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Autore: daimler    16/03/2020    10 recensioni
La storia di Natsu e Lucy due "amici" che si sopportano a stento solo per il bene dei loro amici in comune.
Una serie di eventi però li porterà a vivere a stretto contatto, contro la propria volontà, affrontando momenti di vita quotidiana, qualche avventura e forti emozioni inaspettate.
Questa è una storia che parla d'amore e di come a volte gli opposti si attraggono creando un bel po' di scompiglio!
[Nalu]
Genere: Commedia, Romantico, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lucy Heartphilia, Natsu, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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16

-Stammi vicino e tienimi lontano-
parte 2

 


Natsu:


Mi guardo intorno nervoso e interrogativo tentando di focalizzare uno ad uno i pochi  tavoli che il mio campo visivo riesce racchiudere prima che un tossicchiare, palesemente forzato, venga registrato dalle mie orecchie. Il mio sguardo da inclinato verso il fondo della sala torna di scatto a fronteggiare l'addetto all'accoglienza, un tizio tutto serio che non smette di guardarmi storto da quando ho messo piede qui dentro.
-Signore le torno a ripetere che senza una prenotazione non è possibile avere un tavolo- soffia con finta aria gentile, le sua labbra infatti sono stirate in una piega raggelante e non mi sfugge quel suo sguardo di totale rigetto in direzione dei miei jeans. Sì ok, so che presentarmi in un ristorante del genere con jeans e t-shirt non è il massimo dell'eleganza, se aggiungiamo i capelli spettinati e le Converse verde acido abbinate poi, non ho nessuna attenuante ma non ho avuto il tempo di cambiarmi, dovevo precipitarmi qui il più presto possibile per attuare al meglio il mio piano e nonostante la velocità credo che Lucy e il bamboccio Dan siano già al secondo.
-Ma io avrei bisogno urgentemente di un tavolo per due stasera, non potresti ricontrollare?- provo stirando le labbra in un sorriso urgente, come un cane che non molla l'osso insisto con tanto di tamburellamento di dita sul banco ma il mio addetto mi rifila uno sguardo scocciato.
-Ho già controllato due volte- sibila, con l'indice sistema meglio gli occhiali sul ponte del naso senza smascherare l'indignazione, una voce sottile poi mi raggiunge da dietro il collo sovrastando il vociare dei clienti.
-Natsu san per me non è un problema cambiare posto- nel reclinare il capo i miei occhi intercettano quelli grandi di Yuki, le sua dita sono aggrappate alla mia spalla in modo da permetterle alla bocca di avvicinarsi meglio al mio orecchio e da come sorride timida deduco la veridicità in quello che dice.
-Non abbiamo l'abbigliamento adeguato credo- mormora ridacchiando nervosa facendo riferimento a se stessa nel stendere un palmo lungo il suo corpo coperto dalla salopette in jeans.
-Qua è perfetto il tempo che l'addetto ci trovi un posto- la informo senza prestarle più attenzione quando l'aspro intervento del tizio non torna a infastidirmi le orecchie.
-Direttore di sala, prego- tende a sottolineare metallicamente senza non rifilarmi l'ennesima occhiataccia di puro disprezzo, in un tonfo chiude il registro stendendo un sorriso che sa di falsa cortesia  -Potrebbe provare da Mac Donald scommetto che lì troverà il posto adatto a lei- conclude  in un eloquente cenno del capo in segno di chiusura pensando di liquidare così la faccenda ma non ha ancora capito con chi ha che fare.
Natsu Dragneel ottiene tutto quello che vuole, sempre.
Ci spostiamo verso l'uscita ma prima di varcarne la porta mi giro verso di lei per nulla offesa o dispiaciuta nell'andare via da questo posto che, se non fosse per l'urgenza del mio caso mi sarei ben guardato da metterci piede e scommetto vivamente che neanche a Lucy piaccia stare qua: un ristorante di lusso dove i clienti vengono giudicati all'apparenza.
-Yuki aspetta un attimo qua- le dico accompagnando le parole in un gesto di mano, il mio palmo si posa alla base della sua schiena in una gentile richiesta di attesa.
-Senti bello- mi ripropongo nuovamente nel coprire la distanza in un paio di metri, lui gira gli occhi al cielo -Ancora lei- sbuffa al limite della pazienza.
-Dovrò chiamare la polizia se insiste- mi minaccia vanamente.
-Scommettiamo che mi trovi un  tavolo in cinquantacinque secondi?- ghigno pizzicando la lingua tra gli angoli delle labbra distese in un sorriso  nel trafficare con i pollici sul display del mio smartphone appena sfilato dalla tasca dei jeans.
-Le ho già ripetuto che siamo al compl...- ma la sua voce sfuma in un lieve tremolio soffocato quando gli occhi da dietro le lenti degli occhiali da vista intercettano la schermata di Instagram. La mia mano è ben salda intorno allo smartphone, il braccio teso in direzione della faccia di mister pomposo che di colpo sembra aver perso quella simpatia da pigna nel culo adottata dal mio ingresso qui dentro.
-Non c'è trucco, non c'è inganno- dico a mò di cantilena nel notare una fugace espressione di scetticismo iniziale.
-Se vuoi te ne faccio vedere altre- soffio con finta non nonchalance scorrendo l'indice tra le foto, intanto assumo una posizione più comoda nel poggiare il gomito sul banco e sporgermi verso il tizio, gli si sta gonfiando una vena del collo mentre rapidamente analizza lo schermo del cellulare spostando la visione in fondo alla sala verso Yukino  e riportare poi la vista sullo schermo nel concepire il che cosa gli sto mostrando.
-Pensa che figura di merda domani su tutti i social quando incominceranno a visualizzare le stories...- borbotto innescando in lui un principio di terrore che ha il sapore di licenziamento in tronco -Per non parlare poi dei giornali di gossip che riporteranno la notizia...-
Noto una crepa nel ghiaccio, mister pigna nel culo sembra vacillare dato le tre rughe di frustrazione appena formatosi sulla sua fronte ma continuo la messa in scena -Be' ma se qui non siamo i benvenut...- sto per concludere annullandogli di colpo la visione di Instagram nel infilarmi il cellulare in tasca  nel far finta di andarmene.
Ma -Ragazzo- formula lui,  schiocca le dita e dal tono freddo annuncia qualcuno, un cameriere che con fare repentino sbuca dal nulla da dietro le mie spalle -Fai accomodare i signori-  sentenzia senza non rifilarmi uno sguardo di odio misto a sofferenza tutto malamente camuffato da una finta cortesia, gli spunta un sorriso plastico e sono certo di avergli creato una sorta di spasmo violento quando lo colpisco sulla spalla in una amichevole pacca.
-Grazie amico- aggiungo e raggiungendo una sorpresa Yukino l'afferro per il polso trascinandomela dietro nel seguire in fretta il cameriere.
-Ma?- cerca di sillabare la mia accompagnatrice ma non dandole tanto retta i miei occhi incominciano a vagare vorticosamente tra i clienti seduti ai tavoli.
Il cuore subisce un' impennata pazzesca quando gli occhi mettono a fuoco chi stavo cercando, Lucy è seduta di spalle e ancora non ha notato la mia presenza ma fingo di non darle attenzione quando fintamente passo accanto al loro tavolo fingendomi sorpreso a quel : -Natsu?-  esclamato da un Dan sorpreso.
Ruoto il busto il tanto da permettere alla mia faccia di congiungere in linea di traiettoria con lo sguardo del bamboccio, sorride e -Anche tu qui?- formula senza nessun fastidio o perplessità nella voce ma totale sorpresa.
-Oh, Dan!- mi fingo stupito ignorando la potenziale aurea dal potere distruttivo che il mio corpo percepisce, in un occhiata veloce incrocio lo sguardo con Lucy visibilmente sorpresa e incazzata al tempo stesso, presumo abbia già intuito il motivo della mia presenza in questo posto.
-Ah già venivate qua a cena- continuo in pantomima battendo una mano sulla coscia, ignorando il: -Già- sibilato da Lucy.
-Vedo che sei in splendida compagnia- aggiunge poi Dan che da gentiluomo fa un cenno verso Yukino rimasta in silenzio e dietro le mie spalle ma io sono più preoccupato a studiare ogni minima piega che il viso di Lucy potrebbe adottare alla vista di una ragazza accanto a me, non sembra scomporsi più di tanto, infossa la faccia nel menù  ma -A nastu non manca mai la bella compagnia- borbotta riempiendo il mio ego.
Sapevo che si sarebbe ingelosita e quasi non ghigno.
-Non vorremo rubarvi altro tempo- conclude Dan colto da un improvviso guizzo di cortesia ma -Nessun disturbo anzi potremmo continuare insieme dato che siamo tutti amici- esclamo creando una singulto a Lucy, quasi non sputa i tre quarti di vino bianco appena ingerito dal suo calice.
-E' un tavolo da due- prova Dan palesemente contrario alla mia proposta ma quel suo innato buonismo non gli permette di essere sinceramente in disaccordo.
-E che problema c'è?- esclamo
Sento addosso gli sguardi di tutti, sala compresa, quando di scatto mi volto verso il tavolino parallelamente accanto al loro e, arraffato a due mani, lo trascino verso quello di Lucy creando uno stridio da pelle d'oca.
Anche il cameriere rimasto ad aspettarci e pronto ad accompagnarci ad un tavolo in fondo al sala resta basito, invano sono i suoi : -Signore quel tavolo è occupato- 
-Dagli pure il nostro- lo informo in una pacca sedendomi accanto a Dan ormai rassegnato ad una cena a quattro.
Yukino visibilmente perplessa prende posto accanto a Lucy, mi rivolge un' occhiata interrogativa ma non le do risposte.
-Vuoi presentarci la tua...- mormora Dan stendendo un palmo verso Yuki senza completare la frase dato la misteriosità di chi mi accompagna ma io formulo  un semplice: -Yukino- senza aggiungere altro.
-Siete amici da tanto con Natsu?- mormora lei ai due tentando di trasalire dalla situazione d'imbarazzo di cui l'ho fatta preda ma e Dan a sproloquiare, Lucy continua a rimanere in silenzio tombale e senza degnarmi di uno sguardo continua ad osservare meticolosamente il menù.
-Quindi abitate insieme?-  sento l'eco lontano della voce di Yuki riportarmi alla realtà, ero completamente focalizzato su Lucy tanto da non prestare attenzione all'intero discorso tra lei e Dan, replico con un balbettante: -Eh?- nel spostare lo sguardo verso di lei.
-Sì ma è solo provvisorio- ma è Lucy a replicare asciutta richiudendo il menu volge l'attenzione verso Dan -Ho scelto il secondo possiamo ordinare- lo informa facendolo annuire e sorridere a fior di labbra nel fare un cenno al cameriere.
-Prendiamo anche noi direttamente il secondo?- bisbiglia Yukino ottenendo approvazione da parte mia.
-Voi invece come vi siete conosciuti?-  interviene Dan chiedendo della natura del rapporto tra me e Yuki, lei prende parola radiosa -Io e Natsu ci conosciamo da una vita, lui è...- ma prima che, involontariamente, yuki mandi a puttane il mio piano la blocco -Io vivo letteralmente di musica e Yuki ha un negozio di dischi, ci siamo conosciuti lì-  dico non creando nessun cenno di stupore a Lucy.
-Sì, hai portato anche Lucy qualche giorno fa- appura lei riuscendo a coglierla impreparata -Mi ricordo di te- le dice sorridendo e Lucy annuisce abbassando lo sguardo quando intercetta il mio.
La mia mente ripercorre veloce il momento vissuto quel giorno e per un attimo le mie difese si abbassano, quando mi guarda in quel modo mi spezza in due. Ma la rabbia torna a montarmi nel petto al pensiero che per lei sia stato solo un errore.
-Non sapevo ti interessassi di musica- fa Dan al suo indirizzo.
-E non sai quante altre cose le piacciono- ghigno gelando Lucy sul posto mentre Dan non sembra cogliere il doppio significato delle mie parole.
-Bè spero mi dia tutto il tempo possibile per conoscerle tutte-  e quasi non mi esce un conato di vomito, insomma non che sia geloso eh!
Se sono qui è solo per fargliela pagare a Lucy.
La cena prosegue con l'arrivo in tavola dei nostri piatti, Dan continua blaterare del suo lavoro da cardiochirurgo, del suo servizio nel volontariato e delle medaglie vinte durante le competizioni di canoa. Lucy sembra poco impressionata e Yuki sorride cortese mentre io mi concentro sul mio piatto aspettando il momento migliore per colpire.
I miei occhi rotolano per casualità verso Lucy e in un guizzo mi accorgo di come mi stia osservando, velocemente tenta di non farsi notare ma ormai mi sono accorto e consapevole che stia solamente facendo finta di ignorarmi do il peggio di me nel gustare in maniera piuttosto viscerale la mia bistecca al sangue. So che le potrebbe dare  fastidio e quasi non la disgusto quando taglio la carne in modo da far scivolare il sangue lungo la porcellana del piatto.
-Sei un gran carnivoro- commenta in una risata  Dan assaporando poi una forchettata del suo piatto vegano, ci avrei scommesso le palle che Dan lo fosse.
-Non sai che ti perdi- sbiascico masticando un pezzo di carne.
 -Noi preferiamo non mangiare cadaveri- continua indicando Lucy.
-Heartphilia, continuando a scegliere gli stessi piatti ti perdi il meglio- la tiro in causa creandole uno sguardo infastidito.
-Mi piace mangiare le stesse cose-
-Che noia- ribatto.
-Sai è rassicurante e non ci sono cattive sorprese, l'ultima volta che mangiato qualcosa di diverso ho avuto l'indigestione-  replica acida.
Yuki sembra intuire  qualcosa da me e Lucy -Ho letto su una rivista che la carne è cancerogena- afferma in uno vano tentativo di riportare la cena in un clima che non sia da coltello tra i denti
Dan sembra annuire -Vari studi hanno afferm...-
Ma lo interrompo -Be eppure a me non sembra tanto male quello che ti ho dato da mangiare- sbotto creandole imbarazzo, i suoi occhi si dilatano osservandomi in tralice mentre annaspa qualche rantolo ma -Infatti è stato il dopo-  prende fiato poi stringendo convulsivamente il manico del coltello.
So che dovrei smetterla se non voglio ricevere una coltellata ma è più forte di me.
-Ti diletti nella cucina?- riprende la parola Dan al mio indirizzo.
-Sì, devi sapere che la sua specialità sono le colazioni- risponde Lucy al posto mio creandomi una smorfia.
-Il dopo era la colazione- affermo ma l'istante dopo mi ritrovo a combattere con l'atroce dolore che proviene dal mio povero stinco appena colpito dal tacco dodici di Lucy. Mi ha appena tirato un calcio sotto al tavolo, nascosto dallo sguardo di tutti. Mi mordo le labbra soffocando un urlo tra i denti nel cercare di camuffare le doloranti pulsazioni, intanto Yukino porta una mano sul viso nell'aver capito la situazione tra me e Lucy mentre Dan, totalmente ignaro continua a sorridere all'indirizzo della bionda.
Lucy beve d'un fiato tutto il contenuto del calice non curandosi dello sguardo perplesso di Dan a cui è sottoposta.
-Prendiamo altro vino?- esclama poi abbrancando per un gomito  un povero cameriere  di passaggio che quasi non sussulta dallo spavento.
-Tranquillo lo regge bene- lo rassicuro io con tanto di pacca.
Non so come andrà finire la cena ma so di per certo che il controllo di Lucy sta scricchiolando, presto la farò cedere e le rovinerò l'appuntamento.
-Adesso piantala- sputa scocciata facendole alzare l'incazzatura di un paio di tacche quando ghigno, mi sono sbagliato a quanto pare è a un passo dal crollare.
E ora di darle  il colpo finale.
-Rassicuravo Dan, per diventare calda devi farti almeno un paio di mojito... giusto?- e succede qualcosa, qualcosa che non mi aspettavo assolutamente.
Ero pronto a qualsiasi reazione rabbiosa da parte sua perfino ad una probabile coltellata ma Lucy non fa nulla di tutto questo spiazzandomi.
Piomba il silenzio e Lucy abbassa lo sguardo mentre gli occhi le si riempiano di totale sdegno, non l'ho mai vista così delusa e mortificata al tempo stesso tanto che non è soddisfazione il sentimento che al momento invade il mio cuore.
Mi sento una merda per averle fatto una battuta così schifosa.
-Dan mi è passata la fame, ti dispiace se saltiamo il dolce e andiamo via?- propone  con poca voce  in un sorriso appena accennato sollevandosi dalla sedia quando lui le risponde di sì.
Si congeda poi con un saluto veloce in direzione di Yukino, mi volta le spalle senza degnarmi di uno sguardo e si avvia verso l'uscita mentre Dan si scusa per la loro prematura dipartita augurandoci poi il buon proseguimento.
La fame è passata di colpo anche a me, sono riuscito nel mio intento, ho rovinato la serata a Lucy e ora dovrebbe essere un altro il mio stato d'animo, dovrei brindare e continuare la serata con yukino ma me ne resto in silenzio pungolando quel che resta della bistecca con la forchetta.
Mi sento uno schifo totale è questa la verità.
 

Con le mani in tasca annuisco di tanto in tanto a quello che Yukino dice, stiamo camminando lungo la strada che porta al suo palazzo in uno dei quartieri residenziali di Magnolia, dopo cena ho deciso di riaccompagnarla direttamente a casa.
L'aria sembra un po' più fresca del solito mi volto verso di lei quando mi afferra la manica della t-shirt con le dita in un lieve strattone -Vuoi salire su?- mi domanda ciondolando le chiavi di casa sua nell'altra mano, mi coglie un attimo impreparato anche se ovviamente non è la prima volta che mi ritrovo a passare le serate con lei a casa sua.
-Non mi sembra il caso- mormoro e il suo viso illuminato dalla luce di uno dei tanti lampioni che costeggiano il marciapiede si piega in una posa corrucciata.
-Natsu potremmo parlare di quello che è successo alla cena?- mi rimbrotta a braccia conserte sotto il seno ma io scuoto il capo -Te l'ho già ripetuto io e Lucy facciamo sempre così- minimizzo ma senza ovviamente farmi credere.
Soffia dalla bocca infatti, sta per dirmi qualcosa ma il suo viso ricade per caso verso il suo palazzo non distante da noi e ciò che la vista cattura in un frangente la fa sobbalzare e dimenticare istantaneamente  di ciò che voleva dirmi. Con le braccia sollevate si dirige verso il portone senza non imprecare mentre io ridacchio difronte alla scena.
-Sting Eucliffe che diavolo ci fai fuori nelle tue condizioni?!- la sento esasperare all' indirizzo del suddetto che, insolitamente avvolto da una coperta quattro taglie più grandi in pieno agosto, se ne sta seduto sugli scalini difronte la loro abitazione.
-Amore mi mancavi- sbiascica ridente e a occhi cuoriforme ma senza suscitarle dolcezza.
-Hai avuto la febbre a quaranta fino a ieri! Torna subito su!- lo rimbecca lei indicando l'attico che vetta sopra le nostre teste.
Continua una sorta di battibecco amoroso tra i due mentre resto a guardarli ridente, questi due sono l'emblema dell'amore e io sono davvero fortunato ad averli come amici.
Conosco Sting ormai da un decennio complice un'iniziale rapporto puramente professionale, ho scritto per lui molte canzoni diventate un successo grazie alla sua voce spettacolare e la stima reciproca è diventata col tempo amicizia.
-Amico come stai?- gli domando battendogli il pugno quando riesce a sottrarsi momentaneamente dalle "premure" della sua fidanzata.
-Acciaccato ma ancora in piedi- risponde sorridendo banalizzando la settimana da febbrone da cavallo appena passata -Ma adesso sto meglio- aggiunge sollevandosi, sostenuto prontamente da Yukino.
-Grazie per aver portato fuori Yuki, per colpa mia è rimasta tappata in casa una settimana intera- dice facendomi sentire una merda, non bastavano i sensi di colpa verso Lucy ora ci si mette il pensiero di come abbia usato Yukino, una mia amica, solo per i miei scopi.
La strategia al ristorante di tirare fuori il profilo Instagram di Yuki e le settecentomila foto che la ritraevano insieme al famosissimo Sting Eucliffe è stata un improvvisata del momento ma non mi sono comportato bene con lei, doveva essere una serata di svago  voluta sopratutto da Sting, è stato proprio lui a chiamarmi nel pomeriggio e chiedermi di far passare qualche ora fuori all'aperto a Yuki ma io ho pensato bene di portarla fuori a cena solo per far rovinare la serata a Lucy.
-Yuki scusa, questa serata è stato un disastro- mi scuso sinceramente conscio, mi sento in imbarazzo e con le dita mi gratto la nuca ma Yukino scuote la testa -Sono stata bene- mi dice sincera accarezzando il petto di Sting con un palmo.
Li lascio andare ma Yuki reclina il capo schioccando la lingua un attimo prima di varcare l'elegante portone d'ingresso -Mi piace Lucy, io non mollerei così facilmente l'osso a mister chirurgo-  ne suoi occhi balena una scintillante furbizia, ha intuito tutto fin dall'inizio.
Sorrido e con le mani in tasca me ne ritorno a casa, forse con Lucy è ormai troppo tardi per rimediare...
 

***

 

-Lucy:
 

Le mie dita massacrano il fazzolettino di carta usato prima per mangiare il gelato, Dan è stato molto gentile a volermi offrirmi il dolce lo stesso nonostante la disastrosa serata che ha dovuto passare per colpa di Natsu.
Quell'idiota, quel grandissimo idiota! Non posso ancora credere a quello che mi ha fatto poco fa, presentarsi durante il mio appuntamento apposta per rovinarmelo.
-Arrivati- sento dire a Dan, spegne il motore dell'auto e balzando fuori precede il mio tentativo di uscire da sola dal veicolo, gli sorrido quando mi afferra la mano aiutandomi a sollevarmi dal sedile.
-Mi dispiace per Natsu- mi affretto a dire sopraggiunti ormai davanti al vialetto di casa.
-Tranquilla è un ragazzo simpatico ma al nostro secondo appuntamento preferirei fossimo soli-
Incasso le spalle stringendomi la borsetta sul ventre, dovrei essere sincera con lui e senza temporeggiare troppo dirgli immediatamente che non ci sarà nessun secondo appuntamento.
Lo fisso ancora un po' e scommetto che altre al posto mio farebbero carte false pur di uscire con lui, io stessa qualche tempo fa prima di Natsu ovviamente...
E' stata Juvia a organizzare questa uscita stasera e io mi sono lasciata stupidamente convincere  come se uscire con Dan è la soluzione a tutti i miei problemi .Lui incarna sotto ogni aspetto il mio uomo ideale eppure stasera, scena disastrosa al ristorante con Natsu, non c'è stato un solo momento in cui io mi sia sentita coinvolta come quanto con qell'idi0ta dai capelli rosa.
-Dan ecco...- provo a formulare ma lui si avvicina ignorando la mia mano alzatasi in allerta a mo' di stop -Sono stata bene stasera davvero ma...-
-Potremmo stare meglio- soffia.
Faccio una smorfia nell'istante in cui Dan si protrae verso di me per baciarmi, giro il mento da un lato evitando la sua bocca ma sembra non bastare perché Dan insiste e tentando di divincolarmi incespico sui tacchi alti.
Questa serata potrebbe essere più disastrosa? 
-Dan davvero non mi sembra il caso- mormoro ma - Non accetto un no- sussurra e le sue labbra si spostano sulla mia mascella serrata. Riesco a liberarmi dal suo abbraccio ma solo per qualche istante, Dan mi riafferra con vigore stringendomi in maniera sempre più ferrea tanto da fami male.
Non so come uscire da questa situazione e l'insistenza di Dan incomincia a diventare qualcosa di sgradevole, con la coda dell'occhio noto una mano battere due colpetti sulla sua spalla. Seccato solleva la testa reclinandola e mollando finalmente la presa su di me -Che diav...- sta per dire se non fosse per il pugno appena ricevuto in pieno sulla mandibola. Dan ruota su se stesso crollando a terra l'istante dopo ma i miei occhi sgranati sono intenti a fissare Natsu davanti a me.
-Stai bene?- mi domanda scuro in faccia, deve aver assistito alla scena e ha deciso di intervenire alla Natsu..
Annuisco ancora incredula...
-Lui un po' meno mi sa- afferma poi indicando con l'indice l' esamine Dan ancora riverso a terra, mi inginocchio accanto a lui -Dan?- soffio ma credo con totale certezza che sia svenuto.
-Oh mio dio- esclamo sconvolta controllandogli l'stante dopo il battito in preda al panico crescente.
-Se la caverà- sento borbottare Natstu -Gli ho mollato un cazzotto, no l'ho ucciso- mi ritrovo a guardarlo smarrita rendendomi conto di quanta troppa attenzione stia dando a Dan, Natsu ha ancora sul viso quell'espressione cupa ma i suoi occhi verdi sembrano addolcirsi quando stende la mano verso di me, di riflesso gliela afferro.
-Non so cosa gli sia preso stasera- mormoro scansando con i piedi il corpo di Dan, sembra stia prendendo conoscenza dato i rantoli sottofondo.
Natsu mi attira verso di se -Non giudicare mai un cd dalla copertina- mi rimbecca.
-Non era un libro?- formulo accigliata non ricevendo risposta.
Me ne resto avvinghiata a lui mentre con le dita mi esamina i segni rossi lasciati da Dan sulle braccia riducendo gli occhi in due fessure sottili, con la punta del piede poi tocca la spalla di Dan in un paio  di colpetti.
-Meritavi di peggio- sibila  intimidendolo, l'istante dopo mi trascina via con lui.
-Aspetta- tento di tenere il passo -Non possiamo lasciarlo lì- gli faccio presente ma no perché mi importi qualcosa di Dan ma per puro spirito civico.
-Sarà in piedi tra un minuto, massimo che vada quelli della nettezza urbana lo raccoglieranno insieme al resto dei rifiuti- sentenzia senza diritto di replica.
Nessuno dei due aggiunge niente altro mentre attraversiamo il vialetto. Entrando in casa lo trascino in cucina costringendolo poi a farmi vedere la mano -Se pensi che questo basti per scusarti per quello che mi hai fatto a cena ti sbagli proprio di grosso- borbotto esaminando le nocche, notando il gonfiore raggiungo in una sola falcata il frigo.
-Lo sai che rischi di beccarti una denuncia?- farnetico sconvolta tirando fuori dal freezer una busta congelata di piselli battendola poi sul dorso della sua mano.
-Sei un' idiota incosciente- continuo fissando l'involucro verde della confezione ma resto come incantata quando porta le dita sulla mia guancia costringendomi a guardare il suo viso.
Mi sorride e sento le gambe tremare. Natsu è addossato contro lo stipite della cucina, i suoi occhi  dorati da maliziose aspettative si spostano dai miei alle mia labbra  -Scusa- mormora facendomi deglutire.
-E non parlo di scemo chirurgo- mugugna girando gli occhi -Ma di quello che ti ho fatto alla cena- e quasi non mi esce un gemito quando mi trascina sempre più vicino alla sua bocca, riesco a percepire il suo respiro sempre più pesante mentre col naso percorre i lineamenti dei miei zigomi.
-Ho visto la valigia e sono impazzito, pensavo che tu...-
-Non stavo andando da Dan, ritorno a casa mia. Gildart mi ha telefonato nel pomeriggio dandomi il via libera- lo interrompo mentre le mie mani gli accarezzano i capelli.
-Sono un coglione- afferma facendomi annuire -Io non ne sapevo nulla, Gildart non mi ha chiamato- mi spiega pacato poggiando il capo sul mio seno, sembra che tra le mia braccia si sia calmato di colpo.
-Perché sei tornato?-
-Perché volevo dirti che ti amo- mi incalza spiazzandomi.
-Natsu tu pensi di amarmi, è diverso- affermo con la morte nel cuore.
-Non puoi saperlo meglio di me- sbotta arraffandomi da sotto le cosce mi porta verso il tavolo, fa aderire il pube tra le mie gambe aperte una volta seduta.
-Iniziamo una storia-
-Ne abbiamo già parlato- mugugno laconica reclinando il collo nel permettergli di baciarmelo.
-Sei la donna più cocciuta che abbia mai conosciuto-
Iniziamo a baciarci intensamente, le mie mani vagano lungo il suo torace, lui si puntella con un palmo sulla superfice del tavolo mentre con la mano libera va a trafficare con la cintura dei suoi jeans.
-Ma ti farò cambiare idea- ghigna famelico premendo la sua virilità gonfia coperta solo dai boxer contro il mio inguine.
-Miele e limone- soffio in un attimo di tregua dalle sue labbra e -Io e te siamo come miele e limone- ripeto quando noto dai suoi occhi il totale smarrimento.
-Nel senso che insieme facciamo schifo?- si acciglia.
-Sì cioè no!- mi correggo, non era quello il senso che volevo far cogliere.
-Nel senso che insieme siamo incompatibili- la frase termina in un lamento nel percepire i polpastrelli di natsu massaggiarmi delicatamente la mia parte più intima, con due dita scosta le mutandine penetrandomi poi con l'indice senza nessun avviso.
-Non mi importa in questo momento- sussurra roco continuando il gioco di dita dentro di me, senza remore guaisco di piacere stringendomi forte Natsu addosso, i miei guaiti lo fanno impazzire  di eccitazione, lo sento da come respira forte a da quel verso che ogni tanto gli esce dalla bocca.
Sento l'intero corpo formicolare.
-A te importa in questo momento?- domanda poi fermandosi ma io mi mordo un labbro scuotendo la testa iniziando a muovere il bacino per darmi piacere da sola.
Le dita vengono presto sostituite da qualcosa di molto più grosso, inizio a gemere nel sentirlo dentro di me, Natsu si muove su e giù in maniera sempre più avida ed energica. Ho la schiena premuta sul tavolo  e le dita arpionate tra il tessuto della maglietta che ricopre la sua schiena, amo da impazzire quella sua parte del corpo.
E' tutto così folle, lo stiamo facendo vestiti sul tavolo della cucina, senza protezioni e la mia razionalità è andata a farsi fottere da un pezzo, solo lui riesce a farmi diventare completamente folle.
Dopo un numero imprecisato di spinte e baci sento l'orgasmo esplodere in me, Natsu si irrigidisce poco dopo uscendo da me in tempo.
Mi sollevo con la schiena restando seduta sul tavolo e con la gola rotta dagli spasmi del fiatone, cerco di dare una sistemata ai capelli mentre lui si pulisce con uno straccio.
-Ora non venirmi a dire che non è stato pazzesco- ridacchia in piena adrenalina buttando lo straccio nel cestino con tanto di strike.
-Con te tutto è pazzesco- mugugno sollevando il viso verso di lui quando mi afferra il mento tra le dita.
-Spero in senso buono- ridacchia e io storco il naso -Non abbiamo risolto nulla-
-Lo so ma che ne dici se ne discutiamo di là, in camera da letto magari?- mi provoca accarezzandomi le cosce.
-Non ti è già bastato?-
-Volevo coccolarti nel lettone-
Il mio viso si inclina di lato sorridendo a mezza bocca -Lo sai meglio di me che appena tocchiamo una superfice piatta succede il delirio-
-Sei tu che devi arrenderti alla idea- mi accarezza il viso e so che quello che appena successo è stata solo una deviazione, non risolverò i miei dubbi su di lui facendoci sesso, dovremmo parlare ma Natsu sembra poco incline all'idea. Ammetto che al momento non riesco a non dirgli di no, sono stati giorni difficili senza di lui.
Ritorniamo a baciarci quando qualcosa lo fa mugugnare contro la mia bocca, è il suo cellulare che inizia a trillare.
-E' zef- dice visualizzando il display ma l'istante dopo schiaccia le labbra contro le mie, i miei palmi spingono contro il suo petto facendolo allontanare appena.
-Rispondi- lo ammonisco creandogli una smorfia corrucciata ma ubbidisce non prima di avermi schioccato un bacio a stampo.
Mi ritrovo a guardarlo ridente, è così bello mentre mi sorride con il cellulare all'orecchio  ma poi succede qualcosa, il bellissimo viso di Natsu da ridente si trasforma in qualcosa di terribilmente serio tanto da farmi allarmare.
Sto in silenzio anche quando la chiamata viene interrotta.
-Dobbiamo andare in ospedale... Mavis sta male-
 

 

***

 

-Natsu:


Schiaccio ripetutamente il bottone che da al piano del reparto di ginecologia ma questo stupido ascensore è lentissimo e i miei nervi a fior di pelle non aiutano a reggere la situazione, sbuffo un'imprecazione ormai prossimo all'esaurimento nervoso.
Lucy è accanto a me, mi circonda il braccio con entrambi le mani -Natsu- mormora cercando di diffondermi un po' di calma.
-Conosco mio fratello, anche se non mi ha detto tutto al telefono ho capito benissimo che la situazione è grave- mastico nervoso.
Giunti a destinazione  intreccio le dita con quelle di Lucy balzando fuori dall'ascensore e proiettandoci lungo il corridoio.
-Di là- mi fa cenno e imboccando un corridoio allungo il passo nel mettere a fuoco  la figura di Zeref in lontananza.
-Natsu- mi chiama sgomento raggiungendomi, ha un espressione distrutta e gli occhi colmi di frustrazione, non mi sbagliavo quando al telefono ho percepito una brutta sensazione.
-Mavis?- domanda Lucy mentre io afferro la spalla di mio fratello nel vederlo sospirare.
-I medici dicono che è meglio farla partorire è in sala operatoria, dovrebbe arrivare Juvia a momenti- ci informa indicando la porta dietro le nostre spalle.
-Aveva il cesareo fra qualche settimana ma stanotte ha incominciato a star male, eravamo a letto e a un certo punto il materasso ha incominciato a inzupparsi di sangue e...- farfuglia agitato e poco lucidamente.
-Ok, ok  senti Zef andrà tutto bene capito?- cerco di scuoterlo, non può cedere mentre Mavis è su un letto operatorio, ha bisogno di lui ora.
Le porte alle nostre spalle si aprono, un infermiere fa capolino mostrando solo il viso coperto da cuffia e mascherina dando il permesso a Zeref di poter entrare, gli lancio un ultimo sguardo prima che scompaia all'interno poi porto una mano sulla bocca -Che diavolo succede- gemo.
L'istante dopo vedo Juvia arrivare frettolosamente, non ha il solito camice addosso ma una divisa blu, i capelli invece sono nascosti dalla cuffia. Non è  sola, un paio di infermieri sembrano seguirla a ruota e quando vede me e Lucy fermi difronte alla soglia della sala operatoria si ferma intimando gli altri di procedere.
-Juvia cosa succede?- chiede Lucy rimasta appena dietro la mia spalla mentre io rimango fisso ad osservare Juvia.
Ostenta tranquillità -Mi hanno appena informato, la situazione è complessa ma provvederemo a fare il possibile- spicciola.
-Quanto complessa?- domando gelido.
-C'è una sofferenza fetale in corso ma stiamo già provvedendo alla riuscita del parto, quella di Mavis è una gravidanza piuttosto complicata a livello clinico ma - Juvia continua ad usare termini medici e mi basta un secondo, quel secondo in cui, reclinando il collo, osservo il viso di Lucy fin troppo preoccupato per essere una situazione tranquilla, lei ha capito che non lo è.
-Juvia smettila io non sono un parente qualsiasi di un paziente qualsiasi- la interrompo facendola deglutire -Non devi cercare di calmarmi, lì dentro c'è la moglie di mio fratello e devo sapere la verità- insisto digrignando i denti cercando di non essere troppo duro con lei.
Mi osserva per lunghi istanti poi prende fiato  -Mavis è fuori pericolo, escludo che lei possa non farcela ma...- si interrompe rivolgendomi poi uno sguardo che mai credo nella vita potrò scordarmi -Il bambino ha una percentuale bassa di sopravvivenza, durante il travaglio ci sono state delle complicazioni che speravamo non arrivassero ma le avevamo ipotizzate per queste avevo deciso per il cesareo  ma ora non ci resta che il parto naturale- mi spiega rivolgendosi anche a Lucy che sembra annuire in accordo con lei.
Cerco di prendere aria dai polmoni nell'assorbire tutto quello che la mia migliore amica mi sta dicendo  -Farò di tutto per salvare entrambi, te lo prometto- mi dice combattiva prima di infilarsi la mascherina e sparire anche lei dietro le porte di metallo.
Mi accascio su un seggiolino, Lucy si china sulle gambe posandomi le mani sulle ginocchia, non mi dice nulla ma mi basta averla accanto per non impazzire del tutto.
Ma -Lucy devi andare là dentro- le ordino con la poca voce rimasta lei rimane un po' perplessa poi scuote il capo interdetta.
-Natsu io sono chirurgo in pediatria non posso occuparmi del parto, Juvia è la migliore ostetrica dell'ospedale. Conosco gli altri medici che sono accorsi  e ti posso assicurare che sono tutti degli ottimi dottori-
Mi spiega ma -Non hai capito- soffio afferrandole il viso con le mani -Andrà tutto bene ok? Io ne sono certo si parla di un Dragneel e quel bimbo fotterà tutti quando nascerà in piena salute ma...-
Fa gli occhi lucidi mentre annaspo - Ma se succede quello che...- inspiro col naso perché il pensiero che possa accadere davvero fa così paura da non riuscire nemmeno a pronunciare le parole -Mavis e Zeref ne usciranno così ditrutti che non potrebbero più riprendersi e dovrò essere io la forza di mio fratello. Dovrò mettere da parte il mio dolore per curare il loro ma non riuscirò ad essere forte se dovrà essere lui ad informarmi che...-
-Ho capito- mi dice lei asciugandosi una lacrima scivolata dagli occhi.
-Voglio saperlo solo da te-  annuisco sicuro.
Annuisce a sua volta tra le lacrime che continuano a scorrerle sul viso nel sollevarsi -Vado a preparami- soffia ma di scatto si avvicina, si piega con la schiena poggiando la fronte contro la mia -Andrà tutto bene- mormora afferrandomi il viso tra i palmi, facendomi chiudere gli occhi.
Resto ad occhi chiusi anche quando non sento più il contatto con Lucy, resto fermo seduto ad occhi chiusi.
Andrà tutto bene.

 

Non so quanto tempo sia passato, i minuti continuano a scorrere inesorabilmente, la parete bianca che ho difronte sembra in netto contrasto con il mio umore, la purezza della vernice non serve a rendermi più sereno e calmo. La consapevolezza che possa succedere qualcosa di terribile mi riempie il petto facendomi rimanere in uno stato d'ansia perenne.
Porto i pugni uniti tra mento e naso nel puntellare i gomiti sulle ginocchia, ci credo davvero quando dico che andrà tutto bene.
Andrà tutto bene.
Registro il metallo della porta cigolare, qualcuno sta per uscire da quella porta e all'improvviso mi accorgo che non è vero che sono pronto a tutto, se dovesse apparirmi la visione di Lucy piangente io non potrei reggere e avere un crollo nervoso e l'ultima cosa al mondo che vorrei è farmi vedere così dai suoi occhi.
Prendo un respiro lungo un infinità di tempo e Lucy sbuca fuori dalla porta a passi lenti, mi sollevo di scatto  ma la raggiungo lentamente nel focalizzare quel piccolo fagotto che ha tra le braccia, sono talmente confuso da non capirci niente.
Lei mi sorride dolce e a un palmo dal mio naso inclina appena il corpo di lato -Ti presento Augusta Dragneel- mi dice mostrandomi che dentro a quella pallottola di spugna si nasconde il corpicino di un bebè.
Sgrano gli occhi in direzione di Lucy che sorride senza non emozionarsi -E' andato tutto bene- sussurra suggerendomi di prenderla in braccio nel porgermela. Mi aiuta facendo in modo che io pieghi il braccio nella posizione corretta, è così minuscola che ho paura di romperla.
Mi fermo a guardare la meraviglia che ho tra le mani -Allora sei una femminuccia- esclamo ridente, ha la testolina tonda e la bocca corrucciata in una smorfia.
-Augusta hai detto?- domando a Lucy, poggia il mento sulla mia spalla annuendo stanca ma felice.
-Sapevo che ti avrebbero dato un nome terribile, importante ma terribile- scherzo -Ma tranquilla ci pensa zio Natsu, Aggy vale come diminutivo ufficiale?- le propongo e suppongo proprio di sì quando con la manina mi stringe un dito.
-Aggiudicato piccola-
Inizio a ciondolare dolcemente cullando Aggy, spostando di poco il mento do un bacio a fior di labbra a Lucy ancora stretta a me.
-E' andato tutto bene- sospiro.
Andrà tutto bene.
 

 

Angolino Daimler: Ciao amici sono riuscita a pubblicare il capitolo e ne sono davvero felice! Ci ho messo un po' troppo di quello che pensavo e mi dispiace ma spero che vi sia piaciuto, il prossimo sarà l'ultimo !!  Siete pronte a dire ciao a Lucy e Natsu di miele?

Volevo aprire un attimo una parentesi su quello che sta succedendo nel nostro paese attualmente, è un periodo buio ma so che ne usciremo più forti, nel fra tempo l'unica arma che abbiamo è stare a casa.
Impieghiamo questo tempo per passarlo con la nostra famiglia (perché a volte è davvero troppo poco il tempo che passiamo insieme a loro) e fare tutto quello che ci piace e ci fa stare bene.
Facciamoci compagnia a distanza con la lettura!
#andràtuttobene
Ringrazio tutti gli autori di efp che stanno pubblicando di recente rendendo le nostre giornate meno noiose, spero di aver contribuito anche io con questo nuovo capitolo !

Un grazie a chi mi segue e mi sostiene da sempre!
Tanti baci a presto!!

 

   
 
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