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Autore: Nim_    09/03/2020    1 recensioni
Dopo una separazione, le cose cambiano radicalmente e non é più possibile stare insieme, come un giorno il trio si promise. Mentre Lia e Chanyeol si preoccupano di riuscire a dimenticare parte del suo passato, Luhan non deve preoccuparsi di nulla. Mentre continuano a camminare, a passi determinati, finiscono per tornare tutti al luogo dove i loro cuori sono sempre stati. Lì, nella capitale, Seoul, dove tutto ebbe inizio, dove Lia, Chanyeol e Luhan hanno l'occasione di rincontrarsi, conoscendosi di nuovo.
Genere: Angst, Fantasy, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Chanyeol, Chanyeol, Lu Han, Lu Han, Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Marzo 2011 – Seoul – South Korea

La sedia del giardino dell’ospedale era sempre meno comodo. Le mie mani tremavano cercando di tenere il quinto bicchiere di caffè di quel pomeriggio. Chanyeol mi dicev qualcosa, ma io non ero capace di ascoltare.
Lui era l’unica persona che io avevo, lui che mi stava appoggiando ogni volta che cadevo un po’ più giù e perdevo le speranze che mi restavano. Ma io non potevo sentirlo in quel momento, sentivo solo i miei alti battiti cardiaci che facevano eco nei miei timpani. E tutto perché sapevo che ad ogni momento poteva uscire da quella porta di vetro bianca,  la persona che stavo aspettando per tanto tempo. Non riuscivo a concentrarmi in assolutamente nulla.
Quella mattina inizò agitata da quando mi svegliai con quella chiamata da persone non molto importanti, ma che mi dicevano cose serie, forse gravi.
Dicevano che quello era il giorno decisivo. Si, il giorno della sentenza. E io ero perdonata o condannata.
Era in quel modo che vedevo la situzione. O le cose sarebbero andare nel verso giusto, e sarei stata libera dal dolore e lui sarebbe tornato, o non avrei avuto più il diritto di vederlo mai più. Non c’era un mezzo termine. Se provassi a forzare una situazione, le cose si sarebbero complicate ancora di più. E io non volevo causare più danni. Non a lui.
Era sveglio da poco più di una settimana, magari due, e quindi non mi era permesso di fargli visita. Non ero riuscita a parlargli tanto. Ma grazie alla fisioterapia che andava bene, sarebbe potuto uscire in quel giorno. Però nulla era garantito, avrebbe continuato con l’accompagnamento medico a casa. DoMi non avrebbe badato a spese.
Io… Chanyeol ed io. Dovevamo stare lontani e non influenzare, forzare o indurre nulla. Solo dovevamo esserci per qualsiasi cosa sarebbe successo.
Io sapevo che la cosa più probabile era che tutto andasse storto, la vita non è un film dove ci sono gli happy ending e dove esiste la seconda chance. O un videogioco che dopo il gameover c’è la possibilità di riniziare. Ma io non potevo non confidare nella piccola possibilità di avere un buon finale, quello in cui lo avrei abbracciato, e che lui mi avrebbe perdonata. Dipendevo dalla poca speranza, dipendevo dal filo ogni secondo più fine che mi univa a lui, al passato. Al nostro passato. I nostri ricordi.
Era tardi, e cominciai a sentirmi nervosa. Volevo prestare attenzione a ciò che il moro diceva, ma non riuscivo. Nel momento in cui la porta si aprii, fui affetta da una dispnea da quanto aspettavo quel momento. Qualche viso conosciuto e poi quella figura più che familiare. Sentii come se non ci fosse aria, come se non ci fosse atmosfera.
Era visibilmente stanco, ma si mostrava sveglio e con vita, con più vita, diverso da come io lo vedevo da settimane. Mi sentii confortata.
Potevo svenire per mancanza d’aria, ma volevo vedere quella scena. Calmamente, inspirò l’aria ai polmoni come se ne sentisse la mancanza – non più che me in quel momento -. Lo imitai, i miei occhi erano fissi su di lui.
Senza accorgermene ero già in piedi, gli occhi pieni di lacrime. Sentivo in bisogno di fare qualcosa, di muovermi. Diedi un passo, ma la mano di Chanyeol afferrò il mio braccio. Sapevo perché lo stava facendo, e lo ringraziai mentalmente anche se contrariata.
Senza prestare attenzione al ragazzo accanto a me tornai ad osservare ciò che mi interessava più di tutto in quel momento, quell’altro ragazzo che era libero da quell’ospedale malinconico.
Il suo delicato viso e leggermente cambiato grazie al tempo aprii un sorriso senza umore rispondendo alla donna accanto a lui, e in seguito i suoi occhi persorsero tutto il locale finché non si posarono su di me. Sentii il mio petto essere dominato da un’onda perplessa di speranza, ma in una volta solta, come uno shock. Involontariamente le mie labbra si aprirono volendo solo gridare il suo nome, ma non avevo la forza necessaria. Non sapevo ancora esattamente cosa stesse succedendo e qualsiasi mia azione dipendeva da quella decisione presa, destino o qualunque cosa fosse.
E allora, quale sarebbe stata la mia sentenza?
Seppi la risposta quando i suoi occhi freddi si distaccarono da me, senza una reazione o dimostrazione che io significavo qualcosa. Continuò semplicemente il suo cammino. Fu sufficiente per farmi capire ciò che era deciso, facendomi male.
Sapevo che sarebbe successo, ma testardamente continuavo a sperare che io ancora significavo qualcosa per lui, che ancora esistevo. Ma questo era il mio castigo. Ora ero nessuno, solo un altro viso, un viso sconosciuto, qualcuno senza importanza.
Quando tornai in me, ero inginocchiata per terra, il caffè bollente scorreva vicino alla mia mano appoggiata al cemento freddo, le mie lacrime scorrevano sul mio viso. Singhiozzavo. Chanyeol era accanto a me, e io potevo finalmente sentirlo.
– Lia….Sono qui, non ti lascerò sola. – Mi abbracciò – Sarò sempre con te.
  
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