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Autore: Elena 1990    15/03/2020    1 recensioni
L'immortalità è un dono e una maledizione. Shadow e Knuckles lo sanno meglio di chiunque altro, e benchè la vivano in modo diverso, essa li ha uniti come non avrebbero mai immaginato.
In un futuro lontano e con una nuova minaccia alle porte, difenderanno il loro mondo. Devono. Lo hanno promesso.
Ma quanto vale una promessa vecchia un millennio?
E soprattutto, ciò che li attende è davvero un nemico come tanti?
Genere: Avventura, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Knuckles the Echidna, OC, Shadow the Hedgehog, Silver the Hedgehog
Note: Otherverse | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
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Capitolo 7: metal madness

Si ritrovò in un luogo che non avrebbe mai pensato di trovare sull'isola.
Sembrava un luna park. Doveva essere un tripudio di luci e colori nei suoi anni d'oro.
Ora pareva un grosso e spettrale scheletro di lamiera ricoperto da muschio e ruggine, i colori sbiaditi e gran parte delle luci spente.
Qua e là c' erano insegne al neon mezze bruciate e sfarfallanti. Una di esse aveva solo tre lettere accese.

DIE

Forse dovrei tornare indietro.
Scosse il capo. No, avrebbe trovato Knuckles e lo avrebbe aiutato con la minaccia, qualunque fosse.
Così capirà che sono forte abbastanza. Che posso gestire i poteri di cui parlava ieri sera con Shadow.
Aveva lasciato l'altare del Master Emerald di giorno ma nello strano luna park era notte. Nel silenzio risuonavano i cigolii delle strutture ancora in movimento e lo scoppio delle luci che cedevano. L' odore di olio e lampadine bruciate era ovunque Avanzò in cerca di Knuckles tra le strutture instabili e cigolanti. Gran parte dei congegni a molla erano rotti e fuori uso, il chè rendeva più facile avanzare.
– Maestro Knuckles! – chiamò. Fra cigolii e scricchiolii aleggiava un silenzio profondo, anomalo, e lei cominciò a credere di aver fatto un grosso errore a seguire l' echidna.
Forse sono ancora in tempo. Devo tornare indietro.
Ma andò avanti, mossa da un' insana curiosità, un po' come un bambino in una casa infestata. Che posto era quello? E perchè esisteva un posto del genere su Angel Island?
Sono ancora su Angel Island?
Quel pensiero le gelò il sangue. Sì certo, doveva essere ancora sull'isola, no?
Continuò a camminare e raggiunse un paio di cilindri bianchi e rossi, fermi. Davanti a lei una piattaforma, sotto una voragine piena di lamiere e rifiuti. Poteva usare i cilindri per raggiungere l' altro lato, ma erano nella posizione sbagliata.
Un momento, forse posso ridare corrente a questo posto.
Sorrise – Sì! Mmh vediamo. Il pannello dovrebbe essere qui. Eccolo!
Si chinò a terra e sollevò il coperchio di metallo. Le viti arrugginite non riuscirono a tenerlo in posizione e dopo un paio di strattoni cedettero. Nadia fisso i vari cavi, poi concentrò l' energia in un dito e diede una piccola scarica.
Gridò quando una nube di scintille gli esplose in faccia, ma le luci si accesero e i cilindri iniziarono a muoversi.
– Ah, uno a zero per me! – esclamò, poi si voltò verso i cilindri, calcolò i tempi e prese la rincorsa.
Atterrò sul primo cilindro, poi calcolò di nuovo e balzò sul secondo.
Atterrò, e il braccio deteriorato dalla ruggine del cilindro non resse il peso in più, spezzandosi come un ramo secco e facendola precipitare nel fosso.
Il cilindro si incastrò ma lei continuò a scivolare, gridando e sentendo solo il freddo metallo tagliarle la pelle e sbattere contro il suo corpo.
Finì in un luogo dove non c'erano altro che cavi, simili a tanti serpenti aggrovigliati. Terminavano ancorati ad un pilastro centrale che sembrava, e suonava, come un vetusto generatore sovraccarico.
Nel groviglio di cavi intravide la testa di Sonic the Hedgehog.
Gridò, prima di capire che si trattava di un robot. Un robot uguale a Sonic.
RIPRISTINO COMPLETATO. TUTTI I SISTEMI OPERATIVI.
La voce meccanica rimbombò nel luogo spaccandole i timpani. Tremò.
Dopo tanto tempo, sentì il controllo sul suo potere diminuire.
INDIVIDUATA POTENZIALE MINACCIA AL NUCLEO. AVVIARE PROTOCOLLO DI DIFESA. LIVELLO 3
. No Nadia. Niente fulmini qui. Salterebbe tutto in aria.
Strinse i pugni.
Cosa faccio? Che faccio adesso?
Udì un rumore alle sue spalle. Si accorse della torretta ma era troppo tardi.
Udì un' esplosione, ma non sentì dolore.
Quando riaprì gli occhi, vide Knuckles estrarre le nocche dai resti della torretta. – Ti avevo detto di non seguirmi! – l' echidna era furioso – Quando mi ascolterai?
– Non volevo restare indietro!
– Preferisci rischiare la vita contro Metal Sonic?
– Contro chi?
CARICAMENTO COMPLETATO. PROTOCOLLO DI DIFESA ATTIVO. RILASCIO UNITA' DIFENSIVE ALFA.
Da quelle che parevano prese d'aria uscirono migliaia di minuscoli robot a forma di vespa.
Knuckles sollevò Nadia di peso e balzò verso l'alto, arrampicandosi su per il foro stesso da cui era caduta.
RILASCIO UNITA' BETA, GAMMA E DELTA.
Una volta in cima Knuckles corse verso il pannello di teletrasporto, inseguito da una nube di vespe robot, a cui si unirono motobug ed eggrobot.
Ma non era facile tornare indietro: Metal Sonic sembrava avere il controllo totale della zona, che sembrava come impazzita. I cilindri salivano e scendevano come quelli di un motore, le ruote giravano troppo veloce, le luci sfarfallavano, crescendo di intensità e più di una esplose. Una delle grandi ruote infine si staccò e Knuckles balzò schivandola per un soffio. Continuò a correre e trovò altri cilindri. Intercettò il primo con un pugno, mandandolo addosso ai seguenti, scardinandoli dalla loro posizione e interrompendone il moto, per poi attraversare il vuoto con un balzo.
Nadia si teneva stretta a lui, osservando gli sbuffi uscirgli dal muso e sentendo le braccia del guardiano stringerla come in una morsa.
Una vespa robot le punse il braccio e lei gridò. Delle scariche elettriche si sollevarono da lei mentre faceva appello a tutte le sue forze per mantenere il controllo.
Udì un guaito e il guardiano strinse la presa. – Se hai dell'elettricità da scagliare, assicurati di farlo sul bersaglio giusto!
Nadia aprì gli occhi. Knuckles aveva ragione. L' ultima volta aveva lasciato che la paura e la disperazione avessero il sopravvento ed il potere l'aveva dominata. La paura era alla radice della perdita del controllo.
Ma se avesse potuto trasformarla in qualcos'altro? Reagire con un istinto non di difesa, ma di attacco?
Di fronte ad una salita ripida Knuckles non indugiò, ma era chiaro che non aveva abbastanza spinta per arrivare in cima.
Nadia lo sentì mormorare qualcosa, come una cantilena, e dal nulla la sua spinta aumentò, come se qualcosa avesse infuso nei suoi muscoli nuova energia.
Ma l' echidna avanzava comunque a rilento e i robot guadagnavano terreno.
Nadia si mosse nella stretta del guardiano, quanto bastava per guardare indietro e liberare un braccio. L'elettricità lo avvolse e il fulmine colpì un motobug troppo vicino, distruggendolo. Knuckles la resse con un solo braccio e piantò l'altra nocca nella lamiera, cominciando ad arrampicarsi.
Raggiunse la cima con le gambe tremanti e vide il pannello di teletrasporto. Lanciò Nadia verso la sfera – Vattene da qui adesso!
Knuckles si voltò verso i robot e le strutture impazzite. Chiuse gli occhi.
I servitori sono i sette smeraldi
I robot si avvicinarono, i motobug sgommarono sulla salita arrampicandosi lentamente.
Il caos è il potere arricchito dal cuore
La nube di vespe superò agilmente la salita e si gettò sul guardiano.
– Il controllo appartiene a chi unifica il caos.
Sollevò il pugno e sentì i pungiglioni entrargli nella carne. Le nocche colpirono la terra e l'energia verde si sparse come un'onda d'urto.
Solo allora Nadia saltò nel pannello.

– Aspetta, ne hai una sul muso. – Tera allungò la manina e tolse la vespa robot.
Knuckles ringhiò, strofinandosi in quel punto con la mano. Lui e Nadia non si erano mai rivolti la parola da quando erano tornati al campo. La riccia non aveva idea di cosa fosse successo, ma sembrava grave.
Quando Shadow e Alexi tornarono, il procione iniziò a parlare con Nadia di come si era esercitato sul colpire i punti di pressione e di come Shadow fosse un maestro molto esigente in quel campo.
– Che ti è successo? – chiese il riccio, quando vide l' echidna seduto sul tronco e le vespe robot sparse a terra.
– Metal Sonic.
– Di nuovo?
– Sì.
– Stai bene? Sei ferito?
– Sto bene.
Shadow si sedette accanto al guardiano per esaminarlo meglio. Sapeva che era solito minimizzare quando si trattava della sua incolumità. Osservò le punture di vespa, gli aculei arruffati, la pelliccia bruciata in alcuni punti e le mani tremanti – Sei esausto. É diventato un problema così grave?
– No, ma ho dovuto proteggere l' umana.
– L' hai portata con te?
– Mi credi stupido? No, quella mi ha seguito, anche se le avevo detto di non farlo.
Knuckles osservò i tre ragazzi con diffidenza. Incrociò lo sguardo di Nadia e lei distolse il suo.
L'umana sussurrava, ma l'udito dell'echidna era fine.
– Non so cosa ha fatto. Ha pronunciato delle parole, poi ha dato un pugno per terra e c'è stata questa onda d'urto. É stato come un black out. Si è spento tutto, robot compresi. Devo scoprire come ha fatto.
Knuckles ridacchiò – Buona fortuna.
I tre si voltarono e l'echidna si alzò, scostando Shadow e avanzando verso Nadia.
– Sei una sciocca e un' incosciente – assottigliò lo sguardo – Non ti permetterò più di seguirmi. E dall'alba di domani, il silenzio sarà l'unica cosa che riceverai da me.
Nadia sgranò gli occhi. – Maestro Knuckles...
– Zitta! Se non fossi così alta, te le suonerei di santa ragione. – l'echidna strizzò gli occhi e si portò la mano alla testa, in preda ad una vertigine. Shadow si avvicinò a lui, ma Knuckles lo respinse ancora – Potevi morire! Ci hai pensato? Cosa ne sarebbe stato di te, se non fossi riuscito a proteggerti?
Solo allora Nadia notò la pelliccia bruciata e nel farlo si ricordò della vespa, dello spavento e di quel guaito.
Aveva ferito Knuckles, senza volerlo. Aveva perso il controllo come con suo padre.
Ma lui non l'aveva lasciata andare.
Che sciocca sono stata.
Sentì le lacrime pungerle gli occhi, così si allontanò di corsa nella prateria.
– Dove vai ragazzina? Torna qui! – Knuckles avanzò vacillando e Shadow lo sostenne.
– Penso io a lei. Ma prima fammi controllare quelle ferite.
– Sono solo graffi.
– Certo, e io sono Amy Rose. Avanti, andiamo dentro.
Alexi e Tera erano rientrati nella grotta durante la sfuriata dell'echidna e ora erano silenziosi nelle loro stanze.
Shadow fece sedere Knuckles sul suo giaciglio. Il guardiano appoggiò il cuscino e poi la schiena alla parete. Il suo polso correva. Da tempo Shadow non lo vedeva così spaventato.
– Dèi, Shadow, se fosse rimasta ferita, o peggio?
– Ma non è successo, giusto? – disse il riccio mentre controllava le scottature. – é inutile continuare a pensarci.
– Lo so ma – l' echidna ringhiò – se succede di nuovo?
– Credo che abbia imparato la lezione.
– Non posso esserne sicuro. Non le permetterò più di aiutarmi né di seguirmi.
Shadow disinfettò e bendò le scottature. Knuckles si sforzò di fare lo stesso con le punture di vespa a cui riusciva ad arrivare, poi prese l'antidoto offertogli da Shadow.
Nel mentre, gli raccontò ogni cosa.
Shadow si alzò, lasciando l'echidna seduto sul suo giaciglio con in mano una tazza di infuso bollente – Resta qui e non alzarti. Vado a prendere Nadia. Se ti trovo fuori dal letto quando torno, giuro sugli smeraldi che spedirò le tue scorte di uva alla prima azienda vinicola che trovo.
Knuckles sospirò. – Sì, madre.
Shadow camminò versò l' uscita e, dandogli le spalle, sollevò il braccio e mostrò il medio.

Nadia sedeva su una roccia ai confini della radura, dando le spalle al falò e osservando il cielo stellato.
Shadow si avvicinò a lei, facendo frusciare l'erba che gli arrivava ai fianchi.
Nadia si voltò a guardarlo, poi indirizzò lo sguardo al bosco.
– Vuoi dirmi cos'è successo?
Lei si asciugò gli occhi e si voltò – Knuckles non te lo ha detto?
– L' ha fatto. Ma voglio sentirlo da te.
Nadia sospirò. – Ok.
Raccontò a Shadow di come avevano attraversato il bosco, portato l'uva al Chao Garden ed infine di come Knuckles avesse avvertito una minaccia e le avesse detto di tornare indietro.
– Perchè non l'hai ascoltato?
– Io, ero arrabbiata.
Shadow inclinò il capo. – Arrabbiata? E perchè?
– Vi ho sentito la scorsa notte. Ho sentito Knuckles dire che non ci avrebbe insegnato nulla. Non si fida di noi, e non si fida di me, perchè sono umana.
Shadow si rimproverò mentalmente per non averci pensato. I tre ragazzi erano a tiro d' orecchio e solo perchè la luce era spenta non significava fossero addormentati.
– Mi dispiace che tu abbia sentito.
Pessima scelta di parole. Sentì una risatina sarcastica provenire dall'umana.
– Volevo dire, mi dispiace per ciò che hai sentito. Mi dispiace che ti abbia fatto arrabbiare.
– Knuckles non si fiderà mai di noi. Non gli importa di aiutarci, né del destino del mondo. Gli importa solo di quest'isola.
– Se gli importasse solo dell'isola, ti avrebbe lasciato andare quando l' hai fulminato.
La vide sussultare. Nadia si voltò con gli occhi spalancati – Non volevo farlo, lo giuro. Avevo paura. Non ho mai avuto così tanta paura da quando mio padre-- si interruppe e ricominciò a piangere, portandosi una mano al volto. – Ora mi odia vero?
Shadow si avvicinò. – No. Ho parlato con lui finora, e non faceva che ripetermi quanto si fosse spaventato.
Nadia singhiozzò. – Lo sapevo. Ha paura di me.
– Non di te. Per te. Temeva che potessi restare ferita o peggio, e teme che un giorno o l'altro accadrà, se non lo ascolti. Per questo ora non vuole che tu lo segua.
Nadia si asciugò gli occhi e guardò il riccio scuro. – Volevo dimostrargli di essere abbastanza forte, che sono un alleato, non una bambina a cui badare. Che posso combattere con lui e che può fidarsi di me, perchè posso gestire qualsiasi cosa decida di insegnarmi, segreti dell'energia compresi.
Shadow cominciava a vedere il filo conduttore di tutto quel guaio, una catena dopo l'altra di fraintendimenti. Si poteva risolvere tutto parlando e chiarendo le proprie posizioni ma Knuckles e Nadia erano due teste dure, entrambi impulsivi ed emotivi.
Sospirò.
– Knuckles non potrebbe insegnarvi il suo controllo nemmeno se volesse. Ricordi la storia che ha narrato? Solo un echidna della sua stessa tribù potrebbe apprenderlo, e ancora non sarebbe capace di raggiungere il suo livello.
Nadia si asciugò le guance. – Perchè? Cos'ha di diverso dalle altre echidna della sua tribù?
Shadow non rispose subito, indeciso. – Non dovrei dirtelo, ma voglio fidarmi. Ha a che fare con qualcosa accaduto prima che lui nascesse: suo padre sognò di una terribile minaccia che Knuckles avrebbe dovuto affrontare, e che l' avrebbe sconfitto, per poi distruggere tutto ciò a cui teneva. Per evitare la tragedia, suo padre prese l'uovo che conteneva il figlio e vi infuse un'enorme quantità di energia del caos, in modo da creare un super guardiano. Knuckles è qualcosa di simile ad uno smeraldo del caos vivente, per questo il suo controllo è qualcosa di unico. Ora, tieni questa cosa per te, non farne parola con nessuno. É un' informazione molto personale che Knuckles mi ha confidato.
Nadia annuì. – Non lo dirò a nessuno, promesso. – Volse lo sguardo verso il falò. – Dici che mi perdonerà?
– Potrebbe, se gli dimostri che può fidarsi. All'altare hai avuto l' impressione che volesse lasciarti indietro, ma in realtà ti ha affidato il Master Emerald. É l'oggetto più prezioso di tutta l'isola, ciò che è incaricato di proteggere.
– Non l'avevo vista in questo modo. – Nadia sospirò – E l'ho lasciato incustodito. Se quel Metal Sonic l'avesse rubato...
– Oh, non l' avrebbe fatto. Non può muoversi da Carnival Night. – Shadow balzò sulla roccia e si sedette accanto a lei.
– L'ho visto, sai? O almeno, ho visto la sua testa. Sono finita per caso nella stanza con il generatore. Era tutto circondato da cavi. Chi è? Sembrava uguale a Sonic.
– E' una copia robotica di Sonic creata da Eggman per sconfiggerlo.
– Da Eggman? Dovrebbe essere polvere a quest'ora.
– Il suo corpo è inutilizzabile sì, ma prima che la sua mente si deteriorasse ha trovato il modo di interfacciarsi con il nucleo centrale di Carnival Night e si è fuso con esso. Ora controlla tutta la zona. O meglio, è la zona.
– Non siete riusciti a sconfiggerlo?
– Per liberarci di lui dovremmo distruggere l'intera zona, con serie conseguenze per tutta l'isola. Per ora l'opzione migliore è disattivare tutto il sistema attraverso l' interruttore generale. Carnival Night è una zona ampia e piena di tecnologie obsolete. Metal Sonic impiega un'eternità per riconnettersi ad esse e riavviare l' intero sistema.
Nadia fece una smorfia – In pratica, ogni volta che si riaccende, voi andate a spegnerlo.
– Per farla semplice, sì, è esatto. Ma è strano che Knuckles abbia avvertito il suo risveglio così presto.
– Avvertito?
Shadow annuì. – Una cosa da guardiani. É connesso con l' intera isola attraverso l' energia del caos. In breve, se qualcosa di rilevante accade o un veicolo atterra in qualsiasi punto dell'isola, lui lo sa.
– Wow. E questo può insegnarcelo?
– Non lo so. Knuckles non sa come funziona la gran parte delle sue abilità. Alcune gli vengono naturali e non sa spiegarle, altre sembra averle dimenticate del tutto. Ricorda vagamente cose che poteva fare e che non saprebbe rifare ora. Esiste da molto più tempo di me, e la sua testa è un casino.
– Hai provato ad aiutarlo a ricordare?
– Molte volte. E finisce sempre con incubi o emicranie. Altre ancora ricorda persone esistite molto tempo fa e passa diversi giorni in lutto, come se le avesse perse il giorno prima. – si alzò in piedi e scese dalla roccia. – Si sta facendo tardi. Torniamo al falò.
Nadia lo vide muovere qualche passo ed infine lo seguì.
  
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