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Autore: ken_wakashimazu    06/08/2009    1 recensioni
Disclaimer: i personaggi del manga "Capitan Tsubasa" sono di esclusiva proprietà di Yoichi Takahashi. Ritiro della nazionale juniores di calcio giapponese, in preparazione pre campionato e in vista del mondiale di categoria. Ne accadono un po' di tutti i colori. Personaggi: un po' tutti...
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Ed Warner/Ken Wakashimazu
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 6°. "ALONE IN THE DARK?"

Come un coglione, finisco per addormentarmi sulla sdraio, in pigiama e giacca della tuta, con le lacrime che mi si seccano attorno agli occhi cerchiati di scuro; la febbre è ancora qui, ed è la sola che non mi abbandona, in questi giorni...

***************

Il mattino arriva prima del previsto, ma io non me ne accorgo.
Continuo a russare a bocca aperta, senza un minimo di decenza, e probabilmente facendo anche i palloncini dal naso, nel pieno rispetto della tradizione fumettistica del Sol Levante.
Mi risveglio solamente quando mi sento scuotere svariate volte, con mozziconi di frase che arrivano alle mie orecchie da un'altra dimensione:

"E...sveglia! Ken..azzo! V..glia!" Voce aliena numero uno.
"Ma che è, morto?!" voce aliena numero due.
"Ma quale morto e morto, ma non lo senti come russa?!" voce aliena numero uno, again.

Apro gli occhi, sbattendoli, infastidito dalla luce, e la prima cosa di cui mi rendo conto è che il mal di testa è scomparso.
La seconda, invece, è che qualcuno mi ha messo una coperta pesante addosso, ed è per questo che non devo aver preso più di tanto freddo, la notte passata.
La terza, infine, è che le voci aliene uno e due appartengono a Hyuga-kun e a Jito-kun, che mi osservano con lo stesso interesse che un collezionista di francobolli dedicherebbe ad un rarissimo, preziosissimo "Gronchi rosa".

"Mh..erhm..ragazzi...che ore sono?!"

"Bentornato fra di noi, bell'addormentato. Ronfato bene?" mi chiede Kojiro, ghignandosela.

"Sono le 11 e mezza; ti abbiamo lasciato dormire perchè con la febbre che hai avuto, non era il caso di svegliarti e farti scendere fra noi comuni mortali.." mi risponde il bestione, Hiroshi, sorridendo.

"Le undici e mezza??!! Ma che cazzo..io..ho dormito qui?!"

"Ah, facciamo progressi! Di questo passo la medaglia d'oro per la Prontezza non te la leva più nessuno!" rincara la dose il *caro* Hyuga, sempre ridendo di gusto.

Sollevo la testa dalla posizione *amica della cervicale* in cui ho dormito, sentendo un doloretto molto familiare al complesso muscolare trapezio-deltoide-scapolare.
Peeerfetto: anche una bella contrattura. Ora sì che siamo a posto!

"Ho un po' fame..." la butto lì, rialzandomi meglio che posso;
ho la testa leggera, che gira come una trottola, facendo sì che per alcuni istanti non veda che uno schermo nero puntellato di piccole lucine danzanti.
Una mano mi afferra prima che sbatta la zucca contro la ringhiera, e quando riesco di nuovo a mettere a fuoco mi rendo conto di quanto poco ci sia mancato prima che cadessi di sotto dal balcone.

"Siamo in vena di suicidi mattinieri..." dice Jito, sostenendomi. Poi, il brontolio del mio stomaco si fa udire chiaramente anche dai miei compagni, che invece che scoppiare a ridere amplificando in esposizione geometrica il mio già mostruoso e fantozziano imbarazzo, si limitano ad annuire ed a riaccompagnarmi dentro.

**************

Mi fanno sedere sul letto, dove io mi accascio stile sacco di patate, addossandomi con la schiena dolorante contro i cuscini; in quel mentre, provate un po' a dire chi entra nella stanza...su che è facile?!..Dai??
EEeeesatto! Take-chan, fa capolino dalla porta con una cera che non mi piace per niente.
E' pallido, ha le labbra bluastre e l'aria di uno che abbia appena rimesso l'anima.

"Suki!" esclamo, stupidamente, facendo coming out nella maniera più clamorosa ed idiota che sia possibile.
Hyuga e Jito sgranano gli occhi.
Si voltano all'unisono verso di me.
Mi guardano a dir poco allucinati.
E sempre all'unisono, esclamano/domandano:

"Suki?????!!!!"

Io comincio a guardare in giro e a balbettare in modo incoerente, mentre il mio viso passa dal rosa scuro al magenta per virare infino su un bellissimo rosso cardinalizio.

*Suki*dal canto suo è rimasto inchiodato dove si trovava, e il suo visino, pallido fino a pochi secondi prima, èdiventato di uno splendido rosso pompeiano.
Niente da dire, c'intoniamo che è una vera bellezza.

"Spero che tu stia scherzando."
Dice Kojiro, guardandomi fra il severo e lo schifato pesante.

Lo sguardo e il viso di Jito sono impietriti.

"Mi era parso di vedere Shinobu, Hyuga.."

invento lì per lì, mettendo in corner una palla che si stava insaccando al 7 senza che io muovessi un dito.

"Ah...per un attimo ho pensato che tu fossi impazzito di colpo. O peggio: che fossi diventato frocio."

Il rossore mio e di Takeshi inizia a scomparire, e il piccolo mi lancia uno sguardo pieno di gratitudine, eppure, al contempo, allarmato.
Sembra che non riesca a capire se ho inventato una balla per coprire quello che c'è stato..c'è...c'è stato? quello. Punto, fra di noi, oppure se ho veramente avuto una traveggola da fame più che arretrata e l'ho scambiato davvero per la mia ex.

"Se hai addiritturra le allucinazioni, non è il caso che tu scenda per pranzo." Dice Hiroshi, preoccupato per la mia *salute* -e chiamala salute...pfh!.

"No, in effetti è meglio che resti qui..anzi, vista la faccia che ha Takeshi, direi che sia meglio che rimaniate qui tutti e due.
Vi porteremo su il pranzo noi, e spiegheremo la cosa al mister."
Hyuga quando ci si mette, è davvero impagabile.
Jito assentisce di nuovo, e inizia ad avviarsi fuori dalla porta.
Hyuga mi guarda, poi guarda Takeshi per qualche istante, come se non l'avesse bevuta del tutto, la storia di Shinobu...infine fa:

"Fatti una doccia e mettiti a letto, Takeshi. Hai una cera che fa spavento.
Te la sei beccata anche tu, mi sa..."

Il mio piccolino fa sì con il suo capino tondo, e senza proferire sillaba si avvia in bagno.
Le due porte, del bagno e della stanza, si chiudono contemporaneamente, lasciandomi di nuovo solo "Come un gambo di sedano", come direbbe la Littizzetto.

**************

L'acqua della doccia scroscia per un tempo che mi pare interminabile, mentre io mi faccio sopraffare da mille pensieri e problemi che al momento mi sembrano senza soluzione.
Finisco non so come per perdermi in mezzo alle seghe mentali, come non facevo dal tempo in cui, ospedalizzato, temevo per il prosieguo della mia carriera calcistica, incalzato da mio padre che mi voleva karateka a vita.
Dopo un lasso di tempo che non saprei quantificare, sento una manina calda che mi sfiora la guancia sinistra e sussulto.
Devo essermi appisolato, e lui, uscito dalla doccia, è venuto a vedere come stavo...è così tenero il modo in cui mi guarda, pieno di dolcezza: ho una voglia matta di mangiarlo di baci, e allo stesso tempo una morsa di terrore che mi attanaglia le viscere, perchè' una parte di me non si capacita, non si vuole capacitare, di quello che ci sta accadendo.

"Suki...è bello il modo in cui mi hai chiamato." Dice la sua vocina piccina, mentre lui continua ad accarezzarmi la guancia.
"Per poco non rovinavo tutto...mi dispiace piccolo, non volevo metterti in imbarazzo, o in *pericolo*, con gli altri."
"Sai che ti dico? Non me ne frega niente!!" risponde lui, determinato, con uno sguardo adulto che non gli avevo mai visto.
"Ti voglio bene, te ne voglio davvero: quello che è successo ieri non è stato un sogno, anche se stamattina pensavo che fosse così...Poi mi sono svegliato per fare la pipì e ti ho visto a dormire fuori, con una faccina triste triste, che piangevi nel sonno..e ho sentito una stretta al cuore; ho capito che per niente al mondo avrei mai voluto vederti soffrire, e che tutto quello che voglio è vederti felice. E' FARTI felice."

Lo fisso esterrefatto, incapace di replicare.
Ha sempre avuto un coraggio ed una determinazione incredibili per la sua età, e per la sua persona, così "minima" e apparentemente delicata.
Ed eccolo qui, davanti a me, che parla con la maturità e la tranquillità che io non ho ancora saputo trovare, di un sentimento che prova e che, alla "veneranda età" di 13 anni e mezzo rischia di sconvolgergli la vita, rovinargli la carriera e i rapporti sociali.
Eppure lui, piccolo eroe, non se ne cura: pensa solo a me, a noi due.
E non mi passa nemmeno per l'anticamera del cervello di scambiare questa decisione per incoscienza adolescenziale.

"Mi ...mi vuoi bene davvero?!" rispondo io dopo un'eternità.
"Sì. Ti voglio bene. Tanto bene." Replica lui, serio, e poi mi fa uno dei suoi adorabili, tenerissimi sorrisoni che gli illuminano quegli occhi immensi e innocenti.

Prendo la sua manina con la mia, e la porto alle labbra.
La sfioro con un bacio, e la tengo stretta a me, mentre lacrime di gioia mi annegano la vista:

"Per ora sarà il nostro segreto. L'affronteremo insieme, piccolo cuore mio. Ti voglio bene anch'io, Take-chan..ti voglio bene con tutto il mio cuore."

Finalmente, in un modo che proprio non mi aspettavo, la notte è finita.
Finalmente, non sono più solo nel buio.

to be continued???
  
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