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Autore: Juliet8198    20/03/2020    2 recensioni
Dall'incontro con una misteriosa ragazza, le vite e i sogni di ogni componente del gruppo non furono più gli stessi. Quale origine hanno le sue misteriose e fortuite apparizioni? Quale segreto si nasconde dietro la serie di avvenimenti in cui vengono coinvolti?
Ognuno di loro dovrà, volente o nolente, affrontare la verità che si cela dietro il suo mistero e l'ombra dei loro demoni che ha liberato.
Storia presente anche su Wattpad al profilo @GiuliaRossi321
Genere: Romantico, Sovrannaturale, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Il corpo di Jungkook giaceva privo di sensi sul materasso lercio appoggiato contro la parete e lei non riusciva a fare altro che fissarlo impotente. Quando il ragazzo aprì gli occhi, quello che lei vide fu oscurità e paura. 

 

Beatrice si girò sul fianco facendo frusciare i lenzuoli. Dopo qualche secondo si girò sull'altro fianco, spinta dai muscoli tesi e rigidi come legno.

 

-Tu non hai paura?- disse infine il ragazzo, tenendo lo sguardo di fronte a sé. 

-Sinceramente, no. Non per me almeno.-

"Sto morendo dalla paura. Ma non posso lasciare il mio peso su di te."

Jungkook si girò stupito verso la ragazza. 

-I tuoi amici saranno preoccupati a morte per te.- aggiunse infine lei.

-Anche la tua famiglia. E i tuoi fan.- continuò. 

Il ragazzo posò gli occhi su di lei facendo rotolare la testa contro il muro.

-Anche la tua famiglia lo sarà.-

 

Sbuffò, girandosi nel letto finché non si ritrovò a pancia in giù, la faccia affondata nel cuscino. Il mal di testa le perforava le meningi con attacchi acuti e meschini. In preda alla disperazione, si sarebbe anche lanciata contro il muro pur di farlo smettere. Magari, anche i ricordi sarebbero spariti.

 

-Come hai detto che ti chiami?-

-Beatrice.- ripeté lei.

-Da dove vieni?-

La ragazza fece un altro sorrisetto.

-Sono italiana. Vengo dalla patria della carbonara.-

Il volto di Jungkook si illuminò per un breve istante e sulle sue labbra comparve quell'adorabile sorriso che lo faceva tanto assomigliare ad un coniglietto. 

 

Si passò una mano sul volto, spingendo le unghie contro la carne. 

"Basta."

Aprì le palpebre e le sbattè un paio di volte, sentendo le ciglia solleticarle le guance. Poi le richiuse e iniziò a contare. Cercò di concentrare tutti suoi pensieri sui numeri.

 

Beatrice vide il rapitore entrare nella stanza e urlò più forte che poté per attirare la sua attenzione. Un barlume di speranza le fece credere, per un singolo istante, che ce l'avrebbero fatta. Quel barlume si spense nel momento in cui vide il corpo di Jungkook schiantarsi contro la parete. Spalancò gli occhi, in preda al panico. Le sue gambe si mossero prima che lei potesse riflettere, avventandosi contro l'uomo, ma era tutto inutile. 

Quando la scaraventò contro il pavimento, le sue ossa emisero un rumore sordo. 

"Potrei essermi rotta una costola."

"Forse anche qualcosa di più."

Le mancava il respiro. 

I polmoni non riuscivano a trattenere aria. 

Poi la vide. 

La pistola. 

 

Affondò nuovamente la faccia nel cuscino, soffocando per la mancanza di aria. Forse l'avrebbe aiutata a dimenticare. 

 

Vedeva la canna dell'arma puntata contro di lei. Aveva l'impressione di sentire perfino l'odore di polvere da sparo nell'aria. 

Vide il proiettile uscire, danzare e vorticare nell'aria come una graziosa creatura. Quando la raggiunse, sentì quel corpo estraneo entrare dentro di lei, farsi strada fra i suoi organi, fra le fibre muscolari, fino a raggiungere il cuore. 

Un secondo sparo arrivò. Un secondo visitatore si fece strada nel suo corpo. 

Sentiva la sua pelle sciogliersi di un calore che le deva i brividi e aveva voglia di appoggiarsi a terra e addormentarsi. 

Poi, però, arrivò il terzo colpo.

 

Una lacrima, timida e silenziosa come un fantasma, sfuggí dalla prigione delle sue ciglia. Passandosi una mano sulla guancia, tentò di scacciarla via, come una mosca fastidiosa. 

 

Jungkook si era messo davanti a lei. 

Si era beccato un proiettile. Al posto suo. 

Lo vide crollare in ginocchio e un urlo uscì dalla sua gola, straziato, disperato, impotente. 

Il quarto colpo gli perforò la fronte. Il corpo del ragazzo si accasciò a terra, inerme. 

Beatrice aveva la vista appannata, non sapeva se per le lacrime o per il dolore. Nonostante ciò vide i suoi occhi. Spenti, freddi. Morti. 

 

Si sedette sul letto, sbattendo la testa contro il muro. 

"Basta."

"Non voglio vedere."

"Esci dalla mia testa!"

Strizzò gli occhi ma le immagini erano ancora lì. Le dita fredde di Jungkook, protese verso di lei. La bocca leggermente aperta, sporca di sangue. Lo sguardo vitreo. 

La ragazza prese il taccuino dal comodino affianco al suo letto e lo aprì. 

 

Numero restart: 24

 

"Forse devo lasciare perdere. Forse ho raggiunto il mio limite o il fato mi vuole far capire che devo smetterla di giocare con la linea temporale."

Con un sospiro, si voltò per guardare la finestra. Fra le fenditure della tapparella, riusciva ad intravedere i colori dell'alba. Una consapevolezza dentro al suo cuore pose fine alle lamentele della sua mente. 

"Il suo cadavere non mi abbandonerà finché non riuscirò a salvarlo."

 

20 maggio 2020

H 18:14

 

Il vicolo buio vicino al quale era appostata emanava un'energia sinistra, che forse solo lei poteva sentire. Si affacciò con cautela, cercando di non farsi notare. Il furgone era parcheggiato qualche metro più avanti, con i due rapitori appoggiati al retro che chiacchieravano con una sigaretta in mano. Come due vecchi amici che si raccontano le ultime novità dopo essere usciti da lavoro. A guardarli così, da lontano, sembravano due persone normali. Non erano neanche particolarmente massicci. Nessuno avrebbe pensato a loro come due malviventi in procinto di commettere un reato. 

Il cuore le martellava nel petto con violenza, mentre si ritirava dall'angolo del vicolo e digitava il numero della polizia. 

-Salve, parla con il centralino del distretto di polizia, come posso aiutarla?- 

La ragazza si schiarì la voce e quando iniziò a parlare cercò di mantenerla ad un sussurro. 

-Salve, ho visto due uomini appostati vicino ad un furgone che parlano di rapire un ragazzo. Sembra che stiano aspettando che la vittima arrivi.-

Deglutendo sonoramente, ascoltò impaziente il silenzio del suo interlocutore. 

-Mi dispiace signorina, ma non è un elemento sufficiente per farci intervenire.- 

Beatrice strinse il metallo dell'apparecchio con tutte le sue forze. 

-E quando dovrei chiamarvi?! Quando già il fatto è compiuto?! O volete aspettare che venga ucciso qualcuno prima di intervenire?!- 

"Datti una calmata."

-Mi dispiace signorina, ma riceviamo molte chiamate che si rivelano dei falsi allarmi. Però può darmi la targa del furgone, così possiamo controllarne gli spostamenti.- 

Appoggiandosi contro il muro dietro di lei, si prese il ponte del naso con frustrazione. 

-Va bene, la targa è 25 7245.- 

La ragazza sentì il suono dei tasti del computer ticchettare leggermente. 

"Bene, almeno se l'è davvero segnata."

-La ringrazio, adesso le consiglio di allontanarsi dai due uomini e le assicuro che terremo monitorato il furgone. Stia tranquilla, se succederà qualcosa la contatteremo.- 

Con un sospiro, si staccò dal muro e riprese a camminare nella direzione da cui era venuta. 

-Va bene.- 

Chiuse la chiamata e osservò i suoi passi allontanarsi dal suo obbiettivo. 

"Hanno la targa."

"Se Jungkook viene rapito, possono seguire il furgone e trovare il luogo dove lo nasconderanno."

"Forse è questa la soluzione."

Con il cuore pesante, si fece strada verso il suo appartamento. 

 

21 maggio 2020 

H 16:24

 

-Non si hanno ancora notizie?-

-Ancora niente, la polizia non riesce a rintracciarli.- 

-Ma avevo sentito che avevano la targa del furgone dei rapitori!- 

-Ho sentito che Bang-PD-nim ha detto che metterà i soldi del riscatto di tasca propria pur di riaverlo indietro.-

Beatrice cercava di chiudere le orecchie e la mente, ma l'ambiente circostante sembrava bombardarla costantemente da tutto il giorno. Non faceva in tempo a poggiare il telefono che una nuova chiamata lo faceva squillare, portando le domande dell'ennesimo giornalista. Tutti volevano sapere i dettagli della faccenda. Ogni dipendente non aveva fatto altro che sussurrare, spettegolare, dibattere della notizia. 

"Hanno la targa."

"Riusciranno a trovarlo."

Continuava a ripetere nella sua mente queste due frasi come un mantra. Una filastrocca per mettere a dormire i suoi sensi di colpa e l'ansia. 

"Sarà da solo, in quella stanza buia e fredda."

"Senza qualcuno con cui parlare o che lo possa aiutare."

"Gli spareranno comunque?"

Le dita affondarono nella tastiera, provocando un fastidioso rumore. 

-Ehi tu! La romperai quella roba se continui a pigiarci sopra a quel modo!- 

La voce del suo collega le fece alzare lo sguardo frustrato dalle lettere. Kang Sunbin non la guardò neanche per un istante, ma continuò a concentrare la sua attenzione sullo schermo con il suo tipico cipiglio severo. 

-Chiedo scusa, Sunbin-ssi.- rispose stringendo i denti e contraendo la mandibola. 

In risposta, ottenne solo un grugnito e una smorfia di disgusto sulle labbra. 

 

22 marzo 2020

H 21:36

 

-Ritrovato il cadavere del lead vocalist dei Bangtan Sonyeondan Jungkook nel luogo in cui era tenuto prigioniero dopo essere stato rapito. Secondo il riscontro della polizia, sembra che i rapitori, trovatisi alle strette dopo che il loro mezzo era stato identificato, abbiamo deciso di liberarsi della vittima e fuggire su un altro mezzo. Al momento, gli agenti alla ricerca del...-

Beatrice fissava le immagini sulla televisione, ma non voleva vedere. Divennero nuvole di colore offuscate e fluttuanti, in cui navigavano una barella coperta da un telo e sei ragazzi. Non ne guardò le facce. Spense la televisione e si arricciò su se stessa chiudendo il suo corpo, il suo cuore e la sua mente. 

 

Non seppe quanto tempo passò a quel modo. Sembrarono ore. O forse minuti. La notte scivolava su di lei come un velo di seta che sembrava sfiorarla appena. 

"Devo fare il restart."

Il pensiero affondò nella sua mente, come un'eco caduta in un baratro vuoto. 

"Forza, è ora di alzarsi."

I suoi muscoli non risposero. 

Dopo qualche minuto, degli schiamazzi attirarono la sua attenzione, concentrandola verso la finestra. In uno stato quasi ipnotico, si alzò e si avvicinò ad essa. La aprì, lasciando entrare l'aria primaverile che verteva verso l'estate insieme a due voci concitate. 

-Me la deve ripagare nuova!-

Un uomo accostato ad una macchina dall'aspetto costoso si avvicinò ad un altro, dalla faccia rossa dalla rabbia. 

"Ah...hanno solo avuto un incidente stradale..."

"Che bisogno c'è di arrabbiarsi così?"

-Ma sta scherzando?! È lei che ha tirato dritto all'incrocio!- replicò aggressivamente l'uomo rubicondo. 

Con un sospiro, Beatrice si allontanò dal penoso spettacolo, sentendo il richiamo del divano. 

-Molto bene! Chiamiamo la polizia e vediamo chi avrà ragione. La avverto che la mia assicurazione le farà causa!- 

Era ormai giunta a destinazione quando si bloccò. Ferma, in piedi, dritta come un tronco.

"La polizia?"

Un folle pensiero prese piede nella sua mente. Era assolutamente assurdo e molto probabilmente inutile. Non avrebbe mai funzionato. Era geniale. 

"Ho bisogno di una macchina."

 

 

AGGIORNAMENTO DI COPERTINA! 

Qui ragazzi iniziamo a viaggiare in serie A. Abbiamo una vera e propria copertina creata apposta per questa storia! Ma che scherziamo?! Personalmente, la adoro, perché riprende il primo capitolo e perché è molto aesthetic con quella bella cornice arancione che si intona ai capelli della protagonista. Se i miei potenti mezzi me lo permettono, proverò ad inserirla anche su EFP, nel caso non mi sia possibile vi invito a fare un salto su wattpad per vederla.

   
 
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