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Autore: Wolfgirl93    10/03/2020    0 recensioni
Per Izuku vedere la neve è come un dono che il cielo gli ha fatto, una notte di dicembre però tutto ciò a cui teneva venne spazzato via da delle impetuose fiamme, il suo odio per la neve iniziò a crescere e il ghiaccio si formò attorno al suo cuore.
AU BakuDeku
Dal testo: "Quella notte di dicembre la neve scendeva leggera sul suo regno, Izuku sorrideva come un bambino mentre guardava quei fiocchi scendere e imbiancare quel paesaggio sempre così serioso.
“Tesoro se continuerai a stare con il naso fuori ti si ghiaccerà e poi dovremmo tagliartelo.” Scherzò sua madre entrando nella sua stanza, come sempre senza bussare.
“Mamma! Non sono più un bambino! Poi è la prima neve che vedo da quando sono nato quindi non voglio perdermela!” Si lamentò il principe mentre continuava a fissare quella distesa bianca che tanto lo affascinava.(...)"
Genere: Angst, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: All Might, Inko Midoriya, Izuku Midoriya, Katsuki Bakugou, Shōta Aizawa
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Gli occhi della donna si puntarono subito sul ragazzo, le ci volle almeno una decina di secondi per realizzare che quel giovane uomo di fronte a lei era suo figlio, sentì le lacrime tiepide solcarle il viso e tutto ciò che riuscì a pensare era che Izuku fosse vivo.
Inko ignorò ogni etichetta che le imponeva di comportarsi con contegno, corse fino a raggiungere il figlio e lo strinse in un forte abbraccio, saggiò il suo corpo con le braccia e le mani sperando di non sentirlo svanire come fumo tra le dita segno di un’allucinazione o di un sogno vivido, quando però sentì la stretta del giovane farsi ferrea quasi tanto la sua, capì che tutto era reale.
“Toshi, devi spiegarmi qualcosa?” Chiese il re confuso mentre guardava quella scena con il cipiglio alzato, lo sguardo che però vide sul volto del mago gli fece intuire che anche lui era scioccato.
I secondi divennero minuti e Izuku sentì che non voleva e non poteva allontanarsi dalla madre, se quello fosse stato un sogno non voleva svegliarsi e l’idea che allontanandosi avrebbe rischiato di far svanire tutto lo costrinse a rimanere in quella posizione.
“Pensavo fossi morta.” Riuscì a dire con la voce rotta dal pianto il principe mentre continuava a stringere e accarezzare la schiena della madre.
“Sono qui invece, con te.” Ci fu un singhiozzo più forte che fece tremare il corpo magro della donna, aveva perso molto peso in quell’anno, aveva dovuto sopportare così tante cose che il cibo era diventato l’ultimo dei suoi pensieri. “S-Sei cresciuto così tanto...” Riuscì a dire con lo sguardo orgoglioso, molte volte si era ritrovata a pensare che mai avrebbe rivisto suo figlio diventare grande e ora invece sembrava come il realizzarsi di un desiderio.
 

“Mi dispiace non avertelo detto prima.” Finalmente Toshinori si era ridestato dal suo torpore e si era avvicinato al re e al figlio “Quel ragazzo è il principe del regno dei Midoriya, l’ho trovato in una tormenta di neve poco dopo l’attacco al suo castello, me ne sono preso cura e devo ammettere che aveva paura di rivelare la sua identità, anche a te.” Ammise grattandosi la nuca e facendo un sorriso tirato, si era affezionato così tanto a quel ragazzo che la sola idea di esporlo a qualche rischio lo faceva stare male.
“Allora non serve che ti dica chi è quella donna, ho chiamato te perché l’abbiamo trovata che vagava nel mercato circa dieci mesi fa, era magra, stremata e vestita di stracci. L’ho riconosciuta subito, il mio e il suo regno avevano sancito un’alleanza due anni fa e quindi ricordavo ancora bene quegli occhi e quel viso dolce, è stato un duro colpo vederla ridotta in quel modo. L’ho subito portata a palazzo e ho chiamato il mio mago di corte per aiutarla ma era sotto shock e ci è rimasta per quasi 8 mesi; non dormiva, mangiava a stento e ogni volta che chiudeva gli occhi e vedeva determinate scene iniziava ad urlare chiamando il nome del marito e di un certo Izuku.” Il re fece una pausa sospirando prima di guardare il figlio, anche lui si era preso cura della donna e forse era proprio stata la sua vicinanza a farla uscire da quello stato quasi catatonico e farla tornare quasi del tutto lucida.
“Quasi due mesi fa però si è ripresa lentamente, ha iniziato a raccontarci la sua storia e io ho deciso di chiamare te, sapevo che eri in contatto con quella famiglia perché mi avevi raccontato di essere stato nel loro regno diverse volte quindi ho pensato che saresti stato contento di sapere che fosse viva, però beh, non avrei immaginato che portassi con te suo figlio.” La voce di Shouta non era accusatoria, era felice e guardava la scena di quell’abbraccio fra madre e figlio con la dolcezza negli occhi.
“Non vorrei disturbare il vostro momento toccante ma sarebbe meglio se voi due andaste in camera, sua maestà Inko ha già una stanza per sé ma immagino che vorrà dividerla con suo figlio, quindi.” Il re spostò lo sguardo su una guardia che subito si avvicinò ai due, che si erano allontananti appena per ascoltare le parole del sovrano, e indicò loro la direzione verso la loro stanza.
Izuku prima di andare si avvicinò al re, si inchinò fino a toccare il pavimento freddo con la fronte e poi cercò di trovare la voce per poter parlare.
“Vi ringrazio, vi ringrazio per esservi preso cura di mia madre. Vi devo la vita e sappiate che farò tutto ciò che è in mio potere per ripagarvi!” Izuku rimase immobile in quella posizione, si alzò solo quando sentì una mano fredda alzarsi il viso e un’altra mano sotto al braccio che lo esortava ad alzarsi.
“Alzati principe, questi inchini non si adducono ad una persona del tuo rango e poi tua madre è sempre stata benevola verso me e il mio popolo e quindi è stato un’onore e un piacere potermi occupare di lei.” Il re gli concesse un lieve sorriso prima di scompigliargli i capelli “Adesso va’ da lei, avrete sicuramente molto di cui parlare, vi farò portare la cena in camera così potrete parlare senza troppe interruzione.” Disse dolcemente prima di fare una lieve spinta a Izuku in direzione della madre.

 

Quando Izuku entrò nella stanza dove la madre aveva vissuto in quei mesi si sentì un po’ come a casa, c’era un profumo di rose nell’aria, lo stesso profumo che aleggiava nel castello.
“E’ bello sapere che sei qui, mi sono sentito così in colpa ad andarmene, non sapevo cosa fare… Ma ora che sei qui sento che potrei fare qualsiasi cosa!” Ammise preso da una miriade di sensazione che quasi gli fecero girare la testa.
Inko ridacchiò e si sedette sul letto. “Mi fa piacere vedere che non sei per nulla cambiato, sai ho pregato così tanto, ho sperato di poterti rivedere un giorno e ora so che ogni speranza e preghiera è servita a qualcosa.” Ammise la donna sorridendo dolcemente.
Passarono così la prima sera, abbracciati l’uno all’altro con il cuore pieno di gioia, avevano così tanto bisogno di parlare, di raccontare ciò che era successo in quell’anno di lontananza ma decisero di lasciare le parole ai giorni successivi.
Al mattino Izuku si svegliò di soprassalto, era stato tutto un sogno? Eppure sembrava così vivido, sentì gli occhi iniziare piano piano a pizzicare ma subito una mano calda gli accarezzò i capelli ricci e una voce dolce iniziò a cantargli una litania, si voltò verso sua madre con gli occhi umidi e si lasciò cullare dalla sua voce. Lei era lì, lei era viva, bastò quello per tranquillizzare Izuku.
Quella giornata passò lenta, Izuku conobbe un po’ di più il re e ogni qualvolta poteva lo ringraziava, a fine serata fu proprio Shouta che lo rimproverò dicendogli che quei ‘grazie’ erano diventi ormai snervanti.
“E’ sempre stato così, ringraziava tutti anche rischiando di diventare prolisso.” Spiegò Inko ridacchiando prima di spingere il figlio, totalmente rosso verso la loro stanza.
Si sedettero sul letto e capirono che non potevano più trattenere quelle parole, ci fu l’ennesimo abbraccio poi Izuku si allontanò, era arrivato il momento dei racconti, il momento di rivivere quei brutti ricordi per gioire di quel futuro che li aveva fatti ritrovare; Inko si mise seduta comoda, strinse una mano del figlio fra le sue e iniziò a raccontare.

Quando vide Izuku uscire dal castello capì che la sua ora era ormai giunta, guardò il marito dolorante e ormai pallido e decise che sarebbe morta coma una vera regina: al fianco del suo re, quest’ultimo però aveva piani per diversi per lei.
“Eccoci mio signore.” Una guardia e l’ancella della regina entrarono nella stanza e la donna portava in braccio un mantello logoro, Inko guardò i due con sguardo confuso prima di spostare lo sguardo verso il marito.
“Avevo paura che questo momento potesse arrivare, prima di firmare l’alleanza con il regno di Aizawa avevo ricevuto minacce da un regno vicino, un regno di barbari che voleva essere lui il primo a sancire un’alleanza con il regno di Aizawa. Decisi di non dare troppo peso alla cosa, come poteva un piccolo regno di barbari competere contro il nostro esercito? Beh mi sbagliavo, il loro numero è minore ma la loro strategia è stata impeccabile: ci hanno attaccati dai monti, sono scesi con il favore della tempesta e sono arrivati come ombre nella notte uccidendo buona parte delle guardie, so che non torceranno un capello ai paesani, vogliono solo far cessare la dinastia dei Midoriya perché abbiamo osato disobbedirgli.” Izumo tossì qualche goccia di sangue e cercò di parlare velocemente per spiegare il suo piano alla moglie.
“Quando ho sentito quell'odore di fumo non ho avuto dubbi, solo un regno usa il lego di betulla per annunciarsi e sapevo che quel segno era un monito che doveva valere per tutti, così ideai un piano.” L’ennesimo colpo di tosse costrinse il re a smettere di parlare ma per fortuna fu una delle sue guardie fu fidate a parlare per lui.
“Il re mi ha incaricato di scortarla fuori dal castello, andremo più lontano possibile e cercheremo qualche alleato, sarà un viaggio lungo ma ce la faremo.” Disse stringendo i pungi prima di mostrare un sorriso sicuro alla regina.
Inko scosse il capo con forza “Non ti lascerò qui da solo, non posso andarmene e lasciarti qui!” Disse ormai isterica, come poteva una regina lasciare il suo regno e il suo re?
L’ancella della donna le si avvicinò e le sorrise dolcemente “Mia signora, so che è difficile da accettare ma il re ha voluto così, ha sempre pensato che se mai fosse successo qualcosa lei e il principe sareste dovuti scappare, la prego non neghi questo ultimo desiderio al nostro re.” Spiegò dolcemente la giovane.
Inko piangeva, le lacrime erano incontrollabili e nonostante continuasse a non voler seguire quel piano dovette farlo, il marito aveva pensato a tutto: un’ancella si sarebbe vestita come lei e lei avrebbe dovuto prendere i vestiti dell’ancella e quel mantello logoro per scappare; nel trovare un uomo e una donna nella sala del trono i barbari non avrebbero osato cercare oltre e lei e Izuku – se mai lo avesse ritrovato – sarebbero stati al sicuro.
Fu così che Inko dopo un bacio al sapore di sangue sulle labbra del marito, uscì dal castello in groppa al suo cavallo e con una guardia a fianco; il loro viaggio però durò poco, delle frecce scoccate dalle torri interruppero la fuga del soldato e lei fu costretta ad andare avanti da sola.
Corse per quasi due giorni poi fu costretta ad abbondare il suo cavallo che era ormai esausto, continuò a camminare e a sperare e mentre i giorni susseguivano la sua mente perdeva sempre più lucidità, l’ultima cosa che ricordò prima di un lungo periodo di incubi e buio fu il sorriso del marito che le diceva di andare avanti.

 

Izuku ascoltò quella storia con le lacrime agli occhi, sua madre aveva dovuto sopportare tutto quel dolore e lui invece era stato fortunato ad aver trovato Toshinori, il principe abbracciò di slancio la madre e restò così per qualche minuto, voleva farle capire che sarebbe andato tutto bene ora e che non avrebbe più dovuto preoccuparsi.
Passarono così la serata, le ore passarono lente mentre loro si raccontavano ciò che era successo in quell’anno di lontananza; si addormentarono così, l’uno fra le braccia dell’altro con un sorriso sul viso e il cuore sereno, quella calma notte di gennaio finalmente li vide nuovamente assieme e con un peso in meno sul cuore.
 

Il giorno dopo fu particolare per Izuku, sua madre lo aveva svegliato presto e lo aveva portato a fare colazione, il principe sbadigliò assonnato mentre vedeva la donna parlare con il re, sorrideva e l’uomo annuì come pronto a concederle qualcosa.
Quando fu il momento di vestirsi Izuku trovò sul proprio letto degli abiti diversi, sembravano leggermente troppo grandi per lui e sembravano gli abiti che di solito indossavano i fantini, guardò confuso quegli indumenti e senza dire nulla li indossò infilando poco dopo anche i lunghi stivali di pelle. Quando uscì dalla stanza trovò sua madre con un grande sorriso.
“Sai, ho sempre sognato il momento in cui ti avrei insegnato a cavalcare, ahimè è un’usanza comune che un principe debba aver compito almeno sedici anni prima di poterlo fare ma ora non perderò tempo; ho chiesto al re Shouta se poteva prestarmi uno dei suoi cavalli e anzi, ha deciso di regalartene uno, vieni sono certo che ti piacerà!” Disse entusiasta la donna mentre camminava veloce e leggiadra verso il cortile.
Izuku aveva sempre avuto timore dei cavalli, il vederli così alti e grandi lo aveva sempre spaventato, eppure quando vide quel puledro palomino non poté non innamorarsi subito; il principe fece qualche passo verso l’anima che sbuffò dal naso facendo un passo indietro.
“Non voglio farti del male.” Sussurrò dolcemente allungano lentamente una mano verso il muso del cavallo, bastarono pochi secondi, l’animale annusò l’aria e sentendo che non c’era nessun pericolo avvicinò il muso a quella mano calda e si lasciò accarezzare.
“Quel cavallo è uno dei puledri più giovani che abbiamo, non ha ancora un nome quindi potresti dargliene uno tu visto che ora è tuo.” La voce del principe Shinsou fece voltare Izuku, non conosceva bene quel ragazzo ma gli sembrava simpatico nonostante il suo aspetto un po’ stravagante.
“Davvero? Posso?” Chiese incredulo il principino prima di voltarsi nuovamente verso il puledro che si strusciò contro la sua mano in cerca di attenzioni.
Shinsou si limitò ad annuire prima di avvicinarsi e accarezzare la criniera del cavallo. “E’ una bella femmina e sono certo che crescerà sana e forte.”
Izuku sorrise al ragazzo e annuì, pensò ad un nome per la puledra ma nessuno lo convinceva; sbuffò e accarezzò la criniera dell’animale rivelando dei peli rossicci al di sotto di quelli chiari, il principino guardò bene quel mix di colori e subito gli vennero in mente le fiamme di un fuoco.
“Fiamma...” Disse lentamente, la puledra subito nitrì e strusciò il muso contro la sua guancia di Izuku.
“Direi che le piace.” Ammise Shinsou ridacchiando appena.

Cavalcare un cavallo era strano, Izuku ascoltò i vari consigli della madre e anche se con un po’ di fatica riuscì almeno a far muovere Fiamma.
“E’ la tua prima volta e anche lei è nuova in queste cose quindi ci vorrà del tempo per entrambi ma come prima lezione direi che non è andata per niente male.” Spiegò Inko sorridendo al figlio e aiutandolo nel momento in cui dovette scendere.

I giorni seguenti furono impegnativi, imparare a manovrare le redini non era per niente facile ma con l’aiuto di sua madre e di Shinsou sembrava quasi facile; passarono almeno cinque giorni prima che Izuku riuscisse a cavalcare Fiamma senza problemi.
Sentire l’aria fra i capelli mentre il cavallo correva era una sensazione fantastica, tra il principe e l’animale sembrava essersi instaurato un bel rapporto e quando arrivò il momento di rientrare per la cena la puledra nitriva dispiaciuta.

 

Quella sera la cena fu lenta, il re chiese al principino come fosse andata la sua lezione e sorrise nel sentire il racconto, fin troppo dettagliato che gli fece Izuku, lo sguardo del sovrano poi si posò su Inko e la donna capì che avrebbe dovuto pensare anche a cose concrete adesso.
“Sapete già cosa vi aspetta il futuro? Potete stare qui quanto volete, so che il vostro regno sta faticando ad andare avanti senza un regnante ma so anche che tornare sarebbe dura.” Spiegò l’uomo guardando i due.
Inko gli sorrise, guardò suo figlio e successivamente il re. “Vorrei tornare al mio regno e far sì che Izuku diventi re, non voglio continuare a vivere nel passato e sono certa che anche mio marito vorrebbe la stessa cosa.” Disse senza nessuna incertezza nella voce.
Izuku spalancò gli occhi e per poco non si strozzò con l’acqua che stava bevendo, aveva fantasticato molte volte di diventare re, ma ora l’idea di farlo lo spaventava a morte.
Questa volta fu il principe Shinsou a prendere la parola. “Credo sia una decisione giusta, si vede che il principe ha la forza per diventare un buon re ma adesso non è il momento adatto. Mio padre sta portando avanti una guerra contro i barbari che hanno ucciso re Izumo e quindi sarebbe meglio aspettare che la situazione si calmi. Poi sono certo che mio padre sarà felice di aiutarvi in questa vostra missione, alla fine senza la vostra alleanza e il vostro aiuto la nostra economia non sarebbe fiorente come lo è ora.” Spiegò prima di guardare il padre, quel ragazzo aveva talento, le sue parole erano formulate così bene che nessuno poteva dirgli di no, neppure un re.
“Concordo con mio figlio, restate qui per qualche mese e poi vi aiuterò a riprendere in mano il vostro regno e aiuterò il principe a salire al trono.” Aggiunse il re tentando di competere in bravura con il figlio.
Izuku sorrise, con l’aiuto di altri forse salire al trono non sarebbe stato così difficile; si alzò a sua volta, fece un breve inchino non troppo profondo poi guardò il re e suo figlio. “Potete chiamarmi Izuku.” Disse dolcemente, si accorse solo in quel momento che non aveva mai detto il suo nome, nessuno gli aveva mai posto quella domanda ma lui ora voleva dirlo, svelare il suo nome era come dire loro che si fidava; Izuku fu felice di vedere i visi del re e del principe Shinsou dapprima sorpresi e poi finalmente sciolti in un dolce sorriso.
“Ti aiuteremo a diventare il re che meriti di diventare, Izuku.” Aggiunse il principe Shinsou, con quelle parole si sancì quella nuova alleanza.

 

I mesi passarono, Izuku imparò a cavalcare e lasciò che Shinsou lo istruisse su le regole che un re doveva seguire, studiò la politica e la strategia e la sua amicizia con il principe di quel regno crebbe forte e duratura.
Dopo quasi due mesi, quando marzo portò lo sbocciare dei fiori e il cinguettio degli uccellini, un messaggero portò al re Shouta la notizia che l’esercito stava rientrando e che i barbari erano stati nettamente sconfitti; quel pomeriggio di fine marzo, mentre Izuku era impegnato a leggere dei libri assieme al principe Shinsou, ricevette la notizia che a breve sarebbero partiti verso il suo regno, finalmente sarebbe tornato a casa.

 

Lo stesso pomeriggio di fine marzo Katsuki si ritrovò a passare tra i mercati di un regno, non capì cosa successe ma un luccichio chiaro come il ghiaccio attirò la sua attenzione; quando riprese il proprio viaggio, prima di salire nuovamente in sella al suo cavallo strinse fra le mani un piccolo sacchetto di pelle con dentro due gioielli, un sorriso si perse nell’aria mentre partiva diretto verso chissà quale destinazione, lasciò solo che fossero quei gioielli a indicargli la giusta strada da seguire.

 

   
 
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