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Autore: D a k o t a    11/03/2020    13 recensioni
“Se ami una persona, lasciala andare, perché se ritorna, è sempre stata tua. E se non ritorna, non lo è mai stata”
Di una volta in cui Alice non ritorna e di una in cui è FP a non tornare.
[through the years - SPOILER!3x15 - Angst]
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Genere: Angst, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alice Cooper
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Happier

Se ami una persona, lasciala andare, perché se ritorna, è sempre stata tua. E se non ritorna, non lo è mai stata”

 

C’era una volta Alice e -

La prima volta in cui FP è sicuro che Alice non torni è quando Fred, col sorriso invecchiato del miglior amico che si possa mai avere, dice:

“Jones, ti devo dire una cosa” inizia, e ha l’aria di chi ha il tatto necessario per gestire qualsiasi argomento, delicato o non. “Alice si sposa”

Il tono è più tirato, più sfilacciato di quanto l’uomo forse avrebbe voluto, ma FP non se la prende, anche se trasale nel sentire quel nome accarezzargli le labbra. Si limita ad annuire, a borbottare un “Falle le congratulazioni da parte mia”: non chiede altro di Alice perché non sono fatti suoi, perché tutti si raccontano storie per andare avanti, perché se è quella la versione che Alice ha deciso di fare sua, allora chi è lui per dirgli che non va bene, che è sbagliata? Che non è quello che, in un modo o nell’altro, fanno tutti?

“Con Hal Cooper? Dio li fa e poi li accoppia”

Non è FP a prendere parola. E’ quella che è la sua versione e che non è Alice, ma una ragazza dai capelli scurissimi, gli occhi verdi e voce roca. Nel cortile di casa Andrews, Gladys aspira il fumo di una sigaretta. Ogni tanto si dice che dovrebbe smettere di fumare, di spendere soldi che non hanno in pacchetti di Lucky Strike rosse che le lasciano l’amaro in bocca, ma poi non ci riesce mai.

“Smettila, Gladys” la rimprovera leggermente FP, quando il suo sguardo si posa su di lui, alla ricerca di supporto.

Ci sono cose che FP, a trentun anni, non mette più in discussione. Gladys, il loro vivere insieme, il loro provare a costruire qualcosa in quella città che cerca di amputare loro i mezzi in tutti i modi possibili, è una di quelle.

Eppure Alice -

Alice è un’ancora che sente radicata nelle ossa e da cui FP non riesce a liberarsi. A volte si chiede, in sprazzi di cielo terso sulla sua finestra, se l’immagine che ha di Alice, del tono della sua voce, dei gridolini indignati con cui rispondeva ai complimenti esistano davvero o se siano solo frutto della sua mente. Si chiede se dovrebbe battezzare quell’immagine che forse non esiste, quell’ombra che si porta dentro.

“Sono il testimone di nozze di Alice” rincara la dose Fred. “Mi auguro solo che vada tutto bene. Se lo merita”

Non dice che Hal e Alice se lo meritano entrambi perché a Fred i bugiardi e gli idioti non sono mai piaciuti e non ha granché capito in quale fra le due categorie si collochi Hal in tutto questo: deve ancora studiarlo, studiarlo e studiarlo. Il suo rapporto con l’uomo è sempre stato tinto di quell’antipatia a senso unico che viene celata abilmente sotto risposte educate e convenevoli: Fred lo riteneva troppo freddo e non capiva come l’uomo, con i suoi sorrisi spenti e i suoi silenzi, sembrasse sempre star tramando nell’ombra.

“Lo so” risponde, stringendo più forte la mano di Gladys, seduta al suo fianco, e per un attimo, davvero, non gli importa.

Forse l’unico lietofine possibile è davvero quello che a diciassette anni non avevi neanche immaginato - si dice - , ma deve reprimere quella parte di lui che non si arrende nemmeno un attimo a quella bugia.

 

 

***

Alice si sposa, dunque. Ed è felice – l’Alice diciassettenne che si era innamorata del leader di una gang impallidirebbe nel vedere che oh, mio Dio ce l’ha fatta, è uscita dal Southside e forse non vi è uscita con lui, ma non importa, non importa davvero, le cose cambiano e -

Quando Hal dice “Lo voglio”, Alice si affaccia e ride sopra la sua spalla. Ha passato mesi a pianificare quel momento, ha passato mesi a scegliere le damigelle e a costringere Fred a non indossare la sua cravatta a righe, a tirare righe sui nomi degli invitati – le cugine antipatiche non si invitano ai matrimoni, no? Qualcuno ha detto Penelope? E gli ex? - e -

Forse non è il matrimonio migliore di sempre, ma Alice non riesce a non pensare che sappia comunque di felicità e forse non è così importante dove l’avrebbero portata altre svolte, altri baci di FP, gli abbracci di un bambino, perché adesso, sotto il cielo cupo di Riverdale, Alice è felice e per un solo attimo si perde nella folla che era rimasta a indugiare davanti alla chiesa, dopo la funzione. Chissà chi sta cercando, chissà se sta ancora cercando FP, chissà se -

C’era una volta Alice e FP, ma adesso lei non c’era più.

 

(“Ho visto una moto all’uscita della chiesa” gli dice Fred, pochi giorni dopo il matrimonio, e lo guarda con l’aria di chi ti conosce da anni e sa leggerti come un libro aperto. “Ne sai qualcosa?”

FP sbuffa, perché sa benissimo che la ruga che increspa la fronte del suo migliore amico non è una curiosità morbosa; è pura e genuina preoccupazione, ma sa dove vuole arrivare adesso che sono soli nel suo garage, e che il suo più grande amico sta aprendo il cofano anteriore della sua vecchia macchina.

“No, Andrews. Magari vedi troppe commedie romantiche” esclama, vedendo Fred in attesa di una confessione.

L’uomo esala una risata sottile, nel riemergere dal cofano. Poi la sua espressione diviene seria ed è come quando avevano quindici anni e FP si confidava con lui riguardo a suo padre, a qualche ragazza o -

“Magari ho visto male” dice, ma non sta ammettendo di aver sbagliato, sa perfettamente che non è così. “Ma tu non farti del male, Jones”

Il leader dei Serpents annuisce, senza dire altro. Ci sono cose su cui FP non apre mai bocca e poi c’è la vita di Alice. Quella che ha sempre pensato che fosse una terra che lo riguardava, che doveva proteggere dal mondo anche se, quel mondo, Alice sapeva gestirlo molto meglio di quanto non avesse mai fatto lui. Era nata per farlo. )

 

 

 

 

***

La prima volta in cui Alice pensa che FP non tornerà,  ci mette un po’ a riconoscere una nuova fine, forse perché fine è una parola così comune, così propria della loro relazione che sa che, anche se è banale, per ognuna di esse vi è anche un nuovo inizio. La fine questa volta ha un volto e un nome: ha i capelli corvini e ricci di Gladys e per ogni suo riccio vi è una tempesta.

Deve essere una sorta di punizione che qualcuno – lui o il karma? - le sta infliggendo, quella per cui quasi più di vent’anni dopo, lei si trova in quella stanza e lo guarda con quell’espressione distrutta. Non si sarebbe mai davvero aspettata che sua moglie si sarebbe presentata alla sua porta. Si sarebbe aspettata ancora meno che FP le avrebbe voltato le spalle non appena sua moglie sarebbe tornata.

Quando gli chiede di chiarire la situazione, Alice lo fa senza grandi gesti: tergiversa con una breve riflessione sul Gargoyle King nell’ufficio, non fa alcun apprezzamento su come la divisa gli stia bene addosso perché grandi complimenti e giri di parole non le sono mai appartenuti.

“Sei innamorato di lei, FP? E di me...Sei innamorato di me?” fa del suo meglio per nascondere un tono troppo disperato: è Alice Smith e non è disperata, non è mai disperata.

Per tutto il (breve) tempo che dura la risposta, FP ha gli occhi fissi sul tavolo davanti a sé, e pensa ad un album che ha da qualche parte in cui sono raccolte le foto che lui, Gladys e i suoi figli hanno scattato prima che lei se ne andasse. Ce n’è una che ha scattato lui stesso, in cui Jelly Bean, ancora minuscola, dorme accanto a sua madre; ce n’è anche una scattata da Gladys, con Jughead, a sei anni, la prima volta che gli aveva fatto fare un piccolo giro in moto con sé. E sono tutte splendide, ma la sua preferita è quella scattata da Fred, in cui sono tutti e quattro chini sulla torta del primo compleanno di Jelly Bean, poco prima che le cose cominciassero ad andare a rotoli.

Alice gli chiede se è ancora innamorato di lei e FP pensa ai suoi figli e a sua moglie. Pensa che ha già fatto tanti errori con loro e che forse non ha alcun diritto di stringerli, consolarli, vederli ridere, crescere, sbagliare, ferirsi, imparare a scrivere, contare, suonare, soffiare candeline e scartare regali e non vuole perderli.

“Non importa adesso. E’ finita”

Chiude per un attimo gli occhi e, quando li riapre, la lascia andare. 

 

C’era una volta Alice e FP, ma adesso era lui a non esserci più.

 

 

 

 

 

NDA.

Non è sicuramente la migliore shot Falice che io abbia scritto (No way), però mi è stato dato un prompt e boh, sapete che io e le storie through the years andiamo molto d’accordo, quindi well, volevo raccontare di una volta in cui è Alice a non tornare e di una in cui è FP a non farlo, perché angst is the way (?).

Ringrazio inzaghina per il prompt: l’ho usato come citazione iniziale, ma in realtà credo che il senso generale stesse proprio nelle break up più dure dei Falice. E niente, le recensioni sempre gradite, ovviamente.

   
 
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