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Autore: lmpaoli94    16/03/2020    1 recensioni
Il vento che soffia lieve sugli altipiani cinesi di una cittadina nascosta dall’occhio animale.
Furtivi passi mentre il silenzio regnava sovrano sulle vite dei cinque prescelti incaricati a proteggere la città.
Ma i nemici sono sempre in agguato a rompere quel silenzio che da millenni ha portato pace e serenità.
Le creature talvolta possono essere orribili e irrispettosi di tale silenzio, ma i cinque samurai hanno promesso a costo della loro vita che la pace dovrà essere quel momento infinito che non si può rompere per nessun motivo.
I loro maestri gli hanno insegnato che l’onore è tutto e che non si può rinnegare il prossimo o la bontà di chi l’ha sempre adorati.
Ma il loro futuro è in procinto di conoscere un tempo di violenza che potrebbe scaturire una guerra rischiando di cancellare per sempre gli insegnamenti passati e l’armonia di un luogo patrimonio della loro forza e vitalità.
Genere: Avventura, Azione, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Oogway, Shifu
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Il sole era alto sulle montagne giapponesi che ricoprivano la piccola città di Wataki.
L’aria tiepida e gradevole erano indizi che sarebbe stata una bella giornata.
Ma si poteva dire lo stesso di Po? Il panda doveva fare di tutto per conquistarsi la fiducia dei suoi nuovi compagni, senza però credere che i loro caratteri e la loro forza erano un ostacolo per il suo insegnamento.
< Maestro? >
< Cosa c’è, Po? >
< Ho una fame da lupi. Quando faremo colazione? >
< Quando ne diventerai degno. Prima devi incontrare i miei discepoli. >
< Certo, non vedo l’ora… Ma vorrei farlo dopo che avrò messo qualcosa sotto i denti. Altrimenti rischio seriamente di svenire. >
< Dopo questa notte può superare moltissime difficoltà, Po. Devi solo crederci. >
< Maestro, io… >
< E poi la colazione te la dovrai guadagnare. Come tutto, del resto. >
< Addirittura? Ma io non voglio faticare. >
< E’ la tua punizione. Vuoi diventare come i miei discepoli? Allora vedi di fare quello che ti ordino altrimenti a fine giornata non ti alzerai con le tue gambe. >
“Bene. Riesco a malapena a rimanere in piedi a causa del mio peso.”
< E poi sono convinto che dimagrire non può che farti bene. Sei fuori forma, panda. >
< Proprio perché sono un panda! Se fossi un animale diverso, avrei una statura e una corporatura diversa. >
< Osi discutere i miei ordini? >
< Non ho detto questo, maestro… >
< Non costringermi a farti del male, altrimenti non so cosa potrei avere in serbo per te. >
< Odio quando mi ricatta. >
< E poi togliti quei calzoncini verde pisello. Sono davvero orribili. >
< Perché? Sono i miei preferiti. >
< Hai dei gusti davvero singolari, panda. >
< Da quando in qua un maestro samurai si fa problemi su come ci si veste? >
< L’importante è lo spirito interiore ed esteriore. E non quello che ti ricopre. >
< Sarà, ma con questi calzoncini ci sto davvero bene. >
Nel mentre Po e il maestro Shifu continuavano a parlare e a passeggiare senza una meta precisa, il sibilo del vento divenne sempre più forte.
< Accidenti. Fa un gran freddo stamani. Eppure credevo che fosse una temperatura primaverile. >
< Oh, ma questo non è il vento… >
< Che cosa? >
Senza nemmeno accorgersene, i calzoncini di Po vennero tagliati in due tra lo stupore del panda.
< Oddio! Che è successo? Perché i miei calzoncini si sono divisi in due? >
< Vedo che non ti sei accorto dell’attacco di Tigre. >
< Tigre? Uno dei suoi discepoli, maestro? >
< Esatto. Il vento che hai sentito non era naturale, ma la velocità e la scaltrezza del tuo nuovo compagno. >
Rimanendo ancora sbalordito per quello che era successo, Po poté vedere ad occhio nudo come l’animale si muoveva con tanta destrezza.
< Maestro, io non so cosa dire… >
< Rimani in silenzio e contempla il suo spirito. Sarà Tigre a parlare. >
Ma l’animale prediletto del maestro Shifu continuava ad avere la testa china e a non parlare.
< Maestro, che cosa dobbiamo aspettare? >
< Perché sei così impaziente? >
< Non lo so. Forse perché ho fame? >
< Ti darò una bella notizia: combatterai contro Tigre. >
< Che cosa? Sta scherzando, spero. >
< No, niente affatto. Se vincerai avrai vinto la tua colazione, ma se perdi rimarrai ancora a digiuno. >
Nel pensare che Po era a forte rischio cibo, decise subito di rinunciare alla sfida.
< No maestro, è impossibile vincere con il suo discepolo. È molto più forte di me. >
< Sì, ma tu hai dietro le spalle un duro allenamento notturno che ti ha portato a rafforzare il tuo spirito, mentre Tigre è molto tempo che non entra all’interno della stanza dello spirito e del tempo. >
< Maestro, non voglio farlo. Non ho le energie. >
< Andiamo Po, voglio vederti alla prova. Non puoi rifiutarti. >
< Maestro > fece Tigre con voce flebile mentre alzava lo sguardo < Deve essere proprio lui il mio avversario? >
< Sì, Tigre. Hai forse qualche problema? >
< Maestro, non lo vedo un grande avversario. Vincerei senza faticare troppo. >
< Questo non lo puoi sapere, Tigre. Non giudicare mai un tuo avversario. >
Tigre non sapeva cosa fare.
Aveva una gran voglia di umiliare il povero panda, ma odiava vincere così facilmente.
< Tigre, ti ordino di combattere con il panda. Ti sei forse rammollito questa notte? >
< No, certo che no maestro. >
< Shifu, che sta succedendo? > domandò il maestro Oogway avvicinandosi con fare sospettoso e pacato < Percepisco del dissenso qui tra di voi. >
< Tigre crede di vincere facile con il panda e di conseguenza non vuole combattere > spiegò Shifu.
< Ed io gli do pienamente ragione > fece Po cercando di svignarsela.
< Tu rimani zitto, panda. >
< Shifu, non puoi costringere un tuo discepolo a combattere per umiliare un povero animale come il panda. Lo sappiamo tutti che non è pronto per una simile sfida. >
< Maestro, ma se il panda vuole migliorarsi in qualche modo, deve sfidare un combattente molto più forte di lui, altrimenti non si rafforzerà mai. >
< Può rafforzare il suo spirito mentre fa un po’ di meditazione. >
< E soprattutto dopo aver fatto un’abbondante colazione. >
< La devi smettere di pensare solo al cibo, Po! Rimanendo tra di noi le tue pause per il cibo saranno molto limitate. >
Po sembrava spazientito dalle parole del suo maestro.
Anche se aveva una gran voglia d’imparare, non accettava che Shifu fosse così severo e senza cuore.
< Shifu, per adesso basta così. Il panda ha bisogno di ritrovare le energie necessarie. Avanti, panda. Seguimi. >
< Maestro Oogway, non possiamo… >
< Evita di discutere il mio volere, Shifu. Non puoi portare gli animali allo sfinimento. Sarebbe inutile. Dobbiamo mantenere la pace nel paese e tra di noi. Perché tu vuoi romperla? >
< Io… non voglio… >
< So quello che faccio, Shifu. Abbi fiducia in me. >
< Ho sempre fiducia in lei, maestro. >
< Lo spero tanto… Tigre, puoi riunirti insieme agli altri samurai. Ci incontreremo tutti insieme con il panda alle dieci in punto… Ci siamo intesi, Shifu? >
< Sì, maestro. Non posso fare altrimenti per contraddirla. Ci rivedremo alle dieci in punto. >
< Molto bene. >
Po non faceva che guardare lo sguardo sconfortato e rabbioso del maestro Shifu.
< Evita di guardare la tristezza del maestro Shifu > gli fece Tigre passandogli dinanzi < Ha le sue ragioni se si comporta così. Ma non è una creatura malvagia. >
< Io non ho mai pensato questo. >
< E comunque ci sarà il tempo necessario per farti ritornare dal posto in cui sei venuto. Manca poco, ormai. >
< Mi stai forse minacciando? >
< No. È solo un avvertimento. >
< Panda, hai intenzione di rimanere lì immobile senza fare niente? >
< Arrivo subito, maestro Oogway > rispose il panda.
< Sì, vai pure creatura ignobile. Ormai ho capito le tue intenzioni. >
< Che cosa vuoi dire? >
< I panda non hanno mai fatto parte del nostro paese. Tu sei un estraneo. >
< No, non è vero. Io ho sempre vissuto qui. >
< Certo certo… Tanto è inutile controbattere. Prima o poi il tu segreto verrà allo scoperto > disse infine Tigre prima di scomparire dalla vista del panda.
“Io… non riesco a capire…”
< Caro panda, quale è il tuo nome? >
< Mi chiamo Po, maestro. >
< Po… Facciamo una passeggiata. Ti va’? >
< Certo, nessun problema. >
La vecchia tartaruga fissava in maniera impercettibile lo sguardo impaurito e triste del grosso panda cercando di carpire i suoi problemi più profondi.
< Po, starai sicuramente pensando perché Shifu e Tigre ce l’hanno con te. >
< Io non ho fatto niente di male… A parte entrare senza il permesso in questo tempio, ma era solo un’avventura notturna senza importanza. >
< Dici? Eppure se sei venuto fin qua per te era importante. Cosa volevi scoprire? >
< Non lo so nemmeno io… Magari capire la vita dei cinque samurai e le loro giornate trascorse dietro a queste mura alte e fitte. So che non avrei dovuto farlo, ma erano anni che sarei voluto entrare qua dentro. >
< Po, sei sempre in tempo ad andartene. Io posso far finta che non sia successo niente. La decisione spetta a te. >
< Maestro Oogway, lei è molto saggio… Ma potrei decidere dopo che avrò ritemprato le energie mentali? >
< Sicuramente… Po, non credere che Shifu e Tigre siano cattivi. Loro vogliono fare il bene della nostra vita che spendiamo al servizio degli abitanti di Wataki. >
< Ma perché in paese lei e tutti gli altri non vi siete mai fatti vedere in tutti questi anni? >
< Perché non ce n’è mai stato bisogno. Almeno fino a quando… >
Ma Oogway si bloccò all’istante, rattristandosi di colpo.
< Almeno fino a quando, maestro? >
< Non predico il futuro Po, ma credo che dovremmo prepararci al peggio. Gli invasori sono alle porte… Non sento quel silenzio che ricopriva l’intera vallata. Noi e tutti gli abitanti siamo in pericolo. >
< Maestro, mi devo forse preoccupare? >
< No, Po… Almeno non ora. Ma adesso basta pensare al peggio. La colazione ti aspetta > fece il maestro Oogway
   
 
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