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Autore: Altair13Sirio    18/03/2020    2 recensioni
Non è mai stato facile vivere la vita dell'eroe per Robin, così come per Cyborg, Stella, Corvina e BB. Nonostante tutto, i Teen Titans sono riusciti a superare quel senso di "strano" che li circondava ovunque andassero e hanno deciso di andare avanti; sono diventati una famiglia, le loro amicizie e i loro amori si sono intrecciati e dopo tanto tempo finalmente i cinque eroi hanno capito cosa dovevano fare.
Tutto questo può sembrare normale agli occhi di un adulto, capace di comprendere quali siano i doveri di un supereroe e le difficoltà che porta questo tipo di vita, ma agli occhi di una bambina? Una piccola bambina eccentrica e piena di vitalità, incapace di vedere il male nella gente, come può vivere una situazione simile e in che modo potrà mai crescere se non riesce a distinguere il bene dal male?
Luna è una bambina cresciuta sotto una campana di vetro e che è sempre stata a contatto con questo mondo, vivendolo in prima persona; il suo amore per la sua famiglia è eguagliato solo dal suo desiderio di vivere la vita liberamente, incontrando tante persone e amici nuovi. Ma sarà difficile attuare questo sogno, essendo lei la figlia di un supereroe.
Genere: Azione, Comico, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo Personaggio, Sorpresa, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Titans Legacy'
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Gli eroi saltarono giù dal bordo quasi contemporaneamente, unendosi agli scontri già in corso, sostituendo i feriti e aiutando chi era in difficoltà. Cyborg corse verso Chat Noir e Billy Numerous per aiutarli a intrappolare See-More e Kyd Wykkyd, mentre Corvina volò in direzione di Coso e Mumbo, impegnati a combattere con Mammut. Ala della Notte raggiunse Sladow e controllò che le sue ferite non fossero troppo serie, ma questo volle minimizzare.
<< Finalmente combattiamo fianco a fianco. Non mi crederai, ma aspettavo da tempo questo momento. >> Lo accolse dicendo l'uomo mascherato.
<< E' solo per questa volta. Ma… Devo ringraziarti per aver protetto mia figlia fino a questo punto. >> Rispose l'altro facendo un cenno.
Sladow sembrò quasi nostalgico mentre guardava quanto fosse cambiato quel ragazzino battagliero e pieno di energia che aveva tentato tante volte di eliminarlo. << Sei cresciuto, Robin. E sei proprio come ho sempre immaginato che saresti diventato… >>
<< Chiamami Ala della Notte. >> Rispose sbrigativo quello. << Se vuoi rimuginare sul passato, fai pure; io andrò a combattere i cattivi adesso! >>
<< Vengo con te, ovviamente. >>
I due saltarono giù dal palco con il trono, ormai quasi del tutto distrutto a causa del crollo e corsero nella mischia per affrontare gli H.I.V.E. Five. Passarono accanto a Rosso-X, che si stava prendendo cura di Terra, e Luna accanto a lui che si guardava intorno meravigliata. Dick avrebbe voluto tanto correre da sua figlia e abbracciarla, ma non era ancora al sicuro dai pericoli e prima avrebbe dovuto occuparsi di quelli che avrebbero tentato di farle del male; le fece solo un piccolo cenno, un gesto che avrebbe dovuto rassicurarla, e continuò a correre verso la battaglia.
Poco più in là incontrarono Ivan Korolev inginocchiato per terra con una giovane donna ferita affidata alle sue cure; quella era Maschera Nera, ma Dick avrebbe giurato di aver già visto il suo volto da qualche parte. Non si fermarono neanche questa volta, ma Sladow sembrò comunicare con lo sguardo qualcosa ai due per terra prima di lanciarsi nella battaglia.
Insieme, Ala della Notte e Sladow si abbatterono su Soldato Hive, che provò a colpirli contemporaneamente vedendo le proprie braccia afferrate in una presa simultanea che lo proiettò contro una parete mentre i suoi due avversari univano finalmente le forze in una coordinazione impeccabile.
Cyborg e Corvina ebbero qualche difficoltà in più a trovare l'equilibrio con i loro compagni di battaglia: la maga, in particolare, vide Coso respingerla all'istante sbraitando nella sua direzione. Era in groppa a Mammut e sembrava stare cercando di tramortirlo, più o meno con l'efficacia di una zanzara che cercava di uccidere un elefante.
<< No, vattene via! Ci penso io da solo a questo qui! >> Esclamò agitando una mano. La donna si fermò a mezz'aria e lo scrutò perplessa. << Portati anche questo buono a nulla e andate ad aiutare Jella. E' laggiù, è in pericolo! >>
Con una preoccupazione che non gli si addiceva, Coso indicò prima Mumbo in stato confusionale sul pavimento e poi puntò il dito in direzione della ragazza dai capelli rosa, che era sul punto di soccombere contro all'assassina silenziosa Cheshire.
Corvina fece andare lo sguardo da una parte all'altra e chiese rapidamente:<< Sei sicuro di potertela cavare da solo? >>
Coso passò le braccia attorno al collo di Mammut mentre questo cercava di liberarsi dalla sua – innocua – presa e ghignò. << So bene con chi ho a che fare! >>
Allora la maga annuì senza dire altro e, preso Mumbo con sé, andò ad affrontare Cheshire.
L'assassina volteggiava attorno a Jella e la attaccava in continuazione senza darle il tempo di reagire, prima colpendole una gamba, poi ferendola a un fianco o al braccio, prendendosi anche il tempo di fermarsi di fronte a lei per prendersene gioco, godendosi quel momento di superiorità che aveva sulla sua preda ormai sfinita. Ma Corvina non le avrebbe permesso di continuare quella sua tortura!
Con grande precisione, agganciò i suoi artigli e glieli sfilò via dalle mani con i suoi poteri, lasciandola spiazzata per qualche istante, poi si lanciò addosso a lei con forza spingendola al muro.
Cheshire cadde a terra e si rialzò lentamente, ancora confusa su cosa la avesse colpita. Quando si vide circondata da Corvina, Mumbo e Jella, il suo ghigno divenne una smorfia, ma non per questo perse la speranza. Dopo aver stirato i muscoli ed aver controllato di non avere niente di rotto, la donna si rimise in posizione di attacco; non aveva più i suoi artigli, ma una come lei poteva essere letale anche a mani nude.
<< Ti ho vista in difficoltà prima. Credi di riuscire a combattere ancora? >> Chiese Corvina rivolgendosi a Jella sottovoce.
La ragazza fu sorpresa di vedere la preoccupazione della maga verso di lei, ma la tranquillizzò. << Avevo solo bisogno di un po’ di spazio per riprendere fiato… Adesso sono pronta a tornare all’attacco! >>
Bene, pensò Corvina. Ma non sapeva quanto ancora potessero considerarsi fortunati; Cheshire aveva ancora a disposizione una gemma di Charta, come gli altri H.I.V.E. Five. Anche se riuscivano a circondarla, non era detto che sarebbe stata in svantaggio; e in quel gruppo erano tutti quanti in condizioni precarie: prima fra tutti lei, che per camminare doveva aiutarsi con un bastone e i suoi stessi poteri, poi Jella che nonostante facesse la dura aveva una pessima cera, e Mumbo, che quando era stato consegnato alla maga non le era sembrato proprio nel pieno delle forze. C’era da aggiungere che Cheshire non si sarebbe fatta scrupoli e avrebbe cercato in ogni modo di ucciderli. Quanto avrebbe dovuto trattenersi la Azarathiana?
Quello non era un problema che preoccupava Cyborg, poco distante dalla sua amica e impegnato in un’altra battaglia: Billy Numerous e Chat Noir avevano accettato di buon grado il suo aiuto, ma ancora non sapeva come avrebbe dovuto fare per fermare l’accoppiata See-More-Kyd Wykkyd.
<< Abbiamo qualche tattica per dividerli? >> Chiese Cyborg schivando un occhio sparato da See-More. Si voltò brevemente per sparare un laser a Kyd Wykkyd, bloccando il suo attacco diretto a Chat Noir, poi si parò dietro a una barriera di Billy per proteggersi da un occhio esplosivo di See-More.
Chat Noir si aggrappò a una parete e vi rimase per un momento. << Qualunque cosa proviamo a fare riescono sempre a tornare assieme. E’ quasi come se il loro intento non fosse quello di sconfiggere noi, ma di restare uno accanto all’altro. >> Poi si lanciò addosso a See-More sguainando gli artigli. Quello scomparve in un varco che si aprì sotto ai suoi piedi e riemerse da un altro varco con aria un po’ spaesata e Chat Noir non poté fare altro che atterrare con disappunto dove prima c’era il suo bersaglio.
Kyd Wykkyd continua a difendere See-More, e nel frattempo contrattacca. Pensò Billy, che aveva continuato ad osservare il combattimento mentre i suoi cloni tentavano di infrangere la difesa di uno dei due H.I.V.E. Five. Un’idea per far perdere la compostezza a Kyd Wykkyd sarebbe stata quella di mettere in pericolo il suo compagno di squadra, ma Kyd Wykkyd non commetteva mai errori, quindi era impossibile colpire lui o See-More. Ma forse c’era qualcosa che poteva funzionare.
<< Dobbiamo fare infuriare Kyd Wykkyd! >> Esclamò il Billy originale, facendo voltare Chat Noir e Cyborg contemporaneamente.
Il cyborg guardò con poco ottimismo il loro obiettivo. A lui sembrava più probabile che la terra implodesse piuttosto che quel tipo perdesse la pazienza. << Come credi che possa funzionare? >> Chiese schivando un artiglio nero che gli mandò lo stesso Kyd Wykkyd.
<< E’ See-More, la chiave! >> Rispose Billy. << Non so perché, ma Kyd Wykkyd è ossessionato da lui. Se riusciamo a fargli perdere la sicurezza che ha nel difenderlo, potremo farlo innervosire! >>
Un’altra ombra passò tra lui e Cyborg, dividendoli per un istante. Forse Kyd Wykkyd aveva sentito il loro discorso nonostante la miriade di copie di Billy che continuavano a ridergli in faccia e a prenderlo in giro, in ogni caso non sarebbe stato facile attuare quel piano.
Tuttavia era l’unico che avevano. << Può bastare. >> Disse Cyborg facendo tornare il braccio alla sua forma originale. Scattò in direzione di See-More e cercò di ingaggiarlo in un combattimento corpo a corpo, accompagnato dai cloni di Billy. Questa volta Kyd Wykkyd non intervenne perché si ritrovò Chat Noir addosso che tentò di graffiarlo con dei rapidi movimenti delle braccia; nonostante fosse lontano da lui, See-More riusciva a difendersi bene e continuava a evitare i colpi di Cyborg e dei Billy con precisione. Doveva esserci qualcosa che potesse spezzare quel loro equilibrio!
 
*
 
Stella Nera guardò i Titans saltare giù nella fossa e unirsi alla battaglia, ma vide anche che sua sorella era rimasta in alto e la guardava impietosa, forse delusa. Il sangue uscito dalle sue ferite si era ormai rappreso, ma il suo corpo era ancora provato dallo sforzo estremo sostenuto durante la battaglia; aveva notato subito le bende strette attorno al polso che si era ferita durante il loro scontro sul grattacielo e il sangue di cui si erano macchiate dopo che le aveva fatto piombare sulla testa uno schiacciasassi da dieci tonnellate. Era un piacere per lei vedere la sua cara sorellina conciata in quel modo, finalmente le stava facendo provare quello che lei aveva dovuto sopportare per una vita intera: l’umiliazione e il rifiuto. La sua vendetta era quasi completa.
Ma mancava ancora una cosa. Stella Nera si girò cercando in mezzo alla folla quella piccola palla piena di energie che era sua nipote e la trovò inginocchiata accanto alla ragazza che aveva lasciato cadere dopo l’arrivo dei Titans. Il suo obiettivo non era cambiato.
Schizzò nella sua direzione prima ancora che sua sorella potesse accorgersi delle sue intenzioni e la afferrò senza che la bambina potesse urlare o che quel pagliaccio di Rosso-X potesse provare a intralciarla. Luna Bianca incominciò a dimenarsi allarmata quando la zia iniziò a salire di quota molto velocemente. Poterono sentire entrambe in lontananza la voce di Stella Rubia che intimava alla sorella di lasciare andare Luna, ma Stella Nera ignorò le minacce che le furono rivolte e continuò a volare a tutta velocità.
<< Lasciami andare! >> Esclamò Luna inferocita, che tirata fuori tutta la sua grinta diede un morso alla mano della zia.
Stella Nera lanciò un grido di sorpresa e lasciò andare la presa, facendo cadere nel vuoto la bambina. Stella Rubia era dietro di loro ed ebbe un tuffo al cuore quando vide il corpo di sua figlia scivolare verso il basso in caduta libera; si lanciò verso di lei per afferrarla, ma quando la raggiunse la vide inspiegabilmente fluttuare per conto proprio.
<< Tu… Sai volare? >> Chiese stupefatta la madre, non riuscendo a sopprimere un sorriso incredulo nonostante quella situazione.
Luna strinse un pugno con soddisfazione e lo agitò nell’aria mostrando un ampio sorriso. In realtà neanche lei era sicura di poterlo fare fino pochi istanti prima, ma posta di fronte al pericolo di precipitare il suo potere si era attivato di istinto.
<< Vai a prenderla, mamma! >> Esclamò incitando Stella, prima di dirigersi verso terra. Stella Rubia rimase per un attimo a guardare la sua bambina con commozione e si rese conto di quanto fosse cresciuta senza che se ne accorgesse nemmeno: era diventata spavalda, decisa, coraggiosa, e aveva sviluppato dei poteri tamaraniani. Era veramente orgogliosa di lei.
Dalla sua posizione a una trentina di metri più in alto, anche Stella Nera provava qualcosa di analogo all'orgoglio di sua sorella; per lei era fascino intrigato, l'idea di star affrontando una nuova sfida e di aver già causato un grosso cambiamento nell'animo della bambina. Si massaggiava la mano che Luna le aveva morso e intanto pensava che non si sarebbe mai aspettata un azzardo simile da parte della nipote.
All'arrivo di Stella però quei pensieri si diradarono e Stella Nera tornò a pensare unicamente alla sua vendetta.
<< Questa è stata la goccia che ha fatto trabiccare il vaso, sorella! >> Disse la sorella minore fermandosi alla sua stessa altezza e stringendo i pugni. << Non avresti dovuto tirare Luna in mezzo a tutto questo. >>
Era con odio che glielo diceva. Alla fine era riuscita a destare la rabbia della sua amata sorellina, anche se le ci era voluta un'eternità per farlo… Komand'r sorrise e si mise in posizione per combattere. << Non mi hai mai capito, sorella! >> Esclamò parlando nella lingua originaria del suo popolo. << Non mi aspetto che tu mi capisca ora. Siamo troppo diverse, io e te, e credo che non si possa fare niente per risolvere questo problema. >>
Stella Rubia attaccò la sorella sparandole addosso un raggio energetico, ma questa lo parò senza problemi alzando una mano e rispose con un attacco simile che Stella schivò per avvicinarsi a lei. Si scontrarono mentre la più giovane delle due tentava di afferrare la sorella maggiore e questa rispondeva deviando e bloccando ogni suo pugno.
<< No, non ti ho mai capita e mai ti capirò. >> Disse rispondendo sempre nella sua lingua madre. << Nonostante abbia cercato in tutti i modi di farlo… Ho voluto mostrarti tutto il mio affetto, speravo di riuscire a farti diventare una persona migliore, ma non sono mai riuscita a cambiarti. >>
<< Tu non capisci niente! >> Fece Komand'r dando un calcio alla sorella, colpendola al fianco e causando una fitta al suo corpo già provato. << Tu non vedi qual è il posto della nostra specie nell'universo, credi che tutto sia una favola! Noi dovremmo governare questi omuncoli privi di poteri! >>
<< Non puoi inimicarti la galassia intera! Ci sarà sempre qualcuno che non riconoscerà la tua autorità, per quanto forte tu possa essere! >> Protestò Stella sopportando il dolore.
Gli occhi di Stella Nera si illuminarono e dell'energia magenta si raccolse sul suo palmo in una sfera perfetta. << Allora dovrò semplicemente schiacciarli tutti quanti! >> Esclamò con un ghigno malsano in volto, prima di scagliare la sfera contro la sorella.
Stella fu colpita in pieno e quella sfera, poco più grande della sua stessa mano, esplose in un raggio dieci volte le sue dimensioni lasciandola in una nuvola di fumo che la ricoprì di cenere. Era stata spinta indietro, ma era pronta a tornare all'attacco.
<< Credi che basti essere "gentili" con chiunque per avere il potere? >> Chiese Stella Nera facendo apparire altre due sfere sui suoi palmi. << Il mondo è spietato, e la vita è piena di sofferenza a meno che tu non decida di fare le cose senza guardare in faccia nessuno! >>
Le sfere volarono e furono seguite da molte altre che Komand'r scagliò contro la sorella senza alcuna esitazione. Stella si protesse resistendo a tutti gli impatti, sforzandosi di schivarne il  più possibile per non essere sopraffatta. Le esplosioni la coprirono completamente, ma quando il fumo si diradò, lei era ancora lì; si ergeva con coraggio di fronte alla potenza della sorella, sopportando il dolore in silenzio.
Le lanciò uno sguardo infuocato alzando lo sguardo da dietro i suoi avambracci incrociati. << Colpiscimi quanto vuoi, sfrutta fino all'ultima goccia del potere di quelle gemme! Non avrai mai la forza che ho io, perché non si tratta di una forza che mi viene prestata attraverso degli oggetti; è qualcosa che mi fa andare avanti ogni giorno e mi fa resistere a ogni colpo, perché non importa quanto sia grande l'ostacolo, non lascerò mai che arrivi a minacciare la mia famiglia! >> Stella si liberò dalla posa difensiva che aveva assunto e caricò l'energia nelle mani, preparandosi a contrattaccare con tutta la forza che aveva. << Io sarò sempre più forte di te, perché loro mi danno tutta la forza necessaria! >>
Dapprima Stella Nera fu irritata dall'insolenza della sorella: il suo volto era contratto in una smorfia disgustata e sembrava che i suoi occhi e le sue labbra si stessero restringendo verso il centro della sua faccia, ma poi cambiò rapidamente espressione e alla rabbia si sostituì quell'arroganza che la caratterizzava da quando erano bambine.
Stella scagliò le due sfere contro la sorella e si preparò a farne altre rapidamente, ma in un battito di ciglia Komand'r schivò il suo attacco e si portò alle sue spalle, afferrandole un polso. Stella non riuscì a credere a quanto rapidamente fosse riuscita ad arrivarle alle spalle; quel sorriso che le rivolgeva riuscì a mandare in allarme tutti i suoi sensi e il peggio era che non riuscì a muovere un muscolo.
Stringendo con più forza il polso della sorella, la donna aprì la mano e lasciò fluire l'energia nel suo palmo creando una nuova sfera, questa volta più grande, che crebbe fino a diventare poco più grande della sua testa. Stella pensò che era arrivata la sua fine: quello poteva sembrare un semplice colpo energetico, ma lei sapeva che si trattava di una sfera di energia molto più concentrata; probabilmente era abbastanza potente da distruggere l'intera città, e sua sorella l'avrebbe scagliata contro di lei a una distanza dalla quale non avrebbe potuto assolutamente schivare.
Ma Stella Nera indugiò. << Sono davvero colpita dalla passione che ci metti… Devi amare davvero molto questo pianeta e la sua gente, per essere disposta a soffrire tanto per loro. >>
La sfera fluttuò sopra alla mano di Komand'r in silenzio, proiettando una debole aura sul viso della sua padrona e di Stella Rubia, seguendo ogni piccolo movimento che Komand'r eseguiva con il braccio. Stella sentì le parole della sorella con distacco, troppo concentrata a fissare il globo magenta.
<< Ma anche se tu potrai resistere ai miei colpi, dubito che il resto del mondo sarà disposto a sopportare tutta questa potenza… E se saranno in pericolo loro, come farai a proteggerli tu, che ti sei lasciata percuotere come una debole? >>
Con una rotazione improvvisa del busto, Stella Nera scagliò con rabbia la sfera di energia dall'altro lato, verso la città. Stella si voltò terrorizzata, sapendo di dover fare qualcosa per impedire che quel proiettile raggiungesse terra, ma quando provò a divincolarsi dalla stretta della sorella, un rapido movimento la destabilizzò in volo e un attimo dopo Komand'r la stava tenendo immobilizzata.
<< Sorella! >> Esclamò in preda al panico, cercando di liberarsi mentre il braccio di Stella Nera si stringeva attorno alla sua gola, quanto bastava da renderle faticosa la respirazione. << Lasciami andare! >>
Stella Nera sorrideva compiaciuta di fronte alle sue azioni malvagie; non si mosse. << Guarda come il tuo amore diventa inutile di fronte a una forza devastante! Guardali morire senza sapere cosa li abbia colpiti, e consolati pensando che tra poco li raggiungerai! >>
<< Ti prego, sorella! >> La supplicò Stella ruotando il busto, cercando ancora di divincolarsi dalla stretta. << Non puoi essere così malvagia! >>
Tutto inutile. Stella Nera continuava a ghignare, la sua morsa non accennava ad allentarsi. La sorella minore si voltò un'altra volta verso la città per osservare la sfera di energia magenta che si dirigeva verso il centro e in quel momento sentì la sua voce pronunciare le parole:<< Kori, tu non conosci la vera malvagità. >>
Non capì il significato di quelle parole, ma quando vide una luce verde schizzare verso il colpo lanciato da Komand'r, Stella smise di pensarci e fu investita dallo sconcerto: nessuno sarebbe potuto intervenire per tentare di deviare quel colpo, tutti gli eroi stavano lottando giù in strada e solo pochi di loro avevano effettivamente le capacità per volare così velocemente a quella altezza; solo una persona avrebbe potuto intervenire in quel frangente.
Luna Bianca non ci aveva pensato neanche un istante. Essendo rimasta a mezz'aria, circondata dalle lotte, era riuscita ad accorgersi prima di tutti del colpo lanciato dalla zia e si era fiondata verso di esso per fare qualcosa. Avvicinandosi alla sfera, si rese conto che prenderla in pieno sarebbe stato troppo pericoloso e avrebbe fatto esplodere quel concentrato di energia luminosa. Non avendo molto tempo per pensare, la ragazzina allungò le mani verso la sfera e la toccò piano continuando ad assecondare la sua traiettoria ma facendo leggermente pressione per deviarla.
I palazzi della città cominciarono a comparire nel suo campo visivo e poté avvertire l'aria farsi sempre più spessa e inquinata scendendo di quota. Ebbe i brividi, perché si rese conto in quel momento di essere molto probabilmente di fronte a un pericolo enorme e che se avesse dovuto fallire come minimo avrebbe pagato con la vita, e lo stesso sarebbe successo agli innocenti che stavano a terra.
Ma poteva veramente deviare quel colpo? Non aveva mai provato una cosa così folle in vita sua. Anche se avesse avuto esperienza in quel genere di cose avrebbe avuto altissime probabilità di fallire, eppure sapeva che doveva provarci; il rischio poteva farle paura, ma era dovere di chi deteneva un potere come il suo, proteggere i più deboli.
No. Non era un dovere. Tutto quello non aveva nulla a che vedere con il fatto di avere dei poteri, né di essere la figlia di grandi eroi. Quello era ciò che voleva fare perché era la cosa giusta!
Fallire fa parte della vita… Pensò stringendo le palpebre per cercare di fermare le lacrime mentre si avvicinava al suolo, ora completamente rivolta verso la sfera energetica e con le mani parate di fronte a sé che bruciavano a contatto con essa.
Ma quando riaprì gli occhi, sembrò ritrovare tutto il suo coraggio. Ma tu non fallirai oggi!
L'impatto ci fu, ma non fu seguito da un'esplosione. La sfera schizzò verso il cielo proprio un attimo prima che potesse scontrarsi contro il suolo, quando Luna Bianca urlò a pieni polmoni calciandola con tutte le forze che aveva e spedendola lontano dalla città. La bambina si ritrovò a rimbalzare e rotolare per le strade, sollevando polveroni e gemiti di dolore ogni volta che toccava terra. Quando si fermò finalmente, scontrandosi contro una staccionata che sfondò finendo nel cortile di una villetta, pensò di essersi rotta qualcosa e rimase immobile per timore di sentire altro dolore.
Un vociare allarmato la raggiunse dalla strada, e fu in quel momento che Luna capì di non poter perdere tempo in quel modo. Rialzò la schiena mostrando il viso sporco di terra e bruciacchiato a un gruppo di persone che si affacciavano da dietro la staccionata.
Sbatté le palpebre ancora confusa, rendendosi conto di essere sopravvissuta, e quelle persone sembrarono più sconvolte di lei nel vedere che quella che era piombata dal cielo a quella velocità, distruggendo un tratto di strada di almeno cento metri, non era altro che una bambina.
<< Stai bene? >> Chiese un ragazzo biondo inginocchiandosi al suo fianco e guardando la sua felpa ormai ridotta a uno straccio: la manica destra era stata completamente strappata, ma adesso anche la sinistra si era bruciata fino all'altezza del gomito a contatto con la sfera di energia e il resto del tessuto si era incenerito e strappato.
<< Che accidenti ti è successo? >> Disse un anziano barcollando verso di lei con il suo bastone da passeggio in mano. << Sembri essere piombata da un altro pianeta, ragazzina! >>
In effetti non è del tutto sbagliato. Pensò lei continuando ad avere sul volto la stessa espressione imbambolata. Sentiva e vedeva tutto quello che le succedeva intorno, ma era come se si fosse dissociata e il suo corpo reagisse in ritardo ai comandi che gli dava.
Poi sentì come una campanella squillare nella sua testa e si alzò di scatto. << Devo andare! >> Disse cominciando a correre verso la strada. Si voltò chiedendo scusa per disordine che aveva causato, poi tornò a correre e infine si librò in volo. C'era ancora una battaglia in corso, e lei ne era parte quanto gli adulti che erano corsi in suo aiuto.
 
*
 
<< Ah… >> Mormorò Stella Nera osservando colpita la bambina che se ne andava dal luogo dello schianto. Non credeva che sarebbe riuscita a deviare un suo colpo così forte, né tanto meno pensava che avrebbe avuto il coraggio di provarci…
Stella Rubia era estatica; vedere sua figlia entrare in azione in modo così eroico le aveva infuso tanta speranza, anche se per un momento aveva avuto una gran paura per lei. Decise di non perdere tempo e approfittare della distrazione di sua sorella per tornare in vantaggio: alzò le braccia facendo andare le mani dietro alla testa di Komand'r e le afferrò la nuca, tirando con forza verso di sé e facendole sbattere la testa con la sua.
Komand'r lasciò andare la presa irritata e si toccò la fronte e questo diede a Stella l'occasione per mettere a segno un colpo diretto; la principessa si voltò e le assestò un calcio a piena potenza che avrebbe potuto spezzare il braccio della sorella, se questa non avesse avuto la gemma di Charta dalla sua parte.
<< Vedi, sorella? La forza che ci tiene unite ha permesso tutto questo! >> Esclamò Stella stringendo i pugni. Il suo colpo aveva sorpreso Komand'r, che ora era dolorante.
Entrambe erano ferite e stanche, ma mentre Stella Nera aveva un obiettivo privo di sentimento a spingerla, Stella Rubia aveva qualcosa di molto caro a cui aggrapparsi per mandare avanti quello scontro.
 
*
 
Coso saltò giù dalle spalle di Mammut e schivò l'attacco a spazzata del suo gigantesco avversario; lui era piccolo di statura, ma mettersi a lottare con uno della stazza di Mammut lo faceva apparire veramente minuscolo.
<< Smettila di scappare! >> Esclamò il gigante battendo i pugni sul pavimento. << Fatti colpire così la facciamo finita! >>
<< Come se mi facessi uccidere da un idiota come te! >> Rispose il ragazzo girandogli attorno e dandogli di tanto in tanto una scossa con un taser.
<< Non ti voglio uccidere; solo metterti fuori gioco! >> Sbottò irritato quello. Si girò rapidamente, ma perse l'equilibrio cercando di raggiungere Coso e dovette fare alcuni passi indietro per ritrovarlo. Se non altro, adesso che il soffitto era sparito poteva muoversi meglio.
<< Allora dovrai impegnarti a fondo! Buona fortuna, con quella testa che ti ritrovi non riuscirai mai a trovare un modo per sconfiggermi! >> Continuò a prenderlo in giro il ragazzo lanciando in aria il taser con confidenza.
A quelle parole Mammut ringhiò con rabbia e si spinse in avanti chiudendo sul suo vecchio compagno di squadra una morsa a tenaglia con le sue mani gigantesche. L'attacco sorprese Coso, che pur avendo continuato a stuzzicare l'avversario per tutto lo scontro, non si sarebbe aspettato una reazione così immediata e precisa dopo averlo insultato.
Mammut lo alzò stringendolo tra le mani e sorrise soddisfatto. << Finalmente. >> Disse.
<< E adesso quale sarebbe il piano, genio? >> Chiese con impertinenza, come se il fatto di essere stato afferrato non fosse un problema per lui.
Sempre più infastidito dall'insolenza del ragazzo, Mammut gli ringhiò in faccia ed esclamò:<< Sto cercando di non farti del male, idiota! >>
Quello rimase spiazzato da quell'esclamazione, ma subito dopo fu sbattuto al muro e tutto quanto attorno a lui cominciò a girare.
<< Sei veramente stupido, Coso! Credi di essere tanto intelligente, ma poi non capisci niente di quello che ti succede intorno! >> Disse Mammut strattonandolo.
<< Sei tu che non capisci niente, testa di rapa! >> Gli rinfacciò Coso mentre ancora la testa gli girava. << Perché diavolo ti sei ficcato in questa storia assurda? Come hai fatto a non capire che ti stavi solo attirando guai addosso? >>
<< Di che parli? >>
Coso fece una pernacchia. << Come se non fosse ovvio! Credi che Stella Nera se ne andrà soddisfatta dopo aver solamente preso con sé la bambina? >>
Mammut strinse un po' di più le mani attorno al corpo di Coso. << E' quello che ha detto a noi. >>
<< E a voi racconta solo stupidaggini! Non le interessa niente di voi, presto distruggerà l'intera città con tutti noi dentro. >> Fece un sorrisetto divertito. << Vedi se poi serve a qualcosa quella pietra che ti porti dietro! >>
<< Stella Nera aveva detto che ci avrebbe ricompensato per bene prima di andarsene. >> Disse Mammut corrugando la fronte. << Io le ho creduto. >>
<< E allora sei uno stupido! >> Ribatté il ragazzo alzando la voce.
<< Non chiamarmi stupido! >>
<< E come altro dovrei chiamarti? Usa la tua testa, per una volta! Sia lei che Soldato Hive, ti stanno solo usando! >>
L'espressione di Mammut si fece confusa. Non c'era più aggressività nel suo sguardo, ma genuino disorientamento. Avrebbe chiesto cosa volesse dire, ma poi sembrò cambiare idea e tornò a ringhiare a Coso. << Nessuno mi chiama stupido! Nessuno può permettersi di chiamarmi stupido! >>
<< E io ti chiamo stupido quante volte voglio, dannazione! >> Disse Coso seccato. << Credi davvero che Soldato Hive non pensi la stessa cosa? >>
<< Stai zitto! >> Sbottò fuori di sé Mammut, sbattendo il suo ex compagno di squadra alla parete.
<< E INVECE NO, PEZZO DI IDIOTA! >> Nonostante il dolore, Coso urlò a pieni polmoni spiazzando Mammut per la sua rabbia. << Perché sei mio amico e gli amici dicono le cose come stanno! Sarai anche stupido, ma non sei un mostro! Tu sai che quello che state facendo è sbagliato, ma hai troppa paura di non ottenere l'approvazione del tuo "capo". Pensavate che io ce l'avessi con voi perché mi avevate cacciato dalla squadra, ma in realtà ero arrabbiato perché sapevo che vi stavate ficcando in guai troppo grossi. >>
Coso continuò a urlare in faccia a Mammut senza quasi prendere fiato. << Un leader dovrebbe preoccuparsi di quelli che stanno sotto di lui! Siamo letteralmente cresciuti assieme, Baran! Credi che avrei potuto dimenticarmi di te? >>
Mammut mantenne lo sguardo duro, ma la sua voce tradì una certa emozione. << E'… E' quello che abbiamo fatto noi… >>
<< E' stato Soldato Hive! Tu hai solo seguito i suoi ordini perché credevi che seguire il più forte fosse la scelta giusta. >> Disse Coso mostrando un sorriso incoraggiante. << Andiamo, amico! Puoi ancora fare la scelta giusta, io lo so! >>
 
*
 
Per quanto fosse abbozzata la strategia di Billy Numerous, sembrava poter funzionare in qualche modo; mentre le innumerevoli copie di Billy creavano il caos e attaccavano da ogni lato entrambi i loro avversari, Cyborg e Chat Noir cercavano di isolare See-More e Kyd Wykkyd. Il ciclope era un bersaglio molto più facile del suo compagno di squadra; Cyborg si era ritrovato più volte sul punto di metterlo con le spalle al muro, ma l’intervento di Kyd Wykkyd aveva di nuovo mescolato le carte in tavola. Chat Noir, da parte sua, si sentiva a suo agio nel combattere contro il mistico, anche se era molto raro riuscire a colpirlo; quel combattimento stava testando la sua pazienza e padronanza di riflessi.
<< Così non va, Billy. Stiamo continuando a girare in tondo… >> Disse Billy a sé stesso.
<< E’ quello che pensavo io, Billy. >> Rispose sempre Billy osservando come Kyd Wykkyd spariva in un varco oscuro dopo aver spiccato un salto per evitare un colpo di frusta da parte della sua avversaria.
<< Quel che è peggio è che Kyd Wykkyd non sembra reagire più come prima, quando vede See-More in pericolo. >> Disse un Billy che era caduto a terra, puntando il dito contro il ciclope che lo aveva buttato giù.
<< Già… >> Disse Billy. << Ma forse non abbiamo ancora provato tutto quanto! >>
Billy Numerous scattò in avanti dirigendosi verso il punto dove sarebbe comparso Kyd Wykkyd. Quando vide la sua testa emergere dal varco che aveva aperto riuscì a decifrare i suoi pensieri con un unico sguardo: “Ecco un altro di quegli stupidi cloni”, ma questa volta era il vero Billy ad avvicinarsi, e non aveva nemmeno intenzione di colpirlo.
Billy si lasciò scivolare per qualche metro ed evitò di proposito Kyd Wykkyd, accostandosi a lui quanto bastava per potergli parlare. << Sai, Kyd Wykkyd… Mi chiedevo perché abbia voluto tenere proprio See-More in squadra con te. >>
Kyd Wykkyd si voltò silenziosamente e mosse il braccio per colpirlo alla testa. Billy parò il colpo e trattenne la sua mano per un secondo, quindi provò a dargli un pugno nello stomaco per vedere come avrebbe reagito. Il suo avversario si smaterializzò un’altra volta e riapparve alle sue spalle per assestargli un colpo al fianco.
Billy scivolò di lato e si tenne il fianco dolorante con una mano mentre cercava di rialzarsi. << Sì, proprio come pensavo… >> Mormorò tremante.
Kyd Wykkyd rimase per un istante a fissarlo con occhi sbarrati, ma dovette subito difendersi dall’assalto degli altri Billy che provarono a bloccarlo. Stava per smaterializzarsi per allontanarsi da lì, ma la frusta di Chat Noir lo colpì alla schiena e interruppe il suo spostamento.
La donna tentò di saltargli addosso e bloccargli il respiro, ma lui la spinse via con una gomitata e quando rialzò lo sguardo si ritrovò davanti Billy Numerous che lo squadrava con occhio giudicatore.
<< Ma sì! Lo hai voluto tenere con te perché sapevi che non avrebbe potuto fare niente da solo. >> Disse con un ghigno beffardo che fece andare su tutte le furie Kyd Wykkyd. Il mistico ringhiò con ferocia e svanì velocemente in un varco. A questo punto però Billy sapeva dove sarebbe ricomparso, e infatti quando si voltò le sue copie saltarono prontamente per difenderlo dall’attacco nemico.
Kyd Wykkyd ricevette una serie di colpi diretti dai Billy prima di riuscire a spingerli via con una barriera, e a quel punto si ritrovò di fronte solo il Billy originale.
<< Diventi prevedibile quando ti arrabbi. E tu non ti arrabbi mai, tranne quando qualcuno tocca See-More. >> Mormorò quasi comprensivo, come se gli dispiacesse vedere il suo vecchio compagno di squadra in quelle condizioni. << Lui ti piace! >>
Kyd Wykkyd si rialzò tenendo sollevato un braccio e cercò di dare un pugno a Billy, ma questo lo schivò senza problemi, quindi gli rispose colpendolo al naso.
Passarono alcuni istanti in cui Kyd Wykkyd tentò inutilmente di colpire Billy Numerous mentre questo lasciava che lo attaccasse senza far intervenire le sue copie. A ogni colpo mancato di Kyd Wykkyd, consisteva una risposta rapida e precisa di Billy, che intanto continuava a parlare come se nulla fosse:<< Temevi che senza di te si ficcasse in qualche guaio, quindi hai imposto a Soldato Hive di farlo rimanere in squadra altrimenti te ne saresti andato anche tu. >>
Per un attimo Billy credette di averlo in pugno: Kyd Wykkyd lo guardava incredulo e spaventato, come se avesse appena svelato il suo più grande segreto, rendendolo completamente vulnerabile a qualsiasi attacco o giudizio che potessero arrivare dall’esterno. Ma poi il suo volto si deformò in una maschera rabbiosa, un’ombra vuota e profonda si stagliò dal suo corpo e il ragazzo che era sempre stato silenzioso e invisibile cominciò a urlare. La sua voce sembrò spaccarsi in due creando un ruggito che distrusse l’udito di Billy e dei suoi compagni di battaglia.
<< Che cosa è successo? >> Urlò Cyborg voltandosi per un momento verso di loro. Aveva quasi messo al tappeto See-More, ora che Billy era riuscito a isolare Kyd Wykkyd, ma adesso entrambi si erano voltati dall'altra parte al suono dell'urlo del mistico.
Billy non riuscì a dire niente. Ancora sconvolto dalla trasformazione di Kyd Wykkyd, che era stato completamente avvolto dalle ombre, provò a indietreggiare e si ritrovò appeso a testa in giù mentre l’essere che era uscito fuori da Kyd Wykkyd lo stringeva in una morsa mortale da una gamba.
L’ombra aveva sembianze vagamente umane: non si riuscivano a distinguere gli arti se non quando estendeva delle protuberanze fumose come aveva fatto per afferrare Billy, ma la sua testa era squarciata da fauci animalesche e sopra di esse brillavano due occhi rossi. I cloni di Billy tentavano disperatamente di strappare il loro originale dalle grinfie di quel mostro che era diventato Kyd Wykkyd, ma finivano per essere tutti scacciati via come mosche.
<< Sei diventato davvero scorbutico, amico mio! >> Scherzò Billy, pensando di poter ancora raggiungere Kyd Wykkyd con le sue parole. << Che fine ha fatto quel tipo che costruiva i castelli di cuscini con me? >>
Per tutta risposta, l’ombra sibilò in faccia a Billy. Chat Noir intervenne per tirarlo fuori da lì; per come si stava mettendo la situazione, non sembrava che Kyd Wykkyd avesse intenzione di lasciarlo andare senza avergli fatto molto del male. Eppure, quando agitò la sua frusta per attirare l’attenzione dell’ombra, questa neanche la notò; quando provò a colpirlo, la frusta vi passò attraverso e colpì il pavimento, e subito dopo la donna fu scaraventata via da quella che sembrò una folata di vento, ma che aveva la consistenza di un macigno.
Cyborg, vedendo gli altri nei guai, capì di non poter perdere tempo e provò a fare la cosa che gli sembrava più sensata: parlare con See-More.
<< Ascoltami! >> Disse voltandosi e prendendolo dalla tuta. Quello si spaventò quando se lo ritrovò davanti. << Per qualche motivo sembra che tu sia molto importante per Kyd Wykkyd; potrai anche aver giurato fedeltà a Stella Nera, ma in questo momento il tuo amico è nei guai e rischierà di fare del male a un altro tuo amico se non facciamo qualcosa! >>
See-More balbettò qualcosa di incomprensibile e sbatté più volte le sue grandi palpebre, come se non riuscisse a distinguere la realtà dalla propria immaginazione. << Non… Non capisco… Non si è mai comportato così. >>
<< Sarà anche l’ultima volta che lo fa, se non facciamo qualcosa in tempo! >> Rispose Cyborg strattonandolo. << Vuoi davvero perdere due amici in questo modo? >>
See-More osservò con orrore il suo vecchio amico, tramutato in una creatura informe e senza più il minimo controllo, e allora capì che quello che stavano facendo non aveva più senso; non se dovevano perdere la loro stessa umanità. Il suo sguardo cambiò e chiese a Cyborg di lasciarlo, poi iniziò a camminare lentamente verso l’ombra.
Kyd Wykkyd aveva ancora Billy tra le mani e sembrava stare indugiando sul da fare quando si accorse di See-More che si avvicinava. Non lo attaccò, ma sembrò infastidito dalla sua presenza.
<< Kyd Wykkyd! >> Chiamò il ciclope con tono disperato. Non era sicuro che potesse ancora sentirlo, ma se Cyborg diceva che lui era l’unico che poteva fare qualcosa, allora non si sarebbe arreso.
Non ci fu alcuna reazione a sentire il proprio nome; Kyd Wykkyd rimase a guardare See-More con aria perplessa e leggermente aggressiva.
<< Devi fermarti! >> Continuò See-More. << Noi non volevamo tutto questo quando ci siamo uniti a Stella Nera. Ci siamo spinti troppo oltre, e queste cose… >> Tirò fuori da un vano del casco una piccola gemma rossa squadrata e la tenne in alto prima di gettarla a terra. << Queste ci hanno offuscato la mente! Non lasciare che questo ti faccia diventare un mostro, ti prego! Io lo so che in te c’è molto di più di quello che pensano Stella Nera e Soldato Hive. Tu sei una persona gentile e divertente, sotto la maschera tenebrosa che tieni sempre addosso, e anche Billy lo sa e sta cercando di fartelo ricordare! >>
L’ombra sembrò capire le sue parole. Gli occhi fiammeggianti che aveva sulla testa si allargarono con stupore mentre ascoltava See-More, e alla fine del suo discorso sembrò ammansirsi; il suo sguardo si abbassò e anche i ruggiti demoniaci che distorcevano la sua voce calarono.
<< Non so cosa sia potuto succedere per farti arrabbiare tanto, ma… >> See-More fece un altro passo ed esitò un momento, chiedendosi se questo avrebbe fatto arrabbiare Kyd Wykkyd ancora di più. << Possiamo risolverlo assieme! Siamo amici, no? >>
L’ombra lasciò andare Billy, che cadde a faccia in giù e lanciò un’esclamazione atona prima di mettersi a sedere e allontanarsi un poco. Poi l’ombra di Kyd Wykkyd cominciò a perdere forma, diventò sempre più piccola finché non tornò ad assumere delle sembianze umane e l’oscurità si dissolse del tutto, mostrando Kyd Wykkyd in piedi e con la testa bassa.
See-More si avvicinò con più sicurezza e gli diede un abbraccio da cui Kyd Wykkyd non si sottrasse. Era tornato completamente in sé, anche se continuava a non dire nulla e il suo segreto restava al sicuro tra lui e Billy, ma ora quella gli sembrava sempre di più un’occasione mancata.
 
*
 
Jella aveva perso l’abitudine a fare gioco di squadra; continuava a mettersi in mezzo nel tentativo di prendere alla sprovvista Cheshire, finendo però per intralciare Corvina e Mumbo. L’ultima volta che ci aveva provato, era stata colpita duramente al costato; credeva che le si fosse incrinata qualche costola ora. Cheshire sembrava esile, ma un suo calcio nascondeva una potenza micidiale. Il peggio era che le sue continue interferenze avevano fatto infuriare anche la maga, che si era voltata urlandole contro di restare indietro dopo l’ultimo attacco.
<< Aspetta! >> Disse la ragazza mentre Corvina tornava a concentrarsi sulla loro avversaria; Mumbo la stava tenendo impegnata con delle illusioni, ma non avrebbe resistito a lungo e da solo non aveva speranze di colpirla.
<< Che cosa c’è? >> Chiese Corvina spazientita. Il suo fisico era già provato, non aveva bisogno di stressare anche la mente. Jella ritrasse il braccio con timore quando vide i suoi occhi.
<< Prima non ci provavi nemmeno a bloccare i colpi di Cheshire, adesso invece riesci ad assorbire ogni raggio che emette. >> Disse incerta.
Corvina ci pensò un attimo. Era vero: aveva avuto la prova che i suoi poteri erano inutili contro l’energia di quelle gemme quando era stata accerchiata dagli H.I.V.E. Five nel loro scontro in strada, ma adesso i suoi poteri riuscivano a parare senza problemi i raggi energetici generati dalla donna. Se ne era accorta per caso, quando si era lanciata istintivamente per proteggere Jella e la barriera che aveva evocato aveva assorbito interamente il colpo. Da allora aveva cominciato a esporsi sempre di più, ma non sapeva fino a quanto volesse rischiare per colpirla.
<< E’ vero. Forse l’energia della sua pietra si sta esaurendo. >> Commentò alla fine la maga. Se era così, Cheshire doveva esserne sicuramente accorta.
<< E’ quello che ho pensato anche io. >> Disse Jella pressando una mano sul costato dolorante. << Il colpo che mi ha dato era forte, ma niente in confronto a quello che avrebbe potuto farmi se fosse stato dato alla massima potenza! Forse ho un’idea per batterla. >>
Corvina alzò la testa interessata e le chiese cosa avesse in mente.
<< Tu non ti puoi muovere bene, ma hai la forza per stenderla! >> Spiegò Jella. << Io sono già ferita, quindi se sarò colpita non sarà un problema: se ti faccio da scudo e mi assicuro di distrarla per bene, riuscirai a colpirla e metterla fuori gioco? >>
Corvina non riuscì a credere alle proprie orecchie. L’unico motivo per cui non diede voce ai suoi pensieri increduli fu perché altrimenti Cheshire le avrebbe sentite e avrebbero potuto abbandonare l’idea di prenderla di sorpresa, ma Jella aveva veramente intenzione di scoprirsi così tanto? << Sei stata già colpita, dovresti restare al sicuro e lasciar fare a noi. >> Tentò di dissuaderla da quel pensiero.
Ma Jella non ne volle sapere. << No, vedi: è proprio questo quello che vuole lei! A lei interessa dividerci per potersi occupare di tutti quanti uno alla volta. Non si aspetterà che un’avversaria ferita vada direttamente all’attacco. Basterà che ti nascondi dietro di me e mi assicurerò di lasciarti uno spiraglio per poter colpire. >> Era una tattica simile a quella utilizzata con Luna, ma se prima era incentrata sulla difesa e il diversivo restava dietro di lei, adesso avrebbero puntato tutto sull’attacco e sarebbe stata la stessa Jella a fare da diversivo.
Corvina provò a dire qualcosa per fare rimanere Jella al suo posto, ma la ragazza aveva già deciso; si spinse in avanti e andò all’attacco passando davanti a Corvina. Se non riusciva ad essere di aiuto in quelle condizioni, tanto valeva sacrificarsi per chiudere quella questione definitivamente!
Jella urlò per attirare l’attenzione di Cheshire e questa lasciò perdere Mumbo, che aveva esaurito le immagini residue con cui distrarla. La assassina mostrò un sorriso compiaciuto nel vedere che Jella continuava a combattere nonostante le ferite e si mise in posa per rispondere al suo attacco. La Titans onoraria scagliò delle onde verso il terreno e avanzò; il pavimento si crepò sotto ai piedi di Cheshire e questa non si volle muovere per non causare una frana. Così Jella aveva costretto Cheshire a restare nello stesso punto per difendersi; da lì avrebbe potuto permettere a Corvina di avvicinarsi senza farsi vedere.
Il primo attacco di Jella fu un pugno che Cheshire deviò senza troppe difficoltà e a cui rispose subito dando un colpo in faccia alla sua avversaria. Jella si ritrovò a lacrimare per il dolore mentre dal naso le usciva qualche goccia di sangue; incerta se si fosse rotta qualcosa, caricò a testa bassa la sua avversaria e scagliò altre onde della sfortuna per provare a far girare la sua sorte.
Cheshire evitò le onde e si sporse in avanti per afferrare la ragazza, ma quando il suo peso si spostò, il terreno su cui poggiava si abbassò di colpo facendole perdere l’equilibrio; Jella pensò che fosse il momento giusto per attaccare, ma prima che potesse fare qualunque cosa vide Cheshire eseguire una acrobazia a testa in giù per sollevarsi e colpirla a mezz’aria sfruttando la spinta delle sue trecce. Jella fu spinta indietro dal colpo, ma riuscì a mandare un ultimo attacco che fece effetto non appena Cheshire ebbe toccato di nuovo terra.
Quando atterrò con la sua solita grazia letale, la assassina sentì una fitta lancinante alla caviglia e questa si piegò, facendola finire rovinosamente a terra, questa volta incapace di rialzarsi con tanta agilità. Pensava che non sarebbe stato un problema, visto che aveva appena mandato al tappeto Jella, ma non si era accorta di quanto Corvina si fosse avvicinata negli ultimi minuti, nascondendosi proprio dietro alla detentrice del potere della sfortuna.
Non appena Cheshire alzò la testa e vide gli occhi luminosi della maga di fronte a sé, pensò che avrebbe potuto solamente incassare il colpo affidandosi al potere della pietra, ma quando Corvina tirò indietro il braccio avvolto in un’aura oscura e lo spinse con forza verso la sua faccia, si rese conto che l’energia della gemma di Charta si era ormai esaurita.
Il corpo di Cheshire volò attraversò la sala e si schiantò contro a un muro, che fu divelto dalla forza dello schianto. Corvina la tenne sospesa in aria, chiusa dentro a una bolla senza ossigeno per assicurarsi che perdesse i sensi, quindi la lasciò cadere a terra e tirò un sospiro di sollievo.
Un colpo diretto; non sapeva nemmeno lei perché avesse deciso di attaccarla in quel modo; sarebbe stato più sicuro usare i suoi poteri per spingerla via, ma non era certa che sarebbe bastato: in questo modo aveva colto alla sprovvista Cheshire e l’aveva stordita con un pugno deciso, trasferendo le energie nel proprio braccio.
Corvina si girò a guardare Jella: la ragazza era distesa per terra e digrignava i denti per il dolore, Mumbo era al suo fianco e le teneva sollevata la testa. L’ultimo colpo era andato a segno nello stesso punto dove Cheshire le aveva dato il calcio; respirava a fatica, forse questa volta le sue costole si erano rotte per davvero.
<< Bel colpo, Corvina. >> Mormorò con difficoltà alzando il pollice.
Corvina si avvicinò e, inginocchiandosi accanto a lei, le disse di risparmiare il fiato. << Tu pensi di poterla guarire in qualche modo? >> Chiese rivolgendosi a Mumbo.
Il mago rispose dopo aver delicatamente abbassato la testa di Jella. << Conosco una magia per anestetizzarla, ma non posso guarire le sue ferite. Così non proverà dolore, per lo meno… >>
<< Vuol dire che posso continuare a combattere? >> Chiese impaziente Jella.
<< No. >> Rispose Corvina con tono di rimprovero. << Vuol dire che dovrai restartene buona senza fare più mosse azzardate come questa! Potresti non sentire alcun dolore, ma il tuo fisico ne risentirà se continui a spingerti oltre il limite. >>
Jella distolse lo sguardo pensierosa. << Ma io devo aiutare… Non posso ritirarmi proprio ora. >>
La maga osservò il viso pallido della ragazza; non solo era stanca, sotto alla sua espressione c’era un dolore remoto e soppresso con fatica dall’emergenza che avevano dovuto affrontare, e forse sapeva che cosa lo avesse causato.
<< Il tuo fidanzato sta bene. >> Disse facendole alzare istintivamente lo sguardo, stupita. << Lo abbiamo incontrato mentre venivamo qua; sappiamo quello che ha fatto per proteggere Luna, lo abbiamo lasciato in un posto sicuro dove potrà ricevere le prime cure urgenti. Quando avremo finito questa battaglia, ce ne occuperemo personalmente. >>
Era la verità. Ala della Notte aveva detto di aver seguito lo scontro tra Stella Nera e gli altri attraverso le telecamere di sicurezza sparse per la città, compresa la lotta di Kid Flash per far guadagnare tempo a Luna Bianca; aveva assistito alla sua sconfitta e proprio per questo aveva deciso di andare a recuperarlo prima di irrompere nel nascondiglio di Stella Nera.
<< Dici sul serio? >> Mormorò Jella commossa da quella scoperta.
<< E’ così. Non devi dimostrare nulla a nessuno, né lasciare che il rimorso per ciò che è successo a lui ti consumi. >> Rispose rassicurante lei. Per la prima volta rivolse il suo sorriso materno a qualcuno che non era parte della famiglia, quindi posò una mano sul braccio di Jella. << Adesso devi solo riposare. >>
Dagli occhi di Jella scesero delle lacrime di commozione e la ragazza non disse nient’altro, quindi Corvina diede a Mumbo il via per eseguire il suo incantesimo.
 
*
 
Johnny non si era preoccupato quando Jella se n’era andata per proteggere la figlia dei Titans da Cheshire; il loro combattimento stava andando bene nonostante tutto e Rosso-X era un tipo che sapeva come occuparsi di un seccatore come Soldato Hive. Non si era spaventato nemmeno quando aveva visto lo stesso Rosso-X correre via per andare ad aiutare la sua damigella in pericolo.
Lui era un tipo che lavorava da solo. Non si era mai preoccupato di cercare dei compagni per formare una squadra né aveva mai pensato che sarebbe finito in un macello tanto grande; sapeva adattarsi alla situazione ed era abituato a finire il lavoro da solo, quindi era rimasto spiazzato quando aveva visto arrivare in suo soccorso i due leader delle squadre che avevano unito le forze in quell’avventura. Ala della Notte; il supereroe nuovo di zecca sembrava rinato dopo tutto quello che aveva passato la sua altra identità giovanile. Adesso i suoi pugni erano più forti che mai, la sua vista affilata e precisa, ed era in perfetta sincronia con Sladow; il criminale mascherato era rimasto freddo e impassibile anche in mezzo al caos di quella battaglia. Sembravano fatti per combattere fianco a fianco.
Soldato Hive parò un pugno di Sladow, ma dovette incassare il calcio di Ala della Notte che arrivava dall’altro lato, mentre il criminale gli strappava lo scudo dalle mani e lo usava su di lui per colpirlo al muso. Johnny si aggiunse attaccando con la sua catena da dietro, costringendo Soldato Hive a cercare uno spazio in cui infilarsi per ritirarsi e riprendere fiato. Finì con le spalle al muro, ansimante, a guardare i tre uomini che lo avevano assaltato. Era schiumante di rabbia; fino a che era stato con Johnny il Rancido non aveva avuto alcun problema. Anche quando c’erano Rosso-X e Jella, non aveva mai neanche pensato per un istante all’idea di poter essere sopraffatto; adesso i suoi muscoli cominciavano a indolenzirsi, il respiro si faceva sempre più corto e i pugni che dava non sembravano avere più effetto.
<< Arrenditi, Soldato Hive. >> Disse Ala della Notte. Nonostante fosse stato schiacciato come un verme da Stella Nera, adesso osava atteggiarsi a quel modo…
Soldato Hive rise. << Siete voi che dovete arrendervi! Non vi rendete conto che non ho usato neanche una frazione del potere della mia gemma? >> Alzò le braccia per lottare e li guardò con aria di sfida. << Provate a farmi arrabbiare, coraggio… >> Mormorò con un sorrisetto compiaciuto.
Sladow abbassò le mani e scosse la testa. << Sappiamo che stai bluffando. Hai sentito anche tu quello che diceva Stella Nera, vero? E se non lo hai sentito, come minimo avrai avuto dei dubbi sulla potenza della tua gemma, da quando è cominciata questa battaglia… >>
Lo sguardo di Soldato Hive vacillò per un momento e questo si ritrovò a fissare i piedi dell’uomo con la maschera divisa a metà. Durò solo un attimo, poi strinse i pugni con più vigore e continuò a rivolgergli quell’espressione aggressiva di prima.
<< Anche quando hai incontrato Vrach, la tua prima pietra era stata distrutta dopo uno scontro con Rosso-X. >> Continuò Sladow facendo un passo in avanti. << Avevi esaurito le risorse della pietra e hai dato di matto perché credevi che Stella Nera sarebbe stata furiosa, e invece hai scoperto che ne aveva altre con sé, che quelle pietre non erano niente di speciale e potevano essere sostituite! >>
<< Sei una pedina di un gioco troppo grande, Soldato Hive. E sei sacrificabile, come tutti noi! >> Disse Ala della Notte, prendendo da dove aveva lasciato Sladow. << Stella Nera non ha mai pensato di lasciare a te e ai tuoi uomini quelle pietre; sapeva che si sarebbero esaurite nel giro di poco tempo, diversamente dalla sua. E’ lei l’unico nemico, e se vincerà ci ucciderà tutti quanti! >>
Soldato Hive scosse la testa. << Lei ci ha promesso un grande compenso. Abbiamo fatto tutto quello che voleva lei, non ci può negare quello che ci spetta di diritto! >>
<< Stella Nera è una piratessa! Lei ha sempre mentito, ha sempre sfruttato le debolezze altrui… >> Disse Ala della Notte. Anche se continuava a rifiutarsi di capire, riusciva a vedere l’incertezza negli occhi di Soldato Hive. << Cosa credi che pensi di una manciata di “insulsi terrestri” che non hanno neanche saputo fare bene il loro lavoro? >>
Ala della Notte non intendeva attaccare Soldato Hive, ma le sue parole lo punsero nell’orgoglio: il mercenario si scagliò contro di lui urlando e ignorò totalmente gli altri due ai suoi lati. Ala della Notte si lasciò travolgere e cadde a terra, quindi sfruttò la stessa spinta che lo aveva mandato giù per calciare Soldato Hive e scagliarlo a due metri di distanza.
<< Guardati intorno! >> Esclamò rialzandosi. << I tuoi compagni stanno cadendo! Non potete più resistere. Cosa credi che potreste fare di fronte a lei? >>
Soldato Hive si girò sul fianco e si rialzò con fatica. Le mani sudate gli scivolavano sul pavimento e non sembravano più riuscire ad afferrare le cose. << Abbiamo le gemme di Charta! >> Protestò a denti stretti.
<< Credi davvero che la tua pietra possa competere con quella di Stella Nera? >> Sussurrò Sladow accostandosi ad Ala della Notte.
<< Amico… >> Fu Johnny, che con la sua catena poggiata su una spalla, fece alzare lo sguardo a Soldato Hive per mostrargli quello che stava succedendo. Kyd Wykkyd aveva appena ripreso le sue sembianze dopo una trasformazione mostruosa; See-More, aiutato da Billy Numerous, lo aveva calmato e aveva gettato via la propria gemma di Charta. Coso era riuscito a convincere Mammut a non combattere più, e Cheshire, nonostante la sua agilità, era stata messa fuori gioco dalla maga dei Titans. << Avete perso. >>
Soldato Hive vide tutto questo e vi assistette con occhi sgranati. Confuso, spossato e tradito, si sentì per la prima volta senza più alcun potere. << No… No! >> Urlò, ma la sua voce si perse nel fragore della battaglia che ormai volgeva al termine. A questo punto, spinto dalla rabbia, tirò indietro il braccio, caricando un colpo nella gemma che teneva al dito.
La luce si liberò contro i tre che aveva davanti, mancandoli, e colpì il muro alle loro spalle. I danni che provocò furono minori di quanto avrebbe immaginato: nella parete non si aprì un buco, lasciando un vuoto dove era passato il raggio, ma con molta fatica si sfondò la costruzione di mattoni e si levarono alcune fiamme. Ala della Notte, Sladow e Johnny si erano gettati a terra per evitare il colpo, ma sembrava che anche prendendolo in pieno non avrebbero accusato troppi danni.
Incredulo, Soldato Hive si voltò e alzò gli occhi al cielo. << Stella Nera! >> Urlò. Il suo boss era sospeso a mezz’aria e affrontava Stella Rubia; si voltò per un attimo alla ricerca della voce che aveva fatto il suo nome.
Lui alzò il pugno e in un’espressione piena di sconforto supplicò:<< Abbiamo bisogno di più potere! >>
Komand’r, per tutta risposta, distolse lo sguardo con un rapido movimento della testa e tornò al suo scontro.
Soldato Hive rimase qualche istante a guardarla, come se non avesse inteso bene il significato di quell’espressione; poi il suo sguardo si abbassò lentamente e sentì una profonda rabbia montare su di lui. << No… No… >> Continuava a ripetere con delusione, ormai senza più forze.
Ala della Notte e gli altri si rialzarono e tentarono di avvicinarsi a lui. Ormai doveva avere capito, forse si sarebbe arreso spontaneamente se gli avessero parlato… Ma Soldato Hive era un uomo che aveva visto il suo desiderio di potere avversarsi finalmente, e ora aveva perso tutto quanto da un momento all’altro; era arrabbiato, era fuori di sé, e la sua rabbia esplose improvvisamente con un unico obiettivo.
<< NO!!! >> Urlò puntando il pugno in direzione di Stella Nera. L’energia che era rimasta nella sua gemma era poca, ma era abbastanza da sparare un ultimo raggio, non aveva importanza quanto potente. Tutto quello che voleva ora Soldato Hive era farla pagare a chi gli aveva fatto quelle promesse, tradendo la sua fiducia in quel modo. Più di chiunque altro, adesso odiava Stella Nera.
Il raggio cremisi partì e attraversò l’aria in un istante. Stella Nera sembrò accorgersene in tempo e si girò per deviarlo o schivarlo, ma l’intervento della sorella le impedì di reagire; ricevette un pugno sulla mascella e fu spinta proprio nella traiettoria del laser. I Titans non videro quando il suo corpo venne investito dalla luce rossa, ma poterono vedere bene la sua espressione quando questa si fu esaurita: il suo volto bruciato e deformato in una smorfia oltraggiata, le mani annerite per il disperato tentativo di bloccare il colpo, e il respiro affannoso che mostrava quanto anche lei, così forte e superiore, fosse stata portata al limite.
Anche Soldato Hive ansimava; era sull’orlo di una crisi nervosa, incapace di formulare alcun pensiero. La gemma di Charta incastonata nell'anello al suo dito si frantumò e divenne polvere, ma lui non se ne accorse nemmeno; non vide neanche Stella Nera che caricava una sfera di energia da scagliargli contro, così come non vide la stessa volargli dritta in faccia. Se non fosse stato per Ala della Notte, Soldato Hive sarebbe stato annientato in un istante.
Invece il supereroe si lanciò in avanti e afferrò le spalle di quello che, sì, era suo nemico, ma non avrebbe lasciato morire in quel modo ingiusto. Lo gettò a terra con tutta la forza che riuscì a trovare mentre il corpo rigido di Soldato Hive opponeva resistenza, e gli tenne la testa giù per proteggerlo dall’esplosione che si scatenò quando la sfera si scontrò con il muro.
Quando Ala della Notte rialzò la testa, Soldato Hive aveva completamente perso i sensi. Stella Nera li guardava con disprezzo dalla sua posizione sopraelevata e forse stava pensando di attaccare ancora, ma lo scontro con sua sorella la stava impegnando più di quanto si fosse aspettata, quindi rimase a concentrarsi su di lei.
<< Non ti vergogni? >> Chiese Stella Rubia cercando di dare un pugno a Komand'r, che però lo evitò agilmente e rispose con un altro attacco, colpendola alla spalla. << Non provi rispetto neanche per quelli che ti hanno servita. >>
Stella ignorò il dolore e rimase a fissare la sorella con disprezzo. Sapeva che avesse deciso di abbandonare il suo onore molto tempo fa, ma pensava che fosse ancora in grado di provare del riconoscimento per qualcuno che le era stato fedele. Invece, arrivati a quel punto, aveva deciso di gettare via i suoi uomini come se non le fossero più di alcuna utilità.
<< Te l'ho detto. >> Rispose quella con un sorrisetto compiaciuto dipinto sul volto. << Questi vermi che osano paragonarsi a noi dovrebbero solamente esserci grati per potere ancora camminare su questa terra, la loro esistenza è del tutto rimpiazzabile e una volta che hanno fatto il loro lavoro non ho alcun bisogno di continuare a esaudire i loro desideri. >>
Stella Nera caricò un raggio nella mano destra e lo sparò in direzione della sorella. Stella ci volò attorno eseguendo un movimento a spirale e si avvicinò a lei tentando di colpirla; era ancora in svantaggio contro di lei, ma per lo meno la battaglia che aveva ingaggiato con Sladow e gli altri sembrava averla sfiancata un po'.
Dopo averle bloccato il braccio, le assestò un pugno nello stomaco senza che potesse divincolarsi e a questo seguì una ginocchiata sul mento. << Sei più spregevole di quanto potessi immaginare! >> Disse lasciandola andare. << Pensavo che l'esilio ti avrebbe cambiata, sorella, ma il tuo cuore è ancora duro come la pietra! Non avrei dovuto neanche pensare di provare a ragionare con te. >>
<< Ma lo hai fatto. >> Disse Stella Nera abbassando le mani dopo essersi massaggiata il viso. << E continui a farlo anche ora! I tuoi pugni non sono potenti come una volta. Invece di concentrarti sul nostro scontro, speri ancora di potermi convincere a desistere parlandone… >>
La Tamaraniana fece comparire due sfere magenta nelle proprie mani e le lanciò rapidamente contro la sorella, che non ebbe il tempo di schivare e si difese dall'impatto alzando le braccia davanti a sé. Quando il fumo si diradò e Stella Rubia ne emerse ansimante e ferita, Komand'r sorrise.
<< Lascia che ti sveli un segreto, sorellina… >> Disse Stella Nera ghignante. La sua immagine si mosse talmente in fretta che Stella pensò di avere le allucinazioni: prima si avvicinò a lei e le diede un pugnò dritto sulla mascella, destabilizzando il suo equilibrio e facendola roteare in aria, poi sfruttò la spinta che le aveva dato lo scatto e le diede un calcio facendo ruotare il bacino e scagliandola lontano verso l'alto.
<< IO… >>
Stella Nera scattò di nuovo per intercettare la sorella, completamente alla sua mercé, e con un altro calcio la spedì nella direzione opposta, urlando a pieni polmoni.
<< TI… >>
Tagliando l'aria con un fischio acuto, Komand'r emise un tuono superando la velocità del suono e accostandosi in un istante alla sorella. Tutto sembrò muoversi al rallentatore per lei: avrebbe potuto anticipare qualunque mossa di Stella Rubia, le sarebbe bastato un colpo solo per ridurla in polvere o avrebbe potuto continuare a giocare con lei per ore senza lasciarle mai una opportunità per reagire, ma cominciava a stancarsi di quella lotta e adesso aveva l'occasione per chiuderla, eliminando tutti i suoi nemici in un colpo solo. Le dispiaceva solo che non avrebbe potuto vedere per l'ultima volta lo sguardo pieno di terrore della sorella.
<< ODIO! >> Komand'r unì le mani e le abbassò violentemente colpendo la schiena di sua sorella, che fu spinta contro la voragine dove i Titans avevano ormai finito di combattere. Vide il corpo di Stella agitarsi come un manichino rotto mentre si abbatteva su di loro sollevando un enorme polverone. Non vide bene cosa successe agli altri eroi, ma non credeva di aver travolto qualcun altro nell'impatto.
Raccolse l'energia sul palmo della mano per l'ultima volta; era ora di distruggere quell'inutile pianeta. Si era occupata della sorella e i suoi compagni di squadra non potevano intervenire in quel momento: era il momento perfetto per finire quella storia. Una piccola sfera cominciò a formarsi tra le sue dita e Stella Nera sollevò il braccio per lanciarla verso il basso; fu allora che una voce la fermò e le fece alzare lo sguardo.
Sospesa in aria a pochi metri da lei, c'era sua nipote Luna Bianca che la guardava con odio. << Ora te la vedrai con me! >> Disse rimanendo immobile. Aveva il petto gonfio e le braccia le scendevano parallele ai fianchi; i pugni erano chiusi con decisione e le gambe sembravano dondolare senza forza nel vuoto. Nonostante la posa passiva, sembrava pronta a combattere in qualsiasi momento.
Stella Nera ghignò e fece sparire la sfera energetica. << Mi hai risparmiato la seccatura di doverti cercare. >> Disse con tranquillità. Poi portò i pugni ai fianchi e si spinse in avanti chiudendo la distanza tra lei e la bambina in un attimo; vide lo sguardo di Luna farsi più preoccupato mentre cercava di contrastare il suo attacco e riuscì anche a prevedere la sua risposta: voleva sfruttare la sua statura per colpirla dal basso senza farsi raggiungere, e probabilmente poi avrebbe continuato a tenersi a distanza per sfiancarla, ma non aveva messo in conto l'estrema velocità di sua zia e per questo Komand'r seppe di aver già la vittoria in pugno.
Ma a un tratto un dardo tagliò l'aria sibilando e si conficcò nel fianco della donna. Stella Nera si bloccò e si girò a guardare che cosa fosse mentre Luna indietreggiava per tornare a distanza di sicurezza, scossa e confusa; non ebbe neanche il tempo di esaminare la freccia che questa esplose, spingendola lontano.
Stella Nera riacquistò l'equilibrio dopo essere stata respinta per una ventina di metri, quindi si guardò intorno mentre la rabbia cominciava a farle salire il sangue al cervello. Dopo un rapido controllo dei dintorni, avvistò gli artefici di quell'affronto: erano alcune figure sfocate a una distanza di cinquanta metri, una di loro sembrava tenere tra le mani un arco e stava estraendo una nuova freccia da una faretra che aveva sulla schiena; accanto a lui altri due piccoletti si tenevano per mano.
Li riconobbe: Saetta e i gemelli Màs e Menos. Ma credeva di averli messi fuori gioco all'inizio della battaglia ed era sicura di aver distrutto l'arco del supereroe mascherato. E invece lui era lì che incoccava tre frecce contemporaneamente su un arco nuovo di zecca.
I dardi volarono verso di lei. Stella Nera non si fece prendere alla sprovvista questa volta: calciò quello al centro spezzandolo in volo e colpì gli altri due con le braccia, poi si raggomitolò per proteggersi dalle esplosioni e quando il fuoco si fu spento preparò una sfera di energia da spedire in risposta, ma invece si vide arrivare addosso uno dei due ragazzini a gran velocità: i due fratelli avevano cominciato a correre in tondo e sfruttando la forza centrifuga uno di loro si era fiondato nella sua direzione; le frecce esplosive erano state solo un diversivo.
Màs si aggrappò alla aliena e cominciò a colpirla e tirarla giù per farle perdere l'equilibrio; Stella Nera, che non riusciva ad afferrarlo, fu trascinata a terra e prima che potesse mettere le mani su Màs, questo saltò giù e raggiunse di nuovo il fratello.
La sua pazienza stava per raggiungere il limite, ma se pensavano che quelle tattiche da quattro soldi la avrebbero sconfitta, le loro speranze sarebbero state distrutte brutalmente; poteva occuparsi benissimo di altri tre insetti insubordinati, prima di spedirli tutti all'inferno!
Poggiò una mano per terra decisa a rialzarsi, ma la sentì bagnata. Guardò nella sua direzione e scoprì di averla immersa in una pozza d'acqua; a guardare meglio, l'acqua era sparsa tutto attorno a lei. Distruggere il suo covo doveva aver fatto scoppiare diversi tubi nell'impianto idrico della città, non c'era da meravigliarsi di quello… Eppure quell'acqua le dava un'impressione del tutto diversa.
Prima ancora che potesse rispondere alla sua stessa domanda, l'acqua prese vita. Fu come se una faccia si formasse sulla superficie trasparente, poi attraverso una serie di onde concentriche si raccolse davanti a lei e infine le si abbatté contro con la forza di un mare in tempesta. Presto l'acqua la sommerse; non era una semplice pozza, era tutta l'acqua che si era riversata nella zona e che adesso si stava raccogliendo attorno a lei.
Stella Nera provò a sparare delle sfere di energia, ma queste passarono attraverso l'acqua e si persero nell'aria mentre la loro padrona continuava ad essere intrappolata. Avrebbe potuto annegare mentre veniva sbattuta a destra e a sinistra da quella massa di liquido con volontà propria, e a quel pensiero decise che avrebbe preferito ferirsi nel tentativo di liberarsi, piuttosto che avere una fine tanto disonorevole. Quindi chiamò a sé l'energia sufficiente per creare un'altra sfera luminosa, ma questa volta non la scagliò in avanti; invece la fece esplodere direttamente nella mano, spargendo l'acqua ovunque e liberandosi, ma ustionandosi allo stesso tempo.
Stella Nera cadde a terra tossendo e sputando e i suoi occhi andarono subito alla ricerca del colpevole; l'unica persona in grado di manipolare l'acqua in quel modo era Aqualad, uno dei membri dei Titans Est. E infatti, eccolo a poca distanza da lei, all'angolo della strada, con accanto la sua compagna di squadra Bumblebee che si reggeva a lui. Lo vide muovere un braccio nella direzione di un idrante posto accanto a sé e un getto d'acqua esplose dalla sua valvola, investendola con pressione travolgente.
Stella Nera non capì cosa pensassero di ottenere con quella tattica; un po' di acqua non l'avrebbe potuta fermare… Ma poi tutto cambiò quando vide Bumblebee stendersi per bagnare nell'acqua uno dei suoi pungiglioni: prima che ebbe il tempo per fermarla, una scarica elettrica partì dalla punta del pungiglione e si propagò nell'acqua, fulminandola all'istante e lasciandola in preda alle convulsioni.
Avevano pianificato tutto. Prima le frecce esplosive per tenerla occupata prima che i ragazzi la portassero a terra, poi quella massa di acqua per portarla abbastanza vicino e bagnarla in modo da poter condurre meglio l'elettricità nel suo corpo. Se fosse stata una terrestre qualunque, a quel punto sarebbe già morta; invece le scariche si attenuarono e lei ebbe il tempo per rialzarsi e allontanarsi dal getto d'acqua.
Barcollante, confusa, rabbiosa, Stella Nera si rimise in piedi e squadrò i supereroi che avevano osato sfidarla. Li aveva umiliati solo poche ore fa, e ora credevano di potersi prendere la rivincita? La sua mano andò al fianco dove era stata colpita dalla prima freccia: c'era una grossa ferita bruciata e ancora pulsante che le attraversava l'anca fino alle ultime costole. L'acqua aveva lavato via gran parte del sangue, ma questo continuava a scorrere sulla sua pelle; inoltre, molte delle bende che fasciavano il suo corpo erano state strappate nell'esplosione e ora la sua vita era scoperta e vulnerabile. Adesso erano ben visibili i colpi di pistola ricevuti prima da Sladow, con il loro sangue rappreso.
<< Maledetti insolenti… >> Mormorò ansimando. << Chi vi credete di essere? Dovreste inginocchiarvi e pregarmi di risparmiarvi, e invece vi spingete sempre più in là, condannando ulteriormente la vostra specie! >>
Un ruggito scosse la città. In alto, Stella Nera scorse un leone verde scendere da un fabbricato con grandi balzi aggraziati, quindi avanzò lentamente verso di lei fissandola con occhi avidi.
Sprezzante, la donna disse:<< E poi c'è questo seccatore… Sei venuto a sprecare l'occasione che ti ho dato al nostro primo incontro? Se volevi morire, bastava dirlo subito! >>
Il leone mutò nella forma di un umano, un ragazzo magro e dal fisico tonico, con la pelle di un colore verde come l'erba e i denti aguzzi simili a quelli di una belva. << Gli eroi arrivano sempre alla fine, no? >> Disse con un sorriso furbo BB, che ignorando gli ordini di Ala della Notte era accorso assieme ai Titans Est per aiutare i suoi amici.
<< Voi non siete eroi. Siete dei vermi boriosi che vogliono controllare il mondo che li circonda! >> Esclamò Stella Nera con un movimento rapido del braccio. Si fece avanti per colpire BB, che sembrava essere completamente scoperto, ma fu colpita all'istante da un'altra freccia che le si conficcò nella spalla.
Stella Nera urlò, non dal dolore ma dalla rabbia. La frustrazione di non riuscire neanche ad avvicinarsi a un essere che considerava inferiore la assalì e in un impeto di rabbia si strappò la freccia dalla spalla e si lanciò nuovamente contro BB. Questa volta il mutaforma era preparato a riceverla: fece un passo in avanti scartando rapidamente sul lato e lasciò che Stella Nera colpisse il vuoto dove prima si trovava la sua testa, poi le afferrò la nuca e la tirò a sé con forza, facendola scontrare con la propria mano. Dopo di questo BB saltò poggiando tutto il suo peso sulla Tamaraniana e si gettò a terra tirandola con sé. Avrebbe provato a bloccarla per renderla innocua, ma capì subito che si trattava di una pessima idea e allora la lasciò andare rotolando via da lei.
<< BB! >> Chiamò una voce alle sue spalle, distraendolo per un attimo. Era Ala della Notte, seguito da Stella, ancora un po' stordita dal colpo ricevuto, ma ancora in piedi. Dietro di loro, BB vide uscire fuori dalla voragine altre persone, tra cui Sladow e i suoi uomini.
<< Robin! >> Esclamò BB. << Ah, scusa! Questo nuovo nome mi è ancora un po' estraneo… >> Detto questo tornò a voltarsi verso Stella Nera, che si stava rialzando da terra con fatica.
<< Alla fine siete venuti senza che vi chiamassimo… >> Disse Ala della Notte avvicinandosi.
<< Non lo avresti fatto comunque. >> Rispose con un sorrisetto BB.
Ala della Notte sorrise pensieroso. Forse aveva ragione, ma non sarebbe stato per orgoglio; non credeva che i Titans Est potessero ancora tirare fuori tutta quella grinta, dopo la sconfitta subita. Li aveva sottovalutati. Adesso era il momento di unire le forze.
Stella Nera si voltò ansimando e quando vide i Titans finalmente riuniti, la squadra di Sladow e gli H.I.V.E. Five ad accerchiarla, assunse l'espressione di chi aveva ricevuto una pessima notizia. Ovunque si girasse c'era qualcuno pronto a bloccarle la strada; anche i feriti erano venuti su per assistere alla sua sconfitta. Perché la sua sconfitta era vicina, anche se non lo avrebbe mai ammesso. Aveva gli occhi impietosi di Terra e Maschera Nera su di sé, gli sguardi sprezzanti degli H.I.V.E. Five che aveva tradito, e persino Luna Bianca adesso le rivolgeva uno sguardo di superiorità.
Li odiava. Li odiava tutti. Quei miseri esseri umani che non avevano nessun potere su di lei la stavano guardando dall'alto in basso; come era potuto succedere? Come aveva fatto a farsi beffare così da loro? Non aveva alcuna importanza, non avrebbe più commesso errori da questo momento; avrebbero tutti assaggiato la sua furia!
<< Bene. >> Mormorò riacquistando il sangue freddo e assumendo una posa passiva. << Attaccatemi! >>
Nessuno si mosse, come se non volessero spezzare quell'equilibrio che si era creato: Stella Nera era circondata, ma bastava un attimo perché si liberasse e ricominciasse a seminare il caos per la città. I Titans lo sapevano, come sapevano anche di avere un grosso vantaggio su di lei ora; anche se sembrava aver finalmente ritrovato la calma, Stella Nera fremeva dal voler sfogare la propria rabbia. Nessuno doveva commettere errori.
Ci fu un attimo in cui nessuno mosse un dito. Gli sguardi erano puntati su Stella Nera e tutti erano pronti a scattare al minimo accenno di attacco, ma sembrava anche che volessero lasciare a lei la prima mossa. La donna fu felice di accontentarli: alzando le braccia, iniziò a ruotare su sé stessa mandando dei raggi ai propri lati; gran parte dei presenti si gettò per terra per evitare gli attacchi, mentre Ala della Notte e Beast Boy saltarono per passarci di sopra; Stella Rubia si lanciò in volo per restare sopra alla sorella, mentre Coso e Corvina si erano già sollevati da terra per impedire che potesse scappare in volo. Dopo che ebbe esaurito l'energia dei primi raggi, Stella Nera sparò un paio di sfere alla sorella e a chi stava sopra di lei restando però a concentrarsi sugli avversari a terra.
Il primo attacco arrivò da Sladow che le puntò contro un piccolo fucile a canne mozze per costringerla a reagire prima che lui premesse il grilletto; la Tamaraniana glielo cacciò dalle mani con un calcio e questo fece girare l'uomo mascherato, che ne approfittò subito per colpirla con il bastone che stringeva nell'altra mano. Stella Nera non fece caso al contrattacco di Sladow e sparò una sfera magenta al gruppo alla sua destra dove erano riuniti alcuni degli H.I.V.E. Five e gli uomini di Sladow; il suo intento era quello di dividerli e portarli nel panico in qualche modo, ma si alzò una barriera che bloccò l'esplosione proteggendo tutto il gruppo. Mentre il fumo ancora si diradava, Kyd Wykkyd emerse da un portale alle spalle di Stella Nera e cercò di colpirla, ma questa schivò abilmente i movimenti del suo mantello e gli afferrò i polsi per scaraventarlo nella stessa direzione della sua sfera precedente; qui Kyd Wykkyd trovò ad attenderlo un grosso occhio gommoso lanciato da See-More che assorbì l'impatto. Prima che Stella Nera potesse avventarsi su di loro, una pioggia di frecce interruppe la sua carica e dovette proteggersi; non erano frecce esplosive, ma erano sempre molto pericolose e se l'avessero colpita l'avrebbero rallentata molto. L'intervento di Ala della Notte, Johnny il Rancido e Mammut rese ancora più difficile la sua difesa.
Mammut correva rimanendo vicino agli altri due, proteggendoli dalle frecce, mentre Johnny e Ala della Notte si lanciavano all'attacco; il supereroe scivolò rasoterra passando accanto a Stella Nera con l'intento di disorientarla mentre il centauro la attaccava con ampie oscillazioni della sua catena, che lo lasciavano però scoperto. Ala della Notte estrasse in fretta le sue mazzette elettrificate e colpì la schiena di Stella Nera, facendole avere uno spasmo che spezzò la sua difesa e la rese vulnerabile agli attacchi di Johnny, che così poté spingerla a terra, giusto in tempo per vedere Cyborg piombare dall'alto e caricare un pugno devastante dritto su di lei.
Komand'r riuscì a rotolare via all'ultimo istante, ma lo schianto del cyborg provocò un'onda che la spinse parecchio in là, dritta nelle grinfie di BB e Mumbo; il mutaforma la afferrò dai polsi e la trascinò per alcuni metri prima di lanciarla in aria, facendola colpire da una scossa del mago e da una freccia di Saetta che le si conficcò nel petto.
Stella Nera cadde giù gridando e si estrasse subito la freccia dallo sterno, ma quando la gettò via si rese conto di non essere più per terra: Corvina la stava sollevando con i suoi poteri, manipolandola come se fosse alla sua totale mercé. Non fece nulla: semplicemente la mantenne per aria, in attesa che Coso sparasse i suoi ultimi missili contro di lei. Stella Nera non poté fare altro che prenderli in pieno, non riuscendo a muoversi in ogni modo, e nonostante sembrasse poter assorbire il danno, ogni attacco la stava portando sempre di più al limite.
Fu all'entrata in gioco di Stella Rubia che Corvina la lasciò andare, ma fu troppo tardi per evitare il primo pugno di Stella, che sembrò decisa a scaricare tutta la rabbia che aveva accumulato in quella battaglia. L'attacco di Stella proseguì con un altro pugno dal lato opposto che Stella Nera riuscì a parare, anche se per poco, e dopo un calcio che riuscì a infrangere la difesa della sorella e a spedirla a terra.
Stella Nera si ritrovò a doversi rialzare in tutta fretta per evitare di ricevere un altro attacco, ma non vide nessuno avanzare prima di avvistare delle rocce che si sollevavano ai suoi lati e la puntavano minacciosamente; Terra, dalle retrovie, ancora stretta a Rosso-X, diede un semplice ordine ai massi, che andarono addosso alla donna. Komand'r li evitò e ci saltò sopra, ma questi si sgretolarono non appena vi poggiò i piedi e le sue caviglie rimasero intrappolate in mezzo ai ciottoli che, improvvisamente, si ricompattarono attorno a esse. Un'altra roccia schizzò dritta sulla sua tempia, aprendole uno squarcio sanguinante e facendola stramazzare a terra mentre Ala della Notte le saltava addosso per immobilizzarla. La sua mossa non ebbe un grande effetto perché la Tamaraniana alzò istintivamente un braccio afferrandogli la gola e lo scaraventò via prima di rialzarsi da terra; arrivò Mammut ad attaccare, ma il suo pugno fu bloccato con una mano sola dalla Tamaraniana, che gli sparò contro una sfera energetica colpendolo al viso e mettendolo fuori gioco.
Con ancora una gamba intrappolata nella roccia, Stella Nera si voltò per bloccare un attacco di Sladow, che però si lasciò fermare con troppa facilità e lasciò andare la sua arma di proposito, ingaggiando un breve combattimento ravvicinato con la sua avversaria prima di lanciarle addosso dei petardi che infastidirono e distrassero Stella Nera. La donna chiuse gli occhi e menò un calcio alla cieca, riuscendo comunque a colpire il suo avversario e a distruggere finalmente il masso che le appesantiva una gamba. L'uomo indietreggiò mentre alle spalle di Stella Nera arrivava Kitty, che avvinghiandosi attorno alla testa della aliena eseguì una acrobazia e la lanciò per terra sfruttando la sua stessa spinta. Questa poi sgattaiolò via in tutta fretta per lasciare spazio a qualcun altro, ma fu allora che successe qualcosa che interruppe l'assalto a Stella Nera.
La Tamaraniana, finita faccia a terra, si mise in ginocchio rapidamente e cominciò a urlare mentre dalle sue mani volavano sfere di energia che curvarono verso terra provocando una serie di esplosioni e costringendo i Titans a correre ai ripari. I suoi occhi emettevano una luce magenta intensissima e il suo volto era ora una maschera di odio. Iniziò a muoversi in modo imprevedibile, sparando sfere energetiche e raggi laser in qualunque direzione mentre i suoi nemici schivavano a bruciapelo i suoi colpi.
<< Dobbiamo fermarla! Non può continuare così! >> Esclamò Sladow ad Ala della Notte da dietro la copertura che aveva trovato.
<< Se riuscissimo a toglierle la gemma di Charta, questo scontro volgerebbe finalmente al termine! >> Rispose il supereroe schivando una sfera energetica, ma venendo investito dal calore che si sprigionò quando questa esplose alle sue spalle, spedendolo a terra. Il leader dei Titans chiamò Cyborg mentre si rialzava.
Questi era accanto a Jella e la proteggeva facendole da scudo, sfruttando il fatto che il suo corpo fosse molto resistente al calore. Quando sentì il suo amico chiamarlo per chiedergli se avesse localizzato la fonte del potere di Stella Nera, si mostrò desolato dicendo:<< Mi dispiace, il mio scanner non rileva nessuna anomalia sul suo corpo. Non ho idea di dove tenga la pietra! >>
Sentendo quelle parole, BB saltò fuori dalla sua copertura e corse incontro a Stella Nera. << Tutto questo è assurdo! >>
Gli arrivarono le urla di tutti, che non capirono cosa avesse intenzione di fare; sfidare Stella Nera in quelle condizioni sarebbe stato un suicidio, ma lui non li ascoltò.
Stella Nera si accorse di lui proprio quando le stava saltando addosso: la sua reazione arrivò con un po' di ritardo, ma l'onda di energia che gli liberò contro investì in pieno il mutaforma, cancellandone ogni traccia. Quando la luce si estinse, davanti a Stella Nera non c'era più nulla.
Ci furono versi increduli di chi non avrebbe mai immaginato vedere uno dei Titans sparire in quel modo così brusco. Tra tutti, le urla di Corvina si levarono nel coro di lamenti e sospiri che si era levato e la maga si lanciò subito contro la nemica.
<< Maledetta! >> Gridò fuori di sé afferrandola con i suoi poteri e tirandola verso di sé. Diversamente da prima, quando Rachel aveva attaccato mantenendo il controllo sulle proprie emozioni, questa volta la Azarathiana non riuscì a evocare una magia abbastanza potente da controllare Stella Nera, e la Tamaraniana riuscì a caricare un altro colpo per respingerla prima che potesse essere troppo vicina. Corvina avrebbe fatto la stessa fine di BB se Stella Rubia non fosse intervenuta, afferrandola all'ultimo momento e tirandola via dalla traiettoria del raggio.
Stella Nera si fermò mentre Stella Rubia portava Corvina al sicuro e, voltatasi verso gli altri rimasti a terra, iniziò a sparare laser nel tentativo di spazzarli via in un colpo solo. Chi si trovava nella traiettoria dei laser si buttava a terra o, se poteva, si alzava in volo; nessuno voleva provare a resistere prendendoli in pieno come aveva fatto lo sventurato BB. Tra i pianti di Corvina, ormai incapace di controllarsi, le urla degli H.I.V.E. Five e gli ordini gridati di Sladow ai suoi uomini, nessuno si accorse che Stella Nera stava tornando a terra. Puntava dritta contro Terra e Rosso-X, che erano gli unici a non potersi scansare in fretta: era da quando Rosso-X era saltato in aiuto di Terra che la ragazza aveva esaurito le forze. Per lei sarebbe stato meglio ritirarsi, piuttosto che diventare un bersaglio e mettere in pericolo altri compagni, ma orma era troppo tardi per pensarci.
Rosso-X vide lo sguardo folle della aliena mentre puntava il palmo della mano contro di loro e questo cominciava a illuminarsi. Dovette decidere in fretta; non era il tipo che lasciava morire una persona innocente per salvarsi la vita, ma non credeva di essere pronto a morire lì. In quel momento poteva fare solo una cosa.
Strinse con più forza la spalla di Terra e la sua mano, che quasi stritolò nella foga del momento, poi cominciò a ruotare su sé stesso per ottenere abbastanza velocità e dopo un mezzo giro lanciò Terra lontano dalla traiettoria, spingendosi allo stesso tempo nella direzione opposta grazie alla forza centrifuga.
Il raggio partì mancando Terra, ma la luce colpì di striscio Rosso-X mentre cadeva per terra. In un primo momento l'antieroe non capì cosa fosse successo, poi quando si ritrovò improvvisamente senza forze e con un grosso bruciore alla spalla sinistra, un dubbio atroce gli balenò in mente. Abbassando lo sguardo con timore cercò di alzare la mano, ma non la vide da nessuna parte; l'intero braccio dalla spalla in giù era sparito, non c'era neanche il sangue sulla sua tuta, il suo arto era stato polverizzato all'istante e la ferita era bruciata. C'era fumo nell'aria e tutto il lato sinistro della sua tuta era stato strappato e il suo corpo sotto di essa presentava numerose ferite che somigliavano a bruciature, ma per un momento nemmeno il dolore lo raggiunse e la sua mente non gli permise di fare due più due.
Poi il tempo tornò a scorrere e Rosso-X cominciò a urlare mentre con la mano che gli rimaneva cercava invano il proprio braccio. Gli altri non avevano ancora avuto il tempo di reagire alla scomparsa di BB che erano stati di nuovo investiti da un altro tipo di orrore; un loro compagno era gravemente ferito e ancora in pericolo.
<< Rosso-X! >> Gridò Jella, che tentò di usare i suoi poteri per fermare l'attacco di Stella Nera. Ma la Tamaraniana scattò proprio su di lei, afferrandole la gola e mandandole uno sguardo che la ragazza avrebbe preferito non vedere mai: lo sguardo della morte.
Cyborg intervenne per liberare Jella, già fragile e ferita, ma invece che accanirsi sulla ragazza, Stella Nera la lasciò andare subito e colpì il supereroe con tutta la forza che aveva nel braccio: il suo pugno passò attraverso la corazza e si piantò nei circuiti che componevano il suo addome, poi lo gettò a terra come un inutile ferrovecchio e scattò verso i suoi prossimi obiettivi: Maschera Nera e Vrach.
I due fratelli erano impossibilitati a muoversi; Korolev non aveva minimamente le capacità atletiche di Rosso-X e non avrebbe potuto fare qualcosa come lui per salvare la sorella. Fu lei a reagire, nonostante riuscisse a malapena a muovere le braccia: estrasse gli ultimi coltelli che le rimanevano sulla cintura e li lanciò contro Stella Nera, rallentando la sua corsa e dando tempo a Sladow di intervenire per difenderli. Ritrovatosi senza più armi, il criminale mascherato si ritrovò ad affrontare Stella Nera a mani nude; era una follia, ma non esitò nemmeno un istante.
Komand'r deviò i suoi pugni come se non avesse alcuna forza nelle braccia e lo mandò a terra con un solo calcio, quindi si preparò a finirlo ma proprio mentre alzava il pugno, Ala della Notte si lanciò nel combattimento assieme a Chat Noir. Prima la aliena fu colpita da un disco esplosivo del supereroe, che levò una coltre di fumo che la accecò, poi Kitty attaccò con la sua frusta riuscendo a distrarre Stella Nera quanto bastava per far avvicinare Ala della Notte e permettergli di iniziare il suo scontro.
<< E' ora di finirla con questa storia! >> Esclamò il supereroe caricando su di lei, ma prima che potesse attaccare, la Tamaraniana si fermò.
Guardò davanti a sé con aria smarrita, come se qualcosa dentro di lei avesse appena smesso di muoversi. Il suo corpo incominciò ad essere scosso da convulsioni e Stella Nera iniziò ad agitarsi come se stesse cercando di liberarsi di qualcosa; un attimo dopo, incominciò a tossire respirando a fatica. Cadde a terra e piegò la testa come se dovesse vomitare, ma non successe nulla; Stella Nera continuò a tossire come se ci fosse qualcosa incastrato nella sua gola che non voleva uscire fuori, e alla fine qualcosa di rosso schizzò via dalla sua bocca.
Era una sfera perfetta dal diametro di due centimetri, opaca e umida. Ala della Notte la riconobbe subito, e la stessa Stella Nera sembrò non capire perché fosse proprio lì; poi i suoi occhi affaticati avvistarono una formica verde che reggeva la gemma, e prima che potesse schiacciarla questa formica si ritrasformò in un uomo sotto agli sguardi increduli di tutti.
<< Che schifo! >> Disse BB, zuppo di saliva dalla testa ai piedi. << Non farò mai più una cosa del genere, mai e poi mai! Lo stomaco di una Tamaraniana è la cosa più inquietante che possiate immaginare, ragazzi… >>
Sembrava tranquillo, come se pochi minuti prima non avesse preso un raggio laser dritto sulla faccia. Nessuno reagì al suo commento, erano tutti troppo sconvolti dalla sua improvvisa ricomparsa e confusi per ciò che avesse appena fatto a Stella Nera. Nonostante tutto, una cosa era chiara: BB era in possesso della gemma di Charta e questo significava che Stella Nera non era più imbattibile.
<< Ridammela! >> Esclamò la donna cercando di afferrare la pietra. BB saltò indietro e lanciò la gemma ad Ala della Notte, che la afferrò con decisione e la osservò perplesso.
Stella Nera scattò verso di lui e il supereroe aspettò che fosse arrivata prima di schivare il suo attacco e lanciare la pietra a qualcun altro; questa cadde nelle mani di See-More, che la passò rapidamente a Johnny il Rancido e questo la lanciò in aria diretta verso Coso, che la afferrò saldamente e iniziò a planare sul campo di battaglia, mentre Stella Nera cercava di inseguire la pietra cambiando direzione ogni volta che questa passava da una persona all'altra; i suoi riflessi erano peggiorati improvvisamente e aveva perso tutta la sua sicurezza, assieme a quella gemma.
Coso rischiò quasi di ridare la pietra alla sua proprietaria, visto che sembrò indeciso su cosa farci, ma quando Stella Nera gli fu addosso, decise di liberarsi della gemma e gettarsi sulla aliena per rallentarla mentre qualcun altro raccoglieva la pietra.
Tuttavia nessuno raccolse la gemma di Charta, che cade per terra e rimbalzò un paio di volte prima di finire a rotolare in mezzo ai detriti della strada. Passarono alcuni secondi senza che nessuno si facesse avanti, ma poi Sladow in persona la raccolse con tranquillità prima che Stella Nera ci si potesse fiondare sopra, e la tenne stretta tra pollice e indice.
Stella Nera si fermò e guardò Sladow con apprensione. L'uomo era stato colpito duramente nell'ultimo scontro con la Tamaraniana, eppure aveva continuato a rialzarsi; adesso sembrava un ostacolo insormontabile che la divideva dalla sua preziosa fonte di potere illimitato.
<< E così è questa la famosa gemma di Charta. Quella vera… >> Disse lui con tono solenne osservando la pietra tenendola sollevata a poca distanza dalla faccia. Rimase in silenzio per un altro po', poi ci giocherellò facendola passare tra le dita e lasciandola cadere sul palmo della mano, il tutto con una tranquillità che solo lui avrebbe potuto tirare fuori in quella situazione.
<< Ti piace quello che vedi, Sladow? >> Chiese Stella Nera, che nonostante sembrasse tranquilla, stava sudando freddo per la tensione. << Volevi propormi un accordo, prima. Ora che ne diresti se te ne facessi uno io? >>
Sladow sembrò divertito e rivolse la sua attenzione alla donna. << E che genere di accordo potresti propormi? >> Chiese con aria falsamente perplessa. Nel frattempo gli altri cercavano di chiamarlo e dirgli di non perdere tempo e distruggere la pietra prima che fosse troppo tardi.
Komand'r sorrise con malizia:<< Io e te potremmo governare la galassia intera, con quella. In fondo, anche se ci siamo combattuti fino ad ora, siamo simili… >> Alzò una mano con aria accogliente. << Tu mi hai dimostrato che non si può essere invincibili da soli. Anche io ho bisogno di qualcuno al mio fianco, e quel qualcuno potresti essere tu! >>
Sladow non sembrò lusingato da quelle parole, ma dal suo tono di voce sembrò prendere in considerazione seriamente quella proposta. << E dire che il mio piano originale era proprio quello di sottrarti questa pietra, così da ottenere quel potere immenso che mi avevi mostrato… Sembrerebbe che abbia già ottenuto tutto ciò che volevo. >>
Stella Nera sembrò preoccupata, ma Ala della Notte lo fu ancora di più: era ovvio che ci fosse qualcos'altro sotto alle motivazioni di Sladow per combattere contro Stella Nera. Non avrebbe mai dovuto credere alla storia di voler difendere la città… Adesso i Titans rischiavano di trovarsi di fronte a un'emergenza ancora più grande!
<< E… >> Disse tremante Stella Nera. << Allora non pensi di avere più bisogno di me? >> Con quella domanda assunse un tono di sconfitta, cercando forse di impietosire l'uomo o di mostrarsi docile per convincerlo a rivalutare quell'idea.
Sladow rimase fermo a guardare la gemma di Charta ancora un po'. << No. >> Disse mentre il suo sguardo si faceva più duro. Strinse la gemma nella propria mano, ma non fece nulla. Ci fu un'altra pausa mentre l'espressione di Stella Nera si riempiva di allarme e questa cercava di reagire prima che fosse troppo tardi, ma quando Sladow parlò nuovamente, le cose sembrarono cambiare all'improvviso.
<< Però, sai… Questa battaglia mi ha mostrato che non importa quanto tu sia forte, se sei dalla parte del torto ci sarà sempre qualcuno pronto a fermarti. >> Disse con sguardo rassegnato. << Quindi credo che l'unica cosa giusta da fare sia impedire che qualcun altro ottenga un simile potere! >>
Stella Nera, sconvolta, scattò verso Sladow in un ultimo, disperato attacco per riprendersi la pietra, ma l'uomo fu più veloce di lei: lanciò la gemma per aria con tutta la forza che aveva ancora nel braccio e urlò:<< STELLA! >>
Stella Rubia capì al volo cosa avesse in mente, e dopo aver caricato un colpo di energia, lo scagliò contro la gemma di Charta. La pietra fu investita da un fascio di luce verde e si disintegrò, lasciando Stella Nera in uno stato di shock. Le sue gambe cominciarono a tremare mentre i suoi occhi scuri si fissavano sul punto dove aveva visto per l'ultima volta la sua gemma, prima che venisse polverizzata dalla sorella. Poi, con un improvviso cedimento, Stella Nera finì in ginocchio.
<< Non è possibile… >> Mormorò. << Come avete potuto… >>
Sladow era di fronte a lei e la osservava con soddisfazione, senza provare alcuna compassione per quell'essere che si era divertito a tormentarli. << La tua arroganza ti ha fatto perdere la battaglia; non dovresti dare la colpa a nessun altro. >>
Lo sguardo di Stella Nera cambiò; dall'incredulità che ancora faticava a lasciare il suo volto nacque la rabbia per aver perso la sua fonte di potere. Si alzò di scatto da terra e cercò di attaccare Sladow, ma alle sue spalle Stella Rubia le afferrò un braccio, facendola fermare.
<< E' finita, sorella. Hai perso. >> Disse quasi dispiaciuta di vedere sua sorella in quello stato. Ma Komand'r non volle starla a sentire.
<< Io non ho perso finché continuo a respirare! >> Esclamò a denti stretti. << Se credi che scenderò a patti con voi patetici vermi, non…! >>
Prima ancora che potesse concludere la sua frase, Stella le diede un pugno nello stomaco, facendola piegare su sé stessa per il dolore. La sua resistenza a colpi come quello era scesa significativamente dopo aver perso la gemma di Charta; Komand'r non riusciva più nemmeno ad eguagliare la potenza della sorella adesso.
Stella lasciò andare il braccio della sorella e questa si accasciò a terra dolorante, mostrando quell'aspetto deplorevole a tutti i suoi nemici. I Titans si avvicinarono per immobilizzarla e le furono messe delle manette; Ala della Notte e Cyborg, che pur essendo stato colpito duramente era ancora in grado di muoversi autonomamente, si occuparono di bloccarla e poi anche BB raggiunse il gruppo.
<< Credevamo che ti avesse colpito con quel raggio… >> Disse Ala della Notte, spaesato nel vedere che il suo amico non si era fatto niente nello scontro.
<< Era quello che volevo che credesse anche lei. >> Rispose il mutaforma grattandosi una guancia. << Visto che Cyborg non riusciva a localizzare la sua pietra, ho pensato che dovesse averla nascosta dove non poteva essere presa, così mi sono trasformato in una mosca proprio prima che mi potesse colpire e le sono entrato in bocca. >> Assunse un'espressione disgustata prima di passare a raccontare il resto. << Era come pensavo io: Stella Nera aveva ingoiato la pietra e la teneva in uno dei suoi stomaci. L'ho portata fuori dopo essermi trasformato in una formica, e il resto lo sapete… >>
<< Bé, sembra che tu sia stato veramente scaltro questa volta! >> Disse Cyborg abbracciandolo con tanta forza da farlo piegare indietro.
<< Come sarebbe a dire "questa volta"? >> Chiese lui mostrandosi offeso, ma non ebbe il tempo di dire nient'altro che una voce alle sue spalle chiamò il suo nome. Quando si girò, vide Corvina gettare via il suo bastone e saltargli tra le braccia, stringendolo come una vecchia amica che non vedeva da tanto tempo e rischiando di farlo cadere per la troppa foga.
<< Pensavo di averti perso per sempre… >> Mormorò lei affondando il viso nel suo petto.
BB non seppe come rispondere e si limitò ad accarezzare la testa della sua amica, che doveva aver sofferto molto dopo averlo visto sparire.
Stella Rubia si lasciò trasportare da quella scena e si voltò verso il marito per abbracciarlo, abbandonando la testa su una delle sue spalle, finalmente libera di tirare un sospiro di sollievo. Fu solo per qualche istante, poi si ricordò di Luna Bianca e voltandosi a cercarla la vide scendere verso di loro con le braccia aperte, sorridente come mai prima.
<< Sei stata fantastica, Luna! >> Esclamò Ala della Notte scompigliandole i capelli e prendendosi il suo abbraccio molto volentieri.
La madre si mise in ginocchio e strinse la figlia con tanta forza quasi da stritolarla. << Tesoro, mi dispiace tanto per quello che hai dovuto passare… Sei ferita, sporca, e ti devi essere spaventata da morire! >> Disse trattenendo a stento le lacrime.
Ma non sembrava che tutto quello avesse scalfito la corazza di spensieratezza che era la loro bambina, almeno ora che era tutto risolto. << Non fa niente, mamma! Sono felice che tutto si sia risolto. >> Disse rimanendo immobile, prendendosi tutte le coccole di sua madre.
<< E adesso anche tu hai dei poteri, eh? >> Chiese BB avvicinandosi con Corvina e Cyborg.
Luna mostrò un largo sorriso smagliante allo zio. Più di tutti, era felice di vedere che lui stesse bene, dopo tutto quello che aveva passato per difenderla da Stella Nera e gli H.I.V.E. Five. Adesso erano tutti lì, felici e spensierati, e sembravano già tornati alla loro vita di tutti i giorni.
Ma in realtà c'erano ancora tante cose da sistemare. Luna stessa si divincolò dalla stretta della madre dicendo:<< Quasi dimenticavo! >> E corse in direzione di Maschera Nera e Vrach, che erano stati raggiunti prima da Sladow.
L'uomo era inginocchiato davanti ai suoi due collaboratori e sembrava star parlando con loro. Maschera Nera era sdraiata con la schiena poggiata sulle ginocchia di Vrach, che le reggeva le spalle, accovacciato accanto a lei. Luna arrivò di corsa, chiamando a gran voce:<< Maestra! Maestra! >> E volle subito accertarsi delle sue condizioni.
<< Adesso sto meglio. >> Disse lei con un sorriso rassicurante quando Luna si fu inginocchiata davanti a lei. << Sono un po' dolorante, ma mi riprenderò presto. Tutto grazie a te, Luna. >>
La bambina sembrò estremamente felice di sentirsi dire quelle parole e non riuscì a contenere la sua eccitazione. Persino stare accanto a quell'uomo che incuteva tanto timore non le fece sentire niente; anche quando lui le rivolse la parola, non sentì il minimo brivido attraversarle la schiena.
<< Sei stata coraggiosa, Luna Bianca. >> Disse Sladow con voce calda.
La bambina si voltò verso di lui e sorrise compiaciuta.
<< Lei è sempre coraggiosa. >> Intervenne Maschera Nera con una punta di orgoglio nella voce.
<< E' quello che dico anche io. >> La voce di Ala della Notte fece girare Sladow e Luna, ed entrambi furono sollevati dal vederlo lì. << Non ti ho ancora ringraziato per quello che hai fatto per lei… >> Disse avvicinandosi e porgendogli la mano per stringergliela.
Sladow la guardò quasi con riluttanza. Forse aveva aspettato quel momento da tempo, lo aveva sognato e desiderato; forse lo aveva immaginato diversamente da come stava accadendo ora sotto i suoi occhi, ma non aveva importanza quello. Fatto sta che decise di non accettare quella stretta di mano.
<< Non ce n'è bisogno. >> Disse allontanando delicatamente la mano di Ala della Notte, l'uomo che per anni gli aveva dato la caccia. << In fondo anche io stavo agendo per i miei scopi personali… >>
Ala della Notte fu un po' sorpreso da quella reazione, ma comprese il motivo della scelta di Sladow e abbassò la mano. Decise di cambiare discorso:<< Ammetto di non aver pensato all'idea che volessi rubare la gemma di Charta per te. Pensavo che fosse un'idea troppo folle anche per te. >>
Sladow fece un risatina, ma non fu lui a rispondere. Fu Maschera Nera ad aprire bocca e spiegare le motivazioni del suo capo:<< Infatti era così. Il piano originale era proprio quello di usare quel potere per conquistare la città, ma più conoscevamo il nostro nemico e più capivamo quanto fosse pericoloso lasciare che una persona sola possedesse tutto quel potere. >>
Vrach prese la parola:<< Diversamente da Stella Nera noi abbiamo un senso di moralità, anche se non sembra… >>
Ala della Notte sorrise. << E' stato saggio da parte vostra. Grazie. >>
Quel "grazie" era molto più importante di quanto potessero immaginare: Dick aveva passato gli ultimi mesi a inseguire fantasmi, lottare contro nemici che sembravano invincibili e per gran parte di quella storia aveva creduto di essere da solo; adesso che tutti quanti si erano uniti per sconfiggere un unico nemico non pensava che sarebbe riuscito a sopportare di dover continuare ad affrontare qualcun altro. Era grato per la loro umanità.
<< Comunque questo non è il momento di restare a chiacchierare. >> Disse la ragazza cercando di mettersi a sedere e gemendo per il dolore. Dopo che Vrach la ebbe aiutata a trovare una posizione più comoda, fece un cenno a un punto lontano. << C'è chi è messo molto peggio di me e bisogna occuparsene! >>
Luna Bianca alzò lo sguardo per vedere oltre i due fratelli di fronte a sé e avvistò Terra accovacciata su Rosso-X, ancora dolorante. Si alzò di corsa e li raggiunse per andare ad accertarsi delle loro condizioni.
<< Vai anche tu, Ivan. >> Disse poi la ragazza guardando il fratello con sorriso incoraggiante. << Hanno bisogno di un dottore. >>
<< Ne sei sicura? >> Chiese quello senza nascondere una certa apprensione nel proprio sguardo.
<< Smettila di preoccuparti così tanto per me! >> Rispose lei con un ghigno e dandogli un colpetto sulla guancia. << Ora vai; va' a fare ciò che sai fare meglio! >>
Con un sorriso grato, Ivan Korolev si rialzò titubante e corse a soccorrere Rosso-X, i cui lamenti erano arrivati da molto tempo fino a lui.
Terra non stava male, il suo scontro con Stella Nera era stato duro, ma i Titans erano intervenuti proprio prima che potesse venire gravemente ferita, e grazie all'intervento di Rosso-X non era stata colpita ulteriormente durante l'ultimo attacco della aliena; lui, però, era in stato di shock dopo il colpo che aveva ricevuto e la perdita del braccio. Terra stava cercando di farlo concentrare su qualcosa di diverso dal dolore e tranquillizzarlo.
Terra era accovacciata accanto a Rosso-X e gli stringeva la mano destra con apprensione. I suoi occhi non si staccavano da quelli del ragazzo, a cui aveva tolto la maschera per farlo respirare meglio, e sussurrandogli parole rassicuranti sembrava essere riuscita a calmarlo. Lui la seguiva come in trance e respirava freneticamente, annuendo debolmente a qualsiasi cosa lei gli dicesse.
<< Signor Rosso-X! >> Esclamò Luna quando li raggiunse, inginocchiandosi accanto a lui.
Rosso-X girò la testa verso di lei e digrignò i denti quando sentì una scossa attraversargli la spalla e irrigidirgli tutti i muscoli del fianco sinistro. Quando il dolore si fu attenuato, riuscì a rivolgere a Luna un sorriso.
<< Stai bene, piccola peste? >> Ansimò tremando, poi si sdraiò fissando lo sguardo sul volto di Terra. << La tua amica… Mi sta davvero aiutando a tenere i nervi saldi… Mi sta stringendo la mano così forte che non riesco a sentire la differenza con l'altra. >>
Rosso-X rise del proprio sarcasmo, ma le sue risate furono interrotte da altre scariche di dolore che gli arrivarono dai nervi della spalla. Terra sorrise mestamente a quelle parole, ma gli disse di non sforzarsi oltre; non provò nemmeno per un momento a nascondere la propria preoccupazione, Luna stessa venne influenzata dalla sua ansia e temette il peggio, fino alla comparsa di Vrach, che iniziò a spiegare cosa andava fatto.
<< Dategli spazio, deve respirare! E' una fortuna che la ferita si sia cicatrizzata istantaneamente, altrimenti sarebbe morto dissanguato. >> Disse gettandosi a terra e cominciando ad esaminare la spalla di Rosso-X.
<< Finalmente una buona notizia! >> Commentò quello guardando verso l'alto e trattenendo un grido quando sentì la mano di Korolev passare sulla sua ferita.
<< Posso lavare la ferita per evitare che si infetti e somministrargli un anestetico, ma dovrà essere portato in un ospedale per il resto. >> Disse Korolev mettendo mano alla propria cintura e cominciando ad armeggiare con qualcosa in una tasca.
<< Posso aiutare in qualche modo? >> Chiese Terra facendo andare con rapidità lo sguardo da Rosso-X a Korolev.
<< Devi tenerlo fermo. La ferita brucerà molto tra un istante. >> Rispose sbrigativo quello. Terra allora poggiò le mani tremanti su un fianco di Rosso-X, ma non era sicura di poter riuscire ad aiutare in quel frangente. Fu quando comparve Beast Boy, che si accovacciò all'altro fianco del ferito e mandò un sorriso rassicurante alla ragazza che lei sentì la tensione scivolarle di dosso.
<< Allora sarà meglio tenerlo in due. Hai visto che calci dà questo qui? >> Disse con il suo solito tono spensierato. Per la prima volta Terra si ritrovò a incrociare il suo sguardo dopo anni passati a nascondersi, e finalmente riuscì a sorridere.
<< Grazie… >> Mormorò senza fiato, prima che Vrach tirasse fuori una boccetta di disinfettante e cominciasse a versarlo sulla spalla di Rosso-X. Questo cominciò a dimenarsi come un matto, il suo corpo attraversato da spasmi sembrò posseduto da una forza ultraterrena e nonostante tutto il suo autocontrollo, il ragazzo non riuscì ad evitare di urlare. Quando finì quella tortura, però, Rosso-X sembrava il solito mattacchione.
<< Forse era meglio se mi davi prima l'anestetico e dopo mi versavi addosso quella roba… >> Disse, provocando delle risatine tra i presenti, che riuscirono a liberare un po' della tensione.
<< Forse hai ragione. >> Rispose Korolev bagnando una garza con il disinfettante e passandola a Terra. << Questa devi tenergliela ben premuta sulla ferita, quando si sporca andrà cambiata. >> Le disse prima di passare a preparare l'anestesia. Tornando a rivolgersi a Rosso-X, disse con tono meno autoritario:<< In ogni caso, adesso non sentirai più niente. >> E dopo aver controllato la siringa che aveva tirato fuori dalla sua cintura, la somministrò al paziente.
In pochi attimi i movimenti di Rosso-X si fecero più lenti e la sua voce si ammorbidì; anche il suo respiro riuscì finalmente a rallentare fino a un ritmo stabile. Prima di perdere i sensi, l'uomo si volto a guardare Terra ancora una volta. Aveva gli occhi lucidi e sorrideva inebetito, e disse:<< Sono felice che tu sia sana e salva. >>
Terra fu presa da una forte malinconia quando lo vide chiudere gli occhi e per un attimo pensò di averlo perso; poi BB sollevò il corpo inanimato di Rosso-X e disse che si sarebbe occupato di portarlo in un ospedale, e lei capì che sarebbe andato tutto bene.
Korolev ringraziò il supereroe e andò ad occuparsi degli altri feriti, lasciando Terra con Luna a chiedersi cosa potesse fare mentre li osservava entrambi che si allontanavano.
<< Ne è passato di tempo, Terra. >> Fece una voce femminile alle sue spalle che la fece sobbalzare. Era Corvina, la persona che forse più di tutti la aveva odiata quando voltò le spalle ai Titans.
Terra non riuscì a dire nulla di fronte ai suoi occhi scuri, eppure il suo sguardo non sembrava volerla rimproverare o incuterle timore; la maga era molto tranquilla, stava addirittura sorridendo.
<< Dovresti andare con lui. >> Disse soltanto, facendo un cenno in direzione di BB. << E faresti bene a parlare con BB. Cerca di chiarire le cose tra te e lui, ha sofferto molto dopo che sei sparita… >> Forse avvertì il suo nervosismo nel ritrovarsi di fronte a lei, ma Corvina non aveva alcuna intenzione di rammentarle il passato e cercò di metterla più a suo agio possibile.
Terra annuì impercettibilmente e cominciò a camminare seguendo i passi di Beast Boy, ma fu fermata di nuovo dalla voce della maga che chiamò il suo nome.
<< Grazie. >> Disse poggiando una mano sulla spalla di Luna Bianca, che rimase a guardare quella scena con aria spaesata.
Terra si sentì un po' più serena nel ricevere quei ringraziamenti. Aveva rischiato la propria vita per difendere Luna nonostante non avesse alcun motivo per farlo, e per questo Corvina le era grata; forse non avrebbe dimenticato ciò che le aveva rese nemiche, ma con quello le loro differenze erano state messe definitivamente da parte. Dopo un rapido cenno, tornò a inseguire BB e Rosso-X, e Corvina si voltò portando con sé Luna.
La K'Norfka e la sua protetta raggiunsero il gruppo degli uomini di Sladow, dove era rimasto anche Ala della Notte, e una volta arrivate la maga sorrise a Maschera Nera.
<< Signorina Laurel. >> Disse con voce rilassata. << Mi fa piacere vederla di nuovo. >>
La ragazza sorrise, anche se sembrò più una smorfia di dolore, e rispose amichevolmente:<< Miss Corvina… >>
<< Hai vegliato su di lei sin dal primo istante, non è vero? >> Chiese accarezzando la spalla di Luna mentre parlava.
Laurel annuì, quindi si sciolse finalmente i capelli che aveva tenuto legati sotto alla bandana e questi le caddero sul viso formando dei piccoli riccioli. << Non sono una vera insegnante. Sladow sapeva che Stella Nera avrebbe cercato di rapire Luna, così ha mandato me a controllarla nelle ore in cui era a scuola; è stato un po' più complicato quando avete deciso di far tornare Luna a casa da sola, ma sono comunque riuscita a tenerla al sicuro. La mia sola presenza fungeva da deterrente per gli H.I.V.E. Five. >>
<< Ecco perché non hanno mai tentato di rapirla quando era fuori da sola. >> Disse Ala della Notte.
<< E tu avevi ragione a pensare che ci fosse una talpa nella scuola di Luna, ma te la sei presa con la persona sbagliata… >> Commentò Corvina, facendo provare un grande imbarazzo al suo amico per avergli ricordato quando aveva quasi aggredito il signor Grayson.
Maschera Nera annuì. << Grazie alle conoscenze informatiche di Coso, abbiamo crackato il database del registro scolastico, facendo risultare il nome di Laurel tra gli insegnanti della classe di Luna. >> Continuò lei. << Ma il mio vero nome è Irina Koroleva, sono una spia internazionale e ho lavorato sotto copertura per tutto questo tempo. >>
<< Koroleva? >> Chiese il padre di Luna. << Ma non è come…? >>
<< Sì. Ivan Korolev è mio fratello. >> Disse lei voltandosi un attimo a guardare Korolev mentre parlava con See-More, a cui sembrava star facendo un controllo medico. << E' dannatamente bravo con le parole, ma non sa dare nemmeno un pugno. >>
Ala della Notte rise. Improvvisamente tutto aveva più senso: non soltanto i sospetti che aveva avuto su un'eventuale talpa nella scuola di Luna, ma anche l'istantanea antipatia provata nei confronti di Korolev sin dal loro primo incontro, la fuga di notizie riguardo ai problemi di Luna a scuola e anche il fatto che non avesse mai visto Vrach combattere; tutto quanto si stava chiarendo ora che avevano finito di lottare.
<< Avevi pensato a tutto, eh Sladow? >> Commentò voltandosi verso il suo vecchio nemico.
Quello annuì e abbassò lo sguardo pensieroso. << Sì, ma non avevo immaginato che mi sarebbero stati tutti così leali… >>
<< Perché non avremmo dovuto? >> Chiese Irina inarcando un sopracciglio.
Sladow preferì rimanere in silenzio. C'erano decine di ragioni per cui quelle persone che aveva riunito in quella improbabile squadra avrebbero potuto voltargli le spalle, ma preferì non elencarle per il rispetto che nutriva verso di loro.
<< Capo, dovresti avere un po' più di fiducia nei tuoi sottoposti! >> Commentò Johnny il Rancido dandogli un colpo sul braccio, ghignando spavaldo.
<< Già, in fondo non potevamo certo lasciare te e la città alle grinfie di quella strega! >> Intervenne Kitty zoppicando leggermente; la sua tuta era sgualcita sulle spalle e il suo volto era pieno di graffi, la maschera che copriva gli occhi era sparita e la sua parrucca argentata era arruffata e bruciacchiata.
Sladow sembrò contento, ma quel momento di leggerezza fu breve. Dopo pochi istanti tornò ad essere concentrato e duro, e rivolgendosi al leader dei Titans disse:<< Comunque, adesso dobbiamo occuparci di Stella Nera. >>
<< La consegneremo alle autorità competenti. E' una piratessa spaziale e tornerà da dove è venuta. >> Rispose Ala della Notte voltandosi a guardare la donna che aveva causato tutta quella distruzione in città. Ma a Sladow non sembrò piacere quella risposta.
<< Io avevo in mente qualcosa di più drastico… >> L'uomo si voltò e andò a raccogliere qualcosa tra le macerie; quando si rialzò aveva una pisola nella mano e la puntava minacciosamente verso Stella Nera. Ala della Notte intuì le sue intenzioni e si mise in mezzo.
<< Non posso lasciartelo fare. >> Disse deciso. << Stella Nera avrà anche fatto del male, ma non posso far finire questa storia con un omicidio! >>
<< Avrebbe ucciso tutti noi in un battito di ciglia. >> Reagì Sladow muovendo la pistola in direzione della aliena, inginocchiata a una ventina di metri da loro. << Non si è fatta alcuno scrupolo e tu provi ancora a difenderla? Credi che possa redimersi? >>
<< Non si tratta di difenderla; si tratta di fare giustizia! >> Disse l'eroe mascherato con il volto attraversato da disprezzo.
Sladow lo spinse da un lato e avanzò. << Ed è quello che intendo fare. >>
Ala della Notte si mise a seguire Sladow, che sembrava del tutto intenzionato a finire quello che aveva iniziato. Stella Nera, ignara delle intenzioni del criminale, se ne restava per terra con le mani dietro la schiena, legate dalle manette di Cyborg; sua sorella la sorvegliava, dispiaciuta che le cose fossero andate così. Quando si voltarono entrambe, gli occhi di Stella Nera si riempirono di paura: sapeva cosa aveva intenzione di fare Sladow; lui non era come la sua sorellina sempre pronta a perdonare, non aveva regole a cui obbedire.
<< Cosa hai intenzione di fare, Sladow? >> Chiese Stella Rubia facendo un passo avanti mentre sua sorella cercava di strisciare al riparo.
<< La cosa giusta. >> Rispose lui. << Questa donna ha fatto troppo male per potersela cavare con una pena leggera; i miei uomini hanno rischiato le loro vite per lei e per voi! Non accetterò che la faccia franca! >>
Stella aprì le braccia e una leggera luce smeraldo cominciò a illuminare i palmi delle sue mani. Il suo sguardo si inasprì, quasi più di quando la sorella aveva messo in pericolo Luna. << Non lascerò che tu uccida mia sorella! >>
<< Adesso è tua sorella? >> Chiese con tono di sfida l'uomo. << Pensavo che la odiassi per quello che aveva fatto a Luna Bianca. Vuoi davvero lasciarla impunita? >>
<< Komand'r sarà anche una poco di buono che non imparerà mai la lezione, ma nessuno ha il diritto di scegliere se lei meriti di vivere! >> Rispose con fermezza Stella, frapponendosi tra la pistola e sua sorella, che assistette incredula a quella scena. << Non lascerò che mia figlia veda sua zia morire! >> Aggiunse con voce più bassa.
Sladow sostenne lo sguardo di Stella a lungo. Nella sua mente non c'era niente, solo il desiderio di chiudere quella faccenda nell'unico modo che conosceva, ma molti erano contro di lui su quella decisione; poteva contare solo sul sostegno di alcuni dei suoi sottoposti, nessun altro voleva spargere altro sangue.
A un tratto intervenne Luna. << Signor Sladow, non le faccia del male, per favore! >> Esclamò raggiungendo di corsa l'uomo mascherato e strattonandolo da un braccio.
La bambina era riuscita a sfuggire alla sua K'Norfka e aveva cercato di mettersi in mezzo; arrivò Kitty a tirare Luna via da lì, ma anche lei pregò Sladow di lasciar perdere quel suo desiderio di vendetta.
<< Non ce n'è più bisogno ora. >> Disse la donna, che immedesimandosi in Stella doveva aver immaginato quanto potesse essere doloroso ritrovarsi in quella situazione; la Tamaraniana doveva essersi sentita profondamente tradita quando aveva scoperto delle macchinazioni della sorella, ma nonostante tutto l'odio che avesse provato in quella battaglia non avrebbe mai potuto volerla morta. Sia come madre che come figlia, si sentiva molto vicina a lei in quel momento, e pur non avendo mai avuto fratelli, poteva immaginare quello che provasse Stella: private entrambe dei genitori, le due sorelle erano cresciute diversamente, senza potersi affidare a qualcuno che gli facesse vedere i loro sbagli e le incoraggiasse a continuare quando facevano qualcosa di buono. Non avrebbe cercato di giustificare il comportamento di Stella Nera, ma capiva perché Stella Rubia volesse proteggerla da Sladow.
Questo rimase con la pistola puntata e non disse niente. Sembrò riflettere a lungo su quella decisione, ma non ebbe il tempo di fare la sua scelta perché mentre nessuno guardava, Stella Nera spezzò le manette che la tenevano imprigionata e, sollevando un gran polverone, spiccò il volo allontanandosi rapidamente dal suolo, sparendo nel cielo rosso e perdendosi tra le nubi.
<< Maledizione…! >> Sladow alzò il braccio per sparare, ma Ala della Notte lo fermò con una mano.
<< Non tornerà più qui. >> Disse. << E' scappata per salvarsi la vita, o forse per non subire l'umiliazione di essere risparmiata da gente come noi. In ogni caso, non è più una minaccia per nessuno. >>
Sladow lo guardò come se si fosse profondamente offeso. << Hai veramente intenzione di riporre altra fiducia in lei? >>
<< Non ce n'è bisogno. >> Rispose il supereroe. << Qualunque cosa avesse in mente di fare, è stata distrutta assieme al suo orgoglio in questa battaglia. >>
Forse Dick aveva ragione, ma Luna aveva visto qualcosa di diverso prima che la zia spiccasse il volo; lei aveva avuto l'opportunità di vedere come Stella Nera abbassasse lo sguardo con sconfitta mentre sua sorella minore si metteva fra lei e Sladow, e aveva visto il suo sguardo prima che questa decidesse di scappare, e in quello sguardo aveva visto del rimorso, tristezza, o forse solo umiliazione come aveva detto suo padre. Tuttavia Luna non pensava che Stella Nera fosse scappata per avere salva la vita, quanto perché non riuscisse più a sopportare di vedere la sorella che prendeva le sue difese, dopo tutto quello che le aveva causato.
Sladow inspirò profondamente come se stesse mettendo a dura prova la propria pazienza, quindi ripose la pistola in una fondina con rassegnazione e diede le spalle ai Titans. << Fa' come vuoi. >> Disse ad Ala della Notte. << Ma se dovesse tornare un giorno, sarà un tuo problema! >>
Il criminale cominciò a camminare per raggiungere i suoi uomini, che lo attendevano. Erano rimasti in pochi: Maschera Nera, Vrach che aveva finito il suo giro ed era tornato dalla sorella, e Johnny il Rancido; Coso e Billy Numerous erano rimasti con i loro vecchi amici degli H.I.V.E. Five, e Kitty non sembrava volersi unire a loro al momento, rimanendo accanto ai Titans e con Luna Bianca tra le braccia.
Stella fu l'unica a non volgere lo sguardo verso Sladow quando questo se ne andò: rimase a guardare il cielo con rammarico, pensando a sua sorella. Fu solo quando Luna si fece mettere giù da Kitty e andò ad abbracciare la madre che Stella distolse lo sguardo per sempre.
<< Sono così felice che tu stia bene! >> Mormorò la donna stringendo con forza la figlia, che non capì il motivo di tutta quella affettuosità. Stella l'aveva già vista: stava bene anche se era un po' acciaccata. Non c'era più bisogno di preoccuparsi, eppure sua madre continuava a tremare mentre la stringeva a sé.
Ala della Notte osservò quell'abbraccio così struggente con un sorriso, poi si voltò verso Kitty, che forse era stata veramente la loro più importante alleata in quella battaglia.
<< Non ti abbiamo ancora ringraziata come si deve. >> Mormorò vedendo che anche lei si stava sciogliendo di fronte a quell'abbraccio. La donna alzò lo sguardo e sembrò sorpresa.
<< Non c'è bisogno di nessun ringraziamento! Ho fatto tutto quanto perché pensavo di poter fare qualcosa… >> Rispose levando le mani e restando sulla difensiva, ma quella facciata durò poco perché qualche istante dopo sul suo volto si formò un sorrisetto furbo e alzando gli occhi al cielo disse:<< Anche se… Se proprio volete sdebitarvi, potreste venire a un'altra cena con me e la mia famiglia! >>
Ala della Notte rise e si voltò a guardare Luna e Stella per chiedergli cosa ne pensassero; entrambe furono entusiaste di quell'idea. Nel frattempo arrivarono Corvina e Cyborg; la maga era costretta a camminare lentamente non avendo più il proprio bastone, e anche Cyborg aveva qualche difficoltà a muoversi, con il buco nell'addome che gli aveva aperto Stella Nera.
<< La lasciamo andare così? >> Chiese la maga accostandosi a Kitty e guardando verso l'alto.
Stella riuscì finalmente a lasciare la presa su Luna e annuì con tranquillità.
<< Forse dovreste sistemare i vostri problemi… >> Mormorò Kitty dicendo la sua riguardo a Stella Nera, ma Stella scosse la testa.
<< Io e lei siamo fatte per non poter andare mai d'accordo. E' impossibile, ormai lo sappiamo. E va bene così. >> Mormorò guardando il cielo per un istante, tornando a voltarsi subito dopo quasi come se avesse paura di esso. << E' stata sconfitta troppe volte, ormai… Forse capirà finalmente cosa le manca, e forse un giorno riuscirà ad essere felice senza provare rancore nei miei confronti… Ma non la rivedremo mai più, questo è certo. >>
Kitty esitò. Le sembrava molto triste come conclusione, ma così come la aveva capita quando aveva voluto difenderla, decise di accettare la sua decisione ora che non voleva più cercarla.
<< Kitty, noi stiamo andando via! >> Chiamò a un certo punto la voce di Coso, che la salutava con una mano da lontano. Era assieme a Billy Numerous, See-More, Kyd Wykkyd e Mammut. << Se vuoi ancora quello strappo, ti conviene sbrigarti! >>
<< Sì! >> Kitty alzò la voce e ringraziò Coso per averla avvertita, poi si rivolse a Luna. << Ci rivedremo presto, Luna. >>
Luna mostrò un grande sorriso alla donna e rispose:<< Salutami Jamie! >>
Quella agitò timidamente una mano per salutarla, quindi si avviò a passo svelto verso gli ormai sciolti H.I.V.E. Five. I Titans rimasero a guardare mentre il gruppo si allontanava fino a sparire dalla loro visuale, e alla fine rimasero solo loro.
<< Li lasciamo andare? >> Mormorò Cyborg, che stava ancora aiutando Jella a reggersi in piedi. In quel momento arrivarono anche i Titans Est; Màs e Menos avevano concluso la ricognizione della zona per assicurarsi che non ci fossero altri pericoli, mentre Saetta, Aqualad e Bumblebee si erano riuniti e avevano raggiunto lentamente gli altri supereroi.
Ala della Notte annuì pensieroso. << Hanno lottato assieme a noi. Hanno fatto anche loro molte cose sbagliate, ma non è del tutto colpa loro… Possiamo lasciargli un po' di tempo per riflettere, prima che la giustizia bussi alla loro porta. >>
<< Tu non dovresti andare con loro? >> Chiese Corvina rivolgendosi a Jella, che si reggeva a Cyborg per camminare. << Sono tuoi vecchi amici, no? >>
<< Prima voglio vedere Flash! >> Rispose con fermezza la ragazza. << E' l'unica ragione per cui sono ancora in piedi. >>
Corvina sorrise mestamente; avrebbe dovuto andare anche lei in ospedale, ma sapeva che non l'avrebbe ascoltata. Jella era esausta, ma aveva continuato a combattere per andare avanti, spinta unicamente dal desiderio di rivedere il suo fidanzato.
<< Robin. >> Dal gruppo dei Titans Est arrivò la voce di Saetta, che si corresse subito scusandosi con Ala della Notte. Questo si avvicinò e gli porse l'arco nero che aveva usato in quella battaglia. << Questo è tuo. >> Disse.
Ala della Notte sorrise. << Alla fine hai capito cos'era… >> Mormorò riprendendosi l'arco e premendo un bottone che lo fece ritrasformare in un cilindretto metallico.
<< Praticamente era come se mi stessi chiedendo di entrare in azione! >> Rise l'altro supereroe.
Ala della Notte rise con lui, e gli altri Titans si liberarono un po' con delle deboli risate. Poi il leader della squadra sentì il dovere di scusarsi.
<< Mi sbagliavo su di voi. >> Disse guardandoli uno a uno. << Eravate feriti e deboli, ma non avete mai perso la vostra forza. Sono davvero felice che siate venuti! >>
<< Sì, bé… E' merito di BB se abbiamo deciso di raggiungervi senza aspettare il vostro segnale. >> Rispose Aqualad, che continuava a prestare appoggio a Bumblebee.
<< Ha sempre avuto un grande spirito di iniziativa! >> Commentò Cyborg voltandosi a guardare in lontananza, immaginando che il suo amico fosse già all'ospedale più vicino in compagnia di Terra e Rosso-X.
Màs e Menos intervennero con tono un po' allarmato. << No hemos encontrado la mujer gato! >> Disse uno dei fratellini.
<< Chat Noir? >> Chiese Stella perplessa.
Menos scosse la testa freneticamente. << No! La otra mujer gato! >>
<< Sta parlando di Cheshire. >> Intervenne Saetta con un tono stizzito. << Quell'essere spregevole deve aver approfittato della confusione per squagliarsela! >>
I Titans videro come fosse infastidito il supereroe dalla scomparsa della assassina; lui aveva un vecchio conto in sospeso con lei da troppo tempo ormai, probabilmente aveva sperato che finalmente fosse assicurata alla giustizia, ma il suo istinto da eremita doveva averla fatta fuggire prima che le cose si mettessero troppo male per il suo boss, che ormai aveva abbandonato tutta la sua squadra.
<< Almeno Soldato Hive è ancora qui… >> Commentò Cyborg guardando verso la voragine dove c'era ancora il corpo privo di sensi del leader degli H.I.V.E. Five.
Jella intervenne con una punta di disprezzo:<< Non sperare che ci sia di aiuto, quello là. Preferirebbe crepare, piuttosto che fare la spia. >>
Cyborg fece una smorfia. << Dubito che ci sarebbe stato di alcun aiuto comunque… Mi è sembrato troppo sconvolto. >>
<< Già. >> Disse la ragazza. << Ormai ha perso il lume della ragione. >>
<< Se non altro, non opporrà più resistenza. >> Disse Saetta con un tono sollevato, nonostante non fosse certo ci fosse niente di cui essere contenti.
Il gruppo rimase in silenzio per qualche istante, quasi come se nessuno volesse più dire nulla. Avevano parlato così tanto e combattuto fino allo sfinimento che ora tutti quanti volevano solamente rallentare il ritmo e riposare, finalmente. La stanchezza stava finalmente cominciando a farsi sentire e la tensione si era alleviata; rimaneva ancora da rimettere a posto e informare le autorità che la situazione era sotto controllo, e presto sarebbe tutto finito.
Luna Bianca intervenne tirando la tuta del padre e con la sua vocina acuta chiese:<< E adesso che facciamo? >>
Ala della Notte si abbassò sorridendo e la prese in braccio, la baciò sulla fronte e rispose:<< Ora andiamo a casa. >>
   
 
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