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Autore: Text    10/03/2020    1 recensioni
È bastato un battito di ciglia a sconvolgere l’equilibrio che con tanta fatica aveva costruito, nel corso degli anni. Una folata di vento improvvisa, un movimento così fugace da non lasciargli neanche il tempo di realizzare quanto fosse sottile la line anche divide vita e morte. Chiuse gli occhi per un secondo. Quando li riaprì, una lacrima calda si stava solcando il volto. Si inginocchiò a terra e chiuse nuovamente gli occhi. C’era solo buio, attorno a lui, ed un grande frastuono provocato dalle sua urla incontrollabili. Urla di morte.
Genere: Drammatico, Guerra, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo Personaggio, Sabaku no Gaara
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Incompiuta, Spoiler! | Contesto: Più contesti, Contesto generale/vago
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Ciao a tutti i ragazz* di EFP!
Noworakage, tradotto in modo molto grossolano, sarebbe "il kage maledetto". Uno stralcio di indizio di come si sviluppa l'intera trama. La storia ha inizio ben prima che Gaara divenne kazekage,  riprendendo con un salto temporale  che sfocia appena dopo la terza grande guerra dei ninja. Essendo uno dei personaggi che maggiormente mi ha intrigata, durante questi anni, ho sempre immaginato cosa si celasse dietro le quinte di Gaara. Ho poi successivamente immaginato un futuro postumo al manga ma che, con grande sorpresa, ho cercato di adattare temporalmente agli avvenienti che lo ritraggono in Boruto. E niente… spero che questa piccola storia di fantasia possa stuzzicare un po’ la vostra curiosità. Peace.


Noworakage

1.
 
È bastato un battito di ciglia per sconvolgere l’equilibrio che con tanta fatica aveva costruito, nel corso degli anni. Una folata di vento improvvisa, un movimento così fugace da non lasciargli neanche il tempo di realizzare quanto fosse sottile la linea che divide vita e morte. Chiuse gli occhi per un secondo. Quando li riaprì, una lacrima calda gli stava solcando il viso. Si inginocchiò a terra e chiuse nuovamente gli occhi. C’era solo buio, attorno a lui, ed un grande frastuono provocato dalle sua urla incontrollabili. Urla di morte.

-È molto nobile da parte tua, Gaara. Ma la strada per diventare kazekage sarà molto più difficile, per te-
-Farò tutto quello che è in mio potere per raggiungere il mio scopo. È questo che voglio essere, non solo un mostro di cui aver paura-
-Lo capisco fratello, ma…-
-Ti renderò fiero di me, Kankuro-
Il fratello maggiore sussultò a quelle parole. Gaara non gli aveva mai riservato frasi del genere.
-Lo sono già, fratello…- ma quelle parole sussurrate non arrivarono subito alle orecchie del giovane, intento scrutare il tramonto caldo che si affacciava sul villaggio. Tuttavia, Kankuro continuò.
-Dovrai entrare a far parte delle forze speciali del villaggio. Sarà il tuo primo ostacolo e non sarà facile.-
Gaara si voltò a guardare attentamente il fratello.
-Continua- gli chiese.
-Devi farti notare dai piani alti. Non serve essere una forza portante per attirare l’attenzione. Devi dimostrare quanto tu desideri proteggere il villaggio.-
Garra rimase in silenzio, aggrottando il viso. Dopo una piccola pausa, la sua espressione si fece rilassata.
-Dimmi come iniziare, fratello-
I due si scambiarono un piccolo e silenzioso sorriso fraterno.

Il corridoio era lungo e buio. Un affatto umido nei sotterranei del villaggio della sabbia che mai aveva raggiunto in tutta la sua vita. Ogni tanto si palesava qualche neon ballerino e altamente fastidioso.
-Ci vuole ancora molto?- domandò scocciato il ragazzo dai capelli rossi.
-Ci siamo quasi, la stanza principale è per esigenza così nascosta alla luce del sole-
-Lo sto notando-
L’uomo che camminava davanti a lui era alto e fisicamente ben messo. Si vedeva che aveva il fisico di un ninja più che ben allenato.
-Ci tenevo a farti i miei complimenti, Gaara. Non è da tutti superare così in fretta i test attitudinali per le forze speciali. Si vede che sei speciale-
-Non si tratta di essere speciale, è questione di furbizia-
-Cosa centra la furbizia, con dei test fisici e di intelligenza?-
-Io penso che nessuno di voi sia un idiota, se siete arrivati fino a qui-
-Touchè, ragazzo…-
Il corridoio sembrava non finire mai.
-Tuttavia, non siamo tutti dei fenomeni. In un certo senso, rimani speciale-
-Tsk-
Dove i neon si facevano più forti, una stanza si aprì davanti a loro. Una sorta di grande spogliatoio misto di cemento armato, dannatamente umido. L’odore di sudore si mescolava a quello del sangue, fin troppo forte.
-Cos’è questa puzza?- fece il giovane.
-L’odore di una missione appena finita-
C’erano almeno una ventina di ninja mascherati, in quella stanza. Ninja di ogni forma e dimensione, uomini e donne sporchi di terra e sangue. Le loro armi, abbandonate a terra, giacevano insieme ad alcuni rotoli. Come i due entrarono, tutti si girarono a guardarli, inchinandosi e salutando quello che dovrebbe essere il loro capitano.
-Buongiorno capitano!- urlarono all’unisono.
-Riposo ragazzi. Vi ho portato un nuovo soldato-
Alcuni si misero a ridere. Gaara, nonostante i suoi 14 anni, non era fisicamente come ci si aspetterebbe da un soldato speciale. La sua forma esile, seppur ben sviluppata, appariva molto più asciutta. Di per sé non dimostrava mai gli anni che realmente aveva.
-Signore… forse voleva dire recluta? Questo ragazzino… è così giovane-
-Ci tengo a informarvi che tra di voi ci sono ninja della stessa età di questo ragazzo. Presentati, forza-
-Sono Gaara, e non sono un bambino. Ho 14 anni-
A quel nome alcuni sussultarono. Lo conoscevano fin troppo bene.
-Gaara è stato ammesso come recluta solamente il mese scorso, ed è già passato al grado di soldato speciale scelto. Molti di voi ci hanno impiegato anni ad arrivare al suo livello. Ed è persino più giovane. Vi consiglio di non sottovalutarlo. È speciale-
Quell’aggettivo non calzava benissimo sulla figura di Gaara, infatti non tutti accettavano di buon grado il suo “essere speciale”.
-È un mostro- disse qualcuno, in fondo alla stanza -ecco cos’ha di speciale-
Un battito di ciglia bastò a Gaara per materializzarsi dinanzi all’uomo che aveva pronunciato quelle parole. Un battito di ciglia gli bastò per puntare un’arma di sabbia affilata come una lama sulla gola di quell’uomo, che deglutì dalla paura. La punta della lama aveva perforato di poco la pelle del collo, facendo fuoriuscire una piccola linea di sangue.
-Ci ho messo un secondo per fare questo- disse il ragazzo, fissandolo intensamente negli occhi.
-Chissà cosa avrei potuto farne di te, in 2 secondi- si dissolse.

Kankuro si era più volte raccomandato col fratello sul come comportarsi ad un testa a testa con uno sconosciuto.
-Non essere insopportabile, ma cosa più importante, non fare il tenebroso. In squadra ti faranno comodo degli amici-

Mi dispiace fratello, non ci sono ancora abituato.

—Calmiamoci ragazzi. Gaara, stai al tuo posto. Kendo, mi fai vergognare-
L’uomo riprese colore e arrossì.
-Laggiù c’è un armadietto vuoto. Cambiati e raggiungi i tuoi compagni di squadra nell’altra stanza-
-E chi sarebbero?-
-Cambiati e te li presento-
Gaara si aggrottò pensieroso, mentre cominciava a cambiarsi.

La divisa delle forze speciali del paese del vento non era tanto diversa da quella del paese del fuoco. Una tuta antracite con sottotuta a rete, una giacca di rinforzo grigia e stivali rinforzati.
Gaara si specchiò in un piccolo frammento di vetro, si guardò negli occhi e sospirò.
La stanza di fronte era sicuramente più confortevole, senza il puzzo di sudore che spiccava.
Il capitano attendeva il ragazzo in compagnia di altri 3 ninja.
Due apparentemente giovani ragazzi ed una fanciulla dai capelli lunghi.

Petto in fuori, schiena dritta.

-Soldati, vi presento Gaara. Oggi prende servizio nella vostra squadra-
I compagni fecero un leggero inchino di benvenuto.
-Capitano, mi scusi, ma la nostra squadra è composta da 3 persone-
-Lo so Kawano. Infatti Gaara sarà il vostro caposquadra-
-Cosa?!- fece la forza portante.
-Signore, con tutto il rispetto…-
-Gaara, non fare complimenti, con la commissione ne abbiamo convenuto che la posizione più adatta alle tue capacità fosse quella di caposquadra-
-…-
 -D’altronde, non eri già caposquadra del tuo vecchio team?-
-Si può dire di sì…-
-Ottimo-



-Caposquadra?!-
-…-
-Beh, quando dicevo di mettercela tutta non pensavo a questo!-
-L’ho scoperto solo ieri-
-Certo… in effetti saresti stato sprecato come semplice soldato. Forse è meglio così- spuntò Temari nel discorso tra i due fratelli.
-Staremo a vedere-
-Gaara, fossi in te sarei su di giri. Essere caposquadra non è una novità per te. Non capisco quel sia il problema-
-Temari, non mi sembra che fino ad ora voi abbiate avuto molta scelta come caposquadra-
-Sì, in effetti…-
-Devi cercare di farti ben volere-
-Kankuro ha ragione! La chiave per una squadra equilibrata è sicuramente il rispetto-
-…-



-Ragazzi, vi dico che state esagerando. Secondo me quel Gaara sembra un tipo in gamba- Erin era sempre molto propositiva verso il prossimo. Una qualità non comune nei ninja di grado elevato come il suo.
-Tu non sei oggettiva, Erin… ti dico che quel ragazzino è una macchina da guerra-
-Shoji, secondo me ha ragione Erin. Stai esagerando- Aiko, appoggiato al muretto del retro del palazzo del kazekage, disse la sua.
-Fate come volete, ragazzi. Non starò a tenere il broncio. Vi ricordo che non siamo semplici ninja-
-No, appunto- una voce si palesò davanti al gruppetto.
-Quindi come dobbiamo chiamarti adesso? Sensei… capo?-
-Chiamami come ti pare, non ho voglia di perdere tempo con queste sciocchezze-

 Rilassati.

Gaara sbuffò pacatamente. Incrociò le braccia.
-Non voglio discutere su cose futili come questa- abbassò lo sguardo.
-Nemmeno noi- lo interruppe la ragazza.
-Io sono Erin Matsuoka- gli sorrise. Il suo volto era candido e piacevole, agli occhi di chi la guardava. Quasi ci si dimentica di avere davanti a sé un vero soldato. I capelli lunghi e scuri incorniciavano perfettamente il viso minuto e pallido della ragazza.
-Quei due musoni sono Shoji Tsuki e Aiko Kawamura- i due fecero un lieve inchino, che venne ricambiato da Gaara.
Shoji era un ninja dalla corporatura robusta, un vero armadio di 180 cm. Fisico che andava in leggero contrasto con quello di Aiko, molto simile fisicamente a Gaara, ma con una folta coda nera.
-Sono contento di vedere dei volti giovani tra le forze speciali, pensavo ci fossero solamente jonin esperti-
-Noi siamo jonin- fece Aiko con un ghigno beffardo -tu piuttosto, sembri piuttosto giovane-
-Se è per questo, sono un jonin anch’io-
A quelle parole i ragazzi sussultarono. Il volto di Erin si infuocò di una leggera invidia, un ghigno si fece spazio anche sul suo volto.
-Allora ti propongo una cosa, caposquadra. Una sfida, così per rompere il ghiaccio. Noi tre contro di te - fece la giovane, aggrappandosi suoi suoi compagni - voglio testare il livello di chi ci dovrà condurre durante le spedizioni-
Il resto del team sembrava entusiasta all’idea, tant’è che assecondarono la compagna.
-Già- fece Shoji -sarà divertente-
Sul volto di Gaara comparve un’espressione leggermente compiaciuta e piuttosto sicura.
-Va bene. Rendiamo la cosa interessante - i ragazzi sussultarono.
Mi scontrerò con voi. Ma non userò le mani. Rimarrò sempre così come mi vedete adesso, ovvero a braccia conserte-
Ti vuoi prendere gioco di noi?!- urlò Shoji, eccitato e impaziente.
Nient’affatto. Sono molto serio. Non ho bisogno delle mani per vincere uno scontro-
Allora non ti dispiacerà…- urlò la ragazza, che si sospese improvvisamente mezz’aria -…se iniziamo subito!-
Tutto il team si divise, ognuno in direzioni diverse. Gaara rimase immobile, girandosi semplicemente. L’arte di punta di Erin era quella delle armi. Una tecnica speciale in grado di combinarsi perfettamente con gli agenti atmosferici del momento. Le sue armi potevano essere create attraverso materiali organici ed inorganici.
Mentre Erin era intenta a creare i suoi attrezzi letali, Shoji si impegnava a fondo nella creazione di una fitta nube tossica. Aiko, invece, si limitò ad allontanarsi. La sua specialità era il corpo a corpo.
I primi attacchi non misero in difficoltà Gaara, che si dissolse rapidamente in un cumulo di sabbia.
-Si è disperso?!- urlò uno del team.
-In guardia! La sua abilità è la sabbia!-
Gaara si materializzò al di sopra della nube tossica, ovvero sopra il muretto. La sua difesa assoluta gli permetteva l’immunità su ogni attacco esterno al suo corpo, oltre che a sopportare la tossicità della nube.. Lo scudo di Gaara ingoiò i pugnali organici fluttuanti, polverizzandoli.
-Aiko, sto aspettando solo te-
Un fischio si avvicinò alle spalle del ragazzo. Aiko affondò il braccio nella schiena di Gaara, diffondendo una grande scintilla elettrica. Il soldato ghignò.
Un braccio di sabbia, però, iniziò a stringere in una morsa il soldato elettrico.
-Che sia questo il funerale del deserto?!- urlò stupefatto Shoji.
-Sei fuori strada- la voce di Gaara gli apparve alle spalle. Il suo corpo, in carne e ossa, si materializzò appoggiato al tronco di un albero poco più in la, perennemente con le braccia incrociate.
-Non ho intenzione di usare una tecnica così violenta in uno scontro come questo. Sareste stati fatti tutti a brandelli-
Tutto il team si girò alle spalle, notando che la morsa aveva intrappolato anche loro dai piedi. Erin sudava freddo, ma un ghigno compiaciuto contrastava il suo sentimento di paura.
-Straordinario…- sussurrò.
La sabbia si dissolse, liberando i ragazzi.
-Ora, se abbiamo finito di giocare, possiamo anche tornare al quartier generale. So di per certo che abbiamo una missione da svolgere- Gaara avanzò lentamente sulla lunga stradina sabbiosa. Si girò per constatare la presenza dei suoi compagni.
-Allora?- domandò.
I ragazzi si guardarono a turni negli occhi, mostrandosi stranamente allegri, più che sconfitti.
-Ci siamo, capo-
Gaara si girò e cercò di nascondere un piccolo sorriso compiaciuto.



Finel primo capitolo, forse una vicenda un po' fiacca, ma per rompere il ghiaccio non è male. Sono curiosa di avere una vostra opinione. Mi sto impegnando per mettere insieme tutti i brandelli confusi di una storia che ho sempre avuto nel mio cervello.
  
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