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Autore: Nexys    07/03/2020    2 recensioni
Questa storia è nata nel gruppo “C’era una volta con un prompt…” presente su Facebook, da un prompt suggeritomi da Fuuma.
Condividere un pallone da pallavolo, non è da poco, per il giovane Kageyama. Non è più solo uno sport, o una competizione per vincere. In palio c'è sempre molto di più, e quel di più ha gli occhi vivaci e luminosi di Hinata.
[KageHina] [Slice of Life] [no contest-zero spoiler]
Genere: Fluff, Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Shouyou Hinata, Tobio Kageyama
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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           Durante l’ultimo ritiro estivo nei pressi di Tokyo, prima dell’inizio del nuovo anno scolastico, Tobio si rese conto di detestare profondamente quel tipo di eventi.

Non era mai stato un tipo facile, lo sapeva già benissimo da solo, ma i ritiri estivi - o invernali che fossero - lo rendevano particolarmente ostile con tutti. Aveva sempre considerato la pallavolo come uno sport in cui eccellere, una disciplina in cui non avere rivali, in cui primeggiare per bravura e talento. Aveva pensato in quella maniera fino al momento in cui, come una meteora, Hinata era piombato nella sua vita, a dimostrargli le gioie - e i dolori - del gioco di squadra, delle azioni di coppia, delle vittorie meritate per via di un feeling perfetto.

Nonostante gli allenamenti in trasferta con le altre squadre giovanili fossero un ottimo modo per migliorarsi, Kageyama non riusciva a capire l’entusiasmo dei suoi compagni di squadra, men che meno di Hinata. Che cosa poteva mai esserci di tanto divertente, nel mettersi a confronto con altri componenti singolarmente, così come stavano facendo tutti quanti, da giorni?

 

Il sole splendeva alto nel cielo di mezzogiorno, e Tobio si era rifiutato di prendere parte al pranzo, quel giorno. Come una goccia che aveva fatto traboccare il vaso, aveva incrociato Hinata di ritorno da un allenamento intensivo di tecnica tra schiacciatori. Non si erano - di nuovo - visti per tutta la mattina, e quando finalmente si erano incontrati nello spogliatoio, Kageyama era stato travolto dal suo fastidioso entusiasmo come da un fiume in piena.

Erano poche le cose che Tobio trovava veramente irritanti in Hinata, benché sovente si comportasse come se ogni suo atteggiamento gli desse noia, ma in quel momento non seppe più da che parte girarsi per cercare quel poco di buono che era rimasto nei suoi occhi brillanti.

Dopo aver messo la testa sotto l’acqua fredda per trovare un po’ di sollievo, era stato costretto a sorbirsi tutto quello che Hinata aveva fatto, detto e ascoltato per l’intera mattinata. E accadeva ogni giorno, per tutta la durata del ritiro, durante ogni singolo ritiro annuale. 

Che si era divertito, che aveva imparato quanto fossero bravi e forti gli altri, che i loro allenamenti erano senz’altro migliori di quelli che svolgeva lui in solitaria, che il loro fisico fosse tonico sempre, e di quanto l’entusiasmo collettivo lo facesse sentire parte di quel mondo. In poche, pochissime parole, Tobio si rese conto di essere momentaneamente stato dimenticato da lui, a favore di altri giocatori molto più coinvolgenti ed emotivi di lui. 

Lo aveva lasciato parlare per poi smorzare la sua foga allontanandosi con una scusa mormorata a mezza voce, ma con tono evidentemente seccato, senza curarsi del fatto che, volente o nolente, Hinata fosse idiota ma non abbastanza da accorgersi del suo strano comportamento. Strano persino per un asociale scorbutico come lui.

Tobio detestava sentirsi in difetto agli occhi di Hinata: non lo avrebbe mai ammesso nemmeno sotto tortura, ma stargli accanto era quanto di più amasse al mondo, persino più della pallavolo stessa. Hinata rendeva ogni partita degna di essere giocata, ogni pallone degno di essere alzato più in alto di tutti, e schiacciato per una vittoria strabiliante. Vedere quel ragazzino vivace perdersi nell’emozione di condividere una palla con qualcun altro che non fosse lui, lo mandava fuori di testa. Se al di fuori appariva semplicemente nevrotico o antipatico come al suo solito - a detta di tutti, senza nessuna eccezione - dentro di sé Tobio era in fiamme. E non quelle fiamme dalle quali si lasciava volentieri divorare in attesa di giocare insieme ad Hinata una partita vincente, ma quelle che lo consumavano sia di gelosia che di invidia. Hinata Shoyo era l’unico ragazzo al mondo in grado di fargli girare l’anima a rovescio per giorni, ed allo stesso tempo fargli desiderare di avere su di sé tutta l’attenzione che fosse in grado di offrirgli. Durante l’anno scolastico erano soliti trascorrere pomeriggi di studio e serate in pace, oltre a condividere allenamenti durissimi, a parlare del più e del meno, ridere insieme anche se a farlo era sempre solo Hinata, ed a essere se stessi, lontano da tutto e da tutti. Quando invece si trattava di andare in ritiro, si sentiva eclissato dalla forza di tutti gli altri componenti delle varie squadre che ne prendevano parte, come se la pressione sul campo da gioco non fosse stata sufficiente a schiacciare il suo animo tormentato da una irriconoscibile insicurezza. Kageyama era solito perdere la calma, ma andare fuori di testa per della semplice gelosia, non era mai stata una sua prerogativa. 

Allontanatosi da tutto e da tutti, si ritrovò a pensare a quanto entusiasmo avesse letto negli occhi lucenti del suo giovane amico - amico, amico, solo amico, si ripeteva mentendo a se stesso - e odiò non esserne la causa. L’eccitazione che mostrava di provare quando erano solo loro due a primeggiare sul campo, era stata condivisa con perfetti sconosciuti che, ai suoi occhi, di tecnica e di bellezza non ne sapevano nulla. Il pensiero gli provocò una rabbia immane.

Chi sono, loro, per portarmi via le sue attenzioni?

 

“Se continui a corrugare così la fronte, ti verranno le rughe!”.
Una voce familiare, estremamente familiare, lo destò dalla sua contorta catena di pensieri. Tobio si voltò, osservando l’espressione divertita di Hinata, che con le braccia dietro la schiena lo osservava curioso ed impensierito. I suoi occhi tradivano una notevole preoccupazione: era forse del velato dispiacere quello che leggeva nel suo sguardo?

“Taci.”, mormorò in tutta risposta, dandogli nuovamente le spalle. Nonostante l’irritazione crescente, aveva voglia di tutto tranne che di dargli delle spiegazioni per un qualcosa che avrebbe tanto voluto lui capisse da solo. “Non mi verrà nessuna ruga.”

Hinata non rinunciò, perché sapeva benissimo che cosa non andasse. Era sovente ingenuo e poco profondo, ma con il tempo aveva imparato a decifrare le risposte date da Tobio, dividendole tra “antipatiche fini a se stesse” e “antipatiche con una motivazione precisa”. E la motivazione era quasi sempre qualcosa che riguardava lui. Sapeva anche che Kageyama si sarebbe fatto torturare piuttosto che ammettere l’evidenza dei propri fastidi, ragion per cui si ritrovò a sorridergli come un idiota, girandogli attorno per poterlo guardare negli occhi. 

Quando Kageyama vide il suo sorriso, intenso come il sorgere del sole dopo una notte buia e priva di stelle, si sciolse in un mezzo sospiro, distogliendo lo sguardo per un istante soltanto, in cui la mano piccola ma solida di Hinata lo costrinse a guardarlo ancora.

“Dai, mangiamo insieme?”, propose, prima di prendergli gentilmente una mano, compiendo un gesto intimo che erano soliti scambiarsi quando nessuno era lì a guardarli.

Come dirgli di no? Kageyama gli strinse piano le dita, annuendo con un’espressione mista tra l’antipatia e il dispiacere, in silenzio.

Una volta seduti in disparte a condividere un pranzo leggero, Hinata ruppe il silenzio. “Non hai motivo di… beh, ecco, essere geloso…”. Tobio sussultò, colto alla sprovvista.

“… nessuno mi fa sentire bene come quando sono insieme a te.”



 

 

 

 

 

 

 

 

Nota dell’autrice: questa storia è nata nel gruppo “C’era una volta con un prompt…” presente su Facebook, da un prompt suggeritomi dalla talentuosa Fuuma, che ringrazio di cuore per avermi ispirata con un’idea così carina: "Durante i ritiri a Tokyo, Hinata si allena con schiacciatori di altre scuole e Kageyama è geloso.". Dedico questa umile shot a lei, e a Saeko_san, che tanto ama i KageHina. Ambientazione generale, nessun arco preciso, per evitare spoiler o imprecisioni fuori contesto. 



 

  
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