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Autore: Mannu    13/03/2020    0 recensioni
Il capitano medico Anderson non è uno che si dà per vinto tanto facilmente. Ha già dimostrato notevole testardaggine salendo a bordo di una sonda borg danneggiata e riportando in braccio un drone borg disabilitato. Ora, ad anni di distanza da quel fatto, d'accordo col dottor Steiner, specializzato in medicina borg, è riuscito a convincere Nove di Ventuno a sottoporsi a una ulteriore operazione chirurgica per rimuovore i vistosi impianti borg che ha attaccati a un lato della testa. Un altro passo verso la liberazione dal Collettivo. Di malavoglia Nove lascia il comando della U.S.S. Starfender al suo primo ufficiale, il klingon Th'Karr...
Genere: Avventura, Azione, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Borg, Klingoniani, Nuovo Personaggio, Romulani, Vulcaniani
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Star Trek: la nuova frontiera'
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Una nave per Nove
2.

- Ghuy'cha! - sbraitò il klingon rivolto all'impassibile interfaccia LCARS del monitor sul tavolo - Computer, non tradurre! - si affrettò ad aggiungere. Furioso, misurò l'alloggio con lunghi passi trattenendo ulteriori bestemmie.
- La seconda richiesta respinta in tre settimane! Ma cosa passa per la testa a quei rammolliti del Comando? Credono forse che senza il comandante Nove noi della Starfender si debba stare al sicuro, lontani da possibili guai? Ci credono incapaci di operare e ci mandano qui, a fare da balia ai romulani! A tenere lontani dai loro confini quei... piazzisti falliti dei ferengi. Cani da guardia! Di pattuglia nello spazio profondo, dicono... ma alla fine non troppo lontani dalla Base Stellare 39 Sierra. Come cuccioli di targh, mai troppo lontani dalla madre!
Il suo sguardo furioso cadde sull'interfaccia LCARS: il computer di bordo stava diligentemente registrando tutto. Th'Karr si era lasciato trasportare dall'ira mentre preparava la risposta al messaggio del Comando della Flotta Stellare che gli confermava l'ordine di mantenere la posizione e pattugliare la zona assegnata, una piccolissima fetta del lungo confine tra lo spazio della Federazione e quello dell'Impero Stellare Romulano. Uno spazio quasi del tutto vuoto, a parte qualche occasionale, patetico tentativo di attraversamento da parte di incauti “commercianti”.
- Computer, cancella tutto. Anzi, annullare la risposta!
Il klingon accolse il trillo flautato che confermava l'esecuzione del comando digrignando i denti limati. Poi fu il segnale acustico della porta a sovrastare il rombo del sangue nelle orecchie del combattivo ufficiale.
- Avanti! - disse impettito, cercando di assumere l'atteggiamento consono a un tenente comandante della Flotta Stellare. Senza dimenticare di essere klingon.
- Sottotenente M'Namann a rapporrto, comandante.
Sintesi di felina eleganza e potenza anche mentre se ne stava sull'attenti, il caitiano attendeva indecifrabile.
- Ebbene? - Th'Karr represse l'istinto di essere molto più sbrigativo, anche se sapeva perfettamente che il caitiano non avrebbe potuto apprezzare quelle finezze degne di un terrestre.
- Chiedo il perrmesso di parlare liberamente.
- Accordato.
Senza abbandonare la postura sull'attenti, il massiccio felino si espresse con schiettezza e insolito eloquio.
- Certo di interrprretare il desiderio unanime degli ufficiali e di tutto l'equipaggio, le chiedo molto corrtesemente di inoltrrarre richiesta presso le autorità mediche dell'attracco spaziale terrestre al fine di riceverre notizie del comandante Nove di Ventuno.
M'Namann aveva qualche lieve difetto di pronuncia: le erre sembravano uscire soffiando dal suo naso o dal petto, ora sotto forma di fusa, ora di ruggito basso e represso. Invece di renderlo ridicolo, quel piccolo problema lo rendeva... inquietante. Th'Karr non conosceva felini temibili predatori, mentre sapeva perfettamente che sul pianeta degli umani ve n'erano diversi, tutti cacciatori eccellenti e temutissimi. Si rendeva conto che mentre lui non si sentiva affatto minacciato, per la maggioranza terrestre dell'equipaggio non era affatto così. Superiorità klingon, pensò con orgoglio.
- Con me!
A grandi passi il klingon raggiunse il ponte di comando, seguito dal silenziosissimo caitiano. Qui il guardiamarina Brax, una giovanissima e dolce trill non unita, si occupò dell'apertura di un canale subspaziale. Pochi minuti dopo l'ordine del comandante, sullo schermo apparve un capitano medico della stazione in orbita terrestre.
- Al momento il comandante Nove è ancora in sala operatoria. Ci sono state delle... inattese complicazioni e non è stato possibile rispettare i tempi dell'intervento come previsto.
Interpretando le espressioni degli ufficiali sul ponte, il capitano medico si affrettò ad aggiungere che non c'erano motivi di temere alcunché.
- Si tratta di un intervento complesso, mai esente da rischi. Abbiamo a lungo lavorato per ridurre al minimo questi rischi e continueremo a lavorare per mantenere le possibilità di fallimento le più basse possibile.
- Bene! - esclamò Th'Karr, impacciato. Nel suo cuore echeggiavano parole radicalmente diverse.
- A nome dell'equipaggio della Starfenderr, desidero ringraziarre lei e tutto l'equipe medica che si sta occupando della salute del comandante Nove.
Con grande sorpresa di tutti gli ufficiali sul ponte, peraltro piuttosto ben celata, il caitiano ultimo arrivato aveva audacemente preso la parola. Il collegamento si chiuse di lì a poco con gli usuali convenevoli e le formule di rito molto usate dagli umani. Th'Karr lasciò che fosse il caitiano a occuparsene, visto che sembrava così a suo agio nella comunicazione con gli umani.

Il capitano rimase a guardare pensieroso il simbolo della Flotta Stellare che aveva sostituito le immagini provenienti dalla Starfender. Incrociò le braccia dietro la schiena, chiedendosi se era stato giusto fare quello che aveva appena fatto. Il suo assistente lo raggiunse alla console delle comunicazioni.
- Capitano, il dottor Steiner chiede il permesso per l'attivazione di un campo di smorzamento subspaziale di livello tre.
Il capitano si voltò verso il giovane assistente, il viso come una maschera di pietra.
- È lei?
- Sì capitano. Sta tornando al Collettivo.
   
 
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