Fumetti/Cartoni americani > Spider Man
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Autore: JennyPotter99    20/03/2020    0 recensioni
Un saggio uomo diceva: da grandi poteri, derivano grandi responsabilità.
I fratelli Parker lo sapevano bene.
Il destino li aveva trasformati in eroi, ma presto si sarebbero resi conto che ciò avrebbe portato degli enormi sacrifici.
Avrebbero dovuto rinunciare a molte cose, a molte persone.
Genere: Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: Movieverse, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Mentre tornavano a casa, nessuno dei due si sentiva proprio al 100% bene.
Salirono le scale per andare in camera barcollando, sudando freddo e con le gambe molli.
-Sicuro di stare bene? Non hai una bella cera.- gli disse Clary, con gli occhi calanti.
-Nemmeno tu.- borbottò Peter, asciugandosi la fronte.
-Meglio dormirci su..-
-Sono d’accordo…-
Sia Clary che Peter dormirono fino al giorno successivo, con dolori a tutto il corpo e facendo incubi.
Quando il sole albeggiò, un raggio di sole svegliò Peter che, senza accorgersene, era finito mezzo nudo a dormire sul pavimento.
Ancora un po' intorpidito, si alzò e si mise gli occhiali.
Si accorse però che con quelle lenti vedeva tutto sfocato, come se in realtà non li avesse.
Togliendoseli, infatti, scoprì di vederci molto meglio.
Successivamente si mise davanti allo specchio, vedendo che qualcosa nel suo fisico era sicuramente cambiato.
I pettorali e le braccia erano molto più gonfie, come se in una notte avesse fatto un mese di palestra.
Solo che non si spiegava come fosse possibile.
-Peter!- urlò sua sorella e dalla porta accanto corse in camera sua. Non appena si accorse dei cambiamenti del fratello, sgranò gli occhi.- Oh mio Dio, che ti è successo?!-
-Non lo so, mi sono svegliato così!-
-Anche io, guarda!- esclamò, togliendosi la maglietta del pigiama e specchiandosi.
Inizialmente Peter voltò lo sguardo, imbarazzato, ma poi notò gli addominali sulla pancia della ragazza.- Wow, che addominali!-
-Ma che addominali!- continuò lei, mettendosi di profilo.- Guarda le mie tette, sono enormi!-
Peter alzò un sopracciglio.- Secondo me sono normali.-
Clary gli diede uno schiaffo sulla spalla, scoppiando a ridere.- Credi che sia per via di quel pizzico?-
-Non ne ho idea, ma è fantastico!-
Entusiasta del suo nuovo fisico, Clary volle metterlo subito in mostra: quel giorno decise di non mettersi più i soliti abiti, ma qualcosa di più stretto e usare i trucchi che le avevano regalato da bambina per truccarsi un po'.
Forse Harry l’avrebbe notata di più.
-Ieri non è andata poi così male, oggi posso riprovarci.- disse Peter, mentre andavano verso la fermata dello scuola bus. Lui a piedi e lei in bici.
-Probabilmente avrai più fortuna di me.-
-Ehi, non dimenticatevi che ripitturiamo la cucina oggi pomeriggio!- urlò lo zio Ben dalla finestra.
-Sicuro zio Ben, non cominciare senza di noi!- rispose Peter.
-E voi non cominciare con me.- replicò l’uomo, facendogli un occhiolino.
-Ripetimi cosa le dirai.- domandò Clary, pedalando sul marciapiede.
-Beh…Ciao, MJ, sai, noi siamo vicini da molto tempo e non so se tu ti sei mai accorta di me, ma io mi sono accorto di te.- continuò Peter, fantasticando.- E sei bellissima.-
-Così la spaventerai.- ridacchiò Clary.
Peter sbuffò, grattandosi la fronte.- Non ce la farò mai.-
-Devi solo credere un po' in te stesso.- ribatté Clary.- E…Ehm, correre.-
Peter la guardò stranito.- Correre?-
Clary indicò dietro le sue spalle.- Il bus.-
-Oh cavolo!-
Il fratello prese a rincorrere lo scuola bus che frequentemente perdeva.- Fermi l’autobus!!-
Clary sospirò e pedalò verso la scuola.- Siamo rimasti due sfigati.-
***
Clary mise la catena alla bici ed entrò nell’edificio, andando al suo armadietto per prendere i libri.
Fu in quel momento che giunse Harry.
-Ehi Clary, mi presti il libro di matematica, me lo sono dimenticato a casa.-
-Certo.-
Nello stesso momento in cui le passò il libro, il ragazzo notò qualcosa di diverso in lei.- Ehi, sei diversa, hai cambiato qualcosa?-
Clary sorrise per il fatto che lo avesse notato.- Sì, io ho messo un po' di…-
-Hai cambiato dentifricio? Ma sì, certo! Ti fa i denti più bianchi, molto meglio!- continuò Harry, dandole un amichevole pacca prima di proseguire in classe.
Clary roteò gli occhi e chiuse l’anta dell’armadietto, battendoci più volte la testa.
Al suono della campanella, fece per andare in aula, ma qualcosa la bloccò.
La sua mano era letteralmente rimasta appicciata all’armadietto: anche con tutta la forza, non riusciva a staccarsi e non si spiegava il perché.
-Parker!- gridò un ragazzo lungo il corridoio.
Peter le si fiondò alla spalle, come terrorizzato.
Clary riconobbe anche la voce di Flash, piuttosto furioso.
-Che cosa gli hai fatto?- gli domandò Clary.
-Non lo so, è stato stranissimo: MJ era scivolata su una pozzanghera di succo e io l’ho percepito, capisci?! Prima che accadesse! Sono riuscito ad afferrarla e a salvarle la colazione! Ma il sacchetto non mi si staccava dalla mano e accidentalmente ho colpito Flash, è stato un incidente.- spiegò velocemente Peter. -So che è da pazzi, ma devi credermi.-
-Ti credo, sono 5 minuti che cercò di scollarmi dall’armadietto!- borbottò Clary, cercando di tirarsi via la mano.
Fu in quel momento che giunse Flash, seguito da Mary Jane e tutta la sua banda.
-Flash, è stato un incidente!- esclamò MJ.
-Il mio pugno sulla sua faccia, eccolo l’incidente!- ribatté Flash, arrabbiato, pronto ad alzare le mani.
-Ti prego Flash, non possiamo parlarne?- gli chiese Peter, cercando di essere pacifico.
Ma Flash sembrò non accettare e dopo che vennero circondati da altri alunni, tentò di dargli un pugno dopo l’altro.
Inaspettatamente, Peter li schivò tutti, per poi rispondere con un potente gancio destro.
Flash era sicuramente molto più possente di Peter, ma quest’ultimo sembrava batterlo in agilità.
A quel punto spuntò anche Harry.
-Dagli una mano, Harry!- gli disse MJ.
Nello stesso istante, un amico di Flash corse verso Peter, però il ragazzo lo evitò con una strabiliante capriola all’indietro.
Harry sgranò gli occhi.- A chi dei due?-
Prima che l’altro tentasse di nuovo di colpire il fratello, Clary riuscì con forza a liberarsi dall’anta, staccandola però dal resto dall’armadietto e con un gesto secco, lo colpì sul viso, atterrandolo.
Né Clary né Peter si spiegava cosa fosse successo.
Lasciando l’anta per strada, Peter afferrò la mano della sorella e corse via in un vicolo, per evitare che qualcun altro li vedesse.
-Ma che diamine è successo?! Com’è possibile?!- esclamò Clary, confusa.
-Non lo so, mi sono sentito di fare quelle cose e le ho fatte.- rispose Peter, col fiatone.
Clary si prese qualche minuto per pensarci su.- E se fossero stati quei ragni a morderci? Insomma, ha senso, erano geneticamente modificati. Velocità, sensi acuti, agilità..-
Peter si guardò le mani.- …E capacità di arrampicarsi.- sussurrò tra se e se, spostando poi lo sguardo sul muro.
-Che vuoi fare?-
Il ragazzo non rispose e lentamente mise le dita sulle mattonelle.
Poi anche quelle dell’altra mano e infine i due piedi.
Magicamente restò attaccato.
-Oh mio Dio.- sussurrò Clary, spalancando la bocca.
Peter scoppiò a ridere.- E’ fantastico, fallo anche tu!- esclamò, proseguendo verso il tetto.
Quel palazzo era veramente molto alto, ma Clary voleva testare se avesse le stesse capacità del fratello.
Così prese un bel respiro e si appoggiò al muro con le dita.- Basta non guardare giù, no?-
Improvvisamente, una mattonella si staccò dalle altre e le fece perdere l’equilibrio su entrambe le braccia.
Credeva che sarebbe caduta giù per quei tanti metri che aveva già fatto, ma non fu così.
I suoi piedi rimasero attaccati al muro, come fossero incollati.
L’istinto le disse di guardare giù e non ebbe poi tanta paura.
Seguì così il fratello fino all’attico del palazzo, trovandolo pensieroso.- Che c’è?-
-Stamattina, su quel sacchetto, c’era una specie di ragnatela. Credo sia uscita dal mio braccio.-
Clary fece uno sguardo disgustato.- Beh, i ragni le producono, credi che ne siamo capaci anche noi?-
Peter si posizionò alla fine del palazzo, dove c’era un grosso vuoto tra quello e l’altro edificio.
Di scatto, il ragazzo pose la mano in avanti.- Vai ragnatela!-
Clary scoppiò a ridere sotto i baffi.- Cos’è? Un cane?-
Il fratello roteò gli occhi.- Perché non provi tu allora?-
-Non ho idea di come si faccia.-
Clary voltò la mano col palmo in su e dopo essersi concentrata sul punto esatto in cui la ragnatela sarebbe dovuta andare, essa uscì spontaneamente dal suo polso, appiccicandosi ad un balcone dall’altra parte. -Wow.-
Peter fece lo stesso, ridendo divertito.- Io salto, vieni anche tu?-
L’altra staccò la ragnatela con un gesto secco.- Ho rischiato di fare un volo di 10 metri poco fa, io sto apposto così.-
-D’accordo.- continuò Peter, aggrappandosi alla sua tela.- Alla riscossa.- mormorò fra se e se, prima di buttarsi dal palazzo.
Giunto a terra però, rimase attaccato alla ragnatela e invece di staccarsi, andò a finire contro un cartello pubblicitario.
-Appunto.-
   
 
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