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Autore: la_pazza_di_fantasy    18/03/2020    0 recensioni
Viene organizzato un matrimonio combinato per unire due regni governati da due re che non si sopportano nonostante in passato fossero stati grandi amici.
Il matrimonio riuscirà a ricucire quel legame?
O andrà a finire male come pensano tutti i cittadini dei regni di Xart?
Genere: Fantasy, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: Mpreg | Contesto: Contesto generale/vago
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Kassim guardo l’edificio pochi distante da lui e sorrise. Aveva tempo sette mesi per scoprire qualcosa sul principe del nord, e quale miglior cosa se non chiedere direttamente ai cittadini del regno?

Il ragazzo era partito subito, lasciando una mera lettera ai genitori dove spiegava le sue intenzioni. La sua meta era la capitale del regno del nord, Avaris, e ci era arrivato quella mattina stessa.

La sua idea per scoprire più cose riguardo al principe che avrebbe sposato la sua sorellona era quello di entrare nel bordello più conosciuto della città e fingersi uno dei ragazzi che lavoravano al suo interno. Estorcere informazioni alla gente era sempre più facile quando si faceva sesso, sopratutto con gli sconosciuti.

In quel bordello, “il grido del gelo”, ci andavano anche parecchi nobili, quindi il ragazzo avrebbe di sicuro trovato qualche nobile spidocchioso che si sarebbe messo a parlare del principe.

 

Il ragazzo dai lunghi capelli neri intrecciati entrò nell’edificio sorridendo. L’entrata era un frenetico via vai di persone, per di più ragazze, che servivano ai tavolini dove uomini di tutte età che le guardavano come se fossero qualcosa di prezioso.

Il ragazzo non si soffermò molto sule ragazze, ma il suo sguardo vagò tra i pochi ragazzi, anche loro vestito con pochi veli addosso, che poi come facevano con quel freddo Kassim non capiva proprio. Non erano delle grandi bellezze, però per i gusti di Kassim erano molto meglio di quelli che aveva frequentato a Copto.

- desidera qualcosa?- gli chiese la signora al bancone che lo guardava con sguardo scettico. Kassim aveva la pelle molto più scura rispetto a quella delle persone li presenti, era quasi ambrata, e questo era dato dal fatto che a Copto il sole era una costante.

- salve, volevo sapere se c’era un posto per me- disse il moro facendo uno dei suoi migliori sorrisi.

- il 50% dei tuoi incassi andrà a me- disse la donna guardandolo male.

- in realtà non sono interessato a guadagnare niente. Mi basta solo avere una camera e del cibo, i soldi dei miei clienti lo potrete tenere tutti voi- disse Kassim sempre sorridendo e lasciando di stucco la signora.

- ne sei davvero sicuro?- chiese ancora la donna che non riusciva a credere che un ragazzo così bello, che avrebbe di sicuro attirato molti clienti, non volesse i soldi.

- certo. Starò qui per pochi mesi, ovviamente sempre se non è un problema per voi-

- certo che no caro! Scusa il mio comportamento sgarbato di poco fa, ma di solito pretendono tutti di ottenere il massimo del guadagno-

- si figuri, non ho problemi di denaro, ho solo bisogno di svagarmi un po’- e quelle parole erano vere. Nonostante il ragazzo fosse andato li per controllare il principe Ciel aveva bisogno anche lui di rilassarsi un poco. Nella sua città, o meglio, in tutto il suo regno, non poteva farlo visto che lo conoscevano e le voci sarebbero girate troppo. Li invece poteva essere chi voleva.

I suoi genitori non gli avevano mai detto che amare gli uomini era sbagliato, loro come anche i suoi fratelli lo accettavano così com’era, ma lo stesso non poteva dirsi dei nobili. La maggior parte di loro erano dei conservatori e vedere un ragazzo in atteggiamenti intimi con un altro non era di loro gradimento.

Kassim si era sempre trattenuto per non aizzare una rivolta contro i suoi genitori, ma aveva bisogno anche lui di sfogare i suoi istinti.

- vieni con me- gli disse la signora uscendo da dietro al bancone e incamminandosi per le scale.

Kassim la seguì fino ad arrivare davanti a una porta chiusa a chiave. La signora prese la chiava che si era precedentemente messa in tasca e aprì la porta rivelando una camera molto pulita e abbastanza spaziosa. Non era grande come quella che aveva nel suo palazzo, ma a Kassim piaceva molto.

- questa sarà la tua camera. Molti clienti gradiranno venire qui a fare le loro cose quindi ti consiglio di tenerla sempre in ordine.-

- okay- disse Kassim sedendosi sul letto per provarlo.

- io sono Sonja, per qualunque cosa puoi chiedere a me-

- grazie Sonja, io sono Im- disse il ragazzo utilizzando il diminutivo che era solito usare per indicare se stesso quando era piccolo. Era riuscito a pronunciare il suo nome per intero solo a 6 anni, prima aveva avuto sempre grosse difficoltà.

- bene Im, per oggi sentiti libero di fare quello che vuoi, ma da domani ti voglio a lavoro con gli altri. E bada bene ti capiteranno anche uomini-

- nessun problema- disse il ragazzo mentre la porta della sua nuova camera si chiudeva.

Il ragazzo stette un po’ sdraiato sul letto poi decise di alzarsi e di cambiarsi i vestiti che erano abbastanza sporchi per il viaggio.

Dopo essersi tolto sia il pantalone di cotone che la camicia li piegò per bene mettendoli in un cassetto del comodino al fianco del letto, sua madre aveva sempre imposto a tutti loro di fare le faccende che faceva i servi, in realtà la cosa era partita come punizione però i quattro ragazzi ci avevano preso la mano che la servitù non sapeva più cosa fare nelle loro camere.

Il ragazzo iniziava a sentire un po’ di freddo, non abituato alla temperatura più fredda del regno del nord, e si fiondò nel bagno annesso alla camera dove, con sua grande felicità, trovò una piccola vasca. Kassim non ci pensò due volte, e dopo averla riempita con acqua calda, ci si immerse dentro togliendosi di dosso tutta la sporcizia.

Il bagno durò un bel po’ facendo rilassare completamente il principe che si ritrovò a sorridere difronte lo specchio del lavandino.

Rientrò in camera e aprì l’armadio in cerca di qualcosa di scoperto, ma caldo allo stesso tempo.

Alla fine optò per dei pantaloni larghi che andavano a restringersi verso le caviglie, molto simili a quelli che era solito usare a Copto, e una giacca di cotone che tenne sbottonata. Aveva degli addominali e doveva mostrarli se voleva far colpo sui clienti.

Il ragazzo sorrise e senza mettersi un paio di scarpe scese in sala dove si trovò gli sguardi di tutti puntati addosso, soprattutto uno sguardo viola.

   
 
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