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Autore: Fauna96    15/03/2020    2 recensioni
Raccolta delle storie scritte per la Bart Prompt Week (2-8 marzo 2020)
I Prompt: Springtime. E il mio padrone si trasformava in una specie di mocio vagante e colante schifezze.
Lo osservai mentre si puliva il naso per quella che era la millesima volta in venti minuti.

II Prompt: Favourite Line. Mi mancava il deserto, il sole accecante e il blu limpido del cielo che ti faceva lacrimare gli occhi, il vento secco che mi portava in alto quando da falco volavo lontano…
III Prompt: AU. La vera Kitty lo osservò, poi disse: «Sembro molto più epica di quello che sono. Le cervella non danno quell’aura glorificante, macchiano e basta».
IV Prompt: Least favourite character. Finché una, tra le tante voci che bisbigliavano al suo orecchio, non aveva commentato che suo cugino, il più piccolo, quello incapace persino di tendere un arco, ecco, proprio lui sembrava avere interessi pericolosi. Interessi per la magia.
V Prompt: Role Reversal A Nathanael non piaceva granché rapire ragazzini; ma non gli piaceva nemmeno disobbedire agli rodine e venire punito, per cui non c'erano molte alternative.
Genere: Generale, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Bartimeus, Kitty Jones, Nathaniel, Tolomeo
Note: AU, Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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II Prompt: Favourite Line


Qualcuno ricorderà (te)

 
«Sono passati duemilacentoventinove anni da quando è morto Tolomeo» disse. «Aveva quattordici anni. Da allora sono sorti e caduti otto imperi mondiali, e io ancora porto la sua faccia. E tu dici che sono fortunato?»
Kitty non rispose. Dopo un lungo silenzio, chiese: «Perché lo fai? Prendere le sue sembianze, voglio dire».
«Perché l’ho promesso a me stesso. Lo mostro per com’era. Prima che cambiasse».
 

Il primo mago che mi convocò dopo Tolomeo era un romano. Ovviamente. La cosa in sé era abbastanza prevedibile: Roma era in rapidissima ascesa, tutti i maghi con un briciolo di ambizione e potere si stavano radunando lì, cercando di entrare nelle grazie di qualche magistrato o, se ne avevano l’inclinazione, diventare loro stessi magistrati.
Non tirai in lungo quell’incarico; non volevo restare a Roma un minuto più del necessario, volevo solo tornare a casa, dove quantomeno sarei stato libero di ricordare Tolomeo nel vortice infinito dell’Altro Luogo. A lui sarebbe piaciuto.
Naturalmente, dopo quella prima convocazione a Roma ce ne fu una seconda, e una terza, e di nessuna mi ricordo i particolari. Non ero interessato. Roma era caotica e puzzolente come qualunque altra città e ne avevo già abbastanza. Mi mancava il deserto, il sole accecante e il blu limpido del cielo che ti faceva lacrimare gli occhi, il vento secco che mi portava in alto quando da falco volavo lontano…
Il gatto si stiracchiò, senza staccare gli occhi dal suo obiettivo, un tizio ossessionato dall’agricoltura. Sì, insomma, era un magistrato di qualche tipo che stava tentando di migliorare le condizioni di vita per tutti, quindi ovviamente un soggetto pericoloso. Non ero molto interessato alla faccenda: che lo ammazzassero e la facessero finita.[1]
Il gatto è sempre stato una delle forme migliori per compiti di spionaggio nelle città: è versatile, e nessuno ci fa troppo caso. A Roma, poi, i gatti affollano ogni via e ogni foro.
Zampettai dietro la mia preda, la quale sembrava fin troppo spensierata per un uomo che va in giro a fare discorsi pericolosi in Senato.[2]
Le strade erano affollate, come al solito, e brulicavano di bambini e ragazzini che giocavano, si rincorrevano, allungavano le mani. Nessuno badava molto a loro.
Esitai. In fondo, che male c’era? Un ragazzino è pur sempre un ragazzino, ovunque sia. Chiunque sia. Sarebbe stata una forma come le altre, ma… be’. Era l’unica cosa che potevo fare, dopotutto: portare con me la sua immagine, luminosa e giovane come ricordavo lui.
Alle calcagna del tribuno ora non c’era più un gatto, ma un bambino dalla pelle scura, vestito semplicemente, con grandi occhi neri. Incrociò per un attimo il proprio sguardo riflesso in una pozzanghera e, in fretta, distolse gli occhi.
 
[1] In effetti, fu proprio quel che successe. Ops.
[2] Va bene, ogni discorso era pericoloso in Senato, specialmente se riguardava denaro e terra, che, alla fine della fiera, erano la stessa cosa.
  
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