notevoli. Hai letto la sua scheda? Molto probabilmente il tuo sicuramente-pupillo starà facendo lo stesso"

 

All Might annuì. L'aveva letta la scheda.

~~~

Uraraka Ochako, 15 anni.

 

Riesce a gestire l'elemento dell'Aria.

Il suo Quirk comprende la possibilità di creare delle correnti d'aria che riescono a sollevare quasi ogni oggetto.

Più grande è la dimensione di questo più le sarà difficile alzarlo e sprecherà molta energia, fino al completo svenimento.

~~~

 

Effettivamente la ragazza si nascondeva dietro alle macerie, per poi scattare in avanti e fare quattro o cinque movimenti rapidi con le braccia.
All Might riuscì bene a vedere i fendenti d'aria posizionarsi sotto il robot e scagliarlo verso il cielo. Arrivata a quel punto la giovane scioglieva la tensione e, voltandosi, si dirigeva verso il prossimo nemico da abbattere. Era sicura di aver fatto fuori il precedente.

Un notevole boato riempì le orecchie dei due insegnanti e la casella di Uraraka salì di un blocco.

 

"Interessante" analizzò il corvino "Però riesce a sollevare robot di medie dimensioni, in più le correnti d'aria che scaglia sono ben visibili..."

 

"Avrà il tempo di migliorare, Shota"

Il professore impallidì nel sentir essere chiamato per nome dal suo ex-compagno di corsi. Lo ammise, un po' gli faceva piacere, rimembrandogli i vecchi tempi.

 

"Non..." sospirò "Chiamami Aizawa, o Eraser Head o come ti pare"

 

All Might scoppiò in una fragorosa, ma mai scomposta, risata: "Sempre il solito burbero! Beh, tu puoi chiamarmi per nome quanto vorrai" e gli poggiò un'altra volta la mano sulla spalla "Saremo anche insegnanti ora, ma non scordiamoci che prima eravamo come loro" ed indicò gli schermi "E questi sono gli anni migliori per farsi i migliori amici, come è stato per noi”

 

Il corvino voltò lo sguardo verso una parete e si scostò dal contatto del collega: "Sempre il solito sentimentale..."

 

Impossibile da notare, ma Aizawa aveva sorriso. All Might fece lo stesso di rimando e tornò a focalizzarsi sull'esame.

 

Per altri dieci minuti buoni non successe nulla di eclatante, se non qualche commento tecnico da parte di entrambi su cosa migliorare dei singoli studenti e la disperata ricerca di Toshi di Midoriya Izuku nel campo di battaglia.

 

"Oh, ma è pazzesco, cos'è? Un ninja?" commentò misto tra il sarcasmo e l'amarezza. Non riuscire a trovare una persona ben nascosta, per lui, equivaleva ad una sfida persa.

 

"Devi davvero smetterla di fare di qualsiasi cosa una competizione"

 

"Dovresti provarci, così passeresti il tempo più volentieri, invece di avere un muso lungo fino a terra!" ribatté divertito.

 

"Ehi, però..." Aizawa corrucciò la fronte e, con l'indice, spostò la telecamera numero cinque verso di loro e la ingrandì "Qui c'era mai stato un albero?"

 

In effetti, tra due palazzine, si ergeva maestoso un cedro di generose dimensioni, ben ricco di rami e folta chioma smeraldo.

 

"Beh, se è per questo, guarda qui..." All Might prese in esame la telecamera numero tre "Anche qui ci sono una serie di alberi insoliti"

 

Alcuni di questi erano di dimensioni particolari: rami molto lunghi, uno più appuntito l'altro chiuso su sé stesso (come se fosse un lazo), qualche fiore era di colori inusuali e molti di essi avevano delle lunghe spine al centro dei petali.

 

"Decisamente non sono piante normali" sentenziò Aizawa, passando in rassegna tutte le schermate "Direi che è scontato dirti chi sia l'autore di tutto ciò" il corvino cantilenò l'ultima frase, guardando gli occhi marmorei del collega saettare da un punto all'altro del gigantesco monitor.

 

'Dov'è? Dove sei? Voglio vederti in azione' dicevano trafelati. I suoi occhi erano sempre stati un libro aperto e parlavano per lui, quando la bocca era serrata nel suo solito sorriso forzato. Per questo Toshi e Shota si capivano al volo.

In un attimo fulmineo si udirono delle grida provenienti dalla zona centrale del campo, dove il robot più imponente stava sferrando un meccanico pugno contro un ragazzo.
All Might fece in tempo a notare solo che egli era costretto in ginocchio a tenersi un braccio rinsecchito, la schiena ricurva a prendere fiato in malo modo. Una fiammella comparve all'altezza delle sue dita, segno che non si voleva ancora arrendere. Tuttavia il debole fuoco venne spazzato via dal vento, prima di sentire distintamente il pugno raggiungerlo ad alta velocità.

Aizawa scattò in piedi per premere il pulsante di arresto dei robot, ma non fece in tempo.

 

All Might aveva capito: "Todoroki!"

~~~

Todoroki Shouto, 15 anni

 

Nato da madre detentrice dell'elemento dell'Acqua e da padre detentore dell'elemento del Fuoco, può gestirli entrambi per via di un difetto genetico seppur con una notevole disparità di forza.

Il sui Quirk infuocato rappresenta il 90% della sua forza e può produrre fiamme in quantità pressoché illimitate e raggiungere grosse distanze.

Più vengono utilizzate le fiammate maggiore è la quantità di acqua presente sulla sua pelle che evapora, fino al rinsecchimento di quest'ultima.

È fondamentale quindi una continua idratazione, per sfruttare l'Unicità appieno.

Il suo Quirk acquatico, che rappresenta il 10% del suo potere, svolge proprio questa funzione.

Essendo l'anello debole della sua potenza, può produrre acqua in quantità nettamente ridotte. Perciò viene utilizzato principalmente quando la pelle inizia a seccarsi.

~~~

 

I nervi dei due professori si strinsero in un fascio teso, obbligandoli a tenere il fiato sospeso e la paura riempirgli piano piano il petto.

Si sentirono un po' come le vittime di quei disastri che loro risolvevano senza il minimo briciolo di timore.

Ciò li fece ragionare molto su quanto la figura dell'eroe fosse diventato un pilastro importante della società: ora come non mai speravano nell'arrivo di un salvatore.

Il che era molto comico perché gli unici che ricoprivano quel ruolo erano impossibilitati ad intervenire in tempo. O forse c'era qualcuno. Un diamante grezzo.

 

Veloce e senza pietà, un ramo spuntò tra i condomini e colpì secco in mezzo al robot.

Todoroki percepì una violenta folata di vento sulla guancia, come uno schiaffo, ma non sentì alcun dolore solo un senso di profondo vuoto. Aveva capito cosa voleva dire sentire la morte raggiungerlo a passi felpati e, allo stesso tempo, la fresca sensazione di essere vivo: provare disperazione e speranza in una manciata di secondi era un genere di sensazione a cui ci avrebbe dovuto fare l'abitudine.

Una volta riempitosi i polmoni d'aria e sentito che, sì, il suo cuore ancora batteva (e con che potenza!), corse via da quella zona pericolante. Si voltò giusto per togliersi la curiosità su cosa lo avesse salvato, ma soprattutto chi.

 

La linea spessa in cedro superava come minimo i dieci metri, quasi a creare un ponte tra il nemico e le abitazioni, ed era spoglio di qualsiasi altra forma di vita: nessuna foglia o fiore lo adornava. Solo la punta affilata presentava delle piccole diramazioni che andarono subito ad infilarsi nel motore principale del robot, aggrovigliandosi tra i cavi e le componenti meccaniche finché non fu più visibile nulla se non la natura che regnava sovrana sopra il cuore di ferraglia.

Si percepì un distinto schiocco di dita, non poco distante dalla zona, e i fiori dentro la macchina sbocciarono con dentro numerose spine. L'esplosione fu immediata.

Shouto si rannicchiò dietro un macigno intento a bagnarsi per bene il braccio schifosamente secco, senza però mai staccare lo sguardo da quello spettacolo particolare. Riuscì, al momento dello scoppio, a vedere una figura umana sopra il ramo cadere priva di sensi.

Nessuno parlò in quel momento, nemmeno gli insegnanti che avrebbero dovuto dichiarare la prova conclusa.

Solo All Might gioiva internamente nel vedere quella magnifica natura prendere il sopravvento sul male.

 

'L'ho trovato'

 

DATA 03: “Rivali e compagni”

 

Uraraka l'aveva salvato dalla molto-probabilmente-mortale caduta alla fine dell'esame, alleviando l'impatto col cemento.

O almeno, così era ciò che gli era stato raccontato dal medico una volta ripreso coscienza e Izuku non era riuscito ad aspettare la sua guarigione per andare incontro a quella ragazza per ringraziarla.

Da quel momento, non si erano più lasciati: lui e Ochaco andavano perfettamente d'accordo, avevano caratteri molto simili ed erano educati allo stesso modo.


L'unica differenza che un po' pesava a Midoriya era che la ragazza riusciva ad esternare i suoi sentimenti con facilità, mentre lui si chiudeva dentro sé stesso.
I folti capelli, lo sguardo basso e le mani nascoste dentro le maniche erano i suoi più fedeli scudi sociali.
Nonostante questa disparità, ambientarsi in classe non fu troppo difficile (riuscirono addirittura a diventare amici con Iida Tenya), ma fu possibile solo perché c'era lei.

Al momento delle presentazioni coi nuovi compagni, Uraraka gli fece da apripista instaurando sin da subito un ambiente tranquillo e sereno dove potersi esprimere liberamente.

Oppure quando doveva chiedere qualcosa ad un compagno, la ragazza gli suggeriva come comportarsi, come utilizzare il tono di voce, i gesti del corpo e, soprattutto, come liberarsi di quelle barriere che intimidivano un carattere sensibile e forte.

 

La prima settimana di scuola fu una gigantesca scoperta per Izuku: alle elementari era stato emarginato per via del suo mancato controllo del Quirk, nessuno voleva stringere amicizia con lui. Inoltre c'era sempre stato Bakugo con lui, che lo conosceva sia fuori che dentro il contesto scolastico e non aveva di certo un caratterino dolce e premuroso come quello di Ochaco. Lui fu la benzina che bruciò la sua reputazione, etichettandolo come un mostro senza controllo. E nonostante, una volta arrivato alle medie, era riuscito a reprimere quasi totalmente la sua Unicità quel nome gli era stato involontariamente marcato sulla pelle: tutto perché c'era Katsuki che spargeva la voce dove ormai non ce n'era più bisogno. Non a caso molti compagni stentarono a credere che Izuku fosse dotato di un Quirk, dato che non aveva mai manifestato alcuna particolarità: Quirkless era diventato il suo nuovo soprannome per tutti i tre anni delle medie.

E, a dirla tutta, non gli era dispiaciuto così tanto.

Tuttavia, quegli interminabili nove anni di bullismo avevano plasmato il suo comportamento tale da renderlo una persona che non rispecchiava affatto il suo carattere, convincendolo che, ormai, non c'era più nulla da fare.

 

Arrivare alla Yuuei fu come trovare un'oasi alla fine di un deserto spietato e privo di qualsiasi aiuto. Anche se Bakugo era rimasto comunque il suo compagno di classe, gli altri non gli diedero mai retta quando, nei primi giorni, tornò a sparare cattiverie. Era proprio un'altra mentalità, al corso per eroi. Nessuno era lì per obbligo, tutti volevano diventare eroi e un eroe non giudicava mai: l'idea di compagno di classe si estendeva anche sul campo di battaglia come collega e al di fuori della scuola come amico.

Deku sentì di aver trovato finalmente il suo posto nel mondo.

O, almeno, il suo posto a sedere in classe quando si ritrovò il muso ad un centimetro dal banco: ancora una volta Ochako l'aveva salvato da dolore assicurato.

 

"È incredibile come tu trovi ogni giorno un modo diverso per arrivare in classe" commentò lei, rilasciando le folate di vento intorno a Izuku "Di fantasia ne hai!"

 

"Eh... uhm..." il ragazzo incominciò a tirare ossessivamente le maniche della divisa per coprirsi le mani, ma non c'era abbastanza stoffa per farlo "G-grazie...?"

 

"Izu, non essere così teso" Uraraka passò la mano dietro la sua schiena e lo accarezzò dolcemente, come faceva sua mamma "È passata una settimana e hai già fatto amicizia con due persone, non ti devi preoccupare!"

 

"Eh... si" come per magia il calore di quella mano allentò il fascio di nervi che lo stava tenendo ritto in piedi senza muovere un capello "Si, hai ragione"

 

Questa volta pronunciò l'affermazione con più scioltezza, le spalle rilassate e una postura decisamente più aperta alla comunicazione: la ragazza non poté che esserne felice e fiera. Fiera perché finalmente poteva aiutare un amico nelle sue difficoltà e Izuku pareva proprio avere bisogno di qualcuno.

 

"Midoriya è buona norma, una volta entrati in classe -possibilmente dalla porta-, sedersi al proprio banco!"

 

Eccolo che comparve lui.

Iida Tenya era un personaggio tanto strano, quanto affidabile. Si era avvicinato a loro poco dopo la scoperta di essere passati tutti e tre all'esame e, una volta entrati al dormitorio della Yuuei, Uraraka li aveva coinvolti in una piccola festicciola nella sua camera senza neanche aver dato loro il tempo di sistemarsi.


Una delle tante cose che era vietato in quel posto era proprio intrufolarsi nelle camere altrui, specialmente se dell'altro sesso. Nel giro di neanche ventiquattr'ore i tre giovani avevano già fatto il loro bel casino.
O, per meglio dire, l'alcol aveva giocato la sua parte: Midoriya non era certo tipo da bere, ma per senso del dovere e per la necessità di integrarsi un bicchierino se lo era scolato pure lui. Mai quanto Iida e Ochaco che si diedero alla pazza gioia ingurgitando una bottiglia intera di vino a testa e coinvolsero Izuku in una serie di giochetti altamente scomodi, come il classico gioco della bottiglia.
Lo ammise, all'inizio ebbe un'impressione pessima dei due ragazzi. Sembravano quel genere di persone allo sbaraglio della loro adolescenza, pronti a spaccare il mondo e a cedere alle più piccole difficoltà. Soprattutto Iida scaturì molta paura nel ragazzo: di certo conoscere per la prima volta un compagno di classe mentre era ubriaco fradicio non aiutava molto Izuku ad aprirsi.

 

Tuttavia, una volta superata la post-sbornia (ed essersi presi la prima -e per fortuna ultima- lavata di capo agghiacciante di Aizawa), entrambi ebbero la possibilità di conoscersi meglio. Da soli. E sobri.

Tenya si riscoprì essere, con grande stupore dell'altro compagno, una persona molto posata, ligia strettamente alle regole e con tanto entusiasmo da condividere.
Non a caso impiegò i primi giorni in dormitorio che precedevano l'inizio della scuola per occuparsi delle pulizie della struttura e, quotidianamente, andarsi a scusare con il professore per il suo comportamento indecoroso.
Alla fine, fu proprio Aizawa a dirgli di smetterla con quell'atteggiamento esagerato e che si stava facendo anche fin troppi problemi. Nonostante quelle premure, il giovane continuò coi suoi doveri fino alla fine. Era un tipo molto determinato, sicuro e affidabile e a Izuku piacque, tant'è che iniziò a farci amicizia con Uraraka.

 

Quei giorni liberi al campus diedero la possibilità al trio di conoscersi, sia sul piano personale che su quello scolastico, raccontandosi di tutto di più. Ricordano ancora i bei pomeriggi passati nel soggiorno comune, dove gli unici suoni udibili erano le loro voci e il tintinnare delle tazze colme di tè. Di tanto in tanto, passavano di lì altri ragazzi della loro classe, ma erano ancora tutti troppo timidi per fare il primo passo per diventare un vero gruppo e Izuku si sentì rinfrancato nel vedere che, alla fine, tutti vivevano il suo stesso disagio. Per la prima volta si sentì normale.

Ma la cosa assolutamente più divertente fu scoprire i loro Quirk: per un fanatico come lui di analisi fu quasi come trovare un tesoro. Ed erano interessanti, eccome se lo erano!

~~~

Iida Tenya, 15 anni.

 

Alla nascita gli è stato donato l'elemento dell'Acqua.

Il suo Quirk gli permette di incanalare su braccia e gambe una certa quantità di acqua e rilasciarla con un rapido getto: maggiore è la concentrazione più forte sarà.

Tuttavia, se si aspetta troppo tempo l'acqua fuoriuscirà in maniera incontrollata provocando gravi lesioni alle fibre muscolari.
Il Quirk viene utilizzato principalmente per aumentare la propria velocità.

~~~

 

Midoriya si era segnato tutto sul suo fedele quadernino malconcio e, benché agli altri due la scena sembrava molto comica, per lui era come stare in paradiso. Non si era mai sentito così in pace con sé stesso e con gli altri.

E questa quiete era durata davvero a lungo, più di quel che si sarebbe aspettato. Da una settimana a questa parte, Izuku aveva incominciato a sciogliersi non solo con i suoi amici, ma anche con tutti i compagni di classe. Piano piano le cose stavano cambiando nel suo piccolo mondo e per lui erano sbalorditive tanto quanto essere salvato dal suo idolo All Might: impreviste ed impossibili.

 

Persino in quel momento dove Iida lo stava rigorosamente riprendendo per la sua mancata seduta sulla sedia, il giovane percepì una punta di divertimento e non di paura, come spesso accadeva. Qualcuno si avvicinò a prendere scherzosamente in giro Tenya, alimentando ancora di più la sua indignazione. Ma nessuno era lì per denigrarlo, solo per farsi una sana risata di gruppo e così fecero.

Senza neanche rendersene conto Midoriya stava abbandonando man mano tutte le difese che adottava contro le relazioni sociali.

Gli allenamenti poi, seppur estenuanti, furono un grande successo per lui. Non tanto sul piano tecnico (se la cavava discretamente), piuttosto su quello collaborativo. Da lì, il giovane eroe, capì che avrebbe lavorato spesso in gruppo.

 

Rimasero un punto di domanda Todoroki Shouto e Bakugo Katsuki.
Quest'ultimo non sembrava molto cambiato dall'ultima volta che lo aveva salutato dopo il diploma alle scuole medie, anzi, pareva che vedere Izuku alla Yuuei lo imbestialisse ancora di più. Ormai si era abituato allo scoppiettare continuo delle fiammelle che egli produceva in continuazione dalle mani: con gli altri aveva mascherato bene questo suo nervosismo, spacciandolo per un sano e costante allenamento, ma Midoriya sapeva. E l'idea che lui sapesse qualcosa su Katsuki e che questi non volesse farlo sapere in giro gli mettevano un fremito di vendetta che pizzicava ovunque. Non era un tipo vendicativo, preferiva piuttosto ribollire nel suo stesso brodo di rabbia senza mai farla esplodere veramente. Sua madre non era mai stata d'accordo su questo suo metodo di metabolizzare gli eventi e per quanto avesse provato a cambiare il figlio, capì che ci sarebbe dovuto arrivare da solo, magari commettendo qualche errore.

 

Uno dei primi che fece fu proprio lì in classe. Una volta sistematosi al proprio posto, Izuku aspettò l'arrivo del professor Aizawa chiacchierando di tanto in tanto con Uraraka e Tenya.

Sembrava una normale mattinata, tra una discussione e l'altra con i suoi nuovi amici e il brusio di sottofondo degli altri compagni di classe. Eppure in quel momento di completa tranquillità, una mano sbatté in maniera esagerata sul banco del ragazzo: inutile dire che rimase il simbolo bruciacchiato della mano sul legno. E Deku non aveva bisogno di voltare lo sguardo per capire a chi appartenesse. Quell'impronta l'aveva potuto studiare per bene quando era sempre addosso a lui.

~~~

Bakugo Katsuki, 15

Detentore dell'elemento del Fuoco, il suo Quirk si basa principalmente sui palmi delle mani. Esse, infatti, sono sempre a temperature elevate e può controllarne i gradi di calore. Non può comunque scendere sotto i 37°, al di sotto di essi l'Unicità è inutilizzabile.

Con le mani sufficientemente bollenti può ustionare gli avversari e bruciare oggetti, inoltre può emettere dai polpastrelli di ogni dita una piccola fiammella che scoppia a comando. Tali fiamme possono allontanarsi dal detentore ed essere direzionate, ma man mano che la distanza aumenta il controllo che si avrà su di essa sarà minore.

~~~

 

"Beh, nerd di merda, ti senti tanto rilassato per essere alla Yuuei"

 

Il giovane in questione sobbalzò sulla sua sedia e, lentamente e a scatti, voltò lo sguardo: i suoi occhi verdi si riempirono di quelli rossi del compagno. Non era un bel colore caldo, tenue e accogliente, piuttosto un colore che ricordava vagamente il sangue che schizzava fuori da un corpo, ancora fresco.

Per Midoriya non fu difficile associare tutte le ferite che aveva subito e il sangue che aveva sputato agli occhi di Bakugo.

Per questo non riuscì a reagire, nonostante fosse diventato più forte e, se si fossero scontrati in un combattimento, gli avrebbe anche tenuto testa.
Ma non era questo il punto: c'era una barriera insormontabile tra loro due, che era cresciuta man mano negli anni. Una sorta di finto scudo che Midoriya aveva deciso di erigere per trattenere i suoi scatti d'ira nei confronti del compagno.
Tutto il suo Quirk si basava sul controllo delle sue emozioni e del suo corpo, per evitare che l'elemento prendesse il sopravvento e, non potendo usare sempre il blocca-quirk, fu spesso costretto ad ingoiare tutto.

 

"Allora???" Katsuki infierì ancora sul povero banco, di cui il ragazzo percepì un flebile gemito di dolore "Pensi che solo perché hai passato l'esame potrai superarmi?!"

 

No, no, no, no, no. Non era per questo che era entrato alla Yuuei.
Lui voleva diventare un eroe, voleva migliorarsi, gestire il suo elemento, aiutare chi, invece, non ci riusciva e porre un onorevole fine a chi, purtroppo, un Elementale lo era diventato. Voleva dare sollievo. Quello strano sentimento che Izuku aveva percepito solo tra le braccia di sua madre, desiderava che le persone sentissero quel calore casalingo dimenticandosi del pericolo a cui avevano appena assistito.

 

Esatto, voleva che le sue braccia diventassero una porta verso una vita migliore. Abbracciavano chiunque fosse disposto a vedere oltre l'ombra che albergava dentro di loro, per poi scoprire che dietro di essa c'era un meraviglioso sole.

Non centrava nulla Katsuki. Lui non era mai centrato nei suoi piani, gli era semplicemente capitato nella sua vita e non poteva farci nulla.

Izuku non poteva lasciarsi trascinare dai ricordi. Ci sarebbero stati troppi pugni sulla sua pancia, troppe ginocchiate sui denti, parole sputate nella sua testa, innumerevoli ustioni sulla schiena dove non poteva curarsi da solo. Aveva accumulato troppo astio, paura e ansia e ora rischiava di esplodere lì, in classe.

Una piccola corteccia iniziò a spuntare sulla sua pelle.

 

"Bakugo, vedi di startene alla larga da Izu!"

 

Uraraka lo svegliò dal suo stato catatonico, quel tanto che bastava per riprendere la concentrazione su di lui. Ancora una volta era stato salvato.

 

"EH?? E adesso che vuoi, faccia tonda? È una questione tra me e Deku, non è affar tuo"

 

"Invece lo è eccome!" la ragazza alzò la mano e velocemente la riabbassò creando una corrente d'aria che divise i due giovani "Quando vedo un amico in difficoltà è mio dovere aiutarlo"

 

"Bakugo Katsuki mi pare di capire che stai bullizzando Midoriya e io non posso accettare questo tuo comportamento! In qualità di rappresentante-"

 

"Ma stai zitto! Sembri un vecchio a parlare così, chi cazzo sei, mio nonn-"

Il biondo non riuscì a concludere la frase che un getto d'acqua si infilò in bocca zittendolo.

 

"Pare che tu non conosca neanche le buone maniere" Iida sospirò rimettendosi a posto gli occhiali. Un po' gli dispiaceva utilizzare la sua Unicità per dar fastidio ad un compagno di classe, ma non poté nascondere il suo divertimento nel vedere le strane facce che l'altro stava assumendo. Questo scatenò le risa di tutti gli studenti e ciò decretò la fine della discussione.

Anche perché il professore Aizawa era entrato e una nuova lezione stava per avere inizio.

Izuku finalmente sciolse le spalle e, tra una pacca amorevole di Uraraka e uno sguardo confortante di Tenya, si calmò a tal punto da sentire le lacrime pizzicargli gli occhi.

Non piangeva per Bakugo, non lo faceva più da anni, ma per aver trovato due persone meravigliose come loro.

Già, il sollievo era la sua sensazione preferita.

---

 

Alla fine non era riuscito a scaricare completamente la tensione avuta quella mattina, al che Izuku si era diretto, alla pausa, in bagno per un'improvvisa nausea.

Aveva sempre metabolizzato così gli eventi stressanti, nonostante la mamma avesse cercato di educarlo ad esprimere la tensione attraverso i pugni.
Ma a quel tempo era troppo spaventato da sé stesso e dall'elemento per buttarsi in qualsiasi pratica sportiva che comprendesse pugni e calci. Aveva una mira pazzesca, però. Motivo per cui alle medie iniziò a fare pratica con l'arco, che gli era stato regalato, sul balcone del suo appartamento: non c'era una volta che non avesse centrato il bersaglio.

Pensare a quel cerchietto rosso posizionato centralmente e la sua freccia che lo sfregiava sempre sullo stesso punto lo concentrava. Era una sorta di metodo molto grossolano per sviare velocemente l'attenzione su qualcosa (o qualcuno) che riteneva spiacevole.

Proprio come in quel momento.

 

'Pensa al cerchio, pensa al cerchio' si ripeté in mente, con la mano sulle labbra e la schiena poggiata sul marmo freddo 'Calmo, respira...' seguì le sue parole ed inspirò 'Pensa a quando stai per scoccare la freccia' senza neanche rendersene conto sollevò le ampie spalle in posizione, come se avesse un vero arco tra le mani 'Il vento è favorevole e il punto da colpire è proprio quello là, lo vedo benissimo, vedo perfettamente ciò che mi circonda e percepisco ogni fibra del mio copro estendersi e...' d'improvviso la nausea si attenuò fino a diventare nulla, gli occhi si aprirono corrucciati e persi nei meandri dei pensieri.

 

"Bam..." aveva scoccato la sua freccia e, come al solito, il bersaglio venne abbattuto proprio dove voleva lui. Non aveva più lo stomaco che gli rigirava.

 

"Certo che sei un tipo strano"

 

Oh, cazzo. Ora che si era ripreso...

Gli acidi in pancia ricominciarono la loro sadica danza, a tempo coi battiti frenetici del ragazzo.

Todoroki era lì. Lo aveva visto proprio nel momento peggiore, quando era al massimo della concentrazione su sé stesso e si muoveva per istinto.

Si fosse trattato di Ochaco o Iida riusciva ancora a pensare che avrebbe superato l'imbarazzo, ma con Todoroki era impossibile.

Lui non era un gran chiacchierone (e neanche tanto loquace) e Izuku non aveva trovato motivi di parlargli: da poco aveva costruito due (e ripeteva, DUE) amicizie in poco tempo; la sua testa non aveva spazio per una terza persona, non era abituato.

 

"L'avevo notato già al test d'ammissione, ma questa mi è nuova"

Cosacosacosacosacosa?

 

"A-al..." dannazione, il groppo in gola era troppo spesso per far fuoriuscire un tono deciso e calmo "Test d'ammissione...?"

 

Quella voce bassa e stridula gli fece ricordare i tempi delle elementari, quando si rivolgeva ai compagni di classe nel tentativo di fare amicizia.

Il ragazzo di fronte a lui mise una mano nella tasca dei pantaloni e poggiò per la prima volta gli occhi su quelli di Midoriya.

Il verde si riempì di azzurro e il grigio si perse in quello smeraldo infinito.

Per un attimo entrambi rimasero leggermente stupiti da quel contatto così diretto e sfrontato. Teoricamente, doveva essere normale per due coetanei fissarsi in quel modo, eppure sembrava che entrambi non fossero abituati.

 

Shouto fu il primo a sussultare, non credendo a quanto due iridi potessero contenere così tante emozioni: come facevano quegli intrecci a legarsi a così tanti sentimenti?

Senza neanche rendersene conto, si trovò a pensare che fossero bellissimi i suoi occhi. Gli occhi di un eroe puro.

 

"Penso che Recovery Girl non ti abbia detto nulla a riguardo..." ci pensò un po' su "O forse si è dimenticata"

 

Lo disse in tono così serio e convinto che a Deku parve quasi comico, tant'è che una leggera risata prese il posto a quel pesante silenzio: non avrebbe mai immaginato che un altro metodo per fargli passare la nausea da stress fosse guardare il suo compagno di classe fare supposizioni con quell'espressione dipinta sul viso.

Rimasero lì per qualche secondo, la mano di Izuku nascondeva timida un sorriso spensierato mentre Shouto lo fissava misto tra il confuso e l'incredulo.

Incredulo perché non capiva come quel ragazzo lo avesse fatto sentire esposto con così tanta facilità: evidentemente gli occhi non erano l'unica caratteristica che lo aveva colpito. Ogni qualvolta che faceva scorrere lo sguardo sulla figura apparentemente esile del compagno, si sentiva nudo e leggermente a disagio, come se non avesse più scudi e vestiti con cui difendersi dalle persone. Non era affatto entrato alla Yuuei con l'intenzione di farsi nuove amicizie, mirava a diventare un eroe e basta. Faceva solo ciò che era necessario a raggiungere tale scopo.

Perciò le relazioni sociali dovevano essere ridotte al minimo. Eppure...

 

"È così divertente ridere di qualcuno in maniera così innocente?"

 

"A-ah!" improvvisamente tutta l'ilarità di Midoriya scomparve lasciando solo un amaro senso di colpa "N-no, no, no, scusami! Non volevo affatto prenderti in giro, non ho mai pensato a quello. Io, e-ecco, come dire..." sospirò, riprendendo a guardare il pavimento e cercando ossessivamente di coprire le mani con la stoffa della giacca.

Perché non riusciva a dire una frase di senso compiuto, senza perdersi nei suoi ragionamenti contorti?

Perché balbettava sempre?

Poi le altre persone avrebbero iniziato a giudicarlo per un carattere che non era il suo, non era così che voleva apparire.

Molti interrompevano i suoi balbettii per parlare d'altro, alcuni lo criticavano e altri, per gentilezza e compassione, tentavano di metterlo a suo agio. In ognuno di questi casi, però, finiva col peggiorare il suo stato d'umore.

 

Todoroki si comportò in maniera bizzarra, fuori dagli schemi: si era poggiato al muro con una spalla, le mani in tasca e la bocca chiusa. C'era uno strano silenzio tra loro due, ma dava l'idea che non lo stesse giudicando per le sue incompetenze comunicative. Al contrario, pareva un silenzio di rispetto.

 

'Prenditi il tuo tempo, io aspetterò quando te la sentirai' diceva.

 

"Ecco..." si portò una mano sulla folta chioma per tentare di nascondersi "Mi è sembrato buffo il fatto che Recovery Girl si dimenticasse qualcosa..."

 

Come se un lampo avesse attraversato la mente del ragazzo, Todoroki si scostò dalla fredda parete: "Immagino tu abbia ragione, Midoriya"

 

Sentire pronunciare il suo cognome fu una sensazione stranamente piacevole e capì solo in quel momento che questa era la prima volta che lo faceva.

 

"Comunque non sono venuto qua per disturbare la tua ora di yoga" ci scherzò un po' su, divertito nel vedere il viso di Izuku divampare in un rosso tenue.

 

"T-" strinse i pugni, visibilmente irritato e soprattutto imbarazzato "Ti pare che stessi facendo yoga?!"

 

La sua voce tuonò in tutto il corridoio spoglio ed un eco della sua frase parve raggiungere la tromba delle scale.

Subito si portò entrambe le mani in bocca, mentre il desiderio di scomparire sotto il pavimento lo inghiottiva. Da quando in qua utilizzava un tono così aggressivo e deciso?

Shouto non era sconvolto, però. Anzi, lo sguardo pareva compiaciuto e si mosse nel suo, ad ogni passo che fece per raggiungerlo.

Non riusciva a ribatterli, quegli occhi bicromatici: non capiva quali dei due lo stessero guardando veramente, ma entrambi erano gelidi, calmi e nascondevano un filo di gentilezza.

 

"Allora sai tirare fuori la voce quando vuoi"

Gli stava facendo un complimento tipico da genitore o fratello maggiore?

Cosa aveva in mente?

 

"Ad ogni modo, sono venuto a cercarti per ringraziarti"

 

"Eh?" Izuku non staccò mai le sue iridi da quelle del compagno, ma con la coda dell'occhio vide la sua mano entrare in una tasca.

 

"Sì, per avermi salvato quel giorno durante l'esame. Una volta terminato il tutto ho notato che tenevi questo in tasca" e tirò fuori il pezzo di corteccia che Midoriya era solito maneggiare quando era particolarmente nervoso "Il tuo medico voleva buttarlo via, ma credevo fosse importante per te visto il tuo Quirk..."

 

Oh, questa era una cosa davvero cordiale da parte sua.

"Quindi tu sei quella persona che stava per essere..."

 

Shouto annuì: "Anche se eri allo stremo delle forze e non era tuo dovere salvare un potenziale rivale sei accorso in aiuto. Penso che sia per questo che tu sia passato col massimo dei punteggi"

 

Forse aveva giudicato troppo presto Todoroki: sin dal primo giorno aveva temuto il ragazzo perché si dimostrava sempre distaccato dalle situazioni in classe e freddo nelle risposte.

Ma, in realtà, sotto nascondeva un carattere posato ed educato. Midoriya fu felice di sapere che era stato proprio lui a fargli tirare fuori quella parte sconosciuta di sé. Un leggero batticuore si insinuò sul petto e una pulce nel cervello aveva iniziato a farlo ragionare.

D'improvviso, come se una luce mistica avesse illuminato il corridoio, Midoriya si accorse di tanti dettagli fisici del ragazzo a cui non aveva proprio fatto caso per tutta la settimana.

Come per esempio la banale, ma prestigiosa, divisa scolastica: stringeva il giusto sul petto risaltando una bella cassa toracica ampia e tonica. Lo stesso poté dire della gambe, anche se ammise a sé stesso che erano più deboli rispetto alla parte superiore del corpo.

 

E poi c'erano loro...

Le braccia erano una parte del corpo che risaltava molto non tanto perché erano muscolose (di certo non le disprezzava, anzi) più che altro perché sembravano... rovinate.

Todoroki stava tenendo le maniche della giacca raccolte fino al gomito, ma gli bastò per perdersi nelle sue elucubrazioni mentali.

L'avambraccio destro era parecchio umido, si percepiva anche al tatto, ma poteva benissimo essere notato anche solo vedendo un paio di goccioline imperlare la pelle. Quest'ultima, in alcuni punti, era molto grinzosa, come quando ci si ferma troppo in acqua e le mani si increspano.

La parte sinistra, invece, era devastata.

Una grossa macchia rossa spuntava dall'orlo della giacca, ma Midoriya riusciva comunque a capire che si estendeva per tutto il braccio, e pareva essere molto dolorosa.
In più sulle mani percepiva delle altre piccole scottature e qualche graffio o taglio superficiale.

Evidentemente Todoroki non aveva ancora imparato bene a regolare i due Quirk, ma del resto chi ci sarebbe riuscito? Già avere dimestichezza con uno era un casino.

Il ragazzo si sentì quasi in colpa a vedere il bel corpo provato da chissà quale battaglia o allenamento, mentre il suo era ancora candido e pulito.

 

Capì in quel momento la differenza da chi si era allenato duramente, fregandosene di sfregiare il proprio corpo e da chi, invece, per paura, si era ritirato da tutto e tutti.

Per tutta la prima settimana di scuola si era rifiutato di spiegare come funzionasse per intero il suo Quirk e di mostrarlo anche. Senza neanche contare che non si allenava un granché.

Che eroe voleva diventare senza neanche sputare un poco di sangue?

Quelle braccia forti che volevano abbracciare gli indifesi dovevano portare molte cicatrici del passato, segno della sua forza di rialzarsi anche quando non vedeva la luce in fondo al tunnel.

Midoriya fu grato a Todoroki. Senza parlare gli aveva fatto capire.

 

"Uhm, cosa stai facendo?"

 

Come se gli avessero tolto le bende dagli occhi, Izuku notò la situazione in cui si era messo: c'era lui che con le dita stava toccando la pelle massacrata del compagno con probabilmente una faccia da ebete, maniaco o qualsiasi altro termine dispregiativo che ora non gli veniva in mente.

Perché adesso lui stava tecnicamente tenendo la mano di Todoroki. La stringeva ed era bollente, cosa che lo fece subito scattare all'indietro.

Sbatté con una certa forza la schiena contro il muro e si coprì il viso in fiamme con i capelli, le mani, le braccia e se avesse potuto anche con i vestiti.

Concentrazione, concentrazione, concentrazione...

In momenti simili aveva da pensare pure al suo stramaledetto Quirk, per evitare che gli spuntasse la natura sul corpo.
Ora come ora desiderava essere veramente un Quirkless.

 

"S-" la parola gli morì in gola nell'esatto momento in cui dovette riprendere controllo su sé stesso: sentì un pezzetto di legno crescere sulla caviglia.

Ma doveva dirglielo, era il minimo che potesse fare per averlo tastato inappropriatamente.

Perché non riusciva a controllarsi?

Era il SUO Quirk e lui lo governava. Era una promessa che si era fatto quando aveva dato l'iscrizione alla Yuuei: imparare a dominare l'elemento e diventarne finalmente padrone senza aiuti esterni, con le sole sue forze.

Eppure Midoriya si trovò costretto a tirare fuori il bracciale blocca-quirk e, con la sconfitta nel cuore, metterselo. La situazione migliorò istantaneamente.

 

"Scusami, Todoroki" espirò tutta la tensione, lasciando solo un senso di amarezza in bocca "I-io, davvero, non volevo è che..."

 

Arrossì di nuovo e stavolta non seppe staccare gli occhi da quelli di Todoroki. Non sembrava arrabbiato, solo un po' a disagio. O forse era incavolato marcio.

Non si riuscivano bene a capire le sue emozioni dietro quelle iridi.

Izuku si consolò pensando che almeno non lo aveva picchiato o mandato a quel paese.

 

"Sei un tipo molto curioso, eh?"

 

"Uhm, si?"

Era una risposta, la sua?

 

"No, è che sembravi molto assorto mentre guardavi le mie braccia"

 

"A-avresti potuto fermarmi, io, davvero..." fece un profondo respiro "Non so cosa mi sia preso, mi dispiace"

 

"Non mi hai dato fastidio"

 

"Eh?"

 

"Di certo non me lo aspettavo da un tipo come te, ma non ho visto secondi fini nelle tue azioni. Solo pura curiosità..."

 

Shouto gli restituì la corteccia e capì quando fosse importante per Izuku quando lo vide stringersela a sé.

 

"Perciò, beh, ho pensato..." un sottile velo d'imbarazzo, ben celato dalla cicatrice, tinse gli zigomi "Che non fosse poi così male farti andare avanti"

 

Senza neanche contare che Midoriya, seppur in stato di trance, lo aveva toccato con una delicatezza che faticava a ricordare che gli fosse successo in passato.

Ma che diavolo gli prendeva?

Si era mai sentito un po' dispiaciuto per aver perso un contatto così effimero con un suo compagno di classe prima d'ora?

Non era chissà che cosa, ma c'era qualcosa nel modo di fare di Izuku che lo tranquillizzava e lo metteva a suo agio.

Lo aveva già notato al test d'ammissione, come lui modellava la natura senza prepotenza: era sicuramente molto altruista.

Era papabile anche quando Midoriya chiuse il discorso con un inchino ed un timido ringraziamento per avergli restituito la corteccia e se ne andò via con finta compostezza.

 

Quando Shouto fu lasciato da solo, percepì un senso di vuoto, soprattutto a livello delle braccia: le mani del compagno di classe pizzicavano ancora sulla pelle.

Non seppe bene con certezza che genere di sentimento fosse quello, ma lo accolse volentieri tanta era la serenità e leggera felicità che gli portava. Solo il tempo avrebbe dato un nome al motivo per cui il cuore batteva così forte, questo lo immaginava bene.

Ciò che non poté prevedere era che, al piano inferiore un altro battito scalpitava dentro ad un altro petto.

 

DATA 04: “Scoperte”

 

Izuku era molto altruista. Gentile, cordiale, sensibile e qualsiasi altro aggettivo potesse indicare una persona che si preoccupava e occupava di tutto e tutti.

Todoroki ne ebbe la prova quando lo vide in classe dopo le lezioni pomeridiane: lui era venuto a prendere un libro che si era dimenticato, l'altro invece non si capiva bene cosa volesse fare.

Deku era in piedi, ciondolava leggermente da un piede all'altro, e fissava un punto ben preciso.

Il suo banco.

A Shouto fu subito chiaro il motivo per cui il compagno fosse lì e non si intromise. Per ora. Del resto il libro gli serviva. E poi era curioso. Molto. Forse un po' troppo per i suoi canoni.

Il giovane coi capelli smeraldo poggiò prima i polpastrelli sulla cicatrice bruciacchiata lasciata dalla mano di Bakugo e poi, progressivamente, tutta la mano.

 

"Mi dispiace, avrai sofferto molto. Bakugo è un idiota"

 

Ma con chi stava parlando?

La testa di Shouto fu riempita di domande d'ogni specie, ma la cosa che lo stupiva era che si trovava di fronte ad un'altra persona.

Quello non era Midoriya Izuku, il ragazzetto timido, balbuziente e tremolante che vedeva tutti i giorni. Parlava fin troppo deciso, con tono basso e rassicurante: cozzava completamente con la vocina stridula che sentiva normalmente.

 

"Lo so, ma mi sento comunque in colpa, perché ti metto sempre a rischio di essere ferito"

 

Ancora farneticava da solo. La situazione si era fatta troppo interessante per lasciare il ragazzo solo in classe, praticamente stava mangiando con gli occhi l'intera scena.

 

Poi una flebile risata tinse la stanza: "Beh, sono contento che almeno ti sia divertito a vedere la faccia di Katsuki alla fine!"

 

'Da quando il tramonto rende le persone così belle?' si chiese in maniera molto spontanea e se ne sarebbe reso conto solo a fine giornata, provocandogli un bel po' di grattacapi.

Ma non poteva negarlo a sé stesso: la luce calda inondava il profilo di Izuku, scurendo di poco la sua pelle. Ma il contrasto luce-ombra non permise a Shouto di perdersi il suo grande sorriso.

Si sentì l'unico testimone di una scena memorabile, un po' come quando nei documentari il ricercatore trova finalmente l'animale tanto desiderato.

 

"Dai, ti metto a posto subito" il riso del ragazzo lasciò subito spazio ad un'espressione rilassata e gioiosa.

 

Seriamente, ma chi era quella persona?

Todoroki vide il compagno di classe fare pressione sulla zona bruciata del banco e, d'un tratto, la sua faccia si corrugò leggermente.

Non capiva bene quello che stava facendo, ma a giudicare da come la macchia rossastra stava scomparendo lentamente si ritrovò a pensare che avesse a che fare con il suo Quirk.

Un sospiro si levò in aria e la mano un po' tremolante si staccò dal legno intonso: non una macchia era stata lasciata sulla sua superficie.

Todoroki rimase incantato da tanta bontà, ma un filo di razionalità lo riagganciò alla realtà e, anche se era inutile, bussò per dovere sullo stipite della porta.

 

Subito Midoriya scattò rigido come un palo: "A-ah, ciao..."

Eccolo il solito Izuku che conosceva; Shouto si sentì un po' più a suo agio.

 

"Scusa, non volevo disturbarti, devo solo prendere il libro di inglese"

 

Il verdolino non emise un suono, solo accennò un "sì" col capo, per poi seguirlo con lo sguardo.

Il giovane infilò la mano sotto al banco e, una volta preso il tomo, lo fissò molto combattuto: gli aspettavano tante ore di studio una volta rientrato in camera.

 

"Uhm..." la figura di Midoriya si intromise nella sua visuale "C'è... c'è qualche problema?"

 

"No, o per meglio dire, niente che ti riguarda"

 

"È logico ci siamo appena conosciuti"

 

Eh? E con ciò?

Due palle verdi intrise di curiosità lo fissavano. Il suo cuore mancò un battito: ma soffriva di personalità multipla?

Evidentemente le sue domande trapelarono, nonostante la bocca non si fosse mossa, con l'espressione del viso.

 

"Ah! Scu-scusami, scusami!" le mani di Deku gli coprirono il viso dispiaciuto "Quello che volevo dire è che..." si sistemò ossessivamente le maniche della giacca.

Ma quanti vizi aveva?

 

"È normale che non mi riguarda, abbiamo parlato poco, però..." un sospiro "Mi sembravi in pensiero e, beh, io volevo sapere se posso...insomma, essere d'aiuto"

 

Era decisamente fin troppo gentile! Se non avesse cambiato velocemente quella sua disponibilità qualcuno avrebbe iniziato ad approfittarne troppo. E, no, Shouto non poteva permettere che questo accadesse.

Gli sembrava un giovane così fragile, ma allo stesso tempo Todoroki percepiva che c'era un grosso potenziale in lui: lo dimostrava la sua inaspettata sicurezza e naturalezza nell'usare il Quirk.

Però ciò accadeva solo quando si trovava da "solo" (aveva a malapena intuito che l'interlocutore del bizzarro discorso di prima fosse proprio il banco), questo voleva dire che durante la giornata scolastica tutte le sue fragili difese si spezzavano.

 

E a giudicare dal braccialetto che lo vedeva portare spesso in tasca e, precedentemente, al polso il ragazzo intuiva che tali difese non reggessero molto a lungo.

 

"A dire la verità" si schiarì la voce, passandosi la mano sui capelli bianchi "Un po' sono in difficoltà" abbozzò un sorrisetto forzato. Non era affatto bravo a sorridere, anche se desiderava farlo.

 

Todoroki porse il pesante libro verso Midoriya: "Questo è il mio più grande dilemma"

 

Il verdolino analizzò la copertina in pochi secondi e, successivamente, arcuò un sopracciglio: "Inglese?"

 

"Beh, si..." ammise tra la vergogna e l'imbarazzo "La mia famiglia è molto tradizionalista e solo mio padre conosce l'inglese, ma non sono in buoni rapporti con lui, quindi..."

Avrebbe voluto raccontargli qualcosa in più, dei suoi allenamenti sfiancanti con Endeavor o di come si fosse evoluto male il loro rapporto, ma Izuku notò il suo evidente stato di disagio e lo fermò.

 

"Capisco, Todoroki..." il ragazzo iniziò a giocherellare con la corteccia immergendosi in chissà quali pensieri.

 

L'altro non poté non notare come sulla corteccia iniziassero a crescere lentamente dei graziosi fiorellini azzurri. A Shouto fu lampante il motivo: quando non riusciva a gestire il Quirk lo sfogava in minime parti sul pezzo di legno per evitare danni ingenti.

Si sentì fiero di avergliela restituita.

 

"Ecco..." le mani di Izuku si strinsero intorno ai petali indaco "Se vuoi..." un gambo crebbe più degli altri, mentre il respiro si faceva più frequente "Se vuoi ti posso dare lezioni di inglese!!"

 

Le parole scivolarono sulle sue labbra, come il suo labile autocontrollo.

Un imponente lavanda divideva la distanza tra Midoriya e Todoroki.

Per quest'ultimo fu come una gigantesca esplosione. Non come se l'aspettava però: abituato ad avere a che fare col fuoco tutti i giorni le esplosioni erano quasi diventate normali, ma in quel momento visse la stessa sensazione solo che l'impatto non fu un calore insopportabile piuttosto un profumo penetrante di lavanda.

I petali pizzicavano leggermente la sua punta del naso, costringendolo a grattarsi, però, una volta superato lo sconcerto iniziale, non riuscì a trattenere un'espressione di tenerezza.

Izuku lo fissava con due occhioni spaventati, rassegnati, dispiaciuti e imbarazzati. La figura era un poco ricurva e le unghie si erano conficcate nella corteccia, nel tentativo di bloccare il Quirk.

Era affannato. Il petto si alzava convulsamente e qualche goccia di sudore attraversava la fronte.

Shouto si sentì dispiaciuto per averlo spinto fino a quel punto, benché non fosse stata di certo sua intenzione, del resto era evidente quanto Izuku fosse ancora incapace nel gestire l'Unicità.

Ma a giudicare dal suo punteggio notevole a fine del test d'ammissione, poté capire che non era una mancata esperienza nell'utilizzarla.
Non riusciva a contenerla nei momenti di relax, soprattutto durante le interazioni sociali.

Fu lì che il ragazzo capì che stare a grattarsi il naso e fissare la lunga pianta non avrebbe aiutato Izuku a rilassarsi.

Todoroki sorpassò il fiore e, con delicatezza sopraffina, toccò la spalla tremolante di Midoriya.

 

"Va bene, insegnami tutto quello che sai"

---

 

Izuku uscì dalla scuola, tutto stralunato: troppe cose erano successe in un solo giorno, troppi sentimenti si erano mischiati ed erano esplosi nel suo cervello.

Aveva una grande capacità di analisi, ma peccava di autocontrollo e si era notato.

Chissà cosa avrà pensato Todoroki di lui...

 

Scosse velocemente la testa: 'Non posso fare questi pensieri senza sapere nulla'

Era una promessa che continuava a farsi e, puntualmente, la infrangeva: evitare di costruire castelli in aria, senza avere delle basi.

Il ragazzo si fermò un secondo per sistemare nella cartella la corteccia.

Nel riporla la mente ritornò indietro di un paio di minuti, a quando i due si erano salutati con un sorrisetto di cortesia e un pesante imbarazzo sulle spalle.

Gli occhi, seppur in quel momento apparivano fermi, nella sua testa vagavano per il corpo di Shouto alla ricerca di ancora più dettagli.

Sapeva di essere un analizzatore nato, ma quella frenetica osservazione sul compagno di classe lo lasciava un po' stranito.

 

E, no, Midoriya non si stava struggendo sulla possibilità di essere innamorato di un maschio, no... Piuttosto si stupiva di come con facilità Shouto lo aveva fatto sentire a posto, corretto. Non lo aveva mai giudicato o preso in giro per la sua timidezza, gli aveva offerto solo dei sorrisi comprensivi e pazienti.
Izuku riscoprì il desiderio di essere abbracciato amorevolmente, come sua madre aveva sempre fatto con lui: si immaginava bene come sarebbe stato fare lo stesso con Todoroki.

E lui non si vergognava più a provare questi sentimenti verso un ragazzo, lasciava che fluissero dentro di lui e gli gonfiassero le vene di felicità.

La sua bisessualità non era più stato un segreto a partire dalla seconda media, ma per proteggersi dal bullismo (e da Katsuki) fu costretto a nascondersi.

Ora, arrivato alla Yuuei, non aveva più motivo di mascherarsi, ma chissà cosa sentiva Shouto...

Le probabilità che anche lui fosse bisessuale, o addirittura gay, erano basse quanto la sua puntualità. Nel corso della sua vita, solo un'altra persona del suo stesso orientamento aveva conosciuto, scoraggiandolo del fatto che, un fidanzato maschio non lo avrebbe mai avuto.

 

Non che disdegnasse le femmine, anzi: amava entrambi i sessi in egual modo, ma quello maschile lo... incuriosiva.

In quel momento una serie di pensieri lo travolsero, di come sarebbe stato, lui e Todoroki, mano nella mano, le loro bocche unite.

Il suo corpo ebbe un leggero scatto, misto tra lo spavento e la vergogna: portarsi le mani in faccia fu istintivo.

Si conoscevano da una settimana e avevano iniziato a parlarsi neanche un'ora fa, come potevano i suoi sentimenti cambiare in così poco tempo?

Ok, Shouto era affascinante, aveva un bel fisico, il viso lo attizzava, trovava attraente la sua bicromaticità agli occhi e ai capelli, era...

Era semplicemente bello.

E questa realizzazione lo portò a trovarne un'altra: non era solo bello, ma comprensivo, paziente e silenzioso nei momenti giusti.

Lo aveva fatto sentire una persona capace, qualcuno che riusciva a fare qualcosa e Todoroki lo sapeva.

Lo capiva dal suo modo di fare, da come metteva le mani in tasca con fare disinvolto e lo fissava senza giudicarlo: lui era andato oltre la maschera di Deku e ci aveva visto Midoriya Izuku.

Il ragazzo sentì un profumo dolce entrare di forza nelle sue narici e, prima che se ne rendesse conto, una rosa rossa era cresciuta sulla corteccia.

 

"Una rosa rossa, eh..." sospirò, sorridendo "L'amore, la passione, chissà forse anche in me sta sbocciando qualcosa"

Percepì una flebile vocina raggiungergli l'orecchio, prima che si dileguasse insieme ai petali cremisi al vento.

 

"Non sei l'unico"

Del fiore, ora, era rimasto solo lo stelo.

 

"OOOOOOOK, YOUNG MIDORIYA!!" una possente voce rimbombò nei suoi timpani e quello ad urlare alla fine fu proprio il giovane.

All Might se ne stava dietro di lui, i pugni serrati ai fianchi e il petto gonfio di orgoglio, come se fosse appena ritornato da una missione gloriosamente portata a termine.

Gli aveva sempre fatto un po' impressione, a Izuku, quel suo aspetto marmoreo: pareva una statua scolpita, sempre con la stessa espressione. Eppure, negli anni, aveva scoperto che anche l'eroe numero uno abbassava gli zigomi per sciogliere i muscoli rocciosi, ogni tanto notava come il suo strato di pietra fosse di qualche millimetro più sottile del normale. Tutto ciò rendeva All Might più umano e vicino alla popolazione.

Per via di questa combinazione tra l'essere un Hero di altissima gamma e una persona come tante, Izuku era diventato il suo più grande fan accanito.

 

Certo, lo aveva sempre visto durante le interviste o quelle rare volte mentre combatteva, ma in quei momenti doveva mostrare la sua forma più fiduciosa e chissà quante volte ha dovuto fingere per accontentare il pubblico. Per questo motivo, Midoriya si era fissato, sin dai cinque anni, nell'analizzarlo.
Non solo il suo Quirk, ma il modo in cui lo gestiva, lo spessore della corazza, la durata di quest'ultima, la potenza, la velocità. Poi quando crebbe e iniziò ad apprendere le nozioni basi di matematica, per lui fu la fine della sua vita sociale. Si rinchiudeva in camera a rivedere video su video su video di All Might, solo per poter calcolare la media della perdita di spessore dello scudo di roccia o calcolare quanto un suo pugno fosse devastante oppure a che velocità vada lo stesso e in base a tali informazioni aveva iniziato a visualizzare una durata media della sua "Stone Form".
Tutto questo non solo perché Midoriya era il più grande dei fan, ma anche perché voleva scoprire. Voleva sapere cosa si celava sotto la pelle in granite, quale essere umano si nascondeva sotto.

 

"A-A-A-A-All Might?!" lo spavento fu tale da far sì che un tronchetto in legno scuro si levasse tra lui e l'eroe.

Dannazione, perché non riusciva a tenere a bada il suo Quirk per un maledetto secondo? Sbuffò mentalmente, costringendosi a rimettere il bracciale per evitare ancora figuracce: ne aveva fatte fin troppe per una giornata.
Toshinori non rimase granché stupito da quella pianta gracilina frapporsi tra lui e il suo studente, piuttosto la analizzò fissandola e toccandola. Il ramo si piegava docilmente sotto l'indice spesso dell'uomo, mentre Izuku rimase immobile incantato dal vedere il suo idolo così preso dal suo Quirk.
La sua insulsa e ingestibile Unicità.

 

"Non riesci bene a controllarlo, eh?" quando riprese a parlare, il giovane si chiese come avesse fatto a non accorgersi che All Might aveva mosso le labbra. Era rimasto come uno stoccafisso ad osservare quella porzione di legno piegata sotto il dito.

 

"C-come scusi?"

 

In confronto alla voce del Hero, la sua sembrava quella di un cagnolino: debole.
Il sorriso del professore si strinse un po' e le sopracciglia si aggrottarono, come se stesse provando tenerezza: gli occhi erano solo delle placche in pietra e non si riusciva bene a capire cosa volessero comunicare, ma Midoriya recepì bene il messaggio. Un po' lo rincuorò quella espressione.

 

"Non ti preoccupare, giovane!" una mano si posò sulla sua spalla e il ragazzo credette di morire da quanto stava sclerando interiormente.
Del resto, il suo idolo più grande lo stava toccando!

 

"C-cosa intende, professore?"

 

Gli piaceva chiamarlo in quel modo, sentiva che il divario tra loro due si restringeva un minimo.
Studente e insegnante.
Non pensava che con All Might potesse instaurare questo legame, che, per quanto potesse sembrare banale, per lui era prezioso come un ricordo. Magari all'uomo non importava nulla, ma per Midoriya quella stretta sulla spalla e quel sorriso marmoreo diretto solo a lui lo facevano sentire completo e, per la prima volta, si sentì in grado di diventare come lui. Un eroe sempre col sorriso sulle labbra.
Per questo, beh... Izuku sorrise.
La timidezza colorava le guance di rosso e le mani tremavano leggermente, ma la bocca era tirata all'insù e si rivolgeva fiera verso il professore, così come gli occhi. Gigantesche iridi smeraldo incatenavano lo sguardo del simbolo della pace, contenitrici di grandi emozioni. Ogni sentimento che Deku provava si intrecciava con i filamenti del suo colore speranza e All Might fu sicuro di non aver mai visto uno sguardo tanto forte quanto il suo.
Un tripudio di sensazioni, ecco ciò che era in quel momento Midoriya Izuku.
Il professore si sentì sollevato di aver scelto la persona giusta, lo sentiva. Era lui.

 

"Scusi, penso di non aver... capito bene quello che intendeva"

 

"Di non preoccuparti, giovane, tutto qui!" la mano scese sul braccio e lo strinse caldamente "Abbiamo lo stesso elemento, per questo sono qua"

 

Il ragazzo corrugò la fronte, confuso: "Per...?"

 

Davvero non riusciva a capire e si sentì stupido: Todoroki ci sarebbe già arrivato...
Il cuore balzò nel petto. Doveva darsi una regolata o sarebbe morto d'infarto.

 

"Per fare il mio lavoro!" scattò indietro con un salto, mettendosi i pugni sui fianchi come faceva sempre e i piedi ben serrati al terreno "Ovvero insegnare e tu, giovane Midoriya, sarai mio allievo!"

Izuku strabuzzò gli occhi. Era sordo lui o quel discorso aveva preso una piega alquanto strana?

 

"S-scusi, professore, non è quello che sta già facendo... tutti i giorni a scuola?"

 

La domanda smontò completamente la figura composta del Hero, mostrando un'espressione contrariata davvero buffa ai suoi occhi. Impossibile nascondere un sorrisetto, anche per uno come Izuku sempre composto e rispettoso, quella scena sciolse il nodo al petto che si portava dietro da tutta la giornata. L'affronto con Katsuki, la chiacchierata con Todoroki e ora l'incontro con All Might gli avevano fatto capire quanto fosse un fascio di nervi e come questo si ripercuotesse sulla gestione del Quirk.
Ma forse, ora, c'era qualcuno pronto a tendergli la mano per accompagnarlo verso il futuro.

 

"Giovane Midoriya, non intendevo questo" le sopracciglia si aggrottarono, assumendo una faccia arrabbiata "E lo so che tu lo sai, perché stai sorridendo!"

 

Midoriya prese fintamente le difese, scusandosi di continuo, come un disco rotto: se qualcuno avesse visto la scena dall'esterno avrebbe pensato di trovarsi in un film comico. Perché non c'era niente di più divertente che vedere All Might, Hero numero uno del Giappone, inalberarsi impacciatamente contro un ragazzino.

 

"Comunque..." l'uomo si schiarì la voce, ponendo fine a quella scenata "Quello che intendevo è che voglio allenarti, personalmente" inspirò, vedendo intenerito il ragazzo pendere dalle sue labbra "Abbiamo lo stesso elemento, vedi, anche io ero come te. Come tu ben sai la mia 'Stone form' è totale sul mio corpo solo perché permetto alla Terra che è in me di prendere possesso della pelle, benché i rischi aumentino. Ho visto e letto che hai un'Unicità basata sulla crescita dalle piante e del legno su certe zone della pelle. Comico, no? Siamo molto simili!"

 

La spiegazione raggiunse le orecchie di Izuku, scatenandogli un brivido di eccitazione lungo tutta la spina dorsale, nonostante, di tutto il discorso, processò in mente solo una parte.

Lui... voleva allenare Midoriya? Midoriya Izuku!!
Proprio lo stesso che non sapeva come gestire il Quirk, lo sprigionava quando gli pareva e piaceva, indossava ancora un blocca-quirk a 15 anni.

All Might lo fissava fiero e sicuro al 100% di ciò che aveva detto. Si, era lui l'unico interlocutore di quella conversazione.

 

"Lei..." la voce gli morì in gola, troppo preso dallo stupore misto a felicità.

 

D'istinto avanzò di un passo verso l'insegnante, unica visione del miglioramento.
Poteva imparare, poteva sapere, con l'eroe dalla sua parte, poteva.
Avrebbe dovuto lavorare il doppio rispetto ai suoi compagni, per colmare tutti quegli anni in cui aveva represso l'Unicità.
Vedendo il professore, colui che condivideva con Izuku lo stesso elemento, capì che la paura di perdere il controllo lo avrebbe portato proprio a quello. E che l'unica persona al mondo che fosse tanto abile con la Terra da farsi completamente avvolgere da essa era proprio All Might.

 

"Hai sentito bene, giovane" il tono di voce si abbassò come se gli stesse sussurrando un segreto.

Forse era anche vero: il loro piccolo grande segreto.

"Forza, vieni con me, ti porterò alla vetta più alta, oltre i tuoi limiti..."

 

Non c'era neanche il bisogno di sapere cosa dire dopo.

 

"PLUS ULTRA!"

 

DATA 05: “Il tempo scivola inesorabile come i sentimenti”

 

3 mesi dopo

 

Quel giorno rimase perfettamente impresso nella mente di Izuku, come una stampa.

Già...

Perché aveva decretato l'inizio del suo gigantesco, faticosissimo e isolatissimo inferno!

Gigantesco perché era talmente vasto e lungo che non vedeva mai la fine, faticosissimo perché allenarsi tre ore la mattina presto e due la sera più la giornata scolastica era impensabile, isolatissimo, beh, perché...

Non parlava con qualcuno da almeno 3 settimane.

Fatto salvo del pomeriggio (unico suo tempo libero) dove si trovava con Todoroki per spiegargli inglese; riusciva a malapena ad interagire con Uraraka e Iida.

 

A scuola rimaneva costantemente concentrato sullo studio e nelle pause sfruttava quei pochi minuti per schiacciare un pisolino. Non che intendesse dormire, solo non ce la faceva: prendeva il suo katsudon, lo mangiava in fretta e furia e si addormentava con ancora le bacchette in mano.

I suoi due amici erano gli unici a sapere di questo allenamento speciale con All Might, benché fosse difficile nascondere che Midoriya si stava allenando più degli altri e in maniera anche un po' autolesionista.

Alla comparsa dei primi cerotti nessuno si era posto domande, del resto alla Yuuei erano la cosa più normale che esistesse.

Però quando i cerotti si trasformarono in bende e le ferite divennero profonde cicatrici l'occhio di chi era interessato era già stato posato su Izuku.

Però non poteva dire nulla, neanche di cosa faceva la sera quando usciva e ritornava dopo le undici tutto ammaccato.

All Might aveva preferito non divulgare la scelta del suo nuovo pupillo, d'altronde avrebbe coinvolto numerosi questioni su di lui che avrebbe volentieri evitato.

Come per esempio il suo fisico.

 

Vederlo senza la "Stone Form" la prima volta, per Midoriya, fu come trovare il Santo Graal.

La figura gracile dell'insegnante, i capelli biondi ammosciati su sé stessi e gli occhietti piccoli davano più l'impressione di trovarsi di fronte ad un vecchietto arrabbiato con la vita.

Fu così che non imparò solo una cosa nuova sul suo idolo, ma anche come egli si lasciasse avvolgere dalla roccia senza timore di essere travolto dall'elemento.

Osservare le piccole pietre crescere pian piano sulla pelle dell'insegnante, ricordò molto ad Izuku la sua prima manifestazione dell'elemento alle elementari. E della sua paura.

All Might, agli inizi, gli aveva spiegato per bene come superare il suo blocco psicologico, che il timore era comprensibile, ma che era d'obbligo superarlo per diventare un eroe. Quello sarebbe stato il suo primo requisito per arrivare in cima.

Il professore era stato molto chiaro: la mattina sarebbe stato presente ad allenarlo, mentre la sera Midoriya si sarebbe dovuto gestire autonomamente.

L'obiettivo era uno solo: non perdere il controllo.

 

Gli era stato fornito, in via del tutto eccezionale, il blocca-quirk che All Might aveva utilizzato quando si allenava e per Izuku fu un altro colpo al cuore: un finissimo anello di un metallo pregiatissimo, contente un particolare microchip che, superata una certa soglia di potere, si attivava, ora abbelliva il suo dito.Uno strumento fondamentale per chi, come lui, era alle prime armi, ma era inutile quando si voleva innalzare il bisogno di potere perciò, prima o poi, Deku si sarebbe dovuto confrontare con i fantasmi del suo passato.

Il ragazzo quasi si era sciolto quando se lo era messo al dito.
Non poteva essere vero che lo Hero numero 1 gli avesse ceduto il suo preziosissimo e carissimo blocca-quirk!

Armato di questo strumento e buona volontà, il giovane aveva passato tre estenuanti mesi.

Stare al passo con lo studio fu facile quanto bere il cemento. Duro.

I concetti che, nella prima settimana, gli entravano con facilità ora rimbalzavano fuori dalla sua mente come palline da ping pong.

Aveva avuto la fortuna di mantenere il suo inglese ad un livello sufficientemente buono, solo grazie ai pomeriggi passati in biblioteca ad insegnare a Todoroki.

 

Shouto...

Quel nome gli aveva accarezzato la mente fin troppe volte e, passato il primo mese, aveva iniziato a credere che non si trattasse solo di semplice ammirazione.

Se ne era reso conto quando il suo pensiero non si riusciva a scollegare dalla biblioteca, dai libri e da quegli occhi che, giorno dopo giorno, sembrava che lo guardassero con sempre più riguardo.
Era stato un lento crescendo, il loro rapporto: le prima volte si erano limitati a vedersi subito dopo le ore pomeridiane, svolgere i compiti e portare avanti gli studi, per poi salutarsi lì davanti al tavolo e tornare ognuno per la propria strada.

Successivamente, dopo la lezione, si trattenevano dieci minuti a chiacchierare del più e del meno (che poi sono diventati venti, trenta, quaranta minuti...), si accompagnavano stretti verso la porta della biblioteca e c'erano tutta una serie di sguardi e sfioramenti che a Izuku non parvero rivolti ad una persona che ritenevi tua amica.
Non era stupido, poteva apparire maldestro e ingenuo, ma la sua mente correva su tutto un altro livello e certe cose le capiva.

Eppure rimaneva sempre quel "ma" sospeso nella sua testa, come un pendolo che ciondolava tra la sicurezza che Todoroki ricambiasse e la certezza che quelle non erano altro che sue illusioni.

 

Midoriya non si era mai veramente innamorato, solo qualche cotta passeggera aveva albergato nel suo cuore. Stavolta era stato diverso. Perché con le cotte aveva sempre avuto un rapporto distaccato, quasi non si conoscevano e perciò ogni sguardo o parola erano oro colato. Mentre con Shouto fu molto diverso: il sentimento aveva piantato indisturbato il seme e, in quei tre mesi, era cresciuto lentamente, ma con ritmo sostenuto.

Ad ogni lezione l'imbarazzo scendeva, le mani si avvicinavano e i respiri si sincronizzavano.

Ricordava bene la prima volta che si erano abbracciati, ancora adesso agli allenamenti il ricordo ritornava nella sua mente.

La pelle calda e fresca in base al lato del corpo, le dita che si stringevano alla stoffa della giacca, poi della felpa e infine della maglietta.
Midoriya poteva quasi contare i mesi che erano passati soltanto vedendo il vestito del compagno di classe.

Ed era buffo, perché a scandire il tempo non c'era più l'orologio, ma lui.

Soprattutto nell'ultimo mese sono successi notevoli cambiamenti, rendendolo ricco e proficuo.

A partire dal suo Quirk, che finalmente era riuscito a governarlo meglio. Pian piano il suo corpo si era sempre più irrobustito, permettendogli di reggere più facilmente il potere e l'anello di All Might lo aveva bloccato nei momenti più critici, quando la corteccia si era espansa fino sotto gli occhi mangiandolo vivo.
Ancora ricordava il profumo inquietante della resina entrare nelle narici e il sangue che sgorgava tra le venature legnose bagnare il terreno. Era stato in quel momento che, oltre ad essere caduto in una crisi fobica, aveva capito che non tutte le parti del suo corpo potevano essere rafforzate. Se tentava di sforzare la crescita in certi luoghi la pelle iniziava a spaccarsi, come se il fisico rigettasse la corteccia in quei punti.

Perciò aveva individuato come luoghi che potevano essere "corazzati", le ginocchia, le spalle, il petto e una piccola porzione sulla caviglia.
Da questa informazione Midoriya ne trasse fuori il suo stile di combattimento, basato principalmente sui calci: lo "Shoot style"

E in quelle ultime settimane era davvero migliorato, ancora non gli sembrava vero: l'Izuku fragilino di un tempo era stato rimpiazzato da una figura possente e decisa. All Might aveva fatto davvero miracoli.

 

Certo, ma ora toccava al giovane fare miracoli con la sua situazione sentimentale con Todoroki.

Non sapeva bene come ci era finito, ma nelle ultime due settimane la sola effimera presenza di Shouto non gli bastava più: il momento delle dolci carezze e frasi sdolcinate era finito.

Non riusciva più a sopportare quella distanza, tesa come una corda di violino: erano lì, seduti al solito tavolo, che si fissavano, toccavano e parlavano come se tutto il mondo intorno a loro sparisse come una tempesta.
Midoriya percepiva il desiderio di Todoroki di abbracciarlo intensamente, di stringergli i capelli, far scontrare la loro pelle eppure non faceva nulla. Rimaneva col corpo proteso verso il giovane, ma la razionalità dietro al suo posto.

Per Izuku, che era sempre stato un tipo emotivamente spontaneo, questo non era accettabile. Lui agiva d'istinto, era un grande osservatore e pianificatore in battaglia, ma quando si trattava di sentimenti non c'era freno che riuscisse a fermarlo.

Per questo, una settimana fa, beh, gli aveva preso la mano e gli aveva baciato la guancia. Un gesto sicuramente innocente, che si praticava anche tra amici, ma questo era diverso. Nella maniera in cui le sue labbra si erano posate sulla pelle fredda, c'erano tante emozioni represse. Ogni giorno con Todoroki lo portava a pressare tutto ciò che sentiva e, ad oggi, era arrivato alla fine della sopportazione.

O gli diceva tutto o avrebbe fatto meglio a tagliare i ponti con Shouto.

 

DATA 06: “Il linguaggio segreto dei fiori”

 

La corteccia si ruppe ancora una volta.

 

"Dannazione" sibilò Midoriya tra i denti. All Might gli aveva spiegato giusto stamattina cosa avrebbe dovuto fare per aumentare l'entrata di energia senza utilizzare l'anello.

Difatti, aveva iniziato a toglierlo di tanto in tanto.

 

Non era stato affatto facile la prima volta: solo a toccarlo per toglierlo gli aveva provocato una crisi d'ansia, costringendolo a rimandare quella parte dell'allenamento al giorno dopo. Fu allora che, per la prima volta dopo due mesi e mezzo, l'insegnante aveva preferito dedicare la mattinata per chiacchierare con il suo allievo per capire cosa poteva fare per togliergli quel freno che lo tratteneva dal diventare sempre di più un eroe a tutti gli effetti.

Quando poi aveva scoperto che alla base della sua paura c'era l'insicurezza di fare quel grosso passo da solo, Toshinori aveva deciso di assisterlo le prime volte. Ed era stata la soluzione perfetta per Midoriya: il giorno seguente si era tolto il blocca-quirk senza problemi e, lentamente, con la presenza del professore che lo fermava quando perdeva il controllo, il ragazzo iniziò a capire come autogestirsi.

 

Izuku si sedette sul portichetto, sorseggiando dalla bottiglia, fregandosene se l'acqua ogni tanto gli bagnava il mento.

Era stizzito e afflitto.

Gestire il Quirk senza un oggetto che lo regolasse era più difficile di quel che pensasse. In più durante le lezioni pomeridiane vedeva i suoi compagni avere una padronanza superiore alla sua e ciò lo faceva sentire... stupido.

Uraraka iniziava a far volare oggetti di oltre 200kg, Iida aveva superato il suo record di velocità e Bakugo...

Beh, non che gli interessasse molto, ma Izuku nutriva una profonda e nascosta competizione: non voleva essere migliore di lui, voleva che lui si accorgesse del suo valore.

Infini, anche Todoroki era in netto miglioramento, Midoriya faticava a contare quante cose fossero migliorate in lui: la sua capacità di portare le fiamme a temperature altissime senza ustionarsi, la sua resistenza prima che la pelle si seccasse completamente, la sua padronanza dell'acqua, il suo inglese, il loro rapporto, il suo sorriso, le loro lezioni, il loro contatto fisico, il loro... bacio.

Izuku desiderava un bacio.

Il ragazzo avvampò quando si ritrovò a metabolizzare ciò che la sua mente aveva processato. Non si erano mai spinti fino a lì, anche se nei suoi sogni erano andati ben oltre. Ma la realtà e l'immaginazione correvano su due binari differenti e, ora come ora, non gli veniva in mente nulla che gli desse quella spinta per fare il salto che lo avrebbe portato al paradiso o all'inferno.

Il "no" o il "sì" di Shouto...

Rifiuto o accettazione.

Era appeso ad un filo e penzolava inerme tra le due opzioni, solo il compagno di classe avrebbe spostato quello spago verso una delle due opzioni. Ma più aspettava più la corda si stringeva intorno a lui e lo soffocava. Quella situazione lo soffocava.

 

"Stai... sanguinando, Midoriya"

 

La voce lo fece schizzare in aria dallo spavento, facendolo capitombolare sulle scale.

Ed eccolo lì, Todoroki torreggiava sopra di lui mentre gli mostrava per bene le gambe all'aria. A pensarci bene, il suo giovane cuore sperò che il compagno di classe stesse pensando che erano belle, invece che pensare che fosse semplicemente un imbecille a stare sdraiato sul terriccio, immobile.

Niente di tutto ciò accadde. Shouto poggiò la sua mano ardente sul polpaccio del ragazzo e lo fece rotolare in modo che ritornasse seduto.
Izuku, come suo solito, analizzò e memorizzò quella strana sensazione: aveva stretto il muscolo con una certa forza, permettendogli di sentire bene i polpastrelli affondare. Bruciavano, Dio, se sentiva la pelle in fiamme. Gli aveva lasciato una leggera impronta rosa avvolgergli il muscolo, cosa che fece salire ancora di più l'imbarazzo di Deku.

Non poteva essere diventato così difficile nascondere i suoi sentimenti, da un giorno all'altro, ma non riusciva a bloccare le vampate di calore. Scottava tutto, dalla testa ai piedi.

 

"Izuku"

 

Lo schiocco delle dita lo costrinse ad alzare lo sguardo. Era un gesto che Todoroki faceva spesso, quando si perdeva tra le nuvole e, non sapeva perché, ma gli piaceva. Un po' come se volesse attirare l'attenzione su di lui, perché ci teneva.

In più lo aveva chiamato per nome.

Per. Nome.

Dove doveva firmare la sua condanna a morte?

Sembrava quasi che il ragazzo si fosse messo d'accordo con sé stesso per fargli sputare fuori tutti i suoi sentimenti.

 

"Le tue caviglie" pronunciò indicandole, quando l'occhio cadde sulle ginocchia "Cos'hai fatto per procurarti questi tagli?"

 

Midoriya non riuscì a rispondere subito, perché era forse la prima volta che lo vedeva seriamente preoccupato per lui.

La fronte presentava due piccole rughe e ne vide altre vicine agli occhi. Questi erano completamente assorti, impegnati a controllare l'entità delle ferite. Se qualcuno gli avesse chiesto come erano le iridi di Todoroki in quel momento, avrebbe risposto che erano due enormi galassie.

Non solo perché aveva degli occhi meravigliosi, ma anche perché erano... piene.

Non sapeva come descriverlo quel sentimento: intravedeva dietro al loro colore un numero infinito di emozioni nascoste, come le stelle nello spazio. Benché lui non potesse capire che genere di sentimenti celava, riusciva in qualche modo a comprendere.

C'era una sorta di strana comunicazione tra loro due, o forse lo percepiva solo il verdolino.

Eppure anche il modo in cui le dita bollenti passavano sopra il taglio, con così tanta cura, gli faceva presagire che Todoroki capisse e sentisse tutto.

 

"Solo... allenamento" rispose mestamente.

 

Il ragazzo sospirò, quasi come fosse scocciato dalla situazione, e, con una premura e delicatezza disarmante, poggiò la mano umida sulla caviglia destra.

Subito Izuku percepì una fresca sensazione attutirgli il bruciore dovuto ai tagli e, prima che se ne rendesse conto, anche l'altra caviglia era stata pulita.

 

"Grazie"

 

"Almeno rendo un po' utile questo Quirk"

 

"Ma non è vero, senza di lui le tue mani diventerebbero subito secche!"

 

"Ho imparato ormai da un mese a non rinsecchire le mie braccia così rapidamente"

 

"Ma quando dovrai combattere a lungo ti sarà utile, eccome"

 

"Non capiterà"

 

"Sei uno scemo!"

 

"Ha parlato quello che non sa quando è ora di riposar-"

 

"SCEEEEEMO!"

 

Per un attimo rimasero impalati a fissarsi, increduli della conversazione ridicola a cui avevano appena partecipato.

Impossibile nascondere una risata.

---

 

"Quindi è per questo che ultimamente ti facevi sentire poco al cellulare la sera" concluse Todoroki, dopo che finalmente Midoriya aveva trovato un equilibrio emotivo decente per dargli una spiegazione. Non perfetto, ma almeno sufficiente per non prendere Shouto tra le braccia e baciarlo.

 

"A-ah, si, scusami" si arruffò i capelli sugli occhi come suo solito "È che... non è facile, richiede tanto allenamento mentale e non sono riuscito a pensare ad altro, mi dispiace"

 

Shouto poggiò una mano sulla sua spalla, con la sua solita stretta rovente. Izuku ringraziò All Might per avergli anche insegnato a tenere a bada l'elemento pure quando il suo cuore balzava da una parete all'altra come una pallina del flipper.

 

"Va tutto bene, non è un problema per me, solo che..." distrattamente fece scivolare la mano lungo la schiena del verdolino e quest'ultimo non riuscì a trattenersi dall'accoccolarsi furtivamente su di lui "Eri un po' assente durante le lezioni e il pomeriggio e pensavo che qualcosa ti stesse turbando"

 

Per quanto cercasse di occultare il suo sistemarsi dolcemente sul corpo del ragazzo, era impossibile non notarlo soprattutto sotto gli occhi innamorati di Todoroki.

Ogni gesto che li avvicinava sempre di più, centimetro dopo centimetro, si allontanava pian piano il suo autocontrollo.

C'era un piacevole silenzio tra i due, interrotto solo dai loro respiri e dal vento che ululava rinfrescanti melodie: si stava avvicinando l'estate...

 

'Sarebbe il momento perfetto. Basterebbe che lo prendessi per mano, in modo che sollevi la testa verso di me e poi potrei baciarlo'

Il pensiero si materializzò senza freno, come un impulso elettrico. Lo stesso che lo fece muovere verso l'altro ragazzo, toccando veramente la sua mano.

Era tiepida, morbidamente calda. Nonostante i calli e alcuni graffietti, la pelle era così liscia da sembrare seta: fu impossibile per lui non iniziare a toccarne i vari punti.

 

'Chissà cosa starà pensando Midoriya? Probabilmente che sono un maniaco e che dovrei smetterla, ma perché non riesco a fermarmi?'

Si era scatenata una forte chimica tra loro due, i loro fisici dondolavano in sintonia cullati dalla musica della natura.

Nessuno parlava, nessuno chiedeva. Era tutto chiuso nelle loro menti, solo i gesti parlavano: prima il leggero contatto fisico con le mani, poi esse si intrecciarono, mentre la testa di Todoroki si poggiò su quella di Midoriya e la mano sulla sua schiena iniziò ad accarezzarlo. Erano la perfetta rappresentazione di due fidanzati ben accoccolati l'uno sull'altro.

 

"Shouto..."

 

No, quello sguardo era troppo, il suo nome pronunciato da quelle labbra che sentiva già premere contro le sue e il suo corpo avvolto a quello dell'altro.

Sembrava che avesse raggiunto il limite.

 

"I..."

 

Era lì. La punta della lingua lo obbligava a dire quelle due fatidiche parole. Non c'era più motivo di dubitare, non ora che si stavano prendendo l'uno cura dell'altro.

Todoroki non aveva ben capito quando si era innamorato e cosa aveva scatenato questo sentimento: a poco a poco, tra una lezione di inglese e l'altra, si era sentito sempre più compiaciuto della presenza del ragazzo. Tutto ciò che gli era stato raccontato da Midoriya sulla sua vita lo avevano prima incuriosito e poi l'hanno trascinato in un turbine d'ossessione. E quando capì che le belle lentiggini del giovane non gli uscivano più dalla testa, comprese che tutto ciò che sentiva e faceva era per amore.

 

"Izuku... vuoi vedere che cosa ho imparato ieri?"

 

Ma non poteva farlo. Non era ancora pronto a sorpassare quel muro che divideva la loro relazione tra l'essere amici o essere fidanzati.

Al verdolino un po' gli si spense lo sguardo quando lo sentì pronunciare quella domanda, ma Todoroki decise di non farci caso: avrebbe complicato ancora di più la situazione.

 

"Cosa?" chiese poco convinto, ma con ancora le dita strette alle sue per non lasciarlo andare.

Dannazione, poteva il suo cuore smettere di battere così veloce come se avesse corso per salvarsi la vita?

 

"Me l'ha insegnato Recovery Girl" disse con nonchalance, per mostrarsi tranquillo "Quando le persone come me nascono con due elementi, c'è una cosa che possono fare"

A malincuore districò le loro mani, solo per unire le sue.

"Se sprigiono entrambi i Quirk con la stessa intensità e riesco a fonderli bene insieme..."

Il ragazzo corrucciò leggermente la fronte, mentre i muscoli delle braccia si tesero un poco.

Subito una scia di fumo pervase il viso di Midoriya, spaventandolo. Fece per tossire, ma quando la pelle venne a contatto con la nuvola si rese conto che si trattava di vapore.

 

"V-vapore?" istintivamente le dita entrarono in contatto con le fine goccioline d'acqua, dandogli la sensazione di trovarsi vicino ad un fiume.

E come se gli avessero dato la scossa, Izuku vide tutto: le linfe vitali del prato che si trovava di fronte a loro pulsavano di una luce verdognola.

Appena il vapore si posò sopra gli steli, il ragazzo percepì una piacevole sensazione fresca al petto.

 

"Grazie" un coro di flebili voci pervasero l'udito del ragazzo, assordando ogni altro suono "Ci ha donato rinfresco in questa giornata secca. Che il Fuoco e l'Acqua lo benedicano"

 

"Izuku, va tutto bene??"

 

Il viso di Todoroki sostava a pochi centimetri dal suo e gli reggeva una guancia con la mano bagnata.

Come poteva essere sempre così accorto nei suoi confronti?

Come aveva fatto a capire che quella mole di voci che non era abituato ricevere gli avevano alzato la temperatura corporea di colpo?

Midoriya ci impiegò qualche secondo per rendersi conto che stava ansimando e, trovando sollievo in quella mano fresca, schiacciò la faccia contro di essa.

 

"Si..." prese un profondo respiro "Scusami, è che... quando ho toccato il tuo vapore le piante hanno forzato un collegamento con me e..."

 

Shouto parve confuso: "Le piante?"

 

"È una capacità del mio Quirk: quando lo desidero posso parlare con la natura e piccoli esseri viventi"

 

"Non me ne avevi mai parlato" il ragazzo lo fissava con sguardo magnetico, incantato dalla sua spiegazione "È un'abilità molto dolce"

 

In quell'istante le guance si tinsero di un porpora vivace: la spossatezza di quel momento non lo aiutavano molto a gestire i suoi sentimenti. Perché ora tutto quello che voleva fare era accasciarsi sulle gambe di Todoroki e lasciare che lo cullasse insieme al vento.

Tutto quello che voleva era lui.

Era traboccante di amore verso il ragazzo e sentirlo sgorgare fuori dal suo recipiente di sopportazione equivaleva al dolore di tutte quelle cicatrici sul suo corpo.

Improvvisamente, come se avesse appena subito un blackout, si pose una domanda: "Sono disposto a vivere come suo amico per sempre?"

La risposta giunse chiara e limpida come le goccioline sulle foglie.

No. Non poteva.

 

"Shouto..." deglutì teso, ma deciso "Pensi che unendo le nostre mani si potrebbero mescolare gli elementi?"

 

Il giovane lo fissò leggermente confuso: "Non lo so, Recovery Girl non aveva mai parlato di eseguire questa tecnica con altre persone" la domanda gli venne naturale "Perché?"

 

"Beh..." Midoriya incespicò nei suoi pensieri. Non poteva di certo dirgli che voleva tentare un suo modo alquanto timido (o infantile o immaturo o chissà cos'altro) di dichiararsi.

 

"Ecco, è che sono curioso di sapere se..." con la mano incerta e tremolante raggiunse quella del ragazzo e la strinse piano, facendola ben aderire sul suo viso "Facendo così succede qualcosa"

 

I battiti presero di nuovo a danzare nel suo petto, ma ciò che lo inteneriva di più è che quasi sicuramente non era l'unico: Todoroki era imbambolato, pendeva completamente dalle sue labbra.

 

"Possiamo sempre provare. Male che vada non accade nulla"

 

Una volta ottenuto il consenso del ragazzo, Izuku avvolse la mano umida con la sua graffiata.

 

"Al mio tre"

Annuirono all'unisono.

 

L'ansia in Izuku raggiunse il picco massimo. Glie lo stava per dire. Anche se non con voce propria, ma del resto era in quei momenti che interveniva la sua amata natura.

 

"1..."

Shouto iniziò a concentrare l'elemento sui polpastrelli, tant'è che iniziarono a gocciolare.

 

"2..."

Cos'era tutta quella paura che cresceva di secondo in secondo in lui? Diventava man mano sempre più ingestibile.

 

"3..."

Il giovane perse la concentrazione sul suo Quirk.

 

"Izuku, aspetta, stacca la ma-!"

Non fece in tempo a fermare Midoriya, che questi schiaffò entrambe le mani sul terreno.

 

"Enhanced growth"

 

Un forte vento spinse duramente Todoroki contro la parete in legno. Sbatté la testa, trovandosi a girovagare con gli occhi alla ricerca di un punto di riferimento per cessare un nauseante capogiro.

La mano destra gli doleva, una fitta talmente forte da arrivare fin sopra la spalla.

Cercò di riassemblare quel poco che riusciva a ricordare: un'improvvisa angoscia lo aveva assalito, tanto da rilasciare tutto d'un colpo il Quirk, come era stato all'esame d'ammissione.

E poi Midoriya...

 

"Midoriya!"

 

Todoroki tentò di alzarsi, ma il corpo ancora accusava il colpo subito e fu costretto a sedersi.

Scostò i capelli bagnati di sudore, strattonandoli da un lato, per vedere.

Dov'era lui?

Quando riacquistò una vista più nitida, si accorse che un'ombra di notevoli dimensioni incombeva sulla sua faccia.

Non era un albero, non poteva avere un gambo, delle foglie solo sulla parte alta e numerose spine.

No...

Quello era un fiore.

Una gigantesca rosa muscosa filtrava la luce della luna, colorando di viola il terreno coi suoi petali.

Pareva uscita da un libro di fate, da quanto era irreale.

Quindi voleva dire che la fusione era riuscita?

Le orbite si dilatarono ancora di più, quando, alla base del fiore, vide una figura umana, per metà inglobata nella pianta.

No, non aveva funzionato per un cazzo.

 

"Izuku!!"

Il suo nome lo riscosse dallo stato di trance dolente e vide il viso dolce di Todoroki contratto in una smorfia di preoccupazione smisurata.

 

"Sh..." tossì, ed era quasi sicuro che quella macchia sulla tuta non fosse semplice acqua "Shouto, questa è la mia..." il sangue iniziò a sgorgare dalla parte di testa che non era ancora stata assorbita "...dichiarazione d'amore"

 

Con una forza che non pensava di avere in quel momento, Todoroki balzò sorpassando il portichetto per raggiungere di corsa quella che oramai considerava già il suo fidanzato.

Serviva un'emergenza del genere a farglielo capire?

 

Un mezzo sorriso rischiarò la faccia tappezzata di contusioni, ferite ed emorragie: "Ti amo"

L'urlo che si levò in cielo quella notte fu forte abbastanza da svegliare l'intero dormitorio.

---

 

Todoroki non era mai stato un tipo romantico, né che gli interessasse il contatto intimo con un'altra persona.

Il suo unico obiettivo era quello di diventare un eroe capace di surclassare suo padre ed affogare la sua celebre figura, in modo che venisse dimenticata.

Non c'era spazio nel suo piano per le relazioni. Nessun amico, nessun fidanzato...

Era talmente assorto nel suo piano, che non si era dato neanche il tempo di capire cosa veramente lo attraesse creando in lui un'identità fallace e piena di buchi.

Forte lo era, sicuramente, ma dietro al suo bel fisico si nascondeva una personalità effimera come un fragile fiore.

Ad aprirgli gli occhi ci fu Midoriya, che con i suoi modi un po' goffi di fare gli aveva insegnato cosa voleva dire essere umani.

 

"Non esiste alcuna creatura vivente che sia impeccabile, tutti abbiamo più di un punto debole" gli aveva raccontato una volta "Sta anche un po' nell'affidarsi ad altre persone per renderci conto che, la soluzione a quella nostra lacuna, ce l'avevano proprio loro"

 

Così Izuku era diventato la sua soluzione e lui l'anima piena di lacune.

E quando aveva iniziato a sentirsi perfetto, grazie al verdolino...

Non aveva trovato il coraggio di diventare lui la soluzione per Deku.

Aveva sempre fatto tutto lui.

Per nessuno è facile dichiararsi, no?

Allora perché diavolo aveva pensato in quel momento che il suo compagno di classe sapesse cosa fare?

Avrebbe dovuto farsi avanti, fare un primo passo per venirgli incontro, prendere iniziativa o qualsiasi cosa che lo avrebbe aiutato a provare sicurezza. Perché tutto ciò che aveva desiderato in quel momento era che Izuku lo vedesse come un luogo fermo e sicuro, perfetto come lo aveva reso lui.

Invece aveva delegato tutto a Midoriya, che, alla fine, si era ritrovato costretto a trovare una soluzione tanto dolce, quanto drastica: dichiararsi con l'aiuto della Natura.

Ma che fidanzato sarebbe diventato, se in quell'importante, quanto semplice, momento lui non si era potuto affidare a Todoroki?

Quella domanda lo svegliò di soprassalto, scattando seduto.

Immediatamente una fitta tagliente come una lama attraverso le due tempie, costringendolo di nuovo ad allettarsi.

Oh, adesso ricordava...

 

"Certo che per aver creato tutto questo casino, di forza ne hai ancora" la voce gracchiante di Recovery Girl non lo aiutò molto a risalire nel mare di vergogna in cui stava affogando.

Ma forse era giusto così.

Avrebbe accettato qualsiasi critica o offesa da parte di chiunque, pur di imparare il suo errore e ottenere il suo perdono...

 

"Io..." si portò una mano sulla fronte, credendo fosse quella con il Quirk acquatico per rinfrescarsi, per poi scoprire di starsi malamente bruciando la pelle. Gemette dalla frustrazione, ma poco uscì dalla sua bocca: era troppo concentrato a pressare il dolore dentro si sé. E quel dolore non poteva che provenire dal braccio destro.

Se avesse avuto abbastanza forze di reagire, Shouto avrebbe creduto che si sarebbe messo ad urlare.

 

Una massa deformata, che stentava credere fosse il suo braccio, giaceva inerme sulle lenzuola bagnate. Provò a toccarlo con cautela, ma non riuscì a percepire nulla.

Quella parte del suo corpo era diventato acqua. Si muoveva frenetica ad ogni suo movimento e quando qualche goccia si disperdeva sulla candida stoffa uno spasmo scuoteva il petto, facendogli vedere le stelle.

 

"Ti conviene muoverti il meno possibile, almeno per adesso" pronunciò secca l'anziana signora.

 

"Cosa..."

 

"È l'elemento. Di certo sprigionare tutto quel potere senza essere sufficientemente allenato gli ha aperto una breccia per prendere possesso del tuo corpo" ella appuntò qualcosa sul grosso tablet, alzando lo sguardo solo in quel momento "Sei stato fortunato, è bastato collocarti quello spallaccio blocca-quirk per arrestare la trasformazione"

 

"Oh..." pronunciò intontito il ragazzo, rendendosi conto solo adesso di quella sorta di armatura fasciargli la spalla "Dov'è...?"

 

Recovery Girl continuò a digitare impettita sul luminoso schermo, frenandolo dal continuare la domanda.

 

"Abbiamo già ordinato dei soppressori che dovrai assumere per un paio di settimane. In questo modo il tuo braccio ritornerà alla normalità, con le dovute sedute di fisioterapia anche"

 

Ma cosa gli stava dicendo? Todoroki non stava capendo niente di tutte quelle parole impilate una sopra l'altra. Non quando per la testa aveva ben altro da chiederle.

Che poteva fregargliene di lui stesso?

Era vivo e solo quello gli importava sapere, la domanda era un'altra!

 

"Dov'è... Midoriya?"

 

La donna sospirò, spegnendo il dispositivo avvolgendo la stanza nella penombra.

C'era ancora la luna in cielo, il che indicava che la notte non era ancora terminata.

 

"Quello che avete fatto è grave, ma penso che entrambi lo abbiate ben capito sulla vostra pelle. Todoroki, ciò che ti stavo insegnando riguardo la fusione degli elementi era ancora in fase sperimentale. Lo sapevi benissimo, per questo ti avevo pregato di non attuare quella tecnica senza la supervisione di un insegnante"

 

Il tono duro del medico lo ferì nell'orgoglio, soffocandolo nel senso di colpa.

Potevano delle parole dette con fermezza, ma con gentilezza, fare così male?

 

"Midoriya..." l'espressione della donna si imbrunì per mezzo secondo, quel tanto che bastava al ragazzo di calare nel panico.

 

"No... non posso averlo ucciso"

 

"Non l'hai ucciso, Todoroki" una mano si poggiò sulla spalla sana del giovane "È vivo"

Tutto ciò che voleva sentirsi dire da quando aveva ripreso conoscenza erano solo quelle due parole.

 

"G..." impossibile non trattenere un singulto e una lacrima traditrice "Grazie"

 

"Non è messo un granché bene, ma è stabile. A differenza tua, non ha avuto alcuna aggressione da parte dell'elemento"

 

"Ma-ma come?? Metà del suo corpo è stato divorato dal fiore"

 

"Non è stato il suo elemento ad inglobarlo, ma l'ingente quantità di energia che è stata emessa in pochi secondi" quando l'anziana donna vide l'espressione corrucciata del giovane, non poté che spiegargli meglio la situazione "La forza di un Quirk va dosata in base alla forza fisica e alle capacità dell'individuo di gestirlo. Nel caso in cui si tentasse di sforzare queste due caratteristiche oltre il limite si genererebbero quelli che noi potremmo chiamare -incidenti-. Come quando tu provi a creare una fiamma più grande e ti bruci. Dei normali e comprensibili imprevisti, che però in questo caso hanno assunto una gravità rilevante. Nel far crescere quel fiore Midoriya si è messo nel raggio di crescita della pianta, non avendo calcolato che avrebbe avuto un diametro così grande. Per questo parte del suo corpo si trovava dentro la rosa" Recovery Girl prese fiato dalla lunga spiegazione, anche per dare la possibilità al ragazzo di metabolizzare le informazioni.

Quando lo vide sufficientemente pronto, proseguì alla parte che, forse, lo interessava di più.

 

"Ha subito varie emorragie praticamente su tutta la zona colpita, che, per fortuna, sono state prese in tempo e curate. Inoltre presentava varie fratture sul braccio e sulla gamba di media gravità, il che vuol dire che per almeno un mese non potrà alzarsi dal letto"

Quell'ultima constatazione gli svuotò il petto, lasciandolo atterrito.

"Guarirà" la dottoressa gli lanciò un'occhiata oltre gli occhiali, ammiccando un sorrisetto appena accennato "È stata una mossa intelligente quella di mettere il bracciale blocca-quirk a Midoriya"

 

Effettivamente Todoroki aveva rimosso quel passaggio, tanto si era sentito disperato il quel momento, ma, sì, ricordava di aver frugato nella tasca della maglia di Izuku per trovare l'accessorio e metterglielo al polso.

 

"Ho solo pensato che... così il fiore avrebbe smesso di crescere, non ho nulla per cui essere lodato"

 

La donna si lasciò scappare uno sbuffo divertito: il grande e indistruttibile Todoroki Shouto ora sembrava un cagnolino a cui era stata appena fatta la predica per qualche marachella fatta.

 

"Non è questione di essere lodati o meno. Hai fatto la scelta giusta in un momento di emergenza, aiutando il tuo amico a stare meglio. Direi che è un ottimo passo per diventare un eroe"

 

E senza che il ragazzo potesse ribattere, se non solo con una faccia in lacrime mezza sorridente e mezza singhiozzante, Recovery Girl gli diede un colpetto sulla gamba.

 

"Camera B32" gli sussurrò con il tono di una che la sapeva lunga "Ti sta aspettando"

 

DATA 07: “Fiore ardente”

 

Tepore.

Izuku quando dormiva sognava spesso i colori e ad ognuno di essi associava una sensazione. Curiosando un po' su internet aveva capito che si trattava di sinestesia, anche se poi, consultandosi col medico, aveva capito che i suoi erano solo sogni che distorcevano ciò che sentiva.

Eppure in quel momento vide una chiazza rossa espandersi a macchia d'olio, inondandolo di un caldo piacevole.

Tepore, per l'appunto.

Da quanto tempo era rinchiuso in quell'illusione?

Non sapeva che ore fossero, ma era sicuro di voler spalancare gli occhi e capire da dove provenisse quel rosso.

Perché, diciamolo, quella sensazione sulla sua mano era fin troppo reale per essere solo nella sua testa. E soprattutto non ricordava che la sua pelle fosse così umida.

 

Vivi smeraldi aprirono le loro porte verso il cielo notturno e vennero riempiti dalle stelle. Pareva quasi impossibile che due occhi potessero contenere così tante costellazioni, ma in quel momento non importava cosa fosse possibile e cosa non. Lui era lì, e si stava semplicemente godendo la sensazione di essere appena stato inglobato nello spazio.

Quel magnifico momento venne spezzato da un forte bruciore che partì dalla punta delle dita dei piedi fino ad arrivare alla fronte. Sentiva il corpo che andava a pezzi e l'ansia lo assalì, come una tigre con la sua preda.

Non capiva cosa stava succedendo.

Qualche secondo fa era stato avvolto dalla nottata e da quel gradevole calore, mentre ora parevano un lontano ricordo andato in frantumi.

Mugolò appena, non trovando la forza di urlare: la gola bruciava, così come metà lato della sua faccia.

Ma che diavolo...?

 

"I-Izuku!"

 

Ci mise un po' a mettere a fuoco la figura che si trovava di fronte, ma, del resto, chi altro conosceva con dei capelli così bizzarri come i suoi?

Ora capiva da dove veniva tutto quel rosso sulla sua mano e quelle goccioline sui suoi polpastrelli parevano avere un sapore salato.

Senza assaggiarle Midoriya capì subito che nessun umano era fatto di roccia, neanche All Might.

Ognuno aveva una crepa, una debolezza, in cui poter far breccia.

E lui era diventato una debolezza per il ragazzo, ma non doveva essere necessariamente negativa.

Perché, malgrado le lacrime, Todoroki sorrideva.

Sì, ora lo vedeva, con le labbra spalancate, gli occhi chiusi e i capelli che ondulavano sul dolce viso.

 

"Va tutto bene, tutto bene" pigolò Shouto, tra un singhiozzo e l'altro "Molto probabilmente... si, gli antidolorifici sono finiti per questo hai così male, oddio sono così, così felice che tu sia vivo, scusami, scusami se sono stato un idiota e tu sei in questo stato e..."

 

"Shouto" la voce uscì fragile. Sollevò con lentezza e fatica la mano bucata dai vari aghi fino a raggiungere finalmente la guancia del giovane.

"Tranquillo, io sono qua" sospirò l'aria trattenuta dal dolore "Malconcio, ma ci sono" cercò di accennare un sorriso storto, solo per vedere Todoroki imitarlo.

 

Era incredibile. Era bastato fare una piccola crepa a quel muro che divideva la loro profonda amicizia e l'amore. E, attraverso essa, ora intravedeva due figure molto familiari stringersi e camminare silenziosamente verso un orizzonte ignoto, che non importava a nessuno dove portasse finché le loro mani sarebbero state unite.

Passò il pollice sulla cicatrice rossastra del compagno di classe, per consolarlo.

 

"Sì, ci sei, sei qui... con me" e mentre glie lo diceva, bagnato della sua felicità, incastrò le sue dita in quelle di Deku.

Di punto in bianco il viso del giovane si rabbuiò un poco, trovandosi di nuovo a scontrarsi con il grande blu ricco di stelle.

 

"Che fine ha fatto la pianta...?"

 

"Eh?" sia la gioia che le lacrime si arrestarono di fronte a tale domanda "Non ne ho idea. Appena mi sono svegliato Recovery Girl mi ha spiegato a grandi linee ciò che è accaduto e poi sono arrivato subito qui" la mano del verdolino si raggelò "Perché?"

 

"Non sento più la sua energia"

 

"Ah..."

 

Come aveva fatto a non pensarci?

Per lui ogni pianta creata era come un figlio, trattava la natura col massimo rispetto e, quando poteva, la teneva in vita più a lungo in cambio solo di quattro chiacchiere. Sapeva della grande solitudine che aveva dovuto affrontare dalle elementari fino alle medie e l'unica grande amica che lo aveva accompagnato nella sua crescita personale era proprio stata la Natura. Se ora Todoroki conosceva Midoriya per come era, lo doveva solo alla grande sensibilità che le piante gli avevano insegnato.

Per questo si ricordò, che, durante l'incidente, non aveva solo preso il bracciale dalla tasca del ragazzo.

 

"So che non aiuterà molto, ma..." gli porse sulla mano sana il suo pezzo di corteccia, una volta staccatasi dalla guancia "Pensavo che ti avrebbe fatto piacere averla accanto"

 

Izuku non disse nulla, non ce n'era bisogno.

La sua riconoscenza la espresse tutta con uno sguardo, uno singolo sguardo che penetrò nell'animo di Shouto, scuotendolo.

Le iridi verdi erano traboccanti di lacrime, ma il caldo sorriso era talmente carico di gioia che le annullava tutte. Tentavano di rigare il viso lentigginoso, come lame affilate, ma venivano letteralmente mangiate da quel riso che Shouto avrebbe ricordato per tutta la sua vita.

Dal centro del pezzo di legno iniziò a spuntare un punto verde, che man mano crebbe a fatica. Non ci volle molto a capire chi stava facendo nascere la pianta.

 

"Izuku, cosa...? Non puoi usare il tuo-" Todoroki venne zittito dall'espressione serena, ma concentrata del giovane. Era troppo assorto per prestargli attenzione, ma allo stesso tempo gli fece capire che quel piccolo essere vivente era la cosa più importante del mondo: perciò decise di seguire il suo silenzio e aspettare.

In poco meno di due minuti una rosa muscosa sbocciò coi suoi petali viola, anche se pareva un po' appassita ai bordi di questi. Senza contare che era priva completamente delle spine e foglie, ma Shouto non poteva che restare sbalordito da quanto quel fiore malridotto fosse bello. Rappresentava alla perfezione la tenacia di Izuku, racchiusa in un corpo ferito.

 

"Tu sai perché ho deciso di farti vedere proprio questo fiore?" ansimò piano dalla fatica.

Nessuna risposta. Il giovane pendeva di nuovo dalle sue labbra, come poche ore fa.

"Quando avevo deciso di rivelarti ciò che provavo non sapevo bene cosa fare. Faccio pena con le parole, trovo sempre il modo di fraintendermi e anche coi gesti non me la cavo molto bene" un sottile velo d'imbarazzo nascose le adorabili lentiggini "E in più non ce la facevo più a tenermi dentro tutti questi sentimenti, e, beh, quando né con la bocca né con il corpo riesco ad esprimermi, le piante diventano le mie parole"

 

Todoroki notò con la coda dell'occhio la macchinetta che registrava la frequenza cardiaca e vide, con una fitta di tenerezza che lo sciolse, le linee verdi muoversi freneticamente su e giù.

Strinse la mano bagnata con quella sudata del compagno, per dargli la certezza, che, sì, ricambiava con tutto il suo cuore.

Stavolta Izuku non avrebbe dovuto fare tutto da solo, non si sarebbe accollato il peso della loro confessione.

 

"Dichiarazione d'amore" pronunciò d'un fiato il verdolino, strizzando gli occhi "Questo è il significato della rosa muscosa"

 

Shouto non riuscì a concepire con quale tenerezza il ragazzo avesse potuto pensare a quel modo di dichiararsi.

Ma, in realtà, non c'era più nulla da capire, perché il più grande nodo che aveva governato i loro cuori per così tanto tempo ora era sciolto ed era diventato il più bello e resistente dei legami che avesse mai avuto. Non esisteva più alcuna esitazione, nessun quesito.

Il corpo di Todoroki si protese per poter suggellare quel bacio che tanto avevano sognato entrambi.

 

"Ha un bellissimo significato"

Poco più in basso, sulle loro mani strette più che mai, la rosa rifiorì rigogliosa, bagnata dalle più dolci delle acque.

 

 

Note dell'autrice

Beh, non pensavo di debuttare in questo fandom con una storia così lunga XD
Ho un grosso debole per la tematica "Quattro elementi" e siccome ho poca fantasia ho deciso di creare un'AU tutta da zero. Non so se su Internet qualcuno (sicuramente più abile di me) ha avuto la stessa idea, in caso qualcuno lo sappia me lo faccia sapere **
Ad ogni modo sono abbastanza soddisfatta di ciò che è uscito, soprattutto perchè è la fanfiction in assoluto più lunga che io abbia mai scritto! Non potevo non scrivere qualcosa su questi due patati *^*
Spero vivamente che la storia vi sia piaciuta, in caso fatemelo sapere con una recensione (bella o brutta che sia XD): ve ne sarei infinitamente grata.
Infine voglio ringraziare di cuore Aivy Demi che mi ha dato quella spinta motivazionale che mi ha permesso di continuare a scrivere questa storia: senza le sue belle parole e i suoi pareri ora non sarei qui :3
Ringrazio tutti voi per aver letto!
Spero di risentirci presto <3

Yuki

Note
Negli ultimi capitoletti Izuku utilizza i fiori per comunicare, come per esempio con la rosa muscosa per dichiararsi a Shouto (e di cui sapete già il significato). Invece nella scena dove Midoriya si propone di aiutare Shouto per l'inglese, fa comparire tra di loro la lavanda. Non è un fiore che ho scelto a caso, perchè nel linguaggio significa "diffidenza, fare attenzione" e l'ho trovato azzeccato per lui in quel momento.
   
 
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