Memorie di petali e lapidi-prologo
Note : Ingrediente
fondamentale di questa storia è il mio interesse per le
storie a confine tra
fantasia e realtà e poi il tema del
“morto” mi ha sempre affascinato e così
ho
deciso di provare a immaginare cosa prova un morto, cosa ne pensa della
vita e
cosa potrebbe dire a qualcuno che non apprezza tale dono. Spero che
questo mio
racconto a metà tra il filosofico e il fantastico possa
trasmettere le
impressioni e i sentimenti dei due personaggi, che a modo loro sono
“morti”
entrambi.
Perché
quel giorno pioveva...
Ancora
ricordo il giorno in cui l’ho
incontrato per la prima volta…
.. era
un giorno di primavera e pioveva.
{Ora
a distanza di anni mi sembra ancora tutto più assurdo,
eppure
non posso fare a meno di ricordare.}
Lui
era lì per un motivo.
Io ero
lì perché non ne avevo più uno.
Eravamo
diversi, talmente diversi da
sembrare accomunati dallo stesso destino.
{Io
morta dentro. Lui morto e basta Che pessima
ironia!}
Quel
giorno il cielo piangeva per
suggellare il nostro incontro.
Perché un incontro come il nostro non
può essere ricordato se non con le lacrime del cielo.
{Noi
le nostre le avevamo già versate
tutte.}
Eravamo
lì quel giorno di primavera, la
pioggia bagnava gli alberi in fiore.
Eravamo lì in silenzio sotto le lacrime
del cielo.
{Io
ero lì a piangere. Lui
in attesa di qualcuno
che
piangesse per lui.}