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Autore: MackenziePhoenix94    15/03/2020    1 recensioni
“E adesso?”
“Adesso reggiti forte”
“Che vuoi fare?”
“Ti fidi di me?” le chiese di getto lui; le aveva già rivolto quella stessa domanda nel corso della notte trascorsa sopra il tetto di casa Anderson e, come in quella occasione, Ginger rispose senza esitare.
“Sono uscita di casa in piena notte di nascosto, ho preso un treno per Cambridge e ti ho appena aiutato a rubare una bici dalla casa di tua madre: pensi che avrei fatto tutte queste cose se non mi fidassi ciecamente di te, Syd Barrett?”.
Le labbra del ragazzo si dischiusero in un sorriso.
“Allora reggiti forte, perché stiamo per prendere il volo”.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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1967, marzo.

 
Sul viso della giovane dai lunghi capelli rossi apparve un’espressione imbronciata quando vide scendere da una macchina un ragazzo alto e dall’aspetto distinto.

“Richard William Wright!” urlò, attirando la sua attenzione e fregandosene dei passanti che si voltarono di scatto a guardarla “questa volta sei proprio nei guai!”.

Il broncio fittizio durò un’altra manciata di secondi prima di trasformarsi in un sorriso carico di gioia.

La giovane corse in direzione del ragazzo, lasciò cadere a terra la borsa e gli buttò le braccia attorno al collo; lui, di rimando, le passò le braccia attorno ai fianchi e le fece fare un paio di giravolte, attirando ancora di più l’attenzione della gente attorno a loro.

“Cavolo, forse nel complesso dovrei sparire più spesso e più a lungo se poi vengo accolto in modo così caloroso”

“Non ti azzardare nemmeno a pensare una cosa simile, altrimenti dovrai vedertela con la mia furia”

“E cosa faresti in quel caso? Reagiresti come quella famosa volta al parco, quando avevi sei anni?”

“Quel bambino aveva dato apposta un calcio al mio castello di sabbia, di conseguenza meritava quel morso… E ora, se non desideri ricevere a tua volta un morso su un braccio, potresti pensare ad un modo per farti perdonare dei lunghi mesi di assenza in cui ci siamo sentiti a malapena… Caso vuole che qui vicino ci sia una pasticceria molto carina che hanno aperto da poco e che io non ho ancora avuto occasione di provare… Dici che questa sia abbastanza buona per rimediare?”

“Io dico di sì, anche perché non sono così ansioso di avere sul mio corpo lo stampo dei tuoi denti”.

La ragazza dai capelli rossi rise allegramente, recuperò la borsa, si aggrappò al braccio destro del suo accompagnatore ed insieme si avviarono verso la pasticceria che lei era tanto ansiosa di provare.

Ginger Anderson e Richard Wright si conoscevano fin dall’infanzia, da quando avevano rispettivamente cinque e dieci anni; le loro famiglie abitavano nella stessa via dello stesso quartiere, ed i due giovani, nonostante i cinque anni di differenza, avevano stretto fin da subito un fortissimo legame che da semplice amicizia si era trasformato in qualcosa di molto più profondo: Ginger vedeva Richard come il fratello maggiore che non aveva mai avuto e come la figura maschile che le era sempre mancata, e Richard vedeva Ginger come una sorella minore da proteggere e da guidare sulla giusta via.

Eppure, nonostante il loro legame indissolubile, i due giovani non avrebbero potuto essere più diversi dal punto di vista caratteriale: tanto lui era calmo, posato e riflessivo, quanto lei era impulsiva ed irrequieta.

Se Ginger era un incendio sempre pronto a scatenarsi, Richard era l’acqua che puntualmente lo domava.

I due amici presero posto davanti ad un grazioso tavolino rosa e, dopo aver dato un’occhiata al menù (scritto su un cartoncino plastificato rigorosamente rosa), ordinarono del the caldo ai frutti di bosco ed un cabaret di pasticcini assortiti.

Qualche minuto più tardi, una cameriera tornò al tavolo con una teiera, due tazze ed una elegante alzatina a tre piani su cui erano disposti con cura i pasticcini a forma di cuore.

Ed il colore dominante era sempre e solo uno: rosa.

“Siamo sicuri che i maschi siano ben accetti in questa pasticceria?”

“Avanti, non fare lo sciocco e raccontami tutto di questi ultimi mesi” lo incalzò Ginger, incrociando le braccia ed appoggiandole sul tavolo “come stanno Juliette e Gala?”.

Tre anni prima, Richard era convolato a nozze con Juliette Gale, la sua storica fidanzata, e negli ultimi mesi il loro menage famigliare aveva subìto una piacevole scossa dall’arrivo della loro prima figlia.

Il volto di Wright s’illuminò, come sempre accadeva quando si parlava delle sue due donne.

“Stanno benissimo. Juliette è fantastica e terribilmente comprensibile, anche se a volte non le dispiacerebbe vedermi girare un po’ più spesso per casa, e Gala… Mio dio, Gala cresce a vista d’occhio ad ogni giorno che passa… Ben presto arriverà il momento in cui dirà la sua prima parola, poi quello dei suoi primi passi e poi…”

“Frena, non così in fretta!” esclamò Ginger con una risata “goditi questi momenti senza pensare troppo al futuro, altrimenti rischi di andare fuori di testa. E sul fronte lavorativo che cosa mi dici? Sbaglio o mi sembra che qualcuno stia per diventare famoso?”

“Adesso sei tu che stai andando troppo in fretta”

“Hai firmato un contratto con una casa discografica, ti sembra un particolare di poco conto?”

“Preferisco rimanere con i piedi ben ancorati per terra, per non rischiare di prendere una mazzata sui denti”

“Tu sei troppo modesto, ecco qual è il tuo più grande problema” la giovane prese un profondo respiro e guardò il suo migliore amico con immenso orgoglio “sono fiera di te, Rick, l’ho sempre saputo che un giorno ce l’avresti fatta a raggiungere un obiettivo così importante… Spero che quando diventerai a tutti gli effetti un musicista di successo planetario ti ricorderai ancora della tua vecchia, e tutt’altro che popolare, amica d’infanzia che ti ha incoraggiato a studiare musica quando a dodici anni sei rimasto bloccato a letto con una gamba ingessata”.

La passione per la musica era proprio iniziata in quel curioso modo per Rick: con lui costretto ad un periodo di assoluto riposo a causa di una gamba fratturata e con Ginger che aveva insistito, quasi fino allo sfinimento, perché studiasse chitarra.

E lui, alla fine, lo aveva fatto.

Peccato che poi aveva scoperto che il suo grande amore era la tastiera.

“Non potrei mai dimenticarmi di te, Ginger, e non ho certo dimenticato la tua parte in tutto questo… Infatti c’è una cosa di cui vorrei parlarti”.

La ragazza mandò giù un sorso di the, ed inarcò il sopracciglio destro.

“Ovvero?”

“Una band per emergere e distinguersi dalle altre non ha bisogno solo di scrivere buone canzoni e suonare buona musica, è molto importante anche tutto quello che le ruota attorno. Sai… Ha bisogno di un buon manager, di buoni contatti…” Rick fece una pausa “ed ha bisogno anche di qualcuno che si occupi della parte pubblicitaria e grafica”

“Ti stai riferendo al ruolo di fotografo personale, per caso?”

“Esattamente: abbiamo bisogno di un fotografo personale”

“Ed io cosa c’entro in tutto questo?”

“Secondo te, chi ha detto che conosceva qualcuno perfetto per ricoprire questo ruolo e quale nome ha fatto?”.

Ginger sgranò gli occhi e posò la tazza sul piattino.

“Stai scherzando?”

“No”

“Dimmi che stai scherzando”

“Non sto scherzando. Guardami, sono serissimo” ripeté Wright: la sua espressione posata era lo specchio delle sue parole; non era bugia, ma Ginger continuava a non credergli.

“Tu non puoi avere fatto il mio nome”

“Invece è proprio quello che ho fatto”

“Richard William Wright!” esclamò la giovane, sconcertata “tu sei completamente pazzo! Ma come ti è saltato in mente di fare il mio nome per un ruolo simile? Io non sono una fotografa professionista, non ho mai lavorato per nessun studio, non ho svolto alcun lavoro importante e non ho alcuna referenza”

“Ed io non sono mai andato in conservatorio, eppure nove giorni fa ho firmato un contratto discografico insieme ad altri tre ragazzi” ribatté Richard in un tono che non ammetteva repliche “Ginger, tu hai studiato fotografia, hai un talento naturale per stare dietro l’obiettivo di una macchina fotografica. I tuoi scatti sono magnifici. Perché credi che ti abbia voluta come fotografa per il mio matrimonio?”

“Perché volevi vedermi sgobbare in uno dei giorni più belli della tua vita?”

“Dai, sciocca, l’ho fatto perché sei bravissima… Sei riuscita perfino a rendere decente uno come me”

“Adesso sei tu a fare lo sciocco. Decente? Credo che tu non abbia mai visto uno specchio in vita tua”.

Secondo Ginger, Richard si sottovalutava troppo sia dal punto di vista musicale che dal punto di vista fisico; a suo parere non era solo un musicista talentuoso, ma anche un bellissimo ragazzo.

Rick era alto, magro e slanciato; i capelli castani e ondulati incorniciavano un viso pulito, su cui spiccavano due occhi verdi, incorniciati dalle lunghe ciglia, che s’illuminavano ogni volta che le sue labbra sottili si distendevano in un sorriso gentile ed affabile.

Le ragazze se lo mangiavano con gli occhi fin dai tempi della scuola, e ciò aveva a che fare solo in parte con la sua indiscussa bellezza fisica: Rick possedeva una gentilezza ormai rara da trovare negli altri giovani; era quel genere di ragazzo che scendeva di fretta dalla macchina per aprire la portiera alla sua ragazza, era quel genere di ragazzo che al ristorante faceva accomodare galantemente la sua ragazza prima di sedersi o che si toglieva di fretta la giacca per riparare lei se venivano sorpresi alla sprovvista da un acquazzone.

“Allora?”

“Allora, cosa?”

“Che cosa ne pensi della mia proposta?”

“Era una proposta?” domandò Ginger con una breve risata; ritornò subito seria e si sistemò una ciocca di capelli ramati dietro l’orecchio destro, muovendosi leggermente a disagio sulla sedia “non lo so, Rick… Mi stai chiedendo di prendere una decisione troppo impegnativa per farlo così, su due piedi. Dovrei pensarci”

“Perché non vieni a vederci suonare?” propose Wright, scrollando le spalle “hai mai sentito parlare dell’UFO club?”

“Sì, ce l’ho presente”

“Domani sera saremo là a suonare. Potresti venire a fare un giro, così conoscerai anche gli altri e poi sarai libera di decidere se questo lavoro può fare o meno al caso tuo”

“Non lo so… Vedremo…” mormorò la giovane, titubante, giocherellando nervosamente con una ciocca di capelli.

“Tu pensaci” rincarò la dose Rick, mandando giù un sorso di the ai frutti di bosco “dopotutto non costa nulla fare un piccolo giro, no?”.
   
 
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