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Autore: L_White_S    09/03/2020    0 recensioni
" Non sempre gli angeli nascono con le ali "
Quando i nazisti portano gli ebrei nel campo di concentramento di Auschwitz, il loro scopo non è solo quello di ucciderli…
Quando il re inglese attacca la Francia per riprendersi il trono, la guerra “dei cent’anni” diverrà il pretesto per celare le vere motivazioni del conflitto. Ma cosa hanno in comune questi avvenimenti storici?
Ice – il protagonista – è un ragazzo che si sveglia in un laboratorio ultratecnologico senza memoria. Gli esperimenti condotti lo hanno privato dei ricordi e solo dopo un accurato incidente, studiato – se vogliamo – inizia finalmente a trovare nel buio della sua mente quei flashback che faranno riaffiorare la verità, oltre che la luce.
La saga inizia con la ricerca delle origini di uno “dei dieci”, con un debutto fenomenale.
Si introdurranno domande che sorgeranno spontanee al lettore, quali la nascita del conflitto delle parti, sia di esseri
sovrannaturali che non, e di quanto possa un amore condizionare la vita…
Ice, durante il viaggio dettato dai ricordi, scoprirà una visione demoniaca che lo perseguiterà per tutto il tempo, manovrandolo come un burattino. Ma perché accade questo?
L’amore potrà riportarlo sulla retta via, perché la strada del male, è solo un bivio…
Genere: Fantasy, Sentimentale, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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CAPITOLO       0.6





ORE  16.30
AUSCHWITZ




   Il pranzo della pensione, per quanto semplice, aveva saziato il generale sino a riempirlo; sentiva chiaramente la stanchezza appesantirgli le palpebre ma non si sarebbe mai potuto addormentare quando c’era del lavoro da sbrigare; perciò, con circa un’ora d’anticipo, decise di recarsi sul campo per non cadere tra le braccia di Morfeo.
   Davanti l’entrata principale al campo di sterminio, tra il vento che spostava le innumerevoli gocce d’acqua, due ombrelli neri riparavano il Generale Mattew Crow e il suo secondo dalla pioggia che non accennava a smettere.
   « Quanto manca al suo arrivo? ».
   Il segretario posò gli occhi sul Rolex argentato e un pò titubante rispose, « È in ritardo ma sono sicuro che sta per arrivare ».
   «  Lo spero…»
   Crow stava visibilmente perdendo le staffe, odiava quel posto con tutto se stesso, sia per gli esperimenti passati, sia per quelli che faceva la compagnia ma purtroppo, non era il solo a dover prendere le decisioni e molte volte, le sue idee non venivano nemmeno prese in considerazione dagli altri consiglieri.
   In genere il secondo non infieriva mai sullo stato d’animo del superiore, anche perché c’era abituato oramai, si comportava allo stesso modo ogni qualvolta passavano per Auschwitz, ma quella volta volle rompere il ghiaccio, l’attesa non finiva mai. Quando sarebbe arrivato Michelle?
   « Odia davvero tanto il terzo Reich? », disse voltandosi.
   Crow, che tutto si aspettava fuorché quella domanda, lo squadrò da cima a fondo prima di rispondere. « Si vede così tanto? Sto proprio invecchiando…» – Sorrisero entrambi – « Bè… non ho mai mandato giù gli esperimenti nazisti e non condivido ciò che facciamo; sappiamo entrambi che ogni uomo, buono o malvagio che sia, è mosso solo dalle sue idee, dai suoi ideali, per questo non esiste un concetto ben definito di cosa sia realmente il bene o il male…».
   « In quanto tutto è relativo…».
   « Esattamente, incominciando da Napoleone, fino ad arrivare a Hitler, sono stati commessi crimini e brutalità che mai nessuno potrà comprendere fino in fondo. Tutto si studia partendo dal perdente, ma in ogni nazione la storia cambia, ognuno vede il passato con occhi diversi. Il Kaiser, se pur spietato, sapeva le brutalità che avvenivano in questo campo; per questo lasciò il comando del più grande centro di sterminio al generale Hoss…».
   « Che come lui condivideva l’ideale di salvaguardare la razza “ariana”…».
   « Ma che era mosso solo dalla pazzia…».
   « Non la seguo Generale ».
   « Voglio dire che nessuno ha il diritto di giudicarsi “guaritore” del mondo, pazzo o sano che sia; perché la vittoria di un popolo, dà sempre qualcuno perdente. Anche se con le migliori intenzioni, un “cattivo” ci sarà sempre, non spetta a noi quindi salvare il mondo ».
   « Ma noi almeno ci proviamo…».
   Il discorso andò a parare proprio dove Mattew voleva; finalmente stava per liberarsi di quel peso che portava dentro da mesi, « Lo so, ma è da un pò che ho perso fiducia nella compagnia; per questo ho deciso di ritirarmi…».
   La notizia non fu presa per niente bene dal “segretario" che con tono di rimprovero, delusione e sorpresa, non proferì altro che tre parole prima di esser brutalmente interrotto, « Ma Signor Generale…».
   « Fino ad oggi l’ho solo pensato, ci ho riflettuto molto e solo lei ne è al corrente; oggi presenterò parte del programma al nostro ospite Mounrat, confido molto in questo ragazzo… mi raccomando non dica a nessuno della mia decisione ».
   « Certo Signore…».
   Finito il dialogo, quasi fosse tutto calcolato, miracolosamente apparve la lunga limousine che con ansia i due attendevano; bucò la nebbia grigiastra e si avvicinò silenziosa.
   Sia Crow che il segretario scrutarono all’interno della portiera cercando di individuare il loro uomo; il vetro però era troppo scuro per riuscirci.
   Scendendo velocemente, tutto rintronato, il ragazzo poggiò i piedi sul ciottolato del campo, quasi volesse baciarlo, poi si presentò sventolando la sua brillante chioma scura sotto il diluvio e freddando con uno sguardo glaciale i presenti.
   « Lei deve essere il Generale Mattew Crow, io sono Michelle Mounrat, piacere di conoscerla…».
   « Il piacere è mio… ho sentito parlare molto di lei, ma mi dica, come mai questo ritardo? ».
   Avvampando all’istante, il giovane si sentì un completo idiota, non voleva rivelare il suo mal d’aria dando l’impressione d’un fannullone, ma dopo qualche minuto, spiegò le sue ragioni; poi quelle hostess lo avevano aiutato a distruggere la sua autostima poiché aveva passato il viaggio a vomitare in bagno mentre loro lo attendevano sui morbidi sedili dell’aereo.
      « Comunque ce l’ha fatta, i miei complimenti ».
   Quello era il primo complimento uscito dalla bocca del generale Crow, tanto che il segretario se ne accorse immediatamente fissando il superiore quasi fosse geloso.
   « Grazie! ».
   Michelle aveva duemila domande da porre al suo nuovo datore di lavoro ma decise di rimandarle seguendo quelle che per prime iniziarono ad affollargli la mente.
   « Così questo è il famoso campo di sterminio, non credevo mettesse tanta angoscia, ma non capisco. Che ci facciamo qui? ».
   « Lo vedrà presto ».
   Per tutta la conversazione, il segretario rimase muto, quasi affascinato da quel ragazzo che in poco tempo era riuscito a conquistare il generale con la sola semplicità di cui disponeva. 
   Qualcosa in lui lo poneva a un livello notevolmente più alto rispetto agli altri uomini e la sola idea di servirlo, dopo il possibile abbandono del Generale Crow, lo allettava.
   In trenta anni di servizio non aveva mai potuto mostrare il suo lato omosessuale eppure, se pur con qualche fatica, era riuscito a trattenere i suoi istinti verso quel giovane solo fino ad un certo punto, intromettendosi poi nel discorso: « Io sono Michael Cromin, piacere di conoscerti! ».
   « Piacere Michael ».
   Il segretario però doveva mantenere la disciplina se voleva tenersi il lavoro, le regole erano chiare: nessun tipo di rapporto all’interno dello staff, né etero né omo, ma quella chioma mora bagnata dalla pioggia, gli occhi azzurri, le labbra sottili e la pelle chiara… completavano la perfezione di quel ragazzo facendogli perdere la testa.
   Michelle, dal canto suo, aveva letto il regolamento in vigore all’interno della società sulla mail perciò sapeva bene ciò che poteva permettersi di fare e ciò che non poteva, decise quindi di lasciarsi scivolare sul cappotto fradicio l’infatuazione del segretario. E poi a lui piacevano le donne.
   Oddio che figura che aveva fatto sull’aereo. Ù
   Ancora ci pensava!
   Il Generale invece ci mise poco a capire che quell’imbarazzo appena sbocciato era in realtà qualcos’altro: fu in quel momento che decise di riprendere in considerazione la sua decisione di lasciare la compagnia.
   Con tono infastidito, Crow ruppe l’atmosfera. « Andiamo ora ».
   « Dove Signore? ». Rispose prontamente Michelle.
   « Nel Laboratorio ».
   « E dove si trova ? ».
   « Proprio sotto di noi ».
   
 
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