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Autore: PrimbloodyBlack    11/03/2020    0 recensioni
(la pubblicazione continuerà su Wattpad) Skye faceva parte di una della famiglie più importanti del regno. Suo padre, braccio destro del re, l'aveva educata ad una vita di sfarzo e lusso. Tutto ciò che voleva era suo, le bastava solo chiedere. Ma l'unica cosa che lei voleva era l'unica che non gli era concessa. Essere libera.
Dopo la morte della madre Margaret, il padre sprofondato nella depressione, aveva riposto tutto il suo amore morboso verso la figlia. La teneva chiusa nell' enorme dimora impedendole di uscire e quindi di cercare marito. Aveva ormai raggiunto i diciassette anni ed ogni donna della sua società aspirava ad uno sfarzoso matrimonio. Ma a lei fu negato anche di amare. Tentò più volte di fuggire ma sempre in vano.
Solo una volta si era avvicinata alla libertà ma un incontro alquanto magico aveva cambiato tutto.
Genere: Drammatico, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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So stand in the rain
Stand your ground
Stand up when it's all crashing down
You stand through the pain
You won't drown
And one day, whats lost can be found
-Superchick

 

"Quindi tu hai sempre saputo tutto..." disse la lupa sedendosi sul divano, davanti a lei l'anziana Anaan.

"Si" confessò, "Ho costruito questo posto proprio per volere di sua madre." la lupa si sporse in avanti incuriosita. "Ero a corte quando tutto iniziò, facevo parte di un gruppo di maghi a servizio della regina, non per vantarmi ma ero la sua preferita." disse con un sorrisetto soddisfatto.

"Cosa ti ha fatto cambiare idea? Eri a corte!" esclamò con enfasi.

"Durante i mie anni di soggiorno al castello reale, ho avuto il piacere di servire due regine." disse con un tono reminescente. "La prima regina che servii era buona, amava il suo popolo, c'era sempre una politica repressiva dei rapporti interrazziali, ma non era come oggi. Adesso gli ibridi vengono catturati, seviziati, trucidati..." disse con un profondo respiro, per un secondo la bocca le tremò, come se l'argomento le riguardasse personalmente. "Comunque sia, la seconda regina che servii era diversa da tutte le altre, c'era qualcosa di strano in lei, infatti sai come alla fine andarono le cose."

"Si," sospirò, "La madre di Skye mi ha mostrato tutto con una visione, quindi eri tu quella giovane donna che l'ha aiutata a fuggire..."

"Esatto."

"Non sei invecchiata molto bene!" disse ridendo, Anaan sbuffò cercando di nascondere un piccolo sorriso.

"Come pensi reagirà Skye? chiese, "Tra poco sarà qui, come pensi di gestire la cosa?"

"Non lo so, credo sia troppo da processare per lei... voglio dire, come le spiego che è la legittima erede al trono?"

Poi l'anziana corrugò la fronte e chiuse gli occhi. "Sono tornati!" disse improvvisamente. "Usa le parole giuste Thalia, hai capito?" la ammonì.

Subito dopo si sentirono alcuni passi al di fuori della casa, finché la serratura del portone non si aprì. Thalia si alzò immediatamente in piedi cominciando a sudare freddo. Tutta la sicurezza che aveva, ogni volta che si trattava di Skye, le crollava addosso, soprattutto se doveva parlare di un argomento così serio. Quando la ragazza entrò teneva una busta della spesa, mentre Aruel, dietro di lei, portava una valigetta in cuoio.

"Siamo tornati!" disse il ragazzo.

"Chi l'avrebbe mai detto!" esclamò Anaan verso Thalia. La donna le sorrise in modo malevolo e la lupa alzò gli occhi al cielo.

Osservò Skye posare a terra la pesante busta che le aveva indolenzito la mano. Intanto pensava a cosa fare, cosa dire. Si girò verso Anaan in cerca di coraggio, lei le sorrise e le mimò che poteva farcela.

"Scusa se sono andata via senza dirtelo" disse mentre raggiungeva Thalia. "Non volevo svegliarti." disse dandole un bacio sulla guancia.

A Thalia piaceva quando lo faceva. Adorava che ogni volta che Skye doveva baciarla era costretta ad alzarsi sulla punta dei piedi ed appoggiare le mani sulle sue spalle. Pensò che forse Utopia potesse dare davvero una svolta alle loro vite, ma aveva anche timore che una volta confessata la verità Skye non sarebbe stata più la stessa.

"Ti ricordi che ti avevo detto che dovevamo parlare?"

"Certo" rispose con tono sconsolato, "Qual è il problema?"

"Meglio se ci sediamo." disse volgendosi verso la cucina.

le due ragazze andarono a sedersi, intanto Anaan si rivolse ad Aruel, "è quello che penso?" disse indicando la valigia. Il ragazzo annuì. "Bene"

Erano tutti seduti intorno al tavolo, Thalia difronte a Skye, Aruel e Anaan ai lati. Si poteva percepire la tensione che c'era in aria. Thalia era quasi più agitata di Skye e più il tempo passava, più non riusciva a trovare le esatte parole.

"Thalia" la chiamò l'anziana.

La lupa tornò in sé cercando di ricordare tutto ciò che la donna le aveva rivelato. Cominciò a battere le unghie contro la superficie in legno, creando un suono fastidioso.

"Da cosa cominciò?" chiese ad alta voce a sé stessa.

"Dall'inizio" suggerì l'anziana.

"Allora... Skye," sospirò. "Sarà difficile per te capire, dato che sei nata nel mondo degli umani."

"Ormai mi sono abituata Thalia"

Thalia schiarì la voce. Quando cominciò a parlare, le parole cominciarono a scivolare via senza fermarsi. Le spiegò come la loro regina, Shanti, era una creatura unica nel suo genere. Ogni cinquanta anni, ella partoriva, senza alcun compagno, un nuovo essere, che altri non è che la sua reincarnazione. In questo modo, le memorie di tutte le regine vengono trasmesse a quella nuova, così che possa continuare il suo operato.

Skye sembrò stupita, ma non quanto la lupa pensasse. Ormai aveva capito da tempo che quel mondo viveva sulle proprie regole e tutto ciò che sapeva sul proprio non aveva utilità lì.

"Fin qui ci sei?" Skye annuì.

"Bene, perché questa parte non ti piacerà." dichiarò sospirando.

"Riguarda me?" suppose con incertezza. Thalia lanciò un'occhiata veloce a Anaan, poi rivolse lo sguardo sulle sue mani cercando di evitare il contatto visivo con Skye.

"Sì Skye, ma principalmente tua madre."

"Che c'entra mia madre?" chiese confusa

"Lei non è la donna che tu conosci." la ragazza corrugò la fronte.

"Che intendi dire?" chiese quasi con aggressività.

Thalia si alzò, si avvicinò a Skye e si inginocchiò. "Meglio se te lo mostro." la ragazza si girò difronte alla lupa, dando le spalle ad Aruel. Thalia le prese il viso tra le mani, cercando di spingerla verso di lei, con delicatezza, senza forzarla. Lei si avvicinò lentamente, finché le loro fronti non si sfiorarono.

Lentamente sentì che le calde mani di Thalia svanivano. "Skye apri gli occhi" lei fece come detto. Sussultò quando, guardandosi attorno, capì che non si trovava più nella loggia. Era un sfarzosa stanza da letto, con mobili in legno pregiati, su cui poggiavo gioielli inestimabili, con incastonate le pietre più preziose. I colori che regnavano erano il bianco e l'oro, ad eccezione del soffitto, colorato da un immensità di dipinti, confinati in delle volte. Raffiguravano regine, maghi, elfi, guerrieri e soldati.

Ma tale luogo non le era affatto sconosciuto, avendo vissuto in un palazzo reale, conosceva bene l'architettura di un castello. "È la camera di un reale" disse ad alta voce.

"Esatto" confermò Thalia comparendo al suo fianco.

Improvvisamente delle persone irruppero nella stanza aprendo in modo violento la grande porta a due ante. Avevano sguardi segnati dalla paura o dall'emozione. Skye si spaventò ma prima che potesse fare o dire qualcosa Thalia le prese la mano e le disse "non possono vederci."

Dietro a quei uomini e donne, comparvero due guardie che portavano in braccio una donna urlante. La poggiarono sul letto facendola sdraiare. La donna gridò nuovamente quando le doglie la colpirono. Strinse la coperta con i propri pugni, quasi intenta a strapparla.

"Stia calma." cercò di dirle quello che sembrava un medico.

La donna si alzò per guardare l'uomo con occhi assassini e quasi ringhiando gridò "Mai dire ad una donna incinta di stare calma! TANTO MENO ALLA REGINAAAA" gridò sopraffatta dal dolore.

"La... regina?" ripeté Skye. "Non dovrebbe avere cinquant'anni?"

"Esatto... 'dovrebbe'" sottolineò, "Invece ne ha venticinque."

"Perché mi fai vedere la regina? Che centro io?"

Ma Thalia non le rispose, in quanto la risposta era davanti ad i suoi occhi. Dopo qualche minuto gli urli della regina furono sovrastati da quelli di un neonato. Tutti esultarono.

Ma la regina sembrava ancora sofferente, finché non gridò con stupore e paura. "Ce n'è un' altraaa!" digrignò di nuovo i denti e inarcò la schiena.

"Com'è possibile!" gridò il medico vedendo la testolina della neonata. Si sbrigò a posare l'altra bambina nella culla e tornò correndo dalla sua regina "Eccola!" gridò quando la vide uscire.

Ci fu un momento di silenzio nella stanza. Il medico prese tra le braccia la neonata, voltandosi verso i presenti. Aveva la bocca mezza aperta per lo stupore e due occhi spalancati.

"Fatemele vedere..." disse la regina con un filo di voce. Ma il medico troppo scosso non la sentì.

"Com'è possibile?!" si fece avanti una dei presenti. Aveva un lungo vestito viola con gioielli dello stesso colore. Aveva la pelle scura con ricci capelli neri raccolti in una cipolla e sembrava avere almeno quaranta anni.

"Anaan" la chiamò la regina. "Portarmele!" disse con più convinzione. La giovane donna annuì. Andò dalla bambina nella culla, la prese in braccio, ancora sporca di sangue e la portò da sua madre. La regina allargò il bracciò e strinse la bambina a sé.

"Quella sarebbe la nostra Anaan?" chiese Skye sbigottita.

"Si" disse ridendo la lupa.

La maga si volse verso il dottore e con fare imperativo disse "Valon anche tu"

L'uomo, ancora scioccato, si avvicinò lentamente alla sua regina porgendole la bambina, che abbracciò con l'altro braccio.

"Uscite tutti..." ordinò poi, "Uscite tutti!"

I presenti si affrettano ad uscire, quasi correndo, dalla stanza.

"Tranne te Anaan" impose.

La maga chiuse la porta e si avvicinò al letto della regina.

"Perché questo?!" disse con voce spezzata.

"Non me ho idea mia signora." disse scuotendo la testa. "Va oltre le mie conoscenze."

"Tra ventiquattro ore la mia anima lascerà questo corpo per entrare in uno nuovo... Come è possibile che abbia partorito due bambine invece che una?!" gridò disperata. Guardò entrambe le sue bambine, una con i capelli biondi, quasi bianchi quanto la sua carnagione, e l'altra sempre bianca come la neve ma con i capelli corvini. Quest'ultima la guardava, volgendo la testa all'indietro. Dei bellissimi occhi come il cielo la osservavano, curiosi e vivi.

"Che cosa devo fare?" chiese con rassegnazione.

"Mi dispiace non lo so." confessò abbassando il capo.

"Tu..." disse afferrandole la mano "Quando nacqui eri la mia protettrice, la Guardiana Della Rosa, avevi il compito di crescermi, di istruirmi, di darmi amore, proprio come una madre. Per questo devo chiederti questo... Qualsiasi cosa succeda, proteggile..."

"Certo" esclamò stringendole le mani "Ucciderei chiunque pur di tenerle al sicuro."

"...L'una dall'altra" concluse la regina, la maga corrugò la fronte.

"Che intendete con 'l'una dall'altra'?"

"Non lo so, un presentimento forse..." disse guardando il vuoto. "Promettimelo!"

"Lo giuro!" esclamò con convinzione.

"Bene" bisbigliò, "Ora, non posso dare il mio nome ad entrambe, per questo lei" indicò la corvina "si chiamerà Mor." poi volgendosi verso l'altra, "Lei invece Shanti."

Lentamente la scena si offuscò lasciando le due ragazze nell'oscurità.

"Thalia, quanto tempo fa è successo?"

"Quarantaquattro anni fa..."

"Da quanto ho capito la regina al trono è una sola ora, perché?" disse confusa.

"Te lo mostro subito."

Tra il buio che le circondava iniziarono a formarsi delle immagini, inizialmente sbiadite, poi sempre più nitide. Mostrava due ragazze, due gemelle. Litigavano, si picchiavano, basta immaginare cosa successe quando entrambe impararono l'arte della spada. Ma era evidente in ogni ricordo come Shanti riuscisse sempre a sopraffare la sua metà, in ogni cosa. Di carattere forte ed autoritario, a tratti impassibile difronte ai dolori degli altri. D'altra parte c'era invece Mor, una ragazza sognatrice, che teneva al proprio popolo a differenza della gemella. Vedeva il buono anche dove non c'era, per lei la parola malvagio non esisteva, "tutti nascono buoni" diceva "è il mondo che poi li cambia, per questo dobbiamo cambiare il mondo." Non amava le vecchie leggi che le sue precedenti reincarnazioni professavano, era disgustata che la vecchia se stessa avesse fatto certi atti. L'unica cosa che voleva era la pace fra i popoli, la fine dell'esilio dei Licantropi, la fine della guerra contro gli Orchi e i loro alleati. Sua sorella non condivideva le sue idee. Di natura spietata, amava reprimere i più deboli, amava il sangue, la guerra, i cadaveri ammassati gli uni sugli altri, ma più di tutto odiava il mescolamento del sangue. 

Finché un giorno le sue intenzioni uscirò alla luce.

"Anaan!" la chiamò Shanti.

"Si mia signora, sono nella vostra stessa stanza, non c'è bisogno di urlare." disse irritata.

"C'è una cosa di cui vorrei discutere con te, è molto importate."

"Mi dica."

"Si tratta di mia...sorella" disse con un velo di disprezzo.

"È successo qualcosa con Mor?"

La giovane donna, seduta davanti al suo specchio, si girò per guardare negli occhi quella che professava essere la sua Guardiana Della Rosa.

"Anaan, ricordi cosa ti disse, anzi, ti dissi dopo il parto anni or sono?"

"Certamente che lo ricordo, ho fatto un giuramento."

"Ricordi anche le esatte parole che ti dissi?"

"Di proteggere lei e sua sorella ad ogni costo, da chiunque e da qualsiasi cosa."

"Dissi anche un'altra cosa, ricordi?"

La maga deglutì con nervosismo, sapeva benissimo a cosa la giovane regina si stava rivolgendo e da donna perspicace quale era, sapeva già cosa la regina voleva. Conosceva l'odio che lei nutriva verso la gemella, era noto a tutti.

"Allora Anaan? Se non lo ricordi significa che questo giuramento non aveva molto significato per te."

"No mia regina, lo ricordo"

Shanti la guardò sorridendo ma non c'era nulla di buono in quell'espressione.

"Quel giorno di ventisette anni fa," raccontò la maga con capo chino, "lei mi disse di avere un brutto presentimento e forse avrei dovuto proteggere lei e Mor l'una dall'altra."

"Esattamente." disse con un grande sorriso ed occhi spalancati. "Sai ultimamente mia sorella ha assunto un comportamento sbagliato, del resto c'eri anche tu quando mi ha costretta ad annullare la condanna a morte a quei due uomini di due specie diverse. Disse che non c'era bisogno di ucciderli, utilizzando la scusa che non avrebbero potuto procreare." sbottò.

"Mia regina, capisco il suo punto vista riguardante il mescolamento delle razze, ma non c'è bisogno di uccidere."

"Anaan," disse alzandosi. "Io sono un essere immortale, ho vissuto milioni di vite, è per questo che sto al trono. So quello che faccio, so quello che dico."

"Anche sua sorella!" ribatté.

Shanti fece un passo indietro, inizialmente stupita per tanta insolenza e poi disgustata.

"Dillo che ami più Mor che me!" alzò la voce.

"Qui non stiamo parlando di amore e famiglia Shanti, ma del futuro del nostro popolo. Se continui ad uccidere innocenti solo perché non rientrano nei tuoi gusti, questo mondo andrà in macerie."

"Esci!" gridò, "VATTENE!"

Anaan corse verso la porta, sbattendola con forza. C'era delusione sul suo volto, ma anche rimpianti e sensi di colpa.

Skye e Thalia guardarono in silenzio la regina che, ormai sola nella sua stanza, diede sfogo a tutta la sua frustrazione. Cominciò a lanciare oggetti, a strappare coperte, cuscini, qualsiasi cosa che le capitava sotto mano. Alla fine ritornò davanti al suo specchio. I capelli biondi scompigliati, gli occhi castani che gridavano rabbia. Si guardò per qualche secondo, poi lei ultime parole "Allora la ucciderò io stessa"

L'immagine pian piano svanì, lasciando le due ragazze di nuovo sole.

"La regina rappresenta la morte e la rinascita, il ciclo della resurrezione che porta alla perfezione il nostro mondo. Quel giorno quelle'essere così finito, che dovrebbe rappresenta l'utopia, aveva generato un impurità."  

Si voltò verso Skye con uno sguardo triste, ancora tentennando a dire quella fatidica frase. 

"Mor era diversa, era speciale, i suoi poteri andavano addirittura oltre l'utopia. Aveva il potere di creare la vita semplicemente pensando." 

Si girò di nuovo a guardare l'oscurità, chiuse gli occhi e una serie di immagini cominciarono ad apparire, mentre continuava a raccontare.

"Quando Shanti tentò di ucciderla, inconsciamente fu in grado di creare un essere che la salvò."

Skye vide come Shanti, con odio negli occhi stava per pugnalare la sorella. Non aveva armi, aveva solo una vestaglia a dosso, nulla con cui proteggersi o contro attaccare. Skye guardò la scena con occhi spalancati ansiosa di capire cosa sarebbe successo. Mor si coprì spontaneamente il viso con il braccio per proteggersi e gridò non appena vide la lama davanti al viso. I suoi occhi cambiarono colore, erano di un nero pece. Una luce intensa invase la stanza stordendo Shanti.

Anche Skye chiuse gli occhi per non rimanere accecata, senza rendersi conto che non aveva effetto su di lei, perché era un semplice fantasma.

Quando la regina aprì gli occhi, vide davanti a sé una figura nera, posta davanti a Mor per proteggerla. Aveva mani e braccia come un normale essere umano, il colore della pelle era più scuro della notte. Non aveva capelli né organi genitali. Aveva due occhi con l'iride bianca e labbra nere. 
Con la sua postura imponente e lo sguardo minaccioso, spaventò la regina.

"Che diavolo..." balbettò scioccata, "Cos'è quell'essere? Cosa sei tu?!"

L'ho creato io? Penso Mor.

L'essere si girò a guardarla, fece un piccolo inchino con la testa, per poi rivolgere di nuovo lo sguardo alla regina.

Shanti gridò e corse verso di lui con il pugnale in alto. Forse più per paura che per rabbia, e attaccò l'essere.

"Non farle male!" urlò Mor alla creatura da lei creata.

L'essere bloccò Shanti per il polso, impedendole di colpirlo. Tentò allora con la mano libera di colpirlo con un pugno allo stomaco, ma anche quell'attacco fu parato. 
La creatura si girò nuovamente verso sua madre, la guardò intensamente per poi fare uno strano verso con la bocca.

"Grazie..." disse la ragazza.

Shanti la guardò con la coda dell'occhio correre via e con furore le strillò "Dove vai?! Non scappare!"

Ma aveva ormai chiuso il portone alle sue spalle. I soldati che erano di guardia erano riversi a terra, ma non c'era sangue.

Skye e Thalia continuavano a guardare quella figura correre tra i corridoi finché non bussò insistentemente ad una porta. Dopo qualche secondo, Anaan comparì sulla soglia, con i capelli spettinati ma con un'armatura leggere. Prese la ragazza per il polso e la trascinò nella sua stanza. 

"Stai bene?!" chiese agitata mentre le teneva il viso tra le mani.

"Io... Non lo so" balbettò

"Sento la presenza di qualcosa," disse preoccupata. "Che cosa è successo?"

"Lei... mi ha attaccata e..." gli occhi le diventarono lucidi.

La donna fece un sobbalzo, d'improvviso gli occhi le diventarono viola e rimase con la bocca aperta "Ha assoldato una strega!"

"Cosa?!" esclamò, "Ma... Ma..." la vista lentamente le si annebbiò e a stento riuscì a tenersi in piedi. 

"Ehi!" Anaan la sorresse per le braccia, ma la ragazza ormai incosciente cadde a terra. 

La visione si frammentò nuovamente e svanì.

"Quel fascio di luce..." disse Skye con fatica, "assomigliava tanto al mio"

Thalia annuì e abbassò la testa evitando il contatto visivo.

"E quella creatura... Non dirmi che..." gli occhi cominciarono ad inumidirsi e le parole non riuscivano ad uscire.

"Quello era il primo esemplare dei suoi figli." confessò la lupa.

Le lacrime cominciarono a rigarle il viso e si accasciò a terra in ginocchio. "È tutta una bugia" disse mentre si copriva il viso con le mani. Una valanga di pensieri la travolsero. Capì che la sua vita era stata un inganno quando la lupa le disse che sua madre aveva la capacità di modificare i ricordi. "L'ha fatto anche con te e tuo padre." le disse con freddezza o quasi con lucidità, come di chi ne aveva passate tante.

"Vuoi continuare?" le chiese con gentilezza.

Skye rimase in silenzio. L'unico suono era il suo singhiozzo sofferto.

Thalia si chinò, le posò una mano sulla testa e l'accarezzò. Si ricordò come suo fratello era solito farlo quando era giù di morale. Non la faceva sentire meglio ma almeno capiva che c'era qualcuno al suo fianco su cui poteva contare e con cui condividere il proprio dolore.

Skye alzò il viso, le sorrise tra le lacrime. Non era un sorriso sincero, sorridere era l'ultima cosa che riusciva a fare in quel momento. Ma si sentì quasi in dovere di farlo, non sapeva perché, ma pensava fosse giusto, specialmente nei confronti di Thalia che le era sempre stata accanto.

"Si" disse infine. Tirò su col naso e si asciugò le lacrime con le maniche della maglietta. "Fammi vedere."

Thalia le perse la mano e l'aiutò ad alzarsi. "Come desideri"
 

Spero che questo capitolo vi sia piaciuto! eh si la storia della regina è parecchio bizzarra ma considerando che è un mondo fantasy tutto può accadere. Ditemi cosa ne pensate e al prossimo capito!

 

   
 
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