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Autore: fantaysytrash    20/03/2020    1 recensioni
[Multicouple | Introspettivo/Fluff/Slice of Life | Raccolta | Missing Moments | Canon Divergence | Multisetting] [Questa storia partecipa alla challenge “Challenge pro Quarantena” indetta da Ile_W sul forum di EFP] [Questa storia partecipa alla challenge “Hugs & Kisses” indetta da carlotta.97 sul forum di EFP] [Questa storia partecipa all’iniziativa “La corsa delle Drabble & Flashfic” organizzata sul gruppo Facebook “C’era una volta con un prompt...”]
Una piccola raccolta di momenti slegati gli uni dagli altri, ispirati ai diversi prompt forniti dalle challenge in questione.
#1 – Different Similarities, Similar Differences [Thor/Steve]
#2 – An Act of Violence Against the Self [Tony/Bruce]
#3 – Unless You Play It Good and Right [Steve/Bucky]
#4 – The Worst Place You Can Be [Sam/Natasha]
#5 – If It’s Safe to Love, It’s Safe to Live [Thor/Steve/Bucky]
#6 – The Wider the Distance, the Warmer the Hug [Carol/Maria]
#7 – Love Is Its Own Protection [Steve/Bucky]
#8 – Storms Draw Something Out of Us [Thor/Bruce]
#9 – Together Is a Wonderful Place to Be [Thor/Steve]
Genere: Fluff, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Bruce Banner/Hulk, James ’Bucky’ Barnes, Steve Rogers/Captain America, Thor, Tony Stark/Iron Man
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Disclaimer: Tutti i personaggi di questa storia non appartengono a me, bensì a Stan Lee e alla Marvel. Questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro, ma solo per puro divertimento.

 

 


 

EVERYTHING I HOLD DEAR (RESIDES IN THOSE EYES)

#4 – THE WORST PLACE YOU CAN BE

 

Natasha camminava irrequieta avanti e indietro per la stanza, lo sguardo fisso sulla finestra semi-oscurata che lasciava intravedere solo un minuscolo pezzetto del paesaggio all’esterno.

“Nat, va tutto bene?”

La rossa ignorò la voce di Sam, il quale la stava guardando con aria preoccupata a qualche passo di distanza. Dopo aver avuto a che fare con Bucky – per non parlare di tutti i veterani con cui trattava ogni giorno –, sapeva di non dover star troppo addosso a qualcuno così prono a un attacco di panico.

Semplicemente non si sarebbe mai aspettato che quel qualcuno fosse Natasha.

In tutte le situazioni ardue in cui si erano ritrovati, l’aveva sempre vista mantenere la calma e capace di escogitare un piano per qualunque problema si fossero trovati davanti.

Ora invece sembrava spaesata, e proprio non riusciva a comprenderne il motivo. Non stavano affrontando alieni o semidei o agenti dell’HYDRA; erano semplicemente stati avvisati di non lasciare l’abitazione per qualche ora, lo stretto necessario finché l’ambiente circostante venisse determinato sicuro.

“Natasha,” chiamò sottovoce per non spaventarla. “C’è qualcosa che ti preoccupa?”

Questa volta, Natasha si voltò, lo sguardo allerta per un pericolo che Sam non era in grado di vedere.

“Scusa,” disse infine. “Nonostante sia passato molto tempo, ogni volta che mi trovo in un luogo chiuso senza possibilità di uscire mi sento in gabbia. Mi tornano in mente tutte le volte che sarei voluta evadere dalla Stanza Rossa.”

Scosse la testa, imbarazzata per essersi mostrata debole, seppur di fronte a uno dei suoi più cari amici.

“Devo restare vigile e―”

Venne interrotta dalle braccia di Sam che, titubanti e decise al tempo stesso, le circondarono le spalle, spingendo lievemente il viso nell’incavo del suo collo.

“Nat, il posto peggiore in cui puoi stare in questo momento è la tua stessa testa,” disse. “Credimi, è lo stesso procedimento che utilizzo con i veterani; quando senti che stai per venire sopraffatta dal passato, pensa a qualcos’altro, sfogati, non restare immobilizzata nei ricordi.”

Era una posizione insolita, ma non scomoda o tesa; Sam profumava di pulito e lavanda, e le sue braccia forti la stavano sostenendo in più di una maniera.

Si lasciò quindi andare a quel calore che non sentiva da troppo tempo, perdendosi in ricordi del moro piuttosto che in quelli della sua infanzia.

E solo quando gli fu dato il via libera per uscire, la minaccia ormai sventata del tutto, Natasha realizzò che quello era stato il loro primo abbraccio. Sorrise tra sé, sperando che il futuro gliene riservasse molti altri.

   
 
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