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Autore: V4l3    10/03/2020    3 recensioni
Dal testo [...] Alex ripensò a quella conversazione avuta con Francesca e si chiese perché sia lei che la madre fossero così convinte che lui l’avrebbe aiutata, non erano parenti, non avevano niente in comune e lei ora era lì per stravolgergli la vita.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale/vago
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– Sai, oggi mi ha chiamato Thomas per farmi gli auguri- a quella frase il sorriso di Alex si spense ritrovandosi a giocherellare con la forchetta che teneva in mano.

Il pub era stato chiuso per le famose ferie da un paio di giorni, ma quel mercoledì lei e Liz erano andate a dare una sistemata ai vari alimenti e bevande che Mike aveva ordinato prima della successiva apertura e dopo la mattinata passata a scartare scatolini, sistemare bottiglie e quant'altro, si erano preparate qualcosa da mangiare e ora sedevano su uno dei tavoli

–Mi ha chiesto come stai- aggiunse Liz abbozzando un sorriso di circostanza; da quando Alex era tornata, non lo aveva più sentito

-Non ho avuto il coraggio di chiamarlo, né di fargli gli auguri- confessò sospirando, ogni volta che provava a scrivergli qualcosa, cancellava tutto perché si sentiva ancora tremendamente in colpa nei suoi confronti e il fatto che anche lui, non l'avesse cercata, l'aveva fatta desistere dal chiamarlo.

- Sta bene?- chiese dopo qualche istante e l'amica sospirò prendendole una mano

-Ci metterà un po' per tornare il Thomas di una volta, ma sta bene- le rispose, vedendo però l'espressione triste di Alex continuò

–Non tormentarti Alex, poteva succedere e lui lo sapeva bene- Alex sospirò incrociando il suo sguardo

-Sto rovinando la vita a un po' di persone- abbozzò un sorriso triste, mentre Liz le strinse una mano ridacchiando

-Non dire stupidaggini, Thomas era partito in quarta con te, farti quella proposta è stato comunque un azzardo, non sa tutta la storia e deve accettare il fatto che tu hai altri progetti- le disse risoluta

-Piuttosto- riprese la moretta dopo aver mandato giù un sorso di birra

-Hai parlato con Jason del matrimonio?- la domanda dell'amica fece fermare il respiro di Alex, intenta a mettere un po' di ketchup sulle sue patatine e la sua mente volò a qualche sera precedente

–Vorrei evitare che la mia futura moglie si diverta così tanto a farmi saltare i nervi- le tornò quell'attimo in cui aveva creduto di vedersi uscire il cuore fuori dal petto sentendogli pronunciare quella frase e non potè non arrossire nuovamente

–A dire il vero non abbiamo avuto modo di parlarne- rispose un po' in imbarazzo - poi c'è stato l'incidente e tutto è passato in secondo piano- Liz la stava osservando con un leggero sorriso malizioso sulle labbra, ma Alex non volle approfondire e continuò

- Mi ha chiesto cosa ne pensassi veramente, quando Francesca è andata via e sono stata onesta-

-Che gli hai detto?- chiese curiosa Liz- Alex si girò ad osservare il locale vuoto ripensando a quelle breve conversazioni avute con lui sull'argomento

-Gli ho detto che non sono molto convinta, perché non mi va di fargli fare questa cosa- si appoggiò con il capo alla mano, pensierosa –ma lui ha ribadito che vuole farlo perché non accetterebbe mai l'idea che parta per l'estero e neanche che mi sposi con qualcuno che non conosciamo- sorrise ripensando al viso e allo sguardo di Jason mentre gli diceva quelle cose, sembrava essere passato un decennio, ma di nuovo sentì il cuore accelerare i battiti nel ricordare quei momenti

-Quindi lo farete?- chiese ancora Liz incrociando le braccia al tavolo e fissandola curiosa, Alex sospirò e la guardò

-Penso di sì, non abbiamo altra scelta- affermò e l'amica le sorrise avvicinandosi

-Bisogna organizzare qualcosa di bello, allora!- era davvero entusiasta e Alex sbiancò a quella proposta

-Assolutamente no!- ribatté con una smorfia –Non è un vero matrimonio, anche se agli occhi di tutti e soprattutto dei funzionari deve esserlo, ma non voglio nulla di...-si fermò non riuscendo a trovare le parole e Liz iniziò a ridere

-Staremo a vedere...- le disse allusiva e Alex avrebbe voluto far desistere l'amica e chiudere l'argomento, ma l'arrivo di Mike le distrasse

Alex non sapeva bene cosa fosse successo dopo il risveglio di Jane, Jason non le aveva detto nulla e con la chiusura del locale, non aveva visto Mike in quei giorni, ma osservandolo, notò una certa serenità nel suo sguardo che sorrise alle due ragazze avvicinandosi al tavolo

-Ciao!- salutò levandosi il giaccone pesante che indossava posandolo alla vicina sedia per poi sedersi di peso – Come è andata con tutta quella roba?- chiese rubando una patatina dal piatto della sorella che sbuffò alzandosi

-Il grosso lo abbiamo sistemato e smettila di rubarmi le patatine! Te le vado a prendere!- Mike le sorrise sornione

-Anche un hamburger grazie!- Liz alzò gli occhi al cielo e svogliatamente sparì in cucina facendo sorridere Alex mentre Mike continuò a mangiare imperterrito dal piatto della sorella

-Come stai?- le chiese lui guardandola

-Bene, tu? Va meglio?- ricambiò il suo sorriso e Mike si appoggiò allo schienale della sedia stiracchiando le gambe sospirando e incrociando le braccia al petto

-Un passo lo abbiamo fatto- le confidò mentre guardava un punto davanti a sé –E' già abbastanza- e ritornò con i suoi occhi del colore del cioccolato verso di lei – Non mi aspetto nulla, ma il fatto che ci siamo riusciti a guardare negli occhi per me vuol dire molto- Alex gli sorrise felice di sentirgli dire quelle parole

-L'importante è aver fatto il primo passo, il resto verrà da se- lui le prese una mano che teneva sul tavolo e se la portò alle labbra

-Sei una ragazza d'oro Alex- in quel momento entrò dalla porta principale Jason che, vedendoli, si pietrificò sul posto assottigliando subito dopo lo sguardo verso Mike che gli sorrise mentre Alex ritirò la mano come scottata

-Qual buon vento, amico!- esordì il rasato vedendolo avvicinarsi

-Te l'ho mai detto che detesto il tuo ghigno del cavolo?- il tono duro di Jason fece esplodere Mike in una risata che riempì il locale, mentre Alex era rimasta ad osservare Jason levarsi anche lui la giacca mettendo in mostra il suo fisico fasciato da jeans pesanti scuri così come il maglione che indossava, lo guardò di sottecchi sedersi alla sedia accanto alla sua, aveva il viso teso in un'espressione di disappunto mentre continuava a guardare Mike che a sua volta aveva ripreso a mangiare le patatine dal piatto di Liz continuando a ridacchiare.

Sentì il sangue fluirle alle guance nel ripensare a come l'avesse sorpresa quella sua reazione al bacio di Mike, a quello che le aveva detto, ma soprattutto a quel modo di dirglielo: ancora sentiva la sua mano sul suo viso, il suo profumo e la sua voce vicino all'orecchio

-Tutto bene?- la voce del moro la ridestò da quel sogno ad occhi aperti e si ritrovò a sorridere impacciata e ad alzarsi quasi subito

-Vado a prepararti qualcosa da mangiare- gli disse mentre lui la osservò tra il dubbioso e il sorpreso per quella sua reazione

-Grazie- rispose mentre la vide prendere il suo piatto mezzo vuoto avviandosi in cucina

-Se vuoi mi sacrifico io- Jason che non era riuscito a non guardarla fino a quando non era scomparsa dietro la porta della cucina, fissò l'amico senza capire, Mike gli sorrise beffardo

-Con Alex, dico, se vuoi la sposo io- Jason tossì la birra che stava bevendo dal boccale di Liz facendo scoppiare Mike in una grassa risata

-Sei davvero un'idiota patentato!- sbottò asciugandosi mentre Mike si era messo con le braccia appoggiate al tavolo e lo guardava divertito

-E tu ormai ti sei fottuto il cervello, vero?- a quell'affermazione, Jason non riuscì a mantenere lo sguardo in quello dell'amico e sbuffò fissando il boccale davanti a lui

-Comunque, amico mio, se vuoi un consiglio, datti una mossa- Jason a quella frase guardò Mike che aveva abbassato il capo verso il tavolo, incurvando leggermente le spalle

-Se ci pensi, non abbiamo molto tempo per essere felici- gli disse 

 –Abbiamo la presunzione di credere che possiamo fare tutto, prima o poi, perché abbiamo l'illusione di avere tanto tempo, come se fosse infinito; ma non è così, la vita è un'altra cosa, va per conto suo e noi siamo solo delle piccole pedine che seguono la corrente- Jason sentì il cuore diventare pesante, ma non fiatò

-Non ci fermiamo mai a pensare che potrebbe succedere qualcosa e stravolgere tutto quanto, cambiare quello che credevamo fosse già scritto- sorrise in maniera stanca alzando il capo per guardalo in viso

–Ne hai avuto la prova con Emma- quella frase lasciò Jason di sasso

 –Il tempo passa e non è detto che abbiamo tutte queste occasioni che crediamo di avere – il moro riabbassò il capo come inchiodato da quelle parole

-Queste cose te le ha tirate fuori Jane?- chiese e il silenzio che seguì fu per lui una conferma, una realtà che faceva male, che ti metteva davanti all'evidenza che non siamo padroni di nulla, solo di piccole occasioni che non tutti sanno cogliere.

Prese dalla tasca dei jeans una sigaretta e se l'accese, porgendo poi il pacchetto a Mike che fece lo stesso, felice di poter fumare nel suo pub, come ai vecchi tempi.

Jason si passò una mano tra i capelli buttando fuori una nuvola densa di fumo prima di parlare

-Non so cosa devo fare- ammise con un sorriso amaro –è una ragazzina, ci separano troppi anni Mike - e dirlo fu logorante, sentì il peso di quella realtà –inoltre non è detto che possa ricambiare- sbuffò –e ammesso che invece provi qualcosa per me, chi mi dice che non possa cambiare idea, con il tempo; quando io avrò 50 anni lei ne avrà a mala pena 30- si strofinò il viso con una mano sentendosi uno straccio

-La aiuterò finché potrò, finché vorrà, ma non me la sento di farle sapere quello che provo- il suo amico sorrise appena e si girò a guardarlo mentre anche lui si godeva quella sigaretta 

-E' vero vi separano tantissimi anni- disse piano e Jason si sentì ancora di più schiacciare da una consapevolezza che pesava come un macigno –ma non è scritto da nessuna parte che per essere felici bisogna avere un età- Jason si girò a guardalo stupito da quella frase, ricevendo un sorriso stanco da parte del rasato –Hai detto tutte cose verissime, Jas, ma credo che dovresti darle la possibilità di scegliere e tu, dovresti prenderti le palle in mano e accettare le conseguenze- Jason sgranò gli occhi a quella frase

–Io ho sbagliato con Jane, ho sbagliato alla grande e non so se potrò recuperare mai i miei errori- il tono era intriso di tristezza, conscio che certe cose non possono essere recuperate 

–Quando sono entrato nella sua stanza, l'altra sera, mi sono sentito morire- Mike rivolse di nuovo il suo sguardo davanti a sé –la cosa che mi ha più sconvolto quando l'ho rivista, non è stato quello che le è successo – sorrise appena –anche se ovviamente mi ha distrutto, ma la cosa che davvero mi ha colpito di più è stato capire quanto mi sono perso in tutto questo tempo- aspirò dalla sigaretta buttando via altro fumo 

– Puoi levarti l'armatura che indossi- Mike sentì un brivido attraversargli la schiena e non riuscì a non sentire gli occhi farsi umidi, Jane aveva pronunciato quella frase che lessero insieme in uno dei tanti testi scolastici e che lei amava di più e che ogni tanto diceva, quando lui le voleva nascondere qualcosa, o non riuscisse ad esprimere a pieno quanto le piacesse; quando voleva fare il duro, ma in realtà tremava come una foglia ad ogni suo tocco o bacio. Una frase che gli diceva per fargli capire che non doveva avere paura di lei, non doveva aver paura di esporsi

- Sai stupirmi come sempre- si sforzò di dirle vedendole le labbra accennare un leggero sorriso

-Se ti avvicini giuro che non ti mordo, non adesso, quantomeno- Mike sorrise e con enorme fatica, come se avesse del piombo nelle scarpe, le si avvicinò osservandole il viso tumefatto, le bende, il gesso, le sembrò ancora più piccola di quanto non ricordasse

-So che hai fatto la muffa qui fuori- lo canzonò e lui si imbarazzò sorridendole, pensando che avrebbe volentieri strozzato Jason appena l'avesse rivisto; si sedette con fatica alla sedia lì accanto

-Era il minimo che potessi fare- ammise –ci hai fatto preoccupare da morire- aggiunse vedendola spostare lo sguardo verso la finestra; seguirono lunghi minuti di silenzio, si poteva ascoltare il vento fischiare fuori la finestra, il buio aveva ormai colorato il cielo e avvolto ogni cosa.

-Sai cosa mi rattrista di più?- lui la fissò senza rispondere, ascoltando la sua voce

– Il tempo è comunque andato avanti, nonostante tutto, nonostante noi- i suoi occhi si fecero liquidi –Non ce lo darà più indietro nessuno e noi abbiamo permesso che il nostro dolore ci cambiasse- Mike sentì il respiro mozzarsi a metà torace, la gola chiudersi e il peso di tutto quello che avevano avuto piombargli addosso

-Ho sbagliato io Jane, ho fatto in modo che ci allontanassimo e non ho avuto mai il coraggio di affrontare la situazione- il dolore gli morse la carne come un cane, era lacerante sapere che avesse ragione; la vide girare il capo e guardarlo con gli occhi lucidi –mi sono voluto tenere stretta la mia armatura e sono stato un vigliacco e, a dirla tutta, lo sono anche ora che ho dovuto sapere che stavi in queste condizioni, per trovare quel fottuto coraggio che mi permettesse di parlarti- abbassò il capo, provato dallo sguardo addolorato che lei gli stava rivolgendo

-E' vero che il tempo non ce lo ridà indietro nessuno e che siamo cambiati- continuò lui dopo un lungo silenzio –ma possiamo imparare a non aver paura delle nostre paure- si alzò dalla sedia e le si sedette accanto sul letto

-Non voglio più continuare a far finta che non ci sia mai stato nulla, non posso più far finta di niente, perché come dici tu il tempo passa e comunque ci porta a scontrarci con ciò che non abbiamo risolto- una lacrima uscì dagli occhi di Jane che non era riuscita a distogliere mai lo sguardo da quello di Mike

-Il dolore non passa mai del tutto- gli disse con voce tremante

-E' vero, non passa, ma possiamo conoscerlo e capirlo meglio, possiamo aiutarci come non siamo riusciti a fare prima- le prese una mano e sentì il tremore avvolgergli la pelle a quel contatto

- Non so cosa succederà da domani Jane, ma voglio credere che possiamo almeno parlare, voglio sperare di avere la possibilità di guardarti e non vergognarmi. Ti chiedo solo di aiutarmi a farlo- un singulto le uscì dalle labbra ferite

-Mike, non so se ho la forza di...- ma lui la interruppe

-Non voglio la tua forza- le sorrise, sentendo anche lui una profonda commozione avvolgergli le viscere

- Voglio il tuo dolore, voglio le tue lacrime, i tuoi insulti, voglio la Jane che ho lasciato e ho permesso che cambiasse- Jane chiuse gli occhi lasciando uscire altre lacrime; Mike con un gesto lento alzò la mano libera e con estrema delicatezza l'avvicinò al viso di Jane, poteva sentire il suo calore, l'alito caldo che le usciva dalle labbra dischiuse che trattenevano i singulti e, con una gentilezza che neanche immaginava di avere, posò le dita sul suo viso e fu come se nulla fosse cambiato.

Lei strinse gli occhi, mentre sentiva le dita calde di Mike asciugarle il viso con premura, come se stesse toccando la cosa più fragile al mondo e avvertì di nuovo il suo cuore battere, battere in quel modo che aveva dimenticato, seppellito; aprì gli occhi e si specchiò in quelli caldi di Mike che le sorrise appena

-Eravamo prima di tutto amici Jane, prima di ogni altra cosa- le disse accarezzandole la guancia –rivoglio la ragazza con cui sono cresciuto, solo questo, voglio di nuovo l'amica che sapeva quando dovevo trovare la forza di levarmi l'armatura e non nascondermi sempre dietro ad essa- Jane tremò a quelle parole, ma la dolcezza che avvertì la scaldarono e le fecero formare un sorriso vero su quella bocca tagliata.

Forse non sarebbe riuscita a fare quello che Mike sperava, il dolore e la delusione erano state devastanti allora, inoltre aveva imparato ad amare un'altra persona, che però non avrebbe mai ricambiato e che l'aveva lasciata, ma con quel sorriso che sentì nascere su di sé, si promise che ci avrebbe provato.

Erano tutti e due appoggiati al tavolo con lo sguardo basso, le braccia incrociate davanti a loro, Jason sentiva il dolore di Mike e di Jane, non poteva immaginare cosa potesse passare adesso nella mente del suo amico, ma sperava con tutto il cuore che entrambi trovassero, prima o poi, il linguaggio e il modo per parlare di nuovo e affrontare quei fantasmi che li avevano divisi.

Ci sarebbe voluto del tempo, quell'eterno signore che non guarda in faccia niente e nessuno e va in un'unica direzione, lasciando alle persone la sola possibilità di seguirlo, di farsi trascinare dallo scorrere dei minuti, delle ore, delle giornate e degli anni.

Jane aveva ragione, il dolore non passa, sta lì come uno spettatore nell'ombra che conosce ogni tua sfumatura e appena fai una mossa falsa, è l'unico che si fa vedere, che si fa sentire, ricordandoti il peso che porti e lui lo conosceva bene

-Ce la farete- disse dopo un lungo silenzio e Mike sorrise

–Ce la faremo, amico- rispose di rimando lui sorridendogli

In quell'istante la voce di Liz invase la sala, interrompendoli

-Ma siete impazziti? Avete fumato?- chiese adirata arrivando al tavolo con due piatti: uno con hamburger e l'altro con delle pizzette fritte, seguita a ruota da Alex con un vassoio con quattro bicchieri di birra e acqua

Sia Mike che Jason vedendole si tirarono su sospirando all'unisono, come a scacciare per il momento, quello che si erano detti

-Sto nel mio locale chiuso e se permetti ci volevamo godere una sigaretta in santa pace che tu, hai interrotto- la stuzzicò Mike facendola brontolare, mentre Jason puntò i suoi occhi su Alex; con attenzione stava sistemando due boccali di birra e una bottiglia d'acqua con altrettanti bicchieri; aveva un sorriso divertito ad illuminarle il viso, mentre ascoltava le diavolerie dei due fratelli, le guance leggermente rosate e quegli occhi che ora si erano posati su di lui sciogliendogli, come ogni volta, il gelo che sentiva quando lei non era con lui, la vide sorridergli appena mentre gli si sedeva accanto e si chiese se fosse mai stato in grado di rinunciare a lei, solo perché non aveva il coraggio di guardare in faccia quei sentimenti.

Mike aveva ragione, se davvero provava qualcosa per Alex, avrebbe dovuto avere il coraggio di affrontare le conseguenze, anche se negative, anche se lei non lo avesse mai amato; se qualcosa aveva inevitabilmente imparato, era di non permettere che il tempo accumulasse rimorsi e rimpianti.

Si ripromise, mentre la sentì scherzare con Liz, che lo avrebbe fatto al momento giusto però, quando fosse convinto che lei potesse essere pronta a sentire ciò che lui conservava nel cuore.

Avevano dovuto affrontare già parecchie situazioni non facili a partire dalla loro convivenza, da come lui non volesse aiutarla e, a quel ricordo, un sorriso gli allungò gli angoli delle labbra mentre prendeva le patatine che gli aveva messo davanti, ripensando a quanta paura avesse di lei, di dover affrontare un passato che da sempre lo tartassava, scoprendosi forse più forte, solo grazie a lei.

Doveva fare le cose per bene, anche se avesse dovuto aspettare ancora, ma non voleva sobbarcarla anche di questo, non adesso per lo meno; il sapere che si sarebbe dovuta sposare con lui, l'aveva già caricata di un altro peso, un qualcosa che avrebbero dovuto imparare a gestire, non poteva rischiare di perderla perché non aveva saputo attendere il momento giusto. Una cosa però era stampata nella sua testa: avrebbe accettato ogni sua scelta.

L'avrebbe voluta al suo fianco, sempre, per sempre se fosse stato possibile, ma sapeva che forse, questo era destinato a rimanere uno dei suoi tanti sogni, capendo che perderla avrebbe significato perdere anche un pò di sé stesso.

Venne riportato alla realtà da Mike che rise di gusto a qualcosa che proprio Alex aveva detto

–Tu sì che hai bei gusti, non come lei- disse Mike rivolgendosi poi alla sorella –che ha perso la testa per quel tipo che secondo me ha solo muscoli e niente cervello!- aggiunse e Liz lo guardò incenerendolo con lo sguardo mentre Alex trattenne una risata

–Mark è un ragazzo d'oro! Non lo conosci per niente! - Mike alzò gli occhi al cielo

-Ma se ogni volta che mi vede abbassa lo sguardo e saluta a mezza bocca! – le rispose divertito

-Devo ricordati come l'hai trattato la prima volta che si è presentato?- lo riprese la sorella e Mike a quel punto non trattenne un'altra risata

-Cosa è successo?- chiese curiosa Alex guardando Liz arrabbiatissima

-Questi due cretini lo hanno messo sotto torchio per mezz'ora!-  sbottò –Facendogli le domande più assurde! Mettendolo in imbarazzo!- spiegò furiosa –All'epoca, e parliamo di almeno tre anni fa, neanche stavamo insieme! Era solo un amico che mi era venuto a trovare qui al pub!- aggiunse e a quel punto Mike rise di di gusto ricordando la scena spintonando leggermente Jason al suo fianco; Alex posò di nuovo lo sguardo sul moro che ora finalmente rideva e non potè non pensare a quanto fosse bello, con quei suoi capelli lisci e neri che gli ricadevano un po' davanti a quegli occhi sempre troppo profondi, sorrideva con quelle linee che ne accentuavano i tratti e gli illuminavano il volto

-Ti ricordi Jas? Quando abbiamo scherzato con il suo ragazzo la prima volta che si è presentato? Solo questa qui non aveva capito niente! Quello ti veniva dietro da allora, tonta!- continuò Mike contagiando anche Jason in una risata, Alex si morse un labbro sentendo quel vuoto che le dava restare ad osservarlo, sentirlo ridere in quel modo facendola sorridere a sua volta

-Siete degli imbecilli!- sbuffò Liz –Siete davvero un caso perso! Mi chiedo chi mai vi vorrà avere al proprio fianco!- Mike e Jason cercarono di trattenersi alla vista di una Liz davvero su tutte le furie e rossa come una fragola per l'imbarazzo, anche se continuava a voler fare la dura

–Dovremmo metterle sempre come piatto fisso Alex, sono buonissime!- cambiò discorso Mike dopo poco mangiando un'ennesima pizzetta e bevendo poi un buon sorso di birra

-Ne hai mangiate almeno quattro, Mike- lo riprese Jason abbozzando un sorriso –se le facesse sempre, rischieresti di rotolare nel giro di qualche mese!- Liz rise divertita vedendo come il fratello sbuffò per poi inghiottirne una tutta insieme facendo ridere di gusto anche Alex nel guardare l'espressione scomposta che fece per cercare di mangiarla tutta in una volta per poi darsi un paio di colpi sul petto per deglutire bene il boccone eccessivo che aveva fatto

-Hai davvero le mani d'oro, Alex- le disse avvicinandosi verso di lei –dovrei pensare di propormi per sposarti, sai?!- a quella frase Alex arrossì abbassando il capo

-Io sono disponibile – aggiunse facendo andare a fuoco il volto della ragazza che si tese come una corda di violino, non abituata a certe cose.

-Ma la smetti con questa storia?!- sbottò Jason alterato facendo ridere l'amico

-Io sono molto meglio di lui- continuò Mike e Jason alzò gli occhi al cielo sospirando

-A dire il vero, io cercherei qualcun altro- affermò Liz –cascheresti dalla padella alla brace!- e Alex non trattenne una risata mentre i due uomini rifilarono alla moretta un'occhiataccia che lei ricambiò ridendo

–Prima stavamo parlando proprio del matrimonio con Alex- esordì dopo qualche attimo Liz, facendo finta di non vedere il disappunto nello sguardo dell'amica alla sua frase

-E stavo pensando che dovreste fare le cose per bene, visto che sarete controllati da quei tizi- aggiunse dopo qualche attimo, guardando Jason che si appoggiò allo schienale della sedia e incrociò le braccia con aria pensierosa

-Compileremo i vari documenti che mi daranno al comune e poi aspettiamo che ci facciano sapere- rispose 

-Io intendevo il matrimonio- specificò Liz guadagnandosi uno sguardo un po' sorpreso da parte del moro

-Cioè?- chiese e lei sospirò appoggiandosi al tavolo incrociando le braccia, guardando sia lui che Alex, la quale sembrò supplicarla con lo sguardo per non farla continuare, ma la moretta le sorrise allusiva 

-Se quei tizi vi controlleranno vorranno sicuramente vedere un matrimonio come si deve, si aspettano che voi siate a tutti gli effetti una coppia, no? Pensavi di mettere una firma e via?!- a quelle parole Jason si sentì punto sul vivo, perché in cuor suo sperava di non dover mettere Alex in una situazione tanto imbarazzante, la guardò e osservò il suo viso arrossire alle parole di Liz

-Credo che basterà rispondere a qualche domanda per fargli capire che ci frequentiamo, non credo che...- ma le parole di Alex furono interrotte da Mike

-Penso che Liz abbia ragione, ragazzi- Jason guardò l'amico, il quale sembrò diventare subito serio –Se quello che ha detto la vostra amica Francesca è vero, quei tizi scaveranno parecchio per essere certi che voi siate una coppia, non potete permettervi di tralasciare nulla- Jason ponderò quelle parole sapendo che li aspettava una situazione per niente facile

-Faremo credere loro che ci sposeremo con un cavolo di reverendo, fissiamo una data e via- disse mentre Alex era completamente ammutolita

-Jas, dovreste pensare bene a come affrontare la cosa, quelli cercheranno sicuramente di farvi cadere in qualche tranello per verificare il vostro rapporto, dovreste iniziare a prepararvi sul serio-

Jason storse il naso sentendosi sempre più rigido su quella sedia

Mike si toccò la barba pensieroso

-Avete già pensato a che storia gli racconterete? Come vi siete conosciuti? Da quanto state insieme? Cose del genere – spiegò e Jason avvertì l'irrequietezza di Alex, avrebbe preferito affrontare quel discorso a quattrocchi con lei, ma evidentemente il suo "caro" amico e la sorella avevano altri programmi

–Inoltre vorranno vedere sicuramente una certa complicità tra voi- Alex deglutì alle parole di Liz, non riusciva a girarsi per guardare Jason, troppo imbarazzata, ma in fondo sapeva bene che avevano ragione, se davvero dovevano superare quella specie di prova, avrebbero dovuto a tutti gli effetti dimostrare ai funzionari che fossero una coppia

-Sai a chi potresti chiedere?- esordì Mike dopo qualche attimo e tutti lo fissarono curiosi 

–Alla Signora Devis, lei ha sposato quel tipo che lavora alla banca che tra l'altro è di origini americane- aggiunse –sicuramente ti potrà dare qualche dritta- Jason storse il naso sbuffando

-Non mi piace molto come idea- rispose bevendo un po' di birra

-Lo so, non ti piace parlare delle tue cose, ma qui c'è di mezzo una cosa importante- Mike sembrava davvero convinto e, in realtà, aveva ancora una volta ragione, ma Jason odiava dover parlare con le persone in genere, figurarsi dover chiedere consigli su una cosa così delicata ad una donna che neanche conosceva così bene

-Posso farlo io- esordì Liz e Jason la guardò con curiosità –Ho un buon rapporto con la Signora Davis e anche con il marito, gli dirò che ho un'amica che vuole sposarsi con un uomo di qui e se può aiutarci, tu dovresti venire con me Alex- le disse guardandola

-Dici?- chiese poco convinta e l'amica fece un cenno del capo

-Certo! Se lo facesse Jason rischiamo che combini solo un gran casino- il diretto interessato sbuffò assottigliando lo sguardo mentre Mike rise divertito

-Non capita mai, ma devo darle ragione ancora una volta ragazzi!- sottolineò il rasato, ma Liz continuò imperterrita

-Non c'è bisogno per il momento di mettere i manifesti sulla vostra relazione, no? Per cui potremmo solamente andare da lei e chiederle qualche consiglio, sicuramente ci aiuterà- disse convinta

-Liz ha ragione, andateci appena potete, così poi ci organizziamo- alle parole di Mike, Jason alzò un sopracciglio

-Ci organizziamo?- chiese sarcasticamente, l'amico rise e gli rifilò un occhiolino divertito posando un braccio sulle spalle di Alex rossa di imbarazzo

-Ma certamente! Liz ed io vi aiuteremo!- Jason si portò una mano a tirare indietro i capelli sbuffando

-Sei davvero un'idiota, Mike! Non è un gioco!- ma Mike rise ancora di più

-Io credo che ci divertiremo parecchio, invece- e la sua faccia sorridente fece scappare un sorriso ad Alex che solo in quel momento incrociò lo sguardo di Jason e lesse tutta la perplessità che in fondo aveva anche lei per quella situazione, ma quegli occhi poi si addolcirono e il volto si distese regalandole di nuovo un sorriso magnifico mentre scuoteva la testa divertito per poi girarsi verso il rasato con un sorrisetto

-Va bene tutto, basta che non ti ritrovo a baciare la mia futura moglie, Mike- la stoccata di Jason paralizzò tutti e Mike avvertì l'imbarazzo assalirlo per come avesse ritirato fuori l'argomento in quel frangente

-Cosa?!- chiese Liz con gli occhi fuori dalle orbite guardandoli tutti e tre

-Che diavolo è successo?!- chiese ancora, ma Alex aveva abbassato il capo stringendosi nelle spalle, rossa come un pomodoro, mugugnando un "niente", Mike a sua volta ridacchiava a disagio grattandosi la testa guardando tutto tranne che la sorella

-Avanti, non è stato niente di che!- disse cercando conferma anche da una Alex completamente fucsia che riuscì a fare solo un cenno di assenso con il capo guardando Liz 

-Ma poi che cavolo centra adesso?!- sbottò il rasato verso Jason che lo guardò eloquentemente prima di parlare

-Avete detto che dobbiamo fare le cose per bene, perciò..- e gli sorrise in maniera fintamente allegra, tanto che Mike deglutì a vuoto -vorrei che in futuro la cosa non si ripeta, altrimenti ti faccio mangiare i denti- aggiunse, vedendolo spostare lo sguardo sul boccale di birra che prese e tracannò con due belle sorsate, sapevano entrambi che significato avevano quelle parole; Alex  si sentì andare completamente a fuoco, tremando sotto quella frase, ma avvertendo quella sensazione di completezza nel sentirlo parlare in quel modo.

-Questi due sono davvero esauriti!- soffiò esasperata Liz senza continuare ad indagare, alzandosi per iniziare a sparecchiare ed anche Alex ne approfittò scattando in piedi per levarsi di dosso tutto quel disagio, ma l'amica la fermò

-Vai a casa Alex, per oggi abbiamo fatto abbastanza, il resto lo finirà questo maniaco- le disse Liz facendo un cenno con il capo verso il fratello che rise di gusto e si alzò facendole un occhiolino per prendere le ultime cose dal tavolo, salutarli e  seguire la sorella in cucina.

Alex era rimasta di sasso, osservando i due allontanarsi, non aveva il coraggio di voltarsi

-Alex- la voce bassa e calda di Jason la sorpresero, così fu costretta a voltarsi ed incrociare quello sguardo puntato su di lei come a scandagliare ogni dettaglio del suo viso, per poi sorriderle in quel modo disarmante che le faceva perdere la testa e battere il cuore

-Andiamo a casa- le disse dolcemente, lasciando che il significato di quelle tre parole la emozionassero e le facessero sentire per la prima volta di appartenere a qualcosa, a qualcuno, sentendo le radici di sè stessa affondare in quel luogo, in quell'uomo, con il quale e per il quale, avrebbe affrontato ogni cosa, perchè solo con lui, lei si sentiva davvero completa e si ritrovò a ricambiare quel sorriso che sapeva davvero di casa.



Note: Volevo ringraziare di cuore tutte le ragazze che mi lasciano sempre i loro pareri, i loro pensieri e soprattutto le loro impressioni! Vi ringrazio perchè riuscite a farmi emozionare ogni volta! Vi adoro!! E grazie anche a tutti coloro che seguono la storia pur rimanendo in silenzio, grazie perchè spendete minuti a leggere ciò che scrivo e significa molto per me! Grazie!!
 

  
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