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Autore: Kim WinterNight    09/03/2020    3 recensioni
«È successo un casino, aiutami!»
Roddy, affacciato alla porta della sua stanza, osserva Puffy con aria interrogativa. «Cioè?»
«Ho sentito delle grida dalla camera di Jim, la porta era chiusa a chiave. Sono andato alla reception a farmi dare una chiave di riserva, giuro che era parecchio disperato. Quando sono entrato, l’ho trovato legato al letto, completamente nudo e…» Puffy fa una pausa per deglutire, smettendo solo per un istante di gesticolare. «Ha detto che è stato Mike.»
Roddy si trattiene per non imprecare.

[Martum: RoddyxJim - Sequel della mia drabble "Legami indissolubili".]
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jim Martin, Roddy Bottum
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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They make fun of you, but I don't








A Soul,
perché sa sempre come farmi amare le mie NOTP






«È successo un casino, aiutami!»
Roddy, affacciato alla porta della sua stanza, osserva Puffy con aria interrogativa. «Cioè?»
«Ho sentito delle grida dalla camera di Jim, la porta era chiusa a chiave. Sono andato alla reception a farmi dare una chiave di riserva, giuro che era parecchio disperato. Quando sono entrato, l’ho trovato legato al letto, completamente nudo e…» Puffy fa una pausa per deglutire, smettendo solo per un istante di gesticolare. «Ha detto che è stato Mike.»
Roddy si trattiene per non imprecare. Una sensazione di disagio si insinua nel suo petto, serpeggia senza chiedere il permesso. Non vuole credere che Mike sia arrivato a questo, anche perché sa che certamente si è trattato di uno scherzo di cattivo gusto da parte del cantante.
«Mi aiuti a slegarlo?» chiede infine il batterista, torturandosi uno dei dreadlocks.
«Io? Perché non lo fai tu?»
«Ci ho provato, ma poi… ho fatto una battuta e mi ha mandato al diavolo, mi ha detto di non azzardarmi a toccarlo. Ti prego, Rod, sei tu l’unico che può farlo. A Mike neanche lo chiedo, Bill è un vero stronzo e Jim non si lascerebbe mai avvicinare da lui…»
Roddy aggrotta la fronte. «E cosa ti fa credere che io invece riuscirò a tranquillizzarlo?»
«Tu sei sempre così dolce e comprensivo con tutti… andiamo, amico, aiutami con Jim.»
A Roddy non rimane che annuire. Recupera le chiavi dalla sua stanza, le infila in tasca e si chiude la porta alle spalle. È assurdo che all’interno dei Faith No More non si possa mai stare tranquilli, specialmente da quando Mike è diventato il loro cantante. Anche l’atteggiamento di Bill è cambiato, specialmente nei confronti di Jim.
I due raggiungono la camera del chitarrista e Puffy la apre con la chiave di riserva, facendo spazio a Roddy.
Il tastierista vi entra con cautela e subito il suo sguardo si posa sul viso rosso di rabbia e d’imbarazzo di Jim.
«Jim, ehi, ho portato Roddy per…»
«Bordin, esci» ordina il chitarrista, senza lasciare a Puffy il tempo di terminare la frase.
Il batterista sospira e consegna la chiave a Roddy, poi alza le mani in segno di resa, reclinando appena il capo di lato. «Io ci ho provato, amico. Ti prego, facciamola finita con questa roba» mormora.
Roddy annuisce, cercando di mostrarsi rassicurante. «Ora ci penso io, speriamo bene» replica.
Osserva Puffy lasciare la camera e richiudere la porta dietro di sé.
Si volta verso Jim e non sa cosa dirgli, come conquistarsi la sua fiducia.
Si morde il labbro inferiore e i suoi occhi percorrono involontariamente i lineamenti contratti del collega, gli occhi scuri sgranati, le sue braccia spalancate e bloccate alla testiera del letto. Indugia sulle spalle, sul torace su cui campeggia una leggera peluria, sui fianchi stretti…
Si riscuote e sbatte le palpebre. Cosa cazzo sta facendo?
Fa un passo avanti, ma Jim emette un lamento minaccioso che lo inchioda sul posto.
«Okay, sto fermo… ma, ehi, Jim, se non mi avvicino, come faccio ad aiutarti?»
«Stai lì.»
Il tastierista allora si accovaccia a terra, posa il mento sulle mani e tenta di pensare a qualcosa che possa metterlo a suo agio.
«Quello stronzo di Patton mi ha voluto ridicolizzare. Ancora una volta» prosegue Jim con rabbia, dimenandosi.
«Lo so, mi dispiace. Posso aiutarti, allora? Dopo potrai andare da lui e prenderlo a botte, che te ne pare?» propone il biondo, tentando di non lasciar scivolare lo sguardo su quelle cosce muscolose e sulle caviglie legate ai pomelli posti agli angoli inferiori del letto.
«Tanto so che questa cosa diventerà un vero supplizio per me!»
«Ma non puoi rimanere così… vedi, hai freddo. Stai… stai tremando» sussurra Roddy, rimettendosi lentamente in piedi.
La vede, la pelle di Jim increspata dai brividi. E vorrebbe essere lui a provocarglieli.
Quel pensiero lo schiaffeggia forte, così come la consapevolezza che detesta Mike Patton per quello che ha fatto. Stavolta ha davvero esagerato, non avrebbe dovuto.
Non con Jim.
«Perché mi guardi, eh?»
«Jim, non…»
«Solo perché mi trovi ridicolo, tutti in questa fottuta band mi trovano ridicolo!» si sfoga Jim, Roddy si sorprende nell’intravedere una piccola lacrima luccicare all’angolo del suo occhio destro.
«Jim, cazzo!» Il tastierista raggiunge il letto e afferra con decisione ciò che tiene legata la caviglia destra di Jim, armeggiando con mani tremanti per slegarlo. Sembra una calza o qualcosa del genere, non riesce a capirlo, ma sicuramente Mike ha raccolto in giro le prime cose che gli sono capitate.
«Mi prenderai per il culo a vita per questo, perché ho lasciato che quello stronzo mi legasse…»
«Com’è successo?» sussurra Roddy, liberando finalmente una delle caviglie. La prende delicatamente tra le mani e la adagia sul materasso, inginocchiandosi per poterla massaggiare e restituirle un po’ di circolazione.
Jim sospira sollevato e Roddy si sente andare a fuoco a quel suono basso, lo sente scivolare sotto la pelle e raggiungere il suo cuore.
«Ero ubriaco e non mi ricordo bene com’è andata, so solo che è stato lui…»
«Capisco, non importa» replica il biondo, spostandosi dall’altro lato per occuparsi dell’altra caviglia. La libera poco dopo e ripete il massaggio, gustandosi la sensazione di sentire la pelle ruvida di Jim e i suoi soffici peli tra le dita.
Sta diventando davvero difficile tenere a bada le sensazioni che sta provando, ritrovarsi quel ragazzo nudo proprio di fronte lo sta mettendo seriamente alla prova.
«A me importa.» Jim respira forte, è frustrato. «A me importa eccome. Ho fatto una figura orribile di fronte a te e Puffy…»
Roddy solleva lo sguardo. Si morde il labbro inferiore e lo fissa negli occhi, trovandoli colmi di malinconia e imbarazzo. «Io e Puffy non ti giudichiamo, non lo diremo a nessuno.»
Jim sorride ironico. «Ormai lo sanno tutti, che importanza ha?»
«Dovresti parlare con Mike, reagire quando lui…» Roddy si interrompe, rendendosi conto che le sue mani sono ancora sulla caviglia di Jim.
Il chitarrista scuote il capo. «Non fa differenza. Lui è fatto così. Io l’ho portato nella band, adesso non posso lamentarmi» replica.
«Riesci a muovere le gambe?» cambia argomento il biondo, lasciandolo andare a malincuore.
«Uhm… sì, ah cazzo, finalmente!»
Roddy si allunga con l’intenzione di slegargli il polso sinistro, ma il suo sguardo rimane inchiodato tra le cosce di Jim.
Il suo corpo non mente, non può essere un’allucinazione.
Il chitarrista ride sarcastico, chiudendo per un attimo gli occhi. «Ecco, ci mancava solo questa… merda, Roddy, scusami…»
Il tastierista sente le braccia tremare e le ginocchia cedere; ringrazia mentalmente il materasso che sta sotto di lui e non gli permette di cadere come avrebbe fatto se fosse stato in piedi.
Si porta una mano di fronte alla bocca, stringendo l’altra a pugno.
«Ti prego, liberami, voglio stare solo» mormora Jim, sempre più imbarazzato e triste.
Roddy vuole farlo, deve farlo. Non può ancora privarlo della sua libertà, ma allo stesso tempo…
Allo stesso tempo averlo lì, nudo, tremante, eccitato, indifeso…
Scuote con forza il capo e si adopera per slegarlo, è per questo che si trova in camera di Jim.
Libera un polso, poi si ferma. Osserva Jim che si sgranchisce il braccio, si morde ancora una volta il labbro inferiore.
D’istinto, porta una mano sul viso del chitarrista e lo accarezza, facendo scontrare i loro sguardi.
«Roddy…»
«Ehi, non preoccuparti. Adesso ti slego e…»
Ma Jim non lo lascia finire. Con la mano libera lo afferra per la maglietta e lo trascina verso il basso. Roddy gli cade rovinosamente addosso, il cuore a mille e il respiro corto.
La mano del chitarrista è premuta con forza al centro della sua schiena, lo tiene schiacciato con il petto contro il suo e gli impedisce di muoversi.
Le gambe di Jim si intrecciano alle sue e lo abbracciano delicatamente.
Roddy rimane con il viso schiacciato contro la spalla dell’altro, non osa sollevarlo, si sente mortalmente a disagio e non sa come interpretare quel gesto.
La mano di Jim si sposta lungo la sua schiena, fino a raggiungere il collo e scivolare sotto il suo mento. Lo costringe a sollevare il viso e lo bacia, lento, delicato, dolce.
Le sue labbra sono così morbide, calde e lievi sulle sue, Jim non ha fretta di avere quel contatto così strano e nuovo con lui.
Roddy si scioglie, lascia scorrere le mani lungo i suoi fianchi e le serra sulle sue spalle, spingendo dolcemente la lingua nella bocca del chitarrista.
Ha desiderato così tanto quel bacio che adesso non può crederci, è semplicemente impossibile.
Quando si staccano con un piccolo schiocco, i loro occhi sono liquidi e dolci.
«Che ne dici?» soffia Jim sulle labbra di Roddy.
Il biondo non sa come replicare, sta seriamente rischiando di andare in iperventilazione.
«Ehi, Roddy, dai… calmati, respira. Va tutto bene… Dio, scusami, cazzo.»
Il tastierista scuote con forza il capo. «Non scusarti, io… lo volevo da tempo, è così strano…»
«Da tempo?» lo interroga Jim curioso.
«Beh, sì…» Roddy torna a inginocchiarsi e si allunga per slegare anche l’altro polso.
«Aspetta» lo richiama Jim.
Il biondo si ferma e lo interroga con lo sguardo.
Negli occhi di Jim passa una piccola scintilla maliziosa. «Legami nuovamente anche l’altro» sussurra.
Roddy aggrotta le sopracciglia. «Che cosa?» sbotta stranito.
«Non ti va?»
Roddy scuote il capo.
Jim traccia con le dita il profilo della sua spalla coperta dalla t-shirt. «Perché?»
Sono brividi quei polpastrelli su di lui, sono tocchi al cuore quelle carezze quasi casuali e delicate.
«Perché… voglio che mi abbracci» ammette il biondo.
Jim sgrana maggiormente gli occhi scuri, poi con la mano libera strappa via l’ultimo lembo di stoffa che lo tiene legato al letto.
Le sue braccia si serrano immediatamente al corpo esile e caldo dell’altro, mentre le sue labbra si posano sul suo collo.
Roddy trema senza ritegno, si sente scuotere fin nel profondo.
Non riesce a credere che lui e Jim sono abbracciati su quel letto, che si stringono forte e si coccolano.
Non riesce a realizzare che può avere quei baci, quelle carezze, quel corpo accogliente tutto per sé.
Sente le dita affusolate del chitarrista insinuarsi sotto la sua t-shirt e percorrere lente la sua colonna vertebrale, indugiare sui fianchi e tracciare il profilo delle scapole.
Si scambiano un’occhiata carica di significato.
«Patton è stato utile» bofonchia Jim, baciandolo piano alla base dell’orecchio.
«Almeno stavolta sì…» sospira Roddy, lasciandosi sfilare la maglia.
Ed è bello trovarsi lì, è bello dimostrare a Jim tenerezza come avrebbe voluto fare da un sacco di tempo.
Si abbandona e si modella tra quelle braccia.
Avevo ragione su Jim. È un ragazzo d’oro.
Roddy decide che non si lascerà mai influenzare da Mike e Bill, dagli scherzi di cattivo gusto e da ciò che accadrà nel futuro della sua band.
Perché lo sente: non può e non vuole rinunciare a quello che pian piano sta scoprendo di poter provare insieme a Jim.
Non si lascerà scappare l’opportunità di sentirlo così vicino, di udire i suoi sospiri infrangersi sulla sua pelle e nei suoi timpani.
Non si impedirà di stare bene come in quel momento.






♥ ♥ ♥

Cari lettori, eccomi qui con un piccolo esperimento ^^
Chi mi conosce sa che la Martum non è proprio la mia OTP, che quella Suprema di questo fandom è la Pattum.
Ma vedete, Soul è riuscita a farmeli amare, è riuscita a farmi capire quante cose positive ci possono essere in questi due insieme.
Il loro è un legame decisamete più fluff rispetto a quello tra Mike e Roddy, ma volevo assolutamente farveli scoprire così come li vedo io.
Questa piccola OS può essere liberamente vista come il sequel della mia drabble Legami indissolubili presente nella raccolta “Kings For A Day”.
Spero di aver fatto cosa gradita e ovviamente di aver scritto in maniera decente di questi due ^^
Grazie davvero a chiunque sia passato di qui a leggere e a chi mi lascerà una piccola recensione!
Alla prossima ♥

  
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