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Autore: meiousetsuna    15/03/2020    4 recensioni
Questa bellissima frase, titolo di un film e tratta da una splendida poesia di Ernest Dowson, mi è sempre piaciuta da morire.
Cinque semplici drabble, che raccontano l'amore - forse - impossibile di un angelo e un demone.
Di esseri che la loro natura vorrebbe nemici, ma che sono la vita uno dell'altro.
Ho atteso una giornata adatta, una che mi ispirasse.
Perchè alla fine, come in ogni favola che si rispetti: #andràtuttobene
con Amore,
Setsy
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Aziraphale/Azraphel, Crowley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Aziraphale/Crowley (pov Aziraphale)
quintupla drabble – di 110 parole esatte
romantico, drammatico

I giorni del vino e delle rose

Per primi ci furono i giorni delle stelle, ricordi?

L’universo s’accendeva di astri brillanti come le tue canzoni, mentre li facevi nascere dal nulla.
No, non è vero, la natura dei nostri miracoli ha bisogno di qualcosa di buono da cui prendere vita, ed erano i tuoi sorrisi eternamente giovani, la felicità che provavi, la musica celeste delle tue ali candide che carezzavano l’aria trasparente.
Non c’era affanno nei nostri cuori.
Non c’erano nubi sul nostro cammino o spazio per guardare al di sotto di loro.
Non c’era il sospetto nei nostri pensieri; mi chiedevo se saremmo state anime affini in quella gioia gloriosa.

Seguirono i giorni del sangue, non potresti dimenticarli.

Non ero con te quando la tua mente troppo colma di doni ha voluto domandare, sapere di più; quando ha dubitato.
Non potevo aiutarti mentre il miele dei tuoi occhi mutava in un giallo ingannatore, il bianco delle piume nel nero della disperazione, la fiamma pura dei capelli in un rosso denso e cupo.
Nessuno ti ha teso una mano mentre precipitavi da un cielo ormai estraneo ― di gelo e di fuoco di violenta natura ―verso un orizzonte diverso, che non ti attendeva per abbracciarti.
La voce si è spezzata cercando un aiuto che non è giunto, gridando di illusioni perdute.

Poi ci furono i giorni della pioggia, lo ricordo.

Quando la terra era vergine, un Eden di promesse infinite, e i nostri sguardi s’incontrarono ancora.
Abbiamo finto di non riconoscerci, spaventati da memorie azzurre, altre grigie, di un tempo fuggito che non sarebbe tornato, un futuro di cui non conoscevamo i confini.
Ma c’era il presente, sorrisi e affanni simili a quelli umani; i nostri passi che s’incrociavano per molte strade, una danza fatta di vento e parole sottili e argentate come ragnatele.
Fu il calore del deserto, l’alba dei fiori dai nuovi profumi, poi il cielo pianse per la prima volta.
Ma non provavi timore, sotto la mia ala.

Arrivarono i giorni della guerra; come potrei dimenticare?

Abbiamo attraversato la storia tra clessidre, calendari e minuti; tra città, mari e pianeti.
Lunghi anni senza incontrarci; poi un affanno del cuore ci spingeva uno verso l’altro, fra primavere di ghirlande fiorite, estati assetate, precoci autunni e inverni traditori.
Siamo diventati amici, con parole non dette; ma il profumo di una promessa non ancora conosciuta s’insinuava tra le vesti e i capelli, s’intricava alle dita e ai sospiri, si scioglieva sulla lingua, ma non era ancora il suo tempo.
L’ombra dell’Apocalisse si spandeva sul mondo, come un veleno letale e spietato; ma non avremmo lasciato che accadesse, distruggendo tutto. Distruggendo noi.

Ma ora sono altri giorni.                                                                                          
Di baci affamati e mani smaniose, di ore passate a celebrare un amore che ha vinto le sue mancanze, che ha dita di velluto e gemiti di seta, che fa tremare chi l’ascolta, piangere chi non riesce a farlo.
Che ha parole come perle e carne che si fa anima, occhi di luce e sapore di conquista.
Che ha una magia senza fine, che ci consuma per restituirci nuovi e vivi.
Credevi in me, i miei limiti trasformati in splendidi privilegi.
Credevo in te, con la mia sicurezza più fragile, ora guarita nell’ardore del tuo cuore.

Ora, sono i giorni del vino e delle rose.

Note: “I giorni de vino e delle rose”, è un verso della famosa poesia “Vitae Summa Brevis” di Ernest Dowson, e un film del 1962 diretto da Blake Edwards. Il significato della frase è: I giorni della perfetta felicità.
Quella che auguro a tutti: #andràbene

 

 

  
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