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Autore: LilithMichaelis    07/03/2020    1 recensioni
Sherlock riportò l'attenzione al messaggio, e poco ci mancò che avesse un mancamento.
O forse lo ha avuto per davvero.
John non ricorda.
Venite in centrale.
Emergenza.
È Lestrade.
Non chiamare tuo fratello.
-Anderson

______________________________
In una giornata come tante altre, Sherlock e John sono chiamati a risolvere il mistero della scomparsa di Lestrade.
Ed è quando la paura di arrivare troppo tardi diventa insopportabile che parte la corsa contro il tempo.
{Mystrade/Johnlock - after season 4 - Spoiler!Allert - Introspettivo - Romantico - Drammatico - Trigger warning: menzione di morte, violenza, descrizione di atti violenti}
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Watson, Lestrade, Mycroft Holmes, Sherlock Holmes
Note: AU | Avvertimenti: Spoiler!, Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
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L'indomani mattina, Sherlock, Mycroft e John furono convocati in centrale.
Tutti e tre gli uomini indossarono le proprie armature e, con il cuore pesante, si prepararono a combattere. Dopo Eurus e i suoi giochetti malati non erano più disposti a perdere nessuno per colpa delle proprie debolezze.
Soldati oggi.
Soldati sempre.

Non era semplice il compito che li attendeva: Luke Lynch era stato catturato, e ora spettava a loro ottenere le informazioni che cercavano. Tante cose, troppe, potevano andare storte, ma Sherlock voleva, per una volta nella vita, confidare nel futuro. Sperare, solo per questa volta, di non perdere una persona così importante nelle loro vite.

L'uomo era seduto nella stanza degli interrogatori, Sherlock lo poteva vedere attraverso lo specchio. Senza accorgersene, il detective trattenne un respiro, improvvisamente soffocato dall'idea di trovarsi faccia a faccia con l'uomo responsabile del rapimento di Lestrade.
Lanciò una rapida occhiata al fratello e fu la sua voce a riempirgli la testa:
Ricordati che sei un Holmes. Testa alta, mento in su. Non cedere.
E così, Sherlock non cedette, ma riportò lo sguardo sull'uomo oggetto di così tanto interesse.

Era alto, lo si notava anche da seduto. Il corpo era possente, muscoloso. Le spalle larghe erano aperte e dritte, la testa alta in segno di sfida e la postura, nel complesso, particolarmente rigida e impostata.
I capelli biondi tagliati corti incorniciavano un viso squadrato, con gli zigomi affilati e varie cicatrici - particolarmente intorno alle labbra - che lo decoravano.
Forse qualcuno avrebbe potuto trovare quel viso gradevole, ma era il ghigno di un uomo convinto di farla franca a rovinare il tutto.
Sherlock guardò John per un attimo, poi di nuovo Luke. Soldato dedusse.

Ciò che non comprendeva, però, era il livido sull'occhio sinistro dell'uomo. Non era nelle foto scattate il giorno della scomparsa di Lestrade. Era decisamente fresco.
Dentro di sè, Sherlock si appuntò di ringraziare il responsabile di quella tinta di colore per averlo nettamente anticipato.

«Anderson!» chiamò Sherlock incuriosito da quel nuovo indizio. Quello non distolse neanche lo sguardo dai documenti che stava analizzando.
«Donovan» rispose leggendo un'altra riga. Sherlock fischiò in approvazione.

John entrò per primo, quasi ad annunciare gli uomini che erano con lui.
Si sedette di fronte a Lynch, a cavalcioni sulla sedia, e lo fissò negli occhi come solo un soldato temprato da anni di guerre, ferite e morti poteva fare. Uno sguardo capace di tenere testa al Governo Britannico in persona.
Uno sguardo che diceva "Muovi un solo muscolo e ti spezzo tutte le ossa mentre le nomino". Luke si sistemò meglio sulla sedia, ma non emise un suono, ancora convinto di poter dominare la situazione che, di lì a poco, si sarebbe scatenata. Povero sciocco.

Sherlock fu il secondo ad entrare, con il suo passo elegante e i lembi del cappotto ben diritti. Si sedette accanto a John, gli occhi di ghiaccio fissi sul sospettato di fronte a lui, appoggiando tra di loro le punte delle dita.
Lo guardava come se potesse leggergli ogni segreto sull'arco del sopracciglio. Ed era assolutamente ciò che il detective stava facendo. Quando lesse abbastanza per sentirsi soddisfatto, Sherlock si accomodò sulla sedia e sorrise con un angolo della bocca.
Il sorriso che un leone potrebbe fare nel guardare la sua preda privata di ogni via di fuga.
Se mai Sherlock avesse provato paura, in quel momento era stata cancellata, mentre una fredda determinazione lo rendeva duro come l'acciaio.

Luke si mosse a disagio sulla sedia, ma cercò, per quanto possibile, di mantenere un contegno. Iniziò a pensare che, forse, la situazione stava cominciando a sfuggire dal suo controllo.

La porta si aprì per la terza volta e trascorsero alcuni, lunghi secondi prima che qualcuno l'attraversasse di nuovo. Fu come se fosse entrata una bufera di neve, perchè tutti nella stanza iniziarono ad avere fastidiosi brividi lungo la schiena.
L'ultimo ad entrare fu Mycroft Holmes, il Governo Britannico. Se qualcuno lo avesse visto, avrebbe creduto che l'Inghilterra fosse guidata da un Re e non da una Regina.
Il portamento del maggiore degli Holmes non era nulla di meno che regale. La schiena dritta, la testa alta, si muoveva come se fluttuasse, invece di camminare, cadenzando il passo con il ticchettare dell'ombrello sul pavimento.
Il suo sguardo, però, fu quello che fece infrangere la facciata di strafottenza di Lynch. Sembrava un serpente, pronto a strisciare ed insinuarsi negli angoli più remoti della mente del rapitore, con quell'espressione ipnotica e un cipiglio che avrebbe convinto un ateo ad andare in chiesa a confessarsi.
Se esistesse un inferno, Mycroft Holmes siederebbe al trono.
I terrore che attraversò gli occhi di Lynch fu abbastanza per far fiorire un sorriso a mezza bocca sul volto dei tre esaminatori.

«Allora... Luke. Normalmente Userei quante più parole possibili per raccontare la storia della tua vita, mettere a nudo tutti i tuoi peccati ed evidenziare la tua mancanza di intelletto, ma non ho tempo da sprecare con te, quindi perchè non facciamo che tu ci dici dov'è il Detective Ispettore Lestrade? Sii esaustivo e noi faremo in modo che la strada da qui al penitenziario sia la più breve possibile.» Sherlock spezzò il silenzio in maniera diretta, sentendo il peso del tempo curvargli la schiena ogni secondo.

«Chi vi ha detto che l'ho preso io?» il ghigno si ricompose sul viso di Luke.

«Tu hai un fratello, o meglio, avevi un fratello, vero? È morto durante una caccia all'uomo guidata da Lestrade...» Lynch interruppe Sherlock sbuffanod bruscamente.

«Questo è scritto su tutti i giornali. Hanno fatto proprio un bel casino, sa? Tutti a parlarne per settimane. Mi ci hanno dato pure una medaglia. Joey è morto e quello schifoso ci ha preso la fama»

Prima che Mycroft potesse sguainare la spada nascosta nell'ombrello, Sherlock scoppiò a ridere.

«Oh, è vero, tuo fratello è stato acclamato come un eroe. Ma non è tutto, vero? Joey non doveva essere in quel team. Non era altro che un novellino, ma aveva una cotta per il Detective Lestrade, così ha deciso di accodarsi al gruppo incaricato della caccia all'uomo. Lestrade gli aveva consigliato di non prendere parte all'incarico, ma si sa come sono i ragazzini, sempre desiderosi di fare colpo sui propri superiori... o sui propri fratelli maggiori.»

Lynch sospirò.

«Era un ragazzetto strano Joey, anche da piccolo.  Non avrebbe fatto male a nessuno, ma si vestiva strano e andava troppo dietro a quel Lestrade. Era uno di... quelli là, quelli che si fanno inchiappettare, capisce?» i tre uomini dovettero sforzarsi all'unisono di trattenere un ringhio. I due Holmes, temprati da anni e anni di soppressione delle emozioni, furono egregi, ma John si sporse un po' di più sul bordo della sedia, guardando Luke con uno sguardo lievemente più assassino. Sherlock era convinto che se non fosse stato seduto accanto al medico, John sarebbe stato capace di saltare alla gola del soldato e di fargli rimangiare quelle parole a suon di chiaffi. Dovette ammettere a se stesso di non essere sicuro di volerlo fermare, se avesse deciso di non trattenersi.

«Sì, insomma, voleva per forza fare colpo su quello là. Non doveva starci Joey in quel gruppo, io glielo aveva detto, non ci doveva proprio diventare poliziotto, ma lui voleva diventare soldato come me...»

«Cos'è successo quel giorno, Luke?» tagliò corto Sherlock, sempre più irritato da quell'uomo.

«"Sono arrivari in ritardo", questo ci hanno detto! La vita di mio fratello non era abbastanza per arrivare in tempo!»

«No. Non è quello che è successo. Tuo fratello aveva degli ordini precisi da seguire, doveva restare nascosto fino all'arrivo di Lestrade, ma era cresciuto con l'idea che solo le femminucce aspettano, quindi ha deciso di contravvenire all'ordine. Ed è morto»

Lynch era totalmente ammutolito. Sherlock continuò.

«Tuo fratello non è morto per colpa di Lestrade, no. Tuo fratello è morto perchè cercava di renderti fiero. Il piano era stato creato per limitare i danni il più possibile, ma tuo fratello ha deciso di fare l'eroe. Non voleva impressionare Lestrade, o almeno, non del tutto. Voleva che tu non lo considerassi una femminuccia, che tu fossi fiero di lui per un solo, dannato secondo. E invece, è rimasto coinvolto in qualcosa che non lo riguardava. Ed ha perso tutto per un istante di incoscienza.
Così, tu hai deciso che dovevi vendicarti su di lui, senza vedere che il sangue di tuo fratello macchiava le tue mani, non quelle di Lestrade.
Hai rubato i vestiti di tuo fratello, ti sei introdotto nell'appartamento, hai preparato tutto e hai fatto la telefonata, in modo che il gruppo di novellini, più disordinati e imprudenti degli esperti, avrebbe potuto fare abbastanza casino da coprire il rapimento. Astuto, devo dire. Ho qualche curiosità sulla pulizia, ma, andiamo, anche Anderson merita la soddisfazione di spremerti un po'.» alzò il sopracciglio e fece una pausa, a sottolineare che il soldato non l'avrebbe passata liscia.
Dopo poco riprese, di nuovo freddo come il ghiaccio.
«Adesso che abbiamo stabilito le colpe, Luke, ripeto la domanda. Dove. è. Lestrade»

«Dovrete passare sul mio cadavere. Così capirete cosa si prova ad "arrivare in ritardo"»

Sherlock stava per ribattere, quando dei passi alle sue spalle lo bloccarono. Mycroft avanzava verso di loro, con un ritmo lento e cadenzato. Si appoggiò al suo fidato ombrello e fissò Luke negli occhi.
Sherlock lesse le intenzioni del fratello mezzo secondo prima che questo agisse e ripassò mentalmente le condizioni di chiunque avesse scoperto l'identità e le mansioni del Governo Britannico: morti, ergastolani o vincolati da contratti spessi quanto un muro di cemento. Iniziò a pensare a una spiegazione logica da dare ad Anderson.

«Signor Lynch, il mio nome è Mycroft Holmes, ma da oggi lei mi conoscerà come il suo peggior incubo.
Ora, io le pongo davanti un'alternativa: lei può dirci dove si trova il Detective Lestrade, ottenendo una sentenza solo lievemente esagerata per i crimini da lei commessi, oppure i suoi documenti saranno modificati in modo che ogni peccato da lei commesso o anche solo pensato dal giorno in cui è nato siano esposti a chiare lettere.
Questo, ovviamente, la andrebbe a classificare direttamente come Alto Traditore e il suo grado di pericolo sarebbe così alto che l'unico posto in cui potrà essere rinchiuso sarà Sherrinford: una prigione così segreta e ben controllata che James Moriarty in persona ha dovuto chinare la testa per entrarci.
E se esiste un Dio, mio caro signor Lynch, le assicuro che dovrà incontrarlo di persona prima di poter sperare di rivedere la luce del sole. Le posso assicurare che tutto ciò che lei possa aver sentito su Alkatraz, non è altro che il portone di ingresso a Sherrinford.
E le assicuro sul mio onore che lei ha già una cella con il suo nome, pronta ad accoglierla. Ho rinchiuso mia sorella lì dentro, non creda che possa avere alcun tipo di rimorso a rinchiuderci lei. A lei la scelta»

Fu lì che, finalmente, Luke Lynch dimostrò tutto il suo terrore: il respiro accelerato, i battiti aumentati, gli occhi spalancati, la bocca aperta. Deglutì un paio di volte, alternando lo sguardo tra gli uomini che aveva di fronte.

«Voi... Voi siete psicopatici»

«Oh, no, Luke. Mio fratello è l'incarnazione umana del Governo Britannico, io sono un sociopatico che risolve crimini come alternativa alla droga e il mio amico John qui presente è un soldato che non è mai tornato dalla guerra, vedovo di un'assassina. E tutti e tre sappiamo dove vive. Faccia le sue ricerche.» Intervenne di nuovo Sherlock per evitare che Mycroft si facesse sfuggire qualche altro Segreto di Stato.
«L'indirizzo, prego».

Pochi secondi dopo, i due Holmes e il Dr Watson erano fuori dalla porta, con un foglietto in mano recante un indirizzo e un sospettato che si era bagnato i pantaloni e che continuava a blaterare di come i tre fossero "il demonio incarnato". Normalmente, Anderson avrebbe utilizzato questa faccenda come scusa per ridicolizzare Sherlock, ma in quel momento si sentiva molto disponibile a far scorrere alcuni commenti e azioni.
Sherlock si ritrovò a ringraziarlo mentalmente. Curioso come il mondo possa ribaltarsi.

Chiamata una squadra armata, i tre si diressero verso l'indirizzo indicato da Lynch, pronti a salvare Gregory Lestrade.


***
Note dell'Autrice:
Sì, sono viva, richiamate le squadre di ricerca. Purtroppo, come potete immaginare, questo è un periodo complicato per tutti, ma prometto che cercherè di essere di nuovo attiva.
Come ricompensa vi lascio un capitolo bello lungo e ricco di minacce di morte più o meno creative.
Non ditemi che non vi voglio bene.
Due capitoli alla fine!
Lilith
   
 
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