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Autore: Babbo Dark    10/03/2020    3 recensioni
Derek non riesce a sentirsi parte del Branco, non dopo tutto quello che è successo, e così si reca da una strega affinché lo aiuti a entrare in contatto con le sue emozioni; peccato che l'amuleto donatagli fa molto di più: consente alle principali emozioni del mannaro di personificarsi e gironzolare per la città, causando non pochi guai al Branco. Il loro scopo? Cercare Ancora, naturalmente...
Genere: Comico, Fluff, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Derek/Stiles, Il branco
Note: Missing Moments, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Sterek in Disney... '
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ANGOLINO EMOTIVO: salve lettori, Babbo Dark è finalmente tornato a pubblicare su EFP! Devo ammettere che la scrittura mi mancava, nonostante le motivazioni che mi hanno spinto a lasciarla, e ultimamente la vita mi sta dando qualche problemino, motivo per cui mi sono ributtato in questo mondo; tra tutti i fandom in cui ho scritto, questo di “Teen Wolf” è quello che mi ha dato più soddisfazioni, motivo per cui ho deciso di ricominciare proprio da qui.

Ma bando alle ciance e passiamo alla storia! Il prompt di questa cosuccia lo pubblicai taaaanto tempo fa sulla pagina Facebook “Sterek Prompt” (purtroppo non riesco a inserire il link del prompt, sorry :P) e spero che riesca a strapparvi un sorriso; la storia è divisa in capitoli, dovrebbero essere cinque se non ci saranno modifiche, e i primi due sono pronti ma non prometto nulla per quanto riguarda le pubblicazioni.

Cooooooooomunque, io vi lascio alla storia e vi auguro buona lettura!

 
Babbo Dark
 

 


Alla ricerca di Ancora
Capitolo I: Paura e Tristezza


 
Melissa ODIAVA il sabato; lavorando al pronto soccorso del Beacon Memorial Hospital la donna era chiamata a prestare assistenza a tutti quei ragazzi che per colpa di alcool e droghe si ferivano, avvelenavano o rimanevano coinvolti in incidenti stradali. Quel sabato però era diverso: aveva smontato dalla notte e, soprattutto, iniziava finalmente le sue meritatissime ferie! Da quando aveva aperto gli occhi, infatti, la donna non aveva smesso di sorridere e dopo una lauta colazione si decise a iniziare le pulizie; vivere con due adolescenti mannari aveva i suoi lati positivi, l'ordine non era fra questi. Se Isaac era più riservato con le sue cose, soprattutto per quanto riguardava la biancheria intima, Scott era un'animale! In ogni stanza della casa la donna trovava dei suoi indumenti e ancora doveva spiegarsi il motivo per cui i boxer del ragazzo erano stati appoggiati sul corrimano delle scale; sospirando, la donna riempì una bacinella con tutti i panni sporchi e si recò nella lavanderia per svuotarla per poi recarsi nelle varie stanze per liberarle dai vestiti sporchi.
 

Quando arrivò davanti alla stanza di Isaac, però, uno strano rumore attirò la sua attenzione: qualcuno stava bisbigliando qualcosa sottovoce, senza contare i numerosi colpi e cigolii che avvertiva provenire oltre la porta; Melissa deglutì e si recò nella propria stanza per recuperare la sua nuova mazza da baseball in metallo, pronta a stordire chiunque si fosse intrufolato in casa sua, mannaro o non. La porta cigolò in modo sinistro mentre si apriva e la donna avanzò con cautela all'interno della stanza, studiando ogni angolo allo scopo di individuare qualsiasi elemento di discrepanza; un nuovo borbottio tremolante, però, attirò la sua attenzione al lato del letto, dove quello che sembrava uno stivaletto nero spuntava da sotto la rete. Attentamente, si avvicinò e si chinò, sollevando lentamente le lenzuola e puntando gli occhi su un Derek rannicchiato sotto la rete del letto; il mannaro urlò terrorizzato e scartò all'indietro mentre Melissa, urlando anche lei, si sbilanciava e cadeva all'indietro.
 

 
«Derek, ma che diavolo!» esclamò furiosa la donna.


«Non mi uccidere!» rispose invece il mannaro, facendo corrugare le sopracciglia di Melissa «Paura, paura, paura, paura, paura...» iniziò a borbottare il licantropo, spingendo la donna a sollevare nuovamente le lenzuola «Ti prego, non farmi male... Io... Io... Sono pericoloso, sì, sono un licantropo pericolo!» esclamò e solo allora Melissa si rese conto che Derek tremava visibilmente «Ti... Ti mordo!» la minacciò nuovamente ma senza successo.


«Ehi, Derek, sono io...» sussurrò dolcemente Melissa mentre allungava una mano sotto il letto nella speranza di poter afferrare la caviglia del mannaro ma questi, invece, si rannicchiò ancor di più contro il muro «Sono la mamma di Scott, ricordi? Sono umana e non posso farti niente.» gli ricordò preoccupata.


«Mi avvelenerai con lo strozzalupo e morirò!» uggiolò in risposta Derek «Oppure mi torturerai e io morirò!» continuò nascondendo la testa nelle braccia «Ancora, dove sei?» chiese in un sussurro disperato, facendo intristire una confusa Melissa.

 

 
***
 
 

 
Peter entrò fischiettando nel complesso di appartamenti dove viveva, le braccia tese per sorreggere la spesa e in testa la stupida canzoncina di una pubblicità; nonostante quella stessa mattina suo nipote l'aveva lanciato contro la parete, a causa di una sua battuta sull'umano, l'Hale si sentiva felice: Cora sarebbe arrivata a breve e loro, almeno per una settimana, potevano fingere di essere ancora una famiglia.


L'umore di Peter, però, peggiorò drasticamente quando percepì il fetido odore della tristezza inondare la tromba delle scale; sbuffò e cominciò la salita, sperando con tutto sé stesso che Derek e quello zuccone di Stiles non avessero nuovamente litigato per qualche assurda e stupida motivazione.
Ad attenderlo, però, c'era una situazione che mai si sarebbe immaginato: Isaac e Cora si trovavano in ginocchio davanti a un disperato Derek, i cui violenti singhiozzi gli scuotevano violentemente le spalle.
 
 

«Che succede?» domandò Peter posando le buste sul pavimento ma, in risposta, ottenne solo un'alzata di spalle da parte dei due beta «Ehi, nipote?» chiese avvicinandosi a Derek, il quale sollevò la testa dalle sue ginocchia e lo fissò con due iridi impossibilmente azzurre.


«È colpa mia!» esclamò improvvisamente Derek mentre due grandi lacrimoni gli bagnarono le guance barbute «Cora è arrivata in anticipo e io non sono andato a prenderla!» urlò disperato mentre rituffava la testa sulle ginocchia e se l'avvolgeva con le braccia.


«Eh?!» Peter si allontanò di qualche passo e fissò lo strano quadretto che si era venuto a creare: Derek si trovava contro la grande vetrata del loft, la schiena premuta contro il vetro freddo e le ginocchia appoggiate contro il petto.


«Ha anche detto qualcosa riguardo all'assenza di cibo...» lo informò Isaac e Derek ruggì tutto il suo dolore.


«Il mio amico viene a trovarmi e io non ho neanche il caffè!» esclamò Derek non muovendosi di un millimetro dalla propria posizione «E poi... E poi... E poi...» singhiozzò a corto di fiato.


«E poi?» chiese dolcemente Cora mentre gli massaggiava le spalle tese.


«E poi non trovo ANCORA!» urlò Derek sollevando la testa e fissando la sorella, il volto fradicio di lacrime e gli occhi rossi per il pianto.


«Hai perso la tua ancora?!» esclamarono in coro i tre mannari.


«No, ho perso Ancora...» singhiozzò nuovamente Derek.


«Sta così da almeno due ore, forse anche prima...» disse una preoccupatissima Cora.


«Portiamolo da Melissa, non credo che sia un problema druidico...» si aggiunse Isaac e Peter, sospirando, annuì.

 
 
***
 
 


«Avanti Derek, così...» sussurrò Melissa con un timido sorriso sul volto, le braccia tese e le mani strette attorno a quelle di Derek; il mannaro si era deciso a uscire dal suo nascondiglio dopo quasi un'ora di mediazione tra lui e la donna che, quando lo vide in volto, sussultò appena: Derek aveva le iridi viola «Adesso andiamo in soggiorno, ok? E preparo davanti ai tuoi occhi una bella camomilla, ok?» disse avvicinandosi alle scale.


«COS'È?» esclamò Derek quando la casa scricchiolò.


«È solo la casa.» rispose pacata la donna.


«LA CASA STA BRUCIANDO!» braitò Derek prima di abbracciare la donna con tutta la sua forza, tremando da capo a piedi.


«NO!» urlò a sua volta Melissa «Derek, questa casa non brucerà, ok? Ci sono i rilevatori di fumo attivi e poi non senti puzza di bruciato, vero?» domandò carezzandogli la schiena per poi sorridere al 'No' appena sussurrato dal mannaro.


«E se stessi perdendo l'olfatto?» chiese in un sussurro Derek.


«Senti tutti gli odori della casa?» il mannaro annuì e, con un sospiro, i due proseguirono.

 
 
Melissa dovette appellarsi a tutta la sua calma e professionalità mentre faceva scendere Derek dalle scale, sopportando tutte le previsioni catastrofiche che il mannaro urlava ogni pochi secondi; come promesso, la donna fece accomodare il suo terrorizzato ospite sul divano in soggiorno e, poco dopo, preparò davanti ai suoi occhi una tazza di camomilla. Solo quando il liquido ambrato iniziò a scaldargli la sua gola il mannaro si calmò, permettendo a Melissa di riflettere un attimo su quanto stava succedendo; quella situazione di calma s'infranse in pochissimi secondo visto che un’auto parcheggiò nel suo vialetto e Derek, urlando un terrorizzato 'CI SPARERANNO!', si nascose in un angolo del salone.

 
 
«Ciao Melissa, abbiamo bisogno del tuo aiuto...» disse Isaac appena entrò in casa.


«Anche io del vostro.» sussurrò in risposta la donna per poi sgranare gli occhi quando vide Peter trasportare in disperatissimo Derek all'interno dell'abitazione «Ma...» disse osservando l'altro Derek nascosto dietro le tende.


«Non smette di piangere e lo fa per qualsiasi cosa!» esclamò il mannaro mentre il Derek dagli occhi blu abbracciava forte lo zio.


«Ho ucciso i miei pesciolini rossi! Perché ho ucciso i miei pesciolini?! Sono un assassino!» guaì Derek mentre le spalle venivano scosse dai singhiozzi.


«Avevi quattro anni e non sapevi neanche allacciarti le scarpe, figuriamoci mantenere in vita due stupidissimi pesci!» sbuffò irritato Peter.


«Tr... Tristezza?» il Derek dagli occhi viola si alzò lentamente dal suo nascondiglio e fissò sconvolto l'alter-ego piangente.


«Paura?» chiese a sua volta l'altro Derek.


«Hai trovato Ancora?!» domandò immediatamente Paura mentre si avvicinava all'alter-ego «Posso dire che l'abbiamo trovato insieme? Lui potrebbe farmi male!» esclamò tremando vistosamente ma Tristezza, mordendosi il labbro inferiore, scoppiò in un pianto disperato.


«Non ho trovato Ancora! Ci ha abbandonato!» ululò Tristezza prima di abbracciare Paura, che squittì terrorizzato in risposta.


«No, Ancora non può abbandonarci! Come faremo?!» gli disse Paura ricambiando tremolante l'abbraccio.


«Si può sapere che cazzo sta succedendo?» disse Cora, dando voce ai dubbi di tutti i presenti.
   
 
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