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Autore: Anil    14/03/2020    3 recensioni
Cosa accadrebbe se Sana e Akito si incontrassero dopo anni sul set?
Con Akito nella veste di regista, tutto può succedere...
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Sana Kurata/Rossana Smith | Coppie: Sana/Akito
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Brad ride prendendo in mano una ciocca dei miei capelli e se la lascia scivolare tra le dita “sembri una bimba”.
Siamo sul volo per New York, io sono seduta accanto a Bred che è stato così gentile da tenermi il posto. Mi ha chiesto scusa di non avermi accompagnato ieri a fare shopping…sapesse quanto sono dispiaciuta io! Ho dovuto sorbirmi quel burbero di Trank!
“Io sono una bimba!” stacco un attimo gli occhi dalla città incantata che si allontana sotto di noi per fare una linguaccia a Bred.
“Possiamo uscire dopo il lavoro, ma solo se riesci ad essere sul set puntuale l’indomani.”
“Davvero mi porteresti a vedere New York?”
Sarebbe davvero bello avere qualcuno di normale che mi porti a visitare la città. È Bred lo è, normale intendo, rispetto a quel burbero di Trank. Mi sono scervellata tutta la serata per capire il perché mi avesse portato a quel bar per poi non spiccicare una parola. Anche nel viaggio di ritorno verso l’hotel non ha detto nulla. Solo quando sono scesa, con il solito tono ha detto che sarebbe stato meglio se non fossi uscita di nuovo vista la partenza all’alba prevista per l’indomani. Ho ringraziato, caricato tutte le mie buste (senza il suo aiuto) e sono filata via…
“Ma certo piccola Sana, sarò il tuo cicerone.” Bred mi porta nuovamente alla realtà
“Cicechè?”
Bred ride forte scuotendo la testa e attirando l’attenzione su di noi, sprofondo nel sedile in imbarazzo.
“La tua guida. Sei proprio incredibile lo sai? Non ho incontrato nessuna attrice come te prima d’ora.”
Rido a mia volta contagiata da Bred, è davvero un bel tipo
“così buffa?” chiedo.
“No, così candida” risponde questa volta serio.
“Candida?”
Imbranata, disattenta, svampita. Me ne hanno dette di cose, ma candida forse le racchiude dando una sfumatura positiva alla cosa, in qualche modo mi sento confortata.
Bred annuisce
“Ho letto di te, sei nel cinema da quando sei nata praticamente. Eppure, non sembri corrotta da questo mondo né sembri trascinata dai vizi che lo contraddistinguono. Ho conosciuto tante persone del settore, più o meno brave, e più o meno cattive. Ma mai nessuno come te. Sei un talento sul set e poi ti trasformi nella vita. Come fai?”
Come faccio? È parte di me la recitazione, è la mia vita, lo faccio senza altri scopi…
“È semplice, amo recitare. Tutto quello che ne viene è un di più per me.”
Batto le mani per spezzare la tensione, e diciamolo, per evitare che faccia domande sul principio della mia recitazione…
“allora è deciso, in uno dei prossimi giorni, dopo le riprese, mi porti in giro per la grande mela.”
“Si signora!”
 
Le quattro ore di volo sono passate in fretta e ora mi ritrovo nell’hotel senza nulla da fare. O meglio, avrei da fare tipo ripassare il copione, ma non so perché non riesco a concentrarmi. Sarà perché muoio dalla voglia di uscire a vedere la città. Dalla mia finestra si vede uno scorcio del Central Park, se solo potessi andare a fare una passeggiata. Un momento, ma perché mai dovrei chiedere il permesso? Qui sono tutti intenti a preparare il set, Namako ha incontri su incontri, Bred è scomparso da quando siamo atterrati in barba alla sua promessa di farmi da guida. Ah! Al diavolo! Andrò da sola! Indosso il mio cappellino, tuta da ginnastica e un bel paio di cuffie. Visto che vado nel parco, tanto vale fare una bella corsetta!
Non è difficile passare inosservata in tutto il trambusto dell’hotel.  
Finalmente, totalmente indisturbata arrivo al parco. Respiro forte l’aria della città, è un sogno essere qui! Corro tranquilla per un bel tratto (spero vivamente di non perdermi) fino a che mi imbatto in una scena piuttosto singolare. Un gruppetto di ragazze sta letteralmente assediando Trank. Lui è visibilmente contrariato e cerca di svignarsela, ma quelle non gli danno alcuna tregua. È più forte di me: sbotto a ridere. La sua faccia è impagabile. Purtroppo per me la mia risata attira la sua attenzione e ora si suppone che io debba aiutalo. SI suppone. Lui suppone. Io non ho alcuna intenzione di aiutalo… Passo davanti all’adorabile scenetta quando sento qualcosa che mi fa accapponare la pelle. No. Forse ho sentito male. Non può essere. Mi giro verso di lui, ma sembra che sia occupato a togliere le mani dalle ragazze dal suo petto.
E va bene.
“Trank, i bodyguard stanno arrivando” fingo di parlare a telefono e la cosa ha l’effetto sperato. Le ragazzine borbottano e si allontanano lanciandomi occhiatacce assassine.
Come previsto Trank non fa accenno a ringraziamenti. Ma al momento questo non mi preoccupa. Mi si avvicina abbastanza perché possa chiedergli:
“Ha detto qualcosa? Mi è sembrato di sentire…”
Non credo di avere le allucinazioni, no?
“No. Non ho detto nulla. E comunque cosa ci fai qui?”
La sua risposta non mi convince. Non posso averlo immaginato, o forse sì… Sarà per via della somiglianza con Hayama che mi tornano in mente cose del passato.
Ragazzina egoista non era così che aveva detto quella volta? Ed è la frase che mi sembra aver sentito poco fa…
“Ti ho fatto una domanda”
Non è arrabbiato o altro, è solo burbero come al solito. Mi fissa immobile davanti a me.
“Scusi, non ho sentito”
“Ti ho già detto di chiamarmi Herik”
Il suo sguardo è incredibilmente penetrante, non ce la faccio, non posso guardarlo senza pensare ad Hayama. E se fosse davvero lui? Se non avessi sentito male? Solo Hayama avrebbe potuto dire una cosa del genere. Questi occhi sono decisamente i suoi. Quelle labbra, non sono forse quelle che mi hanno baciato?
Mi rendo conto che gli sto fissando la bocca, Hayama o Tank è una cosa che non dovrei fare! Dannazione ad Hayama! Scuoto la testa per scrollarmi tutti questi dubbi e cerco di focalizzare l’attenzione sulla sua domanda.
“Ah si, mi scusi. Ma proprio non ce la faccio. Sa nella mia cultura è maleducazione chiamare qualcuno per nome.”
“Non siamo in Giappone”
Lapidario come sempre. Proprio come lui…
Riprende a camminare, ma io rimango ferma. Sono incerta se trovare una scusa e filare via o fare uno sforzo e continuare a camminare con questo strano uomo uscito dai miei incubi/ricordi. È lui a risolvere la questione.
“Non stavi correndo?”
Annuisco
“Bhè anche io. Corriamo insieme fino al ritorno.” Non è una domanda, non è neanche sgarbata come proposta (se di proposta si tratta), è il modo. Questa autorità, come di chi ha l’abitudine ad essere ubbidito. Mi irrita, mi irrita fino al midollo.
“no grazie, rientro per mio conto”
Non aspetto che replichi, giro i tacchi e filo via. Credo che impazzirò se continuo a pensarci. E se fosse Hayama e si stesse prendendo gioco di me fingendo di non conoscermi? Andrò fino in fondo alla cosa! Ho deciso!
 
 
Che ragazzina egoista. Sta filando via a tutta velocità.
Chissà se mi ha sentito pronunciare quella frase, non so perché l’ho detta. Forse in fondo ho davvero voglia di scoprire se si è davvero dimenticata di me. Il modo in cui mi guardava poco fa, quel dubbio sul suo viso, mi fa pensare che forse…forse ci sono ancora nei suoi ricordi.
 
 
“Allora, gireremo la scena del litigio. Azione” Annuncia Maur sistemandomi i capelli.
Finalmente abbiamo cominciato a girare nella periferia di New York, questo tempo grigio e la città di sfondo sono un set perfetto.
Io e Bred ci posizioniamo al centro della strada e cominciamo a litigare furiosamente seguendo il copione.
“Stop!”
“Kurata! Misa sta litigando, non amoreggiando. Deve essere incazzata.”
Annuisco alla figura nascosta dietro la camera. Sembra di cattivo umore oggi lo stronzetto, se non fosse il regista e se la mia carriera non dipendesse da lui gliene direi quattro.
Ripetiamo la scena.
“STOP!”
Trank si alza furioso e viene verso di noi.
“Litigare. Sapete cosa significa? Voglio vedere la rabbia! Kurata devi arrabbiarti, hai capito?”
Ora mi sto arrabbiando davvero. Mi si avvicina “Qualcosa da dire?” chiede con quegli occhi da strafottente. Mi sta provocando? Bhè ci sta riuscendo, perché vorrei colpire quel viso con un bel colpo di Piko ben assestato.
“Niente da dire…Stonzo” sussurro mentre sta andando via. Non so se ha sentito, ma non mi importa. È un maleducato. Con tutti, non solo con me. Se ne va in giro a dettare ordini a tutti.
Io e Bred rifacciamo la scena e questa volta sembra andare bene perché finalmente andiamo avanti con il copione…Come previsto Hayama/Trank ci ha fatto sgobbare tutto il giorno, è stato particolarmente esigente ed è stato davvero frustante per tutti noi attori ripetere le scene molte volte.
 
 
 
 
Finalmente io e Bred ci incontrarono nell’atrio per andare a vedere New York! Sono sfinita dalla dura giornata, ma ho ancora la forza di andare a fare un giro!
Prendiamo una macchina, (gentilmente prestata da un produttore) e ci avviamo per le affollate vie della città. Brad mi porta a Time Square e rimango talmente tanto tempo con il naso all’insù che mi fa male il collo.
 
Eccola che rientra ridendo con quel belloccio. Guardo l’orologio, sono le 3.00 di notte.
Li avevo visti uscire e non so perché non sono riuscito a chiudere occhio. Così mi sono vestito e sono andato a fare una corsetta, ma al mio ritorno la macchina non era nel parcheggio dell’hotel. Perché la cosa mi irrita tanto? Ma certo! Gli attori dovrebbero essere concentrati. Abbiamo tutti la sveglia alle 6.00 e non credo possano fare un buon lavoro se non riposano abbastanza. Spero per loro che le loro performance non ne risentano domani…
   
 
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