Serie TV > Supernatural
Segui la storia  |       
Autore: Lachelle Winchester    07/03/2020    0 recensioni
Una cacciatrice, un’estate caldissima, una playlist, un imminente compleanno che incombe sulla sua serenità, perché diciamoci la verità, 37 anni per un cacciatore vuol dire quasi vecchiaia, un amore che la lacera da anni ma l’oggetto del suo desiderio non l’ha mai saputo perché non potrebbe permettere che un Winchester si distragga dal lavoro, e neanche lei vorrebbe distrarsi.
Prequel della Serie "Esiste il lieto fine per un cacciatore?"
Genere: Sentimentale, Sovrannaturale, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Dean Winchester, Nuovo personaggio, Sam Winchester
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro, Contesto generale/vago
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Esiste il lieto fine per un cacciatore?'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Shot through the heart and you're to blame

You give love a bad name 

I play my part and you play your game

You give love a bad name 

You Give Love A Bad Name, Bon Jovi

Spring River, Kansas

Il Winchester si rialzò dopo lo schianto massaggiandosi il ginocchio e fissando il punto in cui la mano lo aveva afferrato ma non vide nulla. Si voltò più volte agilmente per capire dove si fosse nascosto quello che l’aveva lanciato in aria, ma non riusciva a trovarlo. Una piccola ombra appena fuori dalla stanza attirò la sua attenzione, così con la pistola puntata e le spalle al muro pian piano si affacciò fuori, sporgendo appena la testa per scrutare nella corte inerbita e semibuia, ma qualcosa lo afferrò per la maglia e lo trascinò fuori. Solo allora vide una minuscola figura dell’altezza del suo ginocchio crescere sempre di più, nel giro di pochi secondi, fino ad arrivare alla sua statura. Non era cresciuto solo di lunghezza, ma anche di spessore; enormi muscoli gli si erano come gonfiati sulle braccia e sulle gambe. Il suo corpo era coperto da leggeri stracci di un marrone scuro, indossava una collana con denti come ciondoli e degli stivali scuri con lacci legati sui polpacci ed esibiva un sorriso maligno mentre brandiva con una mano una sorta di sciabola. Dean rimase sorpreso da ciò che aveva appena visto, sparò istintivamente un colpo di pistola colpendo la spalla destra. A quanto parve non gli fece male, l’essere si toccò istintivamente per osservare la pallottola e poi estrarla con le unghie, sanguinando appena, ma questo diede tempo e modo a Dean di capire che si trattasse di qualcosa di corporeo e sanguinante, il che era già qualcosa una volta scartata evidentemente la teoria del Wendigo. L’omone brandì l’arnese arrabbiato, cercando di colpirlo alla testa, ma il cacciatore riuscì a schivarlo, anche se per poco. Approfittò dell’inaspettata lunga ripresa del mostro, distratto dai tre ragazzi che fuggivano dalle scale, per affondare la spada angelica nella schiena. Il mostro urlò e con una forza proporzionale al dolore scaraventò Dean nuovamente per aria.
<< Valoroso attaccarmi alle spalle. >> gridò con rabbia la voce doppia dell’omone mentre Dean cercava di rialzarsi tra i mattoni venuti giù con l’urto. La forza di quell’essere era davvero smisurata, ma il Winchester non si perse d’animo pensando all’unico fattore che conosceva del mostro: se sanguinava poteva ucciderlo, doveva capire solo il suo punto debole. La lotta andò avanti per quelle che a Dean sembrarono ore prima di riuscire a colpirlo dritto al cuore; l’omone si lamentava tra un sospiro e quello successivo, afflitto dal dolore, mentre una fiamma comparsa dal nulla cancellava pian piano la sua figura, come accadeva per tutte le creature dotate di magia. 
Da quel momento un pensiero si fece strada nel cervello del cacciatore: perché Lachelle non era scesa con i ragazzi? Si affrettò a salire la stretta scaletta da cui aveva visto scendere i tre e, a giudicare dalle voci e dai suoni che udì in fondo, capì di dover salire all’ultimo piano. Si diresse nell’ultima stanza, dove trovò la donna con una riga di sangue colante dalle labbra fino al mento, intenta a liberarsi dal gomito stretto intorno al collo da un altro omone. 
<< Pugnalalo al cuore. >> disse lanciandogli una lama non appena lo vide entrare, rianimandosi dopo aver temuto il peggio.
Il cacciatore questa volta puntò dritto al cuore, con una mira impeccabile. Il mostro lasciò andare la cacciatrice, che cadde a terra, mentre le fiamme lo avvolgevano e lo distruggevano. La Winchester tirò un lungo sospiro di sollievo, guardandolo sparire, si passò la mano sulla bocca per pulirsi dal sangue che colava, per assicurarsi che si fosse fermato e poi si lasciò andare indietro con la schiena, sdraiandosi e fissando il cielo da quello che era rimasto dell’infisso di una grande finestra di legno. 
<< Come lo sapevi? >> chiese Dean, raggiungendola per farla alzare da terra e controllare cosa si fosse fatta.
<< Ce n’erano due, il primo l’ho ucciso così ma questo... >> iniziò a raccontare, poi si interruppe. Alzandosi sentì un dolore lancinante al braccio sinistro, come se fosse stato pieno di lividi, e al piede dello stesso lato; probabilmente aveva preso una brutta storta nell’ultimo lancio a terra. 
<< Sto diventando troppo vecchia per sperare di uscirne illesa ogni volta. >> concluse amareggiata, zoppicando nell’avvicinarsi alla finestra.
<< Ti dirò un segreto, una cosa che non insegnano nei templi. Gli dei ci invidiano. Ci invidiano perché siamo mortali... >> citò Dean ma con tono scherzoso, guardando la figura incorniciata dalla finestra, con la luna sullo sfondo. La donna sorrise e si girò con la testa dietro a guardalo, restando con le mani poggiate sul profondo davanzale della finestra, poi si voltò nuovamente avanti a guardare fuori, respirando a pieni polmoni. Riuscì a stento a sopprimere un sussulto quando l’uomo, dopo qualche passo lento, le si avvicinò e l'abbracciò da dietro, col petto attaccato alla sua schiena, con le mani intorno alla vita, sotto la canotta, portandosi con la testa sempre più vicina a quella della donna, che aveva ruotato leggermente la propria per guardarlo negli occhi. Si guardavano spesso così, occhi negli occhi, a volte fino ad accarezzare le labbra, ma erano episodi isolati, senza un seguito. E fu così anche quella volta, in cui Dean se ne uscì con un chiarissimo ed esplicativo bacio sulla guancia.
<< E’ ora di andare, Dottor House. >> interruppe l’atmosfera con un tono distaccato, aiutandola ad arrivare fino alla scaletta, dove incontrarono difficoltà a scendere in due, ma la donna non riusciva a scendere da sola. Dean la prese in braccio, facendola aggrappare forte a sé per non farla cadere, entrando appena nello stretto cunicolo. Gradino dopo gradino i due si avvicinavano sempre di più, i movimenti li mettevano un po’ in imbarazzo e con gli occhi non sapevano più dove puntare per non fissarsi ancora. Una volta arrivati fu lui a stampargli un bacio furtivo cogliendo il labbro inferiore, per poi girarsi e continuare a camminare come se nulla fosse, come ogni tanto gli capitava di fare.
“Perché mi stai facendo questo?” si chiese la donna che da tempo aveva imparato a controllare le proprie emozioni con lui, ma nell’ultimo periodo sembrava non riuscirci più.

I due raggiunsero pian piano l’Impala, dove i ragazzi avevano trovato l’amica e li stavano aspettando, poi li accompagnarono al camping e, data l’ora tarda decisero di trascorrere ciò che restava della notte nella loro tenda, raccontando loro le cose da cui dovevano stare attenti, rispondendo alle solite domande a cui rispondevano da una vita. 
Il mattino seguente si misero in auto per raggiungere Sam, che non aveva trovato nulla di utile ed aveva dormito in un motel lì vicino, per poi ritornare al bunker, con una mezza giornata di viaggio.

Lebanon, Kansas

L’orologio della cucina del bunker segnava le due e nonostante il sole fosse bello caldo l’aria condizionata li teneva al fresco. Sul fuoco c’era una pentola che bolliva, Dean stava preparando il pranzo mentre il fratello e la cacciatrice, seduti a tavola, armeggiavano con pc e tablet, come sempre. 
<< Teihiihan: piccoli cannibali dalla dimensione di bambini, cacciano sempre in gruppo. Sono stati terribili guerrieri nella vita precedente, risorti come nani dopo la morte in battaglia. >> lesse ad alta voce la donna. Era seduta con la schiena al muro e teneva la gamba con la caviglia lesa stesa sulla panca e l’altra piegata, quasi con il ginocchio al petto.
<< Mi hai superato. >> si complimentò Samuel per la velocità, ma accertatosi che non avesse null’altro da aggiungere continuò a leggere quello che aveva trovato lui. << Il nome significa “piccola gente forte”, la loro forza deriva dall’abitudine di mangiare carne umana di persone rapite, principalmente bambini in quanto sono più facili da catturare per loro. Sono alti dai 30 ai 60 centimetri, ma possono assumere anche sembianze umane o diventare invisibili grazie all’uso della magia. >> .
<< Ha tutto un senso ora. >> constatò il fratello maggiore, continuando a trafficare con gli utensili della cucina.
<< C’è una storia riguardo un guerriero che venne catturato da uno di questi. Per distrarlo gli chiese a cosa servissero i cuori appesi alla parete e il nano, che non brillava di furbizia, gli spiegò che erano della sua famiglia che si trovava fuori a caccia. Il guerriero li trafisse tutti, compreso quello del nano che l’aveva catturato, riuscendo ad ucciderlo. >> concluse quello con i capelli lunghi, brillante come sempre. Sorrise a Lachelle sapendo che lo stava odiando in quel momento per aver trovato più cose di lei.
<< Dovremmo lasciare anche noi il cuore a casa quando andiamo a caccia. >> propose Dean prima di avviarsi verso la porta, intento a recuperare le birre del giorno prima dall’auto.
<< Lo fai da quando sei nato. >> bisbigliò Lachelle, credendo di averlo solo pensato.
<< Cosa? >> chiese il Winchester maggiore, non sicuro di aver capito.
<< Dicevo. >> improvvisò facendo finta di tossire per poi correggersi con un << Li lasceremmo senza fiato. >> annuendo con la testa e sorridendo.
Sam la scrutò a lungo, con gli occhi socchiusi per farle capire il suo intento inquisitorio ma lei sbuffò e si mise una mano tra i capelli ricci, cercando di sistemarli portandoli tutti da un lato e guardando in qualunque direzione meno che quella che incrociava gli occhi dell’amico.
<< Quindi si tratta di Dean. >> dedusse con facilità lui, certo che il fratello non li sentisse.
La donna non riuscì a nascondere il sorriso perché Sam riusciva sempre scoprirla, così si fece un sorso di birra e gli raccontò quello che era successo la scorsa notte.
<< Non credi che dopo questo potresti cominciare a considerare che ci sia una piccola possibilità che anche Dean… >> cominciò lui, con tono da psicanalista romantico, ma lei lo interruppe subito.
<< Credi che sia la prima volta che mi bacia e poi fa finta di niente? >> gli chiese, poi aggiunse << Dopo aver fermato qualche apocalisse o dopo che qualcuno ritorna in vita. >> notando il suo sguardo interrogativo, come se fosse la cosa più naturale del mondo, ma lui continuava a guardarla accigliato.
<< Non significano niente, erano momenti particolari, può capitare. >> continuò, cercando di convincersi della normalità del loro rapporto, ma lo sguardo allibito dell’amico la buttò sempre più a terra. << Il punto è che quando la situazione si fa più seria, è come se si tirasse indietro. Se pure ci fosse una piccola possibilità che provasse quello che provo io, lui non lo accetterebbe mai. Sai com’è tuo fratello. Siamo cacciatori, queste cose non fanno per noi. La nostra vita è uccidere mostri, salvare le persone. Al massimo possiamo concederci un po' di whisky. >> concluse imitando la voce e i movimenti del Winchester maggiore, alzando la bottiglia di birra come se stesse brindando e gesticolando con l’altra mano.
Samuel scoppiò a ridere a quella imitazione quasi impeccabile, immaginando che la donna avesse profondamente ragione. Lei cercò di convincerlo che sarebbe passata, come faceva da anni, ma più che convincere lui cercava di convincere sé stessa.
<< Sam, tu, Dean e Castiel, siete tutto quello che ho. Siamo una famiglia, voi siete i Winchester, dovete salvare il mondo, non posso essere causa di distrazione o problemi. >> concluse, poi continuò a parlare dell’essere del giorno prima udendo chiaramente Dean rientrare furibondo, urlando << Dannati scounts. >> mentre scendeva le scale, immaginando che probabilmente avessero preso le sue amate birre.

Trascorse qualche giorno, l’estate incalzava e l’aria calda inseguiva insistentemente gli abitanti della città. Lachelle era andata a correre al mattino, prima che il sole si infiammasse, mentre i due fratelli erano rinchiusi al fresco nel bunker, cercando informazioni utili per la loro ennesima crociata. Scese le scale del loro rifugio di corsa, godendo della piacevole sensazione di freschezza man mano che si avvicinava al Winchester maggiore.
<< Un mio amico mi ha segnalato un caso a 40 minuti da qui. Ho detto che ce ne saremmo occupati noi. >> disse entrando nella sala centrale e poggiando il cellulare sul tavolo.
<< Quell’idiota di James? >> chiese Dean senza alzare lo sguardo da una pistola che stava cercando di aggiustare. Sapeva bene che quell’uomo non fosse un cacciatore ma solo uno con cui mesi prima lei stava uscendo e lo disse solo per farla arrabbiare.
Lachelle lo guardò sospirando, si sedette sul tavolo accanto alle sue mani, con le gambe penzolanti, osservandolo operare laborioso con la pistola che giorni fa aveva bloccato; amava le sue mani, le piaceva guardarlo mentre erano impegnate a fare qualcosa.
<< Non stiamo più insieme. >> si lasciò sfuggire a malincuore, perdendo forse l’unica arma che avesse in quel gioco ambiguo che gestiva la loro relazione. James era un uomo dai capelli biondi, gli occhi verdi, con un bel fisico, evidentemente solo un rimpiazzo, e quando si rese conto di rovinare la vita ad una persona solo per distrarsi dall’uomo di cui era realmente innamorata lo lasciò.
<< Tanto non avrebbe funzionato. >> sentenziò il cacciatore dopo qualche minuto di silenzio, guardandola. << Un personal trainer? Ma andiamo. >> cercò di ridicolizzarlo. 
<< Perché con un cacciatore potrebbe? >> chiese lei in tono di sfida, inarcando le sopracciglia mentre lo fissava dall’alto.
<< No. >> rispose senza esitare, come se fosse già preparato da tempo a rispondere a quella domanda. << Per i cacciatori non esiste il lieto fine. >> concluse tornando a concentrarsi sulla pistola e alzando i soliti muri, con lo sguardo perso nel vuoto.
La donna si diede una spinta per scendere dal tavolo e dirigersi verso il bagno, per fare una doccia fredda e prepararsi ad uscire di nuovo, per fiondarsi sul nuovo caso. Si recò sul posto con Dean, che odiava stare a leggere per ore su quei libri polverosi e preferiva più passare all’azione. Tutto ciò che capirono fu che un uomo era morto dopo essersi barricato in casa per giorni, dopo aver fatto grandi provviste di caffè. Il vicinato si era lamentato del fatto che durante questo periodo avesse lo stereo ad alto volume acceso notte e giorno, ma prima di allora era sempre stato un vicino tranquillo e rispettoso. A detta dei colleghi e dei parenti era come se fosse impazzito da un momento all’altro ma non erano a conoscenza di alcun evento che avesse potuto stravolgerlo. I cacciatori non trovarono altro, se non una foto della vittima con una donna che nessuno aveva mai visto, eppure sembrava vivere insieme a lui. 

 

Note dell’autrice
Ciao a tutti, mi anticipo di qualche ora perché domani ho un po' di cose da fare. In questi giorni sono riuscita finalmente a trovare il coraggio di farmi il tatuaggio dopo solo 10/11 anni di "lo faccio, non lo faccio" perché in qualche modo Supernatural possa sempre far parte di me per tutto quello che ha significato. Vi ringrazio di essere di nuovo qui, spero vi stia intrigando la storia, se volete vedere il mio tatuaggio cliccate qui. Ci vediamo sabato/domenica prossima.

 
   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Supernatural / Vai alla pagina dell'autore: Lachelle Winchester