Un tuono. Poi, un altro. Il vento soffiava forte e scuoteva violentemente le chiome degli alberi, ululava canti disarmonici tra le pareti del rifugio da cui Itachi era appena uscito assieme al suo compagno di squadra. L'umidità della pioggia gli entrava nelle narici con il suo caratteristico odore, qualche gocciolina era riuscita a penetrare all’interno della cappa e scivolava sinuosa lungo il petto, procurandogli un brivido di freddo. Tuttavia, non si mosse. Alzò lo sguardo verso il cielo, lasciando che l’acqua accompagnasse, silenziosa e impassabile, proprio come lui, la tempesta che si stava svolgendo all’interno del suo corpo. Non c’era più differenza tra quello che sentiva dentro e quello che accadeva al di fuori di lui: erano diventati una cosa sola. Il volto del fratello prese vita nella sua mente, mentre la voce di Zetsu, udita poco fa all’interno del nascondiglio, annunciava la morte di Deidara e Sasuke. 

 
Sasuke, mio amato fratello... 

 
Una fiamma di calore gli avvolse per un istante il cuore, smorzata subito dopo dal dolore che premeva incessantemente nel petto in cerca di una via di fuga per potersi sfogare e manifestarsi senza limitazioni. Avvertiva dietro di lui la voce pungente di Kisame, ma la sua attenzione era volta all’ascolto della pioggia, a Sasuke e al suo dolore.  
Suo fratello, il suo amato fratello, era davvero morto?  
Sentì distintamente alcune gocce calde lasciarsi scivolare dagli occhi e poi giù, lungo le guance e mescolarsi furtive assieme alla pioggia. Anche una tempesta, quando si scatena, è difficile da controllare... 
«... ma da qui, sembra tu stia piangendo». Kisame non aveva tutti i torti, dopotutto.  

È soltanto la tempesta... 

Ignorò il partner, scrutando all’orizzonte. Le sue parole gli scivolavano via come acqua.  

Eppure... 

Kisame gli aveva appena detto che ora era lui l’unico sopravvissuto del clan Uchiha... quanto si sbagliava. 
Chiuse gli occhi, ignorando ancora di più il maltempo che imperversava e ascoltando unicamente il maremoto nel suo cuore ridotto ormai a brandelli. Avvertii il calore di tutte le persone amate e perdute:il suo migliore amico, la sua famiglia, il suo villaggio, il legame con Sasuke...  

Quanto è diversa la mia realtà dalla tua, Kisame... i tuoi occhi non vedono ciò che vedo io. 

Quel calore, il pulsare del suo cuore, gli diede la certezza. Così, mentre pian piano essa s’infiltrava come pioggia pura in tutto il suo corpo, anche il dolore sembrò smettere per qualche istante di tormentarlo, acquietandosi e smettendo di agitarsi in lui. Il suo volto era passivo, inespressivo come sempre. Eppure in lui c’era una nuova consapevolezza... e sorrise, sorrise dall’interno del suo cuore. La tempesta si stava diradando. Aprì gli occhi.  
«No», disse asciutto, «non è ancora morto... e ad ogni modo...» 
Guardò il cielo aprirsi lentamente, facendo trapelare un po’ per volta i raggi del sole. La cappa era fradicia e gocciolava sui piedi, tuttavia per Itachi era un dettaglio più che irrilevante. 
Kisame lo scrutò a fondo, senza riuscire a scovare altri dettagli che potessero rivelare i pensieri del compagno. 
«Cosa?» concluse infine, conscio che da Itachi avrebbe sempre e soltanto ricevuto frasi criptiche e sfuggenti, proprio come lui. 
«La tempesta. È cessata». 

 È cessata. 

 Magaskawee ~ 

 

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