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Autore: SimonaMak    14/03/2020    5 recensioni
Ariadna è la principessa del regno di Tahon, destinata a diventare regina. Lei si crede responsabile, matura e pronta per governare come una vera sovrana, ma i suoi genitori, Re Hector e la Regina Clarissa, non sono d'accordo: la vedono come una ragazzina ingenua e debole, che non se la sa cavare da sola né può occuparsi del regno. Il loro scopo è farla sposare per poter assicurare al popolo un degno sovrano, che sappia gestire tutto al posto di Ariadna. Ma lei non può accettarlo. Vuole dimostrare a tutti che è forte e indipendente, che nessun altro potrebbe regnare meglio di lei. Cercando di dimostrarlo, si mette nei guai, e viene salvata dalla stessa persona che l'ha minacciata: Killian. La sua presenza non fa altro che ricordarle quanto in realtà abbia bisogno di qualcuno che la guidi, che le insegni a difendersi e a combattere per sé stessa. Il problema, però, è che il misterioso ragazzo dagli occhi verdi, le nasconde un segreto che cambierà il corso delle loro vite e che svelerà altri misteri, fino ad allora mai scoperti. La principessa è stata incastrata.
Genere: Avventura, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Capitolo 14

IL TORNEO.


 
-”Hai detto che saresti stato sempre dalla mia parte, vero?”- chiedo conferma alla mia guardia, con gli occhi ancora colmi di lacrime.
-”Sempre”- sussurra lui, stringendomi ancora di più nel suo abbraccio consolatorio.
-”Credo di essermi messa nei guai”- singhiozzo.
E anche seri. Perché, se così non fosse, reagire in questo modo? Come se non sapessi che era tutto un gioco per passare il tempo o forse per umiliarmi. Magari era un piano fin dall’inizio: per colpa mia Killian è entrato a far parte del palazzo, per servirmi, e potrebbe essere che abbia escogitato tutto questo per sottolineare che in realtà è lui a muovere i fili del mio cuore.
Solo adesso mi rendo conto quanto in verità tenessi al fatto che lui mi dimostrasse importanza. Non dico amore perché è una parola troppo grossa che nemmeno io posso dire di provare: è una cotta, un’infatuazione, ed essendo la prima volta che mi capita davvero la mia reazione è spropositata. E anche legittima, giusto?
-”Lo so, principessa”- mi risponde serenamente.
Mi scosto da Dimitri e lo osservo negli occhi: lo sa? Perché quest’uomo sa sempre tutto? Da un lato mi sento sollevata, come se potessi condividere tutto questo con qualcuno senza bisogno di spiegazioni; ma dall’altro mi dà la sensazione che tutto ciò che faccia sia fuori dal mio controllo. Mi spiego meglio, come se anche quando io decidessi di fare qualcosa di inaspettato, fosse in realtà previsto e premeditato.
-”Perché non hai mai detto niente?”- tiro su con il naso.
-”Io non sono tenuto a farlo, voi dovete decidere come comportarvi”-
Queste parole rallegrano il mio cuore: ciò dimostra che ha fiducia nelle mie scelte nonostante a volte possano rivelarsi sbagliate, come in questo caso. Lui sarà il primo a sostenermi durante la mia ascesa al trono, ne sono sicura.
-”Cosa dovrei fare?”-
-”E’ troppo banale dirvi di stare lontano da ciò che vi fa del male, ma a volte tendiamo proprio verso quello che è in grado di ferirci”-
Fa un passo indietro, come se si fosse accorto della vicinanza solo adesso e mi osserva preoccupato. Quello che dice è vero, ma come si fa ad evitare ulteriori sofferenze? Dovrei distrarmi in tutti i modi, cercare di non vederlo e concentrarmi sui miei pretendenti. A breve dovrò decidere chi dei due sposare. Il pensiero mi mette un’ansia pazzesca; mi sento oppressa.
-”Ma tu cosa pensi davvero della situazione?”- azzardo, estrapolandogli un parere.
-”In verità, so per certo che riuscirete a risolvere tutto quanto: sia per il regno, sia per il vostro cuore. Non c’è una scelta giusta o sbagliata e forse nemmeno una scelta: tutto verrà da sé.”- accenna un leggero sorriso per poi tornare serio come sempre.
Mi accompagna fuori dallo spogliatoio e in camera mia, rimanendo fuori in caso di necessità. Quasi dimenticavo che ci fosse Sistiana ad aspettarmi affinché le raccontassi ogni cosa.
-”Dalla tua faccia suppongo sia stata una pessima lezione”- mi scruta mentre apre la portafinestra per far cambiare l’aria.
-”Ti racconto tutto ma l’ultima cosa che vorrei sentire è un rimprovero da parte tua”- anticipo, prima di iniziare.
Per tutto il tempo mi guarda esterrefatta, forse perché non si aspettava potesse succedere qualcosa del genere, o che io fossi così stupida. Ovviamente i suoi occhi non nascondono né la delusione che prova né l’indignazione nei confronti del ragazzo che mi ha trattata in tal modo.
-”Ma è uno stronzo! Gli dovevi dare uno di quei pugni che ti ha insegnato, altro che piangere!”- dice arrabbiata.
-”Eh, non ci ho pensato in quel momento”- le sorrido tristemente.
-”No davvero, Aria, non ti rimprovero nulla. Credo che avrei fatto le stesse identiche cose, tranne tenermi all’oscuro. Questo sì che mi infastidisce!”-
-”Dovevo comprendere la faccenda e metabolizzare senza essere condizionata, ecco. E poi me ne vergognavo… dopo quello che ti ho promesso”- ammetto con lo sguardo basso.
-”Ma non c’è niente di cui vergognarsi. Non potevi prevederlo, e in realtà forse è meglio che sia finita così. Almeno ti metti il cuore in pace davvero e dai una possibilità a quei bellimbusti”- ammicca.
-”Sì, credo che sia la cosa migliore”-
-”Farò finta che tu l’abbia detto con convinzione!”-



 
***



Io mi chiedo a cosa serva che assista a questo inutile torneo istituito dall’accademia militare. In generale non trovo la sua utilità: è alquanto superficiale e ideato solo per dimostrare quanto l’uno sia superiore dell’altro. Far presiedere la principessa di Tahon è, tra l'altro, molto sessista: come se fossi la cheerleader della situazione e dovessi tifare per qualcuno in particolare. Non ho altra scelta che stare dalla parte di Christopher, non tollerando Tristan Herbert né i fratelli Stevan e Donovan Roy. Non so chi altro parteciperà e probabilmente non conosco nessun altro ragazzo, se non qualcuno che si è presentato come mio pretendente.
Mi hanno fatto indossare un bel vestito ampio, color porpora, di un tessuto fresco e adatto per la metà di luglio. Questa volta ha vinto la Regina nell’imporre alle mie dame di compagnia di farmi acconciare i capelli in uno chignon; almeno posso abbinare dei lunghi orecchini di diamanti.
Per forza di cose dovrò stare tutto il tempo a fianco dei miei genitori: non mi dispiacerebbe se tra me e mia madre i rapporti fossero ancora più in crisi. Dopo l’ultima discussione, non ci siamo rivolte la parole e l’ho solo vista di sfuggita per qualche minuto, una sera. Prometto di non rovinare la giornata con i miei dispetti e frecciatine, anche se questo richiede una forza di volontà che non mi appartiene.
Il Re, come previsto, indossa i colori di Tahon accompagnati dalla corona più barocca che si ritrova, così come quella della Regina. Lei questa volta ha lasciato i capelli biondo fragola sciolti lungo la schiena, quasi con l’intenzione di farmi un dispetto.
Mi lancia un’occhiata veloce ma non proferisce parola, al contrario di mio padre che mi abbraccia e complimenta il mio aspetto. Noto una tensione anche tra di loro, forse perché mio padre è dalla mia parte?
Prendiamo la carrozza e non la limousine, il che conferma quanto questo evento sia spartano e retrogrado. L’arena, però, è spettacolare: potrei descriverla come un teatro vista l’eleganza dei posti a sedere al coperto, con le cuccette, in modo da riservare ai nobili comodità ed eccellenza, ma allo stesso tempo potrebbe ricordare il Colosseo, perché al centro si andranno a sfidare tantissimi ragazzi in varie discipline sportive e il terreno è arido, sabbioso e presenta solo alcune istallazioni per eseguire certi esercizi: equitazione, tiro con l’arco, scherma e lotta libera. Chi acquisisce il punteggio migliore, stabilito da una giuria di reali sommato al nostro voto, vince il premio e raggiunge il rango massimo dell’accademia. Gloria e prestigio, insomma.
Raggiungiamo la postazione destinata ai regnanti, quella più alta e con la prospettiva migliore. Invece di sedermi insieme a Re Hector e alla Regina Clarissa, vado verso i baroni Knollys per salutare Morgan e allontanarmi dalla tensione che si respira con mia madre. È parecchio elegante con la camicia e la giacca grigia, come se fosse davvero una rappresentazione teatrale.
-”Menomale che sei qui, altrimenti i miei avrebbero continuato a rinfacciarmi che avrei potuto essere tra i partecipanti se avessi fatto l’accademia bla bla”- mi accoglie, lamentandosi.
-”E io mi sono risparmiata i commenti della mammina”- lo assecondo.
-”Ancora ai ferri corti?”-
-”Puoi giurarci”-
Sbircio nella sua direzione, notando che ha già preso posto per scrutare al meglio i suoi sudditi.
-”Gwenna non è con te?”- indago.
-”Nah, i suoi le hanno imposto di accompagnare Donovan Roy e fare la sua ragazza immagine, per oggi”- mi informa con una smorfia.
-”Continuate a frequentarvi?”-
-”Di meno…ma per adesso va bene così”- taglia corto.
Non so se è il momento giusto per parlargli di Nevena, ma al momento lei non è arrivata e ancora non c’è confusione quindi potrei accennargli qualcosa, senza essere esplicita…
-”Magari prova a considerare qualcun’altra”-
-”Del tipo?”- si acciglia.
-”Secondo me una buona relazione può nascere solamente se si è molto amici all’inizio”- alzo le spalle, facendo finta di non alludere a nessuno in particolare.
-”Cosa stai cercando di dirmi?”- assottiglia gli occhi, nascondendo il ghiaccio cristallizzato delle sue iridi.
-”Eccovi qui, vi stavo cercando!”- arriva Nevena, in perfetto tempismo con il suo vestito lungo verde scuro.
-”Ciao bellezza”- la saluta il nostro amico.
La abbraccio e le faccio i complimenti per il bell’abito. Mi sa che dovrò continuare il discorso con Morgan in un altro momento. Nel frattempo ci raggiungono anche Feliksa Powell e Iv, della quale non conosco il cognome, sempre vestita di nero e con la chioma alzata
-”Quale dei due fratelli Roy vincerà secondo voi?”- domanda quest’ultima.
-”Secondo me Christopher De Vrie ha la vittoria in pugno”- risponde Feliksa, la quale ha accorciato ancor di più i capelli già portati sulle spalle.
-”Ma qualcuno ha idea di chi parteciperà al di fuori dei soliti?”- ridacchia Nevena.
Effettivamente sono sempre al centro dell’attenzione, lasciando ai margini i ragazzi meno conosciuti all’interno della cerchia nobiliare ma con grande talento, chissà.
-”Si sa che voi ragazze siete qui solo per guardarli a petto nudo alla fine”- insinua Morgan.
Di rimando è rimproverato da tutte e io stessa mi metto a ridere. Magari non in questo momento in cui sono psicologicamente compromessa, ma per il resto non ha tutti i torti.


Finalmente il torneo inizia con la prova di equitazione: ognuno con il proprio cavallo, deve affrontare un percorso complesso in cui il cavaliere sarà giudicato perché dall’addestramento che lui ha condotto dipende qualsiasi errore o eccellenza del destriero. Tutti i ragazzi sono perfettamente abbigliati d’argento e azzurro e in linea con la prova da affrontare: stivali lunghi con cinghie e speroni, divisa e caschetto rigido. I dieci sfidanti presentano la loro performance uno ad uno, accompagnati dagli applausi rigorosi degli spettatori. Il mio pretendente è affascinante come non mai in quelle vesti e con lo sguardo sicuro mette in soggezione chiunque. Il cavallo si esibisce perfettamente e in modo leggiadro, segno di un accurato addestramento. Il mio cuore comincia a battere più velocemente e a sperare in silenzio che sia lui il migliore. Non so, forse perché noi ragazze siamo inevitabilmente attirate verso colui il quale possiede numerose qualità e per questo degno di stare al centro dell’attenzione; so solo che sono entusiasta per lui e al tempo stesso ansiosa che possa fare un passo falso che gli costi la vittoria.
Anche gli altri sono un bello spettacolo, eccetto uno visibilmente in difficoltà nell’eseguire la prestazione e per questo poco elogiato.
Per il tiro con l’arco cambia lo scenario e il vestiario dei gareggianti. Si respira un’aria di tensione perché ogni colpo scoccato è studiato con attenzione e richiede concentrazione estrema. Solo in pochi non riescono a centrare il bersaglio, tra cui Tristan, cosa che internamente mi provoca piacere. Cretino!
Un certo Yuri sembra essere un professionista, trapassando la freccia già tirata prima nel centro.
Il pubblico comincia a scaldarsi di più quando arriva il momento della prova di scherma. È uno sport che in particolare apprezzo molto: lo credo elegante, raffinato, equilibrato e molto tecnico.
Uno ad uno si presentano con la divisa bianca tipica e il fioretto in mano, pronti a sfidarsi a coppia in maniera casuale. Mi sporgo dalla mia postazione perché voglio vedere perfettamente le strategie e le mosse adottate da ciascuno, specialmente da Christopher, il quale anche nella scherma mi sembra un vero professionista.
-”Il duca pare che sia uno dei migliori”- ammicca mio padre, leggendomi nel pensiero.
-”Sì sono d’accordo”- gli concedo, sorridendo.
Guardo mia madre, aspettandomi qualche frecciatina o che mi sminuisca rispetto al mio pretendente, ma non apre bocca; si limita ad osservarmi di sottecchi e a starsene nel suo.
-”Mi dispiace per come sia andata con Tristan Herbert”- aggiunge il Re.
-”A me no! Meglio che l’abbia scoperto adesso che quando sarebbe stato troppo tardi”- sbuffo, fulminandolo con lo sguardo mentre lo vedo sfidarsi con un ragazzo più minuto.
-”Infatti”-
Quella che sento è la risposta di mia madre, attenzione, LA REGINA CLARISSA che condivide, seppur a modo suo, il mio pensiero. Cosa sta succedendo, cadrà un meteorite su di noi oppure il vincitore del torneo sarò io?
Cerco di non farle notare la mia sorpresa esagerata altrimenti potrei farle rimangiare tutto in un secondo. Bene, adesso mi aspetto un presagio positivo nella mia vita.
Il resto della gara prosegue in silenzio e con eleganza, provocando le lodi di noi spettatori. Ma il momento che tutti stanno, beh stiamo, aspettando è quello dell’ultima prova: la lotta libera. Prima però bisogna dare un po’ di tempo agli sfidanti di eseguire gli ultimi allenamenti e prepararsi per il meglio.
Nel frattempo mi reco nuovamente dai miei amici, trovando solo Nevena.
-”Ascolta, prima ho parlato con Morgan, anche se per poco”- le comunico.
-”Cosa gli hai detto?”- chiede, preoccupata.
-”Tranquilla, solo che prima di legarsi con un’estranea, farebbe meglio a considerare qualcuno che conosce bene!”-
-”Mi sa che non abbia fatto molto caso a quello che gli hai detto...”- mi fa notare, spostando lo sguardo verso un punto più appartato.
Il nostro amico e la sua… non so come chiamarla, Gwenna, si stanno baciando appassionatamente, lontano dai rispettivi genitori.
Ma è stupido? Davvero si vuol fare condizionare dai suoi ormoni? Non che la biondina non sia una brava ragazza, ma non vede quanto Nevena sia perfetta per lui! Forse sono di parte ma… non mi arrenderò così facilmente. Mi dirigo verso i due e interrompo le loro effusioni:
-”Gwenna sai che ti stanno cercando i tuoi genitori?”- la informo.
-”Sanno che sono con lui? Meglio che io vada”- si affretta allarmata.
Nevena sogghigna di sottecchi mentre Morgan è confuso.
-”Aria, ma cos’hai contro di lei? Sembra che tu stia facendo di tutto per incoraggiare una separazione”-
Sembra ferito dal mio atteggiamento e questo mi fa pensare che probabilmente mi sto comportando da amica nei confronti di Nevena ma non nei suoi.
-”Mi dispiace, non è questa la mia intenzione, davvero…”-
-”Sembra che tu sia gelosa, ma che motivo avresti!?”-
Come faccio a dirgli che non lo faccio per me stessa? Io e la rossa ci scambiamo uno sguardo agitato, non sapendo che pesci pigliare. Che grande malinteso: certo, sto sembrando io quella che prova qualcosa nei suoi confronti.
-”Ma che dici!”- mi difende Nev.
-”Allora spiegatemi cosa c’è che non vada!”- incrocia le braccia, innervosito.
Per fortuna ricomincia il torneo e dobbiamo rimandare la conversazione per un altro momento. Ritorniamo ai nostri posti e la folla è in delirio per l’entrata dei ragazzi dell’accademia a petto nudo e con dei pantaloncini sportivi.
Inutile fingere perché, dai, a chi non piacerebbe questo spettacolo? Calmiamoci per un attimo e analizziamo il tutto con serietà e professionalità.
I concorrenti sono carichi come non mai e si apprestano a lottare l’uno contro l’altro. Christopher ha come avversario Donovan, il che sarebbe equo se non fosse che quest’ultimo ha sette anni in più ed è massiccio quasi il doppio.
(Il mio pretendente è mozzafiato. Si riporta indietro i capelli biondi e si accarezza la mascella infoltita dalla barba. Scontato dire che un pittore abbia disegnato i suoi muscoli con precisione fiamminga nei dettagli, curando l’anatomia come solo uno sculture, invece, potrebbe fare lavorando al suo David. Lo guardo con ammirazione e mi sento travolta da un calore improvviso che mi fa notare quanto io facilmente sia attratta dai bellimbusti. Ma diamine, come si fa? E per fortuna non riesco a vedere i suoi occhi blu da qui, altrimenti sarei caduta tra le sue braccia in un attimo. No non è vero, dai non sono così io!)
Il suo sfidante è pronto tanto quanto lui e inizia il combattimento con una prima mossa. Degli altri faccio poca attenzione, anche se meriterebbero di essere seguiti uno per uno. Ad un certo punto sono quasi sicura che Chris non possa vincere, nonostante sia il favorito della famiglia reale, perché Donovan sembra esaurire le sue forze. Sono in tensione e l’arena è in delirio quando vengono messi al tappeto quasi tutti i concorrenti dagli avversari, tranne qualche coppia che continua a lottare. Quando è Tristan ad essere battuto, vorrei esultare ma risulterei immatura e infantile (EVVAI).
Seguo ancora il combattimento tra i due superstiti e stringo i pugni, sperando che si riveli proprio Christopher il vincitore tra i due.
Ma purtroppo la forza bruta di Donovan prevale, nonostante secondo il mio parere sia stato troppo violento e inopportuno. Mi dispiace più di quanto mi aspettassi vedere il ragazzo ferito e amareggiato a causa della sconfitta; ritorna negli spogliatoi all’interno dell’arena, tirato in viso e visibilmente stremato.
-”Perché non vai da lui a dargli conforto?”- propone Re Hector.
-”Dici che sia il caso?”- rispondo titubante.
Ma che imbarazzo… cosa dovrei dirgli? Non sarebbe più umiliante per lui ricevere conforto da colei che sta corteggiando?
-”Secondo me potrebbe solo fargli piacere”- mi sorride.
Un po’ incerta, mi dirigo verso il luogo dove i partecipanti al torneo si sono assemblati prima di ogni gara, sperando di trovare il soggetto in questione. Incontro vari ragazzi che si mostrano riverenti nei miei confronti e altri che vorrebbero conoscere la mia opinione sulla gara, ma dico loro che in questo momento cerco il duca De Vrie. Effettivamente lo trovo nello spogliatoio, intento a fasciarsi i palmi delle mani. Guardandolo meglio è evidente quanto sia sudato e malconcio, con vari graffi sul torace che il mio istinto da crocerossina vorrebbe disinfettargli.
-”Fatti aiutare”- mi annuncio così, sorprendendolo.
Mi dà un occhiata che mi rassicura perché non sembra né imbarazzato, né scontento di vedermi: anzi, sembra rasserenato alla mia vista.
Gli prendo le mani e lo aiuto a fasciargli le nocche arrossate a causa dei colpi sferrati e mi osserva in silenzio. Il viso mi va a fuoco a causa della sua attenzione su di me e cerco di non incrociare i suoi occhi perché sarebbe il colpo di grazia.
-”Grazie mille, non eri dovuta a farlo”- accenna un sorriso.
Fa un buon onore nonostante il torneo lo abbia tenuto in movimento e i muscoli sono ancora pulsanti, come se non ne avessero abbastanza.
Gli passo un asciugamano in modo che possa tamponare la fronte madida di sudore e allo stesso tempo allontanarmi: non perché mi dispiaccia, ma mi sento parecchio agitata.
-”Sei stato davvero bravissimo in tutto”-
-”Sei gentile, ma avrei potuto fare di meglio sicuramente”- alza le spalle, con fare umile.
-”Tutti guardavano te là sotto!”- strizzo l’occhio.
-”E tu?”-
Poggia il panno sulla panchina accanto a me e si avvicina incrociando le braccia, e senza farlo apposta noto ancora di più i bicipiti compressi. Cerco di non fargli notare il mio disagio attraverso la coloritura spontanea delle mie gote.
-”Non avevo molte alternative!”- ridacchio.
-”Ah, questo non puoi dirlo. C’erano così tanti bei ragazzi!”-
-”Nah non così tanti”-
-”E’ un modo per dirmi che ero l’unico aitante giovane?”- mi spintona scherzosamente.
Beh, non l’unico, ma secondo me gli altri non possono minimamente competere.
-”Fatti disinfettare questi graffi!”- glisso l’argomento in men che non si dica.
Se n’è accorto perché scoppia in una sonora risata di gola molto affascinante. Vado a prendere i medicamenti che lui già aveva sottomano e cerco di dargli sollievo con l’acqua ossigenata. Un flashback mi riporta immediatamente al momento in cui feci lo stesso con Killian la notte in cui era stato colpito dalla lama di Dimitri per proteggermi. Scaccio via il brivido improvviso e mi appresto a tamponare il cotone sul petto di Christopher, eliminando dalla mia testa il paragone appena partorito.
-”Un ottimo medico!”- dice lui dall’alto della sua statura.
-”Non riesco a resistere quando vedo una fanciulla in difficoltà”- scoppio a ridere.
Mi blocca il polso di scatto e si scosta per guardarmi meglio con una faccia sorpresa.
-”No adesso non ti parlo più!”- fa il finto offeso.
-”Daaaai, stavo scherzando”- cerco di avvicinarmi mentre lui me lo impedisce.
-”E no principessa, potrei licenziarmi dal ruolo di corteggiatore”-
-”E’ una minaccia? A me sta bene”- lo provoco ulteriormente, continuando a sghignazzare.
Ancora più sconvolto dalle mie risposte, mi prende di preso dalle gambe come se fossi un sacco di patate, provocandomi un grido di sorpresa.
-”Adesso ti sta bene?”.
-”Mettiti giù! Sei un gorilla!”- mi dimeno sulla sua schiena, trattenendo le risate.
-”Sono possente, lo so!”-
-”Così si apre il vestito!”- mi lamento.
-”Chi dice che sia una cosa negativa?”-
Da un lato vorrei che mi mettesse subito giù, ma dall’altro mi diverte parecchio questa confidenza che si è preso perché è parecchio spontaneo.
-”Prometto che mi scuserò, daiiii”- insisto per l’ultima volta.
Lo chignon è ormai un disastro ma non posso far niente senza l’aiuto delle mie esperte ancelle. Esaudisce le mie preghiere nel momento in cui decide di farmi scivolare davanti a lui, reggendomi dai fianchi. Mi trattiene però, ancora un po’ a pochi centimetri da lui, quasi con possesso.
-”Sto aspettando”- sussurra, abbassando lo sguardo sulle labbra.
-”Devo scusarmi da così vicino?”- farfuglio io.
-”Mi va”- si impone.
Potrei farmi perdonare con un bacio. Che male ci sarebbe? Io posso fare quello che voglio, non è detto che debba essere il ragazzo a fare la prima mossa. Non tradirei nessuno, specialmente non Killian, e Kade capirebbe. Perché no? Il primo l’ho già dato e nella mia testa si è creato un meccanismo particolare: quelli dopo il primo sono meno importanti e non devono necessariamente essere magici e speciali, giusto?
È così bello mentre mi guarda con quelle iridi blu, colore che si mescola quasi con il nero delle pupille a causa dell’estrema dilatazione. Starà pensando la stessa cosa? Effettivamente non fa altro che spostare lo sguardo dai miei occhi alle porte del mio respiro. Il mio cuore batte all’impazzata e ho una sensazione dolorosa allo stomaco che però non è piacevole ma malinconica perché mi ricorda in parte delle reazioni che ho provato con Killian… ma in modo diverso.
Ma sì, potrei…
-”Ed ora chiediamo ai giudici il verdetto finale!”- sentiamo dall’esterno dire al microfono.
-”Credo che dovrai scusarti un’altra volta”- dice a bassa voce a fior di labbra.
Lascia la presa su di me e si allontana, passandosi una mano sul viso. Mi sistemo il vestito ampio, cancellando dalla mente il pensiero che potesse aver visto qualcosa. Usciamo fuori e rimango con lui per assistere al risultato, i miei genitori penso che lo sospetteranno.
Aspettiamo che i dieci concorrenti raggiungano la postazione e i risultati li ottiene mio padre per comunicarli ufficialmente.
-”Miei cari sudditi, amici e futuri militari. Oggi siete stati tutti degni di far parte dell’Accademia reale di Tahon che vi ha addestrato in modo esemplare. Ma solo uno, adesso, avrà la possibilità di essere considerato il vincitore del Torneo e potrà raggiungere il rango massimo della carriera militare”- preannuncia il Re.
Christopher mi guarda preoccupato, come se sapesse già di non aver vinto per questa volta, a differenza di alcuni che aspettano sorridendo che mio padre nomini il prescelto.
-”Sono lieto e onorato di nominare colui il quale ha sempre dimostrato di essere all’altezza di questo titolo, fiero, dignitoso e diplomatico. Lodate e ammirate: Christopher De Vrie!”-
La folla acclama rumorosamente il vincitore che si rivela essere proprio il ragazzo che ho al mio fianco, esterrefatto più che mai da questa rivelazione. Si guarda attorno, smarrito e destato allo stesso tempo. Donovan sembra deluso, e posso comprendere quanto sia deprimente non ottenere la posizione massima a ventisette anni, sicuramente a causa della sua poca costanza data dai viaggi che intraprende sempre. Noto adesso che Gwenna si trova al suo fianco, come stabilito dai suoi genitori, e lo abbraccia amorevolmente come se a lei non dispiacesse più di tanto. A Morgan sta bene così?
Io stessa sono sorpresa ed entusiasta dalla notizia, tanto da abbracciare euforicamente Chris non appena ripone la sua attenzione su di me. Quando realizza il mio gesto nei suoi confronti, mi stringe a sé in modo affettuoso, stampandomi un bacio sulla spalla scoperta come se fossi la persona a cui vuole più bene al mondo.
-”Hai ottenuto quello che volevi!”- gli urlo, accarezzandogli i capelli.

-”Non ancora, ma è un buon inizio”- strapazza me e il mio cuore.
   
 
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