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Autore: MagiaOscura    07/03/2020    1 recensioni
Andromeda Tonks è sicuramente la pecora nera della famiglia Black mentre Bellatrix soprattutto fu la seguace più fedele dell'Oscuro Signore e Narcissa è stata principalmente madre e moglie. Ma come sono cresciute le tre sorelle? E come potrebbe essere stata la loro infanzia? Magari la stessa Andromeda sarebbe potuta diventare come Bellatrix, se non avesse incontrato sulla sua strada Ted Tonks. E' della loro giovinezza che parlerò quì, e porterò un ritratto inedito di Bellatrix, Andromeda e Narcissa Black.
Genere: Dark, Drammatico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Andromeda Tonks, Bellatrix Lestrange, Lucius Malfoy, Narcissa Malfoy, Ted Tonks | Coppie: Lucius/Narcissa, Ted/Andromeda
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra
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“Scacco matto, padre!”
“Accidenti, me l’hai fatta di nuovo, Dromeda!”
Cignus Black amava passare ore a giocare a scacchi con la secondogenita Andromeda, che era sicuramente la sua figlia prediletta, sulla quale puntava tutto il futuro della famiglia Black, sebbene fosse soltanto la secondogenita. Avevano altre due figlie: Bellatrix la maggiore e Narcissa la minore. Soprattutto la prima, che fisicamente assomigliava moltissimo a Andromeda, tranne per i capelli neri, che dava più problemi al padre.
Tra le tre ragazze c’erano due anni di differenza tra ciascuna, con Bellatrix che ormai aveva diciott’anni ed aveva l’età giusta per sposarsi ma puntualmente si rifiutava. Un po’ perché provava ribrezzo verso Rodolphus Lestrange, il marito scelto dal padre e dalla madre per lei e un po’ perché desiderava sposarsi per scelta, anche se con un purosangue. Narcissa dava meno problemi al padre per ora, pur manifestando un certo disappunto per la scelta di Evan Rosier come marito, sia perché era un suo cugino vicino sia perché le piaceva Lucius Malfoy, un suo compagno di Casa a Hogwarts.
Era giunta l’ora di cena, e Cignus Black così come sua moglie Druella si preparavano a una lunga serata in compagnia con le figlie, con ogni pasto diventato un’occasione per un conflitto tra i genitori e Bellatrix, con Andromeda che cercava di calmare la situazione e Narcissa che scoppiava a piangere spesso e volentieri.
“Bene, veniamo a noi. Bellatrix, hai deciso cosa fare quando finirai con Hogwarts?” chiese Cignus Black a Bellatrix, che subito lo guardò colma di ira.
“Iniziare il corso da Auror, e non sposarmi con chi hai deciso tu, padre”
“Bella, ti prego…” cominciò a parlare Andromeda, venendo interrotta immediatamente dalla sorella.
“No, Dromeda. Fatti gli affari tuoi, se tu hai deciso di sposarti con chi hanno deciso loro – sbraitò Bellatrix, puntando il dito contro i genitori – io non sono la loro marionetta!”
“Comincia col calmarti, tu! Con chi credi di parlare, siamo i tuoi genitori!” esclamò Druella Black, alterata per il toni di Bellatrix.
“Ma davvero!? E io che credevo che fossi una marionetta nelle vostre mani, utile soltanto a proseguire la nostra famiglia!”
“Anche questo! Noi siamo la Nobile e Antichissima Casata dei Black! Tu hai l’onore di appartenere a questa famiglia, e farai il tuo dovere per rafforzare la nostra famiglia! Chiaro?” sbraitò Cignus Black contro Bellatrix, che non arretrava di un passo dalle proprie posizioni, mentre Narcissa Black guardava nervosa il suo piatto.
“Onore!? Tienitelo questo onore se il massimo che ne ricevo è essere una marionetta nelle vostre mani!”
“Tu! Come osi!? Piccola mocciosa, ti comporti come una bambina anche se a quest’ora dovremmo già organizzare il tuo matrimonio. Oh, ma vedrai se non ti piego alla mia autorità, vedrai proprio” disse Cignus Black, livido di rabbia, precipitandosi al piano di sopra.
“Bellatrix, vattene! Ti prego, vattene!” disse Andromeda, con la voce tremante dalla paura.
“Tu non vai da nessuna parte, snaturata!” disse Druella Black alla figlia maggiore, che non sembrava per nulla spaventata, nonostante stesse per accadere qualcosa di brutto per lei.
“Non era mia intenzione, madre! A quanto pare rimarrà solo uno in piedi tra noi”
Druella Black non fece in tempo a rispondere alla figlia, che ritornò Cignus Black, irrompendo furioso e armato di bacchetta.
“Crucio!” urlò verso la figlia.
Tra le urla di Andromeda e le lacrime di Narcissa, Bellatrix cadde per terra, in preda a tremendi spasmi che le attraversavano tutti i nervi del corpo.
“Padre! Padre, ti prego! Madre, fermalo!” urlava Andromeda, provando a fermare il padre, ma fu trattenuta dalla madre.
“Non ti intromettere. Dovrebbe sapere cosa le accade ogni volta che si comporta così, deve portarci più rispetto” disse con freddezza ad Andromeda, che continuava a supplicare il padre di fermarsi, mentre Bellatrix si contorceva dal dolore, mordendosi anche il braccio a sangue per sopportare il dolore in qualche modo.
“Bene, è il tuo turno, Druella” disse Cignus Black alla moglie, ordinando a Narcissa di uscire dalla stanza, mentre egli trascinò via la figlia, anche se con molta meno irruenza rispetto a quella che usava abitualmente con Bellatrix.
Druella Black puntò la bacchetta contro la figlia maggiore, che evitava lo sguardo della genitrice per il disprezzo, mentre la donna la fissava con freddezza.
“Ecco, ho deciso. Ti farò dimenticare il momento in cui tenevi in braccio Narcissa. Obliviate!”
Entro pochi secondi le pupille di Bellatrix si dilatarono, e poi dimenticò anche questa parte della sua infanzia.
Era così che la famiglia Black da almeno due anni passava le vacanze natalizie estive, pasquali e natalizie, con i castighi disumani che i signori Black riservavano a Bellatrix, la quale resisteva orgogliosamente alle loro imposizioni. Era un’alternarsi di maledizione cruciatus e oblivion, che ogni giorno indebolivano sempre di più la psiche di Bellatrix. Ogni giorno la ragazza diventava sempre più irascibile, e spesso sfogava la sua ira a Hogwarts contro gli studenti nati babbani, scagliando contro di loro incantesimi pericolosissimi e ottenendo in cambio castighi dal professor Lumacorno e dal professor Silente. La sua rabbia si placava soltanto quando era da sola con le sue sorelle, e provava in particolare molto affetto per Andromeda, che cercava spesso di difenderla dalle ire dei genitori e dopo la consolava.
“Bella, come stai?” disse con dolcezza Andromeda a Bellatrix, qualche ora dopo, accorgendosi che la sorella non stesse dormendo. Le tre ragazze, pur avendo ciascuna la propria stanza, dormivano sempre insieme, anche per tenere compagnia a Narcissa, che pur avendo quattordici anni aveva paura di dormire da sola.
“Come sempre, non puoi capire l’odio che provo nei loro confronti. Ma appena finirò Hogwarts, me ne andrò via da questa topaia che non ho mai potuto chiamare casa”
“E noi? Ti rinnegheranno” disse Narcissa, guardando preoccupata Bellatrix.
“E quindi? Io li ho rinnegati da anni come genitori, dopotutto perderò soltanto la loro stupida eredi…”
“E noi! Bella! Non dire sciocchezze. Sai benissimo cosa fanno i Black con quelli ribelli come te” disse Andromeda preoccupata alla sorella maggiore.
“Voi vi rifarete una vita. Tu Dromeda ti sposerai con Rabastan Lestrange, che sembra piacerti, e tu Cissy con Lucius Malfoy. Se vorrete, ci potremo vedere di nascosto qualche volta”
“No! – protestò Andromeda – io non voglio vederti di nascosto. Io voglio fare riunioni familiari con te e Cissy, presentarti i figli che avrò, che tu li tenga in braccio. No! Non accadrà questo!”
“E invece accadrà, Dromeda! Goditi i pochi mesi che ci restano da vivere e dormire insieme, che poi prenderemo strade diverse. Non essere triste. Sentite, domani arrivano Sirius e Regulus. Anche quella peste di Sirius mi mancherà un domani”
“Bella…” disse Andromeda con il cuore colmo di tristezza.
Narcissa fece una smorfia invece, dato che era spesso vittima degli scherzi  ‘innocenti’ di Sirius. L’ultima volta ‘per sbaglio’ la prese in pieno viso con un bolide, ricevendo un violento ceffone da Andromeda.
“Andromeda, a proposito – disse Bellatrix, per parlare di qualcosa che interessasse alla sorella – che ne dici se domani chiedi al tuo Lestrange di presentarci l’Oscuro Signore? Ne parla con così tanto interesse che mi interesserebbe vederlo di persona”
“Come? Oh, si…certo. Lo ammiro moltissimo anche io. Volevo proprio chiedergli di conoscerlo di persona. A quanto pare suo padre fu uno dei suoi compagni di scuola a Hogwarts”
“Allora è deciso – esclamò Bellatrix, cercando di essere entusiasta nonostante il dolore in tutto il corpo – e con noi verrà anche Cissy, è vero?”
“Sapete benissimo che non mi piace, almeno da ciò che leggo nei giornali. A lui vengono ricollegati omicidi e sparizioni. Chi ve lo dice che non lo farà anche a noi?”
“Cissy, smettila! Il Signore Oscuro non punisce i suoi seguaci più fedeli come saremo noi” disse Andromeda, seccata.
“Certo, e chi te lo ha detto, Rabastan Lestrange? Lo sappiamo tutti che non è molto sveglio quello!”
“Cissy, Rabastan è sveglio, oltre che bello!”
“Certo – esclamò Bellatrix, perplessa – ti stai soltanto convincendo che sia il tipo più adatto a te solo perché non hai scelta. E’ brutto, ha i capelli unti, è stupido e puzza”
“Accidenti, quanto siete noiose voi due” disse Andromeda, seccata.
“A proposito, hanno trovato morto un babbano. Sospettano che siano stati questi presunti…come si chiamano? Mangiamorte?” disse Cissy, sfogliando assonnata la Gazzetta del Profeta.
“Solo uno? Peccato, avrei sperato qualcuno di più” disse Andromeda, come se fosse delusa da questa notizia.
“Sentite. Dormiamo, sono stanca di mangiamorte e di babbani. Buonanotte” disse Bellatrix, coprendosi il volto con la coperta.
 
Il giorno dopo le sorelle si svegliarono all’alba, ben prima dei genitori, anche per il desiderio di Bellatrix di non incontrare i genitori e si allontanarono dalla casa un pochino, prima di rintanarsi in un bosco, in attesa di qualcuno.
“Ehi, voi! Finalmente! Andromeda, credevo che non venissi più! E quelle due, che ci fanno?” chiese la voce di un ragazzo, dai capelli unti e decisamente maleodorante.
“Quelle due hanno un nome, Dolohov! La doccia per te e Lestrange è un optional a quanto sento” disse Bellatrix, seccata.
“Ma a quanto pare il mio cattivo odore piace a Andromeda, vero?” chiese Rabastan Lestrange a Andromeda, avvicinandosi a lei.
“Ehm…no, decisamente no. Mi farebbe piacere che tu non puzzassi come un cinghiale, grazie” disse Andromeda.
“Ah, bene…se la metti così…”
“State bene a sentire, avete intenzione si o no di portarci da questo famigerato ‘oscuro signore’ ?” chiese Bellatrix, che tollerava decisamente poco la compagnia di Rabastan Lestrange e Dolohov.
“Con pazienza, Black, con pazienza. Seguiteci, anche se non vi meritate tale onore per come ci trattate tu e quell’altra” rispose Lestrange, indicando Narcissa, e porgendo la mano verso di loro.
“Che significa?” chiese Narcissa, disgustata.
“Che ci dobbiamo smaterializzare, o non sapete farlo?” disse Dolohov, ironico.
“Vai, Andromeda. Ti dovrai abituare al contatto con certi sudici”
Andromeda diede la mano a Lestrange, che le sorrise soddisfatto.  Narcissa e Bellatrix presero la mano di Andromeda, e il gruppo si smaterializzò davanti a una casa all’apparenza disabitata.
“Casa Riddle, sede dei Mangiamorte. Non vedo l’ora di unirmi a loro” disse Lestrange
“Ah, non sei uno di loro? E poi, Casa Riddle? Chi erano questi Riddle?” chiese Andromeda
“Riddle era il cognome babbano dell’Oscuro Signore, me lo ha detto mio padre. E no, non sono uno di loro. L’Oscuro Signore vuole che siamo diplomati, quindi Dromeda, dovrai aspettare altri due anni”
“Cognome da babbano, ma che schifo” disse Narcissa, disgustata.
“Vorrei vedere se tu avessi il coraggio di dirglielo davanti, Black. Seguitemi”
“Non darci ordini, Lestrange” protestò Bellatrix.
“Prego, seguiteci! Madamigelle Black, se siete così gentili” ironizzò Antonin Dolohov, irritando ancora di più Bellatrix e Narcissa.
“Oh, che bello! Non vedo l’ora!” esclamò invece Andromeda, entusiasta dall’incontrare l’Oscuro Signore.
E il desiderio di Andromeda si materializzò entro pochi minuti, quando degli occhi rossi che luccicavano nei corridoi bui dell’abitazione luccicarono come fiamme.
“Vedo che mi avete portato ospiti inaspettati, Dolohov e Lestrange” disse la voce fredda.
“Mi…o…signore…si. Andromeda, loro due sono sue sorelle” disse Rabastan Lestrange con tono reverenziale.
“Mmh…sorelle. Tu immagino che sei Andromeda – disse Voldemort, guardando la figlia di mezzo dei signori Black, che rispose con un silenzioso inchino, e voi?”
“Tu immagino che sia il famigerato Oscuro Signore, giusto? Ti sfido a duello, voglio vedere di cosa sei capace” disse Bellatrix sicura di sé. La sua sfida a Voldemort spaventò Lestrange e Dolohov, che la guardarono terrorizzati, più dalla possibile reazione di Voldemort che da lei, mentre Narcissa e Andromeda sembravano impassibili.
“Sfidarmi? Hai coraggio, Bellatrix sei? E apprezzo molto di più queste qualità, che l’adulazione dei miei seguaci. Potresti darmi molte soddisfazioni” disse Voldemort con la sua solita calma, a tratti irritante.
“Prima voglio capire di cosa sei capace, oscuro signore. Poi si vedrà” continuò a ribattere Bellatrix, per nulla intimorita.
“Dromeda, andiamo via” disse Narcissa, preoccupata da Voldemort e dalla sua calma.
Ma Andromeda non le diede retta, guardando decisa verso Voldemort e sperando che non facesse del male a Bellatrix, che aveva molti difetti secondo lei, e uno dei tanti era la lingua che difficilmente teneva a freno, che siano i genitori o l’Oscuro Signore, e anche questa volta sarebbe stata pronta a farle da scudo.
   
 
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