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Autore: mido_ri    12/03/2020    1 recensioni
Maekawa Yuki, un investigatore anti-ghoul di secondo grado, si trova a dover fronteggiare un essere spaventoso.
Desideroso di aiuto, cerca l'appoggio dei suoi superiori, ma nessuno crede alla sua scoperta.
"Indietreggiai; ero già a conoscenza di ciò che sarebbe accaduto di lì a poco, ed era troppo tardi per scappare.
Ero prossimo alla morte, eppure non potei pensare a nient'altro che al fatto di volerne sapere di più su quella cosa, di più, di più...
[...]
Fu in quel momento che dovetti ricredermi sul mio ultimo pensiero. Il mio addome si contrasse, trattenni il fiato, un orecchio cominciò a fischiare.
Qualcosa di estremamente rapido e affilato mi sfiorò il lato sinistro del viso e si fermò a mezz'aria. Percepivo un lieve ronzio e un forte calore sulla guancia."
Genere: Introspettivo, Mistero, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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3.

Quel giorno affrontai il tragitto da casa mia alla sede del CCG come se stessi andando al patibolo. Per quanto mi sforzassi di crearmi diverse aspettative, nella mia testa vi era una sola opzione disponibile: sarei entrato in ufficio e Kuroyama mi avrebbe rivolto uno sguardo sprezzante, intimandomi di mettermi subito a lavoro; per non parlare di tutte le volte in cui a missione me la sarei fatta sotto davanti ai miei superiori.

Inspirai e cominciai a salire le scale; di prendere l'ascensore non se ne parlava: avevo bisogno di scaricare la tensione.

- Maekawa, pensavo che non ti saresti presentato oggi.

Preso dalle mie preoccupazioni, non mi ero accorto di essere passato proprio accanto a Kuroyama, intento a fotocopiare dei documenti in corridoio.

- Già... e invece eccomi qui...

"Che risposta idiota"

- Ieri non ti sei comportato molto bene con me. Mi hai fatto preoccupare, sai? Se ti fosse successo qualcosa, la responsabilità...

- Lo so, e per questo vorrei scusarmi per quello che ho fatto. Sono stato davvero irrispettoso nei suoi confronti...

Mi chinai leggermente in avanti per mostrare il mio risentimento all'uomo che mi stava di fronte. 

- Sai, ti ho perfino seguito. Sbadato come sei, ho creduto che saresti andato incontro a morte certa.

- M- mi ha seguito?

- Maekawa, so bene che non andiamo d'amore e d'accordo e probabilmente non succederà mai, ma la mia indifferenza nei tuoi confronti non è tale da non offrirti aiuto quando sei in pericolo.

- C-certo... Grazie.

- Peccato che a un certo punto ti abbia perso di vista. Fortunatamente Mitsuo era in zona e sono riuscito ad avvertirlo in tempo.

- Mi dispiace aver causato tanto disturbo...

Kuroyama mi appoggiò una mano sulla spalla rivolgendomi uno sguardo di apprensione, poi si avvicinò al mio orecchio e abbassò la voce.

- Davvero non capisco cosa ti abbia spinto a uscire fuori con quel tempo e non credo che tu mi odii a tal punto da scappare via. Ricordi cosa ti ho detto, vero?

Annuii e rimasi immobile, incapace di dire o fare altro. Davvero avevo creduto anche solo per un istante che Kuroyama si fosse preoccupato per me? Probabilmente mi aveva seguito soltanto per paura che andassi a raccontare tutto a qualcuno. Compreso il fatto che mi aveva minacciato.

- Bene, credo che sia il momento di iniziare. Oggi pomeriggio tutta la squadra si riunirà per l'organizzazione della prossima missione, mi raccomando, non mancare.

L'uomo mi sbatté sul petto un fascicolo di fogli appena fotocopiati e mi indicò la direzione dell'ufficio con una mano, come se non sapessi esattamente dov'era.

-

Voltavo la testa da una parte all'altra della grande sala, cercando di stare dietro a chiunque prendesse la parola, ma era impossibile: innanzitutto perché non conoscevo la metà dei termini che utilizzavano per esprimersi e poi perché l'ansia da prestazione si era fatta sentire prima del previsto. Sapevo di non essere minimamente paragonabile a nessuno di quegli investigatori, neanche a quello che sembrava più debole. Kuroyama sembrava aver intuito alla perfezione le mie sensazioni, perché di tanto in tanto mi lanciava un'occhiata apprensiva come a volermi chiedere "hai capito?". Naturalmente era tutta una farsa. Quell'uomo era molto bravo a tradire se stesso, o semplicemente gli piaceva umiliarmi e confondermi con la sua ipocrisia. 
Alla fine della riunione, durante la quale nessuno aveva osato rivolgermi la parola, l'unica cosa che compresi fu che la missione avrebbe avuto luogo in tre giorni a partire da quello. Il che voleva dire che avevo soltanto tre giorni per prepararmi. Ero indeciso se precipitarmi in biblioteca e consultare più manuali possibile, o fare domande in giro per il CCG e prendere appunti a costo di fare la figura del completo idiota. Il mio addestramento per la partecipazione alle missioni sarebbe dovuto cominciare da lì a qualche mese, non ero assolutamente pronto e avevo zero esperienza sul campo. Avevo visto un vero ghoul per la prima volta soltanto pochi giorni prima.

- Maekawa, vieni con me.

- C-cosa?

Sussultai al tocco di Kuroyama sulle mie spalle.

- Non ho la minima intenzione di lasciarti partecipare alla missione senza un briciolo di allenamento.

Non credevo che lo avrei mai detto, ma Kuroyama mi aveva davvero salvato. 
Mi condusse nella palestra del CCG in cui si stavano allenando diversi investigatori. Riconobbi alcuni di quelli che avevano partecipato alla riunione. A guardarli sembrava che fossero in grado di eliminare qualsiasi ghoul con un colpo solo, mentre io non sapevo neanche come si impugnasse un quinque.

- Da questa parte.

Kuroyama mi fece oltrepassare una porta di vetro che si richiuse subito dopo il nostro ingresso.

- E ora stai a guardare.

Si tolse la giacca con cui si presentava solitamente in ufficio, rivelando una maglia termica bianca, identica a quella che indossavano anche gli altri investigatori che si stavano allenando. Impugnò un quinque la cui forma richiamava una spada da un alto scaffale e cominciò a manovrarlo come se fosse un prolungamento del suo stesso braccio. Lo fece roteare intorno al suo corpo finché, con un taglio netto, divise in due un sacco da boxe; la sabbia cominciò a cascare a fiotti sul pavimento, accompagnata dalla risata divertita di Kuroyama. Fatto ciò, posò il quinque e ne prese uno completamente diverso, più pesante e difficile da impugnare ma, nuovamente, lo manovrò come se fosse completamente a suo agio. Si muoveva così velocemente che mi riusciva difficile apprendere lo schema dei suoi spostamenti, perciò cercai di focalizzarmi sulla parte anteriore del suo corpo invece che sul quinque. Nonostante avessimo lavorato molto insieme, non avevo mai visto Kuroyama in tenuta da allenamento né in missione, fatto sta che me lo aspettavo molto più rigido e meno fluido nei movimenti. Le sue braccia perfettamente proporzionate al busto disegnavano grandi archi nell'aria, mentre i piedi erano saldamente piantati a terra. E lui si divertiva un mondo. Immaginai cosa sarebbe successo se si fosse sfidato con quel ghoul. Sarebbe riuscito a tenergli testa?

- Che ne dici di provare?

Scossi la testa e mi allontanai più del dovuto, ma l'altro mi lanciò il quinque indossando un sorriso carico di aspettative. Faticai ad acchiapparlo, ma alla fine si rivelò meno pesante di quanto pensassi. Tuttavia lo feci cadere lo stesso, accompagnando il gesto con un sussulto: quella cosa sembrava avere vita propria.

- Lo so, capita a tutti la prima volta. Devi soltanto... entrare in sintonia con lui. Sappi che non ti farà niente, è solo un'arma.

Deglutii.

- Raccoglilo.

Feci come mi ordinò, ma tenni il quinque a debita distanza. Percepivo una sorta di energia vitale scorrere nel mio braccio, ma poco dopo si trasformò in una scossa e feci cadere di nuovo l'oggetto a terra con un sussulto. Kuroyama rimase fermo a squadrarmi dalla testa ai piedi, finché non prese un altro quinque dallo scaffale.

- Prova con un bikaku.

Annuii e chiusi entrambe le mani attorno all'impugnatura d'acciaio, da cui si diramava una sorta di tentacolo pulsante. A vederlo faceva ancora più paura, ma stranamente mi sentii più a mio agio e per i primi dieci secondi riuscii a restare fermo, finché quella cosa ebbe un guizzo e la lasciai cadere.

- Molto meglio, sapevo che sareste andati d'accordo. Sai... ho ucciso questo ghoul circa tre anni fa, era un ragazzo della tua stessa età. Ancora non riesco a dimenticare il modo in cui mi implorava...

Kuroyama smise di parlare non appena si rese conto del mio sguardo deluso e spaventato.

- Yuki, sai bene che tener testa ai ghoul non è abbastanza. Bisogna ucciderli, qualsiasi siano la loro età... e le loro suppliche.

- Non credo di esserne capace.

- Per questo hai me a farti da guida. Sarai più che pronto per la tua prima missione. Forza, togliti la giacca.

Eseguii il suo comando, ma in risposta l'altro scosse la testa come a voler esprimere disappunto.

- Quel fisico non mi piace. Da oggi voglio vederti in palestra più spesso. Anzi, ogni giorno.

-

Il giorno della missione finalmente arrivò. Contrariamente a quanto mi aspettavo, durante l'esercitazione Kuroyama aveva messo da parte il suo lato meno sopportabile e si era comportato da vero allenatore. Naturalmente non ero al livello di nessun componente della squadra, ma  avevo acquisito delle buone basi: perlomeno avevo imparato a maneggiare un quinque senza spaventarmi. 
Eravamo giunti sul campo tutti insieme dalla sede centrale, ottima cosa per me perché avrei sicuramente sbagliato luogo o orario. O entrambi. 
All'ordine d'inizio della missione mi posizionai com'era stato deciso alla riunione: i miei compagni di squadra erano disposti in una sorta di piramide rovesciata, di cui io costituivo la punta e avevo il compito di guardare le spalle agli altri. Kuroyama quel giorno era a capo della missione, il caposquadra Mitsuo si trovava in un altro distretto per partecipare a una riunione molto importante.
Mi sentivo spaesato, perché dovevo continuare a guardare indietro, ma stare attento anche a ciò che accadeva davanti a me; infatti fui sul punto di andare a sbattere contro le spalle del mio compagno quando tutti si arrestarono all'improvviso. Nessuno parlò, ma fu proprio quel silenzio a suggerirmi che ci trovavamo di fronte a un ghoul. Prima ancora che il mio corpo iniziasse a tremare, imposi a me stesso di mantenere la calma e di restare lì dov'ero, d'altronde da quella postazione non potevo vedere qualunque cosa ci fosse davanti a me. 
Avanzammo tutti insieme a piccoli passi, poi tutt'a un tratto i compagni davanti a me scomparvero, correndo a grande velocità verso l'obiettivo mentre estraevano i quinque con determinazione impressionante. Sentii delle urla disumane: a essere stati attaccati erano un ghoul adulto e... un bambino. Mi coprii gli occhi, per quanto quelle urla mi spronassero a guardare in quale assurdo modo stessero agendo i Colombi. I due ghoul non avevano avuto neanche il tempo di difendersi; non che fossi dalla loro parte, ma era comunque deludente vedere quale fosse in realtà la politica degli investigatori anti-ghoul. 
Mentre mi allontanavo, sforzandomi di tenere gli occhi chiusi, un improvviso movimento nella mia tasca mi distolse del tutto dal mio intento. Prima che potessi capire di cosa si trattasse, il mio istinto mi aveva già fornito la risposta e il mio sguardo ispezionava vigile la zona circostante. Mi accorsi che Kuroyama si stava allontanando dal gruppo lentamente, mentre tutti gli altri erano raccolti intorno ai due corpi, probabilmente ormai senza vita. Ciò era strano, visto che era lui a dirigere la missione quel giorno. Decisi di seguirlo. 
L'uomo si introdusse in un vicolo e continuò a camminare con lentezza, mentre si guardava intorno con attenzione. Intanto la vibrazione nella mia tasca si faceva sempre più insistente. Quel ghoul era vicino. E forse questo aveva a che fare con il fatto che avevo deciso di seguire Kuroyama. 
Ci trovavamo in un vicolo cieco e l'altro si arrestò. Se si fosse voltato, mi avrebbe visto sicuramente. Avevo pochi secondi per elaborare una scusa, ma quello mi rivolse la parola continuando a darmi le spalle.

- Maekawa, non mi sembra che fossero questi gli ordini.

- Ah... Io- io volevo solo...

Volevi solo cosa?

Finalmente si voltò, ma contrariamente al suo tono di voce, non era poi così arrabbiato, anzi, sembrava inquieto.

- Mi dispiace, torno in posizione.

- No!

Fece uno scatto in avanti e mi trattenne per un polso. Quella fastidiosa vibrazione nella mia tasca si fece più insistente.

- Lo senti anche tu?

Allora non lo stavo immaginando.

Kuroyama si infilò una mano in tasca ed estrasse il cellulare, guardandolo con aria sorpresa.

- È... è quello che stavo cercando di spiegarle l'altra sera. Adesso mi crede?

L'altro si limitò a farmi da scudo di fronte a qualcosa che non si era ancora manifestato.

- Resta con me.

Annuii, ma mi alzai ugualmente sulle punte dei piedi per guardare oltre le sue spalle.

L'attesa sembrò infinita, ma più il tempo passava, più mi convincevo che non sarebbe successo proprio niente. Quella vibrazione insistente era andata via via attenuandosi, finché i dispositivi avevano ricominciato a funzionare normalmente. Io e Kuroyama tirammo un sospiro di sollievo all'unisono e ci guardammo con aria complice.

- Sembra che abbia cambiato idea.

Tornammo dai nostri compagni, che ci domandarono subito dove ci fossimo cacciati. 
L'area dell'attacco era stata ripulita, ormai non era più visibile neanche una traccia di sangue. Pensai tristemente che, forse, nessuno avrebbe più ricordato quella piccola famiglia.

-

Mi fermai alla sede del CCG soltanto per depositare il quinque, deciso a tornarmene a casa il più in fretta possibile. Kuroyama mi raggiunse e si svestì accanto a me, ma non sembrava avere la minima intenzione di intavolare una conversazione. Meglio per me. Prima di andarmene mi inchinai di fronte a lui in segno di rispetto. Lui, che non mi stava neanche guardando, si voltò improvvisamente verso di me e schiuse le labbra, come a voler dire qualcosa, ma si limitò a chinare e il capo e si girò nuovamente dall'altra parte.

  
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